-
Numero contenuti
6.397 -
Iscritto
-
Ultima visita
Tipo di contenuto
Profili
Forum
Calendario
Tutti i contenuti di Nepali Me
-
Juventus 2024/25: il grande inganno dell'anno zero
Nepali Me ha risposto a Dale_Cooper Discussione Juventus forum
Concordo in buona parte col post d'apertura. Giustamente si può pensare a più fattori per determinare il lavoro fatto da Giuntoli in due anni di Juventus. Il bilancio che doveva essere alleggerito, al momento, con ingaggi inferiori ma ammortamenti superiori non s'è alleggerito granché. Sono stati ceduti molti giocatori anziani e alla frutta, ma anche molti giovani molto promettenti che stanno facendo le fortune dei club che hanno investito su di loro. Parlare di ringiovanimento, in questi termini, viene difficile. Perché sì, non sono arrivati giocatori over30. Ma non è che Douglas Luiz, Koopmeiners, Nico Gonzalez e Kelly siano dei ragazzini del 2005. Ad oggi nel guardare alle operazioni di mercato, crescono i rimpianti più che le soddisfazioni, limitate fondamentalmente dagli azzeccatissimi innesti di Kalulu e Thuram. Per quanto riguarda i giocatori presi in prestito, la stragrande maggioranza di questi non si verrà riscattata, per livello del giocatore o per impossibilità economica. Parlo di Alcaraz e Conceicao, ma anche di Veiga e Muani. E' difficile essere felici del mercato svolto, dopo due anni e tante operazioni, se ancora ci sentiamo nella situazione di dover intervenire tanto sul mercato. Il vero disastro si compirebbe se tutto questo lavoro ci pregiudicasse persino la qualificazione alla prossima CL. L'obiettivo minimo sindacale assoluto per una società come la Juventus. Dopo le figuracce barbine nelle tre coppe, nazionali e non, e la scarsissima concorrenza per il quarto posto. Il vero fallimento sarà dover ripartire a ripensare tutto dal principio. Allenatore, titolari, panchinari, preparatori, dirigenti... Che grandissimo peccato. -
Si sta avvicinando, indubbiamente, ma non intende essere un alleato vero e proprio. L'India ha sempre visto come punto inamovibile della propria politica estera il non allineamento, credono molto nell'indian-way, le eventuali alleanze e collaborazioni sono sempre di natura contingente e mai sul lungo termine. Come partirono le sanzioni occidentali nei confronti della Russia, l'India prese volentieri le parti (e le risorse...) del Cremlino, nonostante le pressioni occidentali. L'India nel suo profondo resterà sempre una nazione anti-occidentale, che per loro è sinonimo di anti-coloniale, ma questo non li rende certo filo russi o filo cinesi, come non li ha mai resi filo comunisti o filo atlantisti. Il suo procurement militare è un fulgido esempio di questa volontà del non schierarsi. Materiale russo-sovietico, misto a materiale occidentale (spesso francese...), rapporti complessi con Israele, ondivaghi con Londra e Washington, persino con Roma. L'India ha come nemici chiari e dichiarati Cina, Pakistan e Bangladesh. Ciò che porterà loro vantaggi nei confronti di questi tre stati, che considera strangolatori e fomentatori delle divisioni interne, lo faranno. Ma mai al costo di allinearsi completamente ad un blocco o all'altro, perché il loro più grande timore è tornare sotto il controllo della superpotenza talassocratica di turno. Dopotutto, il loro spirito nazionalistico fonda le basi sull'indipendenza strappata col sangue dagli inglesi, trauma tutt'altro che dimenticato nel cuore degli indiani. Percezione fomentata dalla continua assistenza occidentale al Pakistan, tra l'altro.
