stewie B e W

Se parli del trattamento loro riservato, non posso non darti ragione, visto che la gestione “umana” della Juve è il motivo principale, per me, per il quale oggi è stato esonerato l’allenatore. Sullo spessore caratteriale e tecnico del gruppo di “senatori” che c’erano alla Juve fino all’anno scorso, però, ne avrei molte da scrivere. Per me inadeguati, come chi è venuto dopo. Senza rancore eh, solo che se sei il leader di una Juve che per anni lotta solo per il piazzamento, magari non è roba per te.

Me le puoi tranquillamente rispolverare, non c’è nessun problema. Io ero tra quelli che aveva avuto l’illusione di aver preso la strada giusta dopo che erano stati fatti fuori sedicenti leader come Danilo e Szczesny, per me l’inno alla mediocrità nella quale eravamo piombati. Poi, il fatto che il gruppo di lavoro che si è preso la responsabilità di fare quanto era doveroso si sia rivelato altrettanto mediocre e inadatto per me non cambia le cose, sono qui a scriverlo senza problemi, visto che hanno scelto un allenatore inesperto e l’hanno lasciato in balia del suo stesso personaggio, facendogli fare mezza stagione con la rosa corta e un solo attaccante di ruolo. Ma questo non significa poter riscrivere la storia, paragonando Conte e Furino a Szczesny e Danilo, con i primi che, ribadisco e sottoscrivo, erano comprimari solo nei piedi ma leader e capitani nello spirito, nella mentalità e nell’atteggiamento. È irrispettoso il paragone.

Guarda, se proprio dobbiamo dirla tutta, l’ultimo passato da Torino che può dare lezioni su cosa sia la Juve è proprio Allegri, che però purtroppo era a fine corsa, palesemente, già nel 2019. Fisiologico, dopo 5 scudetti consecutivi e due finali di Champions perse (che fanno ancora male a noi, figuriamoci a lui). Solo che Max non ne aveva più, e chi gli ha dato in mano le chiavi di una Juve già alla frutta lo ha esposto solo, ingenerosamente, alla gogna, pensando che sarebbe bastato richiamare il vecchio condottiero per ritrovare la magia, mentre in dirigenza si facevano frittate a più non posso.

E sti *, hai detto niente. Furino e Conte erano l’anima della Juve, comprimari nei piedi ma leader e trascinatori nella testa, nella mentalità e nell’atteggiamento. Neanche ci dovrebbero stare nella stessa frase con Danilo e Szczesny, con tutto il rispetto, leader di una Juve che per anni ha lottato solo per il quarto posto e ha preso imbarcate in ogni dove. Forse anche i tifosi lo hanno dimenticato, cosa sia la Juve.

Sarà. Per me Szczesny, Danilo, Rabiot facevano parte dell’equivoco che si era creato alla Juve. Non basta giocare centinaia di partite allo Stadium per avere “dna Juve”. Era la mediocrità al potere. Poi, il fatto che chi è venuto dopo non si è dimostrato ugualmente all’altezza non cambia la mia (personalissima) valutazione.

Sono d’accordo in parte, perché poi il collettivo e l’organizzazione esaltano le qualità del singolo però il calcio delle nazionali è tutto un altro sport. Non c’è il tempo materiale per lasciarsi andare ad inutili sofismi e soprattutto non c’è la possibilità di farti comprare chi ti serve, anche se alcune nazionali ormai fanno anche questo.

Sì esatto. Non sei in un club, dove se ti manca l’esterno che salta l’uomo te lo fai comprare (in base poi alle possibilità, certo). Se te la puoi giocare solo pedalando e sulle seconde palle, devi mettere da parte le tue convinzioni, tapparti il naso e fare quello che va fatto. Nazionale troppo povera qualitativamente per fare quello che vorrebbe Spalletti ma che però ha alcuni uomini con gamba e grinta.

Hanno fatto fuori gente che ha lottato per anni per il piazzamento, e quando hanno giocato in squadre vincenti lo hanno fatto da gregari, da riserve, da comprimari. L’errore di questa dirigenza non è l’aver fatto fuori il Danilo di turno, che se n’è andato in Brasile a svernare, o Szczesny, che prima si ritira, poi no, o lo stesso Rabiot finito a pascolare a Marsiglia. Sono altri gli errori, anche grossolani, che sono stati fatti e per i quali è giusto fare riflessioni, non di certo questi.

Così come nel 2006 c’era chi diceva “non tiferò mai per i gobbi Lippi e Buffon”, poi però un paese intero con la trombetta e le bandiere. Tutti uguali, c’è poco da fare. La nazionale è la nazionale, chiunque ci giochi e chiunque la alleni, come la Juve. A me piace il calcio per la bellezza di poter fare il tifo per i colori, per la maglia e per la storia, indipendentemente da chi siede in panchina e da chi va in porta. Poi come hai detto tu, ognuno è libero di tifare per chi gli pare e come gli pare.

E chi sarebbero? Tutta gente che la Juve non sapeva manco dove stava di casa, sia quelli che sono stati fatti fuori che quelli che sono arrivati, su. Non è che hanno fatto fuori Buffon e Del Piero.

Esatto. E soprattutto, aggiungo io, in nazionale c’è la necessità di fare con quello che si ha, molto più che con il club. Dalla cintola in su abbiamo poca qualità, inutile negarlo, quindi questa deve essere una nazionale da “elmetto in testa”, che deve evitare inutili barocchismi e badare al sodo. Anche contro Norvegia e Israele, se necessario, bisognerà tapparsi il naso e fare di necessità virtù.

