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[Topic Unico] L'Angolo del Guru
Kenanshirō ケンシロウ ha risposto a Lev Discussione Calciomercato Juventus & Angolo del Guru
Madó ma è lento e co mpassato anche per i ritmi sudamericani Anche il pallone rallenta quando lo tocca lui -
[Topic Unico] L'Angolo del Guru
Kenanshirō ケンシロウ ha risposto a Lev Discussione Calciomercato Juventus & Angolo del Guru
Milik chi? -
[Topic Unico] L'Angolo del Guru
Kenanshirō ケンシロウ ha risposto a Lev Discussione Calciomercato Juventus & Angolo del Guru
Non vedo il contatore dei giorni rimanenti fino alla scadenza del contratto di Arthur -
Il rinnovo cambia tutto. Se un giocatore prende già 5-7 milioni, hai una posizione migliore anche per rifiutare offerte fino a un certo importo, be' sei costretto a ritoccare ingaggio del giocatore. Con le cifre girate quest'estate 100 milioni non sarebbe un'offerta "fuori mercato" ne' irrinunciabile per Yildiz. Al contrario, se non rinnovi e prende 1-2 milioni, anche un'offerta di 4-5 milioni al giocatori può metterti in difficoltà con giocatore e entourage
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Finora giornata così così, ma con questa notizia mi hai svoltato la serata!
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Che clima tira sul forum dei cinqueperisti? Lo so che qui abbiamo degli iscritti raccontateci
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Grande Tudor, bravi tutti
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Ma l'idea che possa ritenerlo più utile nell'1v1 con Dumfries no? Non è PES in cui schiero il miglior 11 possibile, ci sono 1000 variabili che considera un allenatore
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Spesso e volentieri Allegri andava ad aggredire l'Inter e il Milan nella prima mezz'ora dei big match 1-0 E POI diventava attendista
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Io ho capito che vede Openda come punta, di movimento / di profondità, che non da punti di riferimento, e David più come punta associativa che da punti di riferimento o sottopunta/ seconda punta
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Allineamento dei Capitani della Juventus
Kenanshirō ケンシロウ ha aggiunto una discussione in Juventus forum
Se i capitani della Juventus fossero nel mondo di Dungeons & Dragons, che allineamento avrebbero? Non preoccupatevi, ho già fatto il lavoro per voi! Gaetano Scirea: Legale Buono Il Legale Buono si impegna a fare la cosa giusta all'interno delle regole. Scirea è la quintessenza di questo allineamento. Un difensore elegantissimo, mai espulso in carriera, simbolo di correttezza e lealtà. Il suo stile di gioco e il suo comportamento fuori dal campo incarnano perfettamente i valori del fair play. L'aneddoto più famoso è forse la sua esortazione a Tardelli dopo il gol contro la Germania Ovest nella finale del 1982: "Fermati, manca un minuto!". Manuel Locatelli: Neutrale Buono Il Neutrale Buono agisce per il bene degli altri, senza essere vincolato da leggi o dogmi. La sua figura è percepita come quella di un ragazzo d'oro, umile e con i piedi per terra, che si è conquistato il posto con il duro lavoro. I suoi gesti di altruismo, come il sostegno a cause benefiche, e la sua leadership silenziosa e rassicurante in campo lo rendono un esempio di bontà. Non è un leader che impone la sua autorità, ma un giocatore che agisce per il bene della squadra con il suo esempio. Alessandro Del Piero: Caotico Buono Il Caotico Buono fa ciò che ritiene giusto, indipendentemente dalle regole o dalle convenzioni. L'esempio del rinnovo in bianco è perfetto. Nel 2012, in una conferenza stampa al termine della partita contro l'Atalanta, Del Piero, dopo che la società aveva annunciato che sarebbe stata la sua ultima stagione, disse: "Se il presidente lo ritiene, sono a sua disposizione e posso firmare in bianco". Con queste parole, mise pressione ad Andrea Agnelli e creò un'ondata di entusiasmo tra i tifosi, dimostrando il suo attaccamento alla Juventus e la sua natura di leader che agisce secondo il cuore, al di fuori delle rigide regole del mercato calcistico. Giorgio Chiellini: Legale Neutrale Il Legale Neutrale si concentra su legge, tradizione e onore. Chiellini è un difensore roccioso, un leader che ha sempre anteposto il bene della squadra al proprio, con una leadership basata sul rigore e sulla disciplina. La sua "cattiveria" agonistica e la sua propensione a usare il corpo per difendere, come nello strattonare Harry Kane nella finale degli Europei, lo rendono un guerriero che utilizza le regole in modo pragmatico per raggiungere l'obiettivo, senza essere un paladino puramente buono. Claudio Marchisio: Neutrale Puro Il Neutrale Puro agisce secondo il proprio istinto, senza allinearsi a bene o male, legge o caos. Marchisio è l'incarnazione di questo allineamento. È un calciatore che ha fatto il suo dovere con costanza, senza protagonismi, senza azioni eclatanti. È il "Principino", il simbolo della juventinità più classica, che agisce per il bene della squadra senza clamori, con un'innata onestà e un profondo senso di appartenenza