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Deborah J

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  1. Si, ma la figuraccia l'ha fatta lui alla fine. Accanirsi così che senso ha? Guarda, Bonucci è l'unico giocatore della Juve che non ho mai sopportato. mi è sempre stato antipatico per l'atteggiamento spocchioso. Non lo avrei mai rivoluto alla Juve (dopo il Milan), ma sinceramente questa gogna non la sopporto.
  2. Non sta a me giudicare se sia giusto o meno che abbia rilasciato l'intervista, certo avrebbe potuto evitarla e agire in silenzio laddove avesse ragione. Ma è il suo carattere, ha voluto rispondere a cose che per lui sono inventate. Ora che abbia sbagliato o meno, non mi pare neanche giusto tutto questo accanimento. Sarà che non sopporto le gogne e il "tutti contro uno", per indole. Chi siamo noi per giudicare così duramente una persona, tra l'altro senza neanche sapere cosa ci sia dietro?
  3. Mancano i fucili e poi l'esecuzione. Mamma mia che aria di giustizialismo. Credo che la verità sia nel mezzo, non penso che per quanto Bonucci sia un tipo "fumantino" si sia inventato proprio tutto. E lo dico da persona che non lo ha mai amato.
  4. L’anno scorso Allegri parlò di Fagioli regista, spiegando che il calciatore avrebbe potuto avere prospettiva di altissimo livello solo in quel ruolo. Parola del tecnico livornese che - in tempi non sospetti - quando il centrocampista era appena diciassettenne e al massimo faceva qualche breve apparizione in Primavera, si era espresso nei suoi confronti con parole importanti. Ora il classe 2001 è con lui e - dopo aver superato l’infortunio alla spalla - si candida a consolidare la propria posizione in prima squadra. Ma in quale ruolo? Da quando Fagioli ha trovato spazio nella mediana juventina, anche Locatelli ha cominciato a giocare meglio. I due dialogano bene con la palla, liberando Rabiot per le missioni in zona porta e contenendo al meglio possibile eventuali situazioni di difficoltà. Nel finale della passata stagione ha funzionato abbastanza, in questa prima parte del nuovo campionato si è ancora alla ricerca di un equilibrio: Locatelli sta facendo un po’ di fatica a trovare le misure e la condizione, mentre Fagioli è alla ricerca di continuità e deve abbandonare del tutto la paura nei contrasti. Allegri potrebbe cogliere il momento per cambiare.
  5. Appunto, fu Paratici a dire che dovevano incontrarsi perchè c'erano cose che andavano discusse di persona, mica Dybala. Appena riesco trovo l'intervista di Paratici di allora. Comunque il topic non è incentrato su Dybala, ma su altri. E comunque anche su loro non sono daccordo, ad esempio Bonucci non è che è stato trattato bene dalla Juve. Nonostante a me non fosse molto simpatico, non mi è piaciuto che un campione come lui dopo 12 anni di Juve fosse stato messo fuori rosa.
  6. Forse non hai seguiito tutta la vicenda. Paratici stesso disse non potevano concludere se non si fossero prima incontrati di persona, la colpa la attribuì al Covid. Qiuando poi nel dicembre del 2021 si incontrarono fecero un accordo sulla parola che Paulo accettò con piena fiducia, visto il suo procuratore non era iscritto all'albo. Accordo che a gennaio 2022 venne meno da parte della Juve, dove lo stesso Arrivabene disse che Dybala non faceva più parte del progetto e che non era neanche stato convocato per trovare anche un accordo al ribasso, visto avevano già investito per Vlahovic. Ancora che ve la prendete con il ragazzo? Faccio la rassegna e quasi tutti i giorni leggo i giornali e le varie interviste, quindi ricordo anche bene come è andata tutta la faccenda. Non è una difesa a "simpatia", ma la realtà dei fatti. E comunque Paulo non ha tradito nessuno, non è andato all'Inter e, anche se l'avesse fatto non lo avrei di certo biasimato.
