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No, non facciamo paragoni improri. Ai tempi si spendeva decisamente molto, ma molto di più. Il 2% del Pil è quanto basta a mantenere una forza militare difensiva in buono stato, senza alcuna velleità imperialista. Per dire, la Gran Bretagna investiva nelle Forze Armate il 22% del proprio PIL negli anni della prima guerra mondiale. Qui si parla di passare dall'1/1.5% all'1.5-2% nel giro di qualche anno. La spesa del 2% era in realtà un target stabilito internamente alla Nato già prima del conflitto, solo che prima di febbraio quasi nessuno lo stava rispettando.
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La Camera impegna il Governo a spendere il 2% del PIL per la Difesa 16/03/2022 | PIETRO BATACCHI Giornata molto importante oggi alla Camera dei Deputati, dove è stato approvato un ordine del giorno collegato al Decreto Ucraina che impegna il Governo ad “avviare l'incremento delle spese per la Difesa verso il traguardo del 2% PIL”. L’Ordine del Giorno, di iniziativa del Capogruppo in Commissione Difesa della Lega Paolo Roberto Ferrari, è stato approvato a stragrande maggioranza facendo registrare la convergenza di tutte le principali forze politiche rappresentate in Parlamento. Si tratta di un passaggio fondamentale, un vero e proprio crocevia nel mezzo di una guerra, quella in Ucraina, che sta dimostrando quanto sia fondamentale disporre di uno strumento militare moderno ed all’avanguardia, capace di tutelare la sicurezza e gli interessi del Paese. L’Italia si allineerebbe così a tutti quei Paesi europei che hanno già annunciato un aumento delle spese militari: dalla Svezia, alla Germania, dove il Cancelliere Scholz ha promesso per il 2022 un raddoppio del budget della Difesa, che passerebbe così da una cinquantina di miliardi di euro a 100 miliardi. E pure la richiesta dell’Amministrazione Biden per l’anno fiscale 2023 dovrebbe portare il Pentagono a “lambire” quota 800 miliardi di dollari. Insomma, la Guerra in Ucraina sembra aver dato un messaggio molto chiaro al quale tutti i Paesi avanzati sembrano voler rispondere imboccando la strada dell’aumento delle spese militari. Fonte: RID.it
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Discorso parecchio lungo. Sugli aspetti prettamente economici, mi fido di chi ne sa, non saprei dirti, ne so davvero troppo poco. Molti concordano nel ritrarre una Russia sempre meno potenza economica nei prossimi decenni, questo sì. Le proiezioni non sono particolarmente generose, ma nemmeno per noi a dire il vero. Sulle velleità autarchiche europee, purtroppo, stendo un velo pietoso. Sarebbe bello immaginare un'Europa indipendente energicamente, ma la vedo dura. Ad oggi, persino paesi ricchie e potenti come la Germania ricorrono al carbone per alimentarsi. Il nucleare potrebbe essere una parziale (ma importante) risposta, ma non è detto sia una pista praticabile, sicuramente non lo è in tempi brevi. Temo che per almeno una decade ancora l'Europa sarà ancora dipendente da certi tipi di importazioni.
