Vai al contenuto

Benvenuti su VecchiaSignora.com

Benvenuti su VecchiaSignora.com, il forum sulla Juventus più grande della rete. Per poter partecipare attivamente alla vita del forum è necessario registrarsi

ventinove

Utenti
  • Numero contenuti

    5.753
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Giorni con più "mi piace"

    3

Tutti i contenuti di ventinove

  1. ventinove

    È la Juventus peggiore di sempre?

    1988/89 Rispedito al mittente Rush, Boniperti riprovò la scommessa-Boninsegna prelevando dall'Inter il 33enne Altobelli. Partito benissimo in estate e nelle prime giornate, Spillo si infortunò segnando il primo gol a Roma (vincemmo 3-1 contro i giallorossi) e praticamente la sua stagione finì lì. Gli altri arrivi: il Koopmeiners di quegli anni (Zavarov), Marocchi -in mezzo a tanti rospi inizialmente sembrava un principe-, il piccolo furetto Rui Barros, Galia e Niccolò Napoli difensore proveniente dal Messina. Una brutta, brutta stagione per una brutta Juve.
  2. ventinove

    È la Juventus peggiore di sempre?

    Partito centravanti, venne ceduto alla Fiorentina. Si riciclò mediano di fatica.
  3. ventinove

    È la Juventus peggiore di sempre?

    Ma come possiamo solo pensarle certe cose?
  4. ventinove

    No, questi anni non sono come il 1986-1994

    Lo diceva anche Marotta direttore generale della Samp 15 anni fa.
  5. ventinove

    No, questi anni non sono come il 1986-1994

    Esatto. Pensiamo ad un altro contesto, quello del primo anno lippiano. La squadra rimase sostanzialmente la stessa ereditata da Boniperti e dal Trap, con un bilancio in rosso di quasi 200 miliardi. Le aggiunte "pesanti" furono Ferrara, Deschamps e Paulo Sousa. Nessun fuoriclasse epocale. Anzi, ricordo in quell'estate post Mondiale USA che il buon Moggi esordì vendendo il secondo miglior italiano al Mondiale (l'altro Baggio) e il secondo miglior marcatore juventino dell'ultimo biennio (Andy Moeller). Lippi aveva fatto benissimo a Napoli ma il suo miglior giocatore (Di Canio, di proprietà Juve) non venne considerato utile, e nelle intenzioni di Marcello la priorità era rendere la squadra (Roberto) Baggio-indipendente. Pensai che fosse un pazzo presuntuoso. Finché dopo Foggia (il Como di quegli anni) le cose cambiarono
  6. ventinove

    No, questi anni non sono come il 1986-1994

    Fu la più imbarazzante espressione di pavida remissione che io ricordi nella storia della Juve. Dopo un dignitoso 1-1 ad Highbury, ribattendo colpo su colpo per almeno 70 minuti al furore dei Gunners, a Torino iniziò la partita con l'intento di giungere al 90' sullo 0-0. Una roba molto simile a Barcellona-Juve del 1986, ma quella volta eri in trasferta. Che schifo faceva il Trap in Europa, mamma mia, con quella squadra un tecnico normale avrebbe vinto almeno un paio di Coppe dei Campioni in più. E il paradosso è che ancora oggi Trap è il tecnico juventino più vincente in Europa. Anche perché è stato sulla nostra panchina 13 anni.
  7. ventinove

    No, questi anni non sono come il 1986-1994

    Eh figurati, personalmente rincaro la dose e per me gridano vendetta pure Bruges (c'era sempre Happel, lo stesso tecnico che lo mise nel sacco ad Atene), l'eliminazione al primo turno la stagione successiva contro i Rangers, e per completare l'opera l'atteggiamento remissivo mostrato contro il Barcellona di Julio Alberto al Camp Nou. Hai voglia ad insultare l'albero genealogico di Pacione -che non fu affatto esente da colpe- ma il solito timore da trasferta che caratterizzava il Trap impedì alla squadra di osare un po' di più in Catalogna, magari uscendo con un risultato diverso. Per l'eliminazione subita dall'Anderlecht invece gli concedo attenuanti: gol misteriosamente annullato a Bruxelles e lo stramaledetto Jacky Munaron al Comunale che frantumò il ginocchio del mio idolo Bettega.
  8. ventinove

    No, questi anni non sono come il 1986-1994

    Il primo anno di Marotta ci portò fenomeni quali Rinaudo, Traorè, il Malaka Martinez, Aquilani, Marco Motta e Milos Krasic. Quest'ultimo, per quattro/cinque scorrazzate ad inizio stagione ci fece gridare al ritorno di un crack in maglia Juve. Salvo poi spegnersi gradualmente per finire addirittura ai margini l'anno successivo con Conte. A gennaio arrivarono in saldo Toni e Barzagli (Andrea addirittura voleva smettere di giocare), e il centravanti più in voga e disponibile al momento: Matri. Arrivammo comunque settimi. L'anno dopo la musica cambiò.
  9. ventinove

