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juventino milanese

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Tutti i contenuti di juventino milanese

  1. Del Bayern e del Real frega il giusto anche a me: quindi veramente poco, anzi direi che entrambe le società mi stanno discretamente sulle balle. Nel mio primo contributo a questa discussione spiegavo però che partite come Real - City riconciliano con la bellezza di questo gioco meraviglioso. Quindi vedere i continui capovolgimenti di gioco, per altro accompagnati da gesti tecnici di primissimo livello, crea emozioni. La Juve attuale, diciamolo chiaramente, è una noia. Opinione personale, giocatori mediocri e tattica alla Nereo Rocco. L' unica forte emozione che ci ha regalato è stata l'incazzatura di vederla ancora una volta oltraggiata da questo schifo di sistema-calcio italiano, senza possibilità e vera volontà di difesa. Dici che probabilmente sto diventando simpatizzante e non più tifoso? Non lo so, non credo. Come dicevo ad altro amico in precedenza, le notizie sulla Juve sono sempre le prime che cerco, persino in un momento come questo dove la cronaca di tutti i giorni dovrebbe portare le nostre menti altrove. L' ho seguita (anche nei momenti più bui) e la seguirò sempre, nella speranza che possa riaccendere quella passione sopita, quelle emozioni al momento scomparse. A breve avremo modo di vedere la finale di Coppa Italia: il rischio forte è quello di essere sconfitti dall'Atalanta (ottimo percorso negli ultimi anni, ma stiamo sempre parlando dell'Atalanta...); la speranza è quella di vincere, sempre e comunque, magari esprimendo un buon calcio e possibilmente con emozioni positive, non solo lacrime e sangue e quella sensazione di vuoto assoluto. Un saluto
  2. Sarà che ne ho viste tantissime, forse sei più giovane di me, ma personalmente emozioni forti questa Juve non le accende. Credimi, per anni ci sono stati momenti che l'adrenalina era talmente forte che durante la partita dovevo nascondermi sul balcone od in bagno, possibilmente quello chiuso e con la ventola al massimo, per evitare l'infarto o il tracollo. A volte mi sono persino perso azioni leggendarie (il gol di Nedved contro il Real, ad esempio, lo vidi solo al replay. Durante i rigori nella finale di Roma -in presenza all'Olimpico- avevo persino perso lucidità nel conteggio, e gli amici mi dovettero risvegliare dallo stato vegetativoi n cui ero sprofondato). Una sofferenza, un godimento, un turbinio di emozioni che da 3-4 anni non provo più.
  3. Caro amico, affermazione vera al 100%. Ed io mi posso definire malato cronico, tant'è vero che nonostante il periodo storico, le incazzature ed il gioco narcolettico, la prima cosa che faccio quando accendo il device è quella di controllare se ci sono notizie sulla nostra amata. Ma la domanda dell'autore della discussione è chiara: E la risposta, nel mio caso, è no. Molto più emozionante Real- City del recente Juve-Milan (affermazione impensabile fino a qualche anno fa). Addirittura 2 sport diversi. Amo la Juve, ma i mal di pancia per la tensione, la gioia per le vittorie e la delusione per le sconfitte, sono emozioni che attualmente non provo più.
  4. juventino milanese