-
Non saprei, sai? La Cina ha tutto l'interesse che il Pakistan resti un paese "stabile", nel limite del possibile. Parliamo di uno stato estremamente militarizzato, finanziariamente fallito da tempo, mantenuto in vita solamente grazie al fondo monetario internazionale, anche grazie alla spinta politica cinese e ai suoi investimenti. Stato fondamentale per la strategia cinese per una serie di ragioni: il contenimento dell'India, la Via della Seta (che passerà proprio dal Pakistan) e l'accesso sul mare arabico (bypassando eventuali blocchi navali sul mar cinese), per citarne alcune di macroscopiche. Secondo me ai cinesi questo conflitto piace ben poco. Specialmente se accendesse la miccia anche in Bangladesh, paese che si sta dimostrando sempre più attratto dalle sirene occidentali... C'è da dire che dai primi resoconti di queste ore la supposta potenza militare indiana ne esce ancora una volta con le ossa ammaccate. Gli obiettivi colpiti a discapito delle ingenti perdite subite non hanno certo fatto un fare un figurone a Delhi, anzi. L'India nei fatti è ben lontana dal creare grattacapi alla Cina, che sta su tutt'altro livello da ogni punto di vista, non credo sia così importante per Pechino involvere l'India in un conflitto col rischio di destabilizzare un alleato strategico fondamentale come il Pakistan. Potrebbe invece essere interesse di qualcun altro, che ha mostrato negli utlimi tempi una certa simpatia per Modi e molti dubbi sullo storico supporto occidentale al Pakistan... Non vorrei che l'India si sia sentita autorizzata da qualcuno a procedere in modo più disinibito del solito, visto che l'attuale governo ha messo da tempo la questione Kashmir al centro non solo dell'agenda nazionale, ma soprattutto della propaganda. Ipotesi, sensazioni, sia ben chiaro.
-
E' un osso di pollo, purtroppo per gli ucraini sono finiti per essere il campo di battaglia di qualcosa di MOLTO superiore a loro. Chi vincerà questa guerra, da un punto di vista strategico, lo si capirà non tanto dal futuro dell'Ucraina in sé, ma da tutto il contorno... Pensare di identificare il vincitore in base a quanti kmq diventeranno russi, secondo me, rischia di guardare il dito anziché la Luna.
- 7.081 risposte
-
Contesti da cui si sono ormai già ritirati da tempo, senza nemmeno preoccuparsi di avvisare i propri alleati delle loro intenzioni (vedi A-stan). Del nostro aiuto lì non sanno nemmeno cosa farsene, le missioni di "peace-keeping" sono già archiviate nella storia. Se mai un punto che prima o poi dovrà essere giocoforza sollevato è quello della presenza militare americana in Europa, dato che qui stazionano tutt'oggi 80k militari americani. Prima o poi qualcuno solleverà dubbi sulla loro utilità, e li vorrò proprio vedere come farà Trump a giustificarne la permanenza dato che dubito voglia riportarli tutti quanti a casa... Ma io sono perfettamente d'accordo con te, è una politica che indebolirà gli Stati Uniti in primis e che farà perdere loro l'Europa, un continente che continua ad avere un valore strategico immenso. Ma pare si siano davvero convinti di andare in quella direzione, non si può fare altro che prenderne atto, mantenere toni civili (difficile) e rapporti decenti (difficilissimo) gestendo il distacco. A me spaventa molto questo processo, pur nascondendo un potenziale di crescita importante per noi e l'UE in generale. È un'occasione, se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno, per guadagnare indipendenza strategica per la prima volta dal 45. Ciò che mi preoccupa è che tale processo è affidato ad una classe politica impreparata a questioni di tale portata, cresciuta su valori economicistici e che mai avrebbe pensato di dover gestire un processo di cambiamento di questo tipo. Non parlo solo dell'Italia, ovviamente.
- 7.081 risposte
-
- 2
-
-
Preparata o no, secondo me non fa un'enorme differenza. Si è visto di nuovo che le distanze tra Ucraina e Stati Uniti sono ormai quasi incolmabili. Piaccia o no, stanno cadendo molte delle certezze e degli equilibri di pace e difesa in Europa, come non accadeva da decenni. A Londra, a sensazione, il vero topic non sarà la pace ucraina, ma il destino della difesa europea nel prossimo futuro. Gli Stati Uniti si chiamano fuori. Dall'Ucraina, ma anche da tutto quello che accadrà da lì in avanti. Vogliono tornare a mettere tra noi e loro i 6000km di acqua che ci separano. Ora a Londra si discute di cosa capiterà dopo, soprattutto. L'Europa è nuda, Trump l'ha spogliata e sta di fatto legittimando ogni attore interessato a farne ciò che più gli aggrada. Forse non ci rendiamo conto della portata dei discorsi in atto. Siamo in un punto di svolta che genererà conseguenze enormi sul nostro futuro e su quello di questo continente. Possiamo solo sperare che prevalga il buon senso ed un sano realismo, cosa di cui purtroppo mi pare che le classi dirigenti europee latitino non poco.
