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Ben Dover

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  1. Il problema non si pone a prescindere per ragioni di rito: per il ne bis in idem non saremmo giudicabili. Nel merito, comunque, il problema non sarebbe la mancata possibilità di stabilire con criteri oggettivi il valore di un calciatore, che è l'artificio con cui è possibile farla franca con le plusvalenze, ma il fatto che emergano delle prove che dimostrino l'utilizzo delle stesse con malafede. Basta un'intercettazione per questo. Però, non siamo giudicabili e difficilmente si potrebbe riaprire il processo, a meno che tale circostanza identifichi la fattispecie di violazione come fatto nuovo.
  2. Eppure colleghi che sono molto più famosi ed esperti di me giungono alle stesse conclusioni sul tema penale, ad esempio: https://www.tuttojuve.com/altre-notizie/avv-afeltra-vi-spiego-perche-agnelli-si-e-dimesso-insieme-al-cda-intercettazioni-gia-disponibili-da-un-mese-624450
  3. Posso immaginare che l'accusa ritenga che gli accordi effettivi non siano stati comunicati alla Lega o che quelli comunicati non siano corrispondenti a quelli reali: a seguire, i movimenti di denaro e le imputazioni di bilancio non rispecchiano quelle dichiarazioni. Sulle integrazioni credo che invece il problema sia questo: i giocatori avrebbe rinunciato a delle mensilità che sarebbero state poi (parzialmente) reintegrate, e quindi non restituite, ovvero conferite per l'intero importo. Certo che la discussione è estremamente tecnica, e per questo non va banalizzata o ricondotta a motivazioni ultronee. Ad esempio: la contabilizzazione in un anno successivo era corretta, o andava imputato quel debito nel momento in cui sorgeva? Si parla troppo spesso del completamento della prestazione solo nel momento in cui il campionato ripartiva, per cui quelle somme sarebbero state - correttamente - imputate nell'anno successivo. Ma nel caso di specie non si tratta di un contratto di prestazione. L'emergenza del momento purtroppo non è una scusa: escludendo infatti ogni ipotesi di dolo, simili scelte richiedevano comunque professionalità di alto livello ed il supporto di chi poteva offrire le giuste risposte a quei quesiti. L'errore non è ammesso, a questi livelli.
  4. Trovandosi nella stessa situazione molti degli appartenenti al CDA avrebbero sicuramente rischiato di reiterare il reato oggetto dell'indagine, oltre che porsi in una posizione di svantaggio recependo - direttamente - le osservazioni che erano state prodotte da CONSOB e Deloitte. E restando in carica sarebbero stati comunque in una posizione che avrebbe potuto comportare l'occultamento delle prove. Facendo emergere la vicenda chi voleva alienarsi da ogni ipotesi accusatoria poi ha potuto immediatamente procedere, mentre l'applicazione delle misure cautelari è stata esclusa a priori. Ma si restava sempre nel campo delle ipotesi, ovvero in un ambito per cui si negava qualsiasi tipo di addebito. Non mi preoccupo dell'eventualità di reiterare un reato se l'accusa non ha nulla in mano e sono consapevole della liceità della mia condotta. Quindi, dato che è stata una decisione presa esattamente a ridosso del termine per il deposito dell'appello al diniego all'applicazione delle misure cautelari (ovvero nel momento in cui dopo mesi di indagine procura e difesa tornano a comunicare), ciò fa pensare: cosa è cambiato nel frattempo? Cosa ha giustificato questo cambio di direzione? Per me, ciò è sintomo di un aggravamento della posizione sotto un profilo probatorio, anche se siamo ad un livello ancora solo cautelare e pre eventuale dibattimento.
  5. Eppure io trovo un testo del comunicato molto diverso in proposito: "L’intesa prevede la riduzione dei compensi per un importo pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. Nelle prossime settimane saranno perfezionati gli accordi individuali con i tesserati. Gli effetti economici e finanziari derivanti dall’intesa raggiunta sono positivi per circa 90 milioni di euro sull’esercizio 2019/2020[...]Qualora le competizioni della stagione in corso riprendessero i tesserati negozieranno in buona fede eventuali integrazioni dei compensi sulla base della ripresa e dell’effettiva conclusione delle stesse". Integrazioni e non restituzioni: c'è una differenza ben precisa. E quelle somme, dove sono a bilancio? Se sono presenti, sotto quali voci sono state conferite, ed a che titolo? Sul CDA, ripeto, sei libero di pensarla nel modo che più ti aggrada.