    No, questi anni non sono come il 1986-1994

    Secondo me un po' non gliene importa granché, un po' non ci arriva. In questo personaggio fatico ad intravedere emozioni, parla e si muove come un automa, sembra guidato da Chat Gpt in ogni cosa che dice e fa. In lui trionfano l'ovvio e la banalità. Bisognerebbe capire se nelle vene gli scorre sangue o liquido antigelo.
  10. ventinove

    No, questi anni non sono come il 1986-1994

    Beh, anche all'Inter. Per loro l'anomalia è stata il post Calciopoli. Prima 19 anni senza uno scudetto sul campo, dopo la porcata 11 anni senza titolo. Ora 2 in 5 anni da quando la Grande Nemica ha segnato il passo. Sono cicli, Ludwig, la viviamo male soprattutto perché siamo stati oggettivamente abituati troppo bene.
  11. ventinove

    No, questi anni non sono come il 1986-1994

    Ludwig, se vuoi una risposta a questa riflessione te la fornisco subito con la totale certezza di avere ragione, anche se non ho la sfera di cristallo nè possiedo il dono della divinazione. Un ciclo come quello dei 9 scudetti non su ripeterà mai più. Perché non è mai accaduto prima, è una meravigliosa anomalia (per noi, per gli avversari è stato un incubo infinito) irripetibile, favorita da una serie di fattori e situazioni nelle quali ci andò quasi tutto bene, al di là degli enormi meriti di management e staff tecnici. Già si perdevano nella notte dei tempi i due quinquenni di Juventus e Torino, roba pre e contemporanea alla Seconda Guerra Mondiale, e per quel che ci riguarda risaliva proprio agli anni Trenta l'unica volta in cui riuscimmo a vincere 3 scudetti di fila. Questa volta addirittura 9. Una roba enorme, che se da un lato non è stata abbastanza sottolineata, dall'altro ha creato nel tifoso juventino una certa dipendenza dal successo. Ma i Grandi Imperi crollano di colpo, anche se avvisaglie del declino si stavano notando negli ultimi 2/3 anni del ciclo vincente, diciamo dopo Cardiff. Siamo andati avanti a dominare per via della netta superiorità che vantavamo, ma piano piano gli avversari si organizzavano e i nemici pure. Siamo stati polli nel cadere nelle trappole preparate e abbiamo dato una mano con scelte assurde sia in campo che extracampo. 5 manager operativi in 7 anni, 6 allenatori (Allegri-Sarri-Pirlo-Allegri bis-Motta-Tudor), una confusione degna della peggiore Inter morattiana, purtroppo. La ricetta secondo il mio modesto parere è semplice: ci vuole pazienza e continuità, cambiare non gioverebbe a nulla, almeno per quel che riguarda la Società. Poi, le stagioni svoltano anche nei momenti e nei modi più imprevisti, e quel che è certo è che la Juve tornerà a vincere come sempre.
  12. ventinove