- 7.081 risposte
-
- 4
-
-
Caracciolo secondo me, da analista dalla profonda cultura letteraria, ha centrato il punto a 8 e mezzo. E' finito l'Occidente transatlantico. Tutti siamo per la pace, ma personalmente sono piuttosto preoccupato dai recenti sviluppi. Se i termini sono quelli di cui si parla sui giornali, concordo.
- 7.081 risposte
-
Beh, ma parliamo di fantascienza ad oggi. Per ora i russi sono impantanati nel Donbass, per quanto conquistino qualche chilometro ogni giorno son ben lontani dall'annessione dell'Ucraina. Tra l'altro i russi stessi non credo vorrebbero annettere l'Ucraina, nemmeno se venisse offerta loro... E' chiaro che si debba trattare sulla situazione attuale del campo. Che le opinioni pubbliche si tenti di addomesticarle è indubbio. Che ci si riesca è un altro conto. L'opinione pubblica, ad esempio, è schierata a favore del popolo palestinese, nonostante i governi sostengano l'altra parte. Se la Nato vuole rafforzarsi e capitalizzare il suo rafforzamento dovrà dimostrare di portare a casa un risultato concreto dal conflitto, questo intendo. Altrimenti passerà molto poco tempo prima che ognuno torni a farsi i fatti propri e si torni a tagliare fondi alla difesa, come di consuetudine, magari tornando a importare massivamente gas da Mosca.
- 7.081 risposte
-
- 1
-
-
No attenzione, anch'io ritengo che Mosca abbia tutto l'interesse a trattare, dico solo che ancora non sono chiare le richieste di Mosca, quelle di Washington e quale distanza vi sia tra queste. Potremmo disquisire a lungo in merito, come detto a seconda dell'opinione di ciascuno le parti sono più o meno vicine, io un'idea definita ancora non me la sono fatta. Di sicuro entrambe le parti vogliono uscirne con una vittoria spendibile sia a livello internazionale che interno, e non mi pare molto semplice un tale compromesso. Magari sbaglio, ma lo scenario descritto da te (annessione di Crimea e territori occupati, mancato ingresso nella Nato dell'Ucraina, ricostruzione a spese occidentali) mi pare una vittoria totale di Mosca, più che un compromesso, in occidente quantomeno verrebbe vissuta come una disfatta totale uno scenario simile. A quelle condizioni temo che la guerra andrebbe avanti. Io invece ho la percezione che le opinioni pubbliche europee non vedano l'ora che si chiuda il conflitto in un modo o nell'altro, riaccedendo alle forniture di gas come un tempo. Quantomeno nell'Europa occidentale, ecco, mi rendo conto che nei paesi baltici la cosa sarebbe molto diversa. Penso che paesi come l'Italia e la Germania non vedano l'ora.
- 7.081 risposte
-
Per Trump è facile fermare l'Ucraina, che è ben diverso dal fermare la guerra. Ci si dimentica che gli Stati Uniti debbano convincere sia Kiev che Mosca. Se è vero che si può costringere la prima a cedere, può essere assai meno vero per la seconda. Qui ci si può perdere le settimane sul dibattere su cosa Mosca considererebbe accettabile, cosa no. Più che speculazioni non ci è dato sapere, tendenzialmente chi è a favore di un accordo sottostima le richieste di Mosca, chi è per il sostegno incondizionato ucraino ne sovrastima le pretese. Trump pare sicuro di ottenere un compromesso vantaggioso anche per Kiev, vedremo se è così davvero. Non credo comunque che gli Stati Uniti, a prescindere da Trump e dalle sue promesse, siano realmente disposti a consegnare una vittoria piena alla Russia. Gli americani hanno da perdere molto da un'altra sconfitta, in primis la propria credibilità come superpotenza, già messa seriamente in discussione. Personalmente mi trovo in grande disaccordo con questa tua parte Se me lo permetti senza alcun tono polemico, risponderei volentieri punto su punto. A livello strategico allo stato attuale non è così vero che sarebbe una vittoria per gli americani, anzi. Forse a livello di elettorato americano potrebbe anche essere vero. Ricordando comunque che a Trump d'ora in avanti dell'elettorato gliene fregherà il giusto, dato che è al suo ultimo mandato e non dovrà affrontare altre elezioni. Ammesso che al popolo alle amministrazioni americane sia facile far digerire un'altra sconfitta sul campo in ambito internazionale (ed ho i miei serissimi dubbi in merito), come reagirebbe il mondo dinnanzi all'ennesima sconfitta americana? Non dimentichiamoci che gli americani hanno spinto l'intero blocco occidentale a sborsare fior di quattrini per sostenere lo sforzo bellico ucraino, assumendosi di fatto la piena responsabilità della riuscita dell'operazione. Già