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Rhyme

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  1. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Sì, solo Roma e Sulla mia pelle. Ma direi solo Roma (che tra l'altro in questi giorni è ritornato in sala da molte parti e ci tornerà anche nel prossimo periodo), perché comunque Sulla mia pelle è un film prettamente italiano, anche come tematica...quindi, non so, l'ho sempre visto come "obbligato" e "scontato" il suo passaggio in sala. Roma è un caso più generico e quindi più collegabile al caso di Scorsese. In America è già assai diversa la situazione. Comunque lo spero proprio che anche da noi sia mostrato al cinema...ma preferisco "rilassarmi" quando sarà ufficiale Se facessero sempre così infatti sarebbe già meglio e sarebbero contenti tutti
  2. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Al di là degli Oscar che sono già il passato, la gran notizia è il teaser di The Irishman di Scorsese (fatto uscire proprio ieri notte durante la cerimonia ) con data di uscita in autunno. Quindi escono le prime notizie. E la cosa più interessante è quella scrittina "in theaters"...perciò, contrariamente a quanto detto in precedenza, uscirà anche al cinema. Speriamo che esca anche in Italia, magari per qualche giorno come per Roma o anche qualche giorno in più.
  3. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Qualche visione contemporanea... First Reformed di Paul Schrader. E' un film che parla di un reverendo (Ethan Hawke) di una piccola comunità e della sua fede, dei suoi tormenti, dei suoi sensi di colpa. Ha avuto una vita complicata, gli è morto il figlio in Iraq e si sente responsabile perché fu lui a convincerlo ad arruolarsi, inoltre la sua salute sta peggiorando rapidamente; a questo punto incontra una coppia di giovani ambientalisti con il marito che tende alla depressione e ad un ambientalismo terroristico e questo incontro influisce definitivamente sulla personalità del reverendo. Schrader si ispira dichiaratamente a "Luci d'inverno" di Bergman e "Il diario di un curato di campagna" di Bresson, inoltre utilizza il rapporto di 4:3 sullo stile di Pawlikowski, per amplificare l'oppressione del personaggio. Nel film il reverendo scrive un diario e in voice over vengono lette le sue parole. Personalmente mi è piaciuto molto, fin da subito veniamo trascinati in questa piccolissima comunità, nella vita quotidiana del reverendo e veniamo travolti dai suoi pensieri. E' una lenta escalation delle sue ossessioni, dei suoi tormenti e della sua follia...e in questo rimanda un po' anche a Taxi Driver, di cui Schrader scrisse soggetto e sceneggiatura. Arrivando poi ad un finale che risulta scioccante e che qualcuno ha trovato "fuori equilibrio" e "sbagliato" ma che io ho trovato emozionante. Probabilmente in alcuni punti il film prende una deriva ambientalista un po' eccessiva, ma ho trovato la sceneggiatura davvero ottima nel rappresentare un'aderenza con il personaggio e i suoi pensieri, costruita sin dai semplici dettagli, dai gesti, dai luoghi. Inoltre c'è un Ethan Hawke che è di una bravura enorme. Purtroppo il film non ha trovato distribuzione in Italia, è uscito direttamente in home video...ed è un vero peccato, secondo me. Ha ricevuto la nomination agli Oscar di stasera per la sceneggiatura e secondo me ne meritava anche altre, sicuramente quella per Hawke. The Mule - Il corriere di Clint Eastwood. Il film onestamente non è granché, anche se comunque migliore di alcuni suoi lavori recenti. Quello che è notevole secondo me è lui, Clint, che in questo film ho trovato strepitoso...probabilmente uno tra i suoi ruoli migliori. Appare in tutta la sua dignitosa vecchiaia e in ogni scena riempie ancora lo schermo, ma soprattutto per me è evidente che questo film sia anche molto personale, molto intimo per lui, nonostante sia tratto da una storia reale. Non è un caso che sia tornato dopo 10 anni alla recitazione in un suo film proprio in questo ruolo, non è un caso che il personaggio della figlia sia interpretato dalla sua reale figlia, ma soprattutto lo si vede dal suo volto. E' una sorta di suo "testamento", anche magari un modo per liberarsi di molti pesi, di sensi di colpa e di considerazione sul tempo che passa inevitabilmente. Il suo volto, le sue espressioni sono incredibili (pur non essendo esattamente noto per la sua espressività)...il corpo è messo a nudo, cade ogni filtro e quella che