    30 anni dalla scomparsa di Ayrton

    Buongiorno a tutte ed a tutti. Il 1° maggio 1994 moriva uno dei più grandi piloti della storia della Formula 1, per molti forse il migliore. Non ero un suo tifoso, come tanti altri tifavo Ferrari, la rivalità con il francese Alain Prost caratterizzò molto quegli anni, ma gli riconoscevo una superiorità indubbia. Personalmente, tra le altre cose, ricordo una capacità straordinaria nel saper frapporre tra sé ed il diretto inseguitore un "doppiato", superandolo poco prima della parte mista del circuito, facendo in modo che quest'ultimo facesse da "tappo" e quindi sottraendo preziosi decimi di secondo a chi cercava di avvicinarsi. Ma non era certo solo questo il suo più grande talento: 3 volte Campione del Mondo 41 Gran Premi vinti 80 volte sul podio 65 volte in pole position Ma i numeri non dicono tutto: insuperabile nella guida sotto la pioggia, fortissimo nei circuiti cittadini (detiene ancora adesso il record di vittorie a Monte Carlo), eccezionale nella messa a punto del veicolo e nella scelta degli pneumatici. Il 1° maggio 1994 si correva il Gran Premio di San Marino, autodromo di Imola. Quel pomeriggio io e altri amici ci stavamo recando con il pullman allo stadio (uno dei tanti Juventus Club che all'epoca percorrevano, come un serpentone unico, la Milano - Torino); la partita per la cronaca era contro l'Udinese e vincemmo 1-0 con gol del compianto Gianluca Vialli. Ricordo lo sgomento e la preoccupazione nel vedere su quei piccoli televisori l'incidente alla curva del Tamburello, ed il pilota immobile a parte un lieve movimento del capo. Non ricordo nulla della partita, ma ho ben impresso nella memoria il pensiero che quel giorno sarebbe mancato una Leggenda dello Sport (la dichiarazione ufficiale venne fatta poco prima delle 19). Quel weekend a Imola fu tragico, ci fu anche la morte il giorno prima del pilota austriaco Ratzenberger, e numerosi incidenti caratterizzarono tutto il fine settimana. Qui di seguito riporto una ricostruzione, fonte Wikipedia: La competizione è nota per essere stata uno degli eventi di Formula 1 con più incidenti dall'esito grave o mortale: nell'arco dei tre giorni di gara vi persero infatti la vita i piloti Roland Ratzenberger e Ayrton Senna, mentre Rubens Barrichello rimase ferito, così come (pur con esito meno grave) alcuni meccanici e vari spettatori, coinvolti passivamente in ulteriori incidenti verificatisi durante la corsa. Venerdì La sequenza di gravi incidenti che segnò il weekend ebbe inizio già nelle prove libere del venerdì: durante la sessione la Jordan di Rubens Barrichello, a causa del cedimento della sospensione posteriore sinistra e della velocità troppo elevata, uscì di traiettoria alla Variante Bassa, passò di traverso sul cordolo esterno e decollò, superando le gomme di bordopista e impattando contro le reti di protezione. L'auto quindi rimbalzò all'indietro, si cappottò un paio di volte e infine si fermò ribaltata nella via di fuga. Essendo manifesta la gravità della situazione, le prove vennero subito interrotte onde consentire di prestare i soccorsi. Barrichello venne estratto esanime dall’abitacolo e rianimato sul posto dai sanitari: ripresi i sensi, venne trasportato al centro medico e in seguito all'ospedale, ove venne stabilizzato e medicato (avendo riportato una frattura al setto nasale, tagli alla bocca, un braccio rotto, una costola incrinata ed una leggera amnesia). Pur non potendo prendere parte al resto dell'evento, già la mattina del sabato si ripresentò nel paddock. Sabato Il secondo incidente avvenne durante le prove ufficiali di sabato 30 aprile: Roland Ratzenberger era impegnato in un giro lanciato nel tentativo di abbassare il suo tempo di qualificazione. Giunta nel rettilineo all'uscita della curva Tamburello, la Simtek del pilota austriaco subì la rottura dell'ala anteriore: il brusco calo di deportanza e l’elevata velocità (314,9 km/h) la resero ingovernabile, mandandola a sbattere contro il muro esterno della successiva svolta, intitolata a Gilles Villeneuve. Nel forte impatto la cella di sopravvivenza dell'abitacolo resse abbastanza bene, ma la decelerazione fu tale da far perdere immediatamente conoscenza al pilota, provocandogli una frattura della base cranica. Anche stavolta la gravità della situazione fu subito manifesta: mentre il relitto della vettura (rimbalzato contro il muretto) continuava ad andare in