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Deborah J

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  1. Io comunque mi riferivo al rinnovo di Rabiot. Per quello che riguarda Allegri, non mi stupirei se lo rinnovassero... da come si sono messe le cose, ormai mi aspetto di tutto.
  2. Due gol in tre partite, come piace ad Allegri che lo considera un attaccante e gli chiede di segnare come una punta. L'azione del 2-0 al malcapitato Empoli, con Milik a scatenare la sua falcata nello spazio, Berisha a tentare di stroncarlo sul dribbling e lui a insaccare dopo una volata di 60 metri. Una corsa da velocista, Fede è così, se può far multinare le gambe gli viene tutto più facile. E allora, non pare un caso il dato sulle ultime cinque trasferte a cavallo tra la fine della scorsa Serie A e l'inizio dell'attuale campionato: Quattro gol e un assist. Quando può sfruttare gli spazi Chiesa è letale. Ieri lo si è visto nel secondo tempo, appena l'Empoli si è alzato alla ricerca del pareggio. Se ti copri lui ti punisce. Fatica di più in casa, invece, con le difese chiuseE fin quando l'Empoli non è andato sotto, anche ieri Chiesa non era parso brillantissimo. Un paio di palle perse, uno schema su punizione che per poco non costa caro alla Juve. Dovrà lavorarci su, così come Giuntoli sta già provando a lavorare sul rinnovo.
  3. Due giorni di riposo e ripresa fissata per mercoledì. Da dopodomani alla Continassa lavorerà con un gruppo molto ristretto visto che perderà 13 elementi convocati dalle rispettive nazionali.Per l’Italia il nuovo ct Spalletti ha chiamato Locatelli e Chiesa, mentre l’Under 21 azzurra di Nunziata ripartirà anche da Miretti. Il Brasile, invece, punta ancora su Danilo, mentre Deschamps per la Francia non fa a meno di Rabiot. Così come nell’elenco della Serbia ci sono i nomi di Vlahovic e Kostic. E ancora Weah e McKennie (Usa) e i giovani Huijsen (Olanda U19) e Yildiz (Turchia U21). Convocati anche Szczesny e Milik dalla Polonia, anche se il portiere potrebbe restare a Torino per infortunio (ha saltato le sde contro Bologna e Empoli). Nel mirino di Allegri la quarta di campionato e la sfgda contro la Lazio di Sarri fssata per sabato 16 (ore 15). La speranza del tecnico bianconero è che non ci siano contrattempi e che i nazionali possano tornare alla base in buone condizioni.
  4. SV PERIN L’Empoli non centra mai lo specchio: si procura da solo un brivido armando Cancellieri con un rinvio maldestro. 6,5 GATTI Debutto stagionale convincente: tiene a bada senza patemi Cambiaghi e s’avventura a dar manforte in avanti, collaborando all’azione del vantaggio 6,5 BREMER L’Empoli non punge, lui comunque toglie il fiato a Caputo. E quando si avventura in attacco lascia il segno. 7 DANILO La semplicità della copertura autorizza proiezioni costanti: si vede cancellare giustamente una rete, trova quella buona dentro l’area intasata. 6 MCKENNIE Preferito a Weah, offre una prestazione accademica: qualche disagio nel ripiego, diverse propulsione efficaci. Peccato per la palla-gol murata da Pezzella (dal 38’ st WEAH SV) 6 MIRETTI Torna titolare dopo la panchina con il Bologna, è disciplinato nel cambiare posizione e utile nel cercare profondità, però unico guizzo brillante è il lancio per Chiesa in apertura di ripresa (dal 17’ st POGBA 6: impatto positivo, un offside di Vlahovic gli nega la gioia del gol: preoccupa la fitta di dolore avvertita nel finale). 6 LOCATELLI Non mancano spunti interessanti e l’impegno è indiscusso, stavolta se la cava nel far girare il gioco. 