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Juventus_addicted

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  1. Juventus_addicted

    Buon compleanno, Presidente Andrea Agnelli!

    Cinquant’anni e un pezzo di storia bianconera cucito addosso. Sotto la tua guida, dal 2010 al 2022, abbiamo vissuto una delle ere più vincenti di sempre: 9 scudetti consecutivi, un qualcosa che non si è mai visto e che parla più di qualsiasi discorso. E non solo: 5 Coppe Italia e 5 Supercoppe, per un totale di 19 trofei del settore maschile (e se guardiamo il femminile… beh, dovrei ripassare l'albo d'oro, anche lì roba da enciclopedia). Hai rimesso in piedi una Juve che usciva da anni difficili, le hai ridato orgoglio, identità e ambizione. Hai cambiato il club, lo hai modernizzato, strutturato, trasformato in una macchina da competizione: dallo stadio alla visione aziendale. Hai lasciato il segno, punto. È vero: il finale è stato burrascoso. Proteste, inchieste, scelte complicate, critiche feroci. Qualcuno non ti ha perdonato nemmeno gli errori di mercato o sogni europei sfiorati e poi svaniti. Ma da juventino-irrimediabile lo dico forte: solo chi fa, sbaglia. E solo chi sogna in grande vince nove scudetti di fila. La passione non ti è mai mancata. L’amore per la maglia nemmeno. E questo, per me, vale ancora rispetto. Il 6 dicembre non è solo il tuo compleanno. È la scusa perfetta per dire: “Andrea… un giorno, torna. Facci tornare a volare.” Perché per molti di noi non saresti “solo un presidente”: saresti il simbolo di una nuova rinascita, di un futuro che può tornare grande come quello che ci hai regalato. Per gli haters che stanno già affilando la tastiera… Lo sappiamo: arriveranno i vostri “troppi errori”, “era tutto finito”, “eh ma le inchieste”. A loro dico: fate un bel respiro e guardate la storia. Guardate cosa abbiamo vissuto. Nove scudetti. Diciannove trofei. Una Juve rinata, rispettata e temuta. Se proprio non vi va di fargli gli auguri… almeno evitate flame e tragedie greche. Un minimo di rispetto per la storia del club non guasta mai. Perché le vittorie rimangono. E la memoria dei tifosi… ancora di più. Fino alla Fine
  2. Juventus_addicted

    Coppa Intercontinentale 1985: intervista a Stefano Tacconi

    In occasione dell’anniversario della vittoria di Tokyo, proprio oggi 40 anni fa, rispolvero questo topic perché le parole di Tacconi calzano perfettamente anche oggi, suonano amaramente vere, o veramente amare. Noi tifosi siamo qui a farci venire l’ulcera per la Juventus, mentre i giocatori attuali, lontani anni luce dai campioni di quarant’anni fa (ma che dico, non sono nemmeno facenti parte della stessa categoria, quella degli uomini prima che calciatori) incassano milioni senza nemmeno sapere cosa significhi davvero indossare questa maglia. Pensate davvero che gli interessi qualcosa? Io ne dubito fortemente. Io sono per la contestazione, ovviamente civile. Se non allo stadio, perlomeno sui social. Ma è ora di metterli davanti allo specchio: loro e chi ha avuto il genio di firmare certi contratti. Se penso alle cifre, mi viene l'orticaria. Così, in ordine sparso: David 6 milioni, Openda 4, Kelly e Kalulu 2,5, l'olandese 4,5, Gatti 3. Mck 2,5, Locatelli 3, quello di Vlahovic non lo voglio nemmeno scrivere. Ridicolizzarli sportivamente è il minimo, giusto per far capire che non siamo qui a battere le mani a prescindere. Tanto loro continueranno a coccolarsi il loro conto in banca e i loro followers; però, chissà, magari un giorno andranno a farlo da un’altra parte. E non credo che qualcuno piangerà la loro partenza.
  3. Juventus_addicted

    Ezio Greggio: “Povera Juve. Fino alla fine… ma ci siamo vicino”

