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Dario il grande

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  1. Perin            6,5 (il migliore)

    Danilo          5,5

    Bremer        5

    Gatti             5

    De Sciglio    5

    Mc Keenie   5 

    Paredes       5,5

    Miretti          6  (almeno prova a fare qualcosa a pressare, ma al calcio non si gioca da soli)

    Kostic           5  (corre a vuoto)

    Di Maria       5  (pollo d'esperienza)

    Vlahovic      6  (almeno combatte solo contro tutti)

     

    Kean             5,5 (prova a fare qualcosa ma non gli riesce)

    Fagioli          s.v.

    Soule            s.v.

     

    all. Allegri   5    (il suo ciclo si era concluso a Cardiff, poi per chissà quale mistero lo hanno richiamato e piuttosto che chiudere in bellezza e lasciare un bel ricordo, ha preferito accettare un quadriennale da 9 milioni a stagione, pur sapendo che non c'era nulla da gestire (altro non sa fare), però mica fesso. 

    Ora vedremo se la stagione prossima qualche super società Europea gli offrirà un contratto migliore con qualche milione in più. Il mondo del calcio è diventato di una stranezza senza paragoni).

     


  2. Certo, abbiamo parecchi giocatori fermi per infortuni vari, ma questo giustifica solo in parte la mancanza di una fisionomia di gioco e di un atteggiamento perlomeno decenti.

    La squadra evidenzia qualche lacuna tecnica ma ciò che infastidisce, è la pressoche costante assenza di agonismo e la sensazione che il non volere giocare a calcio, sia poi una scelta mirata per fissazioni di carattere tattico o peggio, per presunta incapacità di comunicare ai giocatori come collocarsi sul terreno di gioco e in quale modo provare ad allestire la manovra costruttiva; anzi pare che le uniche indicazioni riguardino la copertura difensiva a costo di lasciare sempre l'iniziativa in mano agli avversari.


  3. Certo per vincere le partite ci vogliono i giocatori bravi, questo è risaputo anche se non è una regola fissa, poi ci sono pure gli allenatori bravi in grado di vincere le partite pur non disponendo di tutti i giocatori più bravi degli altri. Per vincere bisogna giocare un calcio anche se non bello a vedersi, perlomeno adeguato, concreto e redditizio.

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  4. Una punta va a rete quando è ben supportata dal collettivo, oppure da uno o più rifinitori di qualità (noi non ne abbiamo ne gli uni, ne gli altri), altrimenti tutto diventa molto difficile, specie in una squadra che manovra molto lenta e in maniera scontata, quindi sempre prevedibile.

    Di attaccanti capaci di andare spesso in gol con spunti personali, rammento Ronaldo e Messi ai bei tempi.


  5. Se non si possiede un valido potenziale costruttivo, espresso non solo per qualità, ma per giusta mentalità ed atteggiamento tecnico da tradurre in una azione dinamica collettiva e costante; il primo a risentirne è il potenziale d'attacco, ove i palloni giocabili arrivano col contagocce, oppure spesso manco arrivano; questa è la nostra triste realtà attuale.


  6. Della vecchia guardia sono rimasti solamente Bonucci, Cuadrado e Alex Sandro, ai quali va aggiunto De Sciglio quale amico di famiglia dell'allenatore; tutto il resto necessita urgentemente di venire indirizzato lungo un nuovo percorso, ricco di stimoli, di rinnovato entusiasmo e sopratutto di sfrenata ambizione a vincere tutto.


  7. Il calcio attuale è basato sul concetto prioritario del dinamismo espresso da tutto il collettivo, ossia il manovrare sempre compatti mantenendo stabili le misure tra i reparti, quindi alzando e abbassando il baricentro della squadra: tutti alti quando si va all'offensiva, tutti bassi quando si va a difendere; ovviamente la manovra deve svolgersi sempre in maniera rapida e in totale sinergia. Di questi tempi, alla Juve, tutto questo non avviene e a soffrirne sono sopratutto le punte, troppo spesso mal servite e in maniera scontata quindi prevedibile, poi ne risente pure il centrocampo e di conseguenza la difesa. Non capire questo semplicissimo concetto equivale a non essersi adeguati al tempo odierno e i risultati ottenuti, le prestazioni negative non solo della squadra ma anche dei singoli, lo stanno ampiamente a dimostrare.


