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Blackwhite heart

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L'ultima giornata che Blackwhite heart ha vinto risale al 7 Maggio 2016

Blackwhite heart ha ottenuto più mi piace in un giorno nei suoi contenuti!

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Su Blackwhite heart

  • Titolo utente
    Titolare
  • Compleanno 25/03/1968

Informazioni

  • Squadra
    Juventus
  • Sesso
    Donna

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  1. Blackwhite heart

    [Highlights] Lipsia - Juventus: 2 - 3 (Champions 2024/2025)

    senza alcuna logica, non avrebbe senso senza var ma con il var è veramente uno schifo totale !!!
  2. Blackwhite heart

    Commenti dei tifosi del Lipsia

    E' importante che comincia a passare questo messaggio, visto la stampa italiana cosa ha fatto passare invece in questi anni
  3. Blackwhite heart

    Una chicca: inno Juve cantato dai vecchi giocatori

    Emozionante ascoltare e vedere l’inno Juve cantato dai fantastici giocatori. Che caz… immensa calciopoli che ha voluto cancellare una squadra così, impoverendo e affossando definitivamente il calcio italiano https://www.facebook.com/share/v/4nCgVQx5A7CFKHaQ/?mibextid=UalRPS
  4. Chi c’era della Juve al funerale ?
  5. Blackwhite heart

    Ci ha lasciato il piccolo grande tifoso bianconero Ronesio

    Guarda sono cattolica ma se c’è una cosa che mi fa dubitare sono proprio queste tragedie
  6. Lo dicesse appunto un tifoso atalantino ma detto dai falliti per antonomasia fa veramente ridere
  7. Blackwhite heart

    Che impatto di Samuel Mbangula!

    Ho finito i mi piace ma veramente di certi commenti stupidì di mercato se ne può fare a meno, godiamoci questo super ragazzo !
  8. Blackwhite heart

    Seedorf racconta Del Piero: "Era disumano"

    Ehmm io rileggerei
  9. Blackwhite heart

    Seedorf racconta Del Piero: "Era disumano"

    𝗖𝗹𝗮𝗿𝗲𝗻𝗰𝗲 𝗦𝗲𝗲𝗱𝗼𝗿𝗳 𝗽𝗮𝗿𝗹𝗮 𝗱𝗶 𝗗𝗲𝗹 𝗣𝗶𝗲𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗦𝗲𝗿𝗶𝗲 𝗔 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝗶 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗶. "La serie A non è quella che vedete oggi, è quella che il mondo ha conosciuto fra gli anni 90 e la metà degli anni 2000, un posto in cui solo i più forti riuscivano a imporsi e in cui almeno 7-8 squadre erano serie contendenti al titolo. Persino la lotta per la UEFA era infuocata. In questo grande palcoscenico Juventus e Milan si contendevano il titolo e spadroneggiavano ovunque. Le gare con la Juventus erano molto sentite, nel corso del tempo noi avevamo avuto Dida, Maldini, Nesta, Cafu, Gattuso, il sottoscritto, Kakà, Inzaghi, Shevchenko, loro avevano Buffon, Thuram, Ferrara, Montero, Nedved, Camoranesi, Trezeguet, DelPiero. Proprio a proposito di quest'ultimo Carlo Ancelotti era molto preoccupato. "Nedved va fermato con le cattive, Camoranesi con la tattica, Del Piero dovete inventarvi qualcosa, ma state attenti". Il mister lo conosceva bene e negli allenamenti alla Juventus lo aveva descritto come disumano, un aggettivo che considero riduttivo. Io e Alex siamo amici da un po', c'è rispetto reciproco perché apparteniamo allo stesso tipo di calcio, così diverso da quello attuale, così profondamente più vero. Dico sul serio: c'è una grande differenza. In vista delle gare contro la Juventus gli allenamenti raddoppiavano e restavamo fino a tarda serata, con i difensori, a capire come neutralizzarli. Sapevo che la Juventus faceva la stessa cosa. Allenamenti in serata o cene di squadra in cui si parlava di lavoro e delle strategie di marcatura. Sapevo che ad Alex non serviva alcun allenamento, avrebbe potuto presentarsi in gara in ciabatte dopo aver passato una settimana a girarsi i pollici e avrebbe comunque giocato come sapeva, da fenomeno qual era. Durante uno dei tanti nostri scontri Ancelotti mi diede il compito di marcarlo a uomo. "Mister, così non posso arrivare al tiro come vuole". "Clarence, del tiro non me ne frega niente, rimonta Del Piero. Non devi per forza segnare ogni volta". Fu una partita dura. Del Piero giocò trequartista, un ruolo non suo, ma stargli più vicino non so se potesse essere considerata una cosa positiva o una maledizione. Dopo una palla persa da Pirlo al limite dell'area partì un loro contropiede. Del Piero aggirò il mio movimento con una finta di corpo, andai a vuoto e lo rincorsi per una ventina di metri. Mentre stavo per raggiungerlo servì l'assist decisivo. Furono i novanta minuti peggiori della mia vita calcistica, quelli passati attaccati ad Alessandro Del Piero. Quando lo rivedo i miei primi pensieri vanno ai nostri scontri e a quanto fosse inverosimilmente forte palla al piede". Clarence Seedorf
  10. Blackwhite heart