che lo ha reso un punto di riferimento per i tifosi. Antonio Cabrini: Caotico Neutrale Il Caotico Neutrale agisce secondo i propri desideri, guidato da un forte individualismo. Cabrini è stato un leader carismatico, un uomo di stile, il "bello del calcio" che ha sempre avuto un approccio alla vita un po' fuori dagli schemi. Il suo stile di gioco, fatto di accelerate improvvise e di colpi di testa, lo rendeva imprevedibile e a tratti "caotico". È la sua natura di ribelle, ma senza un fondo di malvagità, che lo rende il perfetto Caotico Neutrale. Roberto Bettega: Legale Malvagio Il Legale Malvagio si impegna a seguire un codice, ma lo fa con obiettivi egoistici o malvagi. Bettega è stato un attaccante di grande classe, ma anche un dirigente di grande carisma. La sua figura, a volte schiva, a volte autoritaria, lo rende un esempio di Legale Malvagio. Ha sempre agito per il bene della Juventus, ma i suoi metodi sono stati spesso criticati, in particolare durante il periodo di "Calciopoli". Ha sempre agito secondo le regole, ma con un approccio che lo rende un "malvagio" nell'accezione del termine. Leonardo Bonucci: Neutrale Malvagio Il Neutrale Malvagio è un personaggio che agisce per sé stesso, noncurante degli altri e senza un particolare codice di condotta che lo vincoli. Questo allineamento si adatta a Bonucci, in particolare se consideriamo il suo trasferimento al Milan. La sua decisione di lasciare la Juventus in maniera improvvisa, a causa di frizioni personali con l'allenatore, fu un atto puramente egoistico. Questo gesto non fu un'azione "caotica", ma una mossa calcolata per un beneficio personale, che lo rende un personaggio che agisce unicamente in base ai propri interessi, al di là di qualsiasi legame sentimentale. Antonio Conte: Caotico Malvagio Il Caotico Malvagio agisce senza remore, perseguendo i propri scopi a discapito di qualsiasi lealtà o morale. Questo allineamento sembra calzare a pennello per Conte. Il suo addio improvviso nel 2014, a ritiro estivo già iniziato, fu un colpo di scena che sconvolse i tifosi. Il suo successivo passaggio alla panchina dell'Inter, storica rivale, è stato percepito come un vero e proprio tradimento, un'azione guidata dal desiderio di rivalsa personale e dal gusto di infliggere un colpo alla sua ex-squadra. In questa ottica, Conte appare come un personaggio che usa il caos e la sua imprevedibilità per ottenere il potere. Edit: gli allineamenti suggeriti da voi Roberto Baggio: Neutrale Buono Il Neutrale Buono agisce per il bene degli altri, senza essere vincolato da leggi o dogmi, agendo in base a un profondo senso di altruismo e compassione. Roberto Baggio incarna questo allineamento in modo esemplare. In campo, Baggio era un genio, un artista del pallone, ma non un leader autoritario o un guerriero che imponeva la sua volontà. La sua figura è stata sempre un po' al di fuori delle gerarchie, agendo più come un faro di luce che come un capitano che urla ai compagni. La sua bontà si manifestava nel suo modo di giocare, con gesti tecnici che facevano sognare, ma anche con la sua umiltà e la sua capacità di rialzarsi dopo ogni caduta. Il famoso errore del rigore in finale al Mondiale '94, e la sua successiva resilienza, non hanno mai intaccato l'affetto del pubblico, che ha sempre percepito in lui un'anima pura e un calciatore che giocava per la passione, non per la gloria personale. Nella vita privata, Baggio ha sempre cercato un percorso lontano dai riflettori. La sua conversione al buddismo, avvenuta in un periodo di grandi difficoltà fisiche, dimostra la sua ricerca di una via spirituale che trascende le convenzioni e le religioni tradizionali. Il suo allontanamento dal mondo del calcio dopo il ritiro, la sua vita semplice in collina, lontano dai clamori del jet set, rafforza ulteriormente l'immagine di un uomo che ha trovato la sua pace interiore in un mondo che va oltre il calcio. Questi aspetti della sua vita, uniti alla sua profonda generosità, fanno di lui un perfetto Neutrale Buono, un uomo che ha sempre cercato la sua strada, agendo per il bene degli altri e seguendo un percorso che lo ha portato lontano dalle logiche del potere e della fama. Giuseppe Furino: Legale Malvagio L'interpretazione di Giuseppe Furino come Legale Malvagio si adatta perfettamente alla sua immagine di "Sergente di ferro" della Juventus. Questo allineamento descrive un personaggio che persegue i propri obiettivi (spesso egoistici o crudeli) seguendo un codice, una gerarchia o una legge, convinto che la disciplina e l'ordine siano gli strumenti per il successo. Furino non era un centrocampista sregolato, ma un giocatore che operava all'interno di un sistema rigoroso. La sua "malvagità" era la sua ferocia agonistica, la sua implacabile determinazione a non far passare nessuno, a volte oltre i limiti del regolamento, un atteggiamento che gli valse il soprannome di "Furia". Il suo era un male pragmatico, non caotico: piegava l'avversario con la forza della disciplina, del posizionamento e di un'aggressività che, per quanto brutale, era sempre al servizio della squadra e del suo "codice" non