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Ronnie O'Sullivan

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  1. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Ho trovato questo articolo molto ben scritto; non concordo su ogni singolo aspetto, ma trovo condivisibile la tesi di fondo... Personalmente non ho mai fatto il tifo per uno dei tre; ma ammetto di aver sempre avuto una leggera simpatia e preferenza per Rafa, una preferenza netta per il gioco di Federer, una leggera antipatia per Nole. Djokovic, destinato a essere il più cattivo. «Voi occidentali non potrete mai capire»diMarco ImarisioL’infanzia sotto le bombe, l’ossessione per il cibo: non aveva niente, si è preso tutto (ma vorrebbe essere amato, forse)Novak Djokovic, nato a Belgrado nel 1987, numero uno del tennis mondiale. È sposato, ha due figliL’ insegna luminosa della libreria russa di Parigi è una dichiarazione di principio al neon. Giallo e azzurro, i colori della bandiera dell’Ucraina. Su un tavolo all’ingresso, sono disposti alcuni tascabili dalla copertina color granata, editi dalla Louison, la casa editrice fondata dalla proprietaria Natalia Turine, che le ha dato il nome con il quale i francesi chiamavano la ghigliottina. «Mi piacciono i personaggi e le storie disturbanti», la sua filosofia ridotta in sintesi. All’improvviso, quella sensazione che si avverte quando si vede qualcosa che non dovrebbe esserci, che sembra stonare in quel contesto. Come se fosse fuori scala, come se urtasse l’occhio e gli altri sensi. La collana si chiama Dissidenti. «Una collezione di brevi saggi biografici dedicati a scrittori, cineasti, musicisti e artisti radicali». Così si legge sui risvolti di copertina.Il suo biografo, intellettuale contestato«Spingendo o superando i limiti dell’accettabile, hanno aperto nuove strade. Nonostante vite a volte turbolente, questi anticonformisti sono esempi per il nostro tempo». Il primo volume è dedicato al grande fotografo Helmut Newton. Il secondo a Bob Dylan e alla sua capacità di essere al tempo stesso così distante eppure così presente. Poi un tributo a Guy Debord, il filosofo del situazionismo. Luchino Visconti, sovrano e cacciatore. L’applauso finale di Rainer Werner Fassbinder, il più maledetto dei registi cinematografici. L’ultimo libro della serie è il dettaglio in apparenza fuori posto, il tassello di colore diverso che stupisce. Sulla copertina hanno messo quella foto che lo ritrae con lo sguardo perso e l’aria sfatta, scattata nel gennaio del 2022 in Australia, tra un arresto e l’altro, poco prima di finire ancora in cella. Djokovic, il rifiuto . L’autore è Patrick Besson, uno dei più prolifici scrittori francesi, intellettuale di sinistra, bastian contrario in servizio permanente. Al tempo delle guerre in Jugoslavia firmò il libello Contro i calunniatori della Serbia , che comprensibilmente non fu ben accolto dalla critica.L’oscura paura e il bando dalle nazioni sportiveLeggiamo, con qualche cautela. « Ha detto no, come un bambino. In fondo da quando ha sei anni non trascorre la sua vita a giocare? Da quale oscura paura, da quale mania infernale è venuto fuori quel rifiuto che lo ha messo al bando da tutte le nazioni sportive? Lui che fin dall’inizio della sua carriera cerca in tutti i modi di essere amato. Con i suoi vani baci alla folla, che lo amerà sempre meno di quanto ha amato Federer, e lo detesta almeno quanto ha detestato Ivan Lendl». Novak Djokovic disturba. Su questo non ci sono dubbi. Nell’Olimpo dello sport non è mai esistito un personaggio così polarizzante. E se vogliamo, così bipolare. Perché sono vere tutte e due le cose, il suo bisogno evidente di essere amato, e la sua costante pulsione a fare in modo che ciò non avvenga, quasi fosse obbligato a seguire il richiamo di una identità che lo costringe all’isolamento, all’incomprensione. Un dissidente contro la propria volontà, l’alfiere di una minoranza che cerca costantemente il plauso della maggioranza. È una condizione paradossale che lo rende schiavo di se stesso, di una forza e di una debolezza derivanti entrambe dalle proprie radici.Lo sfottò al re dal numero 65Il video in cui un bambino di sei anni dice con voce chioccia che diventerà numero uno del mondo non è un tenero ricordo riproposto dal web a ogni sua vittoria, ma un reperto storico, la prima