    Juventus - Next Gen 4-0, commenti post partita

    La gente che lo fischia non aiuta !! Ma è possibile che ci facciamo del male da soli ? ma avete idea di quanto incide il tuo tifo che diventa contro nelle prestazioni di qualunque sportivo ? Vi vantate di trascinare la Juve tifando senza pensare a come affossate un giocatore fischiandolo, facciamo il gioco degli avversari !!
  11. Blackwhite heart

    La Juventus sbarca su WhatsApp channel

    Fatto e dice 1 milione di iscritti 💪
  12. Blackwhite heart

    (Video) Il 2° giorno di allenamenti alla Continassa

    Il poco intelligente https://it.wikipedia.org/wiki/John_Elkann
  13. Blackwhite heart

    Peruzzi e l'importanza spesso dimenticata di chi non gioca

    Spesso ci si scorda che le "riserve" servono spesso anche da uomo spogliatoio e possono essere devastanti o invece una colla di unione. Tra chi crea gruppi contro perchè non gioca, chi s allena con superficialità, chi fa il depresso e chi invece si allena con più grinta per entrare, chi fa gruppo, chi è sempre pronto può esserci la differenza tra una stagione vincente e un gran casino. La magia degli sport di squadra "Non è che avessimo bisogno di stimoli, Berlino all’orizzonte ne scatenava di continuo,e di bellissimi, però ogni tanto da questo punto di vista il gruppo cercava un aiutino. Sentiva la necessità di autoalimentarsi con i sogni e con il divertimento, e in questi momenti Peruzzi diventava la nostra colla. C’erano le figurine, c’era l’album, lui rappresentava il punto di congiunzione. Rendeva omogeneo il racconto. Lo adoravano tutti, nel ritiro della Nazionale. Non volergli bene sarebbe stato il peggiore dei peccati, una mossa controproducente ancora prima che irriverente. Un omone dal cuore dolce, Angelo di nome e di fatto. Buonissimo, alla mano, un fenomeno in porta che, pur essendo il secondo di Buffon e non avendo spazio in quel Mondiale, non perdeva mai l’allegria. Contagiosa, irrinunciabile. Un talento incredibile sul campo, un tesoro senza prezzo fuori. Il nostro moltiplicatore di stimoli. Quando la tensione rischiava di abbassarsi, lo mettevamo in mezzo, e lui stava sempre al gioco. Alcuni compagni nei momenti liberi pescavano nel laghetto del ritiro, ogni tanto lui li riprendeva, un po’ serio e un po’ no: «Facile così, ragazzi. A questi pesci basta dare da mangiare, sono ammaestrati, è chiaro che poi si lasciano prendere con l’amo e la canna». Loro, facendo finta di reagire male, rispondevano per le rime: «Ah sì? Allora fai una bella cosa, se ci riesci. Provaci tu a prenderli. Ma con le mani». «Ok, se andiamo avanti in questo Mondiale lo faccio.» Ecco un motivo irrinunciabile per non essere eliminati. Dopo una delle nostre vittorie nella fase a eliminazione diretta, a successo ancora caldo, a stadio appena conquistato, direttamente nello spogliatoio gli abbiamo ricordato l’appuntamento del giorno successivo: «Caro Angelo, togliti i guanti e scalda le mani». «Voi non preoccupatevi, domani mattina rispetterò la parola data.» E siccome quando parla fa, e quando promette mantiene, meno di ventiquattr’ore splendore. Con i bermuda colorati, una magliettina bianca e le ciabatte Havaianas, manco fossimo a Rio de Janeiro. Noi tutti, schierati qualche metro più indietro, convinti che non ce l’avrebbe mai fatta, tifavamo contro. Mica era Indiana Jones. Eppure, con la massima calma, ha fatto qualche passo dentro l’acqua, finché gli è arrivata all’altezza dell’ombelico. Ha iniziato a muoversi, pareva un transatlantico considerata la stazza, e infatti al suo passaggio si formavano le onde. Fino a quando, con un movimento velocissimo, si è abbassato per riemergere quasi subito. Stavamo già per fischiare, come si fa a teatro con quelli che steccano, però non ce ne ha lasciato il tempo. Ha alzato la mano destra verso il cielo e nel pugno stringeva una carpa. Aveva appena trasformato il detto latino Carpe Diem, “cogli l’attimo”, in Carpa Diem, che più o meno significava la stessa cosa. Un sinonimo. Aveva pescato davvero a mani nude! Un momento divertentissimo, con un messaggio incorporato: “Se vuoi, puoi”. Basta crederci. Angelo aveva appena dato una carezza allo spirito di tutti noi, togliendo quel leggero strato di polvere che, inevitabilmente, si era depositato dopo tante settimane passate insieme. Il suo, in quel Mondiale vissuto a trecentosessanta gradi, è stato un ruolo fondamentale: nelle dinamiche di un gruppo che vuole vincere qualcosa di importante, una figura del genere è determinante. Se ce l’hai te la tieni stretta, e ringrazi il cielo di avertela mandata (e un grazie lo dici pure a Lippi per averla convocata). Prima a Coverciano, durante il ritiro pre-Mondiale, e poi in Germania, ha creato energia positiva, nascondendo il proprio ego, mettendosi al servizio di tutti gli altri. Assistendo alla sua pesca a mani nude, personalmente, mi sono sentito talmente forte da pensare: “Possiamo fare qualsiasi cosa”. ALESSANDRO DEL PIERO
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