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ANSA - Amorim verso l'addio, il Manchester United pensa anche ad Allegri
Sergione ha aggiunto una discussione in Serie A e Campionati Esteri
(ANSA) - LONDRA, 23 MAG - La sconfitta nella finale di Europa League potrebbe essere costata a Ruben Amorin la panchina del Manchester United, che sta già vagliando una rosa di possibili sostituti tra i quali c'è anche il nome di Massimiliano Allegri. Secondo il tabloid Sun, dopo soli sei mesi il tecnico portoghese è molto vicino all'esonero: quintultimo in Premier League, e battuto dal Tottenham nella finale all-english di Bilbao. Risultati inaccettabili per la nuova proprietà dei Red Devils che sta valutando le prossime mosse: appare dunque tutt'altro che scontata la conferma di Amorin all'Old Trafford. Lo stesso Amorin ha dichiarato subito dopo la sconfitta del San Mames che sarebbe disposto a dimettersi, rescindendo il contratto che lo lega allo United senza avanzare richieste economiche, qualora il consiglio direttivo del club glielo avesse chiesto. -
Yildiz post Venezia: "Siamo in Champions, ora andiamo al Mondiale per dare il 100%"
Sergione ha aggiunto una discussione in Juventus forum
Kenan Yildiz è intervenuto ai microfoni di Dazn dopo la vittoria fondamentale sul Venezia. Le sue parole: Hai spaccato questa partita... "L'ho detto prima, questo è per i nostri tifosi che fanno sempre un grande lavoro. Abbiamo fatto questo per loro, adesso siamo in Champions". Al Mondiale la Juve va per vincere? "A dare il 100%". -
Di Marzio: "La Juve accelera per David ed è pronta ad accontentarne le richieste"
Sergione ha aggiunto una discussione in Juventus forum
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Un commento sulla stagione che è stata, il prossimo Mondiale per il Club e la programmazione per il prossimo anno. Cristiano Giuntoli, Managing Director Football della Juventus, è intervenuto durante la seconda edizione del premio “Gianni Di Marzio” a Portofino. Giuntoli ha esordito così: “Alla Juve si arriva sicuramente con grande applicazione. Io sono convinto che il talento esista, ma anche la forte applicazione. Tutti i presidenti che sono qua hanno avuto un’applicazione feroce, è quella che ti fa arrivare“. Il dt bianconero ha proseguito parlando dell’importanza di vedere i giocatori dal vivo anche nel calcio moderno. “Sicuramente fa la differenza, alla fine dal confronto viene fuori l’uomo, e dai grandi uomini si costruiscono i vincenti, in tutte le categorie“. Giuntoli ha continuato parlando del futuro della Juventus: “È importante fare l’ultimo passo, abbiamo ringiovanito e cambiato tanto, alla Juve c’è grande pressione: vogliamo arrivare in Champions e il prossimo anno con 2-3 acquisti mirati e il rientro di tanti infortunati ci permetterà di avere una squadra molto competitiva“. Il Managing Director Football ha proseguito così: “Tudor ha avuto un grande impatto, forse me lo aspettavo meno psicologo e più sergente di ferro. È molto attento nei colloqui personali e nell’interpretare cosa succede ogni giorno a livello psicologico. Ha avuto un grandissimo impatto perché ci sta dando una grande mano. Il suo futuro? Finiamo il campionato e il Mondiale e poi decideremo“. Giuntoli ha concluso parlando della stagione di Koopmeiners: “Ha perso un sacco di partite, in tutto quasi tre mesi di tempo. Lui è un bravissimo calciatore e deve ancora dimostrare il suo valore, ma sono certo che lo farà“. GDM
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ANSA - Amorim verso l'addio, il Manchester United pensa anche ad Allegri
Sergione ha risposto a Sergione Discussione Serie A e Campionati Esteri
L'ho aperto in "Serie A e altri campionati", infatti... sveglia però eh -
Il Mattino - La scelta di Osimhen: declinata l'offerta della Juve, lascerà il Napoli per l'estero
Sergione ha aggiunto una discussione in Calciomercato Juventus & Angolo del Guru
Le vie del mercato sono infinite. Ma quelle di Victor Osimhen non porteranno a Torino. L’attaccante di proprietà del Napoli e ora in prestito al Galatasaray ha detto no alla corte serrata della Juventus. Il suo futuro, quindi, non sarà più in serie A, o almeno non con la maglia bianconera addosso. Se ne faranno una ragione a Torino, dove pure a lungo hanno sperato di potersi accaparrare il nigeriano destinato a trovare una nuova squadra nell’estate che verrà. Sì, perché una cosa è oramai certa: Victor lascerà il Napoli (per i 75 milioni della clausola prevista all’interno del suo contratto) e sposerà la causa che a suo avviso sarà più adatta alle proprie esigenze. Non la Juventus, che per altro non è nemmeno certa al momento di un posto nella prossima edizione della Champions League. Le esigenze di Osimhen, infatti, sono di duplice natura: economica e professionale. E da questo punto di vista si vanno ad aprire gli scenari più disparati nel tentativo di accontentare i suoi desiderata. Prima strada, quella della felicità economica. È chiaro che la pensione dorata esiste già ed ha delle coordinate geografiche ben precise: Arabia Saudita. Già nel corso della scorsa estate non erano mancate le richieste per l’attaccante da parte dei club sauditi, ma seppur l’offerta economica fosse allettante, Victor aveva deciso di aspettare fino al gong del calciomercato per trovare una soluzione migliore dal punto di vista del progetto tecnico. Il Mattino -