spicca è la sua anima sincera. I suoi occhi lo raccontano...in una delle scene finali c'è uno sguardo in macchina che mette i brividi. C'è proprio un'esaltazione plastica del volto. Ed è come se si condannasse, anche...non ha proprio uno sguardo positivo su di sè. Mi sono emozionato quasi ogni volta che era in scena, soprattutto nella parte finale. E questo aspetto umano dà luce sia al personaggio che al film...dandogli un'atmosfera positivamente ingenua, intima, dolce. Quindi è come se si operasse un distaccamento dalla trama in sè, una fuoriuscita, una duplice lettura. Ed in tal senso l'ho apprezzato. La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi. Film che recentemente ha vinto il premio per la sceneggiatura a Berlino e che mostra la "guerra" di quartiere a Napoli, ad opera soprattutto di ragazzi anche giovani. Si distacca dal "gangster all'italiana" di recente tradizione per uno sguardo più realista. Concettualmente ricorda il recente A ciambra, con la camera che segue costantemente il protagonista (in entrambi i casi un ragazzo) per un tratto della sua vita, una vita chiaramente molto difficile. Ma non lo condanna, mantiene comunque uno sguardo apprensivo e quasi commiserativo. Per poi finire, in entrambi i casi, "senza fine"...abbandonando semplicemente il protagonista. In questo film viene mostrata la parabola di un gruppo di ragazzini, con sguardo su uno in particolare, che si avvicinano alla malavita venendone risucchiati sempre più. C'è la commistione tra gioco e criminalità, perché per loro inizialmente è una sorta di gioco. Lo sarà sempre meno, anche se i lati della loro innocenza infantile rimarranno. C'è una narrazione rigorosa...è come un'osservazione piuttosto che una costruzione, anche se ovviamente con molte licenze. Non è un film perfetto, ma secondo me un film con queste caratteristiche e questa struttura è difficile che non sia almeno buono. Come tematica può rimandare anche al brasiliano City of God, anche se dal punto visivo è completamente differente e anche la narrazione ha uno sviluppo diverso.
  4. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Ma sono perfettamente d'accordo con te. Era per dire che non è in gara con Amici come prima, Metti la nonna in freezer e I moschettieri del re, ecco. A differenza di altri anni c'è più di un film di livello teoricamente elevato e che può competere in situazioni del genere. E il considerare i successi e riconoscimenti internazionali che hanno avuto è appunto per sottolineare il teorico valore o comunque il "peso"...un po' come se un calciatore svizzero arrivasse tra i primi 20 al Pallone d'Oro, poi sarebbe scontato ritenerlo tra i favoriti per il premio del miglior giocatore della Svizzera Comunque è chiaro che Dogman può vincere gran parte dei premi e persino quasi tutti...lo meriterebbe e ha le carte in regola. E lo spero anche vivamente, anche se avrei gradito maggiormente una sua presenza agli Oscar
  5. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Ma non bisogna valutare con la nostra sensazione e il nostro gusto. Anche perché lo sapete che io Dogman l'ho adorato, lo avrei inserito anche nelle categorie più importanti degli Oscar e in Italia gli darei qualsiasi premio. Quest'anno ci sono state altre produzioni di livello, tra cui il film di Guadagnino (che io comunque non ho apprezzato particolarmente) e Lazzaro felice. In altri anni magari Dogman avrebbe avuto sicuramente minor concorrenza. Ma il film di Guadagnino ha avuto un successo mondiale e una presenza nei premi più importanti al mondo che nessun film italiano ha avuto (da molti anni), perciò in un premio nazionale non può non essere considerato tra i favoriti. Lo stesso Lazzaro felice è un film di alto valore e molto apprezzato, non solo in Italia. A Cannes è piaciuto maggiormente rispetto a Dogman ed era presente nelle stesse categorie importanti all'European Film Awards. Insomma, sono 3 film di caratura importante, allo stesso modo o quasi. E sto tralasciando Sulla mia pelle che potrebbe avere un'importanza socio-politica notevole in un contesto nazionale. Di certo spero che possa trionfare Dogman, di certo è più che possibile e di certo può essere considerato come favorito anche netto (anche perché già ai Nastri d'Argento ha trionfato). Ma "nemmeno quotato" e "sparecchi senza problemi" sono esagerazioni, secondo me. Così tanto scontato e sicuro non lo è, secondo me...non in quest'anno. Nemmeno se poi vincerà tutto.
