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Dale_Cooper

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  1. Ma il punto non è il mondiale. Nessuna squadra seria pianifica il futuro in base a quella competizione, ne aspetta l'esito per decidere l’allenatore, come se si trattasse di una finale di Champions. Se anche Tudor dovesse vincerlo ma poi decidesse di non voler restare, che si fa? Si improvvisa ad agosto? È giusto e doveroso che la società pianifichi ora il progetto tecnico, indipendentemente dal mondiale.
  2. È un tuo pensiero, come lo è il mio. Ti chiedo solo, con rispetto, di evitare di intervenire ogni singola volta solo per minimizzare quello che scrivo. Possiamo avere opinioni diverse senza che ogni risposta suoni come una lezioncina. Grazie.
  3. Perché non esiste che si scelga l'allenatore a giugno (o luglio) inoltrato in base al Mondiale per Club. Sarebbe l'apoteosi del dilettantismo. E poi, dai, è abbastanza evidente che non lo confermino: se davvero ci fosse anche solo una minima possibilità, lo avrebbero già confermato. Tudor lo ha capito benissimo, infatti sta solo chiedendo chiarezza.
  4. Onestamente credo che nessuno contesti alla società il diritto di scegliere l'allenatore che ritiene più adatto prima del Mondiale per Club... Il problema non è quando si sceglie, ma come si gestisce la comunicazione intorno alla scelta. Giuntoli e la Juventus stanno mandando segnali evidentemente molto confusi. Tudor, dal canto suo, è stato chiaro: non vuole andare al Mondiale da "traghettatore", senza sapere se ha o no un futuro. È una posizione più che comprensibile. E se già si sa (come si percepisce da settimane) che l'allenatore per la prossima stagione sarà un altro, allora Tudor ha ragione a parlare apertamente. Il punto è che, mediaticamente (e probabilmente internamente)), la situazione è gestita male. Giuntoli il 19 maggio dice "decideremo dopo il Mondiale", poi ieri ribadisce "Tudor sicuramente farà il Mondiale per Club. Siamo molto contenti del suo operato. La decisione? Dopo." La vera criticità è la mancanza di comunicazione chiara tra società e tesserati, che torna ancora una volta sotto i riflettori. Questo genera solo tensioni e incertezze, sia tra i tifosi che all’interno dello spogliatoio. Sarebbe bastato, da un lato, parlare apertamente con Tudor. E, sul piano mediatico, evitare dichiarazioni del tipo "faremo le valutazioni dopo il Mondiale per Club" quando in realtà l'allenatore per la prossima stagione è già stato scelto.
  5. Ma vendetta di cosa? Ma non si rende conto della GRAVITÀ di quello che sta dicendo? Ma roba da querela... Allora ogni volta che un giocatore in prestito sbaglia un passaggio, cosa facciamo? Apriamo un'inchiesta? Imbarazzante è vedere uno "stimato" giornalista mettersi a buttare fango su una squadra solo perché si chiama Juventus. Ma già che parliamo di imbarazzo, parliamo dello stadio del Torino? Parliamone. Torino-Roma, due gol del Venezia: lo stadio esulta come se avessero vinto la Champions. Due gol della Roma: altra mezza curva che esplode. Ma va bene così? Cioè, va bene che siamo ancora al campanilismo da anni ’20? Quello no, eh? Non è imbarazzante, quello è folklore e il bello del tifo? Ma per favore... Se c'è qualcosa che "grida vendetta", caro Zazza, è il tuo commento: offensivo verso il giocatore, verso la Juve, e verso l'intelligenza di chi guarda il calcio. Avanti così, che più parlate più ci fate capire quanto vi brucia perfino il quarto posto della Juventus. "Cioè non è che voglio essere tacciato di diffamazione"
  6. Grazie Igor, non era facile entrare in corsa e arrivare al quarto posto in queste situazioni. La dichiarazione sul Mondiale altra conferma di una società che comunica zero con i tesserati. Di bene in meglio.