Juve-Conte, le condizioni per il ritorno: dall'ingaggio al mercato passando per lo staff
Sergione ha aggiunto una discussione in Juventus forum
Antonio Conte alla Juventus. Dopo undici anni questa potrebbe davvero essere la volta buona per il ritorno del tecnico salentino a Torino. L' idea c'è, da parte di entrambe le parti, ma per arrivare a una definizione devono ancora verificarsi alcune condizioni. Una non dipende dalle parti in causa, ed è la disponibilità del Napoli di De Laurentiis a liberare Conte, sotto contratto con il club partenopeo fino al 2027. Con uno Scudetto in tasca, la cosa sarebbe più facile e meno dolorosa. Allo stesso modo, l'uscita di Conte potrebbe essere ulteriormente facilitata dall'arrivo di un tecnico gradito a De Laurentiis, con Max Allegri in cima alla lista dei desideri. Al netto di questa condizione oggettiva, tutte le altre dipendono dalla Juventus e da Conte. Vediamole: LE CONDIZIONI DELLA JUVENTUS - Dal punto di vista della Juventus si chiedono a Conte sostanzialmente tre cose. La prima è quella di accettare un ingaggio inferiore a quello che l'ex capitano bianconero potrebbe aspirare a percepire se puntasse a un ritorno in Premier League. Ricordiamo che al Tottenham Conte aveva un ingaggio di 17 milioni di euro a stagione, mentre al Napoli guadagna 6,5 milioni all'anno. La condizione della Juventus potrebbe essere quella di chiedere a Conte di 'accontentarsi' di uno stipendio che possa fermarsi a metà strada fra quello attuale e quello inglese, e possiamo ipotizzare una cifra pari a 11 milioni di euro (pari all'ingaggio stagionale percepito da Conte nei due anni all'Inter). La seconda condizione chiesta dalla Juventus è quella di evitare rivoluzioni nella rosa: il club bianconero ritiene che con due o tre innesti mirati, la rosa attuale possa competere per vincere. E il fatto di rivolgersi a un allenatore come Conte parte proprio da questa idea: un tecnico in grado di valorizzare una rosa che Thiago Motta non è riuscito a sviluppare e ottimizzare, un compito per il quale anche Igor Tudor non viene considerato all'altezza. La terza condizione della Juventus è aziendale a ambientale: arrivato il perdono per il modo in cui Conte lasciò la Juventus durante il ritiro estivo nel 2014 (il dissidio era soprattutto con Andrea Agnelli, ma anche John Elkann non la prese bene e ci ha messo del tempo per digerire quel voltafaccia), a Conte la Juventus ora chiede un atteggiamento più aziendalista e più coordinato con la proprietà e la dirigenza del club, per lo meno nelle dichiarazioni pubbliche. LE CONDIZIONI DI CONTE - Dall'altra parte del tavolo, anche Conte pone delle condizioni alla Juventus. La prima è quella di avere al suo fianco uomini di cui si fida ciecamente. E si parla dei suoi collaboratori storici, come il suo vice, Cristian Stellini. Resta da capire la posizione di Lele Oriali, team manager con Conte in Nazionale, all'Inter e al Napoli: considerata la rivalità fra il mondo Juve e il mondo Inter (di cui Oriali è stato un simbolo), immaginare l'ex mediano di fianco a Conte sulla panchina bianconera è molto difficile, quasi impossibile. Rientrano nel pensiero di Conte invece sia il peso maggiore che, d'ora in poi, avrà Giorgio Chiellini all'interno della dirigenza della Juventus, sia gli eventuali ritorni a Torino da parte di Leonardo Bonucci e di Antonio Pintus, storico preparatore ora al Real Madrid. Resta da capire, in questo contesto, che ruolo potrebbe avere Cristiano Giuntoli, attuale capo dell'area sportiva: l'ex ds del Napoli manterrebbe la sua posizione, avrebbe un raggio d'azione ridimensionato o, addirittura, sarebbe indirizzato verso la fine della sua avventura a Torino? Per quanto riguarda il mercato, Conte vorrebbe avere voce in capitolo sugli acquisti più importanti della Juventus. Il tecnico può anche essere d'accordo sul fatto che alla rosa attuale della Juve possano bastare pochi acquisti mirati, di qualità, per poter essere competitiva per la vittoria, ma questi acquisti vuole deciderli lui, o almeno indicarli, come ha fatto al Napoli con Romelu Lukaku e Scott McTominay. Queste sono le condizioni della Juventus e di Conte per arrivare al 'Conte bis', prima però ci sono da conquistare una qualificazione alla prossima Champions League, da parte del club, e, soprattutto, c'è da vincere uno Scudetto, da parte dell'attuale allenatore del Napoli. -
Chiellini: "Lavoriamo tutti i giorni per tornare a vincere il prima possibile"
Sergione ha aggiunto una discussione in Juventus forum
Si è tenuto a Bologna il Premio "Bulgarelli Number 8". Premio alla carriera per Giorgio Chiellini, ex difensore e oggi dirigente della Juventus, intervenuto direttamente dal palco della Sala Borsa del Comune di Bologna: "Temerario l'allenatore che mi ha fatto esordire (ride). Bonucci e Barzagli nella futura Juventus? Abbiamo già fatto tanto in campo insieme". Due battute anche sulla Juventus, in piena corsa per la Champions League ma che chiuderà la stagione senza titoli in bacheca: "Ha avuto tanti cicli nella sua storia, e fa tutto parte di un percorso. Lavoriamo tutti i giorni per tornare il prima possibile a vincere ma bisogna accettare anche le sconfitte e rimboccarsi le maniche", le sue parole riprese da TMW -