  6. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Comunque oggi è morto Giulio Brogi. Attore che ha recitato per autori come Bertolucci, Rocha, i fratelli Taviani, Bellocchio, Angelopoulos e Olmi. Lo ricorderò sempre con affetto per la sua grande prova nel capolavoro "San Michele aveva un gallo" dei Taviani, che è uno dei film italiani più belli tra quelli che ho visto finora.
  7. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    C'è anche Chiamami col tuo nome
  8. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Mi unisco nel dispiacere...ma appunto avrebbero potuto esserci decine di film piuttosto che Bohemian Rhapsody. Per quanto mi riguarda sono felice che Loro non sia rientrato nelle categorie più importanti. Beh, ho notato nelle 3 risposte Per quanto riguarda la Stone posso ripetere quanto detto...non l'ho mai avuta particolarmente in simpatia (e La La Land non lo sopporto, come detto più volte) ma qui è stata davvero brava. E' interessante notare le varie sfumature del personaggio e notare come passi da espressioni di sensualità, di ironia, di rabbia, di odio, di dolore, di dominio e di sottomissione con grande abilità. Dei suoi film che ho visto, trovo sia la prova migliore. Ma quanto detto vale allo stesso modo anche per la Weisz e la Colman. Certamente gran parte del merito è del regista che le ha dirette benissimo e dei personaggi che sono stati scritti in modo incredibile. Possiamo amare o odiare delle attrici, ma di fronte a prove del genere non c'è da far altro che applaudire....e, come dicevo, sarebbe sicuramente meglio vederlo in originale. Fosse per me sicuramente, ma ha dei rivali molto tosti. Non è così facile.
  9. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Sì, ricordo che ne avevi parlato. E' lo stesso regista...però è un film differente rispetto ai suoi precedenti e a The Lobster. E' diversa l'ambientazione, è diverso anche il tono...c'è molto humor, in parte anche sullo stile Monty Python. Infatti lo stesso perfX aveva detestato come te The Lobster, ma questo l'ha apprezzato di più e come diceva anche Alessandro, è una reazione che hanno avuto in molti. Sicuramente non aspettarti un film in costume vestito da commedia tradizionale, quello no Però tende molto alla commedia, all'ironia, al grottesco...quindi secondo me può provare a guardarlo anche chi ha odiato i film precedenti.
  10. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    La favorita secondo me è uno di quei film, come dicevo con Juve stile di vita, che ti cresce e ti si modifica dentro...è una creatura viva che non si tramuta in un'impressione stabile e definita una volta usciti dal cinema. E' vero che la sceneggiatura era stata scritta precedentemente e non è accreditata a Lanthimos, ma comunque delle correzioni le ha fatte sicuramente, anche perché si nota il suo stile anche in certi argomenti e dettagli ricorrenti. Parto dalla sensazione provata all'uscita dal cinema, perché ero sorpreso, incantato ma anche perplesso...mi sono sentito "incompleto". Perché Lanthimos è un regista che trae moltissimo della sua poetica dal surrealismo, è un surrealista moderno. Nel caso di La favorita secondo me con la costruzione che il film ha nella prima metà abbondante, Lanthimos va a organizzare un sottotesto che però non viene sviluppato nella parte finale, almeno secondo me. Un significato supposto, dei riferimenti sottaciuti che non ho percepito. Come ho letto in un articolo che rispecchia per me benissimo la sensazione, Lanthimos organizza perfettamente una prima parte densa per poi lasciar andare l'auto con il pilota automatico, non andando a completare il tutto. Sì, i giochi di potere, i legami, l'amore...ma questi concetti vengono preparati per un substrato che secondo me manca o che non ho colto io. Questa sensazione mi ha angosciato per le ore seguenti alla visione, tant'è che la sera dopo sono tornato a vederlo sperando nell'illuminazione...che non è avvenuta, anche se un po' di fastidio mi è passato, gustandomi una seconda volta la messa in scena che è un qualcosa di pazzesco e non avendo più l'attenzione ai passaggi della storia. E' un