  7. Concordo su tutto ciò che hai scritto. Facile prendersela con chi gli fa comodo distorcendo la realtà dei fatti inconfutabili. Fanno solo figuracce e neanche se ne rendono conto. Tra l'altro, i giocatori hanno tutto il diritto di andare dove vogliono, se vengono cacciati, non rinnovati o messi fuori rosa. Mi sembra di vivere nell'Era della persecuzione... gli manca solo il forcone. Nessun rispetto verso chi per anni ha dato l'anima per la Juve.
  8. La conferma di Adrien è stata una delle chiavi dell’estate bianconera: Allegri aveva posto il suo rinnovo di contratto come una priorità per pianificare la stagione del rilancio ed è stato esaudito. Il pressing del tecnico è andato a segno e il francese ha firmato fino al 2024. Solo Juve e Nazionale in testa. E con la partecipazione a Euro 2024 ormai in tasca, Rabiot potrà davvero dedicarsi a riportare al vertice la Signora. Il “premio” potrebbe essere il rinnovo del contratto: proprio la leadership di Adrien e la sua centralità nei meccanismi bianconeri ha spinto il club a mettere in cantiere una proposta di rinnovo oltre il 2024. Presto riprenderà il dialogo con la signora Veronique, la mamma-agente di Adrien, per valutare la fattibilità dell’operazione. Rinnovo annuale o biennale? Tutto è possibile specie se il giocatore aprirà alla possibilità di ridurre e spalmare l’ingaggio, attualmente di 7 milioni netti, e se la Juve tornerà a ruggire, ovvero se si riaffaccerà in Champions League. Il futuro di Rabiot è sempre più bianconero.
  9. Non sono d'accordo. Prendere come esempio pochi giocatori che hanno "tradito" davanti a una marea che sono stati e sono rimasti bandiere fino alla fine, non fa molto testo. E, se proprio vogliamo, anche alcuni giocatori sono stati "traditi" dalla stessa Juve. Ci vorrebbe un po' di obiettività senza fare di tutta l'erba un fascio.
  10. Dybala è stato cacciato, e anche in malo modo. E che sarebbe andato all'Inter è solo una voce priva di fondamento. Non si possono processare le persone senza una prova valida.
  11. Locatelli: "Era fondamentale vincere, ci siamo ricordati la brutta figura dell'anno scorso e siamo entrati in campo solo per vincere. E' bello vederci così in classifica ma dobbiamo essere umili, fare un passo alla volta e continuare così. Come hai vissuto i fischi di domenica scorsa? Ringrazio il mister per aver preso le mie difese, so che nutre molta fiducia in me e questo mi fortifica, poi io penso che la gente mi fischia perché si aspetta tanto da me ed è bello perché vedono qualcosa di positivo, poi alla fine il campo deve parlare e io devo pensare a far bene il mio lavoro e basta, ed è chiaro che non è stato bello riceverli ma fa parte el gioco". Hai sentito Spalletti? "Non l'ho sentito, ci parlerà sicuramente in questi giorni. Siete rimasti sorpresi dai modi dell'addio di Mancini? Sì, qualcosa si era incrinato ed è giusto dirlo però Mancini va ringraziato per l'Europeo che abbiamo fatto, è una sua scelta ora dobbiamo pensare al futuro, all'Italia, c'è un nuovo allenatore, i cambiamenti vanno visti sempre in maniera positiva e dobbiamo ascoltare il nuovo mister".
  12. Miretti e Yldiz, i giovani a cui Allegri intende affidarsi quando i muscoli o le articolazioni o la schiena, chissà, di Pogba faranno le bizze e lo costringeranno a frequentare più il JMedical che il prato del centro di allenamento. In questi casi, che ovviamente alla Juve si augurano sempre più rari, toccherà ai due giovani. Per Miretti questa condizione non è una novità assoluta perché Allegri lo ha già schierato tra le linee per sfruttare una delle caratteristiche tecniche che il tecnico gli riconosce: la capacità di controllare bene il pallone con stop orientati che permettono così di rubare un “tempo” di gioco agli avversari e al contempo di verticalizzare più velocemente. Il centrocampista dell’Under 21 deve ritrovare quella precisione sottoporta e quella lucidità nell’ultimo passaggio che ne hanno caratterizzato la crescita consentendogli di mettersi in luce e e di meritarsi la conferma nella prima squadra bianconera nonostante le molte richieste di mercato. Una condizione, quest’ultima, che lo ha accomunato in estate Yildiz, il talento che ha conquistato Allegri anche per la personalità che ha dimostrato nonostante i suoi 18 anni.
