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CR Boss

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Messaggi pubblicati da CR Boss


  1. Uno smoking foderato di disonestà

     

    Da GLMDJ

     

    Ha fatto ogni sforzo, ma i suoi partner non hanno accettato la soluzione amichevole. Tradotto dall’interismo stretto: ha cercato in ogni modo di non pagare ma i creditori hanno preteso il rientro del prestito.

    Non essendo stata trovata la suddetta soluzione amichevole, la società ha cambiato assetto proprietario. Tradotto dall’interismo parlato: non hanno pagato il debito, il creditore gli ha escusso il pegno.

    Meno di trecento milioni di prestito, e circa cento milioni di soli interessi maturati in poco più di un anno dovrebbero far capire quanto rischioso il creditore considerasse il prestito e quanto in difficoltà fosse il richiedente per accettare quelle condizioni.

    La situazione dell’Inter era sotto gli occhi di tutti, bastava leggere i bilanci e considerare il debito, nessuno di quelli che dovrebbero garantire la leale concorrenza tra le società (non solo calcistiche) ha osato disturbare l’azienda nerazzurra, neanche chi oggi si dice preoccupato e sta per varare l’authority che dovrebbe soppiantare la Covisoc. Niente hanno eccepito le altre diciannove società concorrenti, qualcuna anzi ha candidamente ammesso di aver dato una mano in sede di mercato (la divina provvidenza ha compensato con sei punti in campionato…).

    Ricordo che nella stagione di calciopoli c’era un presidente che sbraitava perché una squadra capitolina faceva mercato nonostante la situazione finanziaria precaria, oggi per le vicende interisti tutto tace. A questo punto aspettiamoci anche il bidone di celliniana memoria in cui dare fuoco ai documenti che svelerebbero la mancanza di requisiti per iscriversi al campionato.

    Certe società non dovrebbero aver diritto di cittadinanza e spirare davanti al giudice fallimentare. Vestono lo smoking bianco, un abito la cui fodera fatta di peccati e scorrettezze si confonde con l’epidermide.

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  2. La Coppa Italia Radioattiva

     

    Da GLMDJ

    - PREMESSA

    Come sapete, cari lettori, GLMDJ ha deciso tempo fa di non parlare più in questa sede di calcio giocato, perché i tornei italiani sono di fatto una buffonata, e non ha senso perderci tempo, avallarli e legittimarli anche solo indirettamente. E così sarà anche questa volta, perché parleremo della finale di Coppa Italia 2023/2024 solo come il luogo dove si sono svolte alcune note vicende.
    Da tempo immemore noi di GLMDJ descriviamo e denunciamo lo stato attuale della Juventus, e il nulla cosmico di cui è stata rimpinzata dal suo padrone. Qualche giorno fa c'è stato un nuovo triste capitolo da aggiungere alla recente storia del club, un nuovo sfregio sul viso della zebra.

