Nei due topic, da me aperti di recente, abbiamo discusso riguardo il periodo che va dal 2006 al 2009, al fine di capire in che modo si è arrivati al ciclo vincente attuale, quali sono stati gli errori, le varie sliding doors a livello dirigenziale e di mercato, le valutazioni personali sui singoli calciatori ecc…, ma anche stimolare una sorta di “tuffo nel passato”, per colmare l’assenza di calcio giocato. Per proseguire “questo discorso” , questa volta vorrei porre l’attenzione su quello che risulta essere, indubbiamente, uno dei bienni più bui della nostra gloriosa storia: quello che va da Agosto del 2009 fino al maggio del 2011. In questo topic vorrei aprire un dibattito sul raffronto tra queste due annate, per cogliere le eventuali differenze e\o analogie. Partirei con qualche dato     2009-2010 2010-2011 PUNTI 55 58 VITTORIE 16 15 PAREGGI 7 13 SCONFITTE 15 10 GOAL FATTI 55 57 GOAL SUBITI 56 47 DIFFERENZA RETI -1 +10 ETA’ MEDIA (calciatori utilizzati) 29 anni 27 anni   Possiamo ricavare, dalla tabella, alcune riflessioni:   -          Il numero di sconfitte della Juventus 09-10 è impressionante: ben 15:  una in meno di Udinese, Cagliari e Bologna, arrivate rispettivamente 14°, 15° e 16° in classifica; dall’altra parte, la Juventus 2010-2011 incassò 10 sconfitte: persero meno partite soltanto il Milan ( 4) e l’Inter (8); -          La Juventus 2010-2011 è la 2° squadra del campionato con più pareggi( 13), a pari merito con Chievo e Parma; d’altro canto, la Juventus 2009-2010 è la squadra con meno pareggi di tutto il campionato ( 7)  ; -          La differenza reti della Juventus 09-10 ha addirittura un saldo negativo ( -1); quella della Juventus 2010-2011 è positiva (+10). Su quest’ultimo dato pesano i 10 goal in meno subiti rispetto all’anno scorso.   2009-2010 La Juventus 2009-2010 rappresenta il culmine dell’inadeguatezza della famigerata “ nuova triade” e , al tempo stesso, la stagione che sancisce la fine della loro era, iniziata nel 2007. La stagione parte già con un errore madornale : la conferma di Ferrara in panchina. Ricordiamo che , nel finale della stagione 2008-2009, Ranieri perde il controllo dello spogliatoio: la squadra non lo segue e crolla nel finale di campionato, mettendo a repentaglio il secondo posto in classifica. La dirigenza opta per l’esonero, assumendo Ferrara come traghettatore. Ciro vince i restanti match contro Siena e Lazio, salvando il secondo posto in classifica e guadagnandosi la riconferma. Eh già, perché la società dell’epoca, volendo scimmiottare quanto fatto dal Barça con Guardiola, cioè piazzare in panchina un giovane allenatore senza esperienza che aveva già giocato nel club in precedenza, compie la scellerata scelta di confermarlo. Quelle due partite del finale di campionato l’avremmo vinte anche con un bambino dell’asilo in panchina, visto che Siena e Lazio non avevano più nulla da chiedere al campionato ( già ampiamente salvo il primo, già in EL il secondo grazie alla vittoria della Coppa Italia ) e che i calciatori erano stimolati a dare il massimo visto il cambio in panchina ( il solito input mentale che si innesca con un nuovo allenatore, ti impegni per far vedere che tu sei forte e che quello in torto era l’allenatore precedente). Ferrara, fino ad allora, non aveva mai allenato in vita sua, aveva partecipato soltanto alla spedizione nel 2006 in Germania come assistente di Lippi. L’annata dimostrò quanto Ferrara, al netto di una rosa composta da ex-calciatori e mediocri, fosse inadeguato al ruolo, con l’aggravante di restare ostinatamente aggrappato alla panchina anche dopo figure imperdonabili (come Juventus - Catania 1-2, con Bagni che lo prende pure simpaticamente per i fondelli nel post-partita). L’esperienza successiva alla Sampdoria fu ancora peggio, tant’è che, da opinionista, lui stesso, una volta affermò, di non essere stato capace di fare quel mestiere. La campagna acquisti, nonostante i soldi spesi, fu un fiasco clamoroso.     - DIEGO.  