Concordo con quasi tutto ciò che argomenti, premettendo che avrei dovuto specificare che questi difetti ricorrenti non li imputo a Tudor, ma li vedo dal dopo Sarri (sono indeciso se includere l'annata di Pirlo, perché in quel caso mi sembra ci fossero problemi aggiuntivi, di usura della rosa e di impostazione troppo scolastica).
L'unico punto sul quale ho una leggera divergenza è il discorso sui moduli, ma non per ciò che scrivi tu, visto che un compromesso è sempre necessario, tra le idee del tecnico e gli uomini a disposizione. Anche lì forse avrei dovuto alargare il focus, più che ai moduli con i loro numeretti (semicit.) all'occupazione degli spazi e dei mezzi spazi più congeniali sia ai giocatori individualmente che alla squadra in quanto organismo complesso.
Dopo il lockdown ho sentito la necessità di allontanarmi da Barcellona città per spazi più ampi e in un contesto di vita più rilassato e a contatto con la natura. Però nei 6 anni passati nella capitale locale, se, per risparmiarvi enormi OT e cattivi pensieri, ci vogliamo fermare al fútbol e omettere altre attività fisiche dove è evidente la scuola di gioco posizionale, tutte le scuole calcio e le squadre minori giocano con un 433 posizionale codificato in cui la palla viaggia molto velocemente, e tutti i ragazzi già dai primi livelli in cui si insegna tattica conoscono i medesimi principi, direi per lo meno dagli under 11 fino alla nazionale. Poi ci sono gli argentini, che sono una comunità enorme a Barcellona, e con i quali sconsiglio di fare la classica partita tra amici e colleghi, che sia a 5, 7 o 11, perché il loro principio di gioco è palla o gamba, con una netta preferenza per quest'ultima, vestendo però tutti la maglia numero 10 di Messi, creando una frattura non solo possibilmente nelle tibie e peroni degli avversari, ma anche nello spazio tempo del nostro sport preferito.