prova del suo Dna. Roland Garros 2006, quarti di finale. Perfetto sconosciuto, o quasi. Rafael Nadal, già re indiscusso della terra rossa, è avanti 6-4 6-4 sul Centrale. L’avversario è numero 65 del mondo, tutti sanno che promette molto, ma chissà. Gli inquadrano una scarpa, la regia parigina ama i dettagli. Con la biro blu ha scarabocchiato “Nole” sulla tomaia bianca, a dimostrare di non avere nulla in meno del campione già affermato, come dimostra il nomignolo Rafa ricamato sulle Nike. Djokovic si ritira per il mal di schiena. Conferenza stampa. «Peccato, avevo la sfida in mano. Nadal si batte senza problemi». Incredulo, lo spagnolo replica con una alzata di spalle. «Non so che partita abbia visto ma se lo dice lui va bene così».La copertina di «I tre. Federer, Nadal, Djokovic e il futuro del tennis», il libro in cui Sandro Modeo ricostruisce l’attuale età dell’oro del tennis (66thand2nd)«Non potrete mai capire»L’anno seguente, a Wimbledon, nel tempio di un tennis estatico per aver trovato la rivalità necessaria ad accendere i motori del business, all’ingresso in una dimensione globale, Bird-Johnson, Senna-Prost, Messi-Ronaldo, e infine Federer-Nadal, il ragazzo serbo con i capelli a spazzola non si inchina come fanno gli altri, sconfitti in partenza. «Certo che li batterò. E lo dico. Dovrei masticare le solite ipocrisie e dire che sono irraggiungibili? Io li voglio prendere». Due mesi dopo, a Montreal, diventa il secondo tennista di sempre a sconfiggerli nello stesso torneo. «Coraggio Roger, non puoi mica vincere sempre» dice mentre alza la coppa davanti a un pubblico ostile per aver assistito alla caduta dei suoi due eroi. Il Genio svizzero gli rivolge uno sguardo severo. Per i quindici anni seguenti il suo ruolo e il modo in cui verrà percepita la sua figura rimarranno quelli.I GENITORI DORMIVANO IN AUTO QUANDO LO ACCOMPAGNAVANO AI TORNEI. RESTA IL DISSIDENTE CHE ASPIRA AL MAINSTREAMLa famiglia Djokovic: da sinistra, la madre Dijana, Novak, il fratello Djordje, il padre Srdjan e la moglie di Novak, Jelena (foto Andrej Isakovic/Afp/ via Getty)Novak è il dissidente, lo sfidante di una diarchia che incombe, ma al tempo stesso è un ribelle che aspira al mainstream , il più conformista dei controcorrente. Il mistero di Djokovic risiede proprio in questa convinzione nei propri mezzi, nella sovrannaturale fiducia in se stesso che talvolta sconfina nell’arroganza? «Voi occidentali non potrete mai capire» dicevano l’anno scorso i giornalisti serbi suoi amici durante una pausa sigaretta fuori dai sacri cancelli di Wimbledon. I più vecchi di loro abbassavano gli occhi, facendo un teatrale riferimento alle sofferenze passate.Aver provato la guerra e la pauraOrmai è un luogo comune. Ogni volta che si assiste a una sua rimonta, come accadde nel 2021 a Parigi contro Lorenzo Musetti e Stefanos Tsitsipas, come l’anno scorso a Wimbledon ai danni di Jannik Sinner, ogni volta che il suo sguardo viene preso da una strana fissità che significa «io adesso non sbaglio più una palla, battimi se ci riesci», quello sguardo che tanto timore incute nei suoi colleghi, nelle chat dei commentatori-aficionados di tennis ricorre sempre la stessa frase, con variazioni minime. «Non è un giocatore, e il Dio della guerra». Oppure il figlio, oppure il signore. Ma sempre un prodotto bellico, che deriva dall’aver provato quella esperienza e quella paura sulla propria pelle. La differenza con Nadal, che pure è dotato di un simile furore agonistico, forse solo meno razionale, è proprio nell’esperienza di vita. «Un boato assordante mi fece tremare il letto, un frastuono di vetri rotti veniva da ogni direzione, da ogni stanza della casa. Le sirene antiaeree urlavano nel cuore della notte, la casa era immersa nel buio. “Nole, Nole” gridò mio padre, “prendi i tuoi fratelli, uscite da qui”. Mia madre era stata scaraventata contro il radiatore, aveva sbattuto la testa ed era svenuta. Papà stava accanto a lei, piangeva e ci urlava di scappare nel rifugio e di metterci in salvo». Belgrado, 24 marzo 1999, la prima notte di bombe.Novak Djokovic a 6 anni nel video in cui dice che diventerà numero uno al mondoSerbia in purezza, nient’altroQuei ricordi fanno parte di quel che è diventato sul campo. Gli insulti sui social e le frasi crudeli sul suo “clan di zingari” che ancora oggi si sentono in