    - PROLOGO

    Qualche anno fa, come tutti sanno, Andrea Agnelli ha fatto un contratto ad Allegri di ben 4 anni, e viste le cifre per farlo è stato interpellato, prima della firma, pure il cugino capo e padrone reale del club. Perché?
    Semplice; entrambi hanno pensato che si potevano fare le nozze coi fichi secchi, hanno cercato l’usato sicuro, una scorciatoia per non dover ragionare davvero di pallone, di progetto commerciale "Juventus" nel complesso, di materiale umano a disposizione, di identità bianconera, di progetto calcistico vero e proprio, e soprattutto un modo per non dover fare campagna acquisti di impatto e tenere i costi bassi su tutti i fronti. Meglio pagarne uno molto bene, che si accontenta e segue pedissequamente la linea aziendale imposta, piuttosto che tanti acquisti costosi e tanti stipendi alti. Attenzione, Allegri si era già sentito cacciato con la forza la volta scorsa, prima del conseguente arrivo di Sarri, quindi ha sostanzialmente quasi fatto lui il prezzo e la durata del suo contratto di rientro. In sostanza, se proprio vi siete pentiti di avermi mandato via e mi rivolete, adesso per farvi perdonare adeguatamente, cacciate la grana, tanta, e per un bel po’ di tempo, sennò nisba. L’amicizia con Agnelli e la situazione contingente di quel periodo hanno fatto tutto il resto.
    Poi ad un certo punto, non senza collezionare altri innumerevoli casini sulla groppa del club, è arrivata la cacciata di Agnelli, indagato e su cui ancora la storia aspetta la sostanza da archiviare e tramandare, e la situazione è lentamente peggiorata e precipitata. Sono arrivati i volti nuovi, voluti e guinzagliati dal padrone in persona, e volti alla celebre non-difesa nelle sedi competenti, ma solo per mancanza di arroganza. La Juve nel frattempo ha subito di tutto anche in campo; var, arbitri, e ingiustizie varie. E infatti, manco a dirlo, mancano diversi punti all’appello, nonostante la pochezza competitiva della squadra. La situazione è rimasta sportivamente stantia, e poi è precipitata definitivamente nella seconda metà di questo campion-azzo (che fa rima con?...). Niente più trofei, rosa mediamente più scadente, e solita assenza di idee complessiva, passando dall’allenatore, giocatori, dirigenza, e fino al padrone.
    Però, nonostante tutto, è stata conquistata faticosamente la finale per un trofeo nazionale.

    - LA FINALE DI COPPA

    Ora veniamo al sodo. La finale si gioca e la Juve vince il trofeo. Il 15° nella sua storia. Eppure scoppia un kaos senza precedenti, e la vittoria della Coppa finisce immediatamente in secondo piano. Ricapitoliamo.

    - Durante il match, la Juve subisce una serie di decisioni arbitrali che mandano in bestia Allegri (e pure molti tifosi, perché mica abbiamo l’anello al naso eh, la partita era finita da mezzora senza arbitro e var che pasticciavano con disinvoltura).

    - Allegri evidentemente stremato da mesi di accerchiamento (dentro e fuori la Juventus, e dal sistema calcio-marcio dove opera) e di messa in discussione del suo operato (a torto o a ragione, non è importante), perde completamente il controllo, forse anche sapendo che a breve lascerà la Juventus.

    - Con fare molto sincero, istintivo e maleducato (comprensibile o no, dipende dai propri punti di vista morali, civili ed educativi) lancia accuse a destra e a manca. Grida, si spoglia, corre dappertutto, insulta qualcuno, e nessuno riesce più a trattenerlo. Se la prende con tutti, dirigenti federali, dirigenti dalla Juventus, giornalisti, ecc, fregandosene pesantemente del fatto che ha appena alzato un trofeo nazionale.

    - Durante il match è stato ovviamente espulso, ma nel post gara viene fuori un po' di tutto. Secondo lui in sostanza, qualcuno in società utilizzava da tempo alcuni organi di stampa per rendergli la vita difficile, diffondendo notizie false, e mettendogli contro probabilmente alcuni giocatori. Questo più o meno quello che abbiamo capito noi dall'esterno. Alcuni addetti ai lavori, osservatori esterni, pseudo-testimoni, confermano. Offende, e forse minaccia anche, chiunque gli capiti davanti che considera un “nemico”. Anche su questo punto, parrebbe che ci siano dei testimoni.

    - I dirigenti della Juventus e il padrone però, come se nulla fosse, sfilano dalla tribuna al campo, a favore dei media (ricordiamo che due di questi sarebbero anche indagati dalla Procura della Repubblica di Torino), e fanno le foto col sorrisone in faccia, rilasciano dichiarazioni, di fatto prendendosi dei meriti che di sicuro non hanno.

    - Nei giorni successivi Allegri, dopo un incontro in società, viene esonerato, e trova una chiarificazione e una riappacificazione con il giornalista con cui avrebbe avuto l’alterco più significativo.


