Più della quantità conta la qualità. Paulo Dybala era un bimbo quando Alessandro Del Piero sbaciucchiò l’ultima Champions della Juventus. Quell’anno l’ex bianconero chiuse la stagione con sole 13 reti stagionali ma fu un passaggio cruciale per la sua maturazione, tanto da arrivare quarto nella corsa per il Pallone d’Oro. Dybala ha ereditato la dieci che per anni è stata la seconda pelle di Pinturicchio, possiede l’ingegno per replicarne i numeri e l’intelligenza per capire che questo è l’anno giusto per fare il grande salto nell’aristocrazia del calcio europeo. La differenza tra un giocatore normale e uno speciale la fa la capacità di alzare il livello nelle partite che contano. Paulo finora ha segnato meno rispetto ai suoi standard, però è stato il miglior marcatore di Madama in Europa (5 centri). Ha deciso la gara dell’Old Trafford, rendendo più agevole la strada verso il primo posto nel girone, e dominato in casa con lo Young Boys (tripletta, più un gol nell’ininfluente sconfitta di Berna). Ora l’obiettivo dell’argentino è essere al top per la doppia sfida con l’Atletico negli ottavi, perché sa che la sua consacrazione passa per una grande Champions. Il suo percorso europeo, che finora è stato un’altalena di grandi gioie (la doppietta al Barcellona su tutte) e cocenti delusioni (come la finale persa a Cardiff), deve essere incastonato solo di gemme preziose.  Anche Del Piero nel 1995-96 arrivò alla sosta natalizia con pochi gol (9) ma soprattutto in Europa (5 come Paulo).Del Piero eDybala non hanno mai giocato insieme ma tra i due c’è una sintonia fuori dall’ordinario: si sentono spesso, Ale è il fratello maggiore che sa toccare le corde giuste e Paulo è una spugna nell’assorbire insegnamenti preziosi. A 25 anni Dybala sa che è arrivato il momento della maturità. L’acquisto di Ronaldo in casa Juve ha accresciuto la consapevolezza di poter cancellare l’amarezza dei due secondi posti in Champions. Per questo a Paulo non pesa giocare più lontano dalla porta, avendo inevitabilmente meno possibilità di fare gol. Quel che conta è festeggiare a giugno. Tutto, nella testa del dieci bianconero, è finalizzato al gran finale di Madrid.   La Gazzetta dello Sport     Sull'aereo per Gedda, salirà carico di buone intenzioni. Riprendersi la Juve: Paulo Dybala mette il turbo verso la Supercoppa, si ricorda che il Milan è la sua seconda vittima preferita e che oltre confine rende meglio. Parlano per l'argentino i cinque gol segnati nel girone di Champions League – più del doppio di quelli realizzati in campionato – impreziositi dalla magia di Old Trasford. La serata più luccicante della Juventus, finora, l'ha risolta proprio Dybala. Ora la Joya riparte da quel trofeo che alla Juve è sfuggito di mano per due anni di fila. Uno sfizio all'apparenza, la Supercoppa Italiana, ma ingrassare la bacheca non fa male.  Era stata proprio la Supercoppa dal sapore esotico, quella di due anni fa, a far inciampare la Juventus nel primo caso. Con Dybala protagonista amaro per aver sbagliato il rigore decisivo a Doha – dopo l'1-1 contro il Milan – nella partita del dicembre 2016. Il riscatto proprio dal dischetto, nel marzo successivo, sempre davanti a Gigio Donnarumma nella lunga appendice di Juventus-Milan in campionato. Un tabù Supercoppa esteso alla squadra di Allegri, più che a Dybala in sé. Nel senso che il ricordo si sposta pure su una serata romana, nell'agosto del 2017, in cui la doppietta dell'argentino non bastò a rovesciare la Lazio. Rimonta in cinque minuti, una punizione e un rigore della Joya poi vanificati in pieno recupero. Tra gli altri gol di Dybala al Milan – cinque in totale, di più ha fatto solo contro la Lazio – troviamo anche quello della vigilia di Pasqua l'anno scorso, appena precedente al rovescio di Champions contro il Real Madrid. Oltre ai due segnati ai tempi del Palermo. Del resto anche l'inverno dello scorso anno stava tracciando uno scenario simile a questo: poi Dybala seppe ristabilire un certo feeling con Higuain. Ricominciando da un gol in Coppa Italia sotto Natale, miglior decollo per arrivare ai 26 centri stagionali che sono pure il suo miglior risultato in assoluto. A Bologna, dopodomani, la prova generale per tornare il vero Dybala: Allegri gli concederà la Juve dal primo minuto. Stesso avversario contro il quale ha segnato l'ultimo gol dell'anno scorso e il primo di questa stagione, neanche a farlo apposta. Perché, in fondo, un filo logico c'è sempre.   Fonte: Il Corriere dello Sport