Passaggi continui in orizzontale, zero inventiva, limiti mentali importanti e tiri che sembravano stracci bagnati che finivano comodamente nelle mani del portiere ( in una partita fece addirittura sbroccare Zuliani in telecronaca, che urlò “ ma nooo Diego, non è una castagna, santiddio! Al Werder questi erano tutti goal). Qualcuno lo considera come un buon calciatore capitato nel contesto e nel momento sbagliato. Per me, semplicemente, era un calciatore medio che al Werder Brema aveva azzeccato la stagione della vita;  quest’ultimo aspetto, perlomeno, può essere considerato una parziale scusante per la leggerezza di quell’acquisto ( anche se, ricordiamo, per la stessa cifra, Robben passò al Bayern Monaco) - FELIPE MELO. Fiasco clamoroso ( e costoso) , che rappresenta il paradigma della loro ignoranza tattica. Presero un mazzulatore da mediana a 2 indisciplinato tatticamente e mentalmente per piazzarlo regista davanti alla difesa; - GROSSO. Calciatore 33enne che ,dopo il mondiale 2006, era in caduta libera ( e di fatti il Lione se ne liberò, dopo un primo anno buono, dopo aver preso Cissokho). Disputa una stagione pessima, che addirittura  lo porterà a non essere convocato al Mondiale in Sudafrica ( manifestazione in cui Lippi riservò, a dispetto delle parole, un trattamento di favore per i reduci di Berlino: vennero convocati un Cannnavaro imbarazzante, un Camoranesi infortunato e scazzato, un Zambrotta che faceva panca ad Abate e Antonini, ,  un Iaquinta che rimase fermo da Ottobre ad Aprile causa infortunio , ecc…).   - CANNAVARO. Altro calciatore che, dopo il 2006, aveva intrapreso un declino importante . Ripreso su “ consiglio” di Lippi ( era capitano della Nazionale che in estate sarebbe andata in Sudafrica, era necessario che fosse titolare in qualche squadra), l’allora 36enne disputa quella che, a mio parere, risulta essere la sua peggiore stagione in carriera.  -  PAOLUCCI. Nella sessione di Gennaio, viene anche richiamato alla base Paolucci, per mettere una toppa all’ecatombe di infortuni. Operazione francamente incomprensibile, visto che l’ex-primavera non gioca mai ( solo 4 presenze in campionato)e considerato che, nella primavera, c’era un Immobile 20enne che negli spezzoni concessi ( tipo nella vittoria contro l’Atalanta) aveva ben impressionato.   Dei nuovi acquisti, si salva giusto il prestito di un giovane e spesso infortunato Cacerès e qualche sprazzo di freschezza portata dall’allora 23enne Candreva. Insomma, una campagna acquisti scriteriata , tra ex-calciatori ( Cannavaro e Grosso), mediocri strapagati ( Melo e Diego) e altri senza senso ( Paolucci). Uno scriteriato all-in, fallito su tutta la linea, che lascerà, come eredità alla dirigenza successiva, conti in rosso, l’assenza di giovani su cui ripartire ed un gruppo col morale sotto i tacchi.   Per quanto concerne i risultati sportivi, la stagione fu un travaglio continuo, aggravata dal fatto che ad alcune vittorie che sembravano che potessero rappresentare una svolta per  la stagione ( il convincente 5-1 alla Samp, la vittoria di carattere contro l’Inter a Torino, ecc…) seguivano batoste incredibili ( rispettivamente il 2-3 contro il Napoli in vantaggio di 2 reti e la sconfortante sconfitta 3-1 a Bari). Provocano sconcerto non tanto le sconfitte contro le squadre quotate ( anche se c’è da segnalare, ad esempio, un’imbarazzante doppio 3-0 contro il Milan), quanto i rovesci contro le “ piccole”: la prima ( e finora unica ) sconfitta della storia contro il Chievo ( 1-0), la vittoria del Catania a Torino (1-2), la sconfitta a Cagliari ( 2-0) e a Bari ( 3-1) ecc… a cui c’è da aggiungere la rimonta del Siena ( che retrocedette quell’anno) a Torino da 3-0 a 3-3. Ergo, zero rimpianti in relazione ad eventuali vittorie o approcci più attenti alle partite che avrebbero potuto raddrizzare la stagione o dare morale per le partite successive. Infine non vi sono mai state strisce positive o una serie di risultati comunque incoraggianti ( come invece accadrà l’anno dopo), se escludiamo il fuoco di paglia delle 4 vittorie iniziali ( caratterizzato da risultati un po’ bugiardi, visto che con la Lazio subimmo da matti fino al goal di Cacerès e che contro il Livorno Buffon fu il migliore in campo).     