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Dale_Cooper

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  1. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Ok, ma allora facciamo chiarezza: quando esattamente non è stata applicata la stessa modalità in un caso UGUALE a questo? Attenzione: non simile, non vagamente paragonabile, ma uguale. Ovvero: rigore fischiato in campo, contatto EVIDENTEMENTE successivo al tuffo, e il VAR non interviene per correggere. Perché se vogliamo parlare di coerenza, servono i dati concreti, non percezioni o generalizzazioni. Io finora un episodio identico gestito diversamente non l'ho visto.
  2. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Ma infatti è proprio qui che sta il problema: non è cambiata nessuna regola. È sempre stato previsto che il VAR può intervenire se c'è un errore chiaro ed evidente. E nel caso di ieri è palese: Kone si tuffa prima del contatto, e il VAR interviene giustamente per correggere una decisione sbagliata in campo. Fine della fiera. Poi Ranieri può dire che "si può discutere", ma di fatto ha detto che per lui è rigore e che il VAR non doveva intervenire, cioè una tesi sbagliata, basata su una lettura distorta del protocollo che ha lui. Quindi no, non c'è nessuna regola cambiata. È solo un'uscita emotiva da post partita, come ne abbiamo viste mille.
  3. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Veramente faccio una fatica enorme a comprendere questa estensione forzata del discorso ad altri episodi, al protocollo VAR in generale e alle zone grigie. Ma che c'entra tutto questo con l'episodio in questione? Ranieri sbotta in diretta tv per un rigore platealmente inesistente, dove il VAR interviene correttamente, e invece di fermarsi lì, tira in mezzo episodi diversi, situazioni non comparabili, e costruisce un discorso contorto per dare un senso a una decisione che non gli è piaciuta. Ma di che stiamo parlando? Io boh. Sarò io che non capisco, ma sinceramente provo imbarazzo per Ranieri, che si lancia in una crociata assurda pur di non dire semplicemente: "ok, giusto toglierlo." E lo dico da uno che del VAR pensa tutto il male possibile. Non lo considero infallibile, anzi, spesso è gestito male. Ma non ieri. Non in questo caso. Quindi boh davvero, non capisco. TRENTASEI partite... rigori a favore, espulsioni a favore, episodi dubbi girati bene per la Roma, Ranieri zitto. Arriva la 36esima, PRIMA CHIAMATA VAR A SFAVORE (!!!) peraltro corretta, e Ranieri sbotta in diretta nazionale. Risultato? "Eh ma sta facendo un discorso sul VAR", "sta chiedendo trasparenza", "è una voce fuori dal coro"... Io impazzisco, davvero.
  4. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Appunto, ha detto che per lui è rigore. Quindi smettiamola di dire che non si è espresso sull'episodio. Lo ha fatto eccome, solo che non ha ragione. Sul protocollo, Ranieri può dire quello che vuole, ma non è che diventa vero perché nessuno lo corregge in diretta tv. Il VAR può intervenire in caso di errore evidente, e ieri l'errore era evidente: il rigore nasce da una simulazione, e il contatto arriva dopo il tuffo. Fidarsi ciecamente di un allenatore che parla a caldo, dopo una partita persa e un rigore tolto, non è un argomento valido. Ranieri dice che "non giudica", poi giudica. Dice che "non è per il rigore", poi si lamenta del rigore. Chiede spiegazioni e quando gli vengono date mette giù gli auricolari e se ne va incazzato. Tutto chiaro, dai.
  5. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Ranieri non sta mettendo in discussione se il VAR interviene o meno in situazioni simili, ma si lamenta perché il VAR ha annullato un rigore che lui considera giusto. Si fa una domanda retorica sul fatto che se l'arbitro lo dà, il VAR non dovrebbe intervenire (ma questo è sbagliato: il VAR può intervenire se c'è un errore evidente). Quindi come si fa a fare un salto logico da queste dichiarazioni, che sono puramente una difesa di un rigore che lui vuole, a una riflessione sul VAR che "a volte interviene e a volte no"? Non c'è coerenza: Ranieri vuole il rigore e basta. Se avesse voluto fare una critica al funzionamento del VAR, lo avrebbe fatto in modo più oggettivo e chiaro, tirando in ballo situazioni analoghe, e facendolo anche quando le cose gli giravano bene... Invece lo fa a due partite dalla fine, dopo un rigore negato, al primo intervento a sfavore in tutto l'anno del VAR.