giro, non tengono mai conto di ciò che è stato. Quando difende un padre talvolta impresentabile con le sue sparate alcoliche, con i suoi insulti agli avversari, sta solo mostrando riconoscenza. Srdjan e Dijana Djokovic non sono nati ricchi. Gestivano una pizzeria per conto terzi in una località di montagna. Hanno dormito in macchina quando seguivano il figlio nei tornei giovanili. Per lui hanno contratto debiti, sono finiti in mano agli usurai. «Prendevamo denaro in prestito da alcuni e li rimborsavamo chiedendone ad altri». Non sono borghesi come i Federer, non hanno il curriculum sportivo e imprenditoriale dei Nadal. I Djokovic sono meno presentabili, forse. Ma la loro storia è simile a quella di tanti peones della racchetta senza alcun quarto di nobiltà. Goran Djokovic, lo zio di Nole che rappresenta la parte più dialogante e raziocinante del clan, ripete spesso che il nipote è «Serbia in purezza, nient’altro che questo».WIMBLEDON, 14 LUGLIO 2019: PUBBLICO SOTTO CHOC. LUI FA UN SORRISO DI SFIDA A QUEGLI SPALTI IN LUTTO PER FEDERERNovak Djokovic ha chiuso per 7 volte la stagione come numero uno al mondo: nel 2011,2012, 2014, 2015, 2018, 2020, 2021Sentimenti ruspanti: Novak è l’uomo del popoloEsiste anche una spiegazione etnica, che i media di Belgrado sostengono con un certo orgoglio. Secondo loro, Novak è l’uomo del popolo, perché come nessun altro possiede la caratteristica tipica della gente serba di animo e sentimenti ruspanti. Quella smisurata sicurezza in se stesso che emana da ogni suo gesto, difficile da capire per chi osserva con mentalità “borghese”, è invece un segno distintivo immediatamente riconoscibile per chi viene dal basso della società balcanica. È una tracotanza che deriva dalla mancanza di tutto il resto. Quando hai poco o niente, ti resta solo la convinzione di essere comunque superiore e imbattibile, di avere sempre e comunque ragione, di essere l’unico e infallibile giudice di te stesso. Senz’altro un superpotere, che nasconde però un buco nero, nel quale Djokovic è caduto spesso. La certezza intima di essere sempre nel giusto, di non sbagliare mai, conduce a una fatale sottovalutazione degli eventi, di quel che gravita intorno. E spesso si tramuta nell’illusione di convincere il mondo intero delle proprie ragioni. Anche quando si basano su un libertarismo alquanto peloso e su astrusità parascientifiche in odore di new age, come accadde con la battaglia antivaccinale del gennaio 2022. Talvolta, peggio ancora, Nole scivola nell’ossessione, tra infiniti tormenti interiori.Quando decise di nutrirsi di semiFu proprio lo zio Goran a rivelare a qualche addetto ai lavori che dietro la crisi del biennio 2016-2017 si celava un tremendismo alimentare che di sottrazione in sottrazione lo aveva portato a rinunciare sia alla carne che al pesce, a nutrirsi di semi. Toccò a lui il tentativo di riportare il nipote sulla via di una alimentazione più consona a uno sportivo di alto livello, che unita alla cura anche qui maniacale del proprio corpo, lo ha riportato a dominare il tennis contemporaneo come nessun altro ha mai fatto. Siamo arrivati quasi in fondo, scrivendo quasi solo di lui. Ma non è possibile farlo oltre. Nel suo recente e bellissimo I tre , forse lo studio più approfondito mai pubblicato sull’attuale età dell’oro tennistica, il nostro Sandro Modeo ha la felice intuizione di raccontare la sacra Trinità Federer-Nadal-Djokovic come una unica creatura, qualcosa di inscindibile nelle sue parti. E così facendo arriva in modo limpido alla ragione decisiva che rende Djokovic una sorta di alieno, un caso unico nella storia dell’intero sport, che a qualunque aspirante GOAT, Greatest of All Time , a qualunque sua leggenda, ha sempre riservato amore e incenso, e non una avversione condivisa non solo dagli appassionati di tennis.Novak Djokovic il 29 gennaio 2023 bacia la coppa del decimo titolo dell’Australian Open, una vittoria che lo ha riportato al numero uno del ranking mondiale (Afp)Il rifiuto della vaccinazione anti CovidCerto, la causa della sua popolarità non è stata aiutata da quanto abbiamo elencato finora, e il rifiuto della vaccinazione gli ha senz’altro alienato i favori della maggioranza che magari sa poco di tennis ma ha dovuto conoscere e fare fronte a una pandemia. Ma il peccato originale rimane quello di avere