testacoda per poi fermarsi in mezzo alla curva Tosa (successiva alla Villeneuve), si vide distintamente la testa del pilota oscillare mollemente, appoggiata ai bordi dell'abitacolo. L'allarme fu ancora una volta immediato e fu esposta la bandiera rossa: in due minuti i medici di pista, diretti dal dottor Sid Watkins, si accostarono alla Simtek, trovando Ratzenberger privo di sensi e con copiosa perdita di sangue dalla bocca e dal naso. I sanitari intervennero su di lui dapprima nell’abitacolo, dopodiché lo estrassero e lo distesero a terra, tentando di rianimarlo. Dopo essere riusciti quantomeno a farlo uscire dall’arresto cardiaco, lo caricarono su un’ambulanza e quindi sull’elicottero del 118 Emilia-Romagna, che lo trasportò al pronto soccorso dell'Ospedale Maggiore di Bologna; a causa del grave trauma subito il pilota austriaco morì sette minuti dopo l'arrivo all'ospedale. La ricostruzione più credibile dell’incidente indicò come causa scatenante un danno all’alettone anteriore della Simtek, riportato durante il giro di lancio a causa di un probabile passaggio scomposto su un cordolo. Tale rottura non venne ravvisata né dal pilota né dal muretto, ma allorché Ratzenberger affrontò il rettilineo del Tamburello, il forte carico aerodinamico dell’alta velocità andò a spezzare definitivamente la superficie alare. A conforto di tale teoria vi furono le registrazioni delle telecamere Rai puntate su quel tratto di pista, una delle quali, poco dopo il passaggio della Simtek numero 32, riprese un oggetto di colore violaceo (visivamente compatibile con la forma del flap frontale) volare in mezzo al tracciato. Secondo le leggi italiane l'autodromo sarebbe dovuto andare immediatamente sotto sequestro a causa dell'incidente mortale, per consentire al pubblico ministero competente di effettuare i rilievi. Essendo però i medici riusciti a riattivare il cuore di Ratzenberger, il successivo decesso avvenne al di fuori del circuito e non comportò la sospensione del programma di gara. Era dal 1986 che un pilota di Formula 1 non moriva “sul lavoro” (l’ultimo era stato De Angelis nel corso di un test privato) e ancor più tempo era passato dall’ultimo accadimento luttuoso nel corso di un evento ufficiale (l’incidente di Riccardo Paletti al Gran Premio del Canada 1982). L'ambiente della Formula 1 ne risultò immediatamente traumatizzato: allorché le prove vennero fatte ripartire, Ayrton Senna e tutti i piloti della Benetton e della Sauber decisero di non effettuare altri giri (...) Domenica Il terzo grave incidente del weekend si verificò già alla partenza della gara: allo scattare del semaforo verde la Benetton di JJ Lehto, quinta in griglia, ebbe un problema tecnico e spense il motore, rimanendo ferma sulla piazzola. Le macchine che la seguivano scartarono bruscamente sui lati per evitarla, ma Pedro Lamy, partito dalle retrovie, si avvide dell'ostacolo solo all'ultimo momento: l'elevata velocità e la presenza di altre monoposto al suo fianco resero inevitabile il violento impatto, con la Lotus che letteralmente sfondò il retrotreno della Benetton, andando poi alla deriva per un centinaio di metri e fermandosi allo sbocco della pit-lane. Entrambi i piloti non riportarono conseguenze (salvo alcuni indolenzimenti), ma i detriti persi dalle auto coinvolte volarono in tutte le direzioni; alcuni di essi scavalcarono le recinzioni e finirono sulle tribune ferendo nove spettatori, dei quali uno, colpito da una gomma, rimase qualche giorno in coma. Poiché il rettilineo dei box si era riempito di detriti, la direzione di gara ordinò l'ingresso in pista della safety car (condotta dal pilota Max Angelelli), per rallentare i concorrenti e dare modo ai commissari di ripulire il tracciato e spostare i relitti delle auto incidentate. (...) Una volta pulita la pista la gara riprese: Senna aveva mantenuto il comando e subito segnò un buon tempo cronometrato (risulterà essere il terzo crono più veloce della gara), inseguito a breve distanza da Schumacher. Nel corso del settimo giro, alle ore 14:17, la Williams del brasiliano approcciò normalmente la svolta del Tamburello a una velocità di circa 310 km/h. In questo frangente il piantone dello sterzo (modificato frettolosamente dai meccanici su istruzioni dello stesso Senna prima della gara) cedette alle sollecitazioni e la vettura divenne ingovernabile. Senna, accortosi di non riuscire a curvare e di stare andando