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Soprattutto fisicamente il confronto coi nanetti del PSG è improponibile. Ogni corner sarà un possibile gol

Soprattutto fisicamente il confronto coi nanetti del PSG è improponibile. Ogni corner sarà un possibile gol

Il mondo è cambiato, i soldi stanno altrove, un ridimensionamento è inevitabile, anche se non fino a questo punto.

Sbagliato, la Juve dei cesellatori è finita con Heriberto Herrera, da lì in poi siamo sempre stati la Juve dei pragmatici. Certo, qualche grande cesellatore c'è stato, Platini, Zidane, Ronaldo ma i piedi di Gatti sono molto migliori dei piedi di Brio e Morini. Il guaio è, come hanno già detto altri, che non siamo cesellatori, non siamo pragmatici, non siamo mentalmente forti, non siamo fisicamente prestanti e non siamo tecnicamente decenti, in pratica non siamo niente. Siamo come l'Inter di Moratti, chiunque arrivava sembrava un brocco. E quindi, pur ritenendo del tutto fallimentare l'operato di Motta, ho l'impressione che la causa principale sia la dirigenza non competente.

Trenta secondi sono un'enormità. Ieri tra il fuorigioco e il gol non li ho misurati, ma ne saranno passati a malapena una quindicina.

Pensavo che dopo aver visto lo sviluppo del primo gol i commenti sul gioco di squadra ce li saremmo per una volta risparmiati. Quello che secondo me manca veramente è la preparazione per il tiro dai 20 metri; gli avversari sanno che non tiriamo in porta da fuori e si concentrano sulle altre soluzioni.

Capisco che questo è un topic sulla tattica ma stiamo pur sempre parlando di uomini. Se non sbaglio abbiamo giocato domenica con l'Inter, mercoledì col PSV, domenica col Cagliari e mercoledì contro l'Empoli, sono 4 partite in 11 giorni. Premesso che sono stato anche io disgustato dallo spettacolo offerto ieri sera, volevo far presente che né l'allenatore né la maggior parte dei giocatori sono abituati a giocare ogni 3 giorni. Un calo di concentrazione e anche di energie può essere possibile; probabilmente il momentaccio dell'Empoli, i ragazzini nella loro difesa e la palla gol creata nel primo minuto hanno contribuito a pensare che fosse tutto facile. Nel calcio conta il risultato e quindi l'eliminazione è imperdonabile però vediamo cosa succede adesso con un solo impegno e con il tempo sufficiente a preparare le partite, considerando come avete sostenuto voi, che i meccanismi di gioco non sono semplici. Da parte mia ritengo che una squadra senza ritmo e senza coraggio, ripiena solo di tattica non va da nessuna parte, perciò addosso gran parte delle colpe all' allenatore, ma magari mi sbaglio e con meno pressione le cose funzioneranno meglio.

Solo per dirti che i dati sono falsati dal rigore. Un rigore vale come big chance e vale 0.79 (mi pare) come XG. Però l'azione da cui scaturisce il rigore non era big chance e valeva zero come XG. Se togli i numeri derivati dalla * del portiere sei più vicino alla corretta lettura della partita.

Tutti i trottolini amorosi prima o poi fanno la stessa fine: i difensori li studiano , li raddoppiano, al limite li spintonano e in qualche modo ne limitano l'efficacia. Sarebbe importante la sovrapposizione del terzino, come avete già detto, ma ancora di più sarebbe importante fargli arrivare la palla rapidamente, prima che si materializzi il raddoppio in modo da giocare 1 contro 1. Considerando il valzer lento proposto da Motta tali situazioni non si verificano quasi mai e la vita per il nostro eroe si farà sempre più difficile.

Altre persone a carico della Federazione che girano per l'Italia. Ma se nel basket si è trovata la soluzione, e pure nel rugby, non vedo perché non dovrebbe essere possibile nel calcio.

La caviglia è peggio del ginocchio, più delicata. Van Basten smise relativamente giovane per colpa di una caviglia che non guariva. Per me non c'è finta malattia, speriamo che il guaio venga superato presto.

Tutto vero quello che dici, ma non è sufficiente a giustificare quello che vediamo, tutto sommato sono situazioni che si riproducono in tutte le squadre che hanno ambizioni di vertice. Secondo me invece proprio il fatto che siano giocatori giovani e non ancora affermati li pone in una situazione di subordine nei confronti dell' allenatore, in sostanza si sforzano di fare in partita quello che Motta chiede loro in allenamento. In parole povere vedo una squadra super allenata, votata a fare il compitino, che si riduce essenzialmente nel portare la palla agli esterni e vedere cosa succede. Contro le piccole abbiamo quasi sempre la palla noi e questo difetto viene esaltato, contro le squadre più forti siamo costretti a fare cose diverse e ce la caviamo meglio.

Problema tutto nostro. Non so se hai visto l'esultanza finale del Barcellona straqualificato ieri sera a Lisbona. Certo, vincere 5-4 ti dà una bella scarica di adrenalina, se tu imposti la partita per lo 0-0 difficilmente ti entusiasmi. Quindi problema tutto e solo nostro, la formula non c'entra niente: è la Juve che è noiosa, non il Torneo.

Appunto, l'unica spiegazione è che noi non vogliamo giocare in velocità per scelta strategica. Il nostro allenatore, come del resto quello precedente, ritiene che si debba giocare a basso ritmo e ciò permette agli avversari di organizzare la difesa schierata. Siamo 10-15 anni indietro come concetto di gioco del calcio.