    - COMMENTO SU ALLEGRI

    Evidentemente Allegri era davvero stremato. Comprensibile dal punto di vista umano, e dispiace.
    Si è sentito per tanto tempo scaricato da tutti, accerchiato, capro espiatorio di ogni problema, e le sue emozioni sono sincere perché la sera della gara oggettivamente non aveva affatto la faccia di uno che aveva appena vinto un trofeo nazionale contro tutto e contro tutti. Non era una recita. Questo per certi versi è davvero molto apprezzabile, perché è troppo facile far finta di niente solo perché hai vinto.
    Ovvio però che se si passa dalla sfuriata alle minacce fisiche, (anche farlocche, dai su, mica avrebbe menato davvero qualcuno), contro chicchessia, si passa dalla parte del torto. Avrebbe dovuto fare le stesse cose, ma controllandosi, e dirle anche davanti alle telecamere, colpire chi voleva colpire con più astuzia e strategia, ma senza superare i limiti. Gli avrebbe fatto molto più male. Paradossalmente non è stato abbastanza subdolo e furbo stratega. Se lo fosse stato si metteva in tasca tutti, e si sarebbe parlato di lui e delle sue ragioni per giorni. Ma il livornese ha il carattere così, quando sbarella non lo tieni, quello che gli esce gli esce, e tanti saluti. Facendo fatica a nascondere le emozioni, gli è persino scappato davanti alle telecamere che avrebbe lasciato comunque una Juve forte al suo successore. Si era già autoesonerato, praticamente. Sappiamo bene che molti tifosi, umiliati e distrutti da anni di veleni, ingiustizie frequenti e falsità, istintivamente sono sempre dalla parte di chi insulta “pennivendoli” e “giornalai”. Sappiamo bene che il celebre "sentimento popolare" si costruisce, ogni giorno con un mattoncino… Ma ovviamente Allegri ha superato il limite, è innegabile. Che avesse ragione o no è indifferente. Senza dimenticare poi che in linea generale un qualunque giornalista, gentleman dei poveri, mediamente quando capitano cose del genere, come prima cosa racconta e pubblica l'accaduto, sempre con l'idea di fare facili click. Ora invece, con il classico effetto boomerang, Allegri è passato nell’immaginario di tanti osservatori come l'esaltato maleducato che crede di essere chissà chi, cosa che non merita. Così come la sua storia in Juventus, la netto dei tantissimi trofei strameritati e del suo palese non-gioco, comunque non meritava un'epilogo di questo tipo.

    - COMMENTO SULLA DIRIGENZA

    Sappiamo bene che la nuova dirigenza di "improvvisati" non può che fare innervosire un qualunque serio uomo di calcio in generale. Da un manager ci si aspetta come obbiettivo del suo lavoro, che porti vantaggi e supporto al lavoro di tutti i dipendenti del club a vario titolo, che mitighi i rischi, e disinneschi tutti i problemi che possono generarsi.
    Ora, dall’esterno per noi è molto difficile comprendere, e non sappiamo esattamente come sono andate tutte le cose, ma se le cose stanno come le ha descritte Allegri, diciamo che mettere la stampa contro il proprio allenatore durante una stagione in cui stai lottando per raggiungere dei risultati, non sembra affatto un modo di operare professionale ed efficiente. In una società sana questo non accade, anche se la Juve ormai da anni e anni non è una società sana dal punto di vista dei rapporti proprietà-dirigenza-allenatore-squadra-media-tifosi-clienti-federazioni, ecc.
    Però il mondo del calcio in generale (e non solo quello a dire il vero), da sempre funziona un po' così. La stampa viene utilizzata spesso per secondi fini; sapendo che è fisiologicamente e costituzionalmente avida di notizie, si prova a dargli dei bocconi utili al proprio disegno. Si cerca di strumentalizzarla, quando ci si riesce, ecco. A volte anche per alterare o stimolare il calciomercato.
    Si costruiscono rapporti strategici, e ogni singolo individuo del sistema poi fa il suo specifico interesse per mantenere il suo cadreghino ben retribuito, e per costruirsi una sorta di protezione/schermo/scudo per i momenti difficili, o per poter giustificare le proprie scelte aziendali, che potrebbero risultare anche sbagliate in futuro, o semplicemente per monetizzare e fare carriera.
    Un'immagine, una scenografia, insomma. Niente di nuovo, lo fa anche la politica, o le aziende più conosciute di cui si occupano anche i media.
    Solo che poi tra coloro che lo fanno ci sono i distinguo, ossia che poi c'è chi comunque è molto bravo nel suo lavoro al netto della “scorrettezza morale” di cui stiamo parlando, e chi resta un dirigente mediocre pur con tutta la scenografia da furbetto costruita ad hoc. I secondi prima o poi vengono scoperti, perché col tempo il lavoro di qualità quando è assente diventa molto evidente.