Gianluigi Buffon è presente al Salone del Libro e sta presentando il suo libro: “Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi”. Sul tuo libro… Una metafora che ha rappresentato me per il ruolo e poi rappresenta tutti per tutta la vita. Se uno decide di essere protagonista, in questo percorso ci sono varie cadute, poi è importante trovare il motivo per rialzarsi. Sulle tue esperienze da calciatore? “Nella mia vita tutte le esperienze sono state importanti e bellissime. A Parma 3 anni, alla Juve 19, un anno a Parigi ma in quel contesto ho creato legami e rapporti, il piacere di stare insieme. Sono stato tanto nei posti perché ho instaurato dei bei rapporti per starci. Sulla tua partita in Africa? “Soltanto uno come me che a quell’età ero uno d’assalto potevo regalarmi quell’esperienza. Incontro N’Kono a Italia-Camerun 98, era il mio idolo e mi ha invitato alla partita d’addio. Sono andato ed ero l’unico europeo, ho rischiato di giocare senza scarpe”. Su Lippi? In Sudafrica sono entrato negli spogliatoi, ero infortunato, vedo tutti nelle mani nei capelli, disperazione, arriva il mister… era sereno e distaccato: “Ragazzi non è colpa vostra, la colpa è mia che sono un c…..e che ho portato voi”. Sono andato nella doccia a ridere. La tua prima partita? Ero insolente, uno scapestrato, un irriverente, ero molto sicuro di me e anche furbo. Mi sono messo a dormire sul pullman, avevo capito che i miei compagni che erano adulti, dei campioni, avevano bisogno che io dessi sicurezze e l’unico modo era dimostrare… era un modo per tranquillizzare loro. Ho pensato a tranquillizzare loro e non me. Su quella partita contro il Brescia di Mazzone? “Paro ogni tiro, finisce la partita, entro negli spogliatoi e c’era Mazzone con il fare di chi voleva vendicarsi e mi aspettava. Appena passo: “Oh Buffon, ma che ciao, ma che hai fatto oggi? Oggi me parevi Lazzaro perché ti rialzavi sempre”. Come vivevi le partite? Nei minuti finali, le energie che sprigionano gli spettatori catturano anche te giocatore. Capisci proprio il momento quando c’è la suspence e quando c’è il boato per la parata o la gioia per il goal. Come cambia l’umore di tanta gente in un modo o nell’altro e questo è un superpotere che ho capito di avere. Come vivi l’affetto delle persone per te? L’affetto della gente è un qualcosa che riconosco sempre e spesso anche fuori dall’Italia. Di solito questa cosa mi stupisce, perché alla fine non so cosa ho fatto di così speciale, ho fatto solo il mio lavoro e sapevo fare solo quello. Mi sono anche divertito e mi hanno pagato bene e mi ha dato fama. Allegri mi diceva: “Te gigione sei bellissimo perché vivi in un totale stato di incoscienza, ma questa è la tua forza”. Ogni tanto ci ripenso e penso che forse è vero. Hai litigato con Cassano? "Tutto falso! Eravamo come gemelli. Sono cose che un po’ mi dispiacciono, ho sempre dato grande valore ai rapporti e all’amicizia. Il fatto che qualcuno volesse speculare su questo mi ha dato disagio. Sul Mondiale del 2006… “In quel momento sono stato il Var (ride ndr). La mia reazione e la mia corsa verso la zona incriminata ha fatto sì che gli arbitri si accorgessero che qualcosa era successo. Non lo diranno mai, ma l’azione è stata rivista in tv da loro. Tutto quello che era successo l’avevo visto solo io”. Sulla finale con il Parma? “All’epoca valeva come la Coppa Campioni, forse di più. Ma non mi piacque perché si giocò a Mosca in uno stadio enorme e con poca gente”. Su Allegri? “Te Gigione sei bellissimo perché vivi in un totale stato di incoscienza, ma questa è la tua forza". Ogni tanto ci ripenso e penso che forse è vero". Che rapporto avevi con gli arbitri? Li ho amati quasi tutti (ride ndr). Moreno? Avevamo capito che i media avevano condizionato il sentimento popolare, tutti hanno visto, a giusta ragione, in Moreno il vero nemico numero uno che ci ha fatto uscire. Probabilmente la colpa era nostra, però lui arbitrò in maniera ignobile. Uscimmo dall’aeroporto quasi tra gli applausi. Sulla frase del cassonetto della spazzatura al posto del cuore… "Uno dei punti più alti della mia carriera (ride ndr). Ora che è passato qualche anno mi vergogno di quello che ho detto. Avevo una certa età, rappresentavo qualcuno, ero il capitano. Le mie fortune o sfortune dipendevano solo da me. Però devo anche dire che se tornassi indietro ridirei tutto. In quel momento, riuscire a far sbollire quell’amarezza, non era solo una partita persa, era qualcosa di speciale, una rimonta epica, in uno stadio epico, con un gruppo che aveva dimostrato un carattere e un’unione speciale, eravamo dei pazzi e dei sognatori. Il giorno prima della partita ci parlavamo e quello è stato il più grande dispiacere. Ad oggi io non so ancora perché sono stato espulso e quindi l’arrabbiatura alle interviste era anche per quello". Sulla finale di Champions del 31 maggio? “Ho un ruolo, in questo momento, che è federale superpartes. La verità però è una: le partite e le finali sarebbe giusto che lo vincesse le squadre che lo meritano veramente. Chi se lo meriterà tra Psg e Inter lo prenderà. Ho perso tre finali, in nessuna delletre abbiamo meritato di vincere. Con il Real Madrid abbiamo meritato di perdere, con il Barcellona abbiamo reagito un momento... La Champions dispiace per la gente della Juve, ma a me non cambia niente, vuol dire che in quel momento sono stati più bravi gli altri”.
