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kba

Andrea Fortunato

Post in rilievo

Voglio scusarmi con Bidescu se lo posto io.

Nell’estate del 1993 firma il contratto che lo lega alla Juventus; la società bianconera lo acquista per dodici miliardi di vecchie Lire e, per tutti gli addetti ai lavori, Andrea è destinato a diventare il miglior terzino sinistro italiano, raccogliendo l’eredità di Antonio Cabrini, non solo sul campo, ma anche nel cuore delle tifose bianconere.

«Mi fa arrabbiare questo paragone con Cabrini, lui è stato il più forte terzino del mondo, vi sembra una cosa logica ??? A me no; prima di raggiungere i suoi livelli, se mai ci riuscirò, ci vorrà tanto tempo».

La sua avventura a corte della “Vecchia signora” incomincia nel migliore dei modi: pre-campionato ad altissimo livello, debutto in Nazionale a Tallinn, il 22 settembre contro l’Estonia.

«Prometto sempre il massimo dell’impegno per la maglia. Darò sempre tutto me stesso ed alla fine uscirò dal campo a testa alta, per non essermi risparmiato».

È una corsa verso la gloria apparentemente inarrestabile ed invece Andrea rallenta, nella primavera del 1994. Si pensa che sia appagato, ha raggiunto la fama ed il successo in poco tempo; è arrivato alla Juventus, il massimo per ogni giocatore, ed ha perso il senso della modestia, pensa di essere già “arrivato”. Durante le ultime faticosissime partite, Andrea è accolta da fischi, da cori di scherno. Un giorno, alla fine di un allenamento, un tifoso juventino arriva a mollargli un ceffone, tanto per ricordargli la sua condizione di privilegiato e per fargli ritrovare la strada smarrita del sacrificio.

É l’inizio del calvario. Si trova presto una spiegazione a quel vuoto dentro, purtroppo, così come per quella febbre persistente che s’insinua nel suo organismo, provocandogli un continuo senso di spossatezza. Andrea si fa visitare, ma tutto sembra normale, il suo rendimento, però, continua a peggiorare.

Il 20 maggio del 1994 Andrea Fortunato è ricoverato in isolamento, presso la Divisione Universitaria di Ematologia delle “Molinette” di Torino. Dopo successivi esami medici, il risultato è agghiacciante: leucemia acuta linfoide !!!

Dall’ospedale delle “Molinette”, Andrea è trasferito a Perugia dove, grazie alla donazione della sorella Paola, subisce un primo trapianto di midollo osseo. L’esito è negativo, Andrea necessita di un nuovo trapianto. Si offre volontario il padre Giuseppe e l’operazione da buoni risultati. Il fisico di Andrea, infatti, reagisce ed accenna ad un recupero che fa sperare per il meglio: Andrea esce dall’ospedale, si ricongiunge, addirittura, ai compagni di squadra e li segue durante la trasferta a Genova, in occasione di Sampdoria-Juventus giocata il 26 febbraio del 1995. È emozionante vederlo sulle tribune dello stadio “Marassi”, felice come un bambino, a tifare per la sua amata Juventus.

Quando tutti cominciano a pensare che stia vincendo la sua battaglia, arriva una maledetta influenza a spezzare il filo della speranza. Il 25 aprile del 1995, alle otto di sera, Andrea muore. I compagni di nazionale apprendono la notizia mentre sono a Vilnius alla vigilia di una partita contro la Lituania. Prima di giocare, si osserva un minuto di silenzio in sua memoria. Poche settimane dopo la Juventus festeggia il suo 23° scudetto; 23 come gli anni che aveva Andrea.

 

Era un Campano come me',e ho ancora vivo il suo ricordo di calciatore.

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