    - COMMENTO CONCLUSIVO

    Purtroppo, come al solito per tutto ciò che riguarda Allegri, ci si continua a dividere, tra Allegriani e non, a dire il vero mischiando anche un po' gli schieramenti iniziali che conoscevamo, perché i fatti di questi giorni hanno preso una piega che non c'entra nulla col calcio giocato.
    Per conto mio, continua ad essere una divisione obsoleta che serve a poco, perché i fatti stringi-stringi sono:
    • Il quadro complessivo è desolante.
    • La gestione totale del club, che avrebbe vinto un trofeo nazionale di cui non parla praticamente nessuno, è da scappati di casa. L’incompetenza regna sovrana e il club continua a subire danni sportivi e danni economici di immagine di proporzioni bibliche. Fiumi di fango, praticamente un'inondazione ormai incontrollabile.
    • I comportamenti di tutti i protagonisti sono deprecabili, almeno pari a quelli del sistema calcio di cui ci spesso ci si lamenta.
    • Tutto ciò accade con il permesso timbrato e firmato di certificazione del padrone olandese, per cui lo Stadium e La Continassa probabilmente sono solo proprietà satellite utili per andare in bagno quando gli scappa e si trova casualmente da quelle parti.
    Domanda: secondo voi, cari lettori, questa è ancora la Juventus?
    Secondo me no. E dico di più; meno male che i tornei sono irregolari anche un bel po' per volontà dell'olandese volante di cui sopra, ingegnere per diletto. Perché se i tornei fossero stati regolari, come tifosi ci sarebbe stato da incazzarsi, anche molto più di Allegri. Ma no, la Juve è morta tanto tempo fa, state pure tranquilli, non c’è niente per cui perdere le staffe, state solo assistendo al circo, non a qualcosa di credibile e reale. E il circo, pur se radioattivo, continua serenamente. Buon circo a tutti!

    - BARZELLETTA DI CHIUSURA

    C'era un ingegnere olandese indagato in tribuna la sera della finale, che ha sofferto tutta la partita, e che con gli occhi spaventati e strabuzzanti, col sudore freddo in fronte, cercava il suo idolo Lautaro in campo.
    Si è ripreso solo alla fine, quando l'altro indagato, seduto di fianco a lui, al fischio finale gli ha spiegato che i nerazzurri erano l'Atalanta. Meno male! Allora non è l'Inter ad aver perso la finale di Coppa Italia!
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  3. I valori della societa'...🤣🤣🤣

    Come prendersela sempre in .ul, non difendersi mai,pugnalare i parenti, acconsentire agli squallidi ominicchi della Uefa e Serie A,mai polemizzare anche quando e' giusto, navigare nella brodaglia e mediocrita' del calcio che non conta! Campione di moralita' il sig. Elkan...🤣🤡🤡

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  4. 11 ore fa, Chiellozzo ha scritto:

    dopo essere stato lasciato completamente solo per oltre due anni ha fatto bene a sfogarsi, grazie di tutto max

    Esatto.

    Mai stato allegriano.

    Ma se devo buttare giu' da un grattacielo,non ho dubbi: Elkann ed i suoi lacche' che non ci azzeccano una * col calcio. Spariscano dalla Juve...! Vendano e che se ne vada in UK/OLANDA,lui e la sua progenie. La Juve a chi la ama o a chi vuole farla tornare IMBATTIBILE e TEMUTA anche fuori dal campo.

