Non capisco perche Comolli viene descritto come un manager data-driven. So che e' l' elemento che crea piu sensazione, adatto a titoli "ignorantrendy" (stile Moneyball etc.), ma Comolli non e'affatto un manager data-driven. Anzi...
Comolli e'un manager culture-driven, come tralatro sottolineato da lui stesso.
Cioe il suo obiettivo e' creare una cultura di club, in sostanza mette in primo piano la dimensione psico-sociale a livello verticale nella strutturazione del club. L' utilizzo dei dati e' lo strumento per prendere le decisioni per arrivare all'obiettivo sopracitato.
Sono un' utente che sempre e'stato un forte advocate dei seguenti punti (espressi piu volte negli anni passati) per quanto riguarda la strutturazione/organizzazine di un club:
Avere un Head of Performance/Methodology per quanto riguarda la preparazione atletica (licenziare Andreini e abolire il ruolo e'stato un gravissimo fallo da parte della societa secondo me).
Creare un dipartimento di Data Analysis (con l'arrivo di Comolli, questo secondo me accadra "indirettamente" attraverso i suoi collaboratori personali).
Creare un dipartimento di Innovazione creando stretti rapporti di collaborazione con vari universita per avviare ricerche su vari settori (vedere come opera Louis Campos ad esempio, purtroppo qui la Juve e'un po indietro).
Adottare metodiche di Neural e/o Virtrual Training (fortunamente qui la Juve e'gia avvanti, e Comolli sembra uno aperto a idee nuove siccome ha adottato anche l'idea del bio-binding nelle giovanili).
Dare assoluta priorita alla dimensione psico-sociale (Comolli essendo un manager culture-driven lo fa per definizione).
Quindi, per quanto mi riguarda Comolli esprime un modo di lavorare che e'molto vicino alle mie preferenze personali, e per questo non posso che esserne contento.
Mi trovo in disaccordo con lui pero su una cosa. Dice che non manda i suoi collaboratori a visionare i giocatori, ma solo l'obiettivo finale (cioe quando il giocatore e'gia stato scelto). Ecco, non concordo con questo atteggiamento proprio a livello filosofico. Ritengo che l' "intuizione" umana sia una capacita che va coltivata, non accantonata. E'un difetto frequente di quelli che lavorano coi dati, dove purtroppo la logica da arma si trasforma in avvoltoio.
Queste le note positive. Pero allo stesso tempo rimangono le preoccupazioni che nascono dall'ambiente Juve. Negli ultimi anni abbiamo sempre fatto lo step di cambiamento, ma si attende ancora (e siamo al settimo anno) questo maledetto step di miglioramento. Ad oggi giugno 2025 (buon mese a tutti), con l'ingaggio di Comolli siamo all'ennesimo step di cambiamento, sperando ad un eventuale di miglioramento.
E l'altra preoccupazione nasce dal fatto, che chiunque entri nella Continassa, competente o non, l'unico processo che subisce e'quello di "ingigantire i propri difetti". Cioe, Giuntoli e Thiago Motta erano persone competenti nei loro ruoli (non i sproveduti che si vuol far passare), ma l'effetto che ha avuto il nostro ambiente su di loro era solo quello di ingigantire i loro difetti. Spero che non ci siamo trasformati in un fattore X, dove non possiamo capire ne i problemi, ne le loro cause e tantomeno le soluzioni adatte da appicare.
In sintesi, contento di Comolli, ma le cose accadute nel nostro ambiente negli ultimi anni non permettono entusiasmi eccessivi.