  6. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    "Però volevo sapere se il rigore c'era o non c'era. Ci hanno detto sempre che il VAR interviene solo se c'è un evidente errore, lì si vede chiaramente che Pasalic sbaglia l'intervento e va a prendere il ginocchio del mio giocatore. Non si può fare una volta sì e una volte no, sicuramente c'è una disparità di giudizio: quello è rigore, se l'arbitro l'ha dato poi non si può intervenire, questo ci è stato detto. Accettiamo tutto però vogliamo sapere per giustizia sportiva perché è intervenuto. Come si fa a dire che non è rigore?" Ovvia osservazione oggettiva sull'utilizzo del VAR in situazioni ambigue
  7. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    No, attenzione davvero: Ranieri era furioso perché gli hanno tolto un rigore che voleva e che, oggettivamente, non c'era. Punto. Tutta la storia del "per regolamento il VAR non può intervenire" non regge, perché non è vera. Il VAR può intervenire eccome in caso di errore chiaro ed evidente, come in questo caso: Kone si tuffa, e solo dopo c'è un contatto minimo, tra le cosce, del tutto irrilevante per la dinamica della caduta. E Ranieri non dice affatto che "il rigore ci può stare e no". Dice: "Pasalic va a prendere il ginocchio del mio giocatore", cioè afferma che secondo lui è rigore. Solo che poi si copre con la solita formula "non giudico, voglio sapere". Ma è evidente che lo sta giudicando, eccome. Quindi nessuna falsità: Ranieri ha fatto una polemica basata su un presupposto sbagliato, e il VAR ha agito secondo protocollo.
  8. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Capisco il tuo punto, ma si sta spostando il discorso. Il problema non è il VAR in generale (sul quale possiamo essere tutti d'accordo che ci siano incongruenze), ma l’episodio specifico di ieri. E in questo caso, il protocollo è stato rispettato alla lettera: il VAR è intervenuto per correggere un chiaro ed evidente errore. Non c'è contatto che giustifichi la caduta, il giocatore si butta prima e solo dopo c'è un minimo contatto tra le cosce. È una simulazione, punto. Poi certo, se vuoi parlare in generale del fatto che il protocollo VAR venga applicato in modo incoerente da una partita all'altra, ti do anche ragione. Ma questo non significa che ieri ci sia stato un abuso del "libero arbitrio". Significa che in altri casi il VAR ha sbagliato a non intervenire, non che ieri non dovesse farlo. Quindi mescolare l’episodio corretto di ieri con altri errori veri o presunti, non aiuta la discussione, anzi...
  9. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Ma ancora una volta: non è questo il punto del topic, e non è nemmeno quello che diceva Ranieri. Tu stai parlando della coerenza nell'applicazione del VAR su situazioni dubbie, discorso legittimo, per carità, ma del tutto scollegato dal caso di ieri. Perché non parliamo di un episodio dubbio, ma di un rigore sbagliato, assegnato su una simulazione, con un contatto che arriva dopo il tuffo. E in quel caso, il VAR ha fatto il suo dovere. Quindi no, non basta dire "eh ma se fosse successo a noi…" perché non è successo a noi, e quello che conta è la realtà dell’episodio, non l’ipotesi emotiva.
  10. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Guarda che Ranieri non fa intendere affatto che non è rigore, anzi... quoto: "Come si fa a dire che non è rigore?" A caldo butta lì il discorso sul "protocollo", sulle regole, sulla "giustizia sportiva", ma è evidente che rosica perché il rigore lo voleva. Altroché non è mai rigore.. Fa la solita generalizzazione in stile grandeur, ma la prova del nove ce l'hai nei comportamenti in altre partite: quando succedono cose ben più ambigue a favore della sua squadra, tipo Roma-Napoli, dove manca un rigore netto per il Napoli, sta zitto e fa il signore. Oppure a Milano con l'Inter, quando fa pure la battuta sul “adesso iniziano a lamentarsi” alla panchina avversaria. Quindi diciamo le cose come stanno: quando gli gira bene, elegante e silenzioso, quando gli gira male, parte la crociata contro il sistema. È il solito copione, solo con toni diversi.