scompaginato i piani e le aspettative del mondo intero, che ormai si era adagiato «sulla perfezione platonica e materiale» della rivalità Roger-Rafa, entrambi amatissimi, entrambi complementari, perfetti anche negli stili differenti, che saziano sia gli esteti che i lottatori. Djokovic ha la colpa di avere rotto una simmetria, come scrive Modeo, mandando in frantumi l’armonia tra lo Ying e lo Yang del tennis della quale tutti ambivano a essere sudditi felici. Fino ad arrivare al regicidio del 14 luglio 2019. Alla finale di Wimbledon che mise fine alla vita sportiva di Roger Federer, il più amato. Quinto set. Roger serve due aces consecutivi dal quindici pari. Il punteggio dice 8-7, 40-15. La folla del Centre Court è in delirio. One more point . Ancora un punto, uno solo. E poi il destino si sarebbe compiuto, così come lo immaginava il mondo intero, con il Genio che compie l’impresa più bella, così grande che avrebbe chiuso ogni discussione sulle gerarchie della storia del tennis. Sappiamo come è andata, invece.La sconfitta e le lacrime di RogerQuando Roger ormai sconfitto si avvicina al giudice di sedia per salutarlo, nei suoi occhi si intravedono le lacrime, e si intuisce lo sforzo che sta facendo per reprimerle. Djokovic non tentò neppure di accattivare un pubblico sotto choc. Fece un sorriso di sfida, mentre annuiva con la testa, guardando gli spalti in lutto. Solo per quella volta, nella consapevolezza di avere compiuto il crimine dei crimini, accettò con dignità il proprio ruolo di “cattivo”. Il terzo uomo, quello che non aveva niente e si è preso tutto. Tranne quell’amore che gli viene negato ancora oggi, mentre si prepara a diventare l’ultimo dei Tre. Forse il più grande. Nella sua sofferta complessità, senz’altro il più interessante.
  2. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    ieri a Rio ha giocato un primo set spaziale contro Alcaraz; colpi incredibili da parte di entrambi; poi alla lunga ha ceduto atleticamente. Col braccio che aveva, e ancora ha, Fognini avrebbe potuto vincere molto di più. Carlitos sembra aver ripreso da dove aveva lasciato.
  3. Anch’io, che l’ho sempre ammirato; ma l’altra sera ho visto Modric fare il Professore e salire in cattedra ad Anfield; classe 1985. E’ vero che sono ruoli e giocatori diversi, ma entrambi sono accomunati da tre caratteristiche: • un fisico leggero (che ad una certa età aiuta molto); • una tecnica mostruosa, che non invecchia; • un’intelligenza calcistica da fuoriclasse. Se ha voglia, e pare averne, minimo un’altra stagione, oltre a questa, la può fare ad alti livelli. Centellinato, ovviamente. Ah: in aggiunta a quanto sopra: al contrario dei bamboccetti finti fenomeni, è uno che nelle partite importanti alza il livello. Come Modric.
  4. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    ...e ieri lo Stramboide era in versione "tutt'apposto"; infatti Sinner ha fatto un mezzo miracolo a vincere il primo; poi l'altro ha giocato due set semplicemente spaziali; solo Djokovic lo può contrastare sul cemento o sul veloce indoor quando gioca così. Oltre ad esser solido, ha grande manualità nei colpi di rimbalzo, TUTTI, e ti mena per il campo con variazioni di ritmo, di traiettoria, di rotazione, di angoli. Gioca quattro metri dietro la riga di fondo e non lo riesci a sfondare; il colpo successivo si piazza a rispondere dentro la riga e ti anticipa con un winner di rovescio, oppure ti piazza una palla quasi piatta di dritto tra i piedi, centrale a venti cm dalla riga. La sua palla non ha la pesantezza di quella di un Wawrinka, ma è molto veloce e quasi piatta, rimbalza pochissimo, di sfugge; di rovescio ha uno slice velenoso, e coperto riesce indistintamente a giocarlo lungo in top, lungo scarico, strettissimo; ha grande facilità nel cambiare in lungolinea. Quando si mette dietro, pur essendo 1.98, ti butta di qua tutto, facendoti spesso giocare fuori equilibrio; ha un servizio micidiale. Tatticamente - e NON solo - è MOLTO intelligente, sa come entrare nei tuoi schemi e, soprattutto, nella tua testa. Insomma, non è una vergogna perdere contro un Medvedev in forma. E ribadisco che i miglioramenti di Sinner mi paiono evidenti, continui. Tra i più giovani, vedo lui, Alcaraz e Rune come futuri top 3; fra quelli di mezza generazione più grandi, Medvedev su tutti, poi Tsitsi e Zverev.