    Ben vengano le esternazioni di malcontento, specialmente quando arrivano da comici juventini come Ezio Greggio: almeno qualcuno riesce a rendere divertente ciò che in campo è una tragedia sportiva. Visto che i pomodori li usiamo solo in cucina, ci resta l’arma più efficace: il sarcasmo. L'ameba al vertice? Probabilmente pensa che “forum” sia una marca di detersivo. I giocatori invece ogni tanto si affacciano qui, quando non sono impegnati a scrollare i social (perché altre cose da scrollare non ne hanno) come se lì si trovasse il coraggio che in campo non mostrano mai. E allora sì, va bene pungerli, va bene ridicolizzarli: non perché ci piaccia farlo, ma perché non se ne salva uno manco con il lanternino. L’umiliazione è tutta loro, noi tifosi abbiamo già dato. Un gruppo talmente smidollato che se vendessero carattere a rate, probabilmente non lo prenderebbero comunque. Gli farebbe paura.
  4. Juventus_addicted

    Napoli - Juventus 2-1, commenti post partita

    Facciamo cahare, triste realtà
  5. Juventus_addicted

    (TS) "Napoli-Juve si gioca pure sul mercato: tre nomi per due"

    Ho elaborato l'immagine aggiungendo alcuni particolari. Parafrasando una certa frase molto famosa del film del tuo avatar, permettimi questa licenza: Ezechiele 25:17 (o anche @pablito77!) "Il cammino del tifoso bianconero è minacciato da ogni parte da haters, gufate e fiumi di chiacchiere. Benedetto sia colui che, nel nome della fede juventina, guida i fratelli attraverso le settimane buie e le trasferte più dure, perché egli è lo spirito della Vecchia Signora che non molla mai. E la nostra passione cadrà con furiosissimo sdegno su chi insulta i nostri colori. E tu saprai cosa significa essere della Juve, quando sentirai il nostro grido attraversare lo stadio: Comolli, ruga il mestulun!"
  6. Juventus_addicted

    Coppa Intercontinentale 1985: intervista a Stefano Tacconi

    Amici, leggere i vostri messaggi mi fa sempre un piacere enorme. Siamo tutti figli di quegli anni, chi un po' prima, chi un po' dopo, e ogni volta che parliamo di Tokyo ’85 o delle Juventus vincenti ed indimenticabili, è come se riaccendessimo insieme una scintilla che non si spegnerà mai. E sapete una cosa? Non importa quanto il calcio cambi, quanto tutto diventi più lucido o patinato… la nostra passione resta quella, pura e viscerale. Ogni volta che ci ritroviamo qui a parlare di quegli eroi, è come se fossimo di nuovo sugli spalti, con il cuore che batte all’impazzata. Quindi niente lacrime di nostalgia tristi, ok? Quelle sono lacrime di orgoglio, di gioia e di fortuna per aver vissuto tutto questo. Continuiamo a ricordare, a sognare e, soprattutto, a tifare: la Juve di allora vive ancora nei nostri occhi, nei nostri cuori e nelle nostre chiacchiere da forum. Fino alla fine… con un sorriso e con tutta la voglia di rivivere quei momenti!
  7. Juventus_addicted