6 RABIOT Forse è lecito aspettarsi di più in termini di tecnica e malizia, ma quando attraversa le linee lascia il segno. 6 KOSTIC Sembrava destinato a lasciare Torino, non solo resta ma si riprende la fascia. Accademico, disegna da palla ferma le parabole più insidiose, da un suo corner scaturisce l’uno a zero (dal 26’ st CAMBIASO 6: ci mette cuore e conferma buone doti). 6,5 CHIESA Seconda punta con licenza di spaziare, vive di sprazzi e spesso è estraneo all’azione. Caparbio e bellissimo il raddoppio (dal 38’ st KEAN SV: maledice il palo). 6 VLAHOVIC Epicentro offensivo, non esita ad andare incontro al pallone e cercare il dialogo. Prestazione positiva sul piano della partecipazione al gioco, per la quale veniva in passato redarguito, macchiata tuttavia dal rigore sciupato (dal 26’ st MILIK 7: in poco più di venti minuti regala l’assist a Chiesa e colpisce una traversa, cos’altro chiedergli? La Stampa ________________________________________________________________________________________________________________________ Perin 6 Poco impegnato tra i pali, partecipa bene con i piedi ai disimpegni difensivi. Gatti 6,5 Fisicamente ha una marcia in più. Controlla la zona di competenza e si aff accia spesso in avanti fi no a conquistare il rigore che poteva regalare il raddoppio. Bremer 6,5 Non perde le distanze e prova a chiudere i varchi centrali. Danilo 7 Festeggia la convocazione del Brasile con il gol in mischia dopo un altro annullato. Capitano e leader, anche sul centrosinistra sa sempre il fatto suo. McKennie 6 Al posto del connazionale Weah fa avanti e indietro sulla destra. Meglio in fase off ensiva anche se in un paio di occasioni perde l’attimo giusto per calciare o crossare. Weah (38’ st) sv Miretti 7 Ha corsa e tecnica, non molla mai un centimetro. Dà l’impressione di fare sempre la cosa più giusta. Una perla la palla con cui mette Chiesa davanti a Berisha. Pogba (17’ st) 6 Ancora mezz’ora. Segna in mezza girata ma la rete è annullata per fuorigioco precedente e l’urlo gli resta in gola. E alla fne la doccia gelata confessata da Allegri: un nuovo fastidio dietro alla gamba. Locatelli 6 Deve mettere ordine e fungere da diga, ci mette qualche buona apertura e giocate semplici. Rabiot 6 Cerca lo spunto, soprattutto in corsa. È ordinato ma da uno del suo calibro è lecito attendersi molto di più. Kostic 6 La fascia è casa sua. Non si risparmia ma sul più bello non riesce mai a creare pericoli alla difesa di casa. Cambiaso (26’ st) 6,5 Entra bene in partita e crea qualche grattacapo all’Empoli. Vlahovic 5,5 Sempre carico e desideroso di spaccare il mondo. Sbaglia il rigore del possibile raddoppio calciando debolmente. Crea di petto l’occasione per il gol annullato a Pogba, poi esce un po’ deluso. Milik (26’ st) 6,5 Assist per il raddoppio di Chiesa e traversa di testa. Mica male in poco più di 20 minuti. Chiesa 7,5 Una volta di qua, una volta di là. In attesa di diventare vera e propria seconda punta lavora tanto con i compagni e macina chilometri. Sbaglia un paio di scelte ma poi cresce nella ripresa: uno spunto con tunnel e conclusione a lato di pochissimo e la fuga per il suo secondo gol in campionato, quello che chiude la partita. Kean (38’ st) 6 Giocata fi nale e palo esterno dalla distanza. Lo spirito giusto con cui entrare Corriere dello Sport
  5. Sono d'accordo, non è di certo il terzetto dei nostri sogni. Di noi tifosi dico. Speriamo arriveranno tempi (e giocatori) migliori, magari dal prossimo anno.