film che per messa in scena davvero ha pochissimi eguali nel cinema contemporaneo. Ad esempio per la cura scenografica ma anche proprio per l'organizzazione e l'uso della spazialità, per la ricercatezza nei dettagli, nei costumi. Ma uno degli aspetti più evidenti è la prova mostruosa delle 3 attrici, anche se purtroppo non l'ho visto in lingua originale. Una triplice prova attoriale che è quasi impossibile da vedere, mostruose. Persino Emma Stone che in genere non sopporto ha una gamma di espressioni pazzesca ed è "viva", "presente fisicamente", integrata. Sono dirette in modo perfetto ma sono anche i loro personaggi ad essere scritti benissimo. Sono personaggi che hanno una mutevolezza incredibile, di una fluidità straordinaria...lo spettatore durante il film finisce per amare e odiare tutte e tre i personaggi a fase alterne, tutte e tre. E la seconda volta che ho visto il film, quando è iniziato e ho rivisto i personaggi mi sono accorto che mi mancavano. Ma pure i personaggi secondari sono indelebili. Per l'aspetto filmico Lanthimos riprende la caratteristica che aveva già utilizzato in Il sacrificio del cervo sacro, ovvero queste inquadrature con grandangolo estremo, qui ancor di più...ho letto il tipo di obiettivo usato ed in un film non sperimentale non è mai stato utilizzato. Sono inquadrature che pongono lo spettatore al di fuori dell'universo narrativo, quasi come se osservassimo i fatti dal di fuori di una bolla o attraverso una di quelle telecamere di sorveglianza. In più c'è un uso costante delle inquadrature dal basso, alla Welles...anche in questo caso estremizzate. Queste scelte visive sono chiaramente per "demolire", per "storcere", per deformare il mondo e il contesto mostrato. Sta qui appunto il lato grottesco, surreale del suo cinema...che in questo film emerge ancor più. Bellissima anche la fotografia e che credo sia utilizzata quasi totalmente la luce naturale anche nelle scene più buie...si crea un magnifico contrasto tra la luce calda, arancione delle candele e la luce fredda degli esterni, in alcune scene vengono mostrate in contemporanea. Così come questo contrasto di colori si manifesta anche nelle scene in esterni in cui il rosso-arancione del fuoco si oppone al blu del crepuscolo. Sceneggiatura molto straniante, ironica, grottesca...anche se la trovo incompleta per quell'aspetto di cui ho parlato inizialmente. Quella sensazione in parte ce l'ho ancora, ma è la prova in un grandissimo film, un film a cui pensi e ripensi, che non ti esce dalla testa anche per un senso di "incompletezza", di mancanza. Questo è un film di cui si può parlare ininterrottamente per ore e ore, delle caratteristiche dei personaggi, delle loro evoluzioni, degli eventi che le circondano, del ruolo degli animali, della scena finale, della composizione delle inquadrature, dell'universo ricreato, della concezione del potere mostrato, del tema della sessualità più "animale" che emerge (come sempre nel cinema di Lanthimos), di tutti i personaggi secondari, dei rimandi possibili a Ferreri, Greenaway, Welles, Kubrick, della colonna sonora di cui non ho parlato (perfetto e martellante il brano con due sole note) eccetera eccetera. E non è un fattore comune a molti film. Non so se è il mio film preferito di questa stagione, ma è sicuramente quello che in me è più vivo, insieme forse a Cold War.
  11. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Ma sono in tanti anche ad aver apprezzato tutti i suoi lavori o comunque ad apprezzare l'autore in generale. Io per esempio trovo La favorita un grandissimo film e non posso non apprezzare anche i precedenti The Lobster e Il sacrificio del cervo sacro...soprattutto il secondo che secondo me è una delle opere più interessanti dello scorso anno. Ho avuto anche qualche perplessità un po' su tutti, in alcuni casi di più e in altri di meno, ma generalmente non posso non apprezzare un autore del cinema contemporaneo con questa visione, con questo stile, con questa audacia autoriale, che tiene in vita anche diversi lati del cinema del passato e in particolare del surrealismo. Queste per me sono persone necessarie.