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L'Europa oggi è un insieme di identità differenti con obiettivi e strategie spesso contrastanti, difficile dirlo. I paesi baltici, insieme probabilmente a Polonia e Romania, protetti dallo scudo Nato, chiederanno un maggior sostegno all'Ucraina. Finlandia, Svezia e Moldavia, vicini all'occidente ma esterni alla Nato, penso spingeranno per una descalation, essendo la loro sicurezza nazionale messa pesantemente in discussione (in particolare la Moldavia). Italia e Germania sono molto esposte a livello economico, invece, e penso che pure noi spingeremo il più possibile per una soluzione diplomatica. L'UK ha interessi simili a quelli americani, temo metteranno benzina sul fuoco. La Francia mi pare molto ambigua e, come sempre, segue la sua strada di sua iniziativa. Insomma, già non si riesce nemmeno a seguire una linea comune su come rapportarsi diplomaticamente alla questione, figuriamoci un serio piano energetico o di rifornimento di materie prime. Sono pessimista in merito... Vero, verissimo, la loro fine iniziò lì. Sono scenari, al momento. Nella Russia però intravedo sintomi preoccupanti, non esattamente incoraggianti, magari sbaglio. Su Taiwan sono molto più prudente invece. Prendere Taiwan si può, ma bisogna mettere in conto decine di migliaia di morti, mesi di guerra, completo isolamento internazionale e un probabile blocco navale del mar cinese. Ad oggi non credo che i cinesi vogliano affrontare una sfida del genere, hanno tempo, l'importante è che Taiwan non faccia passi eccessivamente occidentalisti in termini di trattati. Ogni giorno che passa la Cina è sempre più forte, la condizione ideale è continuare a ridurre il gap con gli americani sperando che i concorrenti internazionali si impantanino in A-stan e Ucraine varie. Se non sbaglio, comunque, il partito ha promesso l'annessione di Taiwan entro il 2049. C'è tempo. Indecenti veramente.
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La Russia non lo vorrebbe, ma dopo questa mossa potrebbe essere costretta per questioni prettamente finanziarie ad assumere quel ruolo. Il 900 ha già visto molti imperi venire detronizzati, non sarebbe il primo né l'ultimo ad essere declassato. Basti pensare a cosa è successo a Germania, Francia, UK, Turchia, Giappone e tanti altri. E' difficile pensare che i rapporti tra occidente e Russia si possano normalizzare nel breve periodo dopo quanto sta accadendo. Venissero troncati nettamente i rapporti (speriamo di no), per forza di cose Mosca dovrà appoggiarsi alla Cina per sostentarsi. Essere dipendenti, al punto che senza di essi si rischia il default in poche settimane, significa di fatto esserne già vassalli e rinunciare al ruolo di superpotenza. La Cina è un impero nascente, a livello diplomatico e militare, per quanto lo sia già a livello economico. Ma per quanto i media occidentali la dipingano come un impero aggressivo, i cinesi sanno essere molto pazienti. La cosa peggiore che può fare ora la Cina è impantanarsi in conflitti dal ritorno discutibile, come per esempio provare ad invadere Taiwan. Taiwan prima o poi potrebbe venire davvero attaccata, ci mancherebbe. Ma i tempi credo saranno molto lunghi. L'A-stan e l'Ucraina sono lì a dimostrare al mondo che invadere qualcuno non è mai facile. L'invasione dell'isola avrebbe un costo allucinante per la Cina, costo persino superiore a quello che i russi stanno pagando per l'Ucraina, e per come sono messe oggi le forze anfibie cinesi non è nemmeno detto che l'impresa possa riuscire. I cinesi si tengono ben stretto questo mondo così com'è, con un blocco occidentale in perenne difficoltà finanziarie e identitarie, una Russia decadente che si mette il bastone tra le ruote da sola ed un mondo sempre più intimamente dipendente dallo scambio commerciale con Pechino. Taiwan può aspettare, basta che non esageri negli ammiccamenti ad occidente.
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Mi rendo conto di aver acceso i toni in modo probabilmente eccessivo, di questo mi scuso con chi il topic lo legge, perché i miei ultimi messaggi non aiutano certo a renderlo leggibile. Ora ci do un taglio. Che ne pensi, invece, delle negoziazioni di Roma? Sono davvero curioso di conoscere il tuo punto di vista in merito.
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C'ho provato tre volte ad essere civile ed educato. Ho scritto qualche migliaio di righe in sto topic, argomentando concetti che insisti a voler semplificare in due righe. Ho cercato tre volte di chiudere sul nascere una conversazione completamente inutile e vuota di contenuti, fatta di provocazioni e risatine, di battute da bar, cominciata da te, non certo da me. Guarda che sei tu quello che ha iniziato a denigrare e perculare, mica io. Che c'è, ti urta che qualcuno ti risponda per le rime? Il tuo è un modo di discutere che può anche essere divertente se si parla di pallone, di ragazze, di sport e di altre leggerezze. Se hai voglia di discutere civilmente su argomenti riguardanti il topic, come fatto con tanti altri utenti, pure se in pieno disaccordo con me, vedrai che non ti percula nessuno. Se rispondi banalizzando, minimazzando, ridendo ed attribuendo concetti falsi oltre che offensivi per il puro gusto della provocazione, non puoi certo aspettarti risposte educate ed argomentate. Lou è in evidente disaccordo con me, eppure non l'ho perculato affatto.