  6. Intervenuto ai microfoni di Sky Sport, dopo la vittoria ad Empoli il capitano della Juventus Danilo ha detto: "Non ci sono gare facili, anche gli avversari giocano, l'Empoli ci ha fatto soffrire anche l'anno scorso e noi avevamo in mente questo orgoglio per dimostrare che quello che era successo era un episodio e che questa squadra ha orgoglio e fame. L'Empoli è una squadra gioca come due squadre, ma i ragazzi sono stati bravi con qualche sforzo in più per conquistare questa vittoria". ____________________________________________________________________________________________________________________ Danilo a Dazn: Quanto era importante mettere via il 4-1 dell'anno scorso? "Non posso dire che questo non fosse uno dei nostri pensieri, perchè quella serata è stata troppo difficile, anche se qui non c'ero, ero a casa nel divano, che era ancora più difficile per me. Io preferisco soffrire in campo, anche se è stata una sconfitta brutta. Oggi però abbiamo dimostrato orgoglio, abbiamo dimostrato anche fame, secondo me con un buon calcio, una buona organizzazione, che ci possono portare a raggiungere delle cose importanti". Hai fatto gol, sei andato sotto i tifosi, hai mostrato la maglia numero 6, sicuramente c'è un legame importante con la maglia di Scirea. "Oggi sono 34 anni che Scirea è scomparso, quindi è stato quello il motivo. Questa maglia la regalerò a suo figlio, perchè Scirea è stato un calciatore troppo importante per la storia della Juventus e per me è un motivo di orgoglio indossare questa maglia". Guardate ai punti come Allegri? Avete un numero di punti che vorreste fare? "Il mister questi conti li fa sempre, io anche se sono il professore preferisco lavorare in campo e lascio questi conti al mister, pensando partita per partita". Ha un'alchimia diversa questa squadra? "Speriamo di sì, possiamo ancora crescere tanto, ma la cosa più importante è la disponibilità al lavoro che c'è, ci sono squadre più forti quest'anno nel campionato italiano, ma noi abbiamo un'ambizione e una fame che ti può portare anche a raggiungere delle cose importanti".
  7. Non lo dicevo per sminuire Gatti, ero solo ironica. Sono convinta che Allegri gli preferirà comunque Alex Sandro. Poi è ovvio ci saranno le rotazioni, come è giusto che sia. Ps Io preferisco Alex Sandro a Gatti.
  8. Leggo di gente convinta che Gatti sia diventato titolare inamovibile e che abbia fatto fuori Alex Sandro. Just an illusion
  9. La chiusura del cerchio. Nello stadio in cui il 7 maggio ne prese quattro, condizionata da una sentenza emessa durante il riscaldamento, la Juventus passa a Empoli e resta in scia alle milanesi, in linea con le ambizioni di Champions confermate dal ds Giuntoli. Non brilla, ma poco importa: dopo la frenata con il Bologna, la reazione convince e il successo meritato, due a zero firmato Danilo e Chiesa, attorno un rigore sbagliato da Vlahovic, due pali e due reti annullate. A sciupare l’atmosfera e diffondere preoccupazione l’infortunio di Pogba che esce dolorante. Per Allegri che modifica la formazione in quattro punti: Gatti debutta in difesa, Miretti torna a centrocampo, McKennie e Kostic portano esperienza rilevando Weah e Cambiaso come esterni. Curiosità: non c’è un solo volto nuovo, undici bianconeri su undici erano già in rosa l’anno scorso.
  10. Da gennaio ad oggi un solo acquisto per la Juve: Weah, effettuato da Calvo-Manna prima dell'arrivo di Giuntoli. Un qualcosa di assolutamente inusuale, ma i bilanci in rosso imponevano un drastico taglio del monte ingaggio un mercato fatto di cessioni. E così è stato. Unico grande sforzo il rinnovo di Rabiot. Allegri quindi riparte con una squadra praticamente identica, ma più giovane.
  11. Si chiude il mercato e si apre la stagione di Kostic. Alla fine il pendolino serbo è rimasto alla Juventus e stasera a Empoli tornerà a sfrecciare sulla fascia sinistra. Dopo due panchine Allegri è pronto a schierarlo dal primo minuto. Kostic molto più che intoccabile in passato: 54 presenze tra campionato e Coppe nel 2022-23. Ora il rilancio.
  12. Alla Juve c’è un problema di conti che deve essere affrontato con lucidità e lungimiranza. E in questo senso l’ingaggio di Vlahovic a progredire geometricamente al punto da chiudere a 12,5 milioni netti a stagione ne è la cartina di tornasole inequivocabile. Dunque c’è anche questa ragione nelle motivazioni che stanno spingendo la dirigenza bianconera a prendere in esame qualsiasi opportunità che possa portare alla cessione del giocatore diventato un lusso con la nuova politica di contenimento dei costi. Come si sa, grazie al decreto crescita, l’ingaggio di Lukaku peserebbe meno, circa16 milioni di euro comprese le tasse, e in più il conguaglio che la Juventus chiede per procedere allo scambio, 40 milioni, andrebbe e pareggiare i costi residui dell’ammortamento del cartellino del serbo.