  12. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Sì, quello lo avevo letto anche io...ne parlai infatti quando commentai il film. Ma la gente di fronte a film così si spaventa, si annoia, si arrabbia pure, quello è risaputo. Quando si vede un film non frenetico, "lento", con belle immagini e non di immediata fruizione allora si definisce freddo, noioso, distaccato o ancora presuntuoso, pretenzioso. Poi a volte lo possono essere sul serio, non è che possono essere tutti capolavori, ma insomma... Ed è un po' preoccupante, onestamente, perché ci si dimentica che cosa è essenzialmente il cinema, ci si dimentica la forza e la bellezza dell'immagine. Poi chiaramente, torno a dire, un film può non piacere, è palese...ci sono tanti casi di capolavori del cinema che a me per esempio non hanno entusiasmato o emozionato. Ma non vado a definirli in tal modo, riconosco semplicemente il valore e dico che preferisco altri, o altrimenti sottolineo qualche aspetto strutturale che non ho gradito pienamente o sul quale ho dei dubbi. In genere, comunque, quando un film dalla gente viene definito così, al 95% è un gran film.
  13. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Pure di più...se uno pensa alle opere più belle del nuovo secolo un posto per questo film lo trova abbastanza tranquillamente. Ma i numeri, le liste, le classifiche lasciano il tempo che trovano, sono più un gioco. Anche io ho sparato una cifra a caso che vuol dire poco. 2, 5, 7 anni non vuol dire nulla...è per rendere l'idea che questo film è un'opera di cinema puro, del più alto livello. Al pari di tanti film che pensando al cinema del passato non possono non venire in mente. Poi chiaramente non è detto che debba piacere per forza, può anche non piacere, ovviamente...dipende anche da quello che uno ricerca.
  14. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Ma non solo qui, credo un po' ovunque. Tra i film più belli degli ultimi 5 anni...ma minimo minimo.
  15. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Chiaramente ci sta, è una tipologia di film che può dividere nettamente...sono film abbastanza estremi nel porsi, quindi è facile che o piaccia molto o piaccia poco. Poi è anche vero che una visione, soprattutto per film del genere, non è assolutamente utile, né in caso di opinione positiva né in caso di opinione negativa. Andrebbero quantomeno rivisti una seconda volta, ma già con tutte le visioni che ci sono da fare è difficile mantenere un ritmo, figuriamoci poi se dovessimo riguardarli anche due volte ciascuno Bresson altro grande autore. Io di suo ho visto solo Au hasard Balthazar e Pickpocket, ma troppo tempo fa...sul secondo non sono nemmeno sicuro. Tra poco spero di riprendere delle visioni più sistematiche, di riprendere qualche autore. Tra un impegno e l'altro è da novembre che sto guardando film sparsi. Tra parentesi, pochi giorni fa ho visto "Talk Radio" di Stone. Credo sia uno tra i suoi meno conosciuti, non lo avevo nemmeno sentito nominare. Bellissimo, lo consiglio a chi non lo ha visto. Magari poi ne parlo.
