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Lohengrin

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Tutti i contenuti di Lohengrin

  1. Molto interessante. Yildiz sembra un corpo estraneo mentre vengono i brividi a pensare che l'ultimo uomo (eventualmente quello deputato a impostare da dietro) sia Rugani (anche lui con posizioni medie belle distanti dai due braccetti e dai mediani). Difficile uscirne. Anche perché l'alternativa è: senza Bremer, visto che la difesa si indebolisce, bisogna puntare tutto sull'attacco (quindi modulo a due punte o a una punta e tre trequartisti, etc.); oppure: senza Bremer, visto che la difesa si indebolisce, chiudiamoci ancora di più (Kalulu esterno, 3-5-1-1, etc.). Non ci voglio pensare...
  2. Ero allo Stadio sia all'andata (Torino) sia al ritorno (Olimpico)...: e al ritorno soffrimmo molto di più (non so se perché Tudor scelse di tornare alla difesa a tre). Possiamo esercitarci intellettualmente quanto vogliamo sulla difesa a quattro ma - come lascia intuire Jouvans - Tudor non abbandonerà il modulo a tre dietro.
  3. Lohengrin

    Koopmeiners difensore centrale

    Insieme a Milik...
  4. Il vero problema non è, guardando al passato, se Bremer sia stato gestito correttamente dallo staff medico (parto dal presupposto che sia così perché non abbiamo nessun elemento in senso contrario). Il vero problema è, guardando al futuro, come lo sostituiremo...
  5. Mi sembra che siamo sulla stessa lunghezza d'onda (on the same page, come dicono quelli bravi...). Anche Allegri - gran furbacchione- evocava l'ippica ma sono convinto che fosse assolutamente consapevole della centralità dell'allenatore (anche per giustificare il suo lauto stipendio). Ed è una cosa talmente ovvia per me, come scrivevo prima, da non meritare ulteriore discussione. Sarebbe come affermare che in una società per azioni l'amministrazione delegato non conta perché tanto è sufficiente avere i dirigenti bravi che sanno da soli cosa fare "in campo". Provate un po' a sostenerlo e vi prenderanno per folli...
  6. La verità sta sempre nel mezzo: motivo per il quale la diatriba "è più importante l'allenatore o la qualità dei giocatori" non l'ho mai capita (mi sembra un po' come chiedersi "è nato prima l'uovo o la gallina"?). È anche una questione di obiettivi. Se lo scopo è quello di far giocare in modo dignitoso (o innovativo) una squadra con un buon livello medio di calciatori è necessario (e sufficiente) un allenatore capace, che abbia in testa un'idea di gioco, che sappia gestire lo spogliatoio e gli umori dei suoi. Ma per vincere la Champions un grande allenatore non basta: ci vuole Vitinha (o Xavi o Rodri o Pirlo o Modric, fate voi).
  7. Esempio paradigmatico del "meraviglioso mondo" del pallone: un professionista che incassa milioni - ripeto: milioni - di Euro netti - ripeto: netti - senza un solo - ripeto: un solo - giorno di "lavoro". Difficile che possa durare un sistema costruito così.
  8. Davvero interessante (come quasi tutti i contributi pubblicati su quel sito). E grazie ovviamente a Jouvans per averlo postato. Al di là di evocare situazioni passate che avevo rimosso (Baggio sostituito da Sacchi: veramente una eresia, come a dire: sei un lusso che non possiamo permetterci in dieci; e non possiamo neppure dimenticare Signori schierato esterno sinistro tutta fascia...), la domanda di fondo forse non è perché l'Italia non produca più campioni ma perché calcisticamente sia scesa così in basso (si può allestire e far giocare alla grande una squadra anche senza Rivera o Platini). Discorso estremamente complesso che ovviamente parte dai vivai, dall'insegnamento della tecnica (ancora ricordo quando cinquant'anni fa alla scuola calcio del Coni ci mettevano in un hangar a colpire una palla appesa a una corda per insegnarci a stopparla quando ripiombava giù...). Ma è anche un fatto culturale che va ben oltre il discorso "compriamo solo giocatori grossi" per scimmiottare gli inglesi. È un discorso che riguarda il modo in cui ci si pone dinanzi al calcio da noi: in cui si discute per giorni su un rigore o fallo laterale invertito e i commenti tecnici sono inesistenti o riservati a pochi eletti, in cui la sconfitta è vissuta come un dramma e mai come una occasione per migliorare (e il più delle volte come una occasione per dare la colpa ad altro o altri: arbitro, calendario, mercato, etc.). Un sistema che brucia Luis Enrique e fa andate avanti Spalletti (beninteso: con tutto il rispetto per quest'ultimo). E poi c'è l'aspetto economico, purtroppo. Il nostro è ormai un calcio povero e non attrae più i talenti veri. Pensiamo agli stadi del 90% delle squadre di serie A e confrontiamoli con quelli di una squadra media inglese o tedesca. È come nel sistema universitario (o aziendale): le università (aziende) con più finanziamenti (capitali) attraggono i migliori professori (manager) che attraggono i migliori studenti (dipendenti) che fanno arrivare altri finanziamenti (capitali) che attraggono altri professori (manager) e così via. Soldi, cultura sportiva, tecnica, sacrificio. Poi, ma solo poi, forse anche la corporatura dei giocatori.
  9. Mah, l'unica cosa sensata è schierare l'attaccante che a giudizio dell'allenatore è il più in forma e inserirlo in un sistema di gioco che lo aiuti e non lo abbandoni come un naufrago su un'isola deserta. Sino ad ora l'unico attaccante che ha combinato qualcosa è stato Vlahovic. Quindi dovremmo metterlo sistematicamente in panchina (visto che andrà via a fine anno), continuando però a pagarlo fior di milioni, per provare a recuperare David e Openda (modello Koop)? Il ragionamento non fa una grinza.
