* Aragorn *

Per quanti giocatori possano comprare, si tratterà sempre di una squadra rifatta a nuovo con un allenatore che propone un’idea di calcio radicalmente diversa dal passato. L’Inter resterà avanti anni luce per gran parte della prossima stagione, mettiamocelo in testa. Non stanno facendo la squadra con la priorità di vincere subito, stanno ricostruendo una squadra che era ormai allo sbando cercando di non andare troppo per le lunghe.

Ti prego, dimmi che sei ironico.

Ah ecco, a tua impressione, non “ha fatto capire”.

Non ho capito dove si evince, nell’intervista, la sua convinzione secondo cui senza Koopmeiners non si può giocare a calcio.

Mi sembra poco credibile pensare che la Juventus ceda Milik a 7 milioni per fare spazio a Retegui che ne costa, immotivatamente, 30 o 40.

Non posso dire di aver visto giocare tutti i calciatori che ci vengono accostati, beati voi che avete il tempo di farlo. Posso dire però che per chiedere un aumento di stipendio bisogna meritarlo, altrimenti pure l’ultimo * della fila alza la voce.

Ma per quale motivo avrebbe diritto a un aumento di stipendio?

È un numero come un altro, passato sulla schiena di campioni come Del Piero e Platini ma anche su quelle di Corini e Zavarov.

O Guardiola.

Io non parlo dei “momenti”, della singola partita o del singolo periodo, è ovvio che nell’arco di una stagione ci possa essere una partita in cui lo spettacolo possa essere accantonato in virtù del risultato. Io parlo di filosofia di gioco, è un discorso più generale: tu devi scendere in campo con l’idea di voler dominare l’avversario, non con la speranza di fare un gol e poi difenderlo fino alla morte. Perché nel lungo periodo é la prima opzione a pagare, non la seconda.

Solo per risorse economiche. Avevano già 5-6 Coppe dei Campioni di vantaggio, questo perché per noi negli anni 60 e 70 l’obbiettivo primario era vincere in Italia, non in Europa.

Io questo tuo ragionamento lo vedo come il contadino che ha una sola gallina e se la mangia per sfamarsi piuttosto che lasciarla nel pollaio in attesa che faccia le uova.

Esatto. Al Bernabeu un allenatore che propugna la filosofia dell1-0 dura quanto un gatto in tangenziale. Da noi invece il risultato a tutti i costi viene esaltato, poi però l’albo d’oro dice 15 champions a 2.

Io Allegri lo metto in mezzo perché sto dicendo dall’inizio del topic, a partire dal messaggio a cui hai originariamente risposto, che a me da spettatore, televisivo o allo stadio non fa differenza, interessa usufruire di uno spettacolo godibile. E mi interessa prima ancora del risultato in senso stretto se la vogliamo dire tutta, perché per me la filosofia del “corto muso”, dell’1-0, è quanto di peggio si possa trasferire in un campo da calcio. Paradossalmente preferisco perdere 3-2 giocando alla grande che vincere 1-0 giocando di m*rda, e questo perché sono straconvinto che alla lunga paghi più la prima strada che la seconda.

Io non torno ad Allegri. Tu hai detto che al tifoso non interessa il bel gioco, ma solo il risultato e ti ho detto di esportare questa filosofia al Bernabeu, visto che sostieni che in tutti i grandi club è così.

Ne sei convinto? Vai a Madrid a fare il calcio che facevamo fino a ieri poi vedi come ti accolgono.

Come dicevo appena sopra, divertirsi significa bel gioco e il bel gioco di solito porta i risultati. Cosa che non ha portato l’anticalcio di questi ultimi tre anni.

Io con Maifredi non mi divertivo molto. Divertirsi vuol dire bel gioco e bel gioco in linea di principio vuol dire risultati.

Ma a me neppure interessa, io voglio accendere la tv e guardarmi un bello spettacolo quest’anno, i raffronti con il passato non mi scaldano.

Abbiamo movimentato, almeno a parole, più ali noi in una settimana che l’azienda costruttrice di Boeing.

Io non parlo di posizione in classifica, mi sta bene quella in cui siamo arrivati. Parlo di gioco, di emozioni, di divertimento, perché alla fine siamo qui per questo.

Soggettivo? Vuoi dire che conosci qualcuno che si divertiva a guardare le partite della Juventus negli ultimi tre anni? Presentamelo, ti prego.

A Bologna, per quel che ho visto, puntava soprattutto sul possesso palla. Squadra corta, pochi punti di riferimento, ricerca continua di spazi in cui infilarsi per attaccare.

La Rosa non era da scudetto, ma neppure così scarsa da offrire ai suoi spettatori il calcio più brutto degli ultimi trent’anni.

Beh, pure io quando sono arrivato a Forte dei Marmi sono sceso da una sobria Bravo a differenza di Corona che arrivò in Ferrari.