  13. Allegri è stato intervistato da Pierluigi Pardo su Dazn Tu a Napoli ci hai giocato, anche se non in maniera molto lunga. Ti ha fatto piacere per la città? Per la bellezza che il Napoli ha espresso. E' un elemento di ricchezza per la città e per il calcio italiano? "E' un elemento di ricchezza, soprattutto sono stati molto bravi. Anche lì c'è stata una programmazione, tutto parte da Benitez, fino all'anno scorso con la vittoria di Spalletti. C'è stata una programmazione...". Dal punto di vista del gioco ti è piaciuto? "Ha giocato molto bene, comunque ha un centravanti, Osimhen, che credo sia uno dei tre attaccanti più forti al mondo. Osimhen in questo momento sposta gli equilibri, non c'è niente da fare". Ti piace Spalletti in Nazionale? "Luciano credo sia uno dei migliori allenatori che ci siano in Italia, lo dimostra la sua carriera, ma soprattutto lo dimostra il modo in cui fa giocare le squadre. E soprattutto i risultati che ha ottenuto. Il post-Mancini era giusto darlo a Spalletti, a coronamento dello Scudetto e di una carriera che ha fatto". Quandi gol deve fare questo povero * di Chiesa? Qualè il suo posto nello spogliatoio? "Chiesa lì nell'angolo. Ora ha piena fiducia, da quest'anno quando è rientrato - lo dico sempre - ha una gamba diversa. Lui si deve convincere, perchè è una punta, poi che ogni tanto vada sull'esterno, che ogni tanto vada in mezzo, però lui è uno che deve fare gol. Con le sue caratteristiche, è un giocatore che quando tira in porta, è noioso, fa male". Non posso non chiederti di Bonucci. "Guarda, mi dispiace che sia finita così, ma con Leo siamo stati chiari già da febbraio scorso, quando ci ho parlato diverse volte, sia io che la società, dicendo che l'anno prossimo sarebbe stato un anno dove lui avrebbe dovuto decidere se continuare da un'altra parte o se smettere, perchè quando arrivi a 35-36 anni, ha fatto la storia della Juventus, perchè Leo ha 55 partite nella Juventus, è stato un giocatore che anche zoppo andava in campo. Lui ha dato tanto alla Juventus e la Juventus ha dato tanto a lui. E credo debba prendere una decisione importante per lui, ma soprattutto non guardare a un anno, ma a quello che è il futuro, perchè è giovane. Quello che sto dicendo ora, l'ho detto a lui in tempi non sospetti. E' normale che quando un campione, come è stato lui, arrivi a fine carriera, perchè se non è quest'anno sarà l'anno prossimo, è normale che ci sia sempre questa paura di smettere. Io non sono stato campione, ho fatto una carriera normale, quindi per me smettere è stato facile. Le dinamiche sono le stesse. Le differenze è che uno deve avere la capacità di accettare prima, se accetta prima, è un bene per se stesso, se accetta dopo passa un momento di noia, perchè è stato un giocatore straordinario, importante. E comunque rimarrà nella storia della Juventus, perchè 500 partite nella Juventus credo le abbiano fatte in pochi"
  14. Federico Gatti credeva di conservare quel posto da titolare che si era guadagnato l’anno scorso, nel girone di ritorno, quando era riuscito a scalzare Alex Sandro dalla difesa tutta brasiliana completata da Danilo e Bremer. Ma dopo aver giocato dal primo minuto la prima amichevole contro il Milan, Gatti è stato scavalcato nelle gerarchie interne dallo stesso Alex Sandro. Il controsorpasso di Gatti ai danni di Alex Sandro, reduce da alcuni erroracci contro il Bologna, compreso quello sul gol di Ferguson, può concretizzarsi domenica in casa dell’Empoli. Ovvero là dove i bianconeri tre mesi fa erano stati travolti 4-1, pochi minuti dopo aver incassato la pesante penalizzazione di 10 punti. Allegri starebbe infatti pensando di schierare la 111ª formazione diversa da quando è rientrato alla Continassa. Gatti, con la sua aggressività e capacità di difendere «alto», appare un difensore moderno ideale per l’ultima Juve votata al gegenpressing.