dritto, frenò bruscamente fino a ridurre la velocità a 211 km/h, ma la via di fuga era troppo stretta: nel giro di 2 secondi la Wiliams impattò con un angolo di circa 22 gradi contro il muretto a bordo pista. La grande energia cinetica fece rimbalzare la macchina all'indietro verso la pista: essa toccò di traverso la striscia d'erba che separava il tracciato dalla via di fuga e ritornò verso l'esterno, per poi arrestarsi una cinquantina di metri più avanti. Nella carambola una sospensione dell'auto si spezzò con ancora attaccata la gomma e colpì Senna alla testa, provocandogli un grave trauma cranico: il braccio scheggiato della sospensione penetrò nel casco attraverso la visiera, ferendo gravemente il pilota nel lobo frontale destro, poco sopra l'occhio. Resasi conto dell'immobilità del pilota nel relitto della macchina (salvo alcuni lievi spostamenti del capo probabilmente dovuti alle lesioni a livello cerebrale), la direzione di gara espose la bandiera rossa e chiamò i soccorsi. Nel giro di due minuti i medici guidati dal dottor Sid Watkins intervennero presso la vettura. Le condizioni di Senna erano palesemente gravissime: il pilota era esanime e la testa era mollemente appoggiata al bordo laterale dell'abitacolo. I sanitari sfilarono il casco al pilota tagliando la cinghia di ritenuta, constatando che il brasiliano era in stato di gasping: oltre alla ferita sopra l'occhio destro manifestava una fuoriuscita di sangue dal naso e dalla bocca e non reagiva ad alcun tipo di sollecitazione. Lo estrassero dalla vettura e lo stesero a terra per stabilizzarlo: anzitutto si provvide a tenergli aperte le vie respiratorie con la praticazione di una tracheotomia d'urgenza, a tamponare l'emorragia e a trasfondergli del materiale ematico. Watkins, appurata l'estrema gravità della situazione (a posteriori dichiarò di aver avuto "la percezione che il suo spirito lo stesse abbandonando in quell'istante", dopo aver osservato un improvviso rilassamento del corpo del pilota), chiese l'intervento dell'elisoccorso, che in modo del tutto inedito per la storia della Formula 1 fu fatto atterrare direttamente in pista, presso il sito dell'incidente. In quei momenti concitati qualcuno autorizzò erroneamente il rientro in pista di Érik Comas, che non era ripartito insieme agli altri all'uscita della safety car, ma era rimasto fermo a lungo nei box per riparare l'alettone posteriore rovinato da una toccata. Il francese della Larrousse, ignaro della situazione, arrivò al Tamburello a discreta velocità, evitando per poco di investire i mezzi di soccorso. Incredulo per la situazione creatasi, egli uscì dalla vettura per sincerarsi dello stato del collega ferito (che peraltro qualche tempo prima l'aveva a sua volta soccorso a seguito di un incidente in gara). Quindi, prima che la direzione di gara lo squalificasse per il grave pericolo causato, decise sua sponte di ritirarsi dalla gara. Alle ore 15:00 Senna venne caricato a bordo dell'elicottero, che decollò dalla pista alla volta dell'Ospedale Maggiore di Bologna: al seguito del pilota si imbarcarono il dottor Watkins e il primo assistente Giovanni Gordini, medico anestesista. Durante il volo gli fu trasfuso altro sangue, per un totale di 4,5 litri. (...) A gara conclusa tutte le attenzioni si concentrarono sulle condizioni di salute di Ayrton Senna, che era nel frattempo giunto all'ospedale di Bologna. L'équipe del reparto di rianimazione guidata dal primario dottoressa Maria Teresa Fiandri (che aveva raggiunto il nosocomio subito dopo aver visto l’incidente in televisione) esaminò sommariamente il pilota, constatando che l’unica ferita visibile era quella già citata sopra l’occhio destro (larga tre o quattro centimetri), oltre a un complessivo gonfiore del viso (altrimenti disteso e sereno), mentre il resto delle membra appariva illeso. Allorché tuttavia lo spostarono dalla barella si accorsero che essa era piena di sangue, in quantità giudicata sproporzionata rispetto alle lesioni visibili. La squadra medica provvide subito a trattare l'insufficienza cardiaca e respiratoria in cui versava Senna, fino a quasi stabilizzare polso e respirazione; di tale situazione venne dato conto in due bollettini medici che vennero letti dinnanzi alla folla di giornalisti che si era raccolta presso il reparto di rianimazione, mentre la gara era ancora in corso. In seconda istanza, dopo un consulto con il dottor Gordini (che