    PS: Ovviamente escludo Giuntoli,l'unico del mestiere.

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  5. 41 minuti fa, mielemonti ha scritto:

    Dichiarazioni vuote

    Come lui.

    17 minuti fa, Antonio Il Magnifico ha scritto:

    Traduzione

     

    “ Non tiro fuori un euro, arrangiatevi con questo “ 

    Bene trovasse uno ultra ricco e vendesse. Ne guadagneremmo tutti.

    Mi sarei davvero stancato di fare al massimo lo sparring partner in EUROPA,perche' quello siamo dalla finale del 2017 ad oggi e sempre in peggio, mentre chiunque con costanza,ogni anno puo' dire la sua in UCL.

    Lasciamo perdere il R.M che ha fatto un patto col demonio...!

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    • Grazie 1

  6. PROFESSIONE ACCORDICCHIO

     



    “Se l'acqua è poca, la papera non galleggia” - (vecchio proverbio napoletano)


    Mentre John Elkann cerca di difendersi dagli affondi processuali, molto efficaci, della madre Margherita, non mancano altre nuove e mirabolanti avventure frutto del suo operato in altri ambiti.

    Tanto per cominciare, di recente, in una lettera agli azionisti, ha rinnovato al mondo intero il piano per la Juventus, ossia "Anno zero"; niente investimenti, niente vera programmazione imprenditoriale per la rinascita del club. Anzi, il suddetto ha citato anche come scusa a supporto del suo piano di ridimensionamento programmato, la Uefa e i suoi parametri economici stringenti entro cui muoversi. Parametri che, come tutti sanno, valgono solo per alcuni club, perché in Europa in primis vale la regola dei "figli e figliastri". Ma la nuova era della Juve, ossia quella del post Agnelli, ha come dogma assoluto quello di difendersi nelle sedi opportune senza arroganza, e patteggiando tutto senza freni. Colpe reali, colpe inventate, colpe da provare, o altro, non fa nessunissima differenza. La Juve è "figliastra" per eccellenza.

    Ergo, Ceferin ha ottenuto tutto quello che voleva senza nessuna opposizione reale, ed è nuovamente palese, dalle parole di Elkann, che la Uefa ha condizionato con prepotenza il futuro prossimo al ribasso del club.
    Il futuro è nelle mani di Giuntoli, tocca a lui fare i miracoli, ma non troppi e non grandi, per non dare fastidio agli amici dell'Ingegnere.

    Nell'ambito dell'editoria, ossia gruppo GEDI, non solo Elkann ha venduto moltissime testate locali e non, ma ha anche parlato dell'etica riguardante la libertà di informazione delle testate rispetto a chi le possiede (La Stampa e Repubblica). A molti osservatori queste bellissime e civilissime parole, visto il clima di tensioni e malumori generalizzati che vivono da tempo le due redazioni in questione, sono sembrate un misto tra una fenomenale sarcastica presa in giro e una strepitosa barzelletta.

    Dopodiché in questi giorni si è svolta la curiosa vicenda della nuova Alfa Romeo denominata "Milano", che a causa delle recenti polemiche con l'attuale governo e con una bella fetta di opinione pubblica, rispetto alla fuga dall'Italia del gruppo, ha dovuto cambiare nome in "Junior". In tanti hanno osservato infatti che il nome non rispecchiava più la realtà, ossia l'identità del gruppo che la produce, in quanto tutto ora avviene all'estero (proprietà, indirizzo, amministrazione, gestione e produzione). Falso problema evidentemente, perché la Ferrari "California" non veniva prodotta in California, l'Alfa Romeo "Stelvio" non viene prodotta sul passo dello Stelvio, la Ford "Gran Torino" non veniva prodotta a Torino, e via così. In fondo per qualunque auto, di qualunque gruppo, un nome vale l'altro. Si tratta più che altro di un esercizio di stile.
    Ma anche qui, per paura dell'opinione pubblica e dei potenziali consumatori influenzabili dalle polemiche, si è proceduto immediatamente a cambiare nome. L'importante è vendere, i principi non interessano, giusti o sbagliati che siano. Meglio un veloce auto-patteggiamento.