  8. Perin           7 (il migliore)

    Bremer       5 (meno sicuro del solito) 

    Bonucci      5 (ad un certo punto la sola esperienza non è più sufficiente)

    Danilo         5 (si arrangia come può)

    Cuadrado   5 (fuori condizione e non più in grado di tenere l'intera fascia)

    Mc Kennie  5 (se questo è un centrocampista da Juve, allora ci potrebbe giocare qualunque altro)

    Paredes      6  (degli attuali centrocampisti, èl'unico in grado di giocare un calcio di livello superiore; alla lunga si perde anche lui)

    Miretti         5 (parte bene poi si perde, commette un errore decisivo il quale probabilmente poi lo limita psicologicamente)

    Kostic         5  (grinta e corsa non gli sono meno, ma evidente che manca l'amalgama con il resto della squadra)

    Milik           6,5 (nel grigiore totale è l'unico che evidenzia qualità tecnica e caratteriale)

    Vlahovic     5   (corre a vuoto e si sfianca inutilmente, a sua difesa va detto che fare la prima punta in una squadra incapace di costruire gioco è una impresa impossibile; non è mica Ronaldo)

     

    Di Maria     5,5 (doveva entrare prima)

    De Sciglio    5  (fa quello che può, cioè poco)

    Kean            s.v.

    Fagioli         s.v.

     

    all. Allegri    s.v. (gestire una squadra è ben diverso dal saper darle un vera identità tecnica e mentale d'alto livello)

     

     

     

       


  9. I moduli bisogna saperli interpretare e una squadra di alto rango deve saperlo fare a prescindere da quale sia quello prescelto inizialmente come base di partenza, poi all'occorrenza modificabile con immediatezza a partita in corso, specie se per esigenze tattiche dovute alla tipologia tecnico tattica degli avversari da affrontare, oppure per qualsiasi altra esigenza, non escludendo possibili problematiche di carattere fisico, o anche per il fatto di avere subito una espulsione e per ovviare a tale problema può essere d'obbligo modificare l'assetto della squadra. I calciatori professionisti, non dovrebbero mai trovare difficoltà a cambiare collocazione quando necessario; tuttavia tutto ciò dipende dal tecnico e dal lavoro da esso svolto durante gli allenamenti, specie se di riferimento tattico.


  10. L'uomo ragno è tale perchè sa arrampicarsi sugli specchi.

    A prescindere dal VAR e dalle sue faziose malefatte, il più grande blasone del calcio Italiano non può subire ad ogni partita qualsiasi avversario, di rango o meno che sia. Non disponiamo di una minima parvenza di organizzazione del gioco, evidenziamo confusione piuttosto che il necessario ragionamento, la foga non va confusa con l'agonismo e la caratura tecnica non va confusa con la eventuale iniziativa dei singoli. Certo manca qualche pedina importante, ma è evidente che la squadra non presenti una propria almeno decente fisionomia tecnico-tattica-agonistica; il calcio è sinergia, quì attualmente, manca pure il solismo e l'inventiva.


  11. Perin             6 (senza colpe)

    Cuadrado     5 (non e' un terzino,)

    Bonucci        5,5 (poco lucido e lento)

    Bremer 6 (un leone con ma qualche errore)

    De Sciglio 5,5 (purtroppo pochino)

    McKeenie    5 (anarchico e scarso)

    Paredes 6,5 (qualche imprecisione di troppo ma gioca a calcio)

    Miretti 6 (benino, ma cala presto)

    Kean 5 (mistero, che ci fa alla Juve?)

    Vlahovic 6 (solo contro tutti)

    Kostic 6 (corsa e grinta, fosse piu' preciso)

     

    Milik 6,5 (il migliore, sia titolare)

    Fagioli 6 (piedi buoni, deve crescere)

    Danilo s.v.

    Soule' s.v.

     

    all. Allegri 5 (lui non allena, ma gestisce e lo si nota piuttosto chiaramente)


  12. A questo punto è lecito chiedersi quanti infortuni di carattere muscolare abbiamo avuto nel corso della attuale stagione e di quella trascorsa e quali siano i motivi; certamente sono situazioni che capitano pure agli altri, ma da noi sembra siano di una assiduità troppo elevata e senza paragoni.


  13. Per far render al meglio una punta prima bisogna risolvere un problema piuttosto logico quanto semplice, ossia, la squadra deve giocare un calcio costruttivo e comprendere un concetto banale quanto assolutamente veritiero e concreto: per vincere le partite bisogna fare gol, possibilmente più di uno e per porre in atto questa elementare soluzione è necessario adottare una spiccata mentalità offensiva e non di minimale cocciuto difensivismo; coprirsi le spalle è ovvio, ma rinunciare a giocare a calcio per farlo è deleterio. Tra l'altro nemmeno disponiamo più della grande difesa dei bei tempi e pare che pure giocare di ripartenza sia vietato.