  6. Il quadro delle somme contestate è ancora parziale, per cui non va escluso nulla. Anche se sul tema plusvalenze non mi preoccupo troppo di una decisione negativa di merito dato che ne vedo molto più probabile una di rito che esclude la possibilità di essere giudicati due volte per lo stesso addebito. Non voglio illudere nessuno, ma potrebbe finire tutto con una "semplice" esclusione dalle coppe. Ripeto, è davvero presto per fasciarsi la testa. L'aggiotaggio comune è punito a titolo di dolo specifico, per cui deve essere dimostrata, oltre che la volontà dell'evento, anche un fine ulteriore. Nel caso dell'aggiotaggio societario o informativo per integrare il reato è sufficiente il dolo generico, ovvero la volontà dell'evento: in sostanza anche per "pochi spicci" il reato si configura lo stesso. La rinuncia era di 4 mesi, ma gli altri sono stati restituiti in segreto ed in altre forme. Tutta la diatriba verte su questo. Esperienza professionale, osservazione degli eventi sotto un profilo temporale, ed analisi degli elementi parziali trapelati sinora, tutto qui. Sei libero - legittimamente - di propendere per l'ipotesi "repulisti" ad opera di Elkann chiaramente.
  7. Si, ed è un argomento complicato da dimostrare e probabilmente non più giudicabile (il ni bis in idem si applica anche alla giustizia sportiva secondo le pronunce delle corti europee). Se puntano tutto sugli stipendi parliamo di un processo più breve, maggiori possibilità di condanna e con pena che potrebbe essere meno severa o praticamente patteggiata. Quantificarla però è un po' complesso.
  8. La prima richiesta di applicazione delle misure cautelari era stata prodotta, chiaramente, a seguito della notifica della richiesta di proroga delle indagini contestualmente ai primi accessi in sede, e rigettata dal GIP per quei motivi. Le dimissioni sono avvenute in un momento successivo, ovvero all'approssimarsi del termine per il deposito dell'appello al GIP al diniego di cui sopra: nel tempo intercorso le ulteriori prove acquisite e prodotte debbono aver evidentemente (alla luce del comportamento del CDA) aggravato il quadro indiziario, per cui si è scelto di procedere per escludere quella possibilità, con tutte le ricadute sotto il profilo d'immagine che ne sarebbero derivate. Un classico accordo tra procura e difesa, che in questi casi comunicano costantemente... niente di diverso dal solito.
  9. Non del tutto, perchè non sappiamo ancora di che somme parliamo concretamente. Come avremmo noi stessi "giocato" con le transazioni gonfiando gli importi degli asset altrettanto potrebbe fare la stessa cosa l'accusa (in ambito sportivo), attestando che senza quelle maggiorazioni non avremmo potuto iscriverci al campionato. Ma è davvero presto per una valutazione di questo tipo, che diventerebbe anche complessa da dimostrare, per non parlare della questione del ni bis in idem che non consentirebbe di essere giudicati nuovamente per la questione plusvalenze, al netto del fatto che probabilmente oggi sussisterebbe, tramite intercettazioni ed altro materiale, la possibilità di dimostrare l'eventuale malafede della società. Non parliamo infatti di fatto nuovo. Penso quindi che l'accusa potrebbe agire in modo molto più semplice e diretto tramite il comma 3. Mettiamola così: con il comma 2 ci sarebbero (alla luce degli elementi parziali di cui siamo a cognizione) dubbi non sull'aver commesso il fatto ma sulla circostanza per cui ricorrano o meno gli effettivi presupposti per la violazione; ciò con una pena certa molto grave. Con il comma 3 ci sarebbero (sempre alla luce degli elementi parziali trapelati) pochi dubbi sulla violazione delle norme federali ma una concreta commisurazione della pena sarebbe più difficile da effettuarsi. Parliamo pur sempre di un sistema molto aleatorio nei giudizi e che consente di mantenere alto il livello di competitività, e talvolta vincere titoli (!), a società che non pagano il corrispettivo dovuto ai propri tesserati, per quanto trattasi di una ipotesi di violazione di norme federali comunque diversa. Ad oggi è davvero prematuro per fare delle previsioni certe, e quindi per fasciarsi la testa. Ma di certo non va sottovalutata, dato che a livello penale siamo in una situazione decisamente peggiore rispetto a calciopoli.
