Narayama

L’Accademia Mohammed VI: il Faro del Calcio Giovanile in Marocco Quando si parla di eccellenza nella formazione calcistica giovanile, pochi progetti nel mondo possono vantare la solidità e i risultati della Mohammed VI Football Academy, situata a Salé, vicino a Rabat. Fondata nel 2007 con l’obiettivo di coltivare giovani talenti marocchini, questa struttura non è solo un’accademia di calcio: è un vero e proprio laboratorio di crescita sportiva e personale. Un progetto unico, che unisce sport e formazione L’Academy Mohammed VI nasce con una missione chiara: scoprire e far crescere ragazzi e ragazze con talento calcistico, indipendentemente dal loro contesto socio-economico, offrendo allo stesso tempo un’istruzione di qualità. I giovani atleti vivono in un ambiente residenziale sicuro, frequentano le lezioni scolastiche e si allenano quotidianamente sotto la guida di allenatori esperti. È il modello perfetto che unisce studio e sport, preparando i ragazzi non solo a diventare grandi calciatori, ma anche persone complete, con disciplina, senso di comunità e mentalità vincente. Infrastrutture di livello internazionale L’Academy dispone di campi all’avanguardia, sia in erba naturale che sintetica, palestre moderne, strutture mediche e di recupero, aule per la formazione scolastica e spazi ricreativi. Ogni dettaglio è studiato per creare un ambiente stimolante, dove l’apprendimento e la crescita personale si intrecciano con lo sviluppo tecnico e atletico. Risultati concreti: talenti che brillano sul palcoscenico internazionale I risultati parlano da soli. Negli ultimi anni, l’Academy ha sfornato giocatori che oggi militano in club europei e in nazionale maggiore. Solo nell’ultimo torneo, la nazionale Under‑20 del Marocco ha vinto la Coppa del Mondo FIFA U‑20 2025, segnando un momento storico per il calcio africano e arabo. Tra i protagonisti della vittoria ci sono diversi ex studenti dell’Academy: Yassir Zabiri – attaccante e autore della doppietta nella finale. Houssam Essadak – centrocampista centrale, fondamentale in semifinale e finale. Omar Sadik – attaccante, già protagonista in campionati europei giovanili. Imran Douieb, Ismaël Baouf, Yanis Benchaouch, Othmane Maamma – tutti cresciuti nell’Academy, hanno contribuito al successo con le loro prestazioni brillanti. Questo non è un caso isolato: i numerosi talenti prodotti dall’Academy dimostrano come un approccio strutturato, serio e integrato possa davvero trasformare ragazzi dotati in campioni completi, capaci di competere ad altissimi livelli. Un modello che funziona Ciò che rende l’Academy Mohammed VI così speciale è proprio la combinazione di tre elementi: talento, istruzione e supporto costante. Non si tratta di una scuola calcio tradizionale, né di un semplice centro sportivo. È un percorso di crescita completo, che permette ai giovani di eccellere nello sport senza sacrificare l’istruzione e i valori personali. I risultati, sul campo e fuori, parlano chiaro: l’Academy non solo funziona, ma è un modello di riferimento per tutto il continente africano e oltre. La Mohammed VI Football Academy è la prova concreta che investire nei giovani, offrendo loro strumenti e opportunità, può portare a risultati straordinari. Dalla scoperta di talenti nascosti nelle province più remote del Marocco, fino alla conquista di trofei mondiali, l’Academy è la dimostrazione che con visione, disciplina e cura, un progetto educativo e sportivo può davvero cambiare il destino di un’intera generazione. Chiunque osservi oggi il successo della nazionale Under‑20 marocchina non può non riconoscere che dietro ogni gol, ogni passaggio vincente e ogni giovane protagonista, c’è l’impronta dell’Academy Mohammed VI: una scuola di vita e di calcio che funziona, e funziona bene.

Ma roba da matti. Solo nel calcio puoi sentire storie del genere.

Ma guarda un po', per giocare bene a calcio bisogna avere giocatori dai piedi buoni.

Che schifo

Solo applausi. Ha dato l'anima per anni.

Sisi, va bene, bla bla bla. Avanti il prossimo.

