SuperEagle

Nella scherma, se sei “fortino” a squadre, la competizione inizia praticamente in semifinale, é un podio quasi sicuro. Nell’individuale cambia tutto, puoi perdere un assalto anche da n. 1 contro il n. 4 di una nazione forte, in ottavi/quarti.

Non volevo scriverlo io, per non apparire di dubbio gusto, ma credo che a tutto ci sia un limite……..

Dubbi personaggi, che sfilano con dubbi abiti, sullo sfondo di musica di discoteca anni ‘90. Questa sarebbe la grandeur francese?

Record! Ancora prima che parta la solita pantomima su FairPlay, correttezza, fratellanza e spirito decoubertiniano che ammanta i discorsi strappalacrime della cerimonia inaugurale, accade già di tutto a livello regolamentare, disciplinare, di sicurezza sugli spalti……bene, ma non benissimo……😁

Oramai tutte le squadre si guardano le spalle, é naturale, la Champions fa gola e la concorrenza è aumentata dal ritorno in auge delle milanesi e dall’esplosione dell’Atalanta. Ricordiamo che nel 2023 le prime furono Napoli e Lazio, e che non è detto che i posti siano cinque anche il prossimo anno.

Affermarsi “primo tifoso del Napoli” è una paraculata totale. Per coerenza con il suo discorso avrebbe dovuto dire “voi siete tifosi, io sono un professionista, che oggi lavora per far contenti voi e domani chissà”. Ancor meglio, “non posso essere coinvolto in certi cori, in passato sono stato juventino come tutti sapete”. La cosa dell’educazione fa ridere……non è un coro maleducato, il fatto è che non si prevede che un professionista si comporti come un tifoso, tutto qui (ma poi i calciatori saltano, eccome se saltano, specie “a caldo”).

Erano mesi che si stava preparando a questo momento, conta poco. Bisogna vedere cosa accadrà “a caldo”. Intanto diti medi ai suoi ex dirigenti ne abbiamo visti, da parte dell’ “educato”……

Purtroppo sappiamo tutti benissimo che non è così, e che effettivamente il risultato determina i giudizi a posteriori. Ma lui è l’ultimo a poter fare certi ragionamenti.

Il problema delle dichiarazioni di Sacchi, che (mi accodo a Garrison ed altri) non sono in sé così terribili nei riguardi di Baggio, è puramente filosofico-concettuale. Uno che rompe le scatole da quasi 40 anni sui valori, il coraggio, il gioco, il collettivo, smitizzando il risultato, non può poi utilizzare proprio il risultato come pietra di paragone. Dovrebbe, piuttosto, ammettere che il gruppo di Lippi era roccioso, compatto, quasi inscalfibile dietro, e invece la sua Italia un aborto tecnico-tattico, tenuta in vita esclusivamente dalle individualità (Maldini, Baresi, Donadoni e Baggio su tutti), ossia l’esatto contrario di quanto da lui propugnato.

Il paragone con tutti gli altri sport non ha senso, specie con il tennis…..Nadal é (stato) un vincente per grinta e resilienza, oltre ovviamente che per capacità tecniche, Alcaraz lo è perché ha talento, coraggio e sfrontatezza. Direi di attenersi al calcio, dove c’è un minimo comun denominatore legato alla volontà di creare situazioni, di non speculare e distruggere. In questo senso, cresce la fiducia nel propri mezzi, cresce l’ottimismo, non ci si fa ossessionare dagli avversari e da come fermarli. Vedere Bellingham, Saka e Foden impegnati in compiti difensivi estenuanti, certamente colpisce, e non può che aver contribuito a creare un peso, una cappa mentale, a fronte della leggerezza e della sicurezza nei propri mezzi tecnici, a livello individuale e collettivo, che solitamente invece hanno le squadre spagnole.

I tifosi inglesi sono, a livello di nazionale, quello che sono i romanisti a livello di club. Perennemente esaltati ed incapaci di scindere i risultati da quel che si vede sul campo, sotto i loro occhi. L’ Inghilterra aveva tantissimo talento, ma ha deciso di non esprimerlo, e soltanto per caso (e per il suddetto talento individuale) è giunta fino alla finale. Kane consueto gatto nero, se non vince neanche l’anno prossimo gli suggerirei il ritiro…..😀

Ma veramente riportate Criscitiello? É un frustrato provinciale (avellinese), lo Ziliani del Napoli. Un ossessionato vero. A Napoli le sue uscite costituiscono solo materiale di scherno e insulti, può credergli giusto la madre.

Era, ed è, una questione politica. A tutti i livelli. Ma non è questo l’argomento della discussione, che è la scelta del Real di non partecipare al Mondiale per club, una volta appreso che i premi sono troppo bassi. Scelta legittima, ma vedrete che non si ritireranno se non in numerosa compagnia. Sarebbe un danno di immagine enorme, per i madridisti.

E se la creassero. A lungo andare verificheremo sul terreno dei fatti se la gente vuol vedere Real-Manchester in sé e per sé, o una finale / semifinale di Champions League tra Real e Manchester (che è un’altra cosa).

No. E infatti dovrebbero avere gli attributi, e non parteciparvi. É una questione politica. Ed è un altro discorso.