STAGIONE 2010-2011 Questa stagione, che vede l’insediamento di Andrea Agnelli come presidente, pone in essere, a mio modo di vedere, le basi per l’instaurazione del ciclo vincente che stiamo ancora vivendo. Marotta , al suo arrivo, trova terra bruciata: una squadra piena di calciatori alla frutta e di mediocri difficilmente vendibili ; perciò decide di operare una rivoluzione massiccia. Vengono ceduti i calciatori non funzionali al progetto ( Diego), fallimenti delle gestioni precedenti ( Poulsen e Molinaro, con tanto di plusvalenza per entrambi), dato l’addio a gente a fine corsa (Chimenti, Cannavaro, Zebina, Camoranesi e Trezeguet) e regalata una metà del cartellino di Giovinco al Parma (1 mln per il prestito + 3 mln per il riscatto della metà, beneficienza pura). Dal lato acquisti , in questa stagione vengono acquistati un numero rilevante di elementi: -  alcuni rendono subito e saranno anche protagonisti nelle vittorie degli anni successivi ( Storari, Barzagli, Quagliarella, Matri); -  altri saranno protagonisti anche loro negli anni successivi, ma vivranno un’annata 10-11 complicata ( Bonucci, Pepe); -  vengono poi acquistati dei flop: Rinaudo è uno di quelli annunciati ( un modesto difensore 27enne che aveva fallito al Napoli);  quello di Jorge Martinez è un mix tra costo folle, incollocabilità tattica nel 4-4-2 e mediocrità da provincia; quello di Motta è un flop “ col senno di poi”, considerata l’età e il fatto che veniva da una stagione buona da titolare con la Roma arrivata seconda l’anno prima  ; infine, Armand Traorè: una scommessa persa ( 21 anni), ma preso, alla disperazione, all'ultima giornata, con una formula da allocchi ( prestito secco!); - Aquilani e Toni sono di passaggio: il primo non è riscattato ( nonostante una buona stagione) per far posto a Pirlo; il secondo un semplice tappabuchi; -  Infine Krasic. Proprio non ce la faccio a considerarlo una topica di mercato. Viene da stagioni molto buone col CSKA, viene nominato calciatore serbo dell’anno prima di arrivare, buona esperienza in Champions League. Arriva e fa 6 mesi ottimi: dati alla mano è il miglior calciatore della serie A del girone di andata per media voto. Nel girone di ritorno ha un calo fisico e mentale vistoso , arriva Conte , non c’è feeling tra i due  e viene ceduto. Io non vedo grosse responsabilità nel dg in questo caso, gli errori di Marotta sono altri. E’ il serbo stesso ad essersi perso per strada.   Tuttavia, la scelta dell’allenatore si rivela fallimentare: Delneri è ( sempre stato e sempre sarà) un allenatore che ha sempre dato il meglio in provincia, fallendo ogni volta che si è seduta sulla panchina di una squadra di rango più alto ( Roma e Porto). Provinciale, inoltre, sarà anche il suo gioco, fatto di difesa posticcia e strappi con gli esterni di centrocampo. Testimonianza di ciò sono il numero accettabile di goal presi in trasferta (16) e quelli incassati tra le mura amiche ( ben 31!). Tanta foga, ma poca lucidità in attacco ( l'enorme mole di pareggi e l'uscita ai gironi di Europa League con 6 pari su 6 la dicono lunga), unita alla scarsa capacità mentale di far fronte a momenti storti di una partita.    Passiamo ai risultati sportivi: a differenza dell’anno scorso, la squadra vive di momenti. Dopo una partenza lenta , dovuta anche al rodaggio di una squadra con molti elementi nuovi ( le prime 4 partite portano 2 sconfitte, 1 pari e 1 vittoria), il periodo che va da fine settembre a dicembre, comprensivo di 13 partite, fu molto buono : 8 vittorie e 5 pareggi. C’è da segnalare, inoltre, che gli 1-1 casalinghi contro Roma e Fiorentina furono molto bugiardi; nel primo, il rigore di Totti è inesistente, dominiamo in lungo in largo, sciupando sotto porta. Roma non pervenuta se non per un tiro di Menez nel 1° T. neutralizzato da Storari; nell'altro pareggio, la Fiorentina segna un goal molto fortunoso, con un cross innocuo di Vargas che viene respinto in porta da Motta. Dopo di ciò, i viola spariscono ed è un monologo della Juventus, che sciupa tante occasioni, con Boruc che compie 2 miracoli ,fino a soccombere sulla punizione di Pepe ( dove il polacco ci mette del suo, del vero).  