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E' tristemente plausibile. Se la Nato e gli americani si sentono in diritto di armare gli ucraini, i cinesi possono sentirsi in diritto di armare i russi. Io spero che questo scenario, però, sia servito più che altro a provocare negli americani l'esigenza di un incontro come quello di ieri. Il protrarsi nel tempo del conflitto temo concili i desideri di americani e cinesi. Questa forse è la cosa più grave ed inquietante da un punto di vista europeo, oltre che umanitario. Nelle 6-7 ore romane possiamo solo sperare che i due colossi abbiano trovato buoni modi per contenere l'escalation a livello globale. Propagande a parte, questa si spera sia vista come priorità al momento. Il mio personale timore, però, è che questa alta tensione stritoli soprattutto russi, ucraini ed europei. Gli americani possono benissimo reggere il colpo delle ritorsioni economiche russe, e lo si è ben capito in queste settimane. Ad un prezzo relativamente basso, mettendo benzina sul fuoco, stanno riavvicinando a sé le pecore smarrite della Nato, e stanno infliggendo un colpo terribile allo storico nemico. Come dicevo due settimane fa, gli americani un regalo del genere dai russi non se lo sarebbero mai aspettati, sotto sotto gongolano. I Cinesi, nel frattempo, non vedevano l'ora di avere l'esclusiva sulle materie prime russe. In pieno stile cinese, nel pragmatismo diplomatico più cinico possibile, anche loro stanno banchettando sui litigi regionali europei. Affamati insaziabilmente di materie prime, ora potranno importarne in quantità a prezzi stracciati, grazie al crollo del rublo e alla chiusura delle esportazioni verso occidente. Le spire del dragone sull'orso si stringono sempre di più, perché ricordiamocelo sempre, la Cina non ha certo in mente di condividere il trono di superpotenza coi russi, e se è vero che non muoveranno mai guerra diretta, è vero che un'occasione del genere potrebbe non ricapitargli. Statistiche sul Pil a parte, questa vicenda incorona definitivamente la Cina come reale superpotenza a tuttotondo. Superiore a livello economico, finanziario, diplomatico, forse pure militare (deterrenza nucleare a parte, da quel che sappiamo) rispetto alla Russia. Ora sì, è evidente al mondo intero, lo sparring partner tra Cina e Russia è diventata la Russia. Tutto questo per dire che più si impantana Mosca, più si fomenta la russofobia, più si attaccano i legami commerciali tra russi ed europei, meglio è per americani e cinesi, il cui unico interesse potrebbe essere quello di contenere questo conflitto allo stadio attuale, senza doversi trovare costretti ad intervenire militarmente. Come sempre, nel grande gioco delle nazioni, gli interessi dei piccoli stati conta poco o niente, se non come mera moneta di scambio. Ovviamente da europeo e da essere umano, ignorando la logica, spero che quelle 6 fatidiche ore siano servite a porre le basi per la pace.