  10. Grazie. Perdonami se rispondo solo ora ma sono oberato da impegni di lavoro in questi giorni. In realtà con revisori/sindaci mi riferivo a soggetti con incarichi sociali i quali, come sembra, sarebbero stati già estromessi dalla richiesta di rinvio a giudizio. Deloitte attiene ad un'altra fattispecie, ovvero ad una società esterna che ha revisionato il bilancio e ne ha direttamente contestato alcune voci. Inverto le risposte: le intercettazioni sono un problema annoso che purtroppo fa parte di un sistema giudiziario e del relativo corollario (stampa) sempre più tendenti al giustizialismo, in costanza di totale assenza di certezza della pena... Norbio è stato ben chiaro in proposito ieri sera. Ma bisogna anche considerare che il fatto che le intercettazioni - al netto della palese conseguente violazione della privacy - siano foriere di lesione del diritto di difesa è un falso mito popolare. Posso infatti dire, con cognizione di causa, che la "fuga" di intercettazioni non è sempre un fattore negativo per predisporre una strategia difensiva: spesso, spessissimo sono proprio alcuni colleghi che fanno volutamente trapelare qualche elemento alla stampa, per indirizzare alcuni processi e/o creare pressioni sull'organo giudicante. Cosa penso? E' ancora presto per una valutazione precisa, dato che abbiamo 1/10 del materiale che hanno in mano accusa e difesa, ma, per quanto molte dichiarazioni siano estrapolate fuori contesto, la condotta della società sembrerebbe andare in una direzione ben precisa. E mi collego a quanto sopra: data la cadenza con cui sono rilasciate alcune informazioni del fascicolo dell'accusa (che, ripeto, è già in mano alla nostra difesa), inizio a sospettare sempre più che sia la società stessa a permettere questa fuga di notizie, "abituandoci" a poco a poco ad una situazione molto seria ed alle conseguenze che ne deriveranno, in quanto pienamente consapevole della gravità della fattispecie. Quanto alla nostra difesa, stavolta escludo categoricamente che la nostra strategia difensiva possa essere blanda come fu per calciopoli, dato che in gioco c'è la libertà personale - tra gli altri - di AA e di rimando l'immagine della Juventus e della famiglia Agnelli. Se assisteremo ad una difesa "morbida" non sarà per asserite lotte interne alla proprietà ma solo per compiacere l'organo giudicante perchè saremo, semplicemente, in una posizione per la quale sarà più opportuno scendere a patti con l'accusa. Come detto, le dimissioni del CDA costituiscono un campanello d'allarme in questo senso? Ni. Ora, comunque, sarà fondamentale vedere cosa accadrà all'udienza del 21 dicembre sul sequestro preventivo dei 437mila euro per possibile dichiarazione fiscale fraudolenta, perchè secondo me è lì che vogliono arrivare. Temo infatti che le somme conferite ai tesserati siano state "rigirate", in modi non convenzionali, ai componenti del CDA... A livello sportivo, la preoccupazione è tutta per il comma 3 dell'articolo 31... ma quella è un'altra vicenda.
  11. Infatti una condotta simile non equivale ad una resa, ma è certamente sintomo di una situazione particolarmente seria, anche sul piano processuale. Mi spiego meglio: per altri soggetti implicati (revisori) è stato sufficiente il deposito di memorie per far decadere la loro posizione di indagati, e questo fatto offre alcuni spunti importanti. Il deposito di memorie a seguito dell'avviso di proroga (o conclusione) delle indagini, o comunque al primo atto giudiziario che richiede l'assistenza di un legale, è una scelta generalmente sconsigliata per chi abbia un ruolo "ambiguo" nella vicenda: in questo modo si potrebbero, anche erroneamente, fornire all'accusa elementi di cui non è a conoscenza. Si procede con la presentazione di memorie solo laddove si sia pressochè certi di decadere immediatamente da ogni ipotesi di accusa, come ad esempio nel caso di mero scambio di persona. Quando vedo dei revisori (non figure di poco conto) che decidono di procedere in tal senso (e decadono immediatamente dalla posizione di indagato) mi preoccupo non poco, perchè ciò significa che gli addebiti siano riferiti solo ed esclusivamente ad alcuni componenti del CDA, i quali debbono evidentemente aver posto in essere alcune attività che sono state sottaciute ai revisori medesimi; e di ciò, quei revisori hanno già esibito le loro prove, chiaramente. Per cui, se è vero che la rinuncia all'incarico è una scelta difensiva, è pur vero che già altri hanno esibito - per estromettersi dal processo - prove che aggravano la situazione. Dal punto di vista sostanziale poi, parliamo pur sempre della circostanza per cui alcuni soggetti hanno dovuto rinunciare al loro lavoro per difendersi. Questo non è proprio banale: se era infatti la scelta difensiva più opportuna, è anche una decisione abbastanza importante, e quindi evidentemente frutto di un saggio consiglio legale.