fin da subito dichiarò nulle le speranze di arrivare a buon fine), il pilota fu sottoposto a TAC ed elettroencefalogramma, che rivelarono tutta la gravità dei traumi subiti e l’assenza di attività cerebrale. Tutto ciò non era tuttavia sufficiente, ai sensi delle leggi italiane in vigore, a dichiarare la morte, che nelle normative era intesa come cessazione dell'attività cardio-respiratoria. Alle ore 18:15 Leonardo, fratello del pilota (che aveva raggiunto l’ospedale insieme all’addetta stampa Betise Assumpcao), chiamò un prete affinché amministrasse ad Ayrton l'estrema unzione: a stretto giro la dottoressa Fiandri li raggiunse ed espose loro il risultato degli esami, avvertendoli dell’irreversibilità dello stato comatoso, per poi dare analoga infausta prognosi anche agli operatori mediatici. Allorché alle 18:37 subentrò un nuovo arresto cardiocircolatorio, l'equipe medica decise di non insistere ulteriormente: tre minuti dopo la stessa dottoressa Fiandri si presentò nella sala stampa improvvisata al 12º piano dell’Ospedale Maggiore, annunciando ai giornalisti ivi convenuti il decesso di Senna. Nel referto l'ora effettiva della morte venne tuttavia indicata alle 14:17, momento dell'impatto con il muretto, sebbene il suo cuore abbia cessato di battere alle 18:40, a significare come ogni tentativo di salvataggio fosse stato vano. I funerali di Stato di Senna, ebbero luogo il 5 maggio 1994 a San Paolo in Brasile, alla presenza di tantissimi rappresentanti del mondo delle corse. Il 7 maggio, invece, ebbero luogo a Salisburgo, in Austria, i funerali di Roland Ratzenberger, alla presenza del presidente della FIA, Max Mosley. L'incidente di Senna resterà l'ultimo con conseguenze mortali in una competizione di Formula 1 fino al Gran Premio del Giappone 2014, segnato dal grave incidente occorso al francese Jules Bianchi, poi deceduto il 17 luglio 2015 dopo più di 9 mesi di coma. Concludo inserendo un brano di Lucio Dalla Buon primo maggio
  5. Partite come quella di ieri sera, o anche come Manchester City - Real, riconciliano con il gioco del calcio. Non capisco come si possa preferire vedere una partita di questa Juve, dove il pallone viaggia in orizzontale alla stessa velocità di un 90enne che attraversa le strisce pedonali, correndo il rischio di addormentarsi e non risvegliarsi più. Detto da uno che prendeva giorni di ferie per andare a vedere anche le amichevoli.
  6. Nel forum c'è gente che, sbagliando, sfoga la propria delusione insultando i giocatori. Altri litigano, provocano, deridono le opinioni altrui. È il brutto dei social. Per me sono dei mediocri, i giocatori intendo, dei miracolati che non si capisce come possano indossare la maglia bianconera. Ed in un momento storico come questo, dove siamo tutti sull'orlo di una crisi di nervi, di quello che dice Weah, mi duole dirlo, temo che importi a pochi. Buona serata
  7. Segno dei tempi: Juventus- Milan, e chi viene intervistato? Il figlio di Weah. Che per altro spara minchiate in merito ad una crescita che nessuno ha visto. Giustamente, al momento solo 2 commenti. Belli i tempi quando c'erano grandi giocatori: dicevano banalità anche loro, a volte in un italiano stentato, ma per lo meno in campo si assisteva spesso a belle partite. Non questo oltraggio alla storia di 2 grandi club.
  8. First reaction shock, disse quello che assomiglia a Mr Bean. Se fosse vero, ovvero una sponsorizzazione non troppo distante dalle cifre attuali, sarebbe un gran colpo. Non farei troppo lo schizzinoso sulla provenienza dei dindi, del resto il più grande dirigente/amministratore che abbiamo avuto (Giraudo) fece un accordo con Tamoil, società petrolifera olandese con siti estrattivi in Libia, e ci ritrovammo un Gheddafi in società: Nel 2005 aveva sottoscritto un accordo decennale da 240 milioni di euro per diventare jersey sponsor della Juventus, rendendo all'epoca la squadra torinese la più pagata al mondo per uno sponsor di maglia; l'accordo è stato rinegoziato nel 2006 dopo lo scandalo Calciopoli. fonte: Wikipedia Ho tuttavia forti dubbi sulle capacità degli attuali xxx di poter condurre una trattativa tenendo il coltello dalla parte del manico. E torniamo sempre allo stesso punto: se agli occhi del mondo ti fai trattare come xxx al momento del pagamento non puoi pensare di avere il fascino di un Real Madrid, Bayern, City ecc. Pagheremo per decenni quelle mancate difese
  9. juventino milanese