  16. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Sì, lo vidi due volte tra anteprima e uscita al cinema e l'ho rivisto anche a novembre scorso, anche se non in condizioni ottimali visto che ero in aereo Comunque chiaramente anche a me piace di più, ma è anche normale. Dopo più visioni, parlando poi di un regista che apprezzo e apprezziamo in particolare, cresce anche l'affetto ed entra maggiormente nel cuore. Continuo a trovare il suo cinema del passato più caloroso, più "accogliente", più intimo. Poi ci sta che possa essere una sensazione preconcetta ma spesso nel cinema autoriale è un passaggio ricorrente e comune. Su La favorita concordo in pieno...fa parte di quei film che non si esaurisce dopo la visione ma che continua a crescerti e modificartisi dentro. Io quando l'ho visto uscii dal cinema stranito...estasiato ma anche un po' "incompleto", con qualcosa che non mi tornava molto. Tant'è che la sera dopo sono tornato a vederlo. Se ne scriverai qui magari se ne parla. Tra l'altro ho letto anche il tuo articolo in merito
  17. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Io ad esempio su Tramonto e Il figlio di Saul la penso praticamente al contrario. Ne parlai anche qui, Il figlio di Saul l'ho apprezzato ma dopo un po' l'ho trovato ripetitivo nel suo svolgimento. Inizialmente scioccante, ma appunto secondo me nel suo ripetersi perde forza, anche grazie alla tecnica filmica e alla narrazione che non da altri appigli, non da altri sfoghi o punti di uscita. Tramonto l'ho trovato magnifico. La cifra stilistica si mantiene ma in modo più variegato, già solo per la varietà di ambienti e di situazioni che visitiamo tramite la protagonista. A me ha comunicato un forte senso di angoscia e di straniamento, continuo e crescente fino al finale che ho trovato di una bellezza rara. Non c'è solo il declino dell'Impero austro-ungharico, c'è anche la metafora del declino della democrazia, dell'umanità, dell'affiorare della follia, della tremenda brutalità, un risveglio dell'Oscurità che ha caratterizzato il Novecento (con le due guerre e non solo) e in generale, a fasi alterne, l'intera storia dell'umanità...che è insita nell'Uomo. E qual'è il senso di quella follia e quella brutalità spaventosa? Nessuno, non c'è minimamente senso. La protagonista si barcamena a destra e a sinistra cercando di capire, cercando di comprendere, cercando i motivi...ma non ci sono. Sballottata tra un Impero decadente e un Male crescente. Come dissi, mi sembra, è un film che mi ha ricordato concettualmente Mother! per quella crescente sensazione di angoscia, di caos, di oscurità, quel forte impulso metaforico e quel seguire incessantemente una protagonista in continuo movimento e travolta dagli eventi, in quello che dovrebbe essere il suo spazio. Tra l'altro avrei voglia di rivederlo fortemente. Il paragone con Malick per me è tra i migliori complimenti possibili, comunque Fassbinder attendo ancora di iniziare a scoprirlo...prima o poi ci riuscirò. Io i trailer cerco di non guardarli mai, non so come possa risultare questo film dal trailer, onestamente. Comunque il mio entusiasmo è dovuto soprattutto alla contestualizzazione del film. Se non fosse una produzione italiana lo avrei giudicato sufficiente o al massimo buono, perché comunque ha dei difetti. Ma è anche ovvio, perché da noi un cinema del genere non esiste nemmeno lontanamente, non c'è proprio la base. Quindi quantomeno è un lavoro rivoluzionario, davvero un mezzo miracolo. Ripeto, vedere un film con questo coraggio e audacia produttiva e visiva lo ritengo mirabile e quasi commovente. E' un film che cita Il signore degli anelli, ma ha anche dei rimandi a Valhalla Rising di Refn, ha una scelta linguistica simile a quella di Apocalypto. Ma questo è un cinema lontano anni luce dal nostro, siamo assolutamente zero per produzioni del genere e per intenti e velleità filmiche di questo tipo. Ne Il primo re gli ingredienti ci sono, la mentalità c'è, l'audacia c'è...e secondo me ci sono anche dei risultati buoni. E' già qualcosa, è già davvero tanto. Come dicevo anche nell'altro messaggio, Rovere l'ho sentito in una lunga intervista...non ho visto niente del suo cinema precedente, ma le idee ce le ha buone. Ha le giuste consapevolezze, le giuste concezioni e la giusta mentalità. P.S. La favorita se puoi recuperalo, assolutamente.