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Bravo, sei un vero imparziale difensore dei diritti umani e del diritto internazionale. Presto Nobel per la pace, mi dicono. Applauso. Grazie per averci avvisato che chi bombarda non è un santo, non ci era arrivato proprio nessuno fin qui. Davvero illuminante. Fin qui tutti noi stavamo decantando le bombe su Belgrado, hai fatto bene a dirlo. Dopo la perla "morti di serie A e morti di serie B", dopo il rilancio "non ci sono buoni e cattivi", ora la massima definitiva "le bombe non hanno se e non hanno però". Bravo. Mi aspetto altre frasi ad effetto da baci Perugina da parte tua. Sempre con quel tono tagliente da grande provocatore. Mi aspetto un "fate l'amore e non fate la guerra" come prossimo post. Ah, ho scritto una pagina fa che la Nato ha dato il peggio di sé in Serbia, ma ignoralo. Ho parlato di USA paese imperialista, di Europa del futuro fuori dalla Nato, di Europa che paga il prezzo per le convenienze degli imperi, ma niente, ignoralo. Ho persino parlato di fascinazioni neonaziste negli eserciti occidentali e ucraino, ma fa niente, ignora tutto. Continua a scrivere cose a caso, dato che ti viene così bene. L'importante è fare il figo quotando a caso messaggi a caso rinfacciando cose a caso senza aver letto una mazza. Sempre tutto molto a caso, senza entrare mai nel merito, quello mai, c'è sempre il buonismo ed il benalstrismo dietro al quale nascondersi efficacemente. Evita di quotarmi d'ora in avanti, grazie.
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Ti dirò, sono stanco di commentare gente che in 2 righe e un emoticon banalizza qualsiasi cosa senza leggere una mazza. In 176 pagine l'avrò scritto 800 volte che non ci sono buoni in questa storia. Ma capisci un po' quel che ti pare, solo non attribuirmi pensieri non miei, per piacere. Toh, ti metto un emoticon, visto che ti piacciono tanto
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No. Mi tengo la versione estesa se per te non è un problema, ma grazie lo stesso per lo sforzo.
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Guarda, in ex-jugoslavia, osservatori o meno, han fatto tutti una figura pessima. La Nato, l'Onu, l'Europa, i serbi, i croati, gli sloveni. Tutti. Hanno tutti dato il peggio del peggio. Dopo 30 anni ancora oggi la questione è tutt'altro che risolta, ma a sensazione mi vien da dire che forse, dico forse, l'annichilimento della Serbia giovò a garantire un trentennio di pace fragile a quel lato disgraziato d'Europa. Di certo c'è che la caduta di uno stato ricco di potenziale come la Jugoslavia ci ha lasciato in eredità una zona di mondo più instabile e povera. La Slovenia è uno stato per modo di dire, più che a sovranità limitata è uno stato a sovranità fittizia. La Croazia, nonostante tremendi crimini commessi, si è presa tutto ciò che di valore c'era da prendere isolando la Bosnia. La Serbia è lo stato che, insieme alla Croazia, ne è uscita meglio (col senno di poi s'intende), anche se decisamente ridimensionata nella forza e nelle aspirazioni, ma quantomeno conserva un minimo di stabilità. La Bosnia, purtroppo, ne è uscita dilaniata, e temo che relativamente presto si riaprirà la questione. Quel che si è fatto in Jugoslavia, non parlo solo di noi occidentali, è l'esempio perfetto da non imitare mai più in futuro. Personalmente sono contrario a quasi ogni referendum indipendentista. Non credo minimamente nell'autodeterminazione dei popoli e nel principio di stato-nazione. I nazionalismi e gli indipendentismi fanno il male del mondo nel loro complesso, e difficilmente portano a un arricchimento della regione. Banalizzando all'estremo e facendo di tutta un'erba un fascio, possiamo immaginare cosa diventerebbe l'Europa se ad ogni movimento indipendentista venisse riconosciuto il diritto di autodeterminarsi. Ridiamoci su...
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Referendum anticostituzionale, illegale, senza osservatori internazionali... Valeva meno di quello catalano, sulla carta. Comunque certo, lì non ha sparato un colpo ed è proabile abbia avuto pieno sostegno della popolazione locale. E' stato abile, di fatti la comunità internazionale al tempo ha storto il naso e poco più, anche se quell'annessione è stata un punto di non ritorno nei rapporti tra ucraina e regioni indipendentiste. Putin ha tremendamente sottovalutato l'inevitabile reazione dell'occidente a questa operazione, così come la difficoltà tecnica della stessa. Resto convinto che se potesse tornare indietro non lo rifarebbe mai, proprio per questo cercherei di offrirgli un'agile via d'uscita. Non perché ha ragione, non perché lo merita, non perché stimo Zelensky, non perché han ragione europei o americani. Ma perché se si va avanti così le possibilità che una miscalculation porti a gravi conseguenze, persino più gravi della ttuali, vanno aumentando anziché diminuendo.
