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phoenix

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  1. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Non allarghiamo il discorso. Chi vuole restare per difendere il paese, può farlo e deve farlo. Ma per me non è giusto, anzi diventa un crimine per me costringere un 16enne a dover restare in zona di guerra, mentre i grandi capi fanno i gradassi a colpi di tweet o videoconferenze. I civili devono poter scegliere cosa fare, non sono soldati, non hanno un obbligo di dover morire in guerra.
  2. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Non è questo il discorso che ho fatto. Io sto parlando di civili, altrimenti potrei parlare di qualcuno dei soldati ucraini, giovani o non giovani, che piangono o che non hanno voglia di far guerra, come nel caso dei russi. Il punto del discorso è un altro: non è giusto che i civili siano costretti a restare, se non vogliono restare. Un ragazzo o un uomo che non ha volontà di fare una guerra e che è un civile, deve poter scegliere di lasciare il suo paese per raggiungere la propria famiglia.
  3. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Ci sono molti che davvero vogliono combattere, questo te lo assicuro. Il problema è costringere altri civili che non vogliono, ovvero persone normali, non combattenti, non soldati, non guerrieri. Questo non è giusto.
  4. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Stai facendo un discorso difficile da seguire, per me non ha senso. Io parlo di civili che non vogliono combattere e che sono costretti a restare, e tu mi parli di ragazzi russi giovani ma che sono soldati. Allora ti chiedo: per te un civile è come un soldato? Per me no.
  5. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Sono soldati, non civili. Qui parliamo di civili che non hanno scelta, non possono lasciare il paese: la capisci la differenza?
  6. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Al momento sono i civili ucraini quelli in pericolo, non i ragazzi russi.
  7. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Per me è criminale costringere un ragazzo a morire, che sia sempre successo non è una giustificazione. Uno deve essere libero di poter lasciare l'ucraina se non la sente di combattere. Per questo chiedo: quanto vale per loro la vita di un ragazzo o di un uomo? Tanti fanno i gradassi a parole, si sfidano a colpi di tweet o di videoconferenze, ma stanno ben lontani dal fronte e a morire sono gli altri. Un ragazzo di 16 anni sarebbe in teoria un combattente? ma scherziamo o cosa?
  8. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Invece sarebbe giusto farsi un'idea e giudicare. Dove sta scritto che uno che non vuole combattere, deve rimanere per forza? La vita di un uomo vale meno della vita di una donna? Perchè un ragazzo di 18 anni, più o meno, non ha diritto di scegliere?
  9. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Lo scopo sarebbe la no-fly zone.
  10. phoenix

    Guerra in Ucraina

    la vita di un uomo non vale nulla, non decidono loro se restare e combattere oppure andare via.. per me è assurdo
  11. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Se sono questi, sicuramente non finirà bene.
  12. phoenix

    Guerra in Ucraina

  13. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Ci credo poco, ma lo spero pure io.
  14. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Per me è solo un modo per smarcarsi. In pratica sta dicendo.. non spetta a noi cinesi intervenire, spetta a voi americani. Peccato che gli usa non possono fare nulla adesso, hanno usato una tattica aggressiva e non hanno conservato con i russi alcuna via diplomatica aperta.
  15. phoenix

    Guerra in Ucraina

  16. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Il gioco delle parti, pure abbastanza noioso. L'importante è non far parlare chi non è in grado.
  17. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Evitiamo di fare anche solo un accenno alla politica italiana e ai suoi partiti. Grazie.
  18. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Aggiungo che le sanzioni faranno forse soffrire la popolazione russa, questo porterà odio verso l'occidente. Questo odio può essere gestito da Putin in due maniere.
  19. phoenix

    Guerra in Ucraina

    questi sono stati armati da anni da qualcuno..
  20. phoenix

    Guerra in Ucraina

    vabbè, è ovvio
  21. phoenix

    Guerra in Ucraina

    vuol dire che sarebbero protetti da questi paesi in caso di attacco, non come ora che sono stati lasciati soli a combattere contro un gigante
  22. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Una bozza di accordo di pace in 15 punti su cui "Ucraina e Russia hanno fatto progressi significativi". Ne parla il Financial Times, secondo cui il piano include il cessate il fuoco ed il ritiro delle truppe russe in cambio della dichiarazioni di neutralità di Kiev, che dovrebbe accettare anche limiti alle sue forze armate. Secondo tre persone al corrente dei colloqui citate dal quotidiano britannico, la proposta nel suo complesso è stata discussa lunedì dai negoziatori dei due Paesi e implicherebbe la rinuncia dell'Ucraina ad entrare nella Nato, con la promessa di non ospitare basi militari stranieri. Kiev, tuttavia, avrebbe la 'protezione' di alleati come Stati Uniti, Regno Unito e Turchia. (...) Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che è troppo presto per svelare qualsiasi tipo di possibile intesa fra Mosca e Kiev per risolvere il conflitto in Ucraina. Lo riferisce l'agenzia stampa Ria Novosti, dopo la bozza di piano citata dal Financial Times.
  23. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Beh non mi sembra una bella mossa spingere la russia verso la cina. E non illudiamoci che alla fine di questa storia la Russia e l'europa/america torneranno ad avere rapporti commerciali. Ieri la von der leyen diceva che ci saranno sanzioni fino alla fine dell'invasione. Però, se i russi stanno cercando accordi con altri paesi, vedi appunto arabia, india, venezuela, cina ecc.. non vuol dire forse che loro hanno già deciso di fare a meno dell'europa?
  24. phoenix