  7. Berbatov che faceva parte dell'ultima Premier vinta dallo United.
  8. Però proprio quei casi mostrano quanto sia relativo parlare di "fallimento". Perché allora dovremmo portare che molte squadre scendevano in EL con 9 o 10 punti (che in altri gironi bastavano per qualificarsi) e vieni retrocesso in Europa League quasi per sfortuna. Non è necessariamente un flop, ma il riflesso di un gruppo tiratissimo, scontri diretti, differenza reti, ecc. Se invece vogliamo prendere Olympiacos e Juve potremmo dire che magari deludono in un contesto, ma trovano identità e continuità in un altro più congeniale alla loro situazione stagionale. Non è un paradosso, è proprio il senso delle coppe europee, imho... adattarsi, rilanciarsi, giocarsela. E alla fine, se alzi una coppa, vuol dire che qualcosa di buono l'hai fatto eccome anche se a novembre stavi con le pezze al sedere.
  9. Caso raro. Negli ultimi 15 anni, l'80% delle volte almeno una delle due finaliste in Europa League è stata una squadra che è scesa dalla Champions League.... E più della metà (circa il 53%) delle squadre che hanno vinto l'Europa League negli ultimi 15 anni erano proprio quelle che sono retrocesse dalla Champions. L'idea della EL (al posto della Coppa UEFA) era proprio quella di dare ancora di più una seconda chance a chi falliva ai gironi di Champions (anche per come erano strutturati i gironi, a volte ti trovavi terze a 10 o più punti ) Quindi non è vero che queste retrocessioni rovinavano la competizione o toglievano spettacolo.. Anzi, secondo me è proprio grazie a loro che l'Europa League resta(va) una coppa interessante e competitiva, con squadre di alto livello che altrimenti non ci sarebbero state. Stessa cosa per la Conference.
  10. Si è rotto il crociato se non erro
  11. Esattamente cosa ci si aspettava in questa partita tra la quart'ultima e quint'ultima di Premier? Stanno a meno di 40 punti entrambe, hanno fatto schifo tutta la stagione, devono solo dire un grazie enorme alle tre dietro che erano retrocesse già a gennaio... lo United poi deve la salvezza a quelle quattro/cinque sculate dopo il novantesimo altrimenti stavano penultimi.
  12. Mah, i primi mesi sì, ma da gennaio in poi un mezzo disastro, eh. Bergvall, Spence, ci metto pure Porro gli sono davanti, considerando tutta la stagione, imho. Che poi al massimo è una lotta al meno peggio.
  13. Grande allenatore eh, ma paradidietro di livello assoluto. Ora pure la rosa lunga gli pesa l'anima su Pep, dai, che gli acquisti da 70 milioni a gennaio non li voleva di certo il tuo vice...
  14. Figurati! No, quel club esiste ancora ma milita nelle serie minori francesi. Penso che addirittura esista ancora lo Stade Francais pure.
  15. Piccola correzione, Racing e Paris FC sono due club separati
  16. Magari quest'anno evitiamo di sostituire due terzi della squadra tra il 29 agosto e il 5 settembre, eh.
  17. Farioli, Motta, Tudor, Ten Hag, Mancini, Terzic li vedo come piu papabili di un Klopp che da manager Red Bull si piglia 12 milioni all'anno.
  18. Francamente faccio molta fatica a prendere sul serio questo articolo. Si parla di un'indiscrezione secondo cui Klopp avrebbe accettato la proposta della Roma domenica 18 maggio alle 22:57... Cioè si ha l'orario preciso e poi nessuna conferma, solo "avrebbe accettato". Nessun dettaglio concreto sull'altra squadra con cui sarebbe stato in parola. Nessun'altra conferma. "Una fonte vicina ai Friedkin", ok. L'indizio "video" dei Friedkin, con monumenti romani reinterpretati per costruire l’acronimo KLOPP, è abbastanza comico nella sua forzatura: Kolosseum (in tedesco, ok), Lupa, Olimpico, Pietro (non San Pietro), Pantheon. Questo sarebbe il grande segnale? E il resto dei monumenti del video? E l'altro segnale sarebbero i bookmakers? Nel 2025 prendere i bookmakers come fonte di conferma? Boh. Poi oh, magari tra due giorni Klopp firma davvero e mi rimangerò tutto, ma leggendo l'articolo mi pare di leggere una fan fiction.