scritto. Era un capitano che imponeva l'ordine in campo, ma lo faceva per vincere a tutti i costi, un fine che, in ottica D&D, può essere considerato "malvagio". Stefano Tacconi: Caotico Buono Il Caotico Buono è un personaggio dal cuore d'oro che agisce in base a un'etica personale che va oltre le regole e le convenzioni. Questo allineamento si adatta perfettamente a Stefano Tacconi, un leader per istinto che si muoveva in un mondo tutto suo, senza badare alle etichette o alla rigidità del protocollo. La sua natura caotica e imprevedibile è magnificamente riassunta da un celebre aneddoto accaduto a Tokyo nel 1985, alla vigilia della finale di Coppa Intercontinentale. Mentre il resto della squadra era in un rigoroso ritiro, l'allora secondo portiere decise che la concentrazione si poteva trovare anche fuori da una stanza d'albergo. Infrangendo ogni regola, uscì in borghese per esplorare la città. La sua "escursione" lo portò in un locale dove, in una scena da film, bevve sakè e conversò con una geisha. Al mattino, tornò di soppiatto in albergo e scese in campo il giorno dopo come se nulla fosse accaduto. Questo gesto non fu un atto di malizia o di sabotaggio, ma un'espressione della sua indole ribelle e irriverente. Tacconi era un'anima libera, un leader non convenzionale, un "Capitan Fracassa" (come recita il suo celebre soprannome) che non aveva bisogno di seguire le regole scritte, ma di agire secondo la propria bussola morale. La sua "bontà" emerge nel suo rapporto con i compagni, come nel modo in cui spronava, con fare chiassoso ma senza malizia, caratteri schivi come Salvatore Schillaci, per spingerli a uscire dal guscio e a diventare parte integrante del gruppo. Tacconi ha sempre agito per il bene dei suoi compagni, ma lo ha fatto a modo suo, in maniera indubbiamente caotica. Omar Sívori: Caotico Malvagio Omar Sívori, "El Cabezón", incarna la perfetta essenza del Caotico Malvagio, un allineamento che si addice a chi persegue la propria gloria e il proprio ego con comportamenti distruttivi e provocatori, senza alcun rispetto per regole o convenzioni. Il suo genio calcistico non era al servizio della squadra o dell'arte del gioco, ma un'arma per umiliare gli avversari. Sívori era un ribelle che amava il caos, un funambolo che non si curava delle tattiche o della disciplina, ma che cercava lo scontro personale e la provocazione. Le sue incredibili giocate erano spesso seguite da gesti arroganti o da parole sprezzanti, mirate a distruggere psicologicamente l'avversario. Le numerose espulsioni ricevute in carriera non furono un incidente di percorso, ma il risultato di una natura irrequieta che non sopportava l'idea di essere limitata. Sívori era un personaggio che non cercava la vittoria, ma il potere, e il suo modo di fare, pur essendo geniale, era profondamente egoistico. Gianluca Vialli: Caotico Buono La figura di Gianluca Vialli non si può incasellare in un unico schema, e la sua complessità lo rende un perfetto Caotico Buono. Questo allineamento descrive un personaggio dal cuore nobile che agisce in base alla propria etica, ma rompe le convenzioni e le regole per seguire il proprio istinto. La sua natura di leader non era basata su un'autorità imposta o sulla rigidità, ma su un carisma disordinato e contagioso. A differenza di un leader "legale" come Scirea o Mandzukic, Vialli era un capitano che trascinava i compagni con la sua energia e la sua personalità, a volte con scherzi e provocazioni, come quando con Roberto Mancini formava "I gemelli del gol", un'accoppiata di talento e goliardia. La sua onestà, che spesso lo portava a non avere peli sulla lingua, era una forma di lealtà anarchica, che non si preoccupava delle convenzioni ma della verità. La "bontà" di Vialli, che giustifica l'allineamento, emerge in momenti di profonda umanità, come quando lo sportivo, noto per il suo atteggiamento da guascone, si è ritrovato a versare lacrime al funerale del suo compagno Andrea Fortunato. Questo gesto, spontaneo e privo di ogni filtro, è la prova che la sua anima, pur essendo "casinista" e ribelle, era immensa. Il suo coraggio nella lotta contro la malattia e la sua successiva forza nel diventare una figura di ispirazione per milioni di persone, lo rendono un perfetto Caotico Buono che ha saputo trasformare il caos in una forza per il bene. Gianpiero Boniperti: Legale Malvagio Giampiero Boniperti, figura leggendaria sia in campo che dietro la scrivania, rappresenta il perfetto archetipo del Legale Malvagio. Questo allineamento si adatta a chi persegue i propri obiettivi, spesso egoistici o spietati, seguendo un codice, una tradizione e un'incrollabile disciplina. La sua filosofia, sintetizzata nella celebre frase "Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta", è il cuore della sua natura. Non è una questione di cattiveria personale, ma di un'implacabile pragmaticità. Da presidente, Boniperti ha costruito l'immagine della Juventus come un'azienda che non transige sulla vittoria, un'entità che antepone il risultato a qualsiasi altra considerazione etica o estetica. Ha imposto una disciplina ferrea