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CR Boss

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  • Compleanno 12/10/1974

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  • Squadra
    Juventus
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    Uomo
  • Provenienza
    Puglia

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  1. PROFESSIONE ACCORDICCHIO “Se l'acqua è poca, la papera non galleggia” - (vecchio proverbio napoletano) Mentre John Elkann cerca di difendersi dagli affondi processuali, molto efficaci, della madre Margherita, non mancano altre nuove e mirabolanti avventure frutto del suo operato in altri ambiti. Tanto per cominciare, di recente, in una lettera agli azionisti, ha rinnovato al mondo intero il piano per la Juventus, ossia "Anno zero"; niente investimenti, niente vera programmazione imprenditoriale per la rinascita del club. Anzi, il suddetto ha citato anche come scusa a supporto del suo piano di ridimensionamento programmato, la Uefa e i suoi parametri economici stringenti entro cui muoversi. Parametri che, come tutti sanno, valgono solo per alcuni club, perché in Europa in primis vale la regola dei "figli e figliastri". Ma la nuova era della Juve, ossia quella del post Agnelli, ha come dogma assoluto quello di difendersi nelle sedi opportune senza arroganza, e patteggiando tutto senza freni. Colpe reali, colpe inventate, colpe da provare, o altro, non fa nessunissima differenza. La Juve è "figliastra" per eccellenza. Ergo, Ceferin ha ottenuto tutto quello che voleva senza nessuna opposizione reale, ed è nuovamente palese, dalle parole di Elkann, che la Uefa ha condizionato con prepotenza il futuro prossimo al ribasso del club. Il futuro è nelle mani di Giuntoli, tocca a lui fare i miracoli, ma non troppi e non grandi, per non dare fastidio agli amici dell'Ingegnere. Nell'ambito dell'editoria, ossia gruppo GEDI, non solo Elkann ha venduto moltissime testate locali e non, ma ha anche parlato dell'etica riguardante la libertà di informazione delle testate rispetto a chi le possiede (La Stampa e Repubblica). A molti osservatori queste bellissime e civilissime parole, visto il clima di tensioni e malumori generalizzati che vivono da tempo le due redazioni in questione, sono sembrate un misto tra una fenomenale sarcastica presa in giro e una strepitosa barzelletta. Dopodiché in questi giorni si è svolta la curiosa vicenda della nuova Alfa Romeo denominata "Milano", che a causa delle recenti polemiche con l'attuale governo e con una bella fetta di opinione pubblica, rispetto alla fuga dall'Italia del gruppo, ha dovuto cambiare nome in "Junior". In tanti hanno osservato infatti che il nome non rispecchiava più la realtà, ossia l'identità del gruppo che la produce, in quanto tutto ora avviene all'estero (proprietà, indirizzo, amministrazione, gestione e produzione). Falso problema evidentemente, perché la Ferrari "California" non veniva prodotta in California, l'Alfa Romeo "Stelvio" non viene prodotta sul passo dello Stelvio, la Ford "Gran Torino" non veniva prodotta a Torino, e via così. In fondo per qualunque auto, di qualunque gruppo, un nome vale l'altro. Si tratta più che altro di un esercizio di stile. Ma anche qui, per paura dell'opinione pubblica e dei potenziali consumatori influenzabili dalle polemiche, si è proceduto immediatamente a cambiare nome. L'importante è vendere, i principi non interessano, giusti o sbagliati che siano. Meglio un veloce auto-patteggiamento. Nonostante il mondo industriale e commerciale sia in costante evoluzione in tutti i settori e in tutto il mondo, in tanti non perdonano la fuga dall'Italia del gruppo che ha usufruito nel tempo di molti aiuti di stato, e vedono come una "furbata" vera e propria quella di cercare ancora di costruire nell'immaginario collettivo un legame delle auto del gruppo all'Italia. Una sorta di legame artificioso e di facciata, volutamente nostalgico, per sfruttare l'onda lunga dello storico Made in Italy. Spot della nuova Lancia Ypsilon girato a Torino (fabbricata in Spagna), il nome "Milano" della nuova Alfa Romeo per celebrare la città di nascita del marchio, il nome della nuova Fiat "Topolino" in onore della storica autovettura torinese nata tra le due grandi guerre (oggi elettrica e realizzata in Marocco), ecc. Ma, al di là delle legittime e diverse opinioni che ognuno di noi può avere, le vicende di questo periodo sono esemplificative, ancora una volta, degli intenti e dello spirito di chi possiede la Juventus e ne programma le sorti. Risulta chiaro ormai che l'intera gestione del gruppo segue delle logiche di pragmatismo freddo e amorale, privo di orgoglio, di radici storiche, e di costrutto. Le valutazioni si fanno esclusivamente in funzione del portafoglio, della convenienza del momento guardando su tutti i tavoli contemporaneamente, e le parole dette sono solo fumo negli occhi, ossia concetti di circostanza. Si tratta della classica polvere messa sotto il tappeto. In caso di problematiche improvvise si patteggia, si trova un accordo, in modo quasi seriale. Non a caso, l'unico ambito in cui non si patteggia e dove ci si difende con le unghie e con i denti, è la causa ereditaria. Chissà come mai... Per tutto il resto, non ci sono tabù, l'acqua è poca, la papera non galleggia, ma nel gruppo olandese si trova sempre qualcuno che volentieri patteggia. Considerando che la Juve nel lungo treno delle tante aziende del gruppo è il vagone più piccolo e sta ultimo in coda, per non rimanere delusi aspettiamoci sempre il peggio. Perché? Perché è sbagliato proprio l'approccio, la filosofia di queste scelte. Anche nelle difficoltà, come diceva il filosofo inglese Thomas Hobbes, “i patti senza la spada sono solo parole e non hanno la forza di difendere nessuno”.
  2. Stai delirando in pieno stile WEF. Il settore automotive e' un asset che dava lustro all'Italia,oltre che lavoro,e tu dici che ha fatto bene? Si,da incapace qual e',ha fatto benone...! Non ti sei accorto che la globalizzazione e' finita? Aspetta e vedrai... Ce ne sarebbero di analisi da fare,ma lasciamo perdere. Qui non e' il luogo Chi sei il nipote di Schwaub? No perche',si dice sia schiattato il 13 aprile.
  3. AH BE' ,UNA SICUREZZA: STELLANTIS VENDUTA,PER LA MAGGIORANZA,AI FRANCESI, IL GRUPPO REPUBBLICA,LA STAMPA IN VENDITA ( IN CONTINUE PERDITE), LA FABBRICA MASERATI IN LOMBARDIA MESSA IN VENDITA DA NOVEMBRE, LA NUOVA ALFA JUNIOR (NOME CAMBIATO PERCHE' VIOLAVA UNA LEGGE SPECIFICA). A PROCESSO CONTRO LA MADRE PER EVASIONE DEVO CONTINUARE?
  4. Rafforza l'ipotesi? Parliamo ancora di ipotesi????
  5. Che dispiacere. Condoglianze ai suoi cari.😔
  6. CR Boss