  15. Il West Ham ha fatto un tentativo per Kostic, in uscita, ma evidentemente a cifre ritenute non congrue visti i 12 milioni più 3 di bonus pagati un anno fa. E infi ne, dai corridoi dell’Excelsior San Siro dove si sta svolgendo la tre giorni di fine mercato d’estate targata Adise e Mastergroup, trapela un sondaggio d’inizio della estate da parte della Juve: il destinatario è stato Gigio Donnarumma, ma alla fine la difficoltà di trovare una collocazione per Szczesny, insieme alla stima incondizionata di Luis Enrique per il suo portiere, hanno fatto finire lì ogni possibile sviluppo. La nuova Juve non va mai oltre la quadratura dei conti.
  16. La Juventus si gode Timothy Weah, uno dei volti più interessanti in ottica Fantacalcio tra i bianconeri in questa stagione. Proprio l'esterno è intervenuto ai microfoni della Gazzetta dello Sport per analizzare il suo arrivo in Serie A e non solo. Ecco le sue dichiarazioni: Weah su Allegri «Allegri è puntiglioso e cura molto i dettagli. E questo suo modo di fare mi aiuta perché io, essendo giovane, ho bisogno di essere motivato per crescere e migliorare. A volte mi parla in inglese ed è molto divertente, ma lo è di più in italiano…. Scherza molto, Allegri». Weah sui compagni alla Juventus «Danilo è il nostro capitano, mi ispiro a lui ed è quello che seguo di più in campo. Ma ci sono tanti ragazzi divertenti nello spogliatoio. Ho un bel rapporto con Pogba. Quando hai un infortunio come quello che ha avuto lui, soprattutto alle ginocchia, non è facile. E io lo so bene… Paul è un leader, sembra in slow motion, ma in realtà è veloce e straordinario a livello tecnico. Ma forse il più scherzoso è McKennie. Trascorro tanto tempo con lui, che conosco da tempo grazie alla nazionale Usa, e pure con Kean. Weston e Moise mi fanno conoscere Torino e i ristoranti della città nel tempo libero. Io ho un debole per il centro e in modo particolare per via Roma. Adoro già la vostra pasta». Weah sulla lotta per lo Scudetto «Dobbiamo fare un passo alla volta. Io ci credo al cento per cento. Di sicuro faremo tutti insieme del nostro meglio per provare a vincere. È uno dei miei sogni». Weah su Vlahovic e Chiesa «Adesso focalizzato soltanto su Dusan, che è un grande attaccante, segna tanti gol, in campo sa fare tutto. Mi trovo bene in campo con lui. E anche con Chiesa. Fede è un top. Lui e Dusan sono sempre concentrati sulla vittoria e sono tra i migliori al mondo: ci possono trascinare al successo. Sono orgoglioso di giocare con loro». Fantacalcio.it
  17. Un occhio ai conti e uno al futuro. La Juventus sta vivendo le ultime ore di mercato su un doppio binario: cessioni/risparmi/ e investimento sui giovani. L'ultimo è Livano Comenencia, arrivato ieri dal Psv Eindhoven. Per l'olandese Giuntoli e Manna hanno messo sul piatto 1 milione subito e due di bonus legati al raggiungimento di determinati obiettivi.Il neo juventino partirà dalla Next Gen, ma sarà monitorato da Allegri. (GdS) Il meccanismo funziona.Prendere un giovane talento, formarlo nella proprie giovanili e poi lanciarlo in prima squadra, sta diventando una piacevole abitudine per la Juventus. Negli ultimi anni giocatori come Miretti, Fagioli, Iling-Junior, Barrenechea, Soulé o Nicolussi Caviglia hanno ”sfondato” tra i grandi seguendo questa trafila e anche per questo il club ha aumentato gli investimenti per rafforzare la propria