e una mentalità da vincitore seriale, plasmando la "juventinità" che conosciamo oggi. Questo approccio, pur avendo portato successi e gloria, può essere visto come "malvagio" nell'ottica di D&D, poiché riduce il gioco a una fredda operazione matematica, priva di romanticismo e di un senso morale. Gianluigi Buffon: Caotico Neutrale Gianluigi Buffon incarna alla perfezione l'allineamento di Caotico Neutrale, un personaggio che è un individualista e segue le proprie regole, agendo in modo imprevedibile e spesso disordinato, senza intenzioni malvagie o puramente egoistiche. In campo e fuori, Buffon ha sempre manifestato una natura ribelle e schietta. Le sue esuberanze giovanili, come la maglietta con il simbolo di Superman o le congetture sulle sue simpatie politiche giovanili, mostrano un lato noncurante delle convenzioni e delle regole non scritte. Anche la sua vita privata riflette questa natura, con il divorzio dalla prima moglie e il successivo matrimonio con la giornalista Ilaria D'Amico, un percorso di vita che dimostra come Buffon agisca seguendo il proprio cuore e le proprie emozioni, incurante del giudizio altrui. La sua natura caotica raggiunge l'apice in momenti di forte pressione emotiva. La frase "bidone dell'immondizia al posto del cuore", rivolta all'arbitro Michael Oliver dopo un rigore discusso nella semifinale di Champions League contro il Real Madrid, non fu solo uno sfogo, ma un atto di ribellione totale contro l'autorità e il sistema. Questo gesto, per quanto crudo e senza filtri, è la prova di una personalità che non si piega di fronte a niente e a nessuno. Le sue iconiche bestemmie in campo, spesso mormorate a mezza voce o urlate a squarciagola, sono un'espressione cruda e spontanea della sua frustrazione, che dimostra come non abbia filtri, un tratto distintivo del Caotico. Tuttavia, queste azioni non ne fanno un "malvagio". La sua lealtà, che lo ha portato a restare in Serie B, e il suo ruolo da eroe a Berlino nel 2006, dimostrano che, nonostante il suo caos, il suo cuore era al posto giusto, pronto a battersi per il bene della squadra. Le varianti proposte da voi Alessandro Del Piero: Neutrale Vero Nell'epica del calcio, poche figure incarnano l'archetipo del Neutrale Vero con la grandezza di Alessandro Del Piero. Il suo percorso non è stato quello di un guerriero spinto da un codice rigido, né di un rivoluzionario guidato dal caos, ma quello di un equilibrio perfetto, un'anima solitaria in un mondo di estremi, capace di conciliare la genialità con la disciplina, la lealtà con l'indipendenza. Il suo cammino è iniziato come quello di un predestinato, un'ascesa che lo ha visto ereditare la pesante eredità di Roberto Baggio. Con il suo tiro "alla Del Piero", una perfetta fusione di arte e precisione, e il soprannome "Pinturicchio" datogli da Gianni Agnelli, si è imposto come l'artista di un calcio che necessitava di un tocco di genio. La sua carriera, però, non è stata una linea retta, ma un'epica di rinascita, simboleggiata dal grave infortunio che lo ha costretto a un'assenza prolungata, un momento che avrebbe spezzato chiunque, ma che ha fortificato la sua natura. La sua neutralità si è rivelata in tutta la sua forza nei momenti decisivi. In campo, era il collante che univa un blocco juventino disciplinato e vincente con la sua genialità individuale, un equilibrio che lo ha portato a vincere il Mondiale del 2006 con la sua Nazionale. Il suo gesto più significativo, però, è arrivato dopo la condanna della squadra alla Serie B. In un'epoca di mercenari, Del Piero scelse di restare, una decisione che andava oltre la logica del bene o del male. Era un atto di lealtà puro e disinteressato che lo spinse a riportare la sua amata squadra in Serie A, vincendo il titolo di capocannoniere. Con 705 presenze e 290 gol, Del Piero detiene i record di presenze e gol con la maglia della Juventus, a riprova di una carriera passata in equilibrio tra la fedeltà e il proprio talento. La sua carriera si è conclusa con un ultimo trionfo, la vittoria dello scudetto, e un addio amaro voluto da Andrea Agnelli. La sua figura non poteva convivere con il nuovo pragmatismo della società, e il suo addio è stato il finale di un eroe che ha completato il suo ciclo, lasciando dietro di sé un'eredità di lealtà, talento e un perfetto equilibrio tra il bene e il male.- 91 risposte
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Juve, Cabal e Perin di nuovo in gruppo. Differenziato per Miretti
Kenanshirō ケンシロウ ha risposto a Sergione Discussione Juventus forum
Per me le opzioni sono: - Vlahovic punta, David al posto di Chico - Openda al posto di Chico - Kop al posto di Chico Non è quello che vorrei, è quello che mi aspetto -
Juve, finito il mercato è caccia al nuovo DS: si cerca una figura moderna con un ruolo importante nello scouting
Kenanshirō ケンシロウ ha risposto a Sergione Discussione Juventus forum
Tognozzí 🇫🇷 🚓 -
Allineamento dei Capitani della Juventus
Kenanshirō ケンシロウ ha risposto a Kenanshirō ケンシロウ Discussione Juventus forum
Ecco la variante! -
Buon compleanno Allianz Stadium! Quale è il vostro ricordo più bello?