Doveva darlo quando mancavano 20 minuti il rigore, che c’era, con i crucchi con le mutande sgommate. Comunque secondo tempo che deve dirci che questa nazionale deve giocare con le sue armi, senza cercare filosofie strane visto che la qualità dalla cintola in su scarseggia.

Federazione e politicanti sono un conto, la nazionale un altro. Questo è sempre lo stesso problema di chi tifa per gli uomini, per i “rappresentanti”, e mai per la storia, per la maglia, per la squadra, club o nazionale che sia. Mi dispiace per voi, io sono tifoso della Juve e della nazionale da quando sono nato, il giorno in cui mi metterò a tifare per i crucchi non arriverà mai, fortunatamente. Poi ognuno faccia quello che vuole, solo che mi dispiace per chi si perde la passione per i colori e per quello che una squadra rappresenta, a prescindere da allenatori, presidenti, allenatori.

Per il meteorite. Stasera giocano Germania-Italia però, non può di sicuro essere la stessa cosa. In ogni caso, ognuno faccia il tifo per chi vuole ma non fatela passare per una cosa normale che un italiano tifi per i crucchi. D’altronde, successe anche nel 2006, che nessuno voleva il blocco Juve in nazionale e Lippi al mondiale che non ci doveva andare secondo alcuni, poi però un popolo intero in strada a festeggiare. Tutti uguali.

Sempre crucchi sono. Questa distinzione tra Juventus e Italia esiste solo nelle vostre teste, c’è un secolo di calcio a dire che non è così.

Come * fate a tifare per i crucchi poi lo sapete solo voi. Dopo quello che ci combinarono nel doppio confronto con il Bayern Monaco poi, con i tedeschi che si permisero anche di darci lezioni di stile salvo poi lamentarsi contro l’atletico.

Era un rigorino come quello che ha dato a loro, con l’attaccante che ha messo il piede davanti per farselo calciare. Solo che uno l’ha dato e l’altro no.

Rigore netto anche se sfiora il pallone. Decisione scandalosa a favore di una Germania che se la stava facendo sotto.

Mah. Non parla minimamente delle intenzioni della Juve, dice solo che il Napoli lo prenderebbe. Aria fritta.

Il processo di Biscardi

Il processo di Biscardi

Credo non ci sia altro da aggiungere. Chiunque arrivi in questa Juve, viene risucchiato in un’evidente spirale di tossicità e negatività. Hanno provato ad ovviare cambiando allenatore, staff e rivoltando il gruppo squadra, ma il pesce puzza sempre dalla testa.

E allora gli scrivi un messaggio e gli fai i complimenti, o gli paghi una cena, non fai ste robe da bimbominkia.

Oggi il primo gol della Fiorentina racchiude perfettamente tutta la differenza che c’è tra la teoria e la pratica. I giocatori erano tutti schierati, ognuno nei suoi centimetri quadrati scrupolosamente disegnati a tavolino, poi hai Gosens che si divora pallone e avversari e i nostri che parevano un presepe. A zona, a uomo, attaccando, difendendo, con il possesso palla, con il contropiede, sul lungo, sul corto, con il pressing a tutto campo, con la difesa posizionale: a pallone si gioca da 150 anni, si sono viste squadre vincere in mille modi ma mai nessuno è stato competitivo con questa passività, questa flemma, questa mancanza di identità. Questa Juve non ha un’anima, e se quando vai in campo arrivi costantemente in ritardo sulle seconde palle, con i tuoi bei foglietti scritti durante una settimana passata a preparare la gara ti ci puoi beatamente pulire il *.

I cicli vincenti hanno un inizio ed una fine, e quello della Juve dei 9 campionati di fila si è concluso quando il nucleo “storico” è arrivato al capolinea, cosa che ci sta assolutamente. Sarri, Pirlo e Allegri sono state mosse fatte da chi, all’interno, si rendeva conto di essere agli sgoccioli e ha provato a tenere a galla la barca prima cambiando tutto e poi tornando indietro, ma ci sta, personalmente non ho nulla da rimproverare al vecchio corso perché il calcio è questo, anzi da parte mia eterna gratitudine nei confronti di chi ha letteralmente ammazzato la Serie A per un decennio. La mia preoccupazione, ribadisco, è per questo nuovo corso, perché avrei anche tanta voglia di parlare di calcio, delle scelte cervellotiche di Giuntoli sul mercato e dell’allenatore in campo, ma proprio non mi viene ad essere sincero. Al comando ci sono un presidente ed un amministratore delegato che fino alla scorsa settimana non avevano mai messo piede in uno stadio, e soprattutto manca la passione da parte di chi è il proprietario di questa società. Nessuno mette in dubbio che i soldi siano stati spesi, però nel momento in cui la proprietà mette al timone commercialisti e curatori fallimentari evidentemente manca il sentimento principale che deve muovere una squadra di calcio. Finché c’era un Agnelli alla presidenza eravamo relativamente tranquilli perché comunque sapevamo che un uomo della proprietà era lì per passione, ora siamo letteralmente nella *. E non è che con le mie parole auspico un ritorno di Andrea eh, perché anche lui era a fine corsa (cosa che, ripeto, ci sta) però non vedo proprio come potremmo ripartire in questo momento.