    Coppa Intercontinentale 1985: intervista a Stefano Tacconi

    Ragazzi, che botta al cuore leggere queste parole di Tacconi. Per uno come me, classe ’70, che quella Juve l’ha vissuta con gli occhi spalancati di un adolescente innamorato, è come riaprire un vecchio album di ricordi che profumano di fango, sudore e verità. Tacconi rimane uno degli ultimi uomini prima ancora che calciatori: diretto, istintivo, imperfetto e per questo gigantesco. Quando parla di fame, di umanità, di compagni che erano dentro la vita e non chiusi in una bolla, mi viene la nostalgia di un calcio che non tornerà più. Oggi è tutto lucido, filtrato, patinato e sterilizzato. Allora era ruvido, duro, sporco… era bellissimo. E poi Tokyo ’85; ragazzi, chi c’era lo sa: la notte in cui siamo diventati campioni del mondo, quando la Juve era un blocco di granito, una squadra da miniera, non da salotto, ma con dei fuoriclasse pronti a dare tutto in campo. Tacconi che para i rigori dopo aver studiato le cassette, Platini che segna "il gol più bello che sia mai stato annullato", Bonini che vola addosso a tutti. Ai miei occhi erano eroi veri, non influencer in pantaloncini. Mi piace anche come racconta il suo “ritorno” dopo la malattia: alla fine Tacconi è sempre Tacconi, uno tosto, uno di carattere. E quando uno così dice che la Juve tornerà, io ci credo. Perché lui ha visto il calcio vero, ha visto cosa serve per vincere, e quei valori là non invecchiano mai. Mi manca quella Juve, lo ammetto. Mi manca l’adrenalina, mi mancano i blocchi allo stomaco, la tensione prima e durante la partita, mi manca vedere undici uomini che lottano fino all’ultima goccia. Ma sentire Capitan Fracassa parlare così… beh, è come se per un attimo fossimo di nuovo lì, davanti al televisore, a sognare con la Juventus più “umana” e più forte che io ricordi (quella di quei 3 favolosi anni post mondiale 82). Fino alla fine, ragazzi. Ma con un pizzico di nostalgia in più.
  8. tranquilli, torna in tempo per la finale di Champion's. Rimango comunque sempre un po’ basito nel vedere quanto siano fragili certi giocatori. Ok, a quei livelli i muscoli lavorano come motori da Formula 1, niente da dire. Però io ricordo partite (mie e dei miei amici) su campi dove l’erba era più un miraggio che una realtà, e quando tiravamo in porta rischiavamo di sradicare mezzo orto: patate, cicorie e magari pure qualche radice secolare. Eppure, settimana dopo settimana, eravamo sempre lì… a fare i calciatori. O forse i contadini, dipende dai punti di vista!
  9. Verissimo: non chiudiamo una partita nemmeno per sbaglio. E il dramma è che fuori casa peggioriamo pure: 17 partite, 5 sconfitte, 7 pareggi e solo 5 vittorie… di cui zero con due gol di scarto. È chiaro perché guardare la Juve ultimamente è un’esperienza mistica tra sofferenza, rosari e speranze infrante. Numeri lontani anni luce dalla Juve che vogliamo: quella che entra, comanda e fa soffrire gli avversari, non solo i propri tifosi.
  10. È assurdo come funzioni il cervello umano: se penso alla Juve, mi sembra di ricordare solo sofferenza, pareggi interminabili e partite da nervoso puro. Forse perché nelle altre competizioni abbiamo fatto ridere, e finiamo per fare di tutta l’erba un fascio. E invece, guardando la Serie A, nell’anno solare 2025 abbiamo giocato 16 partite con appena 3 pareggi e una sola, per quanto umiliante, sconfitta. Numeri da grande squadra, sembrerebbe... Il problema è che quello che abbiamo davanti agli occhi è un gruppo (tolti un paio di giocatori) impaurito, senza personalità e incapace di imporsi. Ecco perché l’obiettivo non può essere solo rivedere una Juve che vince: vogliamo una Juve che domina, che entra in campo e detta legge. Solo così torneremo davvero ad essere la Juve.
  11. Caro amico, lo so benissimo che i giocatori di oggi non sono paragonabili a quelli di una volta; infatti ho scritto “ chi dovrebbe” proprio per quello. Ma al di là dei paragoni, degli sfoghi e delle delusioni, una cosa non cambia mai: il nostro attaccamento a quella maglia. Siamo qui, ancora oggi, a discuterne, a ricordare Tokyo ’85 come fosse ieri, a confrontare passato e presente… proprio perché quella passione ce l’abbiamo dentro, indipendentemente da chi scende in campo. I campioni cambiano, le epoche pure, ma l’amore bianconero resta. Ed è quello che ci tiene ancora qui a parlarne, nel bene e nel male.
  12. Fa sorridere (e un po’ impressione) pensare che i giocatori di oggi, nel 1985, non erano nemmeno nei progetti dei loro genitori. Chissà se hanno mai guardato davvero le immagini di quella storica finale di Tokyo, un pezzo di DNA juventino che tutti dovrebbero conoscere a memoria. Vedere i campioni di allora fianco a fianco con i protagonisti di oggi è stato come aprire una porta nel tempo: da una parte chi ha scritto pagine leggendarie, dall’altra chi dovrebbe portare avanti quella stessa eredità. Per un attimo passato e presente si sono abbracciati sullo stesso prato, ricordandoci cos’è la Juventus, sia nei momenti belli come in quelli meno luminosi: storia, orgoglio e… il nostro eterno amore bianconero.
  13. Sono andato a leggere il regolamento: "Il comma 1 dell’art. 29 alla lettera b stabilisce che la società non risponde dei comportamenti dei propri sostenitori (cori offensivi, discriminatori, violenti, ecc.) se ha concretamente cooperato con le Forze dell’ordine e le altre Autorità competenti per l’adozione di misure atte a prevenire i fatti violenti o discriminatori, ponendo in essere gli atti di prevenzione e vigilanza concordati e prescritti dalle norme di settore." In pratica se dagli altoparlanti avvisano di non fare *, si parano il sedere. mi pare di ricordare che allo stadium squalificarono le curve per cori discriminatori contro i napoletani . Ancora una volta, due pesi e due misure. Che schifo
  14. Mamma mia Garry, che imbarazzo… “Lo ha detto anche la maestra”.... mancava solo un GNE GNE e avremmo completato l’opera d’arte. Peccato però che ci siano altri moderatori che non la pensano come Angrijuve; a loro cosa dici? Come mai non li tratti da “fessi” come fai di solito con chi osa avere un’opinione diversa dalla tua?
  15. Come è altrettanto giusto augurarvi un cagotto a spruzzo. A te, a Guida, a Doveri, e a chi dico io
  16. Juventus_addicted