    Nonostante il mondo industriale e commerciale sia in costante evoluzione in tutti i settori e in tutto il mondo, in tanti non perdonano la fuga dall'Italia del gruppo che ha usufruito nel tempo di molti aiuti di stato, e vedono come una "furbata" vera e propria quella di cercare ancora di costruire nell'immaginario collettivo un legame delle auto del gruppo all'Italia. Una sorta di legame artificioso e di facciata, volutamente nostalgico, per sfruttare l'onda lunga dello storico Made in Italy. Spot della nuova Lancia Ypsilon girato a Torino (fabbricata in Spagna), il nome "Milano" della nuova Alfa Romeo per celebrare la città di nascita del marchio, il nome della nuova Fiat "Topolino" in onore della storica autovettura torinese nata tra le due grandi guerre (oggi elettrica e realizzata in Marocco), ecc.

    Ma, al di là delle legittime e diverse opinioni che ognuno di noi può avere, le vicende di questo periodo sono esemplificative, ancora una volta, degli intenti e dello spirito di chi possiede la Juventus e ne programma le sorti.
    Risulta chiaro ormai che l'intera gestione del gruppo segue delle logiche di pragmatismo freddo e amorale, privo di orgoglio, di radici storiche, e di costrutto. Le valutazioni si fanno esclusivamente in funzione del portafoglio, della convenienza del momento guardando su tutti i tavoli contemporaneamente, e le parole dette sono solo fumo negli occhi, ossia concetti di circostanza. Si tratta della classica polvere messa sotto il tappeto.
    In caso di problematiche improvvise si patteggia, si trova un accordo, in modo quasi seriale. Non a caso, l'unico ambito in cui non si patteggia e dove ci si difende con le unghie e con i denti, è la causa ereditaria. Chissà come mai...

    Per tutto il resto, non ci sono tabù, l'acqua è poca, la papera non galleggia, ma nel gruppo olandese si trova sempre qualcuno che volentieri patteggia.
    Considerando che la Juve nel lungo treno delle tante aziende del gruppo è il vagone più piccolo e sta ultimo in coda, per non rimanere delusi aspettiamoci sempre il peggio.

    Perché? Perché è sbagliato proprio l'approccio, la filosofia di queste scelte. Anche nelle difficoltà, come diceva il filosofo inglese Thomas Hobbes, “i patti senza la spada sono solo parole e non hanno la forza di difendere nessuno”.

  7. 11 ore fa, Lucas Hector ha scritto:

    Liberarsi del settore automotive, con ormai la Cina pronta ad invadere il mondo intero delle sue auto elettriche, è una mossa GENIALE. Altroché. Non ha senso continuare a produrre auto elettriche quando ormai anche qualsiasi start-up dalla Cina può farlo e magari con costi inferiori di te, perché sovvenzionata dal suo governo.

     

    Devi vendere i servizi, non l'auto..che molto presto non sarà nemmeno più di proprietà.

    Stai delirando in pieno stile WEF.

    Il settore automotive e' un asset che dava lustro all'Italia,oltre che lavoro,e tu dici che ha fatto bene?

    Si,da incapace qual e',ha fatto benone...!

    Non ti sei accorto che la globalizzazione e' finita? Aspetta e vedrai...

    Ce ne sarebbero di analisi da fare,ma lasciamo perdere. Qui non e' il luogo

    Chi sei il nipote di Schwaub?

    No perche',si dice sia schiattato il 13 aprile.


  8. 2 ore fa, Chemical Brother ha scritto:

    E poi ci si domanda come mai ci sia JE al comando di Exor e non AA...

    AH BE' ,UNA SICUREZZA:

     

    .ghgh

    STELLANTIS VENDUTA,PER LA MAGGIORANZA,AI FRANCESI,

    IL GRUPPO REPUBBLICA,LA STAMPA IN VENDITA ( IN CONTINUE PERDITE),

    LA FABBRICA MASERATI IN LOMBARDIA MESSA IN VENDITA DA NOVEMBRE,

    LA NUOVA ALFA JUNIOR (NOME CAMBIATO PERCHE' VIOLAVA UNA LEGGE SPECIFICA).