In ogni caso, fino a Dicembre, eravamo in piena zona Champions: alla 16esima giornata eravamo secondi in classifica; dopo lo sfortunato pari contro il Chievo ( palo di Sorensen, traversa di Krasic dopo un incredibile coast to coast, pari di Pellissier al 93esimo) siamo scivolati 4°, a 2 lunghezze da Napoli e Lazio ( rispettivamente 2° e 3°). Tuttavia, il crollo vero e proprio avviene durante il match contro il Parma al rientro dalla sosta: Quagliarella, fino ad allora trascinatore della squadra, ha un infortunio gravissimo proprio pochi secondi dopo il calcio d’inizio, che lo terrà fuori fino a fine stagione; pochi minuti dopo, Felipe Melo si fa espellere per un bruttissimo fallo di reazione (che certifica definitivamente la sua intemperanza ); ridotta in 10,  la squadra perde malamente 1-4. Il contraccolpo psicologico sul proseguo del campionato è molto forte, a cui andrà aggiunto il visto calo di Krasic.   Difatti, dalla 18esima giornata alla 28 vi è un periodo terribile, con ben 7 sconfitte ( imperdonabili quelle contro Bologna e Lecce), un pari contro una Sampdoria che retrocederà a fine anno e sole 3 vittorie ( contro il disastrato Bari, contro il Cagliari e quella, di puro orgoglio, contro l’Inter),a cui va aggiunta l’eliminazione ai quarti di Coppa Italia a fine Gennaio, in casa contro la Roma. Alla 28esima giornata, la Champions è un miraggio , con la Lazio quarta in classifica a +10 . La squadra, anziché svaccare totalmente,si riprende con un dignitoso mini - filotto ( in relazione alle difficoltà della stagione e della qualità della rosa, of course) : dalla 29esima alla 35esima giornata,  ottiene 4 vittorie e 3 pareggi ( uno di questi fu abbastanza sfortunato : il Catania raggiunse il pari con una grande punizione di Lodi al 95esimo, sforando, di molto, i 3 min di recupero concessi).  A questo punto, il quarto posto, o quantomeno la qualificazione diretta all’EL,  ritorna flebilmente alla portata, a 3 giornate dalla fine :   4) LAZIO 60 5) UDINESE 59 6) ROMA 59 7) JUVENTUS 56 (ricordiamo come la Juventus fosse in vantaggio negli scontri diretti )   La 36esima giornata vede la Roma fermata 0-0 dal Milan, e la Lazio sconfitta dall’Udinese. La Juventus, impegnata nel posticipo serale, ospita un Chievo ad un punto dalla salvezza matematica. Partiamo subito bene, portandoci sul 2-0 con un rigore di Del Piero nel primo tempo e un goal di Matri ad inizio ripresa. Il Chievo, fino a quel momento, non è pervenuto. La classifica, in quel momento,  dice :   4) UDINESE 62 5) LAZIO 60 6) ROMA 60 7) JUVENTUS 59   Tuttavia, pochi minuti dopo il goal di Matri, il Chievo trova il  pari grazie ad una fortunatissima e rocambolesca mischia su palla inattiva. Da lì , la squadra ha 5 minuti di follia collettiva:  si butta in avanti ,scriteriatamente, per cercare il terzo goal, provocando il contropiede che porterà al pari dei clivensi. Nell’azione dopo, Chiellini prende la traversa su corner, il Chievo parte con contropiede arginabilissimo, ma Buffon impazzisce e tenta un assurdo tackle a centrocampo, lasciando la porta sguarnita. Uribe tira a porta vuota, ma sbaglia, passandola, di fatto, a Marchisio. Nel finale di partita, smaltiti i minuti di follia, la squadra si ricompatta e cerca il goal-vittoria, ma trova soltanto i legni di Aquilani e Toni: finisce 2-2 . E’ una mazzata non  indifferente, che chiude, virtualmente, i giochi per la Champions. Le ultime 2 partite ( sconfitta a Parma e pari col Napoli in casa) sono il manifesto di una squadra che ha mollato, assieme ad un DelNeri a cui è stato già comunicato l’esonero dopo la sconfitta al Tardini. A margine, ci sarebbe da considerare come la Juventus abbia avuto ancora più infortuni e difficoltà a livello fisico ( rispetto all’anno scorso), a causa dell’handicap della stagione iniziata molto presto, in virtù dei preliminari di Europa League ( fine luglio vs Shamrock Rovers); la Juventus 09-10, invece, era già qualificata nel girone di Champions in virtù del secondo posto dell’anno precedente.   In conclusione, a mio parere, la Juventus 2010-2011 ha fallito( ma hanno comunque influito pesantemente molte variabili), ma ha effettuato un primo passo verso la creazione del ciclo. Quello della Juventus 2009-2010, invece, è stato un fiasco a 360 gradi ( l’unica variabile, in comune con quella 10-11 tra l’altro, riguarderebbe la mole di infortuni) ,rappresentando la fine di un ciclo dirigenziale ( fallimentare) e quello di molti calciatori ad alti livelli .     Ovviamente queste sono mie impressioni personali, fatemi sapere quali sono le vostre opinioni a riguardo