  19. Dale_Cooper

    [Topic Unico] Serie B 2024/2025

    Anche perché non capisco come Vicenza, Triestina, SPAL, Padova, Ascoli e Perugia ad esempio dovrebbero portare meno ascolti o meno diritti tv di Reggina, Catania o Messina
  20. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Mah, il "tifo pro domo propria" mi sembra proprio il contrario qui: si fa passare Ranieri per un martire che "solleva una questione giusta" quando in realtà ha torto marcio nel merito specifico. Perché per sostenere che ha ragione bisogna tirare in ballo mille altri casi totalmente diversi e non paragonabili, pur di dire che "il VAR funziona male", anche se in questo caso ha funzionato perfettamente. Il VAR è da sistemare? Sì, nessuno lo nega. Ranieri ha ragione? No. Perché? Perché solleva una questione nel momento sbagliato, per le ragioni sbagliate, e lo fa quando viene penalizzato. È la solita sceneggiata che fanno tutti gli allenatori, nessuno escluso. E lui non fa eccezione, anche se lo chiamiamo Sir Claudio. Se vogliamo discutere di VAR, benissimo. Ma usarlo come pretesto per giustificare una lamentela dopo un rigore chiaramente inesistente e tolto con pieno rispetto del protocollo è solo fumo negli occhi. Il resto sono solo acrobazie semantiche per buttare dentro polemiche passate e far sembrare sensata una protesta che, nel merito, non sta in piedi, imho.
  21. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Sono passati tre giorni e ancora si tira fuori la storia che sia una chiamata errata "perché c'è contatto". Io veramente non ci voglio credere. La dinamica è chiarissima: l'arbitro, dalla sua visuale, vede Pasalic che mette il ginocchio e fischia rigore pensando al classico sgambetto. Dal VAR lo richiamano perché dalle immagini le ginocchia non si toccano minimamente. Lui va, guarda, vede che Kone si tuffa, e sì, ok, c'è un contatto tra le cosce, ma quando Kone è già in volo. Non è un contatto determinante per la caduta. Quindi rigore giustamente tolto per chiaro ed evidente errore. Più protocollo di così cosa si vuole? Io boh.
  22. Dale_Cooper

    Juventus 2024/25: il grande inganno dell'anno zero

    Mancano due partite alla fine di quella che doveva essere la stagione della rinascita. Juventus-Udinese e Venezia-Juventus chiuderanno il sipario su un'annata che ha il sapore amaro della resa. E neanche una resa dignitosa, combattuta fino all'ultimo respiro, ma la resa di chi si arrende senza combattere.. Una stagione indecorosa, umiliante, costruita su promesse mai mantenute e narrazioni tossiche per tenere buoni i tifosi mentre tutto crollava inesorabilmente. Doveva essere l'anno zero. Un progetto nuovo, una rifondazione seria. Ci è stato venduto come l'inizio di una rivoluzione tecnica e gestionale. Giuntoli prende le redini dell'area sportiva e affida la panchina a Thiago Motta, allenatore che l'anno scorso ha portato il Bologna in Champions. Un "uomo di Giuntoli", un allenatore moderno, finalmente direttore sportivo e allenatore lavoreranno in simbiosi. La tifoseria si galvanizza: finalmente si volta pagina. Il mercato estivo sembra confermare le promesse: arrivano Douglas Luiz, Di Gregorio, Thuram, Kalulu, Adzic, Cabal, Nico Gonzalez, Conceicao e Koopmeiners. Una lista che sulla carta sembra ottima. Partono Rabiot, Kean, Chiesa, Kostić, Iling-Junior, Soulé, Huijsen, Szczesny, Rugani (in prestito) e Nicolussi Caviglia. Alcuni addii che dispiace accettare, altri comprensibili. Ma il messaggio è chiaro: si ricostruisce. I primi segnali sul campo sono incoraggianti. Qualche vittoria convincente in campionato, un buon avvio in Champions. Poi, lentamente, iniziano i segnali del crollo. L'infortunio di Bremer a Lipsia è il primo sasso che fa franare la montagna. Nonostante la vittoria eroica in 10 contro 11 in Germania e il pareggio spettacolare con l'Inter a Milano, qualcosa si spezza. Da lì in poi, è un lento e