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SGUB

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Tutti i contenuti di SGUB

  1. SGUB

    Il topic della Formula1 2024

    ecco che significa avere la macchina e non averla. lecler senza macchina qualche garone l'ha fatto mo vediamo che combina il plurisculato inglese
  2. SGUB

    Il topic della Formula1 2024

    ai crucchi manca motore e un po bilanciamento, col drs non riuscivano a passare le lattine, poi se vedi l'arrivo di oggi nella parte bassa so tutte pauer unit mercedes le lattine da honda a motore proprio è tutta un ingnognita, ma ecco gia le prime rogne se bin8 & co. rimangono concentrati vincono in carrozza
  3. SGUB

    Il topic della Formula1 2024

    chiappe che non serviranno piu, non è che ogni domenica le lattine si spaccheranno o entra sempre la seftycar sicuramente viene ridimensionato anche lui, senza astronave è un po piu difficile
  4. SGUB

    Il topic della Formula1 2024

    in pratica si so invertiti i ruoli ferrari-mercedes
  5. SGUB

    Guerra in Ucraina

    che sanno tutti a cosa porta
  6. SGUB

    Guerra in Ucraina

    non ci metterei la mano sul fuoco
  7. SGUB

    Il topic della Formula1 2024

    emilton: la davanti fanno un altro campionato tipo quello che hai fatto tu negli ultimi 7-8 anni insomma mo vediamo senza la car da 1 secondo su tutte le altre combina qualcosa
  8. SGUB

    Guerra in Ucraina

    per poi incolpare mosca e far partire la terza guerra mondiale piano perfietto
  9. SGUB

    Il topic della Formula1 2024

    be finalmente gli hanno dato una macchina
  10. SGUB

    Guerra in Ucraina

    le guerre so cosi sai quando cominci non sai quando finisci.certo è che non è solo ucraina, c'è mezzo mondo che li sta aiutando a difendersi, normale che i russi non potevano conclude tutto in 3 ore peggio ancora senza effetto sorpresa ma dandogli tempo per organizzarsi. gestione un po stramba debbo dire si ma dipende dal risultato finale
  11. SGUB

    Guerra in Ucraina

    tutti molto piu facile per chi ha un oceano di mezzo
  12. SGUB

    Guerra in Ucraina

    no ma infatti secondo i loro piano sta andando tutto alla perfezione, un piano degno di machiavelli, sconquassare l'europa per troncare il cordone russia-eu occidentale
  13. SGUB

    Guerra in Ucraina

    invadendo inevitabilmente viene meno tutto questo, il pre, prendi l'etichetta del guerrafondaio criminale con tutto quel che ne consegue ma per capire il presente bisognerebbe conoscere il passato, fabbri è bravo ma non credo che era cosi impossibile prevedere tutto cio, specie in 8 anni, non 8 giorni. ora capisco ancora mejo la dipartita di trump, non potevano permettersi in maniera piu assoluta un suo bis
  14. SGUB

    Guerra in Ucraina

    dalla rapidità di sanzioni, livello verbale, armamenti continui diciamo che gli è piu vicina di quanto si possa crede. ma chissà quante cose non sappiamo da ambo i lati, il 10% del totale, forse
  15. SGUB

    Guerra in Ucraina

    vedendo come stanno avvelenati oltreoceano la stanno prendendo come se gli avessero invaso il texas, che l'ucraina per lo zio sam era piu strategica di quanto si pensava ? forse il pazzo criminale dell'est è andato davvero a rovinargli i piani iniziati nel 2014 ? è una proiezione cit.
  16. SGUB

    Guerra in Ucraina

    forse è tutto inevitabile, troppa polvere nascosta sotto al tappeto, troppi interessi nascosti, per fare la pace bisogna fare la guerra dicevano i maya si so sbagliati di 10 anni
  17. SGUB

    Guerra in Ucraina

    quindi se non tronchiamo ogni rapporto con mosca zio sam si incacchia di brutto, bussare in africa e medioriente per il gas, perdere miliardi di export e interscambi, turismo russo che fa respirare il settore ora che si poteva tornare a viaggiare, etc etc, il tutto per assecondare il capo. se non fossimo gia al guinzaglio da decenni mi farei una risata grassa.
  18. SGUB

    Il topic della Formula1 2024

    c'è da dire che da anni non ero cosi ingrifato per la prima qualifica, gia li vedremo chi bleffava e chi no
  19. SGUB

    Guerra in Ucraina

    forse non è che l'hanno spinta, per zio sam era importante intanto escluderla dalla tavolata europea e mandarla via, l'escluso poi va dove puo continuare a mangiare. la russia puo fare a meno dell'america e viceversa, ma spero che maduro li mandi a fare in..... fa anche rima l'europa per altri tot. anni non puo fare a meno della russia, l'italia molti tot anni. da capire dove li trovano i miliardi di interscambi che cesseranno con mosca, diranno che tanto in russia vendevamo solo robe di lusso e quindi essendo società ad alti ricavi non patiranno il colpo.
  20. SGUB