    A PROCESSO CONTRO LA MADRE PER EVASIONE

    DEVO CONTINUARE?

    • Mi Piace 2

  9. 7 minuti fa, AndreDede ha scritto:

    Date una preparazione fisica a questa squadra... Non ne posso più di vedere qualsiasi altra squadra correre il doppio...

    E dategli una dirigenza (escluso Giuntoli) ED UNA PROPRIETA' ALL'ALTEZZA DELLA NOSTRA STORIA E DI LIVELLO MONDIALE!

    Elkann vendi e sparisci dall'italia!


  10. Designatore o tifoso da bar?

     

    Da Glmdj

     

    Editoriale di P. CICCONOFRI del 13/01/2024

     

    Dopo i recenti ed ennesimi errori arbitrali Rocchi ha sentito il bisogno di intervenite: «Sentiamo parlare di mancanza di rispetto (il riferimento è alle parole di Sean Sogliano, ndr.), ma il rigore poi non l’hanno sbagliato Nasca o Fabbri... Abbiamo fatto degli errori e non ci nascondiamo, ma dietro un errore non c'è mai nulla di più di un errore».

    Se Rocchi richiama i tesserati ad avere un atteggiamento diverso, è bene che qualcuno richiami Rocchi per le sue esternazioni. Lette così, sembra quasi che quel rigore sia stato dato come compensazione al macroscopico e consapevole errore precedente. Vi sembrano parole accettabili?

    Il fatto che tutti siano sorpresi dal clima di caccia alle streghe dopo un errore arbitrale, in realtà una sequenza di errori arbitrali, fingendo di non sapere che questa situazione deriva da una politica, quella del sospetto, sostenuta per tanti anni, dai media, dalle istituzioni, dagli addetti ai lavori, che hanno coinvolto soprattutto la Juve. Quel famoso sentimento popolare che hanno voluto usare come giustificativo per le sentenze della giustizia sportiva, come nel 2006, come lo scorso anno e come ogni volta hanno provato ad infangare la Juve per la mancanza di competitività delle altre squadre.

    Rocchi deve rendere credibili gli arbitri che gestisce e rappresenta, deve dare delle indicazioni chiare che non rendano sospettoso il pubblico . È difficile pensare ad una uniformità di giudizio quando, durante la stessa giornata di campionato, chi spazza via la palla ed ha la maglia bianconera (Rabiot) viene ammonito e chi compie lo stesso gesto, ma con la maglia nerazzurra (Barella) viene graziato. Oppure deve spiegare come è possibile che se un bianconero dice «Quello era un rigore imbarazzante» riceve un rosso (Morata) e chi scaglia il pallone contro il fischietto (Lautaro) o lo manda direttamente a quel paese in mondovisione (Barella), non subisce conseguenze.
    Questi arbitri se sono scarsi vanno sostituiti, se non sono formati nel modo dovuto vanno ripresi e così fin quando non saranno credibili. Sinceramente, prendersela con chi, per un errore rischia di retrocede o di perdere un titolo è sinceramente poco professionale.

    Il rispetto lo chiediamo noi tifosi, usati per finanziare un calcio, che non ha più nulla di credibile. Quindi, caro Rocchi, ridimensioni la rabbia, si rimbocchi le maniche ed induca i suoi arbitri ad una corretta interpretazione del regolamento. E soprattutto che sia uniforme questa interpretazione.


  11. 13 ore fa, Pawn Heart ha scritto:

    Ma più che altro ha un atteggiamento mentale che a 18 anni, abbinato a questa tecnica, hanno solo i futuri fenomeni. Cerca la giocata senza paura quando lo deve fare, temporeggia quando è il caso, è sempre positivo verso i compagni. Io credo che abbiamo in rosa un giocatore epocale, purtroppo non so per quanto tempo resterà con noi, speriamo almeno tre o quattro stagioni. 