  5. Sì può essere critici su tutto, dalla proprietà, alla struttura dirigenziale; dalla squadra, all’allenatore. Ma se c’è una cosa LOGICA da fare in questo momento difficilissimo, è quello di darsi micro-obiettivi. Se non vi va bene nemmeno questo banale concetto, è perché siete prevenuti e frustrati; lo sono anch’io, ma non fino al punto da criticare anche per un’ovvietà.
  6. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Per me non è stato solo un problema fisico, ma anche tattico e soprattutto mentale. Sinner ha prodotto uno sforzo enorme nel primo set per sottrarsi alla ragnatela dello Stranboide (cit.), poi ha pagato lo sforzo, semplicemente perché non in grado di reggere alle continue insidie. Forse doveva provare ad accorciare gli scambi, forzando maggiormente il dritto, avanzando appena possobile, provando ad uscire dalla diagonale di rovescio, colpo in cui è molto forte, ma col quale l’avversario l’ha portato troppe volte a spasso per il campo, in virtù di una maggiore sensibilità nelle variazioni di ritmo. Buon torneo comunque, da parte di Jan il rosso, la cui crescita è costante ed evidente.
  7. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Ci penso, ma non sono alla tua altezza letteraria, anche se a scuola ero bravo a fare i temi 😁. Continua a scrivere QUI, intanto; ti assicuro che leggere i tuoi post è una GODURIA, mix di competenza, passione, fantasia e penna raffinata difficile da trovare. Con sincerità. simone
  8. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Porque? Porque? Porque?
  9. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Anche visto dall’interno il ragazzo è ritenuto presuntuosetto; e come spesso accade, presunzione e insicurezza, pur paradossalmente, vanno a braccetto. Ma è giovane e straordinariamente talentuoso; e per niente stupido. Ci si può lavorare sull’atteggiamento. Conditio sine qua non sono la sua volontà e uno staff adeguato allo scopo.
  10. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Il Rovescio di Dio non era in gran giornata (e forma), ma fiòi…. Yan il Rosso fa veramente paura… Non l’ha lasciato giocare; velocità (di gambe e di esecuzione) insostenibili per Stan.
  11. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Sinner sta limando i difetti e accentuando i pregi; ora riesce perfino a rispondere piatto in anticipo, non solo di rovescio, ma anche di dritto; l'avevo visto fare la stessa cosa nel tiebreak (decisivo) del primo set contro il serve&volleyer Cressy. Ad un occhio profano può essere un dettaglio, ma implementare nel gioco di Sinner la risposta di dritto anticipata sui piedi dell'avversario è un plus fondamentale per un giocatore che deve avere il focus sul vincere i major ed entrare stabilmente in top 5, anzi: nei primi tre; perché io vedo Sinner fra i primi tre al mondo a breve, con Alcaraz e Rune. L'Apollineo greco è uno splendido giocatore, ieri probabilmente in giornata no al servizio (e non solo), certamente messo in confusione dal gioco di PRESSIONE a 360 gradi di Jan pel di carota, ma rimane una lacuna nel suo gioco che se non colma, almeno in parte, gli impedirà di essere un fuoriclasse a tutto tondo: il ROVESCIO; è un colpo stilisticamente bello da vedere, a volte ti tira dei vincenti, specie lungolinea, clamorosi, ma manca terribilmente di CONSOSTENZA e SOLIDITA'. Per me dovrebbe sfanculare papà e mammina ed affidarsi ad un coach VERO, ma da certe dinamiche familiari è molto difficile districarsi; serve coraggio. Quanto al Wizard, permettimi di non entusiasmarmi per la sua scelta di andare in sudamerica a giocare in comfort zone, invece di sporcarsi le mani sul veloce indoor europeo. E' una delle tante sue scelte che mi lascia perplesso sul suo carattere.
  12. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Dal divano segnalo un godurioso Bublic vs Wawrinka ad Amsterdam ora in diretta.
  13. Ronnie O'Sullivan

    NFL Season

    esercizio di narcisismo l'autoquote, ma confermo quanto scritto qualche giorno fa...