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Igor Tudor sta parlando in conferenza stampa a due giorni dalla gara contro l'Udinese. TuttoJuve.com sta riportando le sue parole in diretta: Come sta la squadra? "La squadra sta bene e si è allenata bene. Abbiamo avuto tempo per lavorare bene. Ho visto bene la squadra questa mattina". Recupera qualcuno? "Gatti può fare al massimo quello che ha fatto contro la Lazio. Vediamo Kelly. Sulla tattica preferisco non rispondere per non aiutare gli avversari". Cosa pensa di aver trasmesso alla squadra? "Parlare del mio operato è difficile. Per me si è fatto un buon lavoro visto tutte le problematiche che abbiamo avuto. Giusto dire che non abbiamo mai avuto Gatti e Koopmeiners, poco Cambiaso e Kelly. Abbiamo giocato due partite in 10 che non è una cosa facile. Un buon lavoro, tre belle vittorie, tre squadre dirette concorrenti fuori casa. Contro il Parma già commentata, un po' di problematiche e non meritavamo di perdere. E quelle tre fuori meglio. Io ho sempre avuto una sensazione buona che la squadra ha dato quello che poteva in quel momento. Bisogna sempre essere esigenti, sapere che la Juve deve vincere, sono il primo dispiaciuto, ma in questo momento la sensazione è che la squadra nel momento ha dato tutto quello che poteva visto il momento. La squadra era bel buco profondo quando sono arrivato. Ora sono più consapevoli, più battaglieri e anche con il gioco che abbiamo espresso. Io vorrei che si giocasse calcio champagne, ma in questo momento non si può fare. Bisogna capire cosa fare nel momento, faccio i miei complimenti ai ragazzi che hanno dato tutto". Come ha visto Vlahovic? "È sempre una grande occasione per tutti. Lui è un giocatore importante che ha avuto dei problemi fisici. Ora è tornato e ci darà una grande mano". Ha fatto un lavoro più mentale che tecnico? "Tre gare in casa vinte, non ci sono gare facili nel mio modo di pensare. L'allenatore è sempre psicologo, individuale e con la squadra. Deve avere approcci diversi, sapere di cosa parlare e con chi. Bisogna preparare le partite sempre con approcci alla gara differenti e si guarda chi hai davanti. Se hai Chiellini, Buffon, Bonucci parli in un modo, quando hai una squadra diversa parli in modo diverso". Teme la fisicità dell'Udinese e quanto peserà l'assenza di Thuram? "È una bella domanda, perchè ho visto fare grandi partite dell'Udinese come a Napoli. Sarà una partita super difficile dove non si potrà sbagliare niente. Tutti devono stare sul pezzo, chi parte e chi entra". Quanto avrebbe potuto dare di più senza tutti questi infortuni? "Penso sia giusto dire le cose dal mio punto di vista. Uno pensa che un squadra con Gatti, Vlahovic, Bremer, Koop è la stessa solo perchè è la Juve.... è giusto che io lo dica. Non voglio trovare scuse, ma è giusto dirlo. Questa squadra al completo è forte e può combattere con tutti". Cosa intendi per buco profondo? "È una cosa che era chiara tutti. La squadra era in un momento difficile e grazie al lavoro sono usciti dal buco in un tempo corto". Si sente di meritare la conferma? Come vive l'ombra di Conte? "Vivo alla giornata, mi godo tutto e soffro, ma non penso al futuro. . Soffro per preparare al meglio l'Udinese. Voglio sentire la fiducia dei calciatori e mi nutro di questo. Questo è il bello. Se mi sento inferiore a qualcuno, dico di no, a nessuno". Come ha visto Yildiz? "Ha sofferto tanto. È un giocatore fondamentale per la nostra rosa. Gli ho detto di non sentire la responsabilità di farsi perdonare e andare oltre. Deve stare dentro la gara e fare quello che deve e che sa fare". Cosa cambia ad avere il destino nelle proprie mani? "Ti dà sicuramente qualcosa, ma bisogna anche fare le cose senza troppi pensieri. Lo dico anche di andare e giocare come piace ai ragazzi, trovare gusto anche nel soffrire". Confermerebbe questa squadra? "Ho già detto quello che penso della squadra e del futuro". Domanda TJ - Volevo sapere se aggregherà qualche giocatore della Next Gen? “Sì, vediamo, vediamo perché siamo pochi. Decideremo se portare uno o due giocatori. Vediamo domani”. Termina qui la conferenza stampa di Tudor
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CorSera - Sondaggio del Milan per Giuntoli: l'ostacolo è il contratto con la Juventus
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Acque agitate in casa Milan. La finale di Coppa Italia persa contro il Bologna ha fatto perdere la pazienza ai tifosi, che invocano il ritorno di Paolo Maldini. Sergio Conceiçao verrà congedato a fine stagione, quando i rossoneri dovranno prendere un nuovo allenatore: i nomi sono quelli di Allegri, Italiano e Sarri. Intanto il club rossonero è ancora alla ricerca di un direttore sportivo. Difficile la promozione di Moncada, che a giugno sosterrà l'esame a Coverciano. Come si legge sul Corriere della Sera in edicola oggi, è stato effettuato un tentativo con Cristiano Giuntoli, che però ha ancora quattro anni di contratto con la Juventus e un ingaggio da 2 milioni di euro netti a stagione calciomercato.com- 180 risposte