  11. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Guarda, io sinceramente non voglio entrare nel campo dell’ipotetica, del "se fosse successo a noi" ecc. mi interessa francamente poco. Qui si parla di un caso concreto, con dinamiche chiarissime: il rigore assegnato era sbagliato, il VAR è intervenuto correttamente, e tutto il resto è fumo. Poi certo, capita che il VAR non intervenga su situazioni dubbie? Sì, succede. Ma non significa che ogni volta che lo fa sia automaticamente un errore. Il VAR dovrebbe intervenire sempre su errori evidenti, e ieri c'erano tutti i presupposti, fine del discorso.
  12. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Continui a non cogliere il punto. Il problema non è il protocollo VAR, o almeno, non in questo caso specifico. Ieri, con il protocollo attuale, il rigore viene giustamente annullato. Non c'è alcuna ambiguità, nessuna zona grigia. E non c'entra niente con quello che dice Ranieri. Ranieri si lancia in un discorso sui contatti lievi, chiedendo "ma il VAR può intervenire su un contatto lieve?". Ma qui non c'è un contatto che causa la caduta di Kone. Il tuffo arriva prima. Il contatto (se proprio lo vogliamo chiamare così) avviene dopo, tra le cosce. Nessuna dinamica da rigore. È una simulazione, e il VAR fa il suo dovere: corregge un errore evidente. Poi oh, se vuoi dire che il protocollo VAR in generale è ridicolo, lo firmo pure io, eh. Ma non puoi usare questo episodio come esempio, perché qui il VAR ha funzionato esattamente come dovrebbe.
  13. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Ma il problema non è quello, Il problema è non spacciare la rosicata per un trattato filosofico sul VAR. Perché poi diventa ridicolo. Ranieri ha fatto quello che fanno tutti quando perdono per un episodio che non gli va giù: si attacca a tutto, si lamenta, solleva dubbi. Umanamente comprensibile? Ok. Ma non venitemi a dire che stava facendo una riflessione oggettiva e imparziale. E lo dico da spettatore neutrale: a me della Roma che va o non va in Champions frega zero, anzi ieri pensavo pure che vincesse. Figurarsi se mi metto lì a tifare gli altri per sperare che la mia squadra vada o no in Champions. Ma ieri l'intervento del VAR è corretto, e la reazione di Ranieri è solo una rosicata, travestita da appello alla giustizia sportiva. Solo il classico sfogo post-partita.
  14. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Ranieri fa esattamente quello che fanno tutti: si lamenta solo quando gli conviene. Dove stava tutta questa sete di giustizia sportiva quando in Roma-Napoli il VAR non interviene su un rigore netto per il Napoli? Silenzio assoluto. E a San Siro, quando dice al quarto uomo “adesso iniziano a lamentarsi”, riferito alla panchina dell’Inter su un intervento al limite? Lì invece è bravo a fare il saggio zen che minimizza tutto, perché gli stava andando bene. È questo il punto: fa come fanno tutti, nessuna eccezione. Quando gira male, allora ci si improvvisa esperti di protocollo e si pretende trasparenza assoluta. Quando invece l'episodio gira a favore, ci si mette il dito sulle labbra e si va avanti. Quindi non facciamo passare Ranieri per il paladino della giustizia, che stavolta è solo uno che ha perso la brocca e cerca un appiglio mediatico. Ma poi è evidente quando dice "non sto dicendo se è o non è rigore, sto chiedendo se il VAR può intervenire sui falli bassi". Dai, è un gioco dialettico disperato, e pure piuttosto goffo. Sta evidentemente dicendo che secondo lui è rigore (lo dice... dice che è fallo), ma non lo vuole dire apertamente così se la gioca sul piano del principio. Che poi il VAR faccia schifo in generale, possiamo anche essere d’accordo. Ma non quando corregge un errore chiaro. Il VAR fa schifo quando interviene a casaccio, quando resta zitto davanti a rigori netti, quando entra su episodi soggettivi. Qui ha solo fatto il suo lavoro su un tuffo. Ranieri si attacca ad un contatto che avviene con il giocatore già in volo. Un appiglio disperato. Ranieri è un grande del nostro calcio, ma non è intoccabile. Stavolta ha fatto una sparata come tanti e va trattata per quello che è.. una reazione emotiva e strumentale a caldo. Fine.
  15. Dale_Cooper

