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Kyary Pamyu Pamyu

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  1. In che senso "razza ed etnia"? Sul periodo storico, ho capito: stai paragonando un presente reale ad un futuro idealizzato, e per questo lo vivi con pessimismo. Forse è il caso di guardarsi indietro e ricordarsi che ogni salto all'indietro nel tempo equivale a diritti tolti ad omosessuali, donne, religiosi, etnie, classi sociali.
  2. Credo tu abbia capito ben poco di quanto ho scritto. Hai partorito una lettura dei miei commenti a dir poco orripilante. 1. Non ho mai scritto che un nero deve diventare un campione per andare oltre gli insulti, bensì che un campione come Vinicius ha tutti gli strumenti per guardare il razzista dall'alto come hanno fatto innumerevoli campioni prima di lui. 2. Ovviamente lo stesso vale per ogni individuo che vuole avere un riscatto sociale. Vale per Vinicius come per me stesso. Si può piangere di fronte alle ingiustizie o rimboccarsi le maniche e convertire le energie negative in motivazione. 3. Quando scrivo che in campo e fuori è "normale" colpire dove fa più male, ripeto, è una constatazione, non il Manuale delle Giovani Marmotte. 4. La "mia strana teoria" non è né strana né mia. Sono dinamiche arcinote a psicologi evoluzionisti, psichiatri ed educatori di mezzo mondo: dallo stoicismo a Paul Stolz, dalla terapia cognitivo-comportamentale (Beck, Ellis, Meichenbaum) alla crescita post traumatica (Tedeschi, Calhoun). 5. Mai asserito il contrario di quanto scrivi sull'insulto razzista o sulle conseguenze legali. 6. Mai ho ridotto, ridimensionato, omologato tali atteggiamenti razzisti. 7. L'accento su "perché" è acuto.
  3. Se la "cultura occidentale che ha sempre meno valori umani in generale" non posso fare a meno di chiederti in quale periodo storico e zona geografica vorresti augurarti di rinascere.
  4. Ho tirato in ballo Alì, Bryant, Williams, Tyson... c'era bisogno di specificare cosa intendevo quando confrontavo questi personaggi a Balotelli? Siamo così distanti che non possiamo dialogare. Parliamo due lingue diverse. Grazie comunque.
  5. Ok. "Rispetto razziale"? Perché non conosco altri modi per approcciare la vita uscendone vincente. Ma credo di aver capito dov'è il fraintendimento di fondo: tu credi io stia parlando a una razza specifica. Io sto parlando sì a una razza: quella umana. Non ne faccio una questione di "rispetto razziale". Tu hai giudicato razzista un commento che descriveva note dinamiche da campetto, portandomi a pensare che tu censureresti anche il solo discuterne.
  6. Quello che tu definisci "cinico" oggi era la normalità fino all'altro ieri, quando si chiedeva all'uomo di non piangere ma reagire con forza e determinazione. Oggi in Occidente è considerata "mascolinità tossica", e va bene così.
  7. La mia osservazione sul non reagire alle provocazioni del bullo, che si tratti di razzismo od altro, è figlia di esperienze personali e studio della storia passata e recente, sportiva e non. I più grandi atleti di colore della storia hanno sconfitto il razzismo sul campo, guardando il bullo dall'alto verso il basso. Ho parlato di strategie che funzionano ed altre che NON funzionano, per quanto controintuitivo possa sembrare. Stai continuando a confondere la mia osservazione della realtà a una sorta di manuale del giovane razzista. Facciamo finta che non hai capito: quando scrivo che si insulta per ferire non lo faccio per invitare il forum ad odiare il prossimo, ma per sottolineare un comportamento noto a tutti. Ripeto: chi insulta non guarda molto allo stile e alla forma. Hai fatto due-tre belle piroette per darmi del razzista.
  8. Sto descrivendo un comportamento noto a tutti e lo stai rivoltando come se lo avessi personalmente sponsorizzato come atteggiamento da adottare, dandomi di conseguenza del razzista. Questo stai facendo.
  9. Hai appena paragonato la mia preferenza verso Muhammad Ali e Kobe Bryant rispetto a Mario Balotelli e Vicinius Jr alla selezione della razza nazista. Cinico è un eufemismo.