    Guerra in Ucraina

    postato una roba simile datata 2021, cercando un po ne ho trovate altre anche piu vecchie, zio sam doveva troncare il cordone russia-eu per poi concentrarsi sulla cina, non poteva spadacciare contro entrambi, ora che putin è infognato col vicino zio biden lascerà a noi il dramma profughi le macerie, i rincari e tutto il resto, sganciata la scoreggia in ascensore è uscito immediasubito con l'europa rimasta bloccata dentro. sempre gas è. ora deve pensare ai musi gialli che stanno flertando troppo con bin salman e vede i BRICS sempre piu uniti, con l'aggiunta dei sauditi e chissà quali altri paesi mediorientali. si va verso un europa schiacciata sugli usa ancora di piu, l'euro che perde sempre piu valore sul dollaro, russia che si compatta a sud-oriente, cina con russia grossista, bin salman macellaro e fruttivendolo, mezza africa servitù e baratto, se assorbe taiwan si autoproclama leader mondiale ma forse gia lo è
  21. SGUB

    Guerra in Ucraina

    interessante articolo di marzo 2021 lavoce.info Lasciare il dollaro, missione possibile per Russia e Cina Tra Russia e Cina si è sviluppata una alleanza finanziaria. Detronizzare il dollaro come valuta internazionale di riserva per ora è impensabile. Ma è certo possibile svincolarsene. Nel lungo periodo ciò potrebbe erodere la supremazia degli Usa. Le pessime relazioni tra Pechino e l’Occidente Dopo la chiusura del Summit in Alaska tra Stati Uniti e Cina, che era atteso perché avrebbe potuto inaugurare relazioni più costruttive tra i due paesi, i rapporti tra le maggiori potenze versano in condizioni pietose. Il Summit ha fatto notizia non tanto per i pochi contenuti, ma per i toni e il linguaggio poco appropriati in un dialogo tra ministri degli Esteri e alti rappresentanti di stato (come racconta Mario Del Pero). Come se non bastasse, si aggravano anche le tensioni tra Unione europea e Cina. A meno di tre mesi dalla firma di un accordo bilaterale sugli investimenti, ancora da ratificare, ma presentato come una vera e propria svolta a favore di relazioni costruttive in un contesto multilaterale compromesso su più fronti, Bruxelles e Pechino oggi sanciscono invece una svolta in direzione opposta, con un’escalation di sanzioni “personali” reciproche. Per la prima volta dal 1989, il 22 marzo l’Ue ha approvato sanzioni su quattro funzionari cinesi. I provvedimenti dell’UE sono in risposta alle presunte violazioni dei diritti umani nell’estrema regione occidentale dello Xinjiang, dove la Cina è accusata di detenere un milione di uiguri e altre minoranze etniche in campi di rieducazione. Pechino, secondo la quale i campi sono centri di formazione professionale e fanno parte degli sforzi per combattere il terrorismo, ha risposto quasi immediatamente, con sanzioni su dieci cittadini europei (tra cui diplomatici, funzionari, accademici e politici) e quattro enti, descritti come colpevoli di posizioni “gravemente dannose per la sovranità e gli interessi della Cina e di maliziosamente diffondere bugie e disinformazione”. Tra le dieci persone ci sono cinque membri del Parlamento europeo: Reinhard Butikofer, Michael Gahler, Raphaël Glucksmann, Ilhan Kyuchyuk e Miriam Lexmann. Sono presi di mira anche i parlamentari Sjoerd Wiemer Sjoerdsma dei Paesi Bassi, Samuel Cogolati del Belgio e Dovile Sakaliene della Lituania, così come lo studioso tedesco Adrian Zenz e l’accademico svedese Björn Jerdén. I quattro enti sono il Comitato politico e di sicurezza (Cps) del Consiglio dell’Ue, la sottocommissione per i diritti umani del Parlamento europeo, il think tank Mercator Institute for China Studies (Merics) in Germania, e la Alliance of Democracies Foundation in Danimarca, un forum guidato dall’ex capo della Nato Anders Fogh Rasmussen. Queste persone – e le loro famiglie – hanno il divieto di entrare nella Cina continentale, Hong Kong e Macao, mentre alle aziende e alle istituzioni a loro associate sarà vietato non solo entrare nel paese, ma anche fare affari con la Cina, secondo quanto ha detto il ministero degli Affari esteri (tra questi “associati” ci sono decine di individui ed enti in tutta Europa, indirettamente colpiti nelle sanzioni). Con la Russia un’alleanza finanziaria In quelle stesse ore di lunedì 22 marzo era in corso una visita in Cina del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Il ministro ha definito le sanzioni imposte dall’Occidente contro la Cina e la Russia “poco sagge”, ha sostenuto che la risposta delle due nazioni dovrebbe essere la cooperazione e ha dichiarato che i due paesi dovrebbero lavorare insieme e rafforzare l’autosufficienza nella scienza e nella tecnologia, allontanandosi dal dollaro Usa per