    Juventus 2024/25: il grande inganno dell'anno zero

    Condivido molto il tuo ragionamento finale. E capisco benissimo anche il discorso sulle esigenze di mercato e sulla difficoltà di piazzare certi giocatori ereditati da gestioni precedenti. Quello che volevo sottolineare nel mio post, però, è che questo tipo di circolo vizioso rischia di ripetersi. Perché se oggi ci sveniamo per Koopmeiners, Douglas Luiz, ecc., e per farlo cediamo Soule, Huijsen, Kean... magari tra due anni ci ritroveremo di nuovo nella situazione in cui dobbiamo vendere quelli "con mercato" per far quadrare i conti, mentre i nuovi "invendibili" li avremo appena messi in rosa adesso. Il punto non è essere contrari a Koopmeiners o Di Gregorio, ma al fatto che, se davvero si voleva puntare su un progetto giovani, si poteva fare un percorso diverso: valorizzare chi già avevi in casa, crescere gradualmente, e magari fare operazioni più mirate, senza inseguire per forza profili da 40-50 milioni. Alla lunga, forse, sarebbe stato meno appariscente ma più sostenibile, imho.
  16. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    No ragazzi, dai... Ranieri può pure metterla giù con toni da inquisitore che "vuole solo sapere", ma la sostanza non cambia: si è lamentato perché gli hanno tolto un rigore che NON c’era, punto. Tutto il teatrino del "voglio solo capire se il VAR può intervenire sui falli bassi" è un modo furbo per non dire esplicitamente che secondo lui il rigore c’era, ma allo stesso tempo mettere in dubbio la legittimità dell'intervento del VAR. Un gioco dialettico che serve solo a creare il dubbio e a buttare benzina sul fuoco. Il problema è che qui non si tratta di interpretazione, si tratta di fatti: -Kone si tuffa platealmente prima del contatto. -Il contatto (se lo vogliamo proprio chiamare così) è con le cosce, non col ginocchio, avviene ben dopo il tuffo, con il giocatore già in slancio. -Il VAR interviene perché il rigore è stato assegnato su una simulazione, e quindi l'errore è chiaro e oggettivo. E questa cosa che "il VAR non può intervenire sui falli bassi" è una mezza verità male interpretata. Il VAR non interviene sui contatti leggeri o dubbi, ma se l’arbitro si fa ingannare da una simulazione (e qui parliamo di un tuffo scolastico) il VAR interviene eccome, ed è giusto che lo faccia. Se Pasalic lo avesse toccato prima dello slancio il rigore sarebbe stato assegnato, giustamente. Poi dai, tutta la pantomima finale su Sozza che "non lo ha degnato di spiegazioni"... ma davvero vogliamo metterla sulla vittima mancata di rispetto? Ma basta, dai. Ha perso, gli girano, e ha costruito un caso mediatico su una cosa che tecnicamente è ineccepibile. Se vogliamo lamentarci del VAR lo facciamo quando viene usato male, non quando corregge un rigore inesistente. Ranieri ha fatto il suo show. Che si rispetti come uomo di calcio non significa che ogni volta che si lamenta abbia ragione. Stavolta ha fatto una figuraccia, e il resto sono solo arringhe da social per far passare una narrazione che non regge alla prova dei fatti.
  17. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Ma guarda, il paradosso è che nemmeno Ranieri ha capito il senso di quello che diceva. Quello che ha fatto è semplicemente una rosicata colossale, niente più e niente meno. Riascoltiamolo: "Pasalic sbaglia l'intervento e prende il ginocchio del mio giocatore", si sfiorano le cosce, dopo che Kone si è già tuffato in avanti in stile piscina. È un contatto postumo, non può mai essere rigore. E infatti il VAR interviene correttamente, perché l'errore è evidente: non c'è fallo, c'è simulazione. Poi dice: "Ci hanno detto che il VAR interviene solo se c'è un evidente errore". Appunto. È quello che è successo. Se l’arbitro in campo non ha visto bene e fischia un rigore per un tuffo, è un evidente errore, quindi il VAR deve intervenire. Il punto è che Ranieri, preso dalla frustrazione, cerca una scappatoia dialettica, ma gli si ritorce contro. Dice che vuole "giustizia sportiva", ma intanto racconta una versione distorta dell’episodio. Parla di contatto sul ginocchio che non esiste, ignora che il tuffo di Kone è antecedente a qualsiasi contatto, e poi si lamenta della discrezionalità del VAR, quando proprio in questo caso la discrezionalità ha corretto un errore evidente. Ranieri è un grande personaggio del calcio, per carità, ma stavolta ha perso la partita e, come spesso gli capita in questi casi, ha perso anche lucidità. E il dramma non è che la gente non capisce lui... è che molti (non tu, ovviamente) fanno finta di non capire cosa è successo realmente in campo, pur di sostenere la narrativa del "poveri noi penalizzati".
  18. Dale_Cooper