Kenanshirō ケンシロウ ha risposto a Vs News Discussione Archivio discussioni Vecchiasignora.com
Io allo stadium ho visto quasi esclusivamente dei bruttissimi pareggi nelle sfide europee: uno col Galatasaray, uno con l'Atletico Madrid, uno col Sevilla l'anno dell'Europa League... Unica vittoria il 3-0 di anno scorso alla prima in campionato col Como... Bellissimo clima, tanto hype per il nuovo progetto, bella partita... Purtroppo la stagione non ha mantenuto le attese -
Allineamento degli Allenatori della Juventus
Kenanshirō ケンシロウ ha aggiunto una discussione in Juventus forum
Se gli allenatori della Juventus fossero nel mondo di Dungeons & Dragons, che allineamento avrebbero? Dopo il "successo" del post sull'allineamento dei Capitani, ecco l'analogo lavoro per gli allenatori più emblematici, in un senso o nell'altro, della nostra storia! Giovanni Trapattoni: Legale Buono Giovanni Trapattoni è la quintessenza del Legale Buono, un personaggio che si impegna a fare la cosa giusta, rispettando le regole, le tradizioni e un profondo codice d'onore. La sua figura è stata quella di un padre per i giocatori e di un "mister" vecchio stampo, le cui due lunghe e vincenti ere alla guida della Juventus (dal 1976 al 1986 e dal 1991 al 1994) si basavano su disciplina, lealtà e un senso etico del lavoro. Il suo stile di gioco, pur essendo solido e difensivo, non era un dogma, ma l'espressione di una mentalità che anteponeva il bene della squadra al singolo. Il suo rapporto paterno con i giocatori è leggendario, come dimostra la famosa frase "Platini è come un figlio per me", che riassume il suo approccio umano e protettivo. La sua saggezza, radicata in un profondo pragmatismo, si riflette in un'altra celebre frase: "Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco". Un detto che, con la sua prudenza e la sua semplicità, incarna perfettamente l'anima di un uomo che ha vinto tutto in maniera onesta e misurata, restando sempre fedele a sé stesso e ai valori più profondi dello sport. Carlo Ancelotti: Neutrale Buono Carlo Ancelotti incarna alla perfezione l'allineamento di Neutrale Buono, un personaggio che agisce per il bene degli altri, senza essere vincolato da leggi o dogmi, ma seguendo un proprio senso di giustizia e umanità. Il suo è un approccio al calcio basato sulla leadership emotiva e sulla gestione umana dello spogliatoio. Il suo periodo alla Juventus fu un paradosso vivente, un "uomo del Milan" in una squadra dal DNA freddo e pragmatico. Fin dal suo esordio, fu accolto da uno striscione con la scritta "Un maiale non può allenare", una frase che riassume l'ostilità di una parte della tifoseria che lo vedeva come un corpo estraneo. In quell'ambiente, Ancelotti non vinse lo Scudetto, ma mostrò la sua vera natura: non reagì con rabbia o vendetta, ma con la sua solita calma, dimostrando di essere un "maestro di tranquillità" in grado di sopportare le pressioni più estreme. Il suo motto era quello di costruire un rapporto di fiducia con i giocatori, concedendo loro libertà in campo e dimostrando empatia, un approccio che lo differenziava dai tecnici più rigidi. Un aneddoto significativo è l'incontro con Paolo Montero: Ancelotti voleva imporre il suo rigido 4-4-2, ma il difensore gli disse "Tu non capisci", riferendosi alla necessità di adattarsi a campioni come Zidane. In quel momento, Ancelotti comprese che il suo sistema non era la cosa più importante, e da lì in poi decise di adattarsi ai giocatori, non il contrario. Questa sua capacità di mettere da parte il dogma per il bene della squadra e per il benessere dei giocatori, lo ha reso uno degli allenatori più vincenti e rispettati del mondo, un perfetto Neutrale Buono che ha fatto della sua umanità la sua più grande forza. Andrea Pirlo: Caotico Buono Andrea Pirlo è senza dubbio il candidato più corretto per l'allineamento di Caotico Buono. Questo allineamento si adatta a chi agisce in base a un'etica personale che va oltre le regole e le convenzioni, con l'intenzione di fare del bene. Per Pirlo, questo "bene" era l'idea romantica e idealistica di un calcio propositivo, estetico e moderno, contrapposto al pragmatismo storico della società. La sua stessa nomina fu un atto di profondo caos, un'esperienza al limite del "suicidio" sportivo, che la dirigenza accettò per provare a ritrovare la sua anima. Il suo calcio era un'arte più che una scienza, un insieme di intuizioni geniali e di caos che non si è mai tradotto in una tattica coerente. La sua costante sperimentazione di moduli e giocatori, che non si è mai conclusa con un'idea di gioco ben definita, è l'espressione massima della sua natura caotica. L'aneddoto decisivo è la sconfitta per 0-3 contro il Milan, una partita che ha mostrato il totale collasso tattico della squadra e la sua incapacità