  13. Si è svolta sabato a Piscina nel torinese l'inaugurazione del Piazzale "Caduti di Superga e vittime dell'Heysel", dell'iniziativa sono state protagoniste le scuole calcio di Juventus e Torino. Il luogo nasce dell'idea del ricordo, della condivisione e della riflessione sulle due tragedie che hanno toccato i club di Torino.
  14. É giorno dell'atteso verdetto. La Cassazione è chiamata a decidere se il processo sui conti e sulle presunte false comunicazioni al mercato da parte della Juventus - gestione Andrea Agnelli - si terrà a Torino o se dovrà essere trasferito a Milano. La prima opzione è quella caldeggiata dai pm Mario Bendoni e Marco Gianoglio, secondo i quali il possibile reato sarebbe stato commesso nella sede del capoluogo dei bianconeri. La seconda, quella dello spostamento, è invece sostenuta dalla difesa, rafforzata dal parere in tal senso del procuratore generale Luigi Cuomo secondo cui è proprio dal capoluogo lombardo che è stata diffusa al mercato la comunicazione incriminata. Qualora la Cassazione dovesse decidere per il trasferimento, durante la prossima udienza fissata il 26 ottobre si chiuderebbe il processo torinese.
  15. Ciò che la società ha voluto tenere nascosta per tutta l’estate è la vera ragione per cui ha tentato per mesi di sostituire Vlahovic con Lukaku. Non erano solo motivi tattici (Romelu è un vecchio pallino di Allegri): dietro all’operazione sfumata si celavano importanti motivazioni di carattere finanziario. Dalla prossima stagione il centravanti serbo peserà sui conti per oltre 20 milioni lordi di solo ingaggio. Si è inoltre scoperto che nei piani di Agnelli, Arrivabene e Cherubini, il management azzerato, Dusan, costato 80 milioni (70 alla Fiorentina, più 5 di bonus garantiti e altrettanti di bonus facili), era destinato alla cessione dopo il secondo anno al fine di portare al club tra i 120 e i 140 milioni. Purtroppo la pubalgia e le evidenti difficoltà di natura tecnico-tattica non gli hanno permesso di segnare una ventina di gol a campionato, traguardo alla sua portata: non a caso è uscito temporaneamente dall’orbita internazionale al punto che nesun club si è mosso per acquistarlo nemmeno a un prezzo accettabile.
  16. Allegri ama ripetere che i conti si fanno in primavera quando le stagioni calcistiche entrano nel vivo e solo poche squadre restano ancora in corsa per poter raggiungere i propri obiettivi. Giusto, anche se quest'anno senza coppe il tecnico toscano tirerà una riga già a fine anno, quando la Juventus dovrà essere attaccata ai primi quattro posti per non correre il rischio di mancare la qualificazione alla prossima Champions. I bianconere questa stagione hanno iniziato con un altro passo, anche in zona gol, dove la Juve era reduce da un campionato da minimo sindacale. La classifica recita 6 centri in 3 partite, 2 in meno di Milan e Inter, ma soprattutto due in più rispetto alle prime 3 giornate del 2022-23. Eppure l'attacco non è così diverso da un anno fa: significa che il segreto non sta tanto negli uomini, e neanche nel sistema di gioco ma nell'atteggiamento più offensivo della squadra che gioca più alta ed è decisamente più aggressiva. I numeri aiutano a capire come Allegri abbia ridisegnato la Juve: dopo solo 3 partite tutti i dati legati all'attacco sono migliorati. I 6 gol in 3 partite non solo sono il miglior risultato dell'Allegri bis, ma anche il terzo in assoluto dell'era Max: solo due volte la sua Juventus aveva avuto un inizio più prolifico nel 2017-18 con 7 gol di Paulo Dybala, e nel 2018-19 quando arrivò a Torino un certo Cristiano Ronaldo.