    Quest’anno basta

    Capisco il tuo punto di vista, ma stai spostando la discussione su un piano diverso da quello che stavo affrontando. Io non ho mai negato che negli ultimi anni la Juventus abbia avuto un rendimento insufficiente, sia in Champions che in campionato. Né ho difeso l’organizzazione societaria attuale. Il mio intervento riguardava un’altra cosa: il nesso tra competitività, ricavi e gestione strategica. Quello che sto dicendo è molto semplice: 1. Se esci stabilmente dalla Champions, i ricavi crollano. Non di 5 milioni: di decine e decine. E questo, piaccia o no, condiziona tutto: mercato, monte ingaggi, capacità di trattenere i migliori. Quindi la scelta non è “voglio o non voglio la Champions”, ma “mi posso permettere di rinunciarci?” 2. Una rosa poco competitiva + meno ricavi = peggioramento ulteriore. È un circolo vizioso. Non c’è nessuna magia che ti permette di diventare più forte mentre incassi meno. 3. Il paragone con Milan e Napoli non regge. Contestavo proprio questo: non esistono modelli “virtuosi” costruiti senza la Champions. – Il Milan tornerà in alto, ai livelli che ha sempre avuto, dopo aver ripreso stabilmente il quarto posto. – Il Napoli ha una gestione prudente, ma i risultati europei restano sporadici. Nessuno dei due rappresenta ciò che la Juventus dovrebbe essere. 4. Criticare Spalletti o la dirigenza è legittimo, ma non c’entra con la mia osservazione. Possiamo discutere degli errori (e ce ne sono stati molti), ma questo non cambia la realtà economica del calcio moderno: se vuoi stare stabilmente ai vertici, devi mantenere competitività e ricavi. Non puoi sacrificare entrambi sperando che “il reset totale” ti riporti in alto per magia. In sintesi: non stavo difendendo la Juve degli ultimi anni; stavo spiegando perché abbandonare la Champions di proposito sarebbe un suicidio sportivo ed economico. E non darebbe garanzie per un ritorno in tempi brevi a quanto vorremmo. Se poi vogliamo affrontare anche il discorso “responsabilità e gestione”, lo facciamo volentieri, e quei pochi che mi conoscono sanno che vedo JE come un male assoluto, ma rimane un tema diverso da quello che stavo trattando.
  17. Juventus_addicted