  10. Nessun problema (e non sono ChatGPT..). Se le azioni sono "sottoscritte" vuol dire che l'azionista le ha "comprate"'per cui non può più "rifiutarle": deve pagare. L'ipotesi che fai - anch'essa consueta - è che al termine dell'operazione residuino nuove azioni inoptate (= nessun azionista le ha comprate). In questo caso gli amministratori le devono offrire in borsa dove le può comprare chiunque ed eventualmente, alla fine, collocarle direttamente presso chi vogliono. Normalmente quest'ultimo passaggio non c'è mai perché l'aumento è seguito da un consorzio di banche che assumono l'impegno di comprare l'inoptato (cioè, appunto, le nuove azioni provenienti dall'aumento che nessun azionista ha voluto).
  11. Quello che scrivi è corretto (e corrisponde a quanto ha scritto più volte @FuoriDalCoro). Se l'aumento di capitale è in opzione (come avviene il più delle volte) le nuove azioni vengono offerte a tutti gli azionisti in proporzione alla quota di capitale posseduta. Questo vuol dire che, se Tether ha il 10% di Juventus e l'assemblea straordinaria deliberasse di emettere 100 nuove azioni, 10 di queste nuove azioni dovrebbero essere offerte in opzione Tether. Tether avrebbe allora questa alternativa: esercitare il diritto di opzione e sottoscrivere le 10 azioni versando il prezzo di emissione (mantenendo così invariata la sua quota del 10%); oppure vendere il diritto di opzione sul mercato e diluirsi, visto che la sua quota peserebbe di meno su un numero di azioni maggiore. Ovviamente ci sono combinazioni intermedie (Tether potrebbe esercitare una parte dei diritti di opzione sottoscrivendo, ad es., 5 azioni e vendere la parte rimanente dei diritti di opzione; potrebbe anche comprare altre azioni sul mercato prima dell'avvio dell'operazione o comprare diritti di opzione quando verranno negoziati sul mercato in modo da incrementare ulteriormente la sua partecipazione).
  12. Tutto corretto. Solo due precisazioni a beneficio di chi non è del settore. L'aumento di capitale può essere deliberato direttamente dall'assemblea straordinaria oppure, previa delega di quest'ultima, dal consiglio di amministrazione (ove sarà presente il rappresentante di Tether). Il bond, a sua volta, non ha l'effetto diluitivo di un aumento di capitale senza diritto di opzione a meno che sia un bond convertibile (e quello della Juve non lo è).
  13. Hai perfettamente ragione. Ho escluso il Milan per ragioni affettive (era la squadra di mio papà) e perché, lo confesso sportivamente, il Milan degli olandesi (entusiasmante) è stata l'unica squadra diversa dalla mia amata Juve per la quale io abbia mai tifato in Europa.
  14. Vero. Ma non si può pretendere purtroppo una logica aristotelica e una coerenza ferrea dagli utenti di un forum (figuriamoci poi se numerosi come quello di VE). Per questo è tanto più importante il tuo topic, che riporta il discorso sul piano tecnico, e quindi oggettivo (cioè non arbitrario) e con toni (per lo più) pacati.
  15. Ecco quanto non avrei voluto leggere. "Sistemiamo la difesa e poi un gol lo facciamo". Come a dire: schieriamoci in non possesso a cinque dietro e speriamo nei gol di chi ha talento (Yildiz, Chico, Dusan). Una specie di filosofia allegriana andata a male. L'antitesi del credo calcistico di Tudor. Certamente l'antitesi di un calcio propositivo. Deve essere veramente in difficoltà (e temo non sappia che pesci prendere). Unica luce (si fa per dire)? Che comunque schiererà 11 interpreti di base del suo modulo senza rotazioni fantasiose.
  16. Eh già. È difficile non essere ripetitivi ma...mi ripeto. Non è vero che Tudor non sia un buon allenatore (e, Jouvans, lo hai spiegato plurime volte che Tudor le idee le ha). Il suo problema è la mancanza di autorevolezza e quindi di autostima. Pensate a un professore di un liceo prestigioso o di una università blasonata che deve, da un lato, farsi rispettare dagli studenti (altrimenti lo bullizzano) ma, nel contempo, essere empatico (altrimenti lo detestano). Non è semplice, devi avere qualcosa in più degli altri sul piano della formazione tecnica e dell'atteggiamento psicologico (penso sempre a Lippi o a Velasco: due monumenti; ma vedrete anche Gasp alla Roma). E Tudor, ahimè, non ha questo quid pluris, c'è poco da fare.
  17. Tendenzialmente cambiare allenatore è una scelta che equivale per il management a una clamorosa ammissione di colpa. E se finisci con l'avere tre allenatori a libro paga rischi pure che qualcuno (gli azionisti) ti chieda conto della scelta sbagliata. Certo: se la situazione precipita devi intervenire. Ma la Juve, oggettivamente, non è ancora lì (3 punti dalle prime, e in Champions niente è ancora compromesso). Non difendo Tudor, sia chiaro. Sto semplicemente descrivendo come ragiona un consiglio di amministrazione di una società quotata in borsa.
  18. Non conoscevo bene David e in queste prime apparizioni è stato deludente (vi immaginate Tevez che scivola in quel modo?). Nemmeno Higuain a inizio ritiro era così goffo. Per questo preferisco Dusan. Ma se l'alternativa è una girandola continua delle punte (unita a una girandola continua degli esterni) va bene allora anche puntare su David come attaccante di riferimento. Sperando che non sia quello che abbiamo "ammirato" sino a ora e che Tudor comprenda che deve affiancargli una seconda punta (Openda, non da esterno....) o comunque farlo giocare molto più vicino a giocatori associativi (Yildiz, Chico, Zhegrova).
  19. Lohengrin