    La “lezione” di Ranieri

    Ragazzi, io davvero non ci posso credere. Stamattina sto leggendo commenti assurdi in giro per il web... "Eh ma non avete capito quello che intendeva dire Ranieri", come se stessimo parlando di un trattato di filosofia o di un saggio esistenzialista alla CS Lewis. Ma per favore, dai. Qui non c'è nessun profondo ragionamento sul protocollo, nessuna questione di principio. C’è semplicemente un allenatore che ha perso una partita importante, gli girano (comprensibilmente), e se la prende con l’unica cosa che può: una decisione arbitrale. Una rosicata bella e buona, e basta. Il rigore? Annullato giustamente. L’episodio è chiaro: Kone si tuffa platealmente, il contatto con l’avversario arriva DOPO che lui si è già lanciato a terra. Marelli lo spiega benissimo: anche se un contatto c'è, è successivo al tuffo, quindi non può mai giustificare un rigore. È un tentativo evidente di simulazione. Ora mi chiedo: secondo la "teoria Ranieri", se io domani decido di buttarmi a terra da solo in area, ma nella parabola del tuffo sfioro un avversario, allora il VAR non può intervenire perché "c'è contatto"? Ma davvero siamo arrivati a questi livelli? E ricordiamoci anche che parliamo della prima chiamata contro di tutta la stagione per quella squadra. Trentasei giornate senza una chiamata VAR sfavorevole e adesso, al primo episodio in cui il VAR interviene (giustamente tra l'altro), si grida allo scandalo? Ah, e già che ci siamo: Ranieri che oggi fa la morale sul VAR, l’anno scorso dopo Cagliari-Juve 2-2 parlava di punizione inesistente (!!!) sul gol del pareggio nostro, ignorando completamente un rigore gigantesco negato alla Juve su Bremer, con Mina che gli apre la testa in area. Due pesi, due misure, come sempre. Si possono avere opinioni diverse, ma almeno non raccontiamoci favole. L’episodio è limpido. E se poi uno ha bisogno di un alibi per coprire una sconfitta, che lo faccia, ma non ci costringa a prenderlo sul serio con queste rosicate di bassa lega.
  19. Dale_Cooper

