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  1. Ma bisogna considerare pure il contesto nel quale si gioca. Leggo le lamentele su Di Gregorio, che non sarà un campione, ma non mi sembra nemmeno così scarso (letto su Internet che ha vinto il premio di miglior portiere del torneo nell'anno precedente al passaggio alla Juve) e a tal proposito mi chiedo e ti chiedo: ma sarebbe stato esposto alle stesse critiche, se avesse giocato in una difesa come quella che vedeva schierati Bonucci, Barzagli e Chiellini? Secondo me no. Dipende molto anche dalle circostanze e dal tipo di squadra in cui si gioca. Per esempio, chi c'era prima di Di Gregorio? Szczęsny, un buon portiere, che la Juventus ha lasciato andare via perché non lo riteneva più affidabile (o anche per ridurre il monte ingaggi: non ricordo bene), anche se poi lo ha preso il Barcellona, da svincolato, e ha vinto altri 3 titoli, in Spagna. Insomma, la faccenda non è semplice. Comunque hai ragione sul fatto che ci sono portieri promettenti che poi non mantengono le promesse e c'è il timore che Di Gregorio sia stato un caso del genere, però prima di emettere un giudizio definitivo sarebbe interessante vederlo difendere i pali di una difesa della Juventus più forte di quella attuale.
  2. Gli errori li fanno tutti i portieri, anche i più bravi. Il problema è che quando sbaglia il portiere "dietro c'è solo la rete" (se non erro, è una citazione da Pepe Reina). Poi bisogna riconoscere che ce ne sono alcuni di livello superiore, che possono portare punti preziosi alla squadra, come è stato per Maignan contro l'Inter. Io ricordo però che anche lui, nella scorsa stagione, qualche cappellata l'ha fatta. Dipende anche dallo stato di forma del momento.
  3. Il problema nasce quando si perde, soprattutto se in maniera pesante, come capitato al Torino questa sera. Anch'io sarei curioso di vedere cosa accadrebbe al Como se subisse una sconfitta bruciante in casa. Ho sempre ammirato le tifoserie inglesi che continuano a incitare le loro squadre pure quando stanno perdendo. Cantano cori e sostengono la squadra fino al termine della partita, mentre in Italia spesso si tifa solo quando il risultato è in bilico o quando si è in vantaggio. Cosa che è un po' paradossale: il tifo servirebbe molto di più a chi ha bisogno di sostegno morale, a chi è più debole dell'avversario e può competere solo con grinta e volontà, non a chi vincerebbe comunque.
  4. Sì, ho capito. Comunque sono andato a rivedere il video. Effettivamente Britos dà una testata a Morata, che non se l'aspettava, però dai vari replay si capisce anche che effettivamente Morata era andato a provocarlo e non avrebbe dovuto, considerando anche la situazione. Questo ovviamente non giustificava la reazione del difensore, giustamente espulso. Spesso è la memoria a distorcere i fatti accaduti nel passato. Non si tratta di un'azione volontaria, nella maggior parte dei casi.
  5. Ma anche le scuse in fondo sono una sorta di umiliazione. Non è che i calciatori giocano apposta per perdere. Per loro è una sconfitta sportiva, ma anche professionale. A nessuno piace perdere. Le scene dei tifosi che poi pretendono di rimproverare sotto la curva i giocatori sono veramente l'apoteosi dell'arroganza e della mancanza di civiltà. Spesso fra quelli che rimproverano (diciamo così) dalla curva ci sono persone che ne hanno fatte di tutti i colori, in senso negativo. L'unica cosa che posso ammettere e magari anche apprezzare è la situazione in cui una squadra perde, ma ce l'ha messa tutta in maniera evidente, e va sotto la curva solo per essere applaudita per l'impegno profuso e viene spronata a fare meglio la volta successiva.
  6. Non avevo riflettuto sul fatto che oggi non c'era. Ma secondo te una sola assenza può determinare una sconfitta come quella di stasera? Tra l'altro, a me dispiace per Baroni, per il quale ho sempre provato stima e simpatia, ma dopo il secondo gol del Como si sono veramente sciolti. Ho rivissuto, da spettatore neutrale, il trauma dei 6 palloni presi dal Napoli in Olanda, in Champions.
  7. Una delle cose che mi piace di meno del calcio italiano è questa sorta di ordalia che deve affrontare una squadra sconfitta, soprattutto se in maniera pesante, come accaduto stasera al Torino, ossia quella di andare sotto la curva a farsi umiliare dai propri tifosi. Ma perché?
  8. Veramente non riesco a immaginare come si potrà sviluppare la lotta per la Champions. Fra la settima, in questo momento la Juventus, e la prima, la Roma, ci sono solo 7 punti. Se una squadra è capace di vincere 2/3 partite di fila può risalire la china. Fra la settima e la quarta posizione, l'ultima valida per la Champions, ci sono soltanto 4 punti. Analogamente, non fare punti per un paio di partite comporta il rischio di scendere precipitosamente nelle posizioni meno ambite. Non so quanto durerà questo equilibrio in testa, ma l'impressione è che possa durare.
  9. Non mi ricordo il derby, ma di solito il Torino riesce a concludere qualcosa quando si difende con le unghie e con i denti, magari ripartendo in contropiede quando possibile, e presumo che con la Juventus sia stato così. Se invece deve fare la partita, come stasera, rischia di affondare. Certo 5 gol subiti in casa sono una bella mazzata.
  10. Più guardo questa partita e più mi chiedo come abbia fatto il Napoli a farsi battere da questo Torino...
  11. 7 squadre in 7 punti ai primi posti. In questa stagione la lotta per la Champions rischia di essere molto complicata.
  12. L'ho notato anch'io. Non ho contato i secondi, ma ho visto che a un certo punto l'arbitro ha mosso una mano e pensavo lo avesse fatto per contare. Invece niente. Non saprei dire come mai. Non penso abbiano abolito la regola.
  13. Condivisibile, la penso come te, però il tifoso in fondo finisce sempre per essere contento se la propria squadra vince, anche se ha giocato male, o se ci riesce soprattutto per un colpo di fortuna. Confesso che, malgrado il principio generale, che condivido, anche a me è capitato, e temo capiterà ancora, di essere contento per una vittoria rubata, o per una squadra che gioca male, ma vince. Se però devo giudicare il gradimento per il tipo di gioco espresso, allora non posso fare a meno di notare che il gioco utilitaristico di Allegri non mi piace, così come non mi è spesso piaciuto quello di Conte (anche se ogni tanto ha provato a fare qualcosa di diverso, specialmente in questa stagione, fino all'infortunio di De Bruyne). Io ho ammirato il Sarri di Napoli, lo Spalletti dello scudetto napoletano, Italiano, sia a Firenze sia a Bologna. In Europa, il Barcellona, il Manchester City di Guardiola, o il Liverpool di Klopp. Questi sono i primi nomi che mi vengono in mente.
  14. A mente fredda, bisognerebbe ammettere che ieri sera l’Inter ha difeso male, ma è stata anche un po’ sfortunata. Il Milan ha giocato come l’ultima delle provinciali, con 11 uomini a difendere ai margini della propria area (spesso anche all’interno…), sperando in pali, portiere e contropiede, e gli è andata di lusso. Per quante partite si potrebbe ripetere una situazione del genere? Certo, Allegri è un maestro nell’arte di vincere lottando con le unghie con i denti, ma sono curioso di vedere come si evolverà il cammino del Milan contro squadre che giocheranno nello stesso modo, senza lasciarsi praterie alle spalle.
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