di adattarsi. Nonostante tutto, Pirlo non può essere considerato un "malvagio". Il suo è stato un progetto fallito, ma il suo intento era "buono". E a testimoniare questo intento c'è la vittoria in Coppa Italia del 2021 contro l'Atalanta. Quella sera, in una partita frenetica, riuscì a conquistare un trofeo, dimostrando che il suo caos, per quanto imprevedibile, aveva un cuore e una finalità "buona". Il suo essere un "poeta" in un ambiente di "ingegneri" lo ha portato a lasciare un segno inaspettato, dimostrando che le sue intenzioni, per quanto fuori dagli schemi, avevano un fondo di bontà. Marcello Lippi: Legale Neutrale Marcello Lippi è l'incarnazione del Legale Neutrale. Questo allineamento si adatta a chi si concentra su legge, tradizione e onore, agendo secondo un codice rigido e pragmatico per ottenere il risultato, senza badare al bene o al male. Lippi ha costruito un'epoca di successi basata sulla disciplina ferrea e sulla mentalità vincente, trasformando la Juventus in una vera e propria macchina da guerra. La sua carriera è costellata di successi, dalla vittoria della Champions League nel 1996 alle tre finali perse, a testimonianza di una mentalità che ha sempre puntato al massimo risultato. Le sue dimissioni, onorevoli e dignitose, al termine del primo ciclo, e il suo successivo ritorno a Torino per vincere ancora, dimostrano la sua professionalità e la sua incrollabile dedizione al dovere. Il suo successo culminò con la vittoria al Mondiale del 2006 con un blocco di giocatori della Juventus, a riprova della sua capacità di creare un sistema vincente basato sulla disciplina. Non a caso, molti dei suoi ex calciatori, come Conte e Deschamps, sono diventati allenatori di primo piano, a testimonianza della sua influenza. Tuttavia, il suo lato "legale" e rigido si è manifestato in alcuni passaggi in chiaroscuro, come il rapporto con Roberto Baggio. La sua scelta di escludere un fuoriclasse come Baggio per una questione di equilibrio tattico e di rispetto delle gerarchie, dimostra la sua natura pragmatica che antepone il sistema al singolo. La sua frase "La vittoria non ha colore, è solo un'operazione matematica" riassume perfettamente la sua filosofia, che non ammetteva sentimentalismo, ma solo risultati. Massimiliano Allegri: Neutrale Puro Massimiliano Allegri è il prototipo del Neutrale Puro, un personaggio che agisce secondo il proprio istinto, senza allinearsi a bene o male, legge o caos. La sua filosofia è l'antitesi di qualsiasi dogma calcistico: non si cura del bel gioco, della tattica o della filosofia, ma solo del risultato. "Il bel gioco non vince i trofei" è una frase che incarna perfettamente la sua essenza. La sua natura vincente si è palesata fin da subito. È subentrato ad Antonio Conte, che aveva dichiarato che la Juventus non poteva "mangiare nel ristorante da 100 euro", e invece Max ha portato quella stessa squadra a giocare due finali di Champions League in tre anni. Ha dimostrato che la sua mentalità e la sua capacità di adattarsi erano superiori a qualsiasi preconcetto. Allegri è un camaleonte che si adatta alle situazioni, trovando sempre il modo di vincere, senza seguire un codice preciso. La sua creatività tattica, il suo saper cambiare ruolo in maniera sorprendente a un giocatore, e la sua capacità di ribaltare una partita con le "allegrate", sono la prova del suo camaleontismo. È l'allenatore aziendalista che allena i giocatori che gli vengono dati, senza mai fare polemica con la società. Ma è anche il personaggio che dà spettacolo nelle conferenze stampa, come nella diatriba dialettica con Adani e i "giochisti", dimostrando che il suo pragmatismo ha una vena di caos e teatralità. Fuori dal calcio, la sua passione per l'ippica e il suo atteggiamento non convenzionale, lontano dai cliché, lo rendono un personaggio unico. Un suo tratto distintivo è il suo approccio umano verso i giocatori, con i quali instaura un rapporto di stima e fiducia, come nel caso del video in cui gioca a basket con Pogba, che dimostra come la sua leadership sia basata sulla relazione umana. I suoi due addii sono la perfetta sintesi della sua natura. Il primo, al termine del suo ciclo vincente, fu condito da una conferenza stampa al fianco del presidente, dove le sue parole polemiche furono un'evidente frecciata al suo successore, Sarri. Il secondo, invece, lo ha visto fare da parafulmine per una società allo sbando, portando la squadra in Europa nonostante la penalizzazione, culminando nella vittoria della Coppa Italia e in un licenziamento inaspettato. I suoi gesti, come il "dov'è Rocchi?" urlato in campo o il dito puntato verso il dirigente Giuntoli, dimostrano come la sua "neutralità" non sia passiva, ma una reazione diretta e pragmatica alle ingiustizie percepite. Luifi Maifredi: Caotico Neutrale Luigi "Gigi" Maifredi incarna alla perfezione l'allineamento di Caotico Neutrale. Questo archetipo si adatta a un individualista che segue le proprie regole, agendo in modo imprevedibile e disordinato, senza un'intenzione morale precisa, ma che spesso finisce per distruggere ciò che lo circonda. La sua nomina alla Juventus fu l'atto inaugurale della "rivoluzione di Montezemolo", un tentativo di rottura con il passato e il "calcio champagne" del "profeta di Brescia" si scontrò con la tradizione pragmatica dei bianconeri. Maifredi, con la sua fede nel gioco a zona e la sua natura di sperimentatore, si è trovato in un ambiente che non era pronto per il suo caos. Il suo approccio "neutrale", che non si curava delle vecchie abitudini, lo ha portato a non adattarsi a una squadra di campioni e ad avere difficoltà nel rapporto con lo spogliatoio. Celebre è l'aneddoto in cui dovette entrare in campo per portare via a braccia un esuberante Di Canio dopo una provocazione. Il suo spirito caotico e idealista si è scontrato con la realtà dei fatti, portando a un disastro sportivo che la Juventus non conosceva da decenni. La sua squadra, pur mostrando a tratti un bel gioco, si rivelò imprevedibile e instabile, fallendo la qualificazione alle coppe europee dopo 28 anni. Il suo atteggiamento noncurante della tradizione e della storia del club si riassume perfettamente in un aneddoto del suo primo incontro con Gianni Agnelli. A una domanda dell'Avvocato sull'abitudine di firmare solo contratti annuali, Maifredi rispose: "Se le cose vanno bene, rinnovo; se vanno male, me ne vado", al che Agnelli replicò: "Maifredi, lei abbandona la nave quando sta affondando". Questa frase, insieme al fallimento del suo progetto, riassume perfettamente l'essenza di un allenatore che ha perseguito un suo ideale di gioco senza un reale senso del dovere, portando al disastro e lasciando una ferita profonda nella storia della Juventus. Maurizio Sarri: Legale Malvagio Maurizio Sarri è l'incarnazione del Legale Malvagio, un personaggio che persegue i propri obiettivi con una disciplina incrollabile e un codice rigido, imponendoli agli altri senza curarsi del loro benessere o delle loro sensazioni. Il suo "Sarrismo" non è una semplice filosofia di gioco, ma un dogma, una legge assoluta che deve essere rispettata. Il suo arrivo alla Juventus, dopo il ciclo di Massimiliano Allegri, fu un atto di rottura, un tentativo di imporre la propria visione a un ambiente abituato al pragmatismo. La sua intransigenza tattica, che lo portava a voler adattare i giocatori al suo sistema piuttosto che il contrario, si scontrò con la natura di uno spogliatoio di campioni. I conflitti con i senatori della squadra non furono solo un problema di coesistenza, ma la testimonianza di una lotta tra la sua rigida "legge" e le abitudini consolidate di un gruppo vincente. A un certo punto, pare che rivolse frasi poco piacevoli ai suoi giocatori, che resero il rapporto insostenibile. Il suo allineamento "malvagio" si è rivelato in modo palese quando, dopo aver capito di non poter imporre il suo gioco, ha scelto di fare buon viso a cattivo gioco. Invece di dimettersi o di continuare a battersi per i suoi principi, ha scelto la via più pragmatica per mettere in bacheca il suo primo e unico Scudetto. Questo compromesso, che ha sacrificato la sua anima calcistica per il risultato, è il lato oscuro e calcolato del suo allineamento. La sua vittoria non è stata un trionfo, ma la fine di un percorso, un'operazione matematica che ha portato al titolo ma che ha lasciato una squadra senza anima, un'eredità tattica confusa e un esonero inevitabile. Thiago Motta: Neutrale Malvagio Thiago Motta, con la sua filosofia di "calcio posizionale", incarna l'allineamento di Neutrale Malvagio. Questo archetipo si adatta a chi agisce in modo calcolato e spietato, senza seguire un codice morale, ma unicamente per il proprio tornaconto. Le sue decisioni non sono dettate dal caos, ma da una fredda logica che antepone il proprio progetto a tutto il resto. Il suo arrivo alla Juventus, salutato come un nuovo inizio, si è presto rivelato un disastro, una "lunga caduta". La sua "fluidità posizionale" si è tradotta in una squadra senza un'identità chiara, con i giocatori persi in campo e una generale mancanza di coesione. A dispetto delle sue dichiarazioni che attestavano le sue scelte alla volontà dei giocatori, le sue decisioni, spesso irrazionali, sembravano dettate da un fare dispotico che ha distrutto la squadra. Le sue scelte, come accantonare Vlahovic o cedere un capitano come Danilo senza un adeguato saluto ai tifosi, non sembrano dettate da un intento "buono", ma da una spietata logica di distruzione per ricostruire, un po' come un "malvagio" che brucia la foresta