    Juventus 2024/25: il grande inganno dell'anno zero

    In ordine sparso: Ripartire da una struttura chiara: o si conferma l'area sportiva, o si cambia subito. La permanenza di Giuntoli non deve essere automatica: se la società non gli da pieno potere decisionale, o lo dovesse tenere con la condizionale, allora meglio cambiare. Una figura dimezzata o isolata è inutile. Se confermato, deve avere carta bianca: scegliere l'allenatore, i rinforzi, la gestione dello spogliatoio, senza condizionamenti esterni o aziendalistici. Se si cambia, si prenda una figura tecnica forte. Allenatore: serve una guida con personalità, idee chiare e capacità di costruire. Partendo dal fatto che Tudor è una toppa, non una base: a luglio serve un allenatore di progetto, non un traghettatore. Le mie idee, che per fortuna non verranno mai ascoltate () : Marcelo Gallardo: identità chiara, mentalità vincente, esperienza nella gestione di spogliatoi complicati, abituato a lavorare con giovani e con un'idea ben precisa di calcio. Franck Haise: calcio propositivo ma equilibrato. Grande lavoro sui giovani, umiltà e identità. Perfetto se vuoi costruire in modo sostenibile. Matthias Jaissle: pressing moderno intenso, con un gioco diretto ma non confusionario. Perché questi nomi? Perché l'allenatore non esiste con il nome o con il passato ma esistono per il contesto in cui stanno. Haise l'avrei voluto tra l'altro l'anno scorso e pensavo potesse essere una "Giuntolata" a fine maggio quando ancora non si ufficializzava Motta. Perché? Perché per la rosa in quel momento per me sarebbe stato ottimo. Jaissle per me andrebbe a nozze con tanti di questi giocatori, ha esperienza per fare da collante con la Next Gen, potrebbe accettare un ruolo "expanded" che preveda anche una sorta di supervisione delle giovanili. Gallardo mi è sempre invece piaciuto e mi piacerebbe averlo. Mercato: meno nomi, più logica. E sostituire BENE chi parte. Il mercato deve puntare su gente funzionale, dev'essere accorto, dev'essere tutto tranne che "quantitativo". Basta prendere giocatori senza un ruolo chiaro nel progetto tecnico ma presi per fare il coup d'etat. Spogliatoio: serve una bonifica culturale. I casi Fagioli, Danilo, le reazioni scomposte: tutto sembra segnalare un gruppo senza guida e senza valori. Non basta "avere giocatori", serve una squadra con riferimenti chiari. Basta coccolare gente inconsistente. Serve almeno una figura carismatica da inserire nella rosa o che faccia da collante tra tutti i reparti societari (alla Chiellini). Costruire una leadership diffusa: Koopmeiners, Douglas Luiz e altri dovevano diventare colonne quest'anno, non turisti con lo stesso stato d'animo dei pulcini bagnati. Comunicazione e onestà: parlare chiaro ai tifosi. Basta racconti da conferenza stampa "corporate". Serve una linea di comunicazione sportiva, che dica le cose come stanno. Non promettere titoli e slogan. Chiedere pazienza vera, ma in cambio offrire identità e lavoro visibile. Chi continua a parlare di "DNA Juventus" mentre sul campo si cammina, sta solo coprendo il fallimento. Punto forse più importante: ristrutturare la società: via i profili aziendali, dentro dirigenti di calcio vero. Uno dei motivi per cui il progetto è già imploso è che la Juventus non ha una vera guida sportiva a livello societario. I vertici attuali sono figure di transizione, imposte dalla proprietà dopo i problemi legali. Ma non rappresentano il club, non trasmettono appartenenza, e soprattutto non comunicano competenza calcistica. Questo è un vuoto GRAVISSIMO: nessuna grande squadra europea funziona senza una dirigenza forte, presente e visibile. Quello che manca è un "presidente sportivo" o un figura di vertice con competenze calcistiche reali, che dica le cose in faccia, difenda il club, si assuma le responsabilità... che sappia leggere le dinamiche dello spogliatoio e dell'esterno (media, tifosi, avversari)... che abbia il carisma per guidare la Juventus. Serve gente lì per SCELTA, non solo per incarico aziendale.. Di esempi concreti non ne ho in mano, ma sono sicuro che esistano. Edit: ci ho messo mezz'ora e ho pure fatto un casino con il layout, perdonami.
  20. Dale_Cooper