inesorabile tracollo irreversibile. Partite gestite con superficialità, pareggi raccapriccianti contro squadre modeste, errori da principianti, giocatori che vagano in campo senza una minima idea, una reazione, un briciolo di dignità. Il 2-2 in casa col Parma è la perfetta fotografia di quella parte di stagione: una squadra molle, incapace di gestire le situazioni più elementari. Il rinvio di Suzuki e il coast-to-coast indisturbato di Bernabé che arriva al tiro in porta resteranno nella memoria come emblemi dell'incapacità collettiva. In Champions si alternano imprese a prestazioni indegne. Si batte il Manchester City ma si perde in casa con lo Stoccarda, si pareggia con Lilla e Aston Villa. Squadre ostiche? A parole. Nei fatti, quasi tutte verranno eliminate malamente lungo andare. La Juventus chiude ventesima nel girone unico. Tre vittorie, tre pareggi, due sconfitte. Nove gol segnati in otto partite. Una miseria. A gennaio, con la difesa a pezzi, ci si aspetta rinforzi immediati. Arrivano solo a fine mese: Renato Veiga il 27 gennaio, Lloyd Kelly il 3 febbraio. Troppo tardi. Danilo viene messo fuori per motivi disciplinari a fine dicembre, Fagioli lo segue a fine gennaio. Il caos sembra regnare. Nel dunque, in Supercoppa Italiana usciamo in semifinale contro il Milan, in modo grottesco. In Coppa Italia, l’Empoli ci elimina ai rigori a Torino, con le riserve in campo. In Champions, il PSV Eindhoven ci annienta nel ritorno dei playoff. Subiamo 30 tiri. Un'umiliazione. Thiago Motta sbrocca in conferenza e da la colpa ai giocatori. Il gruppo, già fragile, si sgretola completamente. Marzo è il mese della vergogna definitiva: 0-4 in casa contro l'Atalanta, 3-0 a Firenze. Partite senza reazione, senza cuore, senza spina dorsale. Thiago viene esonerato, arriva Tudor. Ma cambia poco. Il finale è lo specchio di tutto: sconfitta a Parma senza neanche provarci, espulsioni per reazioni scomposte, pareggi che non servono a nulla. E un quarto posto che rimane in bilico solo perché le altre arrancano. Questa non è stata una stagione di transizione. È stata una farsa. Una commedia che offende l'intelligenza di ogni tifoso. La dirigenza ha raccontato la favola dell’anno zero, del progetto triennale, della pazienza necessaria. Una narrazione tossica, utile solo a coprire le responsabilità di chi comanda. Il problema non è solo tecnico: è sistemico. Una società assente, muta, apatica, incapace di dare una direzione, di farsi sentire, di mettere la faccia. I giocatori sembrano un'accozzaglia senza identità, senza personalità, senza senso di appartenenza. Una squadra scollegata dalla realtà, incapace di capire cosa significhi indossare la maglia della Juventus. Una maglia che in questa stagione è stata infangata come raramente si era visto. Quindi, con l'estate alle porte, dico una cosa: basta proclami. Basta slogan, rivoluzioni di cartone, progetti che sembrano messi su con PowerPoint. Non ci crede più nessuno. Non si costruisce nulla dando in mano tutto a un allenatore inesperto, scaricandogli responsabilità che spettano alla dirigenza. Non si rifonda con giocatori che spariscono alla prima difficoltà. Non si va avanti con una proprietà che si limita a sopravvivere. La Juventus 2024/25 è la negazione stessa della Juventus. È l'esatto opposto della storia, della mentalità, del DNA vincente che per decenni ci ha contraddistinti. E per questo, a due giornate dalla fine, possiamo dirlo chiaramente: questa non è più la Juventus. E ora quindi eccoci qui: Juventus-Udinese e Venezia-Juventus. Due miseri appigli. Ma nemmeno vincerle potrebbe bastare. Ora stiamo qui, ad attendere il risultato di Atalanta-Roma stasera, sperando che la Roma non ci sorpassi. Siamo ridotti a fare il tifo contro gli altri, a sperare nei passi falsi altrui perché noi, in campo, non siamo più in grado di determinare nulla. Ed ecco la cosa che più mi dà fastidio: abbiamo perso la capacità di decidere il nostro destino. E questo no, non lo riesco ad accettare. Perché potrei perdonare tutto: l'errore tecnico, la sconfitta, persino una stagione storta. Errare è umano. Ma arrendersi senza neanche provarci, e riuscire ogni settimana nell’impresa di non migliorare nemmeno il nulla, è disgustoso. Vivere aggrappati da anni ai risultati degli altri, sperando che qualcuno vada peggio di noi, è il ritratto esatto del fallimento. Vi chiedo quindi qualche domanda: cosa ci aspetta nel futuro? Un'altra rivoluzione annunciata che finirà in un altro fallimento? Un mercato che prometterà rinforzi ma si tradurrà in scelte mediocri? C'è ancora una possibilità di rinascita, partendo dai fondamentali, cambiando radicalmente rotta? E soprattutto, è ancora possibile avere fiducia in una società che ha completamente smarrito la sua identità? Dobbiamo davvero accettare questa "nuova" Juventus o c'è ancora speranza di tornare ai vertici? Cosa bisogna cambiare, secondo voi? La dirigenza? I giocatori? E come vedete la Juventus nel prossimo futuro: il progetto può funzionare o siamo davvero alla fine? Siamo davvero disposti a continuare a tollerare tutto questo, o è arrivato il momento di pretendere un cambiamento radicale che parta dalla società?
  23. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Guarda, capisco quello che vuoi dire, ma sinceramente continuare a dire "nessuno lo ha smentito, quindi ha ragione" non è un criterio valido. Non è che se uno dice una cosa in conferenza stampa e non gli rispondono subito, allora ha automaticamente ragione. Il VAR può intervenire quando c'è un chiaro ed evidente errore, e in questo caso lo è: il rigore viene assegnato per un contatto che non provoca la caduta, che avviene dopo il tuffo. Non è questione di intensità o di interpretazione: l'episodio è viziato da una simulazione, ed è per questo che il VAR interviene. Il protocollo è chiaro. Ranieri può anche dire che vuole chiarezza, ma lo fa mentendo sul contatto ("Pasalic prende il ginocchio") e facendo passare l’idea che non si possa intervenire, quando invece proprio in casi come questi si deve intervenire. Non sta facendo un discorso oggettivo, sta difendendo un rigore che secondo lui ci stava, punto. Il fatto che nessuno della Juve (o di altri club) si lamenti pubblicamente non c'entra nulla con la correttezza o meno dell'episodio. Qui si parla di un intervento corretto del VAR, fatto secondo il protocollo. Ranieri sbaglia sul contatto e sbaglia sull'interpretazione del regolamento. Stop. Non stiamo discutendo del nulla, stiamo solo cercando di chiamare le cose col loro nome, senza trasformare ogni dichiarazione post-partita in una battaglia ideologica. Aggiungo una postilla: non esistono mai episodi uguali, anche se sembrano simili. Ogni contatto, ogni dinamica, ogni decisione arbitrale ha le sue specificità. Fare confronti tra casi apparentemente simili per sostenere che il VAR "funziona a caso" è una semplificazione che non tiene conto della complessità delle situazioni, imho.
  24. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Il contatto c'è stato, ma non è stato determinante per la caduta di Kone, che si tuffa prima. È proprio questa la questione: è stata una simulazione, non un contatto che giustificasse un rigore.
  25. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Ok, ma allora facciamo chiarezza: quando esattamente non è stata applicata la stessa modalità in un caso UGUALE a questo? Attenzione: non simile, non vagamente paragonabile, ma uguale. Ovvero: rigore fischiato in campo, contatto EVIDENTEMENTE successivo al tuffo, e il VAR non interviene per correggere. Perché se vogliamo parlare di coerenza, servono i dati concreti, non percezioni o generalizzazioni. Io finora un episodio identico gestito diversamente non l'ho visto.
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