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Leonardo Bonucci torna a parlare e non è mai banale. L’ex difensore azzurro è intervenuto dal Paddock di Imola, luogo in cui si terrà il Gran Premio questo weekend di Formula 1. Tra passato, presente e futuro, Bonucci ha le idee chiare: “L’idea è quella di iniziare ad allenare il prima possibile, sto studiando. L’idea è quella di allenare un grande club, ma si passa da step per step. Le responsabilità saranno ovviamente diverse rispetto a quando ero giocatore”. L’ex difensore, poi, ha aggiunto: “Ritorno alla Juventus? L’obiettivo è quello di procedere step by step, un giorno il sogno sarebbe quello di allenare la Juventus o la Nazionale. Si punta sempre al massimo no? Tutti lo sanno: sono sempre stato juventino e per me quella è la massima aspirazione. Ora, però, pensa a questo: “Oggi mi godo il percorso intrapreso con la Nazionale Under 20 e poi vediamo il futuro cosa mi riserva”
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La vittoria del Bologna in Coppa Italia insegna alla Juve che una società forte è più importante di un allenatore
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Il Bologna che vince la Coppa Italia è un esempio da seguire per alcuni grandi club che hanno avuto una stagione difficile. Vale per il Milan, come ha commentato il nostro Sandro Sabatini, e vale anche per la Juventus. L'insegnamento che la Vecchia Signora può ricavare dal successo del Bologna contro il Milan nella finale dell'Olimpico è questo: una società forte e organizzata è più importante dell'allenatore e del valore della rosa dei giocatori. E' da lì che si parte per costruire poi i successi sul campo, e una Coppa Italia vinta dal Bologna dopo 51 anni, per quel tipo di società ha lo stesso valore di uno Scudetto per la Juventus o di una Champions League per il Milan. L'errore commesso dalla Juventus nelle ultime stagioni, come abbiamo scritto più volte negli ultimi mesi, è stato quello di aver costruito un'organigramma afflitto da due criticità: da una parte la mancanza di competenze specifiche nel calcio da parte di alcuni elementi (il presidente Gianluca Ferrero, l'ad Maurizio Scanavino), e dall'altra il troppo potere affidato a una singola persona nell'area sportiva, Cristiano Giuntoli, senza contrappesi. Le ultime indiscrezioni provenienti dal mondo bianconero ci danno indicazioni che sembrano finalmente andare in una direzione diversa: le dimissioni di Francesco Calvo e la probabile promozione di Giorgio Chiellini fanno pensare che la proprietà abbia capito che è da lì che bisogna ripartire. Da una dirigenza forte, organizzata, compatta e competente: poi l'allenatore può chiamarsi Motta, Italiano o Tudor, ma non è il fattore principale di successo o fallimento. Il Bologna lo insegna Calciomercato.com -
Ufficiale: Jeep e Visit Detroit nuovi sponsor di maglia della Juventus
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Juventus.com -
AUDIO Giuntoli a Le Marca Sports: "Non siamo interessati ad Osimhen, la stampa italiana sta cercando di farci pressione"
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Clamoroso Gasperini: lite con un cronista, volano parole grosse e anche un taccuino
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MONZA – Storie tese in sala stampa. L’Atalanta batte 4-0 il Monza e fa un passo in avanti per un posto in Champions, ma nel post partita Gian Piero Gasperini perde le staffe. Succede tutto dopo la consueta conferenza stampa che ogni allenatore fa al temine di una gara. Gasp sta andando via quando incrocia sulla sua strada un giornalista di Bergamo. Si incrociano e iniziano a battibeccare, la discussione degenera e Gasperini arriva faccia a faccia con l’interlocutore, puntando l’indice verso il cronista. Nel mentre, volano parole grosse. “Ecco qua il fenomeno”, dice il cronista a Gasp, che risponde dandogli dell’asino. Poi fa per andarsene, ma arriva la replica: “Cogl...”, gli dice il giornalista. A quel punto Gasperini si gira e gli lancia contro un taccuino e tira rabbiosamente a terra una bottiglietta d’acqua. Una scena poco edificante, durata in realtà non più di 30 secondi. Il motivo è legato a vecchie ruggini tra i due per opinioni diverse sull’Atalanta Repubblica -
Douglas Luiz su Twitch: "Mi manca l'Aston Villa", poi il chiarimento
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Douglas Luiz non si è mai ambientato alla Juventus e questa non è di certo una novità, anzi. Tra infortuni e poche presenze in campo, confermate dagli undici minuti giocati contro la Lazio, l'esperienza a Torino dell'ex giocatore dell'Aston Villa è stata un fallimento. Un errore che fa riflettere sul futuro. In estate, nonostante un contratto fino al 30 giugno 2028, il club bianconero e il centrocampista potrebbero separarsi. Nel frattempo, durante una diretta su Twitch, il brasiliano ha espresso il suo amore per l'Aston Villa, la sua ex squadra con queste parole: "Mi manca l'Aston Villa, ragazzi. Mi manca giocare al Villa Park, mi manca tutto, è sempre nel mio cuore". Queste parole faranno discutere, come quelle pubblicate su Instagram qualche settimana fa sulla sua stagione alla Juventus" -