    Juventus 2024/25: il grande inganno dell'anno zero

    Neanche il mio punto era “giochiamo con tutti ventenni”. Ma nemmeno possiamo parlare seriamente di linea giovane solo perché si è abbassata l’età media della rosa, anche perché quel dato può essere facilmente manipolato da movimenti di facciata. Ad esempio: già solo con gli addii di Alex Sandro, Rabiot e De Sciglio, l'età media si abbassa parecchio, ma non è che questo implichi un reale progetto sui giovani. Sostituire Szczesny con Di Gregorio, ok. Vendi Soulé per Conceicao? Stessa età. Vendi Huijsen per Kalulu? Qui l'età media si alza. Vendi Kean e prendi Nico/rimani con Milik? Ancora una volta, l'età media si alza. A centrocampo hai Koopmeiners, Douglas Luiz e Thuram, tutti sui 24-27 anni. Usciti Nicolussi, Fagioli e Rabiot: la media resta praticamente identica, se non peggiore... Quindi sì, ok, l'età media della rosa complessiva si sarà anche abbassata (ed è un dato utile, ci mancherebbe) ma è un effetto più fisiologico e numerico che un reale frutto di un progetto tecnico chiaro sui giovani. La vera linea giovane sarebbe stata investire, valorizzare e far crescere i Soulé, Huijsen, Fagioli e compagnia, non cederli appena diventano merce utile per far quadrare i conti, per finanziare acquisti fuori mercato o appena scazzano con l'allenatore di turno. Il punto non è che "tagliare i costi e migliorare la squadra" sia facile. Il punto è che se vendi un progetto di rifondazione giovane, poi devi anche avere il coraggio e la coerenza di portarlo avanti con convinzione, non solo a parole, imho.
  21. Dale_Cooper