    No, questi anni non sono come il 1986-1994

    Bel post, Ludwig. Complimenti. Ho più o meno i tuoi anni, ricordo bene quel periodo. Quel che cambia rispetto ad oggi è la percezione, oltre all'aspetto umano e mediatico che ha totalmente cambiato il mondo, e il calcio di conseguenza. Parto dalla tua ultima considerazione, ovvero che oggi non riusciamo più ad attrarre campioni per tanti motivi. Credo non sia solo una questione di appetibilità ma di competenza e stabilità dirigenziale. Ho la vaga sensazione che i nostri dirigenti da un po' di tempo -diciamo dal post Marotta in poi- siano visti un po' come polli da spennare, comprano l'ottone al prezzo dell'oro e (s)vendono a prezzi di saldo. La scelta dei tecnici va di conseguenza, e parto da Sarri (non tanto la sua scelta, quanto le dinamiche interne che scaturirono sotto forma di fronde fra dirigenti e allenatore/calciatori), per continuare con la follia Pirlo, l'altrettanta follia Allegri-bis (quando un ciclo è finito, basta minestre riscaldate: l'eccezione fu Lippi, ma fu appunto un'eccezione), per poi cambiare con Motta e ora Tudor. Nel frattempo, il club è passato dalla gestione appassionata ma un po' troppo megalomane -e negli ultimi tempi addirittura sciagurata- di Andrea Agnelli, alla reggenza della proprietà nella persona del nipote dell'Avvocato. Non mi pronuncio sulle qualità umane e professionali di John Elkann se non per dire che per quel che riguarda la Juve di passione non ce n'è, di volontà di riportarla ai vertici mi pare ancor meno. Unica cosa positiva del suo mandato, ci ha messo il grano quando serviva e quando ancora serve. I dirigenti operativi che ci hanno accompagnati in questi anni post Marotta (ottobre 2018, di fatto estate dello stesso anno, affare Ronaldo) rispondono al nome di Paratici, Cherubini, Arrivabene, Giuntoli, Comolli. Con Scanavino a fare la guardia a Giuntoli. In 7 anni 5 manager diversi. Non è una cosa normale in un'azienda ordinaria, figuriamoci in una società di calcio. Può una società soggetta a questi tipi di variazioni essere considerata affidabile? Non credo. Ora, tornando al discorso "percezione", mi trovi d'accordo a metà. E ti spiego perché. Eravamo più o meno ventenni quando Platini ci lasciò, e se è vero che Boniperti aveva accumulato un certo credito per il suo passato, dobbiamo riconoscere a posteriori che nel giro di 2/3 anni si ritrovò completamente spiazzato non annusando il pericolo che si stava materializzando piano piano. Un conto era competere con l'Inter di Fraizzoli e il Milan di Buticchi/Colombo/Farina, la Fiorentina del conte Pontello e la Roma di Viola e... Andreotti. Un altro conto fu contrastare gli investimenti di Pellegrini ("il nostvo cuoco si è compvato l'Intev", disse con un certo snobismo Gianni Agnelli), l'all-in di Ferlaino con l'acquisto clamoroso di Maradona e la costruzione di una grande squadra (chi dice che Maradona vincesse da solo non sa cosa dice: quel Napoli era un grande gruppo, basta rileggere i nomi), lo tsunami-Berlusconi, colui il quale ha inventato il calcio per come lo vediamo oggi nella sua accezione peggiore. Berlusconi era l'Al Khelaifi, il Mansour o il Radcliffe di oggi. Dico Radcliffe perché ieri stavo guardando Liverpool-MUtd e un gol dei mancuniani lo ha segnato un certo Mbuemo, 26enne con 40 gol alle spalle in Premier League col Brentford, acquistato in estate per 71 milioni di sterline. Cifre che allora -fatte le debite proporzioni- spendeva Berlusconi, che per mettere subito in chiaro le cose scippò Donadoni alla Juve per 13 miliardi (più di quanto 2 anni prima il Napoli spese per Maradona), ponendo fine alla tradizione dello ius primae noctis che la Juventus andava ad esercitare su qualsiasi talento dell'Atalanta. Ma all'elenco manca un big spender: Paolo Mantovani, che costruì la Sampdoria sul modello del Como odierno, facendo razzia dei migliori giovani talenti italiani: Vierchowood, Lombardo, Vialli, Mancini, Mannini, Fusi su tutti, integrando con campioni stranieri esperti (Francis e Souness all'inizio, Cerezo e Mikhailichenko poi). Quella Sampdoria aprì un ciclo strappando calciatori alle grandi tradizionali, alla Juve in primis (ad es.Vialli sarebbe venuto a Torino da Cremona, se la Samp non avesse vinto l'asta). In questo quadro, Boniperti rimase spiazzato, e la sua filosofia anacronistica del "firma in bianco e la cifra la metto io" ci portò in una posizione subalterna. Dal punto di vista tecnico facemmo scelte imbarazzanti: un allenatore modesto, difensivista e senza grande personalità come Rino Marchesi, al quale al secondo anno consegnammo un mero finalizzatore come Rush per farlo servire dall'intristito Laudrup e dal sostituto di Platini -il quale probabilmente si ritirò anche per il carico di mestizia accumulato in quella stagione-, tale Marino Magrin. Soldà/Tricella per Scirea, il pur a tratti entusiasmante (soprattutto contro il Milan) Rui Barros, Zavarov (il Koopmeiners di quegli anni, nonostante le credenziali), onesti mestieranti come Niccolò Napoli (decise persino uno Juve-Inter), il bielorusso Aleinikov, Marocchi, Galia, Pasquale Bruno, Dario Bonetti, Angelo Alessio, e i due centravanti presi dalla serie B, Schillaci e Casiraghi. Ci si arrangiava insomma, ma da parenti poveri. È vero che nel 1990 arrivarono pure due coppe con Zoff, prima del ribaltone montezemoliano con Maifredi e i carneadi Bendoni e Governato in società, ma la sensazione di non essere mai all'altezza era evidente. Eravamo senz'anima, un po' come adesso. La restaurazione bonipertian-trapattoniana portò in dote la Coppa Uefa del 1993, vinta praticamente da Roberto Baggio, ma stagioni anonime in campionato con il complesso di inferiorità nei confronti dei milanesi ben evidente. Sì, Moeller (2 stagioni), Reuter (1 stagione), pagati cari come Vialli, ma tutti loro come anche Porrini (13 miliardi) resero meno del previsto. Eravamo un club che vivacchiava nella mediocrità accumulando debiti mostruosi -e Giraudo se ne lamentò- e fra le altre cose fummo eliminati in Coppa Uefa dal Cagliari, perdemmo malamente una Coppa Italia contro il primo Parma di Tanzi e rimediammo una sconfitta epocale (5-1) a Pescara. La cosa bella di quegli anni fu aver costruito un gruppo che con la Triade rappresentò l'architrave di tanti successi: Kohler e Baggio al principio, per un tempo più consistente Peruzzi, Vialli, Ravanelli, Conte, Kohler, il citato Porrini, Carrera, Torricelli, Di Livio, il giovane Del Piero, l'affidabile secondo portiere Rampulla. Questo per dirti che secondo me basta poco, e anche in questa squadra di oggi c'è del buono, ci vuole molta pazienza, tanta competenza (ce l'abbiamo? Non lo so) e una buona dose di deretano. In sintesi, speriamo che prima o poi i Pianeti si allineino di nuovo nel nostro segno, magari prima della scadenza dei 9 anni.
  13. Lippi è lo stesso al quale dissero: torni a Torino, però sappi che venderemo Zidane e Inzaghi. Di punta affidabile rimaneva Trezeguet, il quale aveva condiviso la stagione precedente spartendosi il ruolo con Pippo. E c'era l'incognita Del Piero, reduce da una stagione pessima post infortunio e da una non brillantissima appena terminata. In sede di campagna acquisti a Lippi presero un portiere, un difensore centrale e un centrocampista totalmente diverso da Zizou. Nedved faticò in principio sulla fascia, piano piano ingranò messo in mezzo. Thuram era inguardabile da centrale, il suo meglio lo diede sulla fascia destra. Altre invenzioni? Zambrotta terzino sinistro da ex ala destra, Tudor centrocampista davanti alla difesa. Decisiva la riesumazione di Conte e Ferrara dati per morti e invece rinvigoriti. D'accordo, il materiale oggi è diverso, ma lo possiamo dire col sennò di poi. Tutto ciò per dirci che l'allenatore deve far rendere al meglio ciò che il club mette a disposizione, altrimenti diventa un semplice selezionatore che si lamenta.
  14. Nella Juve che ho conosciuto io -da metà anni Settanta in poi- la Società faceva il mercato e l'allenatore metteva insieme i giocatori per farli rendere al meglio. Non il contrario.
  15. Non è andata affatto così. Gasperini ha fatto chiamare Chiellini dal suo agente, chiedendo un colloquio con Comolli. Comolli lo ha richiamato e gli ha posto lo domanda: "mi convinca a darle la panchina della Juve" Gasperini ha risposto da arrogante. Questi sono i fatti.
  16. ventinove