agli alleati non è mai andata giù come venne gestito il ritiro dell'Afghanistan, dubito verrebbe preso con favore ora dopo centinaia di miliardi spesi in una guerra alle porte di casa. Hai voglia richiedere maggior partecipazione alla Nato quanto poi, a conti fatti, alla prima guerra seria affrontata come alleanza ci si ritira tanto facilmente e unilateralmente. Non parlo solo degli investimenti, ma della piena partecipazione all'alleanza la cui credibilità verrebbe di nuovo messa in dubbio. Chi si farebbe più coinvolgere in un'iniziativa militare dopo un tale fallimento? Anche il famoso "risveglio" nel riarmo europeo per ora è molto sulla carta e molto poco nella pratica, con piani pluriennali ambiziosissimi ma finanziati solo in minima parte e nei bilanci futuri, noi ne siamo un fulgido esempio. Un arresto improvviso dello sforzo ucraino potrebbe arrestare sul nascere tale riarmo, tanto sperato dagli americani. Specie in quei paesi che tutto sommato uno scontro diretto con Mosca non lo temono, vedasi praticamente ogni paese dell'alleanza a ovest della Polonia. Ad oggi l'unica macchina bellica che si è davvero scrostata le ruggini tornando a pieno regime è quella russa, difficilmente questo può essere visto come una vittoria strategica per Washington. L'economia russa, in realtà, dovesse finire il conflitto avrebbe tutte le carte in regola per riprendersi in un periodo relativamente breve. Questa comunque non è mai stata vissuta come una minaccia dall'occidente, anzi. Il Pil russo è francamente tra il modesto ed il ridicolo, lo era anche prima della guerra, e le prospettive di crescita più che modeste. L'unica minaccia agli interessi americani era l'esportazione di gas verso l'Europa, dinamica che aveva portato ad un certo avvicinamento diplomatico tra alcune realtà europee e quella russa. E' bastato che saltasse in aria un gasdotto per mettere le cose in chiaro, personalmente dubito fosse necessaria una guerra tanto lunga e costosa per un obiettivo tanto banale. Per quanto riguarda l'esercito russo, invece, temo sia quasi vero il contrario. E' probabilmente vero che uno sforzo simile avrà svuotato buona parte dei magazzini russi per uno o due decenni a venire. Per la stragrande maggioranza dei casi però parliamo di armi e munizioni accumulati durante la guerra fredda, materia di esiguo valore strategico, obsoleto e rilevante solo da un punto di vista quantitativo, totalmente inadatto ad un confronto diretto con potenze occidentali di primo piano. Mosca ha però riacceso (per davvero) la produzione bellica in quantità impressionanti. Dovesse interrompersi oggi il conflitto e dovesse mantenere ritmi produttivi simili non serviranno poi così tanti anni per rimpolpare i magazzini con materiale nettamente più moderno e combat-proven (perché sì, anche loro impareranno moltissimo da questa guerra). Mosca è probabile torni ad essere una potenza temibile anche nei conflitti proxy e convenzionali, cosa che per incapacità affidava ormai a mercenari quali la Wagner (che infatti è stata riassorbita con la forza...). Insomma, l'orso russo è stato svegliato e s'è ancor più saldamente legato a doppio filo con la Cina, non poteva andar peggio di così per gli Stati Uniti. Difficile definire tutto ciò un successo. Fondamentalmente gli unici successi evidenti sono, come dici tu, il distacco della Russia dall'Europa e qualche profitto in più sul gas, cosa di cui comunque gli americani non è che avessero disperato bisogno. Secondo me davvero troppo poco, anche perché il distacco russo è tutto da vedere che duri nel tempo. Se un accordo venisse trovato e ristabilisse la pace nella regione, non è da escludere che quei paesi che tanto giovavano della collaborazione economica con Mosca non tornino a parlarci a conflitto congelato. A me l'unico vincitore certo di questo conflitto, nello scenario attuale, pare come sempre Pechino. Si è ritrovata a far miliardi vendendo armi e semilavorati per sostenere lo sforzo di Mosca, finanziando con soldi altrui il proprio settore produttivo. Si è ritrovata ad intercettare un'enorme flusso di gas a cifre ridotte, pagandole persino in propria moneta, nutrendo così per anni la propria economia estremamente energivora. Facile che ne venga pure fuori immacolata, magari fungendo da parte terza interessata ad un accordo di pace. Il tutto senza rischiare assolutamente nulla, senza incrinare i rapporti con nessuno e continuando a produrre e a commerciare come se nulla fosse successo.