Veramente è il contrario, abbiamo sempre fatto una discreta figura nelle partite importanti, soffriamo tanto quando troviamo squadre che corrono molto, ormai la lista è lunga: Stoccarda, Parma, Bologna, Bruges, addirittura il Venezia.

Giusto, doveva entrare Rouhi. Mah!!!!

Il fatto è che la squadra non ha una fisionomia chiara, è anche difficile capire come intervenire tatticamente. Si parte dal concetto base che vogliamo la palla tra i piedi per difenderci col possesso e coi ritmi bassi; in questo modo viene ovviamente un po' sacrificata la pericolosità offensiva: può non piacere (e a me non piace) però è un concetto teoricamente valido. Poi però succedono cose strane: andiamo in vantaggio contro le provinciali (situazione ideale) però Cagliari, Lecce e Venezia ci rimontano. Andiamo sotto nel punteggio (situazione peggiore rispetto al concetto base) e rimontiamo sempre, a volte addirittura in contropiede come contro Inter e Bologna. Ci lamentiamo delle squadre che si chiudono perché non troviamo spazi però le partite peggiori le abbiamo giocate contro chi ci ha aggredito (Stoccarda, Parma, Bologna). Abbiamo incontrato squadre che ci hanno negato il possesso di palla (City e Lipsia in superiorità numerica) e le abbiamo battute. È tutto un controsenso, i risultati direbbero che la squadra rende di più giocando in modo opposto a quello che vorremmo fare, e questo è chiaramente un grosso problema perché non si risolve né cambiando modulo né cambiando gli interpreti. Non resterebbe che cambiare allenatore ma significherebbe ricominciare tutto daccapo. Boh!!!!

Non si può fare. Abbiamo degli obblighi finanziari verso l'Uefa, dovremmo vendere per forza e ovviamente dovremo vendere i giocatori che avranno mercato, non quelli che avranno deluso. Stai pensando a Yildiz, a Bremer, a Kalulu? Risposta esatta. In estate abbiamo fatto una scommessa quasi pari a quella di Ronaldo, se va di nuovo male i tempi per tornare in alto si allungheranno di molto.

Succede che questo livello, senza i soldi della Champions League non si può mantenere. Quindi altro mercato dedicato a risolvere i problemi economici invece che quelli tecnici, conseguente indebolimento della rosa, ripartenza a livello Lazio/Roma con nuovo tecnico e nuove incognite. Una prospettiva niente male.

No, contro Lecce e Cagliari non lo puoi fare, ma avresti potuto farlo contro Stoccarda e Bologna, che ci hanno pressato alto e hanno tenuto palla a lungo nella nostra metà campo. Paradossalmente il 2-2 contro il Bologna è arrivato in contropiede quando ormai il tempo stava scadendo; per i primi 70' abbiamo avuto la pretesa di metterli in difficoltà giocando un calcio rimasticato con ritmi da oratorio. Nel calcio di oggi senza intensità non si va da nessuna parte, lo dimostra anche il City di ieri sera, a dispetto della sua strapotenza tecnica.

Il secondo dato non significa niente, è una semplificazione giornalistica, quello che conta è che i conti sono migliorati perché le spese sono diminuite. Ma l'anno prossimo non ci saranno AS,Tek, Chiesa and Co da sbolognare, né Soule, Iling e Kean da vendere. L'idea è che i soldi della CL e del mondiale possano far aumentare anche le entrate per rendere sostenibili gli acquisti che sono stati fatti. Se non andiamo in CL sono cavoli amari.

Non mi sono spiegato bene, Giuntoli fa parte del quadro, anche lui è sotto osservazione. La cornice è la contingenza economica in cui si sta muovendo, i conti disastrati, i paletti dell'Uefa che ne limitano i movimenti. Se non entriamo in CL la situazione diventa drammatica a quel punto più che un bravo DS servirà un miracolo.

Si ma questa è la cornice con cui occorre ovviamente fare i conti. Il quadro è però quello che succede in campo, quello va commentato a prescindere dalla cornice. Possiamo accettare di non vincere lo scudetto ma non possiamo accettare di arrivare quinti perché a quel punto dovresti cambiare anche la cornice con una ancora più malandata. Le ultime prestazioni sono preoccupanti perché sembriamo più deboli di qualunque avversario ci tocchi; passi per l'Inter ma non può passare per Stoccarda, Parma e Lazio in 10. Non può dipendere dalla cornice.

Io il tempo glielo dò, ci mancherebbe, però qui noi commentiamo l'attualità ed è innegabile che nelle ultime partite ci sia stata una involuzione drammatica in difesa. Se il problema è Danilo, come quasi tutti sospettiamo, mi aspetto che Danilo non vada in campo in modo da averne la prova. In questo senso parlavo di dilettante cui piace il rischio.

Allegri ormai è il passato, non so se qualcuno lo rimpiange ma ritengo che nessuno lo rivorrebbe. Il fatto è che tatticamente era un professore, pur all' interno di concetti calcistici ormai superati. A me quello che fa impressione è che sembra che alla guida della macchina Juventus ci sia un dilettante a cui per di più piace prendere rischi in curva e nei sorpassi mentre prima c'era un professionista che però non andava più su della terza marcia. Parafrasando un famoso film, se tutto va bene siamo rovinati.