  14. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Ciao Bro, è chiaro che i target per un giocatore come Sinner devono essere i Masters 1000 e soprattutto gli Slams - e lo sottolineo, perché la stessa differenza che passa tra un 250 e un 1000, esiste tra un 1000 e uno slam 3 set su 5 con la storia che c'è dietro - ma ieri si giocava un...250, e per logica non gli si poteva chiedere di vincere un mille...; per giunta, l'ha vinto dominando l'intero torneo e anche la finale, contro un avversario ostico, che non è stilisticamente, né tecnicamente impeccabile, ma serve da boscaiolo e poi, tutto d'un tratto, abbandona l'accetta, impugna il fioretto e ti piazza una demi-volée corta che muore dopo la rete, oppure profonda che ti costringe alle acrobazie. Per giunta, Cressy veniva da una semifinale in cui aveva superato, sia pure al tiebreak del terzo, il vichingo caliente come un latino che a mio parere sarà a breve top 5. La finale l'ho vista in replica ieri sera; il turning point è stato il tie-break del primo set, dove Yannick si è messo all'improvviso a rispondere molto più vicino al campo; questo ha provocato un doppio fallo di Cressy e due risposte che hanno tolto il tempo al battitore franco-americano e di fatto deciso il primo set e la partita, che nel suo complesso è sempre stata sotto il controllo dell'altoatesino. Sinner è migliorato tantissimo nel suo essere "giocatore" a 360 gradi negli ultimi dodici mesi, e questo a prescindere dai risultati, a volte condizionati dai dettagli (vedasi quarti con Nole a Wimbledon e con Alcaraz a FM); a livello tecnico (servizio in primis, ma anche variazioni), tattico, mentale, ma SOPRATTUTTO fisico; ha messo su un po' di massa, senza perdere la grandissima velocità di gambe di esecuzione che gli è sempre stata connaturata; un altro paio di kili ed è pronto per vincere un Major; sono molto fiducioso in tal senso.
  15. Bellissimo l'hockey...peccato non si veda il disco... PS Scusate l'OT, ma "in tutta Europa la situazione è seria, ma non drammatica; tranne che in Italia, in cui è drammatica, ma non seria" (CIT.)
  16. Tranquillo Bro, per noi veneti/veronesi lo siete eccome, vi consideriamo cugini Su "loro" mi taccio per (in)decenza... PS Comunque, ad onor del vero, ho un vecchio amico altoatesino, ex compagno di Economia, che è tifosissimo del Bayern; e pur io non nutrendo alcuna simpatia per i bavaresi, per "colpa" sua li seguo in tv quasi in ogni match...
  17. Ma l'avete letta la composizione del Collegio di "Garanzia"? Avete letto la provenienza? Ma soprattutto: avete letto i curricula e i post lasciati in rete qua e là nel tempo?
  18. Non per voler soffiare su un lucignolo fumigante (semi cit.), ma per vostra informazione, vi invito a leggere qualche FATTO riportato da un mio amico, che qualcuno di VS certamente conoscerà, a questo link... https://m.facebook.com/massimiliano.mingioni/posts/pfbid02XeAGoWtTi7RGrfkV4UQX72cde2q9MmohhQE5xdqDiuaKfw3DeFvpcFXnxm4eZ2K5l?notif_id=1675441769107804
  19. Ronnie O'Sullivan

    NFL Season

    E' vero che serve anche il pizzico di fortuna per tirare la zampata decisiva; ma guarda caso...con due fuoriclasse nel ruolo di QB, 5 SB, 5 vittorie; con un'ottima squadra, ma senza QB o con un QB mediocre, l'ultima yard non la fai. Per questo io non disdegnerei affatto un paio di anni di Aronne... in attesa di capire se e come rientra Lance; non puoi puntare oggi su Purdy titolare per la prossima stagione. Sul Super Bowl, faccio fatica a sbilanciarmi; Philly mi sembra complessivamente più forte, ma continuo a pensare che Mahomes sia un fuoriclasse epocale; io di così forti, almeno potenzialmente, non ne ho MAI visti; per rimanere ai due giganti dei Niners da te nominati, mi pare abbia il genio di Joe Montana con il braccio e le gambe di Steve Young. Pronosticare contro Mahomes faccio fatica...