  17. Il mercato è appena finito, ma Allegri e la Juve hanno già cominciato a gettare le basi per il futuro. In cima alla lista delle priorità c'è Rabiot. Un rinnovo tira l'altro. Così, a meno di tre mesi dall'ultimo accordo, la Juve pensa a un nuovo prolungamento di matrimonio per il francese. Stavolta, però, i bianconeri vogliono giocare d'anticipo e non attendere la fine della stagione e del contratto annuale del giocatore. L'appuntamento con Veronique madre-rappresentante di Adien e sempre più di casa a Torino, è in programma già per l'autunno. La dirigenza e Allegri, decisivo per la permanenza di Rabiot, vogliono costruire un nuovo ciclo partendo dal francese. Rabiot è centrale nel presente della Juve e nei piani di Allegri lo dovrà essere anche nei prossimi anni.
  18. Sono d'accordo. D'altronde, è sempre stato così con i giocatori di spessore: Pogba, Deligt, Dybala etc. Inutile prendersela con Zazzaroni e company, che magarti esagerano, ma non sono poi così lontani dalla realtà.
  19. Brambilla lancia Damiani l’ex mezzala del Palermo che può dare esperienza. Garofani tra i pali e riecco Huijsen.Tra le novità anche la punta Guerra che viene schierata al fianco di Hasa Ore 20.45 Juventus Next Gen (3-5-1-1): Garofani; Stivanello, Huijsen, Muharemovic; Mulazzi, Damiani, Nonge, Maressa, Turicchia; Hasa; Guerra. All. Brambilla
  20. Il piano rinnovi alla Continassa passerà anche dai dialoghi con Pogba. Già previsto, infatti, un incontro con la sua manager Rafaela Pimenta. Preso atto della volontà del francese di rilanciarsi in bianconero respingendo anche le ricchissime offerte dell'Arabia Saudita, considerando rendimento e storico infortuni, dalla Juve partirà la proposta di rimodulare l'attuale ingaggio da 8 milioni netti più 2 di bonus (scadenza 2026). Con la speranza di un'apertura in tal senso da parte del giocatore dopo una prima stagione da 161 minuti in campo e un nuovo campionato iniziato già all'insegna degli start and stop. Anche a Szczesny potrebbe essere chiesto di fare un passo verso le esigenze del club: negli scorsi mesi si è attivato il prolungamento automatico fino al 2025, la dirigenza studia una proposta per spalmare lo stipendio da 7 milioni netti l'anno. Il vero nome cerchiato in rosso tra le priorità della Juve è però quello di Chiesa, scadenza 2025: fisicamente recuperato, il club vorrebbe prolungare prima che sia troppo tardi e possa diventare un caso di mercato (eventualmente da esplorare insieme), attesi segnali entro la fine dell'anno solare. In agenda non ci sono solo i big. Rifiutato il corteggiamento dell'Everton, per Federico Gatti è pronto il prolungamento di un anno (nuova scadenza 2028) con adeguamento al rialzo dell'ingaggio, oggi tra i più bassi della rosa. Previsto anche un incontro per Rugani: contratto in scadenza, apertura a un prolungamento per spalmare lo stipendio da 3 milioni netti. E occhio a Samuel Iling: meno di un anno fa il rinnovo fino al 2025, serve un accordo nuovo per blindarlo, altrimenti il mercato tornerà a chiamare.