  18. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Ho ascoltato un'interessantissima intervista al regista e si vede che è un ragazzo con idee di cinema interessanti, idee anche internazionali, oltre quelli che sono i limiti grossi italiani. Ha parlato anche più o meno di quello che hai scritto, dicendo che questo è un periodo in cui si ottengono più facilmente soldi per vari progetti. Il suo è costato 9 milioni ed in altri periodi è difficile anche farsi approvare un progetto da 2 milioni. Ma ha detto che è una finestra che per lui durerà poco, ecco perché ne ha approfittato per realizzare questo film che aveva in cantiere da parecchio tempo. Io, tra parentesi, avrei già quasi voglia di riguardarlo. C'è davvero un ottimo lavoro di sceneggiatura e nelle interpretazioni. Bravissimo Viggo e a me è piaciuto molto anche Ali. E' davvero scritto bene, oltre ai dialoghi, perché si mantiene in ottimo equilibrio...avrebbe potuto facilmente cadere in banalità accentuate, in retorica o in momenti di facile sentimentalismo. Ma invece non lo fa e c'è un ottimo equilibrio tra dramma e commedia. Anche se comunque filmicamente è molto classico. E pensare che Farrelly viene dalla commedia più demenziale immaginabile. Sia lui che Adam McKay hanno fatto un bel balzo. Personalmente, in generale, questo 2019 è iniziato in maniera molto interessante.
  19. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Tra un po' di giorni, quando sarò un po' più libero, magari parlerò di qualche ultima visione...ma due parole rapide rapide per Il primo re le voglio spendere. Perché vedere un film italiano così coraggioso (recitato interamente in latino, tra l'altro), così audace anche visivamente, così attento al dettaglio costruttivo, così "sporco", "vivo", con persino un inserimento di avventura e accenno fantasy in un film storico e anche con una recitazione così tutto sommato buona...mi ha fatto venire quasi i brividi. Nelle prime scene quasi non ci credevo. Non è un film perfetto, ci mancherebbe...c'è una spettacolarizzazione eccessiva in alcune scene, qualche inquadratura a casaccio, qualche passaggio narrativo affrettato e stereotipato, qualche momento nelle scene di combattimento in cui risolvono problemi di passaggi con un montaggio affrettato ed affannato. Un po' si sono fatti prendere anche la mano dalla situazione, diciamo. Ma è una grande, grande produzione. E' un grande tentativo di cinema, anche riuscito. Un cinema che tenta di scrollarsi di dosso gran parte dei limiti anche macchiettistici della cinematografia italiana attuale. E spero che possa andare a cambiare un po' la situazione, sia come genere affrontato che come tipologia di cinema.
  20. Rhyme

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  21. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Sì, ho visto. Cast davvero pazzesco...e pensare che molti di loro sicuramente avranno parti piccolissime, come già accaduto in altri suoi film per altri grandi attori. Il fascino che esercita Wes in questo momento non ha pari Su Chalamet la penso come te. Tra l'altro spulciando proprio ora su IMDB ho visto che è segnata un'altra sua sceneggiatura in pre-produzione Con voci su Johnny Depp come protagonista. Non mi sembra di aver mai letto niente in merito, non so che roba sia.
  22. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Mi è tornato in mente questo tuo messaggio perché casualmente in questo periodo sto studiando per un esame e uno degli argomenti è un gruppo di animatori indipendenti italiani tra cui c'è probabilmente l'animatrice che hai incontrato e soprattutto Simone Massi, che è il responsabile dell'animazione di questo documentario. A questo punto dovrò cercare di recuperarlo, anche se non so se uscirà in dvd o in tv. Comunque ero totalmente ignorante sull'animazione indipendente italiana, anche perché in Italia trova pochissimi sbocchi ed è praticamente sconosciuta. Ma mi si è aperto un mondo fantastico, di puro senso artigianale, artistico, umano, puro...c'è più arte in uno solo di quei brevi cortometraggi di tutto quello che si vede oggi in Italia intera. Sono autori degni del miglior cinema italiano del secolo scorso. Spero che i problemi personali possano risolversi e spero anche io di rivederti qui a scrivere regolarmente, anche perché le chiacchierate che si facevano qui tra tutti mi mancano Grazie per l'interessante video, appena ho tempo lo guardo.