  20. Ronnie O'Sullivan

    NFL Season

    L’INFORTUNIO DI PURDY I 49ers si erano presentati a Philly forti di 12 vittorie di fila, 10 di stagione regolare, 2 di playoff, su Seattle e Dallas. Forse i californiani, per talento complessivo, vantano il miglior organico Nfl. Del resto erano alla terza finale di Conference, della Nfc, in quattro anni. Eppure non hanno mai vinto il Super Bowl, con Coach Shanahan. Gli infortuni negli anni sono stati un fattore, stavolta la sfortuna li ha tolti dalla partita con le Eagles dal pronti via, impedendo loro di giocarsela. Al sesto snap offensivo, con 7’ da giocare nel 1° quarto, Brock Purdy, il quarterback rivelazione, Mr Irrelevant, la matricola ultima chiamata assoluta del Draft 2022, s’è rotto un legamento del gomito destro, quello di lancio. È dovuto tornare sul gridiron per chiudere la partita perché lo sciagurato sostituto, Josh Johnson, dopo averne combinate di tutti i colori è dovuto uscire, inserito nel protocollo commozioni cerebrali dopo aver sbattuto la testa violentemente per terra all’indietro. Purdy non ha potuto più lanciare, se non per distanze minime, dolorante, i 49ers hanno perso 7-31. Il Qb da Iowa State starà fuori almeno 6 mesi. Resta da stabilire se dovrà operarsi, soluzione caldeggiata dalla franchigia, o meno. I tempi di recupero sono comunque quelli: l’intervento darebbe maggiori certezze di risoluzione del problema. PROSPETTIVE 49ERS Avevano già perso i due primi quarterback per infortunio. Trey Lance, il giovane Qb mobile allora immaginato futuro di franchigia, si era rotto la caviglia destra alla seconda uscita stagionale, Jimmy Garoppolo, il veterano quarterback da tasca, si era rotto il piede sinistro nella 13ª settimana Nfl. Insomma, una maledizione. I 49ers saranno "da corsa" anche la prossima stagione. Dovranno provare a ri-firmare almeno qualcuno degli svincolati più illustri, in difesa: il linebacker Al-Shaair, il defensive end Samson Ebukam e la safety Jimmy Ward. Poi c’è da convincere Robbie Gould, l’eterno kicker, tra i più affidabili sotto pressione. Ma il futuro di franchigia passa dalla scelta del quarterback. Purdy guadagna meno di 900.000 dollari, sarà confermato. Garoppolo può invece scegliersi la squadra: merita un nuovo investimento? Perché Lance è un punto interrogativo: se a un Qb che eccelle nelle corse togli l'esplosività atletica… Poi c’è la suggestione Tom Brady: sempre più probabile l’addio a Tampa, e non è detto decida di ritirarsi. È di San Mateo, due passi da San Francisco, attende proposte e con quel talento attorno potrebbe quasi "garantire" il Super Bowl...
  21. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    @ytoong @Godai Scusatemi entrambi per il ritardo, ma non sono giorni facili. Dico la mia al volo: penso che Sinner sia il più forte fra i tre big italiani e che attualmente sia a tanto così da vincere un major. E' un Lendl più che un Becker, con tutti i risvolti tecnici e fisici del caso; non ha la sensibilità di tocco dei giocatori super talentuosi, ma si muove benissimo e possiede due fondamentali, il dritto e il rovescio, che fanno i buchi per terra, per giunta conditi da una rapidità di esecuzione impressionante. Di testa c'è eccome, gli manca solo di mettere in campo un pizzico di cattiveria in più e di acquisire quella fiducia che ti viene quando riesci a superare un ostacolo apparentemente insormontabile, o a tagliare un traguardo agognato; ma per me è solo questione di tempo. Tra le nuove leve, è il giocatore che tecnicamente e come stile di gioco più assomiglia a Djokovic, con le dovute proporzioni. Musetti io lo adoro, perché personifica il mio ideale romantico di tennis; non lo riesco, però, ancora a decifrare del tutto, in prospettiva futura; ha fatto miglioramenti col dritto, che ora riesce a portare con pesantezza di palla; era l'ostacolo tecnico apparentemente più arduo, e invece pare aver risolto la questione; di rovescio è semplicemente celestiale; il repertorio tecnico è illimitato, la sensibilità di braccio e di polso unica nel panorama mondiale; il servizio sta acquisendo consistenza; è stato sempre molto abile nel ricavarne tagli ed effetti (slice e kick), ora sta implementando la potenza, di pari passo al potenziamento e completamento fisico. Rimane l'incognita della testa; a me dicono che abbia un atteggiamento non sempre irreprensibile; non è che non si impegni, o che non sia ambizioso; anzi...però mi dà ancora troppo spesso la sensazione di pigrizia mentale; lo stare, per esempio, troppo lontano dal fondo anche quando fuori dai campi in terra battuta, oppure