Dybala: "La Juve è uno stile di vita. Gli avversari contro di noi speravano solo di non prendere troppi goal"
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Paulo Dybala ha rilasciato una lunga intervista a Sports Illustrated e tra i temi toccati si è soffermato anche sulla Juventus, club in cui è stato per sette anni vincendo cinque scudetti e tanti altri trofei. L'argentino ha parlato di cosa rappresenti la Juventus e svelato anche alcuni retroscena su come gli avversari guardavano i bianconeri in quel periodo storico. "STILE DI VITA" - "La Juventus è uno stile di vita, a livello professionale si cresce immensamente, perché lì un pareggio è percepito come una sconfitta, per cui durante la settimana si lavora duro su ogni aspetto". "GLI AVVERSARI SPERAVANO DI NON PRENDERE TROPPI GOAL" - "Ascoltare leader come Buffon, Chiellini, Barzagli e Bonucci nello spogliatoio ti aiuta sicuramente a crescere. In tante partite, quando eravamo nel tunnel prima di entrare in campo, potevamo ascoltare gli avversari e percepivamo che molti di loro pensavano: 'Bene, oggi perderemo, ma speriamo di non prendere troppi goal'. Questo la dice lunga sulla grandezza del club". DALLA JUVE ALLA ROMA E LA MAGLIA - "Dopo aver chiuso ci siamo riuniti a Torino con Tiago Pinto, che è arrivato con la maglia numero 10. La 10 ce l'aveva Totti, un giocatore così amato dalla gente, dai tifosi, per ciò che rappresenta per questa, che ovviamente ho pensato non fosse il momento giusto per fare una cosa del genere. Ero appena arrivato, anche se da un club come la Juventus in cui avevo avuto un numero così importante. Gli ho detto: "Tiago, grazie, è un onore per me, ma per una questione di rispetto preferisco indossare la 21" Il bianconero -
Tardelli: "Un errore da parte della Juve mandare via Allegri e non riprendere Conte. Sono gli unici che possono prendere in mano la situazione"
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"Di Parma-Juventus non è il risultato a lasciarmi perplesso, ma come è stato accettato dai bianconeri che sembravano in ripresa, entrati in campo senza quella cattiveria che serve per poter raggiungere il minimo risultato della qualificazione in Champions", il commento di Marco Tardelli su La Stampa. L'ex giocatore bianconero ha poi evidenziato i problemi già emersi in passato: "Una sconfitta che ripropone alcuni difetti visti e rivisti nella gestione di Thiago Motta". VLAHOVIC E KOLO BOCCIATI - "L’assenza di Koopmeiners e l’ingresso nella ripresa di Yildiz non possono essere un alibi. Non voglio togliere nessun merito al Parma, ha vinto meritatamente perché ha lottato e giocato da squadra. Abbiamo capito che Vlahovic non può giocare con Kolo Muani". "CONTE O ALLEGRI" - "Abbiamo capito che mandare via Allegri e non prendere Conte è stato un grave errore, un vuoto che non è stato riempito né da Thiago Motta né da Giuntoli. È inutile andare a rovistare in un calderone pieno di nomi, quelli che possono prendere in mano la situazione sono loro: Conte e Allegri. Sanno cosa serve e servono a gestire quelli che con il calcio non hanno niente a che vedere". "CHI CI METTE LA FACCIA?" - "Si dice che non vanno d’accordo con Giuntoli, forse un motivo ci sarà. Chi è il punto di riferimento dei bianconeri, chi ci mette la faccia, con chi si confrontano i giocatori in società? È un rebus. Caro Elkann, batti un colpo: i tifosi meritano la verità e questo è il momento di raccontarla"- 160 risposte
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Le parole di Stefano Braghin, direttore della Juventus Women, a Juventus.com LO SCUDETTO – "C'è appagamento e grande soddisfazione quando si taglia un traguardo così significativo; il momento della vittoria dura pochi secondi, ma rappresenta il culmine di un percorso lungo mesi, fatto di lavoro e di tanti elementi da far combaciare. È un traguardo conquistato tutti insieme, che ancora una volta voglio condividere con lo staff, sia il gruppo tecnico che i miei collaboratori: Massimiliano Mazzetta, Matilde Malatesta, Sergio Vignoni e Raffaella Masciadri. Il nostro, nel tempo, è stato un viaggio meraviglioso, non privo di ostacoli: siamo arrivati secondi due volte, e sappiamo bene che qui non è ammesso sbagliare. Per molte realtà arrivare secondi è un grande risultato, ma per noi no. Sono quindi felice per le ragazze, che hanno saputo lottare e soffrire in silenzio. Adesso si guarda avanti." IL SEGRETO – "Per vincere un campionato serve una chimica speciale. Un’alchimia che non si compra, ma si costruisce ogni giorno