  23. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Un po' di tempo l'ho trovato, sennò ci perdo davvero la testa Molto brevemente, nell'ultimo periodo mi è capitato di vedere per la prima volta capolavori come "Tempi moderni" o il meraviglioso "The Elephant Man". O anche film come "Batman" e "Batman - Il ritorno" di Tim Burton...questi li ho visti sia per curiosità, visto che non li avevo ancora visti e che apprezzo Tim Burton, sia perché sono legati a concetti sul cinema e le arti, soprattutto la pittura, temi che sto studiando, ed effettivamente da quel punto di vista sono parecchio interessanti. Ma questi li conoscete già e non ho la concetrazione sufficiente per parlarne Ieri sera invece ho visto al cinema "Old Man & the Gun" di David Lowery, l'ultimo film con Robert Redford. E' un film a cui non davo due lire, poi ho letto che era di David Lowery e mi sono incuriosito maggiormente, visto che è l'autore di quella piccola/grande (/grandissima) meraviglia che è "A ghost story" del 2017. Così sono andato a vederlo. Il film, ambientato negli anni '80, narra la semplice storia di una banda di tre rapinatori settantenni e del poliziotto che da loro la caccia...storia vera. Classico tipo di racconto visto molte volte ma con taglio e sfumature non banali. E' improntato soprattutto sul maggior rapinatore, Redford, con anni e anni di rapine alle spalle; rapinatore galantuomo che incontra e si innamora di una donna (Sissy Spacek). E' un film molto dolce, malinconico, tenero, ironico, di un'ironia sottile, un'ironia sulla vecchiaia ma anche sulla natura dei personaggi e sulla natura del racconto stessa. Ha una natura metacinematografica perché non solo fa riferimento al passato di Robert Redford (con fotografie e vecchi ruoli da lui interpretati) ma è come se facesse riferimento anche al cinema del passato, ad un determinato genere, ad una determinata tipologia di personaggio che invecchia inesorabilmente ma che si mantiene impressa, si mantiene "col sorriso", continua a replicarsi in attesa della fine che può giungere oppure no. E in questo scenario, fantasticando parecchio, è come se il detective fosse un cinema più contemporaneo, un cinema che si sente vecchio già a quarant'anni, un cinema stanco, svogliato e che si trascina dietro l'eroe di altri tempi molto più anziano ma che si diverte, che si entusiasma. Posso anche aver esagerato, ma i personaggi mi sono piaciuti moltissimo e mi hanno stimolato molte riflessioni. La regia e il montaggio procedono sempre puntuali, è come se seguissero uno spartito e in alcune scene la loro organizzazione e struttura segue sul serio la colonna sonora. Mi ha colpito moltissimo, si raggiunge quasi un lirismo, un'attenzione artistica da direttore d'orchestra. Lowery usa molti primissimi piani, sfociando quasi nel dettaglio, per definire al meglio i personaggi, per cogliere non solo i loro volti e i loro sguardi ma anche ciò che c'è dietro. Sono presenti anche un paio di scelte di fotografia interessanti e generalmente viene usata l'immagine "sgranata" per conferire l'idea del passato. Molto bella la colonna sonora con composizioni e musiche jazz, smooth jazz, blues, ritmiche. E' presente anche una citazione di "Carrie, lo sguardo di Satana", con il volto di Sissy Spacek che viene illuminato di rosso dai fari della macchina. L'unico difetto è nel finale che ho trovato eccessivamente spezzettato, con l'illusione di un succedersi di 3-4 finali. Complessivamente è un film semplice, niente di clamoroso, dalla trama già vista ma realizzato molto bene e con un taglio singolare, un film che mi è entrato nel cuore. Spero che David Lowery possa emergere perché se lo merita sul serio. Eh, io avevo avvertito
  24. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    In questi giorni ho poco tempo per parlare di nuove visioni e anche per le visioni stesse. Consiglio solo, velocemente, di non andare a vedere "Maria regina di Scozia"...e non è solo un consiglio, è più un avvertimento, diciamo.
  25. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Personalmente non prendo molto in considerazione quei ruoli perché ritengo quei film poco più che mediocri...e si ripercuote sia in senso generico che nel suo personaggio nello specifico. Ma al di là del giudizio sul film in sè, ritengo più opportuno prendere in considerazione una tipologia differente di film per valutare la caratura di un attore...sia come canoni espressivi che come finalità filmica. Poi certo, anche lì lui personalmente non ha sfigurato (soprattutto nel secondo, esatto) e senza dubbio sono tutte esperienze che lo hanno formato e aiutato a migliorare.
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