    Gravina e Lotito furiosa polemica

    "Ci sono soggetti che pensano di gestire il mondo del calcio a proprio piacimento. Mi riferisco a Lotito e al lotitismo", l'accusa di Gravina durante l'evento organizzato da Il Foglio a San Siro. "Quando si parla di autonomia - ha aggiunto - bisogna capire come sia possibile che in Italia qualcuno sia allo stesso tempo presidente di una società, partecipa all'assemblea della Lega A, al Consiglio di Lega e al Consiglio Figc, è senatore, è vicepresidente commissione Bilancio, non fa parte della commissione Cultura ma partecipa ponendo domande" Io non ho certo alcuna simpatia per Lotito, ma Gravina è veramente ridicolo: dove ha vissuto negli ultimi 30 ann? Nel periodo del nano malefico non c'era alcun conflitto d'interesse? Ma poi proprio lui parla? Lui, indagato per autoriciclaggio dalla procura di Perugia? Attaccato come una cozza al proprio cadreghino, sia mai che si dimetta..... Mondo di delinquenti
  10. postumo aggettivo e sostantivo maschile 1. aggettivo Che ha luogo o si determina dopo la morte di una persona, con particolare riferimento a un'opera letteraria o musicale ( edizione p. ; opera p. ) e al riconoscimento di un merito ( gloria p. ). Fossi in Allegri mi gratterei in diretta i coglionii
  11. quelli ufficiali avranno sempre un asterisco. L'hanno capito in tanti, solo che fa comodo non ricordare certi argomenti. Liberissimo di accettare il'albo d'oro ufficiale, per me conta veramente poco, come dici tu da parecchio tempo. Detto questo, buona notte a te ed a tutti
  12. Non mi straccio le vesti. Rimarranno sempre dietro, ed il giorno che eventualmente ci raggiungeranno sarò già abbondantemente trapassato. Non farti il sangue amaro, prima o poi pagheranno con gli interessi
  13. Ma quale seconda stella, nemmeno 19 dovrebbero contarne…. Lo scudo di cartone è solo la punta di un iceberg di sterco che contraddistingue la loro storia. Sterco abilmente fatto passare come puro diamante da un mondo (istituzioni, media, vip) ipocrita, falso, cieco all'occorrenza ma dalla vista d'aquila quando si tratta di puntare i fari contro gli altri. Tralascio le nefandenzze del periodo Herrera, mi concentro invece sugli scudi conquistati negli anni successivi alla grande farsa del 2006. Scudetti conquistati grazie all'eliminazione della principale antagonista, costretta a ricostruire dalle macerie di un'ingiusta distruzione, e all'azzoppamento delle altre. Mentre i loro loschi traffici venivano fatti cadere nel dimenticatoio. QUINDI NON VANNO CONTATI NEMMENO GLI ALTRI SCUDETTI. Solo gli interisti, vulcani d'ignoranza e falsità, possono gioire di trofei falsi
  14. juventino milanese

    Martedì ultima chiamata. Esserci per sostenerla

    Con tutto il rispetto per le parole dell'autore di questa discussione, la risposta, almeno nel mio caso, è solamente questa: stanca indifferenza. Tifo Juve da sempre, avendo passato i 50 ne ho viste di belle e di brutte, e non ho mai fatto mancare il mio appoggio. Dapprima con il tifo, davanti alla televisione e spesso allo stadio (quanti viaggi sulla A4 e/o in treno...). Poi, con l'età più matura e le maggiori risorse economiche, con alcune partite di cartello e tanto, tantissimo merchandising, per me e per coloro ai quali mi potevo permettere di regalare qualcosa che fornisse un senso di appartenenza al mondo Juve. Dopo la porcheria dello scorso anno, dopo l'ennesima mancata difesa, dopo le parole allucinanti sull'acqua passata, qualcosa si è irrimediabilmente rotto, o forse si è riacceso un collegamento con il mai sopito dolore provato nel 2006. Come contorno, un gioco vergognoso e giocatori mediocri, ed un mondo (arbitraggi, media, istituzioni) ostile oltre ogni briciolo di normalità. E nessuno, a parte noi tifosi, che alzi un dito per far notare le evidenti differenze di trattamento con altre realtà ben peggiori della nostra. In firma al mio avatar ho una frase di una canzone a me molto cara, no surrender, non arrenderti; ed io non mi arrendo, ma sono stanco e disilluso; e le sconfitte (alcune storicamente umilianti) non mi fanno più caldo né freddo. Vorrei solo avere un condottiero che mi faccia riabbracciare quel senso di juventinità perduto, e lo seguirò, la seguirò, come ho sempre fatto. Buona serata
  15. Fratello, hai ragione ma è altresì inaccettabile l'appecoramento dei "padroni del vapore". Leggevo su altra discussione che JE, conscio del fatto che in questo paese (rigorosamente in minuscolo) gli viene fatta ostruzione in tutti i campi (non può nemmeno scegliere il nome da dare ad un nuovo modello di automobile), non investirebbe a fondo perso in Juventus come invece ci si aspetterebbe. Io non so se e quando torneremo a vedere la vera Juve, ma mi spaventa pensare che in questo sistema squallido, clientelare e corrotto i nostri padroni possano sguazzarci ben contenti, ottenendo magari agevolazioni in altri campi, e che se dovesse succedere di vincere nuovamente sarà solo per una vergognosa suddivisione di vittorie e derivanti proventi con le altre squadre. Alla faccia dello sport e dei reali valori in campo. Per questo cerco di stare calmo ed il più possibile distaccato, sperando (e probabilmente morendo c.acando) nell'avvento di un condottiero che ci guidi dentro e fuori dal campo, e che faccia emergere tutto lo schifo che ci circonda. Buona giornata
  16. juventino milanese