- 7.081 risposte
-
- 1
-
-
Ed ora che ha vinto Trump voglio vedere per quanto sarà loro concesso mantenere questa capacità.
-
Favorevole, nettamente favorevole.
-
Sono molto curioso di vedere in cosa consisteranno, nel concreto, gli sforzi dell'amministrazione Trump per una pace in Ucraina. Mi sono fatto ormai l'idea che le parti in modo informale si siano già parlate da mesi. Le parole di Medvedev non sono state spese a caso, secondo me. E' chiaro che lo sforzo bellico ucraino sia diretta conseguenza dell'impegno americano. In sospeso, tra l'altro, ci sono decine di miliardi di aiuti, già approvati ma non ancora arrivati a destinazione. Trump sembra sicuro di avere il potere di fermare il conflitto. Sicuramente ha il potere di ridurre al minimo le capacità ucraine di resistere. Sembra molto fiducioso di poter imporre uno stop anche a Mosca, dice lui, addirittura in sole 24h dal suo insediamento. Resta soltanto da capire cosa pensa di ottenere in cambio da Mosca e cosa intende concedere. Nel frattempo il rischio è che mentre si organizzeranno tavoli informali per trattare l'accordo, l'una e l'altra parte potrebbero essere incentivare a spingere il più possibile per giungere ai veri tavoli di trattativa nella miglior posizione possibile sul campo. Dopotutto, l'invasione nel Kursk ha questo esplicito scopo. Insomma, dovessero davvero aprirsi le trattative per lo stop al conflitto il rischio è che si potrebbero inasprire gli scontri. Forse il meteo ed il tremendo autunno ucraino, che in realtà fin qui sembra si stia dimostrando insolitamente mite e asciutto, potrebbero impedire le grandi manovre favorendo una "pausa" forzata. Staremo a vedere.
- 7.081 risposte
-
FT Norimberga-Juventus 3-0 | commenti post partita
Nepali Me ha risposto a Vs News Discussione Amarcord
Poi ci si chiede come mai non si aspettano i giovani... Già si tirano le conclusioni su un allenatore ed un progetto in un'amichevole di Luglio. Siamo irrecuperabili da questo punto di vista. -
.
-
.
-
.
-
Il problema israelo-palestinese è apparentemente senza soluzione. Israele non riconoscerà mai la Palestina. I palestinesi non accetteranno mai una pacificazione permanente con Israele. Un conflitto di questo tipo non sposta granché a livello geopolitico. Chi era filo palestinese lo rimane, chi era filoisraeliano lo resta, salvo un certo "imbarazzo". Finisce lì. A nessuno interessa abbastanza da esporsi per costringere le parti ad una soluzione. Una soluzione generata autonomamente dalle due parti pare allo stesso tempo impensabile, visto che da decenni non si trova un punto di incontro credibile. Viene ormai da rimpiangere l'avvicinamento ai tempi di Arafat e Sharon, due militari, riuscirono quasi a normalizzare le relazioni tra i due popoli. A noi resta l'antipatico giochetto del piccolo archeologo, andando a cercare nel passato chi era lì per primo, chi ha attaccato chi, chi ha ammazzato chi, come se fare la somma delle colpe potesse influire in qualche modo sul futuro di quella disgraziata regione. Chissà ad una famiglia palestinese, in questo momento, quanto gliene possa fregare delle nostre analisi, quando piovono bombe e si fa fatica a trovare un tetto ed un pasto. Chissà ad una famiglia israeliana, a cui hanno rapito una figlia e che ha il figlio in guerra, quanto si possa parlare di creazione di uno stato palestinese capeggiato da Hamas. Purtroppo tutti hanno un grande interesse a dibattere della questione, a strumentalizzare la cosa per sostenere uno o l'altro blocco, come se trovare la ragione e il torto fosse possibile o utile. La retorica dopotutto è gratis, fa molto comodo, anche ai governi che ottengono sostegno popolare prendendo le parti dell'una o dell'altra parte. Piangendo i morti con lacrime di coccodrillo, magari continuando a fare affari con Israele e rifiutando di accogliere i profughi da quella regione.