    Juventus 2024/25: il grande inganno dell'anno zero

    Ok, la squadra è stata ringiovanita, ma proprio qui sta il problema: non è stato fatto un lavoro coerente e mirato. Sono stati presi giocatori mediamente giovani, ma a parte alcuni casi, non hanno avuto un impatto positivo che giustifichi il sacrificio dei giovani che avevamo in casa. La rosa ok, si è ringiovanita, ma a mio parere, non è stata costruita su basi solide, e questo è stato uno dei fattori del fallimento della stagione. Per quanto riguarda l'impegno, credo che sia un po' una forzatura. I limiti non sono poi così "non superabili". A posteriori, guardando i risultati, è facile dire che gli altri sono stati migliori, ma nel corso della stagione ci sono stati tanti frangenti in cui la squadra ha avuto tutte le possibilità per fare meglio. Le scelte, le letture in campo, le reazioni alle difficoltà, tutto questo ha contribuito a un rendimento che non ha rispecchiato le potenzialità della rosa. Si poteva fare di più, soprattutto in alcune situazioni cruciali. I limiti non sono stati solo una questione di avversari più forti, ma di mancanza di solidità, coesione e lucidità. Qui non siamo d’accordo. Quando una stagione fallisce pesantemente sotto il profilo delle aspettative, non si può solo parlare di "periodo sfortunato" o "stagioni difficili". Ci sono responsabilità tecniche e gestionali, e la mia critica era proprio a quel sistema di gestione che ha portato a una stagione disastrosa. Non è solo una questione di risultati, ma di come sono stati affrontati questi risultati. E la "farsa" che intendevo era proprio quella di una società che ha parlato di un nuovo inizio e di rivoluzione, ma che, al netto di qualche scelta, non ha messo in campo un piano concreto e realizzabile. Nessuno si aspettava la luna, è vero, ma nemmeno il fallimento di ogni obiettivo minimo stagionale. Ci sono state sicuramente delle difficoltà, ma la stagione doveva almeno rivelarsi un'opportunità per costruire una base solida e raggiungere traguardi minimi. Non possiamo giustificare ogni cosa con gli infortuni o i limiti tecnici; c'era una rosa che, con le giuste scelte e il dovuto impegno, avrebbe dovuto essere in grado di ottenere risultati ben più dignitosi. Il fallimento di ogni obiettivo, al di là delle difficoltà, è qualcosa che non si può accettare. Non ho mai detto che siano "pagliacci", ma quello che ho notato è un'atmosfera di apatia, molto menefreghismo e poca concretezza. Non si può negare che ci siano stati momenti in cui la squadra non ha mostrato la determinazione necessaria per affrontare le difficoltà. Piuttosto che l'assenza di qualità, ho visto una mancanza di grinta e reazione nelle situazioni decisive. La capacità di affrontare le difficoltà e di fare concretezza sui campi è venuta a mancare, e questo è stato uno degli aspetti più deludenti. Ovviamente, sono totalmente d’accordo con te. La critica è fondamentale e il mio intento era proprio quello di fare una critica alla stagione, non di liquidarla come una perdita totale senza un futuro. Tuttavia, le parole che ho scelto forse sono state troppo forti. Ma questo non cambia il fatto che la mia critica si concentri più sulla gestione complessiva che sui singoli. Ancora, la mia intenzione non era quella di "offendere" chi pensa diversamente, ma piuttosto di criticare la narrativa che è stata costruita intorno alla stagione. La parola "farsa" si riferiva alla narrazione fatta dalla società, che prometteva una rifondazione ma non ha mai dato risposte concrete quest'anno. Mi rendo conto che possa sembrare troppo forte come termine, ma era un modo per esprimere il mio disappunto per come sono andate le cose a livello gestionale e tecnico. Non è un attacco personale a chi la pensa diversamente, ma un giudizio su una gestione che, secondo me, ha fallito nel suo intento.
  22. Dale_Cooper

    Juventus 2024/25: il grande inganno dell'anno zero

    Si vede che ho letto solo io il plurale, ma va bene. Assolutamente no. Quando scrivo che "offende l'intelligenza di ogni tifoso", mi riferisco ovviamente alla società che ogni due per tre lancia slogan, senza dare realmente delle risposte concrete. Non mi riferivo ai tifosi che, legittimamente, pensano che la situazione sia più complessa. Nel contesto di tutto il post pensavo fosse anche abbastanza ovvio.
  23. Dale_Cooper

    Juventus 2024/25: il grande inganno dell'anno zero

    Guarda, io faccio le analisi che ho voglia di fare, e se non ti piacciono, pazienza, non mi cambia nulla e il confronto mi fa piacere. Però, per favore, impara a rispettare chi la pensa diversamente da te. Ogni volta che qualcuno esprime un'opinione un po' più critica, non è il caso di minimizzare o liquidare tutto come "senza senso". Sembra che il punto di vista diverso venga sempre ridotto a un'esagerazione, e sinceramente, è stancante. E no, non voglio sentire che "i tifosi intelligenti capiscono" come se io fossi un ignorante che non sa cosa sta dicendo. Ogni tanto, un po' di rispetto per chi ha opinioni diverse farebbe bene.
  24. Dale_Cooper

    Juventus 2024/25: il grande inganno dell'anno zero

    Ma tenere questi giocatori in prima squadra non significava fare una squadra di soli ventenni, ma dar loro un contesto dove potessero crescere e inserirsi in un progetto a lungo termine. Fagioli, ad esempio, ha dimostrato di avere qualità e potrebbe essere stato un elemento importante per il futuro della Juventus, ma invece è stato sacrificato. Soule e Huijsen avevano ampi margini di miglioramento e potevano essere il tipo di giocatori da far crescere nella nostra rosa, ma sono stati venduti/mandati via per finanziare il mercato.
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