per costruirci un grattacielo. I suoi esperimenti, le sue scelte discutibili e la sua incapacità di adattarsi alla realtà si sono scontrati con la Juventus, e il risultato è stato il fallimento. La sua avventura si è conclusa con un esonero burrascoso, lasciando la squadra senza un trofeo e con un rapporto rotto con lo spogliatoio. La qualificazione in Champions League è arrivata solo grazie al subentro di Tudor. Il suo "Fa male ma rifarei tutto", pronunciato dopo la sconfitta contro il Norimberga, non denota l'orgoglio di un artista, ma l'arroganza di un personaggio convinto di essere nel giusto a prescindere dal risultato. La sua storia alla Juventus è un esempio di come un'idea, quando è sostenuta da un'assenza di empatia e da una fredda ambizione, può diventare una forza distruttiva e malvagia. Antonio Conte: Caotico Malvagio Antonio Conte incarna la perfetta essenza del Caotico Malvagio, un allineamento che si addice a chi persegue i propri scopi a discapito di qualsiasi lealtà o morale, usando il caos e la sua imprevedibilità per ottenere il potere. La sua natura egoistica e distruttiva si è manifestata con la sua lamentela costante nei confronti della proprietà. Alla Juventus, questo atteggiamento è simboleggiato dalla celebre metafora del "ristorante da 100 euro", con cui ha lamentato la mancanza di investimenti per la squadra. A cementare la sua immagine di Caotico Malvagio ci sono anche i suoi addii inaspettati. Il suo passaggio alla panchina dell'Inter, storica rivale, è stato percepito come un vero e proprio tradimento, un'azione guidata dal desiderio di rivalsa personale e dal gusto di infliggere un colpo alla sua ex-squadra. Ma il suo atto più eclatante è arrivato nell'estate del 2025, quando, mentre giornalisti e tifosi si aspettavano il suo ritorno a Torino per risollevare la squadra, ha rinnovato inaspettatamente con il Napoli. Un episodio vissuto come un versare sale sulla ferita ancora aperta dell'addio del 2014. Si ipotizza che Conte abbia sfruttato l'interesse della Juve solo per ottenere da De Laurentiis il potere assoluto e illimitato a Napoli: questa sì che è un'azione caotica e malvagia! Il suo lato "malvagio" si è espresso anche nella ricerca ossessiva di record personali, come i 102 punti in campionato. Questo traguardo, più importante per lui che per la società, ha portato a sacrificare il cammino europeo, culminato nell'eliminazione ai gironi di Champions League e nella sconfitta in semifinale di Europa League, perdendo l'occasione storica di giocare la finale a Torino. -
Allineamento degli Allenatori della Juventus
Kenanshirō ケンシロウ ha risposto a Kenanshirō ケンシロウ Discussione Juventus forum
Sui dirigenti ce ne sarebbe di materiale! Presidenti forse più difficile, ma sarebbe divertente 😂 -
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Kenanshirō ケンシロウ ha risposto a Kenanshirō ケンシロウ Discussione Juventus forum
intendi, fisicamente? -
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Kenanshirō ケンシロウ ha risposto a Kenanshirō ケンシロウ Discussione Juventus forum
Dimentico sempre Zoff! 🤯 -
Allineamento dei Capitani della Juventus
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Eccolo negli allenatori: -
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Condivido che Zoff sia una grave mancanza. Riguardando effettivamente negli anni di Bettega i capitani sono stati Salvadore, Anastasi, Furino, Morini, Clausio... Pare sia stato solo terzo capitano nelle stagioni 80/81 e 81/2 Farò una versione corretta con Boniperti al posto suo! Ci puoi dire qualcosa di Salvadore? Purtroppo per motivi anagrafici non l'ho visto giocare -
Allineamento dei Capitani della Juventus
Kenanshirō ケンシロウ ha risposto a Kenanshirō ケンシロウ Discussione Juventus forum
Anch'io! Infatti credo che farò una versione aggiornata del tabellone senza Conte, ma con Sivori 👹 Conte verrà messo nel post sull'allineamento degli allenatori, sempre nel suo ruolo di traditore Caotico Malvagio! -
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Kenanshirō ケンシロウ ha risposto a Kenanshirō ケンシロウ Discussione Juventus forum
Esatto, per scrivere qua devo fare delle c****e lunghissime! Baldur's Gate riprende fedelmente sia le regole che la lore di D&D (5° ed.)! Puoi leggere, i commenti su Locatelli sono solo 4 o 5 finora! -
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Kenanshirō ケンシロウ ha risposto a Kenanshirō ケンシロウ Discussione Juventus forum
Che allineamenti proponete per Danilo, Brio, Anastasi e il "macellaio" Luis Monti? Il proseguio sarà il post sugli allineamenti degli allenatori 🐉 -
Allineamento dei Capitani della Juventus
Kenanshirō ケンシロウ ha risposto a Kenanshirō ケンシロウ Discussione Juventus forum
Nel grafico iniziale il suo posto era già occupato dal Fidanzato d'Italia, il Bell'Antonio Cabrini!