con impegno. È da lì che comincia un lavoro dove ciascuno deve contribuire a far funzionare le connessioni all’interno del club. Abbiamo portato avanti questo progetto in 40 persone, tutte diverse tra loro, unite da un unico obiettivo: vincere." CANZI – "Era la figura perfetta perché rappresentava una serie di qualità che in quel momento ritenevo fondamentali. Un approccio pratico e concreto, ma con un bagaglio di competenze enorme. Ha passato 10 anni in Serie A maschile come assistente allenatore. Aveva tutto. Non lo conoscevo a fondo, ma appena l’ho incontrato ho capito che era la scelta giusta. All’inizio mi è dispiaciuto, perché la sua scarsa notorietà ha generato qualche ironia che non meritava. Come sempre, ha saputo rispondere sul campo." FESTA ALLO STADIUM – "La gara all’Allianz sarà un momento speciale, non solo per la Juventus ma per tutto il movimento femminile. Si apre uno degli stadi più belli d’Europa al calcio femminile. È la dimostrazione concreta di quanto questo club creda nel nostro progetto. E sarà anche l’occasione per celebrare lo Scudetto, contro un avversario importante come l’Inter. A loro vanno i miei complimenti: sono ambiziosi e hanno dimostrato tutto il loro valore. Complimenti anche alla Roma, che sarà come sempre un avversario molto impegnativo, anche nella finale di Coppa Italia a Como." COPPA ITALIA – "La finale di Coppa Italia è una gara secca, e vede affrontarsi due squadre di altissimo livello. La classifica e gli scontri diretti di questa stagione non avranno peso: la Roma è capace di battere chiunque ed è tra le squadre più forti in Europa. Saranno molto motivati e, in questo mese, non dovremo mai perdere di vista l’obiettivo sportivo e competitivo." SERIE A FEMMINILE – "In Serie A femminile bisogna alzare competitività, manca tutto l’aspetto commerciale. 10 o 12 squadre cambia poco. Quest’anno grande impresa in UWCL col PSG, eliminati dall’Arsenal che si sta giocando la finale… Faccio fatica a parlare di percorso deludente in Europa"
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Fabrizio Romano: "La Juve prenderà un terzino sinistro in estate, in lista c'è De Cuyper del Brugge"
Sergione ha aggiunto una discussione in Calciomercato Juventus & Angolo del Guru
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TJ - La Juventus pensa seriamente al ritorno di De Winter
Sergione ha aggiunto una discussione in Calciomercato Juventus & Angolo del Guru
La dirigenza bianconera sta pensando di fare sul serio per il difensore belga già nella prossima sessione estiva di calciomercato che comincerà il 1 giugno per le squadre italiane. Il Napoli è al momento la squadra più avanti, con l'Inter, il Milan e la Roma sempre interessate in Italia (ed Everton e West Ham che spingono in Premier). Ma perché puntare di nuovo su De Winter? IL MOTIVO - La dirigenza bianconera valuta seriamente l'innesto di un difensore che sappia giocare indistintamente nella difesa a tre o a quattro. A livello di cifre, De Winter è al momento il giocatore più raggiungibile vista anche la % di rivendita (del 25%) in possesso di Madama. La richiesta del Genoa è di 25mln € più bonus, ma potrebbe arrivare nuovamente a Torino per una cifra tra i 12/15mln €. Il giocatore, le cui dichiarazioni avevano sempre fatto intendere di sognare la Juve, difficilmente riuscirebbe a dire di no all'ipotesi di un clamoroso ritorno. TuttoJuve -
Pogba: "Cosa non ha funzionato alla Juve? Avevo troppe preoccupazioni che hanno avuto effetti sul mio corpo e non riuscivo più a giocare"
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Paul Pogba sta per tornare, ma senza fretta. Nonostante la squalifica sia ormai terminata, infatti, il francese è ancora senza squadra dopo la separazione con la Juventus. Intervistato da 'GQ Francia', Pogba ha spiegato di aver ricevuto moltissime offerte da ogni parte del mondo ma di volersi prendere il giusto tempo per scegliere da dove ripartire. Nella stessa intervista Pogba è tornato anche sull'ultimo periodo alla Juventus, difficile anche per motivi extra-calcistici che gli hanno impedito di rendere al meglio. "Sai, è passato così tanto tempo da quando ho giocato a calcio. Non avrei mai immaginato di ritrovarmi libero in questo periodo della stagione. Non ho mai vissuto un trasferimento del genere. Queste prove mi hanno dato una determinazione extra. Mi sento come un bambino che vuole diventare un professionista. Sono tornato ad essere il piccolo Paul Pogba di Roissy-en-Brie, che lascerà il segno." Pogba è poi tornato sul periodo difficile vissuto alla Juventus prima della squalifica, legato anche al caso-rapimento in cui è coinvolto il fratello Mathias: "Ho nascosto tutto di questa estorsione. Mia moglie non lo sapeva, e nemmeno i miei figli. Quando tornavo a casa dall'allenamento, dovevo recitare la parte del padre e del marito. Ho tenuto tutto per me. Alla fine, mi stava logorando. In quel periodo ho fatto