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rasputin26

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  1. rasputin26

    Qualificazioni Mondiale 2026 • Gruppo I: Norvegia-Italia 3-0

    Capisco quello che dici, e infatti non sto dicendo che il gioco per strada sia l’unica o la soluzione magica. Ti sto dicendo che è una parte fondamentale e propedeutica a tutto il percorso di crescita, perché in molti casi il gioco libero è sia la premessa per entrare nelle academy sia il motore che fa nascere davvero la passione. Se un bambino non ha mai giocato per strada, spesso non scopre nemmeno che il calcio gli piace davvero, e quindi non avrà la spinta a voler entrare in una scuola calcio. Il gioco libero sviluppa aspetti che spesso nelle scuole calcio “professionalizzate” si trascurano: creatività, adattabilità, capacità di leggere il gioco in modo spontaneo, senso del rischio, gestione della pressione reale. Non è romanticismo, è scienza dello sviluppo motorio e cognitivo: il gioco libero e informale ha un valore educativo enorme, riconosciuto anche dagli studi sullo sviluppo dei giovani atleti. Negli altri Paesi, la presenza di spazi urbani per il gioco libero integra perfettamente la crescita nelle accademie, senza sostituirle. Il problema in Italia è che quegli spazi sono sempre meno, e molte scuole calcio si concentrano troppo solo sul risultato, spesso trasformando i bambini in meri “prodotti da torneo”, non in atleti completi. Non è una questione di nostalgie, ma di opportunità reali per far crescere calciatori e persone migliori. Quindi, sì, i vivai professionistici sono fondamentali, ma se cancelli la possibilità del gioco libero e creativo, rischi di formare solo calciatori “a schema”, meno imprevedibili e meno capaci di gestire situazioni nuove e complesse. Non è una leggenda da bar, è un invito a guardare il quadro intero e non solo l’ultimo pezzo del puzzle.
  2. rasputin26

    Qualificazioni Mondiale 2026 • Gruppo I: Norvegia-Italia 3-0

    Capisco il punto su Yamal, ma resta un caso molto particolare e non rappresentativo della realtà generale. In Spagna, dove la cantera del Barcellona è un modello di eccellenza, i bambini hanno comunque la possibilità di giocare liberamente per strada o nei parchi fin da piccoli, perché gli spazi urbani sono progettati per favorire il gioco spontaneo. Questo aiuta a sviluppare tecnica, creatività e senso del gioco in modo naturale, prima ancora di entrare nelle accademie. In Italia invece, la maggior parte delle scuole calcio non è realmente formativa ma punta più a vincere tornei per attrarre iscritti e guadagnare, mentre gli spazi pubblici per giocare liberamente sono carenti o vietati da tante ordinanze. Questo limita moltissimo l’esperienza pratica, quella che si faceva giocando per strada, che era fondamentale per formare generazioni di calciatori completi. Quindi non si tratta solo di metodi o strategie dentro le scuole calcio, ma anche di ripensare la cultura sportiva, gli spazi e le opportunità di gioco libero fin da piccoli, che nei paesi esteri da te citati sono un pilastro fondamentale.
  3. rasputin26