  21. In casa bianconera prevale la cautela, un affaticamento di solito si smaltisce in tempi brevi e in condizioni normali Pogba dovrebbe farcela per la Lazio, approfittando della sosta. E questo è anche l'obiettivo del numero 10, che finalmente ha potuto assaporare vecchie e care sensazioni che non vuole abbandonare e non vuole fermarsi proprio adesso. Però la sua fragilità muscolare è cosa nota e per questo il giocatore verrà costantemente monitorato. Tra una settimana ne sapremo di più, nel frattempo oltre le cure si procederà con un programma specifiico per evitare di sovraccaricare sia il ginocchio sia la schiena, altro suo punto debole. (GdS) ____________________________________________________________________________________________________________ Un bel sospiro di sollievo. Lo ha tirato Paul Pogba, con lui tutta la Juve. Già, perché la serata di domenica si era conclusa con il timore che il centrocampista francese si fosse di nuovo infortunato, guastando così il sapore dolce della seconda vittoria esterna in campionato e di tre punti belli pieni come quelli conquistati a Empoli. Anche grazie al contributo dello stesso Pogba, sempre più a suo agio in questa veste di dodicesimo uomo e autore pure di un bel gol annullato per fuorigioco millimetrico di Vlahovic. Non ci sono lesioni muscolari, ma un sovraccarico muscolare a livello del semimembranoso della coscia destra. Quanto basta per tirare un sospiro di sollievo, non per pronosticare la sua presenza già per la partita con la Lazio sabato 16 settembre, come in condizioni normali si potrebbe fare. Perché con Pogba di mezzo la prudenza non è mai troppa, la gestione del numero 10 bianconero dovrà proseguire all’insegna della cautela e pur avendo scongiurato danni pesanti bisognerà comunque valutare il suo recupero e la sua tenuta giorno dopo giorno. (La Stampa)
  22. Il campionato si ferma, ma alla Continassa i lavori proseguono. In campo, sì, ma anche negli uffici dirigenziali. Il dt Giuntoli e il ds Manna stanno pianificando alcuni rinnovi e adeguamenti di contratto. Tra le missioni più urgenti c’è quella di rendere più sostenibile il maxi-ingaggio di Pogba. Il più pesante della rosa bianconera, nonché uno dei più alti dell’intera Serie A. Davvero troppi gli 8 milioni più bonus di paga previsti dal suo quadriennale, anche al netto dei benefici del Decreto Crescita. Specie alla luce del rendimento più che intermittente del Polpo, alle prese con l’ennesimo (piccolo stavolta) guaio muscolare. La Juve presenterà all’agente Pimenta una proposta al ribasso, per rimodulare l’intesa. Come? Abbassando intorno ai 6 milioni la parte fissa prevista dal contratto e lasciando i bonus invariati. A proposito di big, entro la fine del 2023 la Juve proverà a prolungare l’intesa con i vari Rabiot, Vlahovic e Chiesa. Per quest’ultimo si ipotizza un anno in più di contratto, con la scadenza che slitterebbe al 2026, mantenendo lo stipendio da 5 milioni. A Szczesny, invece, verrà probabilmente chiesto di spalmare i suoi emolumenti (7 milioni) su un anno in più di accordo, con il termine che passerebbe così dal 2025 al 2026.
  23. Giuntoli e Manna che hanno già investito su diversi giovani, hanno nel mirino due talenti francesi. Uno è Habib Diarra, 19enne centrocampista dello Strasburgo seguito pure in agosto. E l'altro è il quasi coetaneo Emmanuel Konè, 22enne mediano del Borussia Monchengladbach, in questa stagione frenato per alcuni problemi fisici. Diarra , protagonista delle ultime settimane di trattative, alla fine non si è mosso.Sicuramente il prossimo anno lascerà lo Strasburgo. Alla Continassa progettano una nuova rinfrescata per il centrocampo e tengono le antenne dritte su Diarra e del suo connazionale.
  24. Chiesa più goleador e meno esterno può imitare Henry e la Juve se lo gode. Per l’ex Viola cambio ruolo e 2 reti in 3 gare: si sta evolvendo da ala a bomber come fecero il francese e Van Persie. Se Allegri segnerà la svolta per Chiesa come Arsene Wenger per Henry e Van Persie lo dirà il tempo. I primi segnali sono incoraggianti e qualche assonanza c’è. A partire dall’andamento dei gol. Il giovanissimo Henry, un po’ ala e un po’ esterno, viaggiava tra i 3, 4 e al massimo 10 gol stagionali. La svolta tattica gli ha cambiato la vita e pure quella delle sue squadre: il francese ha più che raddoppiato i numeri toccando picchi stagionali di 32, 33 e anche 39 reti in Inghilterra. Escalation simile per Van Persie, che ha iniziato largo e pian piano è diventato un bomber da più di venti gol, con vette da 37 reti ai tempi dell’Arsenal e 30 con il Manchester United. Il Chiesa 2023-24 ha iniziato forte (2 gol in 3 gare) e chissà che nel giro di un paio di anni non raggiunga le quote di Henry e Van Persie.
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