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Ecco, su questi due punti invece quoto anche le virgole
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1) Lo farà presto, di questo passo. La Crimea già ne fa parte dal 2014, con tanto di festa nazionale russa per celebrarne l'annessione. 2) Bombardare e invadere sono due cose un attimino diverse, però. Non dal punto di vista etico, magari. Ma nessuno ha annesso nessuno, e se permetti, fa molta differenza. L'Onu comunque mandò a proteggere i bosniaci dai serbri, e non dalla Nato (con scarsissimi risultati, ma quella è altra storia). 3) Il veto la Russia era scontato, ci mancherebbe. Ad ogni modo dimmi quanti hanno votato a favore della Russia, in proporzione alla popolazione mondiale, così ci facciamo due risate. Gli astenuti sono astenuti, non sostenitori. Compresa la Cina che avrebbe dovuto, secondo molti, appoggiare in toto lo sforzo russo... 4) La guerra non è finita. Ma le parole di Putin mi sono sembrate estremamente chiare. "L'Ucraina è un'invenzione bloscevica". 5) Sì, una guerra civile con 2000 morti all'anno. Per ora in meno di 20 giorni si parla di milioni di profughi e decina di migliaia di morti. Inutile fare paragoni poi con gli orrori della guerra jugoslava, mica solo a firma serba. Solo a Srebrenica, un paesino, 8600 persone giustiziate tra i civili. Solo lì, in pochi giorni. Molto, molto diverso. 6)
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Le analisi identitarie aiutano a capire le dinamiche (soprattutto politiche) di certi eventi, ed ha ragione Fabbri, non sono questioni da banalizzare. Personalmente se dovessi dire la mia sul concetto di paese Ucraina verrebbe giù il topic intero. Il punto però è che esiste, anche se fragile, un diritto internazionale. Diritto internazionale che i russi stessi riconoscono. Secondo il diritto internazionale, e secondo la stessa russia fino a fine febbraio 2022, la sovranità ucraina è riconosciuta pienamente, così com'è oggi. A livello diplomatico era ragionevole discutere di una revisione dello status di alcuni territori. S'è fatto più volte in più teatri, anche in Europa, per esempio si continua a farlo faticosamente nei balcani. In Ucraina è scoppiata una guerra civile per queste ragioni. Ragioni che per me, che sono agli antipodi del nazionalismo, sono completamente prive di prospettiva e di buonsenso. Per gli ucraini ed i russi d'Ucraina queste cose hanno molta più importanza, altrimenti non si batterebbero alla morte per queste. Fin qui capisco i distinguo ed i tentativi di non banalizzare la questione, ma bisogna fermarsi qui. Perché il punto della questione non è tanto quanto fatto da indipendentisti o governativi in Donbass su territorio ucraino. Perché fino a quel punto si parlava di una tragedia ma interna alla sovranità ucraina, e le varie potenze non facevano altro che appoggiare economicamente e politicamente le parti, secondo convenienza. Il punto è che la rilevanza del conflitto è diventata internazionale a causa dell'intervento militare russo. Cominciando ad annettere parte di questi territori al proprio stato, per esempio (già questo è per definizione un atto di guerra, per il diritto internazionale). Inserendo proprie istituzioni sul territorio ucraino, comprese vere e proprie forze armate. Svolgendo esercitazioni illegali (quelle ai confini con l'URSS erano legali, tanto da mostrare osservatori russi sul campo delle stesse in pieno territorio Nato su invito dell'Alleanza utili a mascherare un'invasione di un paese sovrano. Tutte azioni che violano tremendamente il diritto internazionale e che già ponevano di fatto in guerra Ucraina e Russia da anni, motivo per il quale non sarebbe mai entrata nella Nato o nell'UE (come accaduto con la Georgia). L'invasione però ha cambiato tutto, inevitabilmente. Perché rompendo i canali diplomatici ha costretto alla reazione del blocco avversario, dato che l'operazione è stata giustificata pubblicamente