Ma assolutamente non l’ho interpretata così. Però il concetto mi sembra abbastanza chiaro: se una partita vale “X” (lasciamo stare ora la cifra, e se è una boutade o meno), stai introducendo il concetto di cachet. Perché Ancelotti non può non sapere che questa frase ha un senso, solo se interpretata in QUESTO senso. Una partita del Real nei gironi eliminatori di Champions, vale “X” SIA perché sei il Real (quindi, inserisco il bacino di interesse globale), SIA perché sei nei gironi eliminatori di Champions. Se però sei in Conference League, vale di meno. Non è che se il Real dovesse fare la Conference, potrebbe chiedere i premi stabiliti per la Champions. Io che sono tifoso del Napoli ho piacere a vedere giocare il Real in Champions, in Liga contro Barcellona o Atletico, mica se gioca in Conference, o in amichevole contro il Kawasaki. Peccato che l’amichevole col Kawasaki sia, però, quella che (probabilmente) “rende” di più, e al minor costo (di impegno tecnico, fisico, tattico). E perché rende di più? Non perché sia un evento tecnicamente importante o spettacolare, ma in quanto esistono delle convenienze economiche a portare il calcio a certe latitudini. Ma, ripeto, questo è calcio. Se Albano può anche tarare in un certo modo il suo cachet perché in Russia lo pagano di più (faccio un esempio), perché è un cantante, il Real partecipa a competizioni sportive, e il valore delle sue gare è ANCHE tarato sul prestigio delle stesse. Per cui, se il Real ritiene di essere “larger than life (mondiale per club)”, ci sta che non partecipi, per carità. Poi però sarebbe alquanto imbarazzante (a mio parere) vederlo giocare, in quello stesso periodo, contro Al Hilal e compagnia bella…….

No. Non puoi saperlo. Non in competizioni dove è prevista l’eliminazione progressiva.

Ma è un discorso che puoi fare se, privatamente, metti in cartellone un evento organizzato per conto tuo, e ad esempio garantisci la presenza dì Bellingham, Mbappe e così via (che ovviamente giochicchieranno svogliatamente). Altrimenti, il prossimo anno il Real dice “alla Champions non partecipo, pago Mbappe 100 fantastiliardi, é nella sigla della manifestazione, quindi per me i premi vanno raddoppiati”……che ragionamento è…..

Ma infatti il Real ha tutto il diritto di non andarci, se non lo ritiene conveniente o remunerativo. Gli spunti di riflessione del mio messaggio originario erano due: 1) quanto vale un torneo al quale le squadre minacciano di non andare se non pagate abbastanza? 2) come si fa a fissare un “prezzo cachet” prescindendo dal contesto, quindi dal torneo a cui si partecipa, il prestigio, la tradizione, gli avversari…..? E che deriva ci aspetta, con tali ragionamenti?

Quando le Tv comprano i diritti, comprano la Champions League, i Mondiali, non le partite del Real, dell’Italia o del Brasile. La cornice ha la sua importanza, ed è l’evento sportivo a determinare chi è il migliore. Se il Real pensa che le sue partite valgono 20 milioni, si iscrivesse al campionato arabo.

Poi verificheremo sul campo la credibilità di un torneo in cui i grandi giocatori (tipo Mbappe) non potranno neanche essere sfiorati dai difensori, perché altrimenti salta tutta la sceneggiatura di Netflix…….

Scusa, ma il problema non è nel decidere di non partecipare perché il torneo appare poco remunerativo (questo ci sta), ma nel fissare un cachet minimo per partita, a prescindere da come giochi, dove giochi e contro chi giochi (quindi, prescindendo dal contesto). Ma questi chi si credono di essere, il centro del mondo? Per fortuna, il calcio è ancorato a leggi del tifo che non funzionano come per cinema o musica, dove quello che le major vogliono, diventa una hit…..anche se Mbappe passa al Real, un tifoso del Bayern resta tifoso del Bayern, o della Juve, o del Napoli.

Non sono d’accordo. Se i club vogliono quasi tutta la torta, si creassero gli eventi da soli, come sta facendo Mike Tyson. Poi, già che ci sono, decidessero anche i risultati, il numero dei goal, l’andamento delle partite, a beneficio di Netflix (come nel wrestling). Il prestigio dell’evento deve precedere (attenzione: non “sostituirsi a”) quello dei protagonisti. Una semifinale di un Mondiale non vale di meno perché vi arriva il Marocco.

Assolutamente si, ma nello sport il cachet deve dipendere da quanto ti impegni, da quanto sei prestazionale, dai risultati, insomma. Cosa vuol dire “una partita del Real vale 20 milioni di Euro”? E su…..

Si, ma cosa vuol dire che una partita del Real vale 20 milioni? E se gioca da cani, schierando le riserve? Un po’ come i cantanti che si intascano il cachet, e poi si presentano sul palco strafatti, ubriachi e steccano. Una partita del Real vale quanto lo spettatore (allo stadio, o in Tv) è disposto a pagare, e questo dipende anche dal contesto di riferimento, dal prestigio del torneo. Una gara del Real in Champions vale X perché è Champions, altrimenti dovrebbero chiedere 20 milioni anche per le amichevoli infrasettimanali……