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Cercando la Juve

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    Juventus

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  1. Allegri mai in discussione? Egregio dott. Scanavino, Allegri è costantemente in discussione. Lo è stato l'anno scorso per avere fatto meno punti di Pirlo. Lo è stato quest'anno in cui ha fatto nuovamente meno punti di Pirlo e lo è stato per i risultati ottenuti ben prima delle vicende giudiziarie: per essere uscito dalla Champions a pari punti nel girone col Maccabi (5 sconfitte in 6 partite!); per essere uscito dalla lotta scudetto già alla fine del mese di ottobre; per essere stato umiliato su troppi campi da squadre di vertice (5 gol a Napoli!) e da squadre neo promosse (0 punti con il Monza!). Allegri sarà nuovamente in discussione alla ripresa del campionato? A me sembra evidente; mancano i valori, quelli da Juve: quelli morali (qualcuno ha ascoltato una sola assunzione di responsabilità nel corso dell'anno per le troppe sconfitte?) e quelli professionali (qualcuno ha ascoltato una sola parola dopo le troppe sconfitte diversa da "dobbiamo stare zitti e lavorare"?); manca la voglia di lavorare (non una partita nell'arco di tutta la stagione in cui la squadra non sia apparsa lenta e costantemente in ritardo o che abbia dato l'impressione di avere chiaro in mente cosa fare). I risultati non arrivano per caso, egregio dott. Scanavino. E, ancora una volta, alla ripresa del campionato, Allegri sarà in discussione insieme a tutta la Juve. Lo sarà Lei, amministratore delegato part-time, prestato al calcio e giunto dopo Arrivabene (squalificato per due anni); lo sarà l'ennesimo direttore sportivo promosso dall'interno dopo Paratici (squalificato per 30 mesi per il suo operato alla Juve) e dopo Cherubini (non può circolare per 16 mesi, sempre per il suo operato alla Juve). Adesso tocca a Manna, avanti il prossimo! Nessuno che si vergogni. Nessun consigliere che abbia il coraggio di dire a John Elkann che il re è nudo; che la reputazione è a zero; che gestire una società gloriosa passando da un processo all'altro, da un aula di tribunale all'altra, da una squalifica all'altra, non è dignitoso per nessun imprenditore, di qualunque livello; e non è dignitoso per un membro della famiglia Agnelli. E nani e ballerine continuano a banchettare e portare a casa gli ultimi soldi della loro carriera.
  2. Il 31 gennaio scorso scrivevo: "C'è la prassi nel mondo del calcio di stipulare contratti di compravendita delle prestazioni calcistiche travestendo quello che a tutti gli effetti è un obbligo di riscatto in un semplice diritto; con un conseguente beneficio in termini di indebitamento e posizione finanziaria netta. Insomma, tanti bei reati di falsi in bilancio da perseguire ... Per ottenere li massimo del beneficio si potrebbe indagare la Juve ... E allora, non mancate l'appuntamento procuratori d'Italia, unitevi e indagate; sulla Juve, mi raccomando!" E la procura di Torino, che notoriamente non è composta da sprovveduti o da professionisti che si muovono a caso, ci stava già lavorando. E così, il 25 febbraio, tutti i giornali riportano la notizia che gli atti di questo nuovo filone di indagine sono stati mandati a Udine, Bologna, Genova, Modena ...; a Torino (questa volta!) sono ben consapevoli che le obbligazioni si assumono in due e un contratto, senza due parti, proprio non si può firmare. A nessuna delle società coinvolte, diverse dalla Juve, sono ascrivibili i reati previsti per le società quotate? quale potrebbe essere l'ingiusto profitto presupposto del reato in materia di false comunicazioni sociali? poco importa, indagheranno e approfondiranno le procure competenti; quello che è certo sin da subito è che i magistrati di Torino sono imparziali e che nessuno dica o pensi il contrario! E se ci fosse ancora qualche malizioso in circolazione gli si potrà sempre ribadire: che colpa hanno a Torino se i magistrati di Napoli, ad esempio, hanno bisogno di altro tempo per indagare sul falso in bilancio di De Laurentiis e la procura della FIGC (mossasi con la consueta solerzia, e che non si dica o pensi che attende la prescrizione prima di aprire un fascicolo) è costretta ad aspettare! Così siamo arrivati a fine febbraio e ci vorrebbe una nuova idea, quanto ci vorrebbe! Ma io l'avrei e, da non credere, potrebbe persino alzare ulteriormente il profilo dell'indagine. Vado ad esporla: siamo proprio sicuri che l'azionista di controllo abbia svolto il proprio ruolo nel rispetto dei limiti della direzione e coordinamento? Siamo proprio sicuri che non sia configurabile un ruolo di amministratore di fatto (con tutto quanto ne consegue in termini di concorso nel reato) nei confronti di uno o più degli amministratori della holding? Neanche una intercettazione o pezzo di carta che dica: "ha detto Elkann di fare così e di non rompere i ...", o "John, ma su questo che facciamo?" o, anche "su questo devo prima parlarne con John e poi deliberiamo in consiglio ...". Cari pubblici ministeri di Torino, ... avete idea di quanti prime pagine, interviste, convegni e magari alla fine anche un best-seller; me lo vedo già in edicola con la foto dell'indomito autore sulla copertina: "La mia lotta contro i Poteri Bianconeri" (fa anche rima), non c'è tifoso anti-juventivo (i due terzi degli italiani che seguono il calcio) che non lo comprerebbe. Venderebbe più di Palamara; ne uscirebbe riscattata l'intera magistratura!
