stewie B e W

Saranno stati ciechi quelli che nel 2008 gli hanno dato il premio di miglior difensore della Serie A evidentemente.

Bisogna che in Italia si inverta la tendenza invece, perché si è completamente perso di vista lo scopo dei settori giovanili che non è quello di alzare trofei. Siamo zeppi di allenatori nelle giovanili che sono convinti di poter diventare dei novelli santoni chiamando gli schemi sugli angoli ai bambini di 10 anni: il problema è culturale, chi respira un po’ di calcio “dei piccoli” sa benissimo di cosa sto parlando.

Non so che dirvi, Chiellini a 23 anni è stato eletto miglior difensore della Serie A, con un europeo nel 2008 giocato a livelli stratosferici. Magari qualcuno ricorda male.

Come dove? In Serie A. Vabbè che su questo forum si è convinti che Chiellini sia diventato un grande difensore a 30 anni, con l’esperienza e la giusta maturazione. Siamo sempre lì: è un problema culturale.

Ma perché? Dove è scritto? Chiellini a 23 anni era gia il miglior giocatore di un campionato in cui giocavano fior di difensori. Fatico a comprendere questi assolutismi, è più forte di me.

Questo è un’altra cosa che ho sempre faticato a comprendere: la bontà del lavoro dei settori giovanili si giudica da quanti calciatori tirano fuori, non dai trofei vinti.

Certo che lo è, per chi lo vuol vedere e non va oltre al “cosa volete che sia, si va a periodi”. La patria europea dei fantasisti che non tira fuori un numero 10 come si deve da 30 anni.

Non mi pare di averlo mai scritto, a meno che tu non abbia sbagliato messaggio non stai rispondendo a me. In Italia c’è un problema di sistema, non è che è venuta male una generazione e basta, non tiriamo fuori un buon numero di calciatori qualitativamente di alto profilo da una vita: non siamo andati ai mondiali due volte consecutive, non giochiamo una partita a eliminazione diretta di una coppa del mondo da quasi 20 anni, l’unico acuto è stata la vittoria dell’europeo di tre anni fa. Poi, se c’è qualcuno come te che è convinto che in Italia non ci sia un problema che parte da coloro che occupano le poltrone importanti, attenti più a raccattare voti che a cercare di migliorare un movimento rimasto fermo per vent’anni allora alzo le mani, siamo su lunghezze d’onda diverse.

Questo purtroppo è uno di quei luoghi comuni che hanno contribuito a far arrivare l’Italia al punto in cui è ora. Senza scomodare Nesta, Cannavaro e Maldini, i vari Ferrara, Bergomi, Iuliano, Panucci (i primi che mi vengono in mente) sono stati buttati subito nella mischia. A furia di cercare (erroneamente) di essere quello che siamo sempre stati, abbiamo finito col rinnegare noi stessi.

Non è sicuramente da una competizione estiva per nazionali che si possono trarre conclusioni ma da quello che si vede nel corso delle stagioni: a me sembra ormai chiaro che Chiesa non sia diventato quello che si pensava potesse diventare. Colpa dell’infortunio? Anche, ma la valutazione va fatta ed è questa.

Non è mica la nazionale che deve buttare nella mischia i giocatori giovani, è un problema culturale che parte da un livello decisamente più basso. C’è qualcosa che non va a livello di sistema, è impossibile che in Italia non sappiamo più giocare a pallone su.

Vabbè è il solito discorso trito e ritrito purtroppo, siamo l’unica nazione rimasta in cui un calciatore a 23 anni viene ancora considerato giovane.

Non ne sono mica così convinto. L’avvicinamento alla partita è stato una continua ricerca di alibi.

Il problema di Chiesa è che alla sua età ha ancora gli stessi difetti che aveva a 20 anni. Non va bene, poi sarà stato anche complice l’infortunio ma questo è.

Dimarco sta giocando un europeo indecente: a costo di ripetermi, ribadisco che ho visto calciatori in nazionale massacrati per molto meno.

È incredibile come nessuno abbia avuto il coraggio di sottolineare come Di Marco sia stato indecente nelle prime due uscite. Ho visto giocatori in nazionale massacrati per molto meno.

Ma cosa si grida Adani. Insopportabile.

La fissa di lasciar giocare a tutti i costi lo porta a fare degli errori grossolani, con partite che molto spesso finiscono con l’incattivirsi. Mai piaciuti gli arbitri con le manie di protagonismo, i direttori di gara bravi per me sono sempre quelli “anonimi”.

Paese che vai, tifosi che trovi.

Era un bel problema alle interrogazioni, la barbabietola da zucchero e la costa frastagliata erano jolly che non ti potevi giocare.

Posto che ha tutto il diritto di rifiutare una destinazione, puntando magari a liberarsi a zero tra un anno per strappare anche eventualmente bonus alla firma e ingaggio più ricco (auguri), ora si prenderà le conseguenze della scelta fatta. Lecito da parte sua, legittimo da parte della società non puntarci più.

I giocatori bravi generano pressioni, attese e vengono gettati subito nella mischia, c’è poco da fare. Forza ragazzo, servono spalle larghe e testa a posto.

Una sola non perdono a Del Piero: l’aver cercato, negli ultimi anni della sua straordinaria carriera, di tenere la Juventus “ostaggio”. Per il resto, calciatore spaziale, professionista esemplare ed esempio di educazione, signorilità e correttezza. Una figura come lui in questo momento farebbe molto comodo.

Chiamarlo terzino è riduttivo: uomo ovunque e giocatore totale.

L’unica spiegazione che riesco a darmi è che il discorso con la Juve è già molto avanti, con i nostri che hanno già in mano il sì del giocatore e l’accordo totale. Altrimenti, non me lo spiego e mi sembra solo un assist all’Aston Villa per stanare le acquirenti della premier e appioppargli McKennie.