  10. In sintesi stai asserendo che i miei commenti sono razzisti perché ho descritto come ognuno di noi viene attaccato per il suo punto debole?
  11. Bel volo pindarico. In tre pagine siamo passati dalla filosofia di Morgan Freeman alla legge di Godwin con invidiabile nonchalance.
  12. Ti ho invitato a virgolettare il mio commento razzista e mi rispondi con una parafrasi fantasiosa di quanto ho scritto.
  13. Ok, prendi un mio virgolettato e spiega perché è razzista. È un'accusa piuttosto grave.
  14. 1. Non ho neanche lontanamente insinuato che un nero deve essere una star per ottenere rispetto. 2. Ho letto l'intero topic e nessuno ha insinuato che una donna deve essere amata (?) per non essere insultata (?). 3. Gli insulti si usano per innervosire gli avversari, esattamente. L'obiettivo è generare nervosismo e isteria. 4. La "mia teoria" (resistere alle provocazioni dell'avversario?) non è mia, ma psicologia evoluzionista base. 5. Mi accusi di razzismo. Puoi anche evitare di articolare il resto, ma una spiegazione a questo credo sia dovuta.
  15. Io non vivo nessuna "condizione da gaijin". È un gioco al quale ho deciso di non partecipare fin da subito, è questo il punto. Ringrazio di essere nato in questo periodo storico ed avere opportunità e diritti in abbondanza.
  16. Che poi, anche qua, quando una società è razzista non lo è a piacimento. Non bisogna andare troppo indietro nel tempo per quando gli atleti di colore venivano discriminati in toto. Mi torna in mente quando dieci anni fa Balotelli mostrò la maglia "Why Always Me?". Oggi, forse, abbiamo la risposta.
  17. Io sono europeo bianco in Giappone da quasi vent'anni. C'è chi nella mia situazione piange perché non vogliono sedersi vicino al lui/lei in metropolitana, perché ti guardano con un occhio diverso, perché non è altrettanto semplice ottenere un mutuo, ecc. ecc. C'è chi ha lasciato la scuola, il lavoro, il paese per questo. Posso piangere e disperarmi per tutte le volte che mi hanno trattato "diversamente" o drizzare la schiena, ringraziare d'essere vivo, in salute, di avere gli stessi diritti degli altri. Il professionismo non è faccenda per chi non regge le critiche e gli insulti. Ed, ahimè, non vale solo per i neri e per il calcio. Poi, oh, se volete insegnare ai vostri figli e alle future generazioni che quando vengono criticati, insultati, aiuta piangere, fate pure. Non è questo il messaggio che sto passando a mia figlia. I miei modelli si chiamano Muhammad Ali e Kobe Bryant, non Mario Balotelli e Vicinius Jr.
  18. Come ho scritto in precedenza, trovo assurdo che si possa incriminare qualcuno in assenza di prove. Qua mi avete educato spiegandomi che nella giustizia sportiva le cose funzionano diversamente, e mi fido nonostante le perplessità. Sono positivo per questa sentenza perché avrebbe creato un precedente troppo pericoloso: un avversario può potenzialmente toglierti un giocatore decisivo accusandolo di aver rivolto un insulto razzista, e non mi pare una bella situazione. Detto ciò, le regole devono essere ovviamente le stesse per tutti.
  19. Posso generalizzare perché il cambio generazionale è netto. Siamo passati da epoche nelle quali si chiedeva espressamente all'uomo (essere umano) di non piangere in pubblico o di non piangere-punto, a un'epoca che ne fa uno strumento per guadagnare solidarietà. Come accennava @Slowpoke Sama, questo è figlio della società più sicura e ovattata che abbiamo creato negli ultimi decenni. Sostanzialmente tempi duri, uomini duri, tempi morbidi, uomini morbidi. La storia ci insegna di cicli e ricicli, imperi costruiti e poi crollati.