tutto il possibile per restare concentrato sul calcio, ma è diventato troppo difficile. Avevo così tante preoccupazioni che ho smesso di giocare. Eppure ci ho provato. Sapevo che era l'unico modo per farmi dimenticare questi problemi. Ma in realtà, cosa rappresenta il calcio? Due ore al giorno? Solo due ore al giorno per divertirmi. Ogni volta che finiva, cercavo di gironzolare nello spogliatoio, di stare con i miei compagni di squadra. Ma alla fine, devi tornare a casa. Mi chiedevo quando sarebbe finito tutto. Ha avuto effetti sul mio corpo. Ecco perché non potevo tornare indietro" Poi ecco la squalifica che ha rischiato seriamente di porre fine alla sua carriera da calciatore: "Se fossi rimasto fermo quattro anni, avrei smesso di giocare a calcio. Non volevo dirlo pubblicamente, ma è quello che pensavo. Prendevo la palla e giocavo da solo fuori. Mi arrangiavo con quello che avevo. Ma non volevo restare a Torino. La mattina portavo i miei figli a scuola, ed era proprio accanto al campo di allenamento, che rottura di scatole…Tutto ciò che mi è successo mi ha cambiato. Ho visto com'era la vita 'reale'. È stata come una purificazione completa. Improvvisamente sono invecchiato di dieci anni." Goal -
Tudor post Genoa: "Molto soddisfatto, ora abbiamo una settimana piena con tutti a disposizione per lavorare sul serio"
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Igor Tudor è stato intervistato da Dazn al termine della gara vinta contro il Genoa. Le sue considerazioni: Avevi davanti un avversario forte. Sono convinto che sia contento per quello che avete fatto. Anche se c'è un 10% delle tue idee. "Sei soddisfatto? "Molto, sono molto soddisfatto. Sono d'accordo che il Genoa è una squadra seria che sta facendo bene, ti viene, corre, lotta, e noi veniamo da un momento...quello che sappiamo, siccome abbiamo fatto due-tre allenamenti, è chiaro che un po' di entusiasmo c'era, ma non è che in due-tre giorni tu... ma non solo dal punto di vista tecnico-tattico, anche dal punto di vista psicologico... c'è questo momento e bisogna passarlo con il lavoro. Perchè poi è tutto diverso. C'è un sistema, ma anche stile, se tu sei abituato a uno stile, ora magari si gioca un po' più verticale, bisogna adattarsi, perchè per giocare sempre verticale bisogna avere un'altra intensità. Sono felice perchè i ragazzi hanno dato tutto, volevano fare tutto, tante cose abbiamo fatto, qualcosa non l'abbiamo fatta, ma è una partita strameritata, fatta in casa, siamo felici per i tifosi, per tutti quanti, loro ci tenevano, ci tenevamo anche noi. L'abbiamo tirata con cuore, con tutto. Ora ci riposiamo un giorno, poi bisogna lavorare sul serio, una settimana piena, con tutti a disposizione". Quanto è contento della prestazione di Yildiz? Lo abbiamo visto dentro al campo, molto partecipe. L'asse Locatelli Yildiz è stata la giocata più cercata dalla sua squadra oggi. "Sì, Loca ha queste robe qua, di cercare... Sono molto conento per Kenan, ha messo tutto, lui ha delle doti importanti, Dusan mi è piaciuto. Dietro siamo stati solidi, in mezzo abbiamo fatto un grande lavoro. Tutto sommato penso che potessimo fare altri due gol, questo dispiace, potevamo alla fine fare anche 2.0, ma va bene. L'1-0 a volte è anche un risultato mentale, meglio del 2-0, quando finisce la partita però". Forse chi ha corso senza trovare la posizione è stato Koopmeiners, che ha un po' subito alti e bassi in questa stagione. Come si fa a farlo rendere con continuità? "Sono d'accordo con lei che non è un grande momento, questo è ovvio, ma va detto che da quello che ha fatto vedere in questi anni, è un giocator e forte e si esce lavorando. Bisogna fare grandi lavori sotto tutti i punti di vista, fisico, mentale. Io penso che ne esca solo così, perchè è un ragazzo perbene, che ha voglia, che ci tiene, ha questo piede qua. Come ho detto prima, sono stati due allenamenti, è importante per la squadra. Va recuperato, ma ci mettiamo alavorare". L'avete provata in allenamento quella palla per Koopmeiners, la rimessa laterale battuta velocemente: "No, mi è venuta così". Una piccola parte dell'assist la diamo anche a lei. "Grazie, grazie". -
Yildiz post Genoa: "Il gol? Ce ne sono di più belli, ma spero di farne anche di normali. Tudor ha portato nuova energia"
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Kenan Yildiz è stato intervista da Dazn dopo il successo della Juventus sul Genoa. Le sue parole: Che gol hai fatto? "E' buono, solo questo". E' uno dei più belli? "Ce ne sono di più belli, ma speriamo di fare anche gol normali". Ha fatto anche un assist il mister, perchè ha voluto accelerare... "Sì, sono contento, siamo felici adesso, siamo un gruppo e vogliamo lavorare". (interrompe il giornalista per rivolgere un pensiero a Thiago Motta, ndr) "Voglio ringraziare anch'io il mister, lui ha fatto tutto quello che poteva fare. Grazie mister". Cosa ha portato Tudor? "Solo nuova energia"