    Verona - Juventus 2-2, commenti post partita

    E dategli una dirigenza (escluso Giuntoli) ED UNA PROPRIETA' ALL'ALTEZZA DELLA NOSTRA STORIA E DI LIVELLO MONDIALE! Elkann vendi e sparisci dall'italia!
  7. Sempre a lamentarvi delle assenza dei dirigenti nel farsi sentire. Cosa bisogna ancora fare per farvi capire che fanno esattamente cio' che vuole quel .....di Elkan? E che se vendesse la societa' a chiunque non abbia a che fare con lui, neanche in cartolina, CI SAREBBE UNA RINASCITA IN TUTTI GLI AMBITI?
  8. CR Boss

    Juventus - Empoli 1-1, commenti post partita

    Ma li mo... vostra!🤬
  9. Designatore o tifoso da bar? Da Glmdj Editoriale di P. CICCONOFRI del 13/01/2024 Dopo i recenti ed ennesimi errori arbitrali Rocchi ha sentito il bisogno di intervenite: «Sentiamo parlare di mancanza di rispetto (il riferimento è alle parole di Sean Sogliano, ndr.), ma il rigore poi non l’hanno sbagliato Nasca o Fabbri... Abbiamo fatto degli errori e non ci nascondiamo, ma dietro un errore non c'è mai nulla di più di un errore». Se Rocchi richiama i tesserati ad avere un atteggiamento diverso, è bene che qualcuno richiami Rocchi per le sue esternazioni. Lette così, sembra quasi che quel rigore sia stato dato come compensazione al macroscopico e consapevole errore precedente. Vi sembrano parole accettabili? Il fatto che tutti siano sorpresi dal clima di caccia alle streghe dopo un errore arbitrale, in realtà una sequenza di errori arbitrali, fingendo di non sapere che questa situazione deriva da una politica, quella del sospetto, sostenuta per tanti anni, dai media, dalle istituzioni, dagli addetti ai lavori, che hanno coinvolto soprattutto la Juve. Quel famoso sentimento popolare che hanno voluto usare come giustificativo per le sentenze della giustizia sportiva, come nel 2006, come lo scorso anno e come ogni volta hanno provato ad infangare la Juve per la mancanza di competitività delle altre squadre. Rocchi deve rendere credibili gli arbitri che gestisce e rappresenta, deve dare delle indicazioni chiare che non rendano sospettoso il pubblico . È difficile pensare ad una uniformità di giudizio quando, durante la stessa giornata di campionato, chi spazza via la palla ed ha la maglia bianconera (Rabiot) viene ammonito e chi compie lo stesso gesto, ma con la maglia nerazzurra (Barella) viene graziato. Oppure deve spiegare come è possibile che se un bianconero dice «Quello era un rigore imbarazzante» riceve un rosso (Morata) e chi scaglia il pallone contro il fischietto (Lautaro) o lo manda direttamente a quel paese in mondovisione (Barella), non subisce conseguenze. Questi arbitri se sono scarsi vanno sostituiti, se non sono formati nel modo dovuto vanno ripresi e così fin quando non saranno credibili. Sinceramente, prendersela con chi, per un errore rischia di retrocede o di perdere un titolo è sinceramente poco professionale. Il rispetto lo chiediamo noi tifosi, usati per finanziare un calcio, che non ha più nulla di credibile. Quindi, caro Rocchi, ridimensioni la rabbia, si rimbocchi le maniche ed induca i suoi arbitri ad una corretta interpretazione del regolamento. E soprattutto che sia uniforme questa interpretazione.
  10. CR Boss