la poca voglia di soffrire, di mettersi a remare quando c'è tempesta, o il cercare soluzioni alternative quando il piano A non funziona o vi sono condizioni avverse, quasi che tutto gli fosse dovuto in virtù di una elezione divina (e quando ciò non si verifica mette il broncio all'indirizzo degli dei). Non conosco fuoriclasse che, al di là degli atteggiamenti più o meno gentili, più o meno corretti, più o meno esuberanti - che fanno parte dei tratti caratteriali - non sia stato anche umile nel senso di disposto a soffrire veramente e fino in fondo. E per ora Musetti si sta dimostrando più sicuro di sè all'apparenza che nei fatti. Quanto alla questione coach, io ci andrei molto cauto a valutarla in riferimento all'episodio accaduto in Australia; non ne sappiamo praticamente nulla e sono questioni estremamente delicate su cui credo sia scorretto speculare. In linea generale io sono contrario agli allenatori dell'infanzia e adolescenza che seguono il loro prodotto migliore anche nel main tour - per esempio, penso che il padre di Tsitsipas sia dannoso per l'apollineo greco - ma esistono anche evidenze oggettive che sconfessano la mia tesi. Riassumendo: se dovessi puntare su un vincitore slam italiano nei prossimi tre anni, dico Sinner senza nemmeno pensarci un attimo. Dove possa arrivare, invece, Musetti, io non l'ho ancora capito; potrebbe essere il prossimo numero uno, come rimanere fuori dalla top ten. Veramente non ne ho idea. Spero che esploda, perché ha un tennis che mi entusiasma, e forse è proprio per questo che sono abbastanza severo con lui, come mi "rimprovera" bonariamente il nostro Giuàn Clerici Godai. PS Su Nole Djokovic c'è poco da dire: da dieci anni, non da ieri, chi segue per davvero il tennis, sa che il più forte è lui; non avrà i picchi di classe di Federer o i picchi di strapotenza di Nadal, ma nel complesso, all-round, il numero uno è il serbo. Comunque, sarà che ho seguito davvero poco, ma questa edizione dell'AO è stata a mio avviso una delle meno accattivanti che ricordi. Piuttosto soporifera.
  22. Ronnie O'Sullivan

    NFL Season

    Sì, c'è stato qualche errore (anche arbitrale: il primo td di Philly viziato da una ricezione di quarto down inesistente, sulla quale non so perché Shanahan non abbia chiamato il challenge), ma la verità è che non si può giocare una finale di Conference senza il quarterback; e sto parlando del terzo e quarto QB. Un vero peccato, anche se le Eagles sono molto forti e complete, e meritatamente al SB; ma questo si sapeva.
  23. Sono sempre stato contrario - in linea di principio - ai cosiddetti boicottaggi, ma sabato mattina ho disdetto Dazn. E appena mi sistemo col tennis, parte la disdetta anche a Sky. Vadano a fare in qulo.
  24. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Ciao Bro; l'avevo visto e mi ricordo l'avessi segnalato. Mi ha impressionato da subito per il senso dell'anticipo con entrambi i fondamentali - basta vedere come si posiziona sulla riga di fondo - e per la propensione ad andare a rete appena possibile per togliere il tempo all'avversario; a Musetti dovrebbero fischiare le orecchie... Il wizard si è abituato troppo bene a livello junior, quando, in virtù di un talento raro, gli bastava mettersi a tre metri dalla riga di fondo campo, specie sulla terra battuta, per vincere le partite senza correre rischi; ma con i grandi non funziona così...E' un limite mentale, ancor prima che tecnico, che deve superare, se vuole davvero competere ai massimi livelli; perché, per quanto stia crescendo atleticamente, non avrà mai il fisico e la potenza per sfondare tutto e tutti dal fondo, né tanto meno per difendere a oltranza su ogni palla, essendo lui fondamentalmente un attaccante, non un difensore, un creatore, non un distruttore di gioco. Per tornare al ceko, non mi piace, dal punto di vista tecnico, come prepara il dritto; apre il braccio, senza portarlo dietro; ne risulta un movimento breve ma soprattutto poco fluido; se noti ad un certo punto la racchetta pare in stand-by, e lui con l'avambraccio aperto e il gomito alto; eppure, riesce ad essere efficacie e a generare grande velocità, malgrado non esegua un movimento da scuola tennis; di rovescio è impeccabile; raccolto, compatto, parte come una molla. Dal punto di vista fisico, pare nato per giocare a tennis; alto, ma non longilineo; potente, ma non grosso. Si muove benissimo. Avevo già intuito che non sbagliava chi lo riteneva molto, molto promettente; ma non pensavo di trovarlo subito così avanti in un major.
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