linea verde, mentre Allegri continua a pescare dalla Next Gen.Livano Comenencia, 19enne terzino destro olandese del Psv Eindhoven: ieri è sbarcato a Torino per fare le visite mediche e la sua avventura inizierà con la Next Gen in Serie C, ma il talento non gli manca per arrivare in fretta alla corte di Allegri dove non c’è una riserva di ruolo sulla fascia destra. Il cambio di Weah jr, infatti, è il mediano McKennie perché Cambiaso è sempre stato utilizzato a sinistra. Comenencia, già leader dell’Under 16 olandese e capitano della nazionale oranje U18, può così tornare utile in tempi rapidi. (La Stampa)
  18. Il primo a perdere la calma è stato lui e fa specie, considerando quanto la pretende invocandola continuamente dentro e fuori il campo. Evidentemente Allegri domenica sera aveva validi motivi per essere arrabbiato,, ma dietro lo sfogo contro i suoi giocatori (per la prestazione pessima allo Stadium) e contro il Bologna c’è ben altro. Il tecnico livornese voleva dare continuità alla vittoria di Udine e restare in testa alla Serie A per dare un messaggio di forza, ma il passo falso nel debutto casalingo ha confermato quei dubbi che da tempo coltiva su una Juve che è ancora un cantiere aperto. Dal mancato mercato all’emotività della rosa, passando per i fischi dei tifosi bianconeri e l’assemblaggio della nuova dirigenza, i lavori sono ancora in corso e i problemi non mancano. La prima spina nella rosa di Allegri è quella del mancato rafforzamento della squadra. Senza i ricavi Champions e con un bilancio da sistemare dopo i disastri dei precedenti anni, la necessità di essere sostenibili ha obbligato il club ad alleggerire e svecchiare la rosa per abbattere il monte ingaggi e fare cassa. Salvo sorprese degli ultimi giorni, il mercato chiude venerdì sera, la Juve avrà così come unico volto nuovo Weah jr e gli obiettivi fissati (Milinkovic-Savic e Kessie a centrocampo, Lukaku e Berardi in attacco) non sono stati raggiunti per motivi diversi. Nel frattempo i bianconeri hanno perso Cuadrado, Paredes e Di Maria. Il progetto è quello giusto, ma i benefici non possono essere immediati ("Ci vuole tempo e pazienza", ripete sempre l’allenatore) e la pressione di dover lottare per lo scudetto non aiuta. Così come i fischi dei tifosi bianconeri.
  19. Il centrocampo dopo la prima (illusoria?) uscita di Udine è ripiombato nell’anonimato. La manovra contro il Bologna, soprattutto nel primo tempo, è apparsa lenta e prevedibile. Anzi, peggio: casuale. La mediana, portata spesso a spasso dai dirimpettai rossoblù, tende a improvvisare. Non ha uno spartito, un’identità precisa, un vero playmaker e nemmeno delle mezzali d’assalto. Locatelli, domenica bersagliato da qualche fischio, continua a essere fuori posto. Le zolle al centro del campo non sono certo il suo ecosistema. L’interno ex Sassuolo, a differenza di Rovella, ceduto (erroneamente?) alla Lazio, non ha il metronomo né il goniometro del regista. Rivedibile anche il rendimento di Rabiot, che dopo l’ottimo debutto con gol al Friuli ha fatto due passi indietro. Qualche alibi in più per il rientrante Fagioli (per non dire di Pogba), ancora in ritardo di condizione: anche lui domenica ha provato inutilmente a dettare tempi e ritmi di un gioco apparso di nuovo antico, trito e ritrito. Per imitare Pirlo, lo sa bene lo stesso Fagioli, non basta avere il numero 21 sulla schiena.