  14. Giocare stabilmente mantenendo basso il baricentro della squadra equivale a consegnare l'iniziativa di gioco agli avversari.

    La Juve già da un paio d'anni non è riuscita a metabolizzare il concetto di dinamismo espresso da tutto il collettivo, ossia misure sempre compatte e da mantenere sia nella fase offensiva che in quella difensiva; cioè attaccare e poi difendere tutti assieme, come del resto succede già da parecchio tempo nel calcio moderno. Rimanere sempre bassi e manovrare lentamente significa subire contro qualsiasi avversario; di rango o meno che sia.


  15. Cuadrado non è ancora in piena forma, non è più un ragazzino pertanto necessita di tempi di recupero più lunghi e giocare ogni tre giorni non gli è d'aiuto.

    Va pure precisato, che non è un terzino, ma il suo ruolo è quello del centrocampista esterno di fascia e solo lì deve essere collocato.


  16. Verratti sta mettendo le mani avanti pensando ad un prossimo non troppo lontano futuro, con il tempo che passa e con qualche inevitabile acciacco fisico diventa logico guardarsi attorno e magari pensare ad un rientro a casa e cos'altro ci sarebbe di meglio della Juve attuale, pronta ada accogliere a braccia aperte giocatori di valore evidentemente giunti nella fase di calo della loro carriera, pertanto alla ricerca degli ultimi lussuosi contratti.


  17. Se per buona prestazione si intende l'orgoglio di squadra, sono d'accordo, posso essere in sintonia pure per il fatto che per altre ragioni ci siamo trovatii in un momento di emergenza; mentre non capisco cosa intende quando esprime che la difficoltà maggiore succede quando non si ha la palla, questo è un ragionamento ovvio ma banale, credo sia elementare per chiunque il comprendere che quando non si ha la palla si stia subendo l'iniziativa degli avversari, poi dipende quanto a lungo si vada a subire l'iniziativa avversaria e quanto si rimanga costretti a rimanere in copertura chiusi nella propria metà campo o peggio al limite della propria area di rigore.

    Una squadra di alto rango e con ambizioni di vertice non può essere impostata quasi esclusivamente sulla copertura, ma deve saper mantenere uno sviluppo del gioco indirizzato il più possibile nella fase offensiva, ossia provare ad imporsi a chicchessia e questo significa mentalità vincente, motivare i propri giocatori ad essere sempre aggressivi a tutto campo, sia nelle fasi difensive che in quelle offensive; quindi dinamismo collettivo, ingrediente basilare nel calcio attuale, del quale noi purtroppo ancora non disponiamo.


  18. Non ho capito a quale atteggiamento si riferisce, oppure se lo confonde con lo spirito di squadra e l'orgoglio, i quali per fortuna non mancano mai alla Juve; ma se per giusto atteggiamento intende l'attuale modo di giocare e la mentalità coniata sul timore, quindi indirizzata più a subire l'iniziativa avversaria piuttosto che provare ad imporre la propria, tutto questo atteggiamento positivo proprio non lo riesco a notare.


  19. Perin                  7     (una sicurezza, incolpevole sulle due reti subite)

    Bremer              6     (la difesa non è ancora ben registrata , comunque la sufficienza se la è meritata)

    Bonucci            5      (distante da una forma fisica perlomeno accettabile)

    Danilo               6,5   (il migliore della difesa)

    Cuadrado         5      (non ancora in condizioni fisiche ottimali, stenta parecchio)

    Rabiot              6,5   (corre, lotta, bene in interdizione un po' meno in impostazione)

    Paredes           7      (Il migliore. Serviva il regista arretrato, ora ne abbiamo uno di ruolo e lo si nota)

    Miretti              5,5   (debutto in Champions League, bene come impatto emotivo, pare non soffra l'evento, comunque qualche imprecisione di troppo per inesperienza) 

    Kostic               6     (da vero combattente esegue gli ordini di scuderia, prova pure a spingere ma con difficoltà a trovare i varchi e i tempi giusti per i cross) 

    Milik                 6      (vede il gioco e cerca sempre di giocare la palla, poteva fare meglio in zona gol, quando ha avuto sulla testa la palla del possibile 1 a 1)

    Vlahovic          5,5    (combatte, sbaglia qualche controllo e rimane troppo isolato, del resto inevitabile se la squadra mantiene sempre basso il baricentro)

     

    McKeenie         6     (bene per il gol, per il resto il solito buio. Un centrocampista deve incidere in interdizione e in costruzione, se non lo sa fare non serve)

    Locatelli           5,5  (vive un periodo di confusione, la quale evidenzia l'attuale insicurezza; può dipendere da uno stato di forma non ancora raggiunto)

    De Sciglio        s.v.