    Juventus - Frosinone 4-0, commenti post partita

    E allora speriamo di non venderlo. Ne' ora ne' mai,se dovesse rivelarsi un crack.
  11. CR Boss

    Juventus - Frosinone 4-0, commenti post partita

    E' nostro o in prestito? Mmm insomma. Come falcate,piu' Alex...
  12. CR Boss

    Juventus - Frosinone 4-0, commenti post partita

    In alcune movenze mi ricorda il DelPiero giovane...
  13. DA GLMDJ Fare i conti col pudore Il VAR non è la giustizia applicata al calcio, è uno strumento nelle mani degli uomini, viene attivato o omesso per decisione umana. E una volta attivato, è dimostrato, viene utilizzato con la discrezionalità interpretativa degli individui che lo maneggiano. L’introduzione di questo mezzo (inteso come tramite per un fine) non ha dissipato dubbi e sospetti, anzi, li ha aumentati. Se è vero che il tifoso ha sempre visto la malafede in alcune decisioni arbitrali, è ancor più difficile non incorrere nei cattivi pensieri laddove vi è uno “strumento” che dovrebbe correggere gli errori e che invece viene piegato al libero arbitrio dei giudici di gara. I cattivi pensieri che possono venire al bar dello sport sono di due tipi, il primo suggerisce di una classe arbitrale che non vuole che sia erosa la propria centralità nelle decisioni e, in modo inconsapevole, trovandosi al disagio con questo strumento che gli fa da coprotagonista si ribella ad esso facendolo involontariamente fallire. Il secondo, considerando che l’uso o il non uso che si sta facendo del VAR e che evidentemente sta favorendo una sola squadra, dà al tifoso la sensazione che sia mirato alla salvaguardia di un risultato auspicato. Al di là di come lo strumento viene utilizzato (o non utilizzato) dagli arbitri, c’è da considerare anche come molti addetti ai lavori commentano o, peggio, giustificano le evidenti distorsioni nell’applicazione del VAR. Non solo i giornalisti, a mortificare il supporto tecnologico sono soprattutto i vertici arbitrali e i massimi dirigenti federali. I giustificazionismi di Rocchi e le uscite di Gravina non fanno altro che alimentare una certa sensazione di noncuranza della realtà. Tra gli attori coinvolti non dobbiamo dimenticare i calciatori in campo, i primi a sapere se una decisione arbitrale, avallata o meno dal VAR, sia corretta o no. Se gli errori vanno sempre in una sola direzione, in determinate circostanze si genera un convincimento di impunità; puoi ad esempio ringhiare contro un avversario sul quale hai appena commesso un fallo da cartellino rosso o alzare proditoriamente il gomito, il tutto con la certezza che il VAR non sarà azionato. Con buona pace del fairplay e della rimediabilità di alcuni errori. In uno scenario nel quale pensieri, opere o omissioni sembrano andare in una determinata direzione, per il tifoso è difficile non sospettare che rendere vincente una società con evidenti problemi economici sia obiettivo accettato un po’ da tutti, anche dai competitor che dovrebbero opporsi e che invece devono fare sistema e accettare di non far cadere una delle tessere del domino. Se questo è il VAR, allora c’è un problema di ordine etico per la modalità e/o gli scopi con cui lo si utilizza, e uno di ordine morale per la pudicizia con cui lo si commenta. I CARTONATI NON LI VOGLION FAR FALLIRE!!
  14. Soggettivo vuol dire RELATIVO e cioe' dipende dalla faziosita'/ parzialita' di un soggetto rispetto alla oggettivita' della norma condivisa da tutti. STAI SCHERZANDO IN MERITO ALLA TUA SPIEGAZIONE? CI METTIAMO A PARLARE CON LA NEO LINGUA DI ORWELL: " LA GUERRA E' PACE E LA PACE E' GUERRA"???
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