proprio per contenere il blocco avversario. Invasione che come ampiamente previsto non s'è limitata solo ai territori contesi o indipendentisti, ma sta raggiungendo i punti meno russofoni del paese. Asticella che s'è alzata ulteriormente con la minaccia esplicita e diretta di un attacco nucleare diretto verso paesi della Nato, che hanno dovuto di conseguenza attivare i protocolli di emergenza. Bisognerebbe aver l'onestà di dire che le ragioni storiche ed etniche, come spesso accade, hanno una valenza dal punto di vista della narrazione, e possono spiegare le ragioni che hanno portato alla guerra civile. Ma arrivati a questo punto, ormai, nessuno se non gli ucraini le ricorda nemmeno più. A Putin dei russi ucraini frega meno di zero, altrimenti non starebbe bombardando a tappeto quelle stesse città che rivendica come proprie, causando migliaia di morti civili. Così come all'occidente frega meno di zero dello status della democrazia ucraina, ovviamente. Mentre noi passiamo settimane a capire le ragioni del conflitto manchiamo il vero punto della questione. Quelle ragioni spiegano parzialmente la guerra civile ucraina, ma non spiegano nemmeno lontanamente l'attuale escalation.
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Ma fai apposta? Ho appena finito di scrivere sta frase "Ognuno può trovare l'episodio storico legittimante che vuole, andando a scavare da qui al Pleistocene." e mi rispondi citando un conflitto di natura completamente diversa, in un altro stato, avvenuto 30 anni fa? Se ci tieni ti scrivo le prime che mi vengono in mente, ma sull'argomento jugoslavia mi fermo qui visto che si va pericolosamente O.T, non intendo andare oltre. Le differenze sono numerose in verità. Per esempio non mi risulta, ma potrei sbagliare, che un pezzo di Jugoslavia sia diventato 51° stato americano. Possiamo provare a far finta che non sia successo, ma in Crimea è avvenuto esattamente questo. Non mi risulta che la Serbia sia stata invasa da 2/300.000 soldati americani, ma vado a memoria. Non mi risulta che nessuna potenza della Nato rivendicasse quei territori definendoli "parte integrante" del proprio stato. Mi risulta, poi, che l'ONU (quindi la comunità internazionale) condannasse l'operato della Serbia, tanto da mandarci i caschi blu. Qui l'ONU ha condannato i russi, ad oggi, e non gli ucraini. Come mai? Mi risulta che la Serbia oggi esista ancora e sia a tutt'oggi legata a doppio filo con la Russia. Siamo sicuri che Putin concederà all'Ucraina lo stesso lusso? Prove di genocidio ucraino su popolazione russa, risalenti al governo Zelensky, non ve ne sono. Putin afferma di averle ma non le sottopone alla comunità internazionale, come mai? Sei mai stato a Srebrenica? Io sì, lo consiglio a tutti. La stragrande maggioranza dei paesi appartenenti alla ex-jugoslavia oggi sono riconosciuti internazionalmente, il Donbass è fermo a 5. Fa eccezione il Kosovo, che di fatti non è uno stato, e nessuno ha intenzione di invadere la Serbia per questo. Nessuno ha usato la minaccia nucleare in ex-jugoslavia.
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Ognuno può trovare l'episodio storico legittimante che vuole, andando a scavare da qui al Pleistocene. Sarebbe meglio rimanere nel presente e nella percezione globale delle cose, cercando di uscire dalla propria percezione. L'Ucraina è uno stato. Questo è un fatto, ed è considerato tale globalmente. La sovranità ucraina è riconosciuta da tutto il mondo, ufficialmente anche dai russi stessi fino a 20 giorni fa, russi che loro malgrado ne hanno personalmente tracciato i confini. Le repubbliche indipendentiste del Donbass, invece, sono riconosciute esclusivamente da 5 paesi. La maggior parte di questi paesi, tra l'altro, ha iniziato a riconoscerle soltanto ora (coincidenze...). Tradotto: per il mondo intero, o quasi, il Donbass non ha ragione di essere uno stato indipendente, mentre l'Ucraina lo è. Mi sembrava il caso di ricordarlo.