  20. Secondo quanto riporta 'La Gazzetta dello Sport', una volta rientrato negli spogliatoi dopo il triplice fischio di Di Bello, Allegri si sarebbe sfogato urlando a lungo. Urla che sarebbero arrivate fino alla zona riservata ai giornalisti. Non una novità per Allegri, che spesso anche in passato si è lasciato andare in questo modo per scaricate la tensione ma si è poi regolarmente presentato nelle interviste post-partita. Non è chiaro chi fossero i destinatari della rabbia di Allegri. Sicuramente la prestazione offerta dalla Juventus, soprattutto nel primo tempo, non deve essere troppo piaciuta al tecnico come peraltro ha confermato anche Landucci davanti ai microfoni. Secondo alcuni però Allegri non avrebbe apprezzato neppure l'arbitraggio del signor Di Bello e le dichiarazioni dell'amministratore delegato del Bologna, Fenucci, avrebbero ulteriormente innervosito l'allenatore bianconero. (Goal) ___________________________________________________________________________________________ Prima le urla nello spogliatoio, poi il lieve malore che lo costringe a dare forfait nel dopo-partita. Massimiliano Allegri fatica a digerire il pareggio contro il Bologna e poco importa che Vlahovic abbia evitato la sconfitta a dieci minuti dalla fine: la prestazione opaca, gli scarsi pericoli prodotti e la titubanza mostrata allo Stadium rendono il bicchiere bianconero mezzo vuoto agli occhi dell'allenatore livornese. Così si è sfogato dopo il fischio finale con la squadra. (La Stampa)
  21. In tv e sui social si è parlato solo del rigore negato al Bologna: il fallo su Chiesa sparito e i supporter bianconeri hanno chiesto a gran voce alla società di esporsi mediaticamente in questi casi per difendersi. L’ad del Bologna Fenucci nel post gara è andato in tv a lamentarsi «Tolta vittoria meritata» mentre i bianconeri non hanno commentato gli episodi a sfavore così é partito il circo mediatico in cui la narrazione dei fatti viene distorta. Sparito infatti il contatto tra Moro e Chiesa al 9° del primo tempo che era meritevole di calcio di rigore.
  22. @krom Ho sintetizzato l'articolo perchè era stato postato integralmente.
  23. Vlahovic e Chiesa, entrambi poco incisivi nel primo tempo, e pure poco collaborativi perché, semmai si fossero cercati, non si sarebbero trovati. Quando l’azzurro ha lasciato il campo, malmostoso per la sostituzione e per non essere riuscito ad esprimersi al livello di Udine, al serbo riesce il guizzo con cui strappare il pareggio, salvare Allegri da una brutta figuraccia e portare a due il bottino personale di gol. E’ stato un lampo in mezzo ai nuvoloni , ma tanto è bastato per uscire dallo Stadium con almeno un punto e non svilire l’abbraccio caloroso dei tifosi. Un gol di testa, su un assist al bacio di Iling Junior, una rete di rabbia perché a Vlahovic era stata negata una mezz’ora prima l’esultanza per un fuorigioco millimetrico di Rabiot. L’attesa ha ampliato la gioia: perfetti lo stacco e la capocciata, poi la corsa verso i compagni, lo Stadium che esplode in un boato.
  24. Premesse e promesse di Udine in fumo. Juve-Bologna diventa un remake degli stenti del campionato scorso, con i bianconeri irriconoscibili che acciuffano il pari, affannosamente, al tramonto del match e i rossoblù incavolati per il penalty ignorato da Di Bello quando Iling-Junior falcia Ndoye sottoporta. Bastano pochi scambi per comprendere come la Juventus sia incredibilmente regredita in sette giorni: lenta, bloccata sulle fasce, prevedibile nello sviluppo centrale. Cambiaso, come stordito da responsabilità e complimenti, ciondola a sinistra, Chiesa sprinta ma raramente incide, Weah è intraprendente ma non sempre sfonda, le idee di Locatelli sono poche e confuse. Va detto pure che il Bologna è ben più strutturato e organizzato dei friulani, soprattutto scaltro nel contenere la naturale aggressività e adottare una tattica accorta, fatta di controllo e proiezioni veloci, con Orsolini e Ndoye, trequartisti esterni, pronti a sacrificarsi in fase di non possesso, e i difensori lesti a costruire il rilancio. La ricetta di Thiago Motta è perfetta, basti dire che il primo tiro della Juve nello specchio giunge al 42’ su punizione di Cambiaso, quando la squadra bianconera è già sotto d’un gol e un paio di altre volte ha tremato, sorpresa dalle incursioni emiliane e tradita da incertezze difensive. Il sipario di metà gara ha i fischi come colonna sonora, la ripresa bianconera regala un’intensità maggiore, un minimo di rabbia e d’orgoglio che non bastano tuttavia a guarire le difficoltà del gioco. Il Landucci, vice di Allegri, che parla di "ottimo secondo tempo" ci pare esagerato. (...)
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