    Comunque nelle movenze più che Del Piero mi ricorda Laudrup, che però aveva meno carattere. 

    E' nostro o in prestito?

    6 ore fa, LaJuveNonMuoreMai31 ha scritto:

    A me qualcun altro col codino...

    Mmm insomma. Come falcate,piu' Alex...


  12. DA GLMDJ

     

    Fare i conti col pudore

     

    Il VAR non è la giustizia applicata al calcio, è uno strumento nelle mani degli uomini, viene attivato o omesso per decisione umana. E una volta attivato, è dimostrato, viene utilizzato con la discrezionalità interpretativa degli individui che lo maneggiano.

    L’introduzione di questo mezzo (inteso come tramite per un fine) non ha dissipato dubbi e sospetti, anzi, li ha aumentati. Se è vero che il tifoso ha sempre visto la malafede in alcune decisioni arbitrali, è ancor più difficile non incorrere nei cattivi pensieri laddove vi è uno “strumento” che dovrebbe correggere gli errori e che invece viene piegato al libero arbitrio dei giudici di gara.

    I cattivi pensieri che possono venire al bar dello sport sono di due tipi, il primo suggerisce di una classe arbitrale che non vuole che sia erosa la propria centralità nelle decisioni e, in modo inconsapevole, trovandosi al disagio con questo strumento che gli fa da coprotagonista si ribella ad esso facendolo involontariamente fallire. Il secondo, considerando che l’uso o il non uso che si sta facendo del VAR e che evidentemente sta favorendo una sola squadra, dà al tifoso la sensazione che sia mirato alla salvaguardia di un risultato auspicato.

    Al di là di come lo strumento viene utilizzato (o non utilizzato) dagli arbitri, c’è da considerare anche come molti addetti ai lavori commentano o, peggio, giustificano le evidenti distorsioni nell’applicazione del VAR. Non solo i giornalisti, a mortificare il supporto tecnologico sono soprattutto i vertici arbitrali e i massimi dirigenti federali. I giustificazionismi di Rocchi e le uscite di Gravina non fanno altro che alimentare una certa sensazione di noncuranza della realtà.

    Tra gli attori coinvolti non dobbiamo dimenticare i calciatori in campo, i primi a sapere se una decisione arbitrale, avallata o meno dal VAR, sia corretta o no. Se gli errori vanno sempre in una sola direzione, in determinate circostanze si genera un convincimento di impunità; puoi ad esempio ringhiare contro un avversario sul quale hai appena commesso un fallo da cartellino rosso o alzare proditoriamente il gomito, il tutto con la certezza che il VAR non sarà azionato. Con buona pace del fairplay e della rimediabilità di alcuni errori.

    In uno scenario nel quale pensieri, opere o omissioni sembrano andare in una determinata direzione, per il tifoso è difficile non sospettare che rendere vincente una società con evidenti problemi economici sia obiettivo accettato un po’ da tutti, anche dai competitor che dovrebbero opporsi e che invece devono fare sistema e accettare di non far cadere una delle tessere del domino.

    Se questo è il VAR, allora c’è un problema di ordine etico per la modalità e/o gli scopi con cui lo si utilizza, e uno di ordine morale per la pudicizia con cui lo si commenta.
     
     
    I CARTONATI NON LI VOGLION FAR FALLIRE!!

  13. 12 minuti fa, B4C ha scritto:

    è esattamente quello che ha voluto dire..., hanno DECISO di chiudere uno o due occhi con i nerazzurri. 

    Soggettivo non vuol dire fazioso o parziale.

    Soggettivo vuol dire RELATIVO e cioe' dipende dalla faziosita'/ parzialita' di un soggetto rispetto alla oggettivita' della norma condivisa da tutti. STAI SCHERZANDO IN MERITO ALLA TUA SPIEGAZIONE?  CI METTIAMO A PARLARE CON LA NEO LINGUA DI ORWELL: " LA GUERRA E' PACE E LA PACE E' GUERRA"???

     

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