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Se l'hanno fatto una volta, lo faranno molte altre volte. E' una linea che una volta superata non si fa mai troppa fatica a varcare di nuovo. Per quel che mi riguarda, spero che per questi vigliacchi arrivi il giorno di dover rispondere dei loro crimini davanti ad un tribunale dell'Aia.
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Non so voi, ma le immagini dell'ospedale di Mariupol sono state un punto di non ritorno, per me. Ho cercato di essere il più possibile pacato, in queste settimane, nel commentare quello che stava succedendo. Sarà sempre più difficile da ora in avanti.
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Avrei capito questo commento sotto altri video, non su questo onestamente.
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@Dale_Cooper Altro che FR24...
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Ah, bhé, sicuramente se paragoniamo i blocchi per modello sociale la cosa assume già più senso, se vogliamo. Tra le potenze potremmo identificare due macro-gruppi in questo modo, ma questo non ci aiuterebbe ad identificare i reali rapporti tra stati. In caso di convenienza tra dittature e democrazie si va d'accordissimo, così come Germania e Russia andavano d'accordissimo fino a Febbraio.
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Il mondo non è più diviso in due. Non esistono blocchi tagliati con l'accetta, non c'è più il muro di Berlino. Non cadiamo nell'errore di dipingere le situazioni nel modo in cui gli insegnanti a scuola ci dipinsero le guerre del 900. Parlare di blocchi, nel 2022, è anacronistico. E' come guardare con gli occhi del secondo 900 il primo 2000. E' fuorviante, distraente, illusorio, ma soprattutto è molto pericoloso. Le sfide e le tensioni del 2022 hanno somiglianze e parentele intime col passato, certamente. Ma gli attori sono diversi, i mezzi ed i sistemi pure. Putin non è né Stalin né Nicola II, la Russia non è l'URSS e nemmeno la Russia zarista. Biden non è Nixon né Lincoln, gli Stati Uniti sono cambiati profondamente anch'essi, non sono più gli anni di Elvis, Martin Luther King e Muhammad Alì. Così come la Cina è ormai lontana pronipote della rivolta dei Boxer e della "lunga marcia", così come Mao, pieni poteri a parte, ha veramente poco in comune con XiJinping. Studiare il passato aiuta a comprendere il presente, ma non ci si illuda, non aiuta affatto a predire il futuro. Secondo me stiamo attraversando una fase di riallineamento, dato che gli equilibri di forza sono mutati considerevolmente negli ultimi decenni. Le tensioni stanno trovando sfogo e necessità di risoluzione ora che s'è manifestata questa tensione in modo tangibile, dopo anni di accumulo, e non a caso anche le parti meno coinvolte nella faccenda fanno di tutto per far parte dei negoziati. Per citare XiJinping: "Un metro di ghiaccio non si forma in un solo giorno".
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Premessa necessaria. Sono antifascista, antinazista, antinazionalista e sono convinto che queste ideologie hanno distrutto l'Europa e causato la stragrande maggioranza dei problemi europei del 900. Tutto questo per non passare per quello che giustifica certe ideologie, specialmente nelle forze armate di qualsiasi paese. Bene. Premesso questo, sorprendersi che nelle forze armate occidentali (e non solo) ci siano nazionalisti simpatizzanti le dittature militariste, francamente, fa sorridere. Sia questa Ucraina, Polonia, Ungheria o qualsiasi altro paese che ha subito il comunismo ai tempi di Stalin. Non solo. Non si pensi che Germania, Italia, Francia, Spagna, Stati Uniti (etc.) abbiano forze armate e di polizia esenti dalla fascinazione di certe ideologie. C'è un motivo se le forze armate, in una democrazia, vengono gestite dalla politica, e mai viceversa.
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