-
Ufficiale: Thiago Motta è il nuovo allenatore della Juventus
Nepali Me ha risposto a Dale_Cooper Discussione Archivio discussioni Vecchiasignora.com
Benvenuto Thiago -
Juventus - Salernitana 1-1, commenti post partita
Nepali Me ha risposto a homer75 Discussione Juventus forum
Davvero non ci sono più parole. -
Il pre-partita di VecchiaSignora: Juventus-Salernitana
Nepali Me ha risposto a giusardegna Discussione Amarcord
Speriamo bene, oggi partita fondamentale a dir poco.- 98 risposte
-
- pre partita
- juventus
-
(e 1 ancora)
Taggato come:
-
Spesso certe cose non le capiamo perché non sono destinate a noi, ci sfugge il contesto. Secondo me quando Macron si espone così, più che a Putin, sta parlando agli Stati Uniti e ad una certa parte di Europa in particolare...
- 7.081 risposte
-
- 1
-
-
La Francia non è pronta ad un confronto con la Russia, come non lo è nessun esercito europeo ora come ora. Non oggi, nell'immediato. Nessuno sta cercando il confronto diretto, direi che certe dichiarazioni andrebbero lette in un certo modo...
- 7.081 risposte
-
Se gli Stati Uniti hanno promesso alla Russia di non espandersi a Est, cosa piuttosto probabile, ha poca importanza. Non credo assolutamente alla favola della Russia che crede alla buona parola americana. Così come non credo alla verginità di Mosca, sorpresa dall'avvicinamento a ovest di Kiev, come se non influenzasse da decenni le politiche di quel paese conoscendone ogni aspetto e movimento. E' una narrazione, sicuramente molto efficace, ma è propaganda. Gli Stati Uniti non rispettano deliberatamente nemmeno trattati internazionali sottoscritti e firmati. Invadono paesi senza nemmeno il consenso dell'Onu e della Nato. Evacuano l'A-Stan senza nemmeno avvertire gli alleati lì presenti, ne spiano i presidenti, ammazzano gente in giro per il globo senza nemmeno sforzarsi di nasconderlo. Figurarsi se si premurano di mantenere promesse fatte ad un paese avversario trent'anni fa. Non penso nemmeno che la Russia, paese altrettanto scaltro e abituato alle logiche di potenza, possa aver fondato la sua politica internazionale su una promessa verbale fatta da un paese avversario. La Russia sta comprensibilmente giustificando le numerose infrazioni commesse puntando il dito su chi, nel tempo, ne ha infrante altrettante. Parliamo del nulla, sono discorsi utili solo a spostare l'opinione pubblica. Stiamo parlando di paesi che spendono milioni di vite senza battere ciglio, spesso contravvenendo alle più elementari leggi di diritto internazionale, che si danno del "bugiardo" puntandosi il ditino, come se una delle due parti potesse veramente porsi come emblemba della giustizia. Russia e USA si muovono secondo i propri interessi, senza guardare in faccia a nessuno, ed è così da decadi. Altro che promesse verbali. Dai, su.
- 7.081 risposte
-
- 1
-
-
Le previsioni sono un esercizio pericoloso, specie in tempi mutevoli come questi... Diciamo che qualcuno un po' di paura ce l'ha e si sta preparando all'evenienza. A me sembra che molte cancellerie europee debbano ancora assorbire lo shock. Due anni fa avrebbero scommesso che non sarebbe mai potuto accadere nulla di simile, ora invece temono possa accadere di nuovo. Personalmente, eccezion fatta per alcune aree di tensione già note da decenni (come la Transnistria), non credo si sia in vista di ulteriori invasioni. Comunque vada questo conflitto ha messo a dura prova le forze russe, nonostante le immense riserve e disponibilità. Sicuramente la Russia sarà in grado di rimpolpare le scorte col tempo, ma ci vorranno anni. Credo che come minimo dovrà finire questa guerra, in un modo o nell'altro, prima che Mosca si senta ragionevolmente sicura di affrontare un altro sfrozo simile. Fossi polacco, lituano o finlandese, emotività a parte, non temerei un imminente attacco diretto. Ciò nonostante mi preparerei all'eventualità, senza dubbio. Tornando a quell'affermazione al momento per me di vero c'è poco, se si parla dell'oggi o del domani. Anche perché ora la Russia ha gli occhi del mondo addosso, se stesse pianificando un'altra invasione lo si scoprirebbe nel giro di poche ore...
- 7.081 risposte
-
- 1
-