  3. I simboli servono, eccome se servono; purché non diventino il tappeto sotto il quale nascondere la polvere. E, allora, insieme e prima dei simboli, serve innanzi tutto che la proprietà sia presente e trasmetta la propria passione e con la Juve difenda la propria reputazione e credibilità. Mi chiedo: possibile che gli Elkann non si pongano il problema di passare dagli azionisti che hanno preso in mano la Juve di Calciopoli agli azionisti delle plusvalenze e delle manovre stipendi? Dovrebbero porselo! nel loro primario interesse. Gli azionisti della Juve degli ultimi cento anni, a volte sono stati direttamente coinvolti nella gestione, altre volte no; mai però è mancata la passione; la vicinanza alla squadra; la difesa a oltranza dei valori bianconeri vissuti e profondamente sentiti; l'emozione alla sola vista dei nostri colori, per dirla con le parole dell'Avvocato. Oggi, di tutto ciò, rimane qualche tweet di Lapo Elkann; troppo solo! troppo poco! La competenza. Ci sono stati periodi difficili anche in passato ma la ricerca della competenza e della serietà non è mai mancata, ha costantemente guidato la società in tutte le sue funzioni e, di conseguenza, la squadra in campo. Per restare agli ultimi cinquanta anni: Boniperti, la triade Bettega-Moggi-Giraudo; gli anni della gestione di Andrea Agnelli con Marotta, oggi, dove sono? Nella società gestita dagli amici tanto fedeli quanto incompetenti degli ultimi cinque anni? Nella società gestita dai consulenti legali e fiscali di oggi? E, allora, torniamo alla Juve. Quella degli azionisti appassionati e fieri; quella dei dirigenti competenti e lungimiranti; quella degli uomini che parlano poco e lavorano molto. Noi, ancora per un po', continueremo a cercarla.
  4. A me sembra che Allegri non abbia chiaro che i tifosi sono appassionati-clienti che meriterebbero altra considerazione; utilizzare l'intervista di fine partita per rimproverare i pregiudizi di chi fischiava Kean, Paredes e De Sciglio oltre che poco elegante è anche poco onesto. Meglio farebbe Allegri a comprendere che si tratta di fischi, ancorché eventualmente non condivisibili, tutt'altro che prevenuti, anzi fin troppo ben meditati (per conferma si suggerisce di rivedere le troppe partite inadeguate del trio). E poi, è vero, come dice Allegri, che è un anno difficile, ma dal girone preliminare di Champions si è usciti ben prima che iniziassero le difficoltà giudiziarie di queste ultime settimane; è vero che ci sono tanti infortuni, ma la rosa residua a sua disposizione non giustifica comunque la sconfitta con il Maccabi o i zero punti in campionato con il Monza, o il quarto posto dello scarso campionato e la modestia di quello in corso. E' vero che costruire una squadra richiede tempo, ma Allegri questa Juve la allena da quasi due anni e la mancanza di risultati, di cattiveria, di personalità e di idee in campo richiederebbero qualche spiegazione in più dei cappotti al vento e delle poche parole, spesso presuntuose, in conferenza stampa. L'allenatore più pagato della serie A, e al livello dei migliori della Premier, ha il dovere di avere idee chiare, di saperle comunicare e di trasformarle in risultati sul campo. Se ciò manca, non restano che i cappotti, lanciati al vento ...
  5. "Credo che alcune frasi estrapolate possano assumere un significato diverso ... La Juve dà sempre rispetto, ma pretendiamo rispetto". Difficile dare un senso concreto a queste parole, certamente sono le parole di una società molto comprensiva. La Juventus avrebbe avuto interesse ad utilizzare mediaticamente queste parole, a metterle in evidenza, a sottolinearne l'inopportunità, persino a evidenziare il chiaro pregiudizio di chi è chiamato a giudicarla, invece no ... la Juventus comprende e invita tutti a contestualizzare la parole del PM in questione. In un Paese in cui la Juventus potrebbe legittimamente lamentarsi, rimanendo ai fatti più recenti, del massacro mediatico di Perugia; delle intercettazioni fatte trapelare da non si sa chi; delle prescrizioni a beneficio di qualcuno e delle indagini a senso unico contro qualcun altro e adesso delle parole del dott. Santoriello, la Juventus è comprensiva. Una comprensione difficile da giustificare con l'interesse della società e che più facilmente sembra evocare l'interesse degli azionisti. Cosa pensano i professionisti che amministrano la Juventus (e i sindaci che ne controllano l'operato)? Il rispetto per chiedono è per tutelare l'interesse della Juve o quello dei suoi azionisti?