    Qualificazioni Mondiale 2026 • Gruppo I: Norvegia-Italia 3-0

    Ragazzi, parliamoci chiaro: il problema non è solo tattico, né una questione di moduli ne di government. È qualcosa di molto più profondo. In Italia, oggi, ci sono letteralmente migliaia di ordinanze comunali che vietano di giocare a pallone in piazza e, a pensarci bene è assurdo: stiamo togliendo il calcio proprio dai luoghi in cui è sempre stato. Una volta si imparava a giocare per strada. Tra buche, tombini e motorini. Con i pali fatti con due giacche o due bottiglie. Il calcio di strada non era solo un passatempo: era una scuola vera. Molto più formativa di tante scuole calcio moderne. Perché lì imparavi davvero a giocare. Dovevi gestire spazi stretti, adattarti a campetti improvvisati, cortili, parcheggi, dribblare tra i motorini, saltare il marciapiede, evitare il tombino scivoloso, dovevi pensare e decidere con la tua testa qual'era la cosa migliore da fare, se passarla o tirare: era tecnica, visione di gioco, equilibrio, istinto.Imparavi a resistere fisicamente, perché il cemento\asfalto non perdona. Se cadevi, ti facevi male. E allora imparavi a stare in piedi, a evitare i contrasti inutili, a leggere l’avversario prima che ti buttasse giù e a sgusciare via. E soprattutto, si giocava per sé stessi. Non per l’istruttore, né per i genitori a bordo campo. Oggi invece c’è il sintetico, il completino nuovo che nemmeno in serie A, l’allenatore che ti rincoglionisce con gli schemi già a 10 anni, il papà che filma tutto con lo smartphone. Si fanno ore di schemi… ma senza aver mai giocato una vera partita di strada. Poi ci chiediamo perché arriviamo agli Europei o alle qualificazioni Mondiali senza idee, senza intensità, senza estro. È semplice: non stiamo più facendo crescere calciatori. Li stiamo addestrando come figurine da manuale. Possiamo parlare di Spalletti, di Gravina, di gegenpressing quanto vogliamo. Ma finché ai bambini togliamo le piazze la libertà e la gioia di giocare, non stupiamoci se tra dieci anni saremo ancora qui a commentare l’ennesimo 3-0 subito da una squadra 30 posizioni sotto di noi nel ranking FIFA. Perché noi giocavamo dove capitava e con mezzi di fortuna, ma per la nostra felicità. Oggi si tolgono gli spazi a quella felicità e si gioca confinati su campi di ultima generazione, con scarpini da 200 euro, ma per la felicità dei genitori… e dei proprietari delle scuole calcio.
  4. Si e no, il mio lavoro lo faccio lo stesso, ma se devo arrivare 5 minuti prima o restare mezz'ora di più non lo faccio, se devo farmi carico di cose che esulano dalle mie mansioni non lo faccio, se devo assumermi responsabilità che non mi spettano non lo faccio, se ho idee su come migliorare il lavoro le tengo per me, mi limiterò a fare per filo e per segno quello che mi viene detto di fare. Nessuno potrà dire che non faccio il mio lavoro, anzi lo sto volgendo esattamente per come mi viene chiesto, ma non dar'ò l'anima e ad alti livelli questo fa la differenza
  5. Infatti non ci metterei la mano sul fuoco sul fatto che questa sia stata una sua scelta, secondo me arriva direttamente da Elkann che, giustamente, si sarà pure rotto di essere associato ad un'immagine di perdente e di passare come quello che sta uccidendo la Juve, e magari di sentire queste cose tutti i giorni da Oceano, che ora penso sia in età adolescenziale, spinto da un sussulto di orgoglio ha deciso che è ora di tornare quello che si era.
  6. Il fatto che perfino Del Piero abbia abbandonato la sua classica posizione da democristiano per dire come stanno effettivamente e realmente le cose è indice di quanto grave sia la situazione e di come sarà difficile risolverla
  7. Per ora si ma a lungo termine quale turista vuole spendere soldi per una squadra senza campioni e per assistere alla sconfitta in casa contro l'empoli o l'atalanta di turno?
  8. rasputin26

    Juventus - Atalanta 0-4, commenti post partita

    Al momento la tifoseria si divide tra chi dice che con Allegri saremmo in carrozza nella lotta scudetto e chi lo sa ma non lo può dire perchè ha le foto di Adani e Moratti sul comodino
  9. Tecnicamente sarà pure bravo, ma tatticamente è una capra, non fa mai la scelta giusta, non passa mai la palla, non vede mai i compagni, e per fare bene nel suo ruolo queste sono cose fondamentali.
  10. Di questa stagione e del girone di ritorno della scorsa
  11. Giuntoli ha sacrificato la scorsa stagione, mollando la corsa allo scudetto pur di avere carta bianca sulla scelta dell’allenatore. Ecco il risultato: una squadra senza né capo né coda, un cantiere aperto senza un vero progetto. Se a gennaio '24 avesse preso un Kolo Muani invece di presentarsi con Djalo e Alcaraz, forse il girone di ritorno sarebbe stato meno disastroso, magari qualcuno avrebbe trovato fiducia e consapevolezza, e oggi avremmo delle basi solide su cui costruire. Invece, per inseguire le sue idee e la voglia di far fuori Allegri, ci ritroviamo con una squadra che non gira, giocatori che non si incastrano e un allenatore che sembra piovuto qui per caso. Prima ha smantellato quel poco di buono che c’era, perchè potete dire quello che vi pare ma quacosa di buono c'era, altrimenti non avresti demolito l'Atalanta in finale di Coppa Italia, poi ha costruito senza logica e mettendo al comando di un transatlantico uno che prima al massimo aveva guidato un traghetto e nemmeno sempre in maniera magistrale, ma intanto il tempo passa e le colpe si accumulano. Se il suo ruolo è quello del demolition man, allora sta facendo un capolavoro. Ma se l’obiettivo era costruire qualcosa di grande… il fallimento è sotto gli occhi di tutti.
  12. Assolutamente no, ad alti livelli per vincere spesso dare il 100% non basta, serve chi va oltre, chi fa quello scatto in più, chi mantiene la gamba nei contrasti e non ha paura. Ma dare il 101% significa rischiare, io do il 100% di quello che posso ma senza mettermi a rischio, in attesa di tempi e situazioni migliori.
  13. A giudicare dal tuo avatar credo che abbiamo fatto lo stesso sport quindi sappiamo cosa può fare la testa e il sentire la fiducia del ds
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