  20. Siamo in un forum di calcio e facciamo finta di essere cresciuti in una sorta famiglia reale che ignora le dinamiche del popolo. Che poi, anche lì, lasciamo stare... Ti immagino incitare la squadra in curva durante un Juve-Inter o Juve-Napoli a suon di "forza ragazzi, dateci dentro!", "viva la Juve!" e tanti "perbacco!", "acciderbolina!" quando gli avversari hanno la meglio. E quando senti uno "*", "cornuto", "fro*io", ti scandalizzi e cerchi di rimediare educando i razzisti, sessisti, omofobi allo stadio: "Ma ragazzi, vi sembra il caso di lanciare epiteti così sconci ed irrispettosi?". Stiamo discutendo con l'ospite napoletano: sai quanti insulti ho mandato a Napoli e i napoletani durante le partite? Mi giudicassi in quei frangenti sarei realisticamente un razzista. La realtà è che adoro la città, la sua cultura, ciò che rappresenta. Il contesto è fondamentale. Esiste un me padre di famiglia in gita a Napoli, un me al pub con gli amici e un me che a quel gol al volo di Pogba si è guadagnato l'accesso all'inferno.
  21. A 23 anni dovresti avere tutti gli strumenti per gestire una situazione del genere. Sono lezioni di vita che ti passa tuo padre, tua madre o, in assenza di essi, i nonni, gli zii, i procuratori, gli allenatori, i compagni di squadra. Insomma, a un certo punto, come dissi a mia figlia quando tornò piangendo dall'asilo, qualcuno ti insegna che "se non vuoi sentirti più dare della 'nana' da Pincopallino, non dargli soddisfazione; sii forte, non piangere. Tienitelo dentro, resisti, e vedrai che si stuferà". Così fu. Se ci riuscì mia figlia a quattro anni sono sicuro che anche Vinicius può farcela. Ho 38 anni e non ricordo personaggi di spicco, prima di Naomi Osaka, Rashford e Vinicius, piangere per questioni simili. O il razzismo ha raggiunto livelli intollerabili, mai visti nella storia, o stiamo crescendo una generazione debole.
  22. Per risponderti nel merito, "razzismo" ha una definizione ben precisa che, ho come la sensazione, molti ignorano: "Concezione fondata sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. È alla base di una prassi politica volta, con discriminazioni e persecuzioni, a garantire la 'purezza' e il predominio della 'razza superiore'.". Il razzista non è razzista a targhe alterne: i nazisti dividevano i "signori nessuno" ebrei da quelli "valorosi". Un ebreo era inferiore per definizione, tolte note e rarissime eccezioni. Se odi Seedorf perché gioca nel Milan, ma osanni Davids perché è bianconero c'è qualcosa che non funziona nel tuo razzismo (per fortuna, aggiungerei), ed è per questo che lo paragono, nelle intenzioni, a un qualsiasi altro becero insulto gratuito. Così come se dai del "ne*ro" a un rider, ma hai il poster di Tyson in cameretta. La realtà, lo sappiamo tutti, è che il nero si prende l'epiteto razzista, il grasso si prende il "ciccione", il basso è un "nano", ecc. Ognuno ha il suo insulto: incassi in silenzio, spalle larghe, il bullo si annoia e trova un'altra vittima.
  23. In precedenza ne ho fatto una questione generazionale perché abbiamo preso una deriva vittimista che sta indebolendo l'intero tessuto sociale. Ho pochi dubbi sul fatto che le lacrime di Vinicius, come quelle di Naomi Osaka, siano sincere: personalmente il mio problema è proprio quello, ovvero che un atleta con tutte le carte in regola per mostrarsi più forte di un * in curva sud si mette a piagnucolare davanti alle telecamere invece di "mostrare i muscoli".
  24. Fammi capire, tu hai letto il mio commento ed hai interpretato quanto hai appena scritto?
  25. Non è una questione di bravo o cattivo, ma di efficacia nella reazione. A 23 anni sei grande abbastanza da reggere una situazione del genere. La prova sta nel fatto che prima di Vinicius abbiamo avuto qualche migliaio di atleti neri al suo livello che hanno subito ben peggio ed hanno sconfitto il razzismo a suon di gol, canestri, titoli. Gente che gode del rispetto di tutti: mai sentito una singola persona sottovalutare Pelè, Tyson, Bryant, Jordan perché neri. A mio modestissimo parere il vecchio approccio funzionava, mentre l'attuale vittimismo, i pianti, le depressioni, l'inginocchiarsi no. Magari sbaglio.
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