  6. Le parole via social di Lapo Elkann sono come sempre colme di amore per la Juve e anche comprensibili e ragionevoli quando risponde: "dei comportamenti di mio cugino Andrea, chiedete a lui". Io però avrei una domanda per suo fratello e anche per lui. Dov'era l'azionista in questi anni? In molti ci eravamo accorti dei bilanci degli ultimi anni sostenuti da plusvalenza gonfiate e scambi di calciatori di dubbio valore; di dirigenti scelti per la fedeltà e l'amicizia con il capo; di altri dirigenti prima licenziati con oneri milionari a carico della società e poi riassunti; ci eravamo accorti di scelte di investimento scellerate (qui l'elenco è lunghissimo e troppo noto) e di contratti di lavoro a condizioni scriteriate (4 anni quello con l'attuale allenatore!). Sicuro che l'azionista (di controllo) non sia colpevole di gravi omissioni e altrettanto gravi colpe nello svolgimento della propria funzione? E per non guardare solo al passato un'altra domanda a Lapo Elkann: dov'è l'azionista adesso? Nominare un consiglio di amministrazione di consulenti è una decisione?
  7. Il procedimento (penale) in corso ha costretto il consiglio di amministrazione presieduto da Andrea Agnelli a dimettersi in blocco. L'azionista ha nominato un nuovo cda in cui non c'è un solo soggetto che abbia maturato la benché minima esperienza nel settore nel quale la società opera (che sia calcio, sport o altro di simile, non ce n'è uno); l'amministratore delegato proviene da un gruppo editoriale, dove peraltro continua a occuparsi di consolidarne "la posizione di leader italiano della trasformazione digitale" (così sul sito della Juve e a prima vista sembra anche un'attività alquanto impegnativa!). Come se nel cda di Telecom non ci fosse un solo esperto di telecomunicazioni; o in quello di Unicredit un solo esperto di banche; l'amministratore delegato? part-time. Il piano strategico, il business plan, lo predispongono il commercialista, l'avvocato e l'esperto di marketing e pubblicità? O forse stanno pensando di dare mandato a una società di consulenza? Consob tace, il collegio sindacale direi anche. Fit and proper? Quanto alla giustizia, prosegue imperterrita a fare pulizia, o almeno così crede. Al momento la toppa sembra peggiore del buco e si naviga a vista; la nave (il calcio in Italia) continua ad affondare ...
  8. Un suggerimento ai procuratori di tutta Italia, della Repubblica e della FIGC. C'è la prassi nel mondo del calcio di stipulare contratti di compravendita delle prestazioni calcistiche travestendo quello che a tutti gli effetti è un obbligo di riscatto in un semplice diritto; con un conseguente beneficio in termini di indebitamento e posizione finanziaria netta. Insomma, tanti bei reati di falsi in bilancio da perseguire. Io non ho le prove ma so che nelle sedi di tutte le società calcistiche non mancheranno appunti in cui si dice, più o meno: "... questa clausola andrà aggiustata altrimenti i revisori non ce la passano ... ", oppure "... scriviamo così ma siamo d'accordo che poi lo riscattiamo ... ". Per ottenere limassimo del beneficio si potrebbe indagare la Juve; perché magari anche la Juve potrebbe avere sottoscritto contratti con il diritto di riscatto a condizioni facili-facili. Qualche appunto a casa di qualche dirigente lo si troverà (quelli della Juve a questo punto non tengono in sede neanche i numeri di telefono e non scrivono più appunti nemmeno sulla carta igienica prima di tirare lo scarico); qualche intercettazione della Procura di Torino non mancherà di fornire prove evidenti e confessorie. Il successo del procuratore che avrà il coraggio di scoperchiare il nuovo e incredibile sistema per falsare bilanci e competizioni è garantito; conferenze stampa, interviste e tutti i giorni sui giornali. E allora, non mancate l'appuntamento procuratori d'Italia, unitevi e indagate; sulla Juve, mi raccomando!
  9. Dalla sentenza della Corte Federale: "... non è solo il contenuto testuale di detto "Libro Nero di FP", di per sé sin troppo esplicito. Rileva piuttosto (quale conferma irredimibile del relativo esatto contenuto) il contesto nel quale esso è stato redatto. Emerge invero che detto "Libro" fosse stato redatto dal Cherubini come documento da utilizzare nella propria discussione con Paratici in fase di negoziazione del proprio rinnovo contrattuale (la circostanza è confermata delle stesse dichiarazioni del Cherubini ...)". Chiaro, notorio, ovvio; anzi, accade sovente che si vada dal proprio superiore a negoziare il rinnovo del contratto con un bel libro nero per ricordargli i falsi in bilancio e i vari altri reati che ha commesso. Quale modo migliore per ottenere il rinnovo o un aumento dello stipendio? Dovremmo utilizzarlo tutti. Più seriamente, io non credo che qualcuno avrà interesse a domandarsi seriamente chi aveva chiesto a Cherubini quegli appunti e a beneficio di chi sono stati scritti. Anzi, difficilmente sentiremo parlare ulteriormente di questa palese sciocchezza delle motivazioni della sentenza.
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