    La Juventus è la squadra più tifata in Italia: la classifica

    Sorprende che ci sia ancora qualcuno che proponga sondaggi di questo tipo. Da che mondo è mondo, la Juventus è e sarà sempre la squadra con più tifosi in Italia. Possono cercare di ucciderla, può perfino essere guidata da pavidi e sentimentalmente distanti mollaccioni, giocare male e farti disamorare del gioco del calcio. MA RESTA SEMPRE LA JUVENTUS. Almeno fino a quando ci saranno quelli come noi, malati di juventinite acuta, che tramanderanno ai posteri la Passione che ribolle dentro. Nel mio caso, Passione unita al disprezzo di tutti quei meschini che cercano di affossare il nostro Amore. Per questo dovremmo tutti insieme cercare di controbattere alle accuse, mettere da parte i rancori interni e ridicolizzare (perché litigare non porta da nessuna parte) i nemici. Avete fatto caso al numero elevato di tifosi del Napoli? Non basta uno scudetto per giustificare quel 10%: è in atto un'invasione di pulcinella che va combattuta; eccheccazzo, ma hanno invaso il mondo! Non è possibile andare in Patagonia e trovare un venditore di calzini con la maglia azzurra sporca di pummarola che blatera sulla Juventus! Portate dunque con orgoglio i distintivi della Juventus; bannate i neomelodici, le soap e le fiction napolicchie, i programmi che trasudano ignoranza. Perché, come disse un nostro giocatore in un famoso 5 maggio: "Siamo i più forti, lo siamo sempre stati e sempre lo saremo" Buona giornata
  17. juventino milanese

    Le nostre esperienze con malattie aggressive e tumori

    Provo a risponderti io, pur consapevole che le mie parole non potranno in alcun modo lenire il dolore e le paure che stai vivendo. Nel mio caso, la scomparsa di una persona cara, solo il tempo trascorso è riuscito a trasformare il dolore in qualcosa di più sopportabile. Ricordo però ciò che provavo nel "pieno" della situazione, quella sensazione di essere rinchiuso tra 4 mura senza la possibilità di muoversi all'interno o di scappare all'esterno. Ricordo anche di avere conosciuto molte persone nella nostra situazione familiare, alcune ce l'hanno fatta, altre purtroppo no. Alcuni si rifugiavano nella Fede, altri avevano fiducia nella Medicina. Ma l'ascoltare ed il parlare, senza frasi fatte e prive di valore, sono condizioni basilari. Determinanti. Sia nei casi con esito favorevole, che in quelli contrari. Coinvolgi altre persone. Fate tutte le piccole cose che, anche se all'apparenza insignificanti, possono aiutare molto. Ma evita gli eccessi. Chiedile ogni giorno che cosa le piacerebbe fare. Dille tutti i giorni che le vuoi bene. Sono vicino a te ed alla tua famiglia. Anche alla bimba, che scoprirai essere più matura dei suoi 3 anni e mezzo, e probabilmente molto più forte di tutti gli altri. Sarà lei a darvi la spinta per andare avanti, comunque. ed a te, fratello di tifo, anche se non ti conosco personalmente, un grande abbraccio
  18. Sono queste le frasi che fanno riflettere. Dato che non è il primo, qualche dubbio viene. Vediamo partite diverse da quello che i giocatori percepiscono? È una presa per i fondelli? Sono consapevoli di essere talmente inferiori agli avversari che giocare quasi sempre chiusi "a riccio" viene considerata una grande tattica? Cosa direbbe se venisse allenato da un coach ultraoffensivo e vincente? Io critico Allegri per la bruttezza quasi oltraggiosa del gioco della Juve, ma sono consapevole che se lui si cucca 7 milioni ed io invece leggo VS un motivo ci sarà; ma i giocatori? Veramente pensano che questo sia un calcio ben preparato? ‹beàti monòkuli in tèrra čekòrum›. – Proverbio del latino mediev., usato spesso (anche nella versione ital. «in terra di ciechi, beato chi ha un occhio solo») per significare che, dove le condizioni generali sono cattive, anche la mediocrità può ritenersi soddisfacente. Cit Treccani
  19. Dai su, non capisco perché schifiate così tanto la Coppa Italia. Anch'io penso che vincerla non sia possibile, e che portarla a casa potrebbe voler dire la conferma del livornese; ma se per puro caso dovesse succedere, è pur sempre un trofeo da mettere in bacheca. Il primo di questo obbrobrio di società che ha preso il posto di quella che fu la Juventus
  20. juventino milanese