    Kean                 s.v.

     

    all. Allegri          5  (schiera la formazione più logica, ma l'atteggiamento mentale rimane come sempre sbagliato. Questa partita si poteva almeno non perderla, ma se si incute ai giocatori il timore e manca la necessaria serenità a giocare la palla, mantenendo sempre la squadra bassa e a subire, l'esito finale è scontato. 

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  20. Locatelli è un valido gregario, per offrire il meglio deve trovarsi a supportare dei compagni di reparto di qualità tecnico tattica ben superiore, stessa cosa per Rabiot; entrambi sono mediani di quantità, buoni in copertura e in spinta a supportare l'azione offensiva, ma non sono giocatori capaci ad inventare importanti giocate in funzione dei compagni e ancor meno capaci a gestire il gioco della squadra.

    A prescindere da loro, rimane comunque assente il fattore fondamentale per un centrocampo di spessore elevato, ossia il dinamismo espresso da tutto il collettivo e l'annesso palleggio rapido che ne deve derivare a tutto campo, elementi questi tassativamente necessari a velocizzare la manovra dell'intero meccanismo.

    Siamo scarsi di idee costruttive, lenti di ragionamento, di conseguenza lo siamo pure di movimento, sempre prevedibili e lo si nota ampiamente nelle difficoltà che troviamo nel cercare il tiro a rete, ma pure a ripartire veloci nei capovolgimenti di fronte e la risoluzione di questo ripetitivo problema spetta al tecnico; la gestione tecnica è di sua esclusiva pertinenza e questo vale per qualsiasi tecnico indipendentemente dal nome altolocato o meno che sia.


  21. Tutto scorre, passa e finisce. Il tempo di Allegri si era concluso già qualche anno fa, pertanto la società aveva fatto scelte diverse e innovative, iniziando a seguire un nuovo percorso costruttivo, tuttavia non seguendo i dettami e le volontà dei nuovi tecnici chiamati a guidare la squadra; poi improvvisa l'inversione di rotta per ritornare sulla vecchia strada, non ho mai capito i motivi di questa scelta, ossia se dovuta alla nostalgia del passato, o a pressioni interne alla squadra o anche a qualche possibile volontà esterna ad essa, ma facente capo ai vertici della proprietà e annessi interessi extracalcistici (sponsor, marketing, borsa, ecc.). Richiamato Allegri con un mega contratto, ossia un tecnico che suscita maggiore simpatia e capacità dialettiche ben superiori ai due tecnici che lo avevano preceduto, pertanto decisamente più importante dal punto di vista della comunicazione mediatica. Il ritorno di Allegri ha suscitato parecchio scetticismo e il primo ad avere dei dubbi a tale proposito pare sia stato proprio lui, giustamente pago del lungo periodo vincente con la Juve e che considerava di avere chiuso in bellezza, lasciando ai tifosi un bellissimo ricordo indelebile, ma alla fine altri fattori di grande concretezza hanno prevalso ed è ritornato ad allenare la Juve, dopo una lunga pausa nel corso della quale sembra non si sia aggiornato, quindi non adeguato al calcio attuale, cambiato drasticamente in pochi anni e ben differente da quel concetto vincente vissuto per cinque anni consecutivi.

    Egli continua a seguire la sua filosofia e molto difficilmente cambierà linea di pensiero, mentale, tecnico, tattico che sia, lui il calcio lo vede in quel modo e non intende esplorare altre vie; chiede pazienza e lunga attesa, ma questo stride con lo slogan "alla Juve l'unica cosa importante è vincere subito e sempre", ora siamo innanzi ad una grande contraddizione. Auspico che con il rientro di alcuni giocatori molto importanti la squadra ritrovi il filo conduttore, ma se la mentalità e l'approccio, no solo tecnico ed agonistico, rimangono quelli cui siamo abituati da un paio d'anni a sta parte, con rinnovata pazienza perderemo altro tempo prezioso e la società altro denaro sprecato.


  22. Una grande squadra vincente deve saper disporre di un perlomeno valido meccanismo di gioco e possibilmente saperlo imporre agli avversari con la necessaria continuità; da noi attualmente questo non succede e oramai è più che evidente che non è una questione di giocatori, come qualcuno intende far credere; mancano elementi fondamentali, quali la caparbia mentalità a voler vincere comunque e sempre, la necessaria rabbia agonistica e quel dinamismo collettivo che oramai è presente in ogni squadra di rango e non solo. Tutti questi ingredienti li deve saper dare il tecnico e se ad un certo punto non danno esito, provi a cambiare sistema, è ancora in tempo a farlo; altrimenti si dimetta.

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