il commercio. Cosa c’entri la visita di Lavrov in Cina con il Summit in Alaska è presto detto: Pechino vuole mostrare concretamente all’Occidente che il ricorso alle sanzioni sta per diventare un’arma spuntata. Infatti, Cina e Russia di recente hanno iniziato a collaborare per ridurre la loro dipendenza dal dollaro – una vera e propria “alleanza finanziaria” – un fenomeno di “dedollarizzazione” che sta portando a un “momento di svolta”. Negli ultimi anni i due paesi hanno drasticamente diminuito l’uso del dollaro nel commercio bilaterale: ancora nel 2015, il 90 per cento delle transazioni bilaterali era effettuato in dollari, ma dopo lo scoppio della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, e la spinta concertata di Mosca e Pechino ad abbandonare il dollaro, il dato è sceso al 51 per cento nel 2019. Nel primo trimestre del 2020, secondo recenti dati della Banca centrale e del Servizio federale doganale russo, la quota del dollaro negli scambi commerciali tra Russia e Cina è scesa per la prima volta sotto il 50 per cento, mentre il dollaro è stato utilizzato solo per il 46 per cento dei pagamenti tra i due paesi. La dedollarizzazione è stata una priorità per la Russia e la Cina dal 2014, quando hanno iniziato ad ampliare la cooperazione economica in seguito all’allontanamento di Mosca dall’Occidente per le conseguenze economiche e politiche dell’annessione della Crimea. Allora la sostituzione del dollaro nelle transazioni commerciali era diventata una necessità per eludere le sanzioni statunitensi contro la Russia, ma oggi un’alleanza bancaria e finanziaria, al pari o forse più di una militare o commerciale, è ciò che può garantire l’indipendenza per entrambi i paesi. Infatti, ogni transazione commerciale che avviene nel mondo e che coinvolge il dollaro americano a un certo punto deve essere autorizzata attraverso una banca statunitense, e ciò sottopone le controparti al rischio che il governo degli Stati Uniti ne possa impedire alcune. Ridurre l’uso del dollaro come valuta utilizzata nei pagamenti assicura così contro il rischio di sanzioni da parte degli Stati Uniti. Il processo di dedollarizzazione ha acquisito ulteriore slancio nel 2018, dopo che l’amministrazione Trump ha imposto tariffe su centinaia di miliardi di dollari di merci cinesi. Il processo è stato facilitato, sin dal 2014, da un accordo triennale di swap valutario bilaterale del valore di 150 miliardi di yuan (24,5 miliardi di dollari), che ha permesso a ciascun paese di accedere alla valuta dell’altro senza doverla acquistare sul mercato dei cambi. Nel 2017 l’accordo è stato prorogato per tre anni. Un’altra tappa cruciale è arrivata durante la visita del presidente cinese Xi Jinping in Russia nel giugno 2019, quando Mosca e Pechino hanno concluso un accordo formale per sostituire il dollaro con le valute nazionali per le transazioni commerciali bilaterali. L’intesa prevede anche che i due paesi sviluppino meccanismi di pagamento alternativi alla rete Swift, dominata dagli Stati Uniti, per gestire il commercio di rubli e yuan. Oltre a commerciare in valute nazionali, la Russia ha accumulato rapidamente riserve di yuan a scapito del dollaro. All’inizio del 2019, la banca centrale russa ha dichiarato di aver tagliato le proprie riserve in dollari per 101 miliardi di dollari, pari a oltre la metà delle sue attività in quella valuta. Uno dei maggiori beneficiari della mossa è stato lo yuan, che ha visto la sua quota di riserve valutarie russe passare dal 5 al 15 per cento dopo che la banca centrale ha investito 44 miliardi di dollari nella valuta cinese. Come risultato di questo spostamento, la Russia ha acquisito un quarto delle riserve mondiali di yuan. Infine, all’inizio del 2020, il Cremlino ha concesso al fondo patrimoniale sovrano russo il permesso di iniziare a investire in yuan e in titoli di stato cinesi. La spinta della Russia ad accumulare yuan non consiste solo nel diversificare le sue riserve di valuta estera. Mosca vuole anche incoraggiare Pechino a diventare più assertiva nella sfida alla leadership economica globale di Washington. Detronizzare il dollaro come valuta internazionale di riserva non sarà possibile finché qualche altra moneta non si guadagnerà sul campo tutte le funzioni proprie e indispensabili al ruolo (cosa ben lontana). Svincolarsi dall’uso del dollaro è però certamente possibile, e ciò nel lungo periodo potrebbe erodere la supremazia degli Stati Uniti.
  22. SGUB

    Guerra in Ucraina

    ci stanno anche queste - in arabia saudita eseguite 81 condanne a morte in un solo giorno - yemen: in 7 anni oltre 10000 bambini morti o feriti
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