    Gatti e Cambiaso: una roba imbarazzante

    Viene il sospetto che da quasi un anno Cambiaso mandi il gemello ad allenarsi e in campo scenda lui. Incredibile involuzione. Gatti invece è limitato, tanta foga ma una serie di errori allucinanti e soprattutto elementari. Ma non da oggi.
  17. ventinove

    Juventus - Atalanta 1-1, commenti post partita

    D'accordo. La Roma in particolare ha vinto 4 partite che poteva pure perdere. Svilar ad oggi nettamente il miglior portiere del campionato, oggi il Verona lo ha bombardato. Ma ha vinto la Roma. Sono periodi così.
  18. Perché lo descrivono come uno zappatore. 🤮
  19. Se Tether farà aumento di capitale è probabile che Devasini scali la classifica. Tengono conto delle classifiche di Forbes
  20. É una vecchia conoscenza di Comolli. Ha lavorato con lui fra Liverpool e Arsenal
  21. Beh, hai ragione. Però va detto che al momento in cui il supercomputer (che detta così, fa molto Biscardi) stila i calendari le date europee sono già stabilite, indipendentemente dell'avversario che andremo ad incontrare. E sarà un caso, ma non è la prima volta in cui ci si presenta un ciclo terribile (o più di uno) mentre ad altri va piuttosto bene. Saremo sfortunati, che ci vogliamo fare?😁
  22. Commento senza senso, se ti interessa tanto la politica -visto la bandiera che hai in avatar, che io vieterei su un forum di calcio, ma è parere personale- il partito fondalo tu.
  23. Cominciamo ad andare al riposo con un gol di vantaggio e un uomo in più. Poi vediamo se quel vaticinio "il Verona avrebbe trovato il gol nel secondo tempo" si fosse concretizzato.
  24. Si. Difensore del Bologna che colpisce di testa in equilibrio precario e palla che sbatte contro il braccio di un compagno a neanche un metro di distanza. Palla inattesa pure quella.
×

Informazione Importante

Utilizziamo i cookie per migliorare questo sito web. Puoi regolare le tue impostazioni cookie o proseguire per confermare il tuo consenso.