    Quest’anno basta

    Intanto scusami per il ritardo nella risposta, ho visto però che altri amici hanno già risposto. Dico la mia: Il Milan, da diversi anni, si muove in una fascia di rendimento compresa tra il discreto e il mediocre, almeno in rapporto al prestigio del club. Se la memoria non inganna, nelle ultime dieci stagioni ha centrato la qualificazione alla Champions soltanto in quattro occasioni. Lo scudetto vinto di recente rimane un episodio singolare, favorito anche da fatto che quegli altri riescono a perdere campionati anche quando vengono palesemente favoriti. Il discorso è diverso per il Napoli, società che gestisce investimenti e monte ingaggi con maggiore attenzione. L’eccellenza, tuttavia, a quelle latitudini resta un evento sporadico. Negli ultimi dieci anni la squadra ha spesso concluso il campionato tra le prime quattro, è vero (sei o sette volte, probabilmente) ma i percorsi in Champions League non sono stati particolarmente significativi. È questa la direzione che vogliamo per la Juventus? Personalmente ritengo che il club non debba mai rinunciare alla propria identità: quella di una società stabilmente ai vertici del calcio italiano, capace di competere con continuità anche in campo europeo. Quello che, purtroppo, stanno facendo altri.
  18. Ah beh, meno male che “è solo calcio”. Dev’essere per questo che negli ultimi anni (dove ci siamo qualificati alla Champions per il rotto della cuffia) anche la società stessa continui a parlare di sostenibilità. E un paio di punti buttati qua e là possono fare la differenza tra farcela o restare fuori… e perdere milioni. Roba da niente, vero? Per fortuna ci sei tu a ricordarci che indignarsi per un rigore tolto a caso è da complottisti che “invocano il Papa”, mentre fare finta che vada tutto bene è la via illuminata per costruire una squadra vincente. Magari un giorno capiremo che essere buoni samaritani a intermittenza non porta esattamente vantaggi , soprattutto quando gli altri, invece, fanno di tutto tranne che restare zitti e sorridenti. Io continuo a pensare che difendere i propri diritti, dentro e fuori dal campo, faccia parte del gioco. A quanto pare però qualcuno preferisce fare gli equilibristi morali… salvo poi lamentarsi quando a fine stagione ti mancano quei due punti. Ma sì, “è solo calcio”. Fino a che non ti presenta il conto.
  19. Per chi sostiene che abbiamo comunque giocato male: va bene, può essere, anzi è sicuramente vero. Però intanto quel rigore lo devi dare, e poi vediamo come va la partita. Per anni ci hanno accusato di ricevere favori arbitrali, e tutte quelle accuse, accumulate nel tempo, hanno finito per partorire Calciopoli. Bisogna difendersi, in campo e fuori. Rimanendo muti, abbiamo capito che la giustizia non arriva.
  20. Juventus_addicted

    Quest’anno basta

    Uno de tanti passi falsi commessi dai nostri eroi, purtroppo. Penso che l'amico qui sotto abbia ben integrato il mio messaggio precedente: Con me sfondi una porta aperta. Per me l'algido lungagnone dal cognome straniero è la peggiore sciagura che potesse capitare dopo la morte dei due veri Agnelli. Ma qui dentro ci sarà sempre chi lo idolatrerá, "ci mette i soldi", "ripiana le perdite"... Grazie al *, se mettevi mia mamma ti sistemava il bilancio senza spendere tutti quei miliardi, faceva le scelte giuste e puliva persino la sede. Manica di incompetenti
  21. Juventus_addicted

    Quest’anno basta

    Se non entri in Champions, perdi 60-100 milioni di ricavi. Per compensare, devi tagliare i costi, ma tagliare costi (vendere quei pochi giocatori con appeal) peggiora la competitività. È un circolo vizioso. Squadra meno competitiva → meno risultati → meno appeal → meno sponsor. Se vendi i talenti e tieni i mediocri, per “fare cassa”, e poi paghi vagonate di milioni per giocatori più maturi ma di basso/medio livello non è sostenibilità: è gestione a breve termine. È contabilità, non strategia. La vedo male
  22. Scusate eh, ma una cosa non mi torna. Da una parte si critica chi “è ancorato al passato”… …e poi, due righe dopo, si tira fuori la nostalgia per Gianni e Umberto Agnelli, che (con tutto il rispetto) ci hanno lasciato più di vent’anni fa. Se questo non è guardare al passato, allora non so cosa lo sia. Che Andrea Agnelli abbia commesso errori è fuori discussione, nessuno lo nega. Ma non si può nemmeno raccontarla come se avesse agito per qualche smisurata mania personale: anche lui, nel bene e nel male, voleva una Juve grande e competitiva. Poi alcune scelte sono andate storte, alcune molto, altre meno, ma l’intenzione non era certo “farla a pezzi”. Capisco le opinioni diverse, ci mancherebbe, ma almeno cerchiamo di essere coerenti: se guardare troppo indietro è un limite, allora vale per tutti… anche per chi rimpiange un’epoca che non tornerà più.
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