    Quale traghettatore per il finale di stagione?

    Da Wikipedia: Nella mitologia greca e nella mitologia romana, Caronte era il traghettatore dell'Ade. Come psicopompo trasportava le anime dei morti da una riva all'altra del fiume Acheronte, ma solo se i loro cadaveri avevano ricevuto i rituali onori funebri (o, in un'altra versione, se disponevano di un obolo per pagare il viaggio); chi non li aveva (o non aveva l'obolo) era costretto a stare in eterno senza pace tra le nebbie del bosco silente, nel vestibolo (o, secondo alcuni autori, per cento anni). Direi che calza a pennello
  21. juventino milanese

    5 anni fa, un marziano allo Juventus Stadium

    Buongiorno a tutte ed a tutti, in un momento storico come questo, privo di gioie e soddisfazioni calcistiche, apro questa discussione per ricordare uno dei momenti più esaltanti vissuti nell'ultimo decennio. Se ritenuta inutile o deleteria, chiudete pure ed accettate le mie scuse. Se al contrario ricordare certi momenti vi procura ancora adesso fortissime emozioni a tinte bianconere, guardate questo video. La speranza è quella di potere rivivere momenti come questo; io ho una certa età, e spero qualcuno lassù mi e ci regali ancora la gioia che meritiamo. Le immagini della partita le ricordiamo tutti, ho scelto invece di condividere la telecronaca esaltante in portoghese. Ricordo ancora che quella notte non dormii, l'adrenalina era al massimo. E come me, decine di amici con i quali ci si scambiava messaggi pieni di esaltazione, eravamo tutti speranzosi che potessimo arrivare ad afferrarla... Le cose andarono diversamente, per favore non buttatela in vacca con giudizi sull'allenatore, ma fu forse l'ultima Juve veramente JUVE. PS: a me fa morire vedere il tecnico della Telecom che si gira durante il rigore: fa esattamente quello che facevo io in tutti i momenti dove l'adrenalina era al massimo, rischiavo sempre l'infarto. Buona giornata
  22. juventino milanese

    Allianz sponsorizza il centro di allenamento di Vinovo

    Beh certo, mica vorrai chiamarlo col nome della Juve, in fondo chissenefrega.... cosa vuoi che sia la passione, son soldi! Sarò all'antica, ma a volte mi chiedo chi è che scrive i comunicati...
  23. Sarebbe bello se Spalletti dimostrasse davvero di essere persona corretta e coerente, come vogliono farlo sembrare i nostri media. Mi spiego: non c'è la prova che sia stata pronunciata una frase razzista? D'accordo, ma non c'è nemmeno la prova contraria, ovvero che non sia stata pronunciata (anche se è evidente). Per sicurezza, non ti convoco in nazionale per gli Europei. Stai a casa e l'immagine dell'Italia ne trae giovamento. Magari con qualche bella frase in stile Mago di Certaldo, dove solitamente non si capisce un * ma fa sempre figo e radical chic. Io non ho Twitter (o come si chiama adesso), ma sapete se per caso è stata lanciata qualche petizione per cacciare sto schifosorazzista? Tipo Acerbiout o Spallettifallomaturare? Nel 2006 volevano lasciare a casa i giocatori della Juve e Lippi, salvo poi salire sul carro dei vincitori senza nessuna vergogna. Perché non spingere per tenere fuori questo individuo? Avrebbe persino il tempo per stare a casa a fare i gargarismi con la moglie.....
  24. sarebbe invece il caso che quei 4 cacasotto facessero diventare le palle molto attive, e senza mano.
  25. juventino milanese

    Che allenatore vorreste sulla panchina della Juventus?

    Boh A me stava simpatico, mi faceva sorridere. Molto meglio lui di tanti altri. Giorgiop allenatore e Lapo presidente. Una juve surreale
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