  12. Insomma, data l'indagine in corso le dimissioni da subito non potevano che essere volte ad escludere le misure cautelari: sotto un profilo penale la situazione era quindi evidentemente peggiorata. Un simile accordo con la procura (che si fa continuamente, anche per economia processuale e porsi in una posizione più favorevole) non significa un'ammissione di colpevolezza, è solo una scelta difensiva chiaramente. Ma significativa. Io di questa moratoria non trovo alcuna norma.
  13. Ni Qui infatti occorre effettuare una distinzione fondamentale. A livello sportivo, le plusvalenze non sono un problema (ci sono già sentenze in merito): difficilmente saremmo punibili visto che siamo già stati giudicati. E ciò vale anche se la fattispecie si aggravasse, ovvero laddove emergessero delle prove che dimostrerebbe la malafede sull'uso che se ne fa (le intercettazioni sono uno strumento iperabusato dall'autorità giudiziaria e dalla stampa ma, comunque, non vanno sottovalutate visto che costituiscono un quadro indiziario pur sempre rilevante). In quel caso, a livello sportivo, è evidente che sussisterebbero le condizioni per colpirci, dato che tale condotta avrebbe comunque consentito di mantenere un alto livello di competitività fondandolo su valori virtuali, invece che procedere con un più corretto ridimensionamento. Ma ancora, per il ni bis in idem, difficilmente quel processo sarebbe riapribile (in realtà non è così scontato, dato che potrebbe intendersi come diversa la res iudicata oggi). Ma parliamo di un qualcosa davvero difficile da riproporre davanti ad un giudice, perchè quel principio oggi è inattaccabile, in ogni sede e grado di giudizio. Il taglio stipendi è invece un problema serio perchè abbiamo un quadro fin troppo parziale della vicenda, per cui non possiamo sapere realmente di che cifre parliamo, ma soprattutto, non conosciamo quanto possa essere dimostrata l'eventuale malafede. In quel caso infatti non spaventa il comma 2 dell'art. 31 (i presupposti per iscriversi al campionato probabilmente c'erano tutti, per quanto bisognerebbe vedere quanto erano state gonfiate le cifre di cui sopra) ma il comma 3 dello stesso articolo. Ma anche in questo ambito, totalmente inesplorato, appare estremamente prematuro parlare di previsioni, anche tragiche. Ad oggi è presto, nel bene e nel male, fare previsioni. Sotto il profilo penale, si tratta di qualcosa di molto ma molto serio per le persone coinvolte, del quale forse non ce ne rendiamo conto appieno. E non mi piacerebbe vedere il mio presidente condannato per aggiotaggio o per appropriazione indebita, in sostanza. Di questo si parla, non è che i PM sono tutti tutti incompetenti o malati di protagonismo e rischiano la carriera per qualche artificio contabile.
  14. Il problema è che le dimissioni nel caso di specie non sono quelle "di rito" che porge, ad esempio, un politico quando è coinvolto in un'indagine. Oggi si tratta verosimilmente del tentativo di togliersi da una posizione per la quale si potrebbe reiterare il reato (approvando il nuovo bilancio) o occultare le prove, che giustificherebbe una nuova richiesta di misure cautelari. E la tempistica fa pensare molto "male", ovvero che quelle misure sarebbero state adottate a breve, con le conseguenze mediatiche (e societarie) che possiamo immaginare. Che poi dal punto di vista difensivo, visto che siamo nel penale, ci troviamo nella classica fase per la quale occorre negare sempre, o, come in questo caso, non fare nulla. Approvare infatti il bilancio recependo i rilievi della Procura e di altre istituzioni (Consob ecc.) costituirebbe un'ammissione di colpevolezza. Io vedo un po' troppa superficialità da parte nostra, al netto dell'evidente accanimento nei nostri confronti, mediatico e giudiziario. Sono infatti il primo a criticare e censurare gli abusi dell'autorità giudiziaria, dato che ne conosco bene le attività. Ma, allo stesso modo, non sottovaluterei mai le attività di una Procura. Purtroppo il modus operandi della società negli ultimi anni deve far riflettere e non poco, per cui non mi sorprende affatto che emergano determinate questioni. Ad esempio, il contratto abnorme dato ad Allegri, non aveva alcun senso a livello sportivo e, di conseguenza, economico/contabile. Scommetterei che emergerà qualcosa in proposito...
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