    Tudor inadeguato al livello della Juventus?

    Bene, ti sei sfogato. Questo è il tuo pensiero. Il mio è differente. Critico Tudor - anche aspramente - ma non lo offendo (scempio tattico, allenatore da serie B, etc.). Ma soprattutto non mi è chiara l'alternativa che proponete.
  20. Infatti, sono d'accordo. La mia preoccupazione è, appunto, che Tudor non si senta "all'altezza" del posto in cui si trova e che oscilli tra la coperta di Linus del 3-4-2-1 e scelte fatte per non scontentare i giocatori (ad es., lasciando alcuni liberi di "interpretare" il ruolo cone credono, vedi Cambiaso, o ruotando in continuazione per far giocare tutti e non avere scontenti che remino contro). Questo intendevo affermando che Tudor - ad oggi (e sottolineo ad oggi) - non è autorevole o non lo è ai livelli di Allegri (che sta comunque riportando ai vertici un Milan la cui rosa, ancora una volta a mio personale avviso, non è minimamente superiore alla nostra).
  21. Lohengrin

    Tudor inadeguato al livello della Juventus?

    A me sembra invece esattamente il contrario. Il curriculum di un allenatore sul quale avresti tranquillamente potuto puntare (come facemmo con Lippi e Conte, all'epoca non proprio allenatori affermati). Tudor ha sempre fatto mediamente bene e ha mostrato di avere una sua idea di calcio. Obiettivamente, ora è in difficoltà e deve dare una sterzata, anzitutto mentale e poi tattica. Ma affermare, col solito giochetto del senno di poi, che fosse prevedibile un fallimento, questo proprio no. E - sia chiaro - siamo ancora ben lontani dal fallimento. Ma sarebbe miope da parte sua non vedere le prime crepe.
  22. Mi chiedo: ma se a un manager colpito da un provvedimento sanzionatorio della Consob o della Banca d'Italia che gli inibisce la possibilità di lavorare per un anno io rispondessi: "Certo, facciamo opposizione. Vinciamo? Bene. Perdiamo? Non è che puoi vincere sempre...". Sarei all'angolo della strada con la scimmietta e l'organetto. È questa mentalità che proprio non capisco. Al di là dei moduli (che sono comunque centrali) l'allenatore deve anche entrare nella testa dei giocatori, motivarli, incutere timore all'avversario, insomma farsi rispettare. In una parola: autorevolezza. Allegri, nella sua ultima pochezza tattica, è un allenatore autorevole. Tudor, purtroppo, no.
  23. Purtroppo non si vede la luce. Non c'è una sola idea tattica su cui valga la pena di discutere.
  24. Tre centrali e il Milan gioca a una punta (con Pulisic che sale a togliere i riferimenti...). Mah...
  25. Ciao. Non credo sia un OT, anzi è decisamente pertinente. Soulè è inserito in un sistema di gioco che Gasperini ha in testa da vent'anni. Il nostro problema è che, malgrado i proclami di Tudor e come Jouvans ci ha più volte spiegato, Igor non sembra applicare i principi che praticava in passato (aggressione alta, esterni propositivi, etc.). La conseguenza è che anche se lo avessimo tenuto, Soulè probabilmente non avrebbe reso come sta rendendo ora. La speranza - ma sta diventando stucchevole ripeterlo - è che Tudor dia un'impronta chiara alla squadra (noi speriamo offensiva ma andrebbe bene anche difensiva se l'esito fosse smettere di prendere 2/3 gol a partita...); e che dia certezze ai giocatori.
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