    Guerra in Ucraina

    Dopo aver snobbato l’invito di Biden ad innalzare la pressione contro la Russia, con cui Riad ha trovato una sintonia nel contesto dell’Opec+, dopo aver mantenuto una linea di stretta neutralità nel caso ucraino, non promuovendo alcuna sanzione pur avendo votato a favore della risoluzione delle Nazioni Unite di condanna formale della Russia di Vladimir Putin, l’Arabia Saudita potrebbe dare un nuovo schiaffo a Washington aprendo al commercio petrolifero nella divisa cinese. Lo yuan-remnibi è fortemente sopravanzato dal Dollaro e anche dall’Euro come utilizzo negli scambi internazionali, in particolar modo per il fatto che il suo cambio con le altre valute è determinato dalla Banca centrale cinese giorno dopo giorno. Ma ora il Wall Street Journal ha rivelato che presto Riad potrebbe emettere titoli petroliferi denominati in yuan per diversificare le proprie esportazioni. Il quotidiano newyorkese ricorda che oggigiorno Riad “esporta 6,2 milioni di barili di petrolio al giorno” prezzandoli “esclusivamente in dollari” sui mercati globali. La Cina compra dall’Arabia Saudita “il 25% del suo fabbisogno in greggio”, per una media di 1,76 milioni di barili al giorno nel 2021, e, prezzandolo con lo yuan, otterrebbe un “notevole sviluppo per la sua valuta”. Da tempo Pechino persegue l’obiettivo della de-dollarizzazione del sistema internazionale e ottenere la sponda del governo guidato dal principe Mohammad bin Salman aiuterebbe non poco a quest’obiettivo. Da tempo la Cina mira a diventare la nazione più influente nella regione del Golfo e a colmare il vuoto che dopo l’ascesa alla presidenza di Biden gli Usa paiono esser pronti a lasciare a Riad. Mbs e i suoi sodali lamentano l’assalto politico per il caso Kashoggi, il mancato sostegno nella guerra in Yemen, i tentativi di Biden di negoziare con l’Iran, l’ascesa di Washington come rivale in campo energetico: da 2 milioni di barili al giorno oggi le esportazioni saudite di petrolio verso gli Usa sono scese a soli 500mila, meno di quanti ne garantisse la Russia (598mila in media) prima del recente embargo voluto da Biden. Dal 2018 Pechino utilizza titoli petroliferi fondati sullo yuan che hanno visto come primo utente il Venezuela di Nicolas Maduro, desideroso di avviare la transizione per la vendita del suo greggio sui mercati dal biglietto verde a un paniere di monete incentrato sul rublo e sullo yuan, e corteggia i sauditi per ottenere il loro assenso a una manovra di questo tipo. Il Wsj nota che “il serrato controllo valutario di Pechino” e “l’elevata volatilità” percepita dai mercati per lo yuan potrebbero rendere meno stabili le “entrate fiscali saudite” in caso di passaggio dal dollaro allo yuan come moneta per le forniture alla Cina, ma è pur sempre vero che la guerra in Ucraina pone l’intero sistema-mondo di fronte alla possibilità che il biglietto verde riconquisti il suo esorbitante privilegio. Invitando gli attori rivali di Washington o desiderosi di non farsi schiacciare di fronte alla necessità di compiere scelte strategiche. Per Washington l’ipotesi su cui Mbs e Pechino starebbero negoziando sarebbe un problema per diversi motivi. In primo luogo perchè vedrebbe lo yuan sfondare laddove storicamente il dollaro ha mantenuto la sua principale zolla di riferimento, i mercati energetici che sono uno dei cardini della stabilità globale. In secondo luogo, per la possibilità che si crei un effetto valanga di imitazioni. Il fatto che quello della Repubblica Popolare rappresenti il più grande mercato al mondo per le importazioni di greggio e abbia come riferimento la potenza manifatturiera e commerciale più importante su scala planetaria sposterebbe la bilancia, in caso di accordo col Paese chiave dell’Opec, per l’appetibilità di tale scelta da parte di altre nazioni. Terzo punto sarebbe la possibilità di spezzare definitivamente il filo sottile su cui l’architettura securitaria di Washington nel Golfo si è retta, l’asse con Riad inaugurato nel 1945 da Franklin Delano Roosevelt e fondato sul binomio tra sicurezza energetica (garantita da Riad) e sicurezza militare (offerta da Washington a Riad). Da tempo la Cina sta penetrando nel mercato energetico, infrastrutturale, securitario dell’Arabia Saudita minando la primazia a stelle e strisce. Così facendo potrebbe chiudere il cerchio. Infine, Pechino darebbe un colpo alla proiezione globale statunitense che, unitamente alle difficoltà di trovare una via precisa di condotta contro la Russia in Ucraina, aprirebbe scenari geopolitici non secondari. Ma a nostro avviso c’è un quinto punto, ad ora non pronosticabile perchè non dipendente da Usa, Cina e Arabia Saudita. L’ascesa del petro-yuan potrebbe essere la sveglia perchè anche l‘Europa si decida a fare lo stesso, iniziando a cercare di acquistare in euro e non più in dollari, finendo penalizzata dal rafforzamento del biglietto verde, gli asset energetici di cui ha notevole bisogno. Tale manovra, lo abbiamo ricordato di recente, sarebbe la via maestra per avviare un riequilibrio tra le due principali monete del campo occidentale in un contesto oggi dominato dal dollaro. E che lo yuan, da solo, non ha alcun modo di ribaltare. Si tratta di ragionamenti di prospettiva. Ma se sono arrivati alla testata simbolo del cuore finanziario americano, significa che qualcosa si sta muovendo. E andrà monitorato attentamente.
  25. phoenix

    Guerra in Ucraina

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