Un club che permette di fare giocare uno come Koop si merita questo e tanto peggio. Masochismo.

Puoi anche andartene da qui se proprio ti diamo fastidio eh. Se ci rimani accetti il fatto che qualcuno la possa pensare diversamente da te.

Io non riesco proprio a capire se alcune cose siano un allucinazione collettiva o ostinazione degli allenatori. Ma schierarlo sempre titolare a cosa serve? A che pro? Che risultati ti porta? Possibile che un allenatore abbia voglia di mettere a rischio il risultato della gara per provare un punto? Ma nemmeno se fosse suo figlio. Così facendo cade qualsiasi empatia. Ti viene voglia di dirgli "l'hai voluto tu".

In Serie A negli ultimi 10 anni sono passati signori giocatori. È che abbiamo comprato quelli sbagliati.

137 mln Wirtz. 150 mln Isak. Sono soldi per una piccola manovra di bilancio di un paese.

La proprietà transitiva nel calcio mercato non esiste. Ogni trasferimento ha una sua storia, più o meno complessa. Soule voleva una maglia da titolare mentre Motta non lo guardava nemmeno in faccia.

Fratello, io non so cosa facevi l'anno scorso ma di sti tempi nessuno aveva più una bottiglia chiusa in cantina.

Più grande flop mai visto con questa maglia purtroppo, e sono un 92.

Chiaramente oggi nemmeno quello. Ma ai tempi lo si stava acquistando per queste qualità. La volontà chiara era quella di prendere un giocatore come Koop, non di qualità ma di sostanza. Purtroppo ci portiamo dietro l'eterna filosofia del gettare il cuore oltre l'ostacolo mentre gli altri te lo stanno alzando in faccia ogni anno che passa.

Eh questo siamo purtroppo. Più di così viene anche difficile chiedere francamente. Kostic a 20m con la porta spalancata la spara in curva, Thuram che poteva appoggiarla facilmente tira fiacco a lato, Kalulu che si trova a crossare fa quello che può, Vlahovic è tante cose ma di certo non Benzema. Insomma, il materiale umano è questo.

Sono 8 anni che lo diciamo un po' tutti ma sembrano ciechi a riguardo. Talmente tanto che ormai da un po' abbiamo l'impressione che sia una scelta più che un incapacità. Koop ne è l'emblema. Mai stato uno con i piedi fini ma tutto corsa, garra e posizione. Eppure quando c'era da mettere 60mln sul piatto sono andati su di lui invece che su uno con i piedi dritti. Che magari ti correva anche più di questo.

Scusate, la partita è finita o si gioca ancora??

Si decidessero a prendere un allenatore con un cv serio

Teoricamente si. Se non sbaglio era già accaduto l'anno scorso. Il vero terremoto è in caso il Crystal Palace vincesse la causa in appello (cosa probabile data la cessione del club). Dentro sia Lione che Crystal Palace. Olympiakos in CL ma Nottingham fuori.

Capita tutti i giorni nei paesi che oggi si definiscono democratici. E su argomenti ben più importanti del calcio. La censura è una cosa brutta solo se stai dalla parte "comoda" della storia.

Vinceranno in appello. Textor ha già ufficialmente ceduto le sue quote del CP. Le carte sono già bollate da almeno un mese. Si aspetta solo il via libera definitivo della Premier League che se la sta prendendo comoda.

È una figura di delega del direttore sportivo con competenze più di campo che economiche. Faccio un esempio banale, il direttore sportivo (insieme al board aziendale) stanzia un budget per il settore giovanile. Il direttore tecnico è quello che stila il piano di sviluppo secondo una visione più ampia. È come dire mente e braccio. Ma solo sulle competenze tecniche. Introduce tecnologie, forma il personale, supervisiona allenamenti, nota e ripara le criticità quotidiane. Essendo una figura di delega non è sempre necessario in caso di direttori sportivi (permettimi il termine) molto presenti.

Se fosse vero mi chiedo chi sia veramente a fare il mercato della Juve.

Ha difficoltà chi non ha fiuto per gli affari. Come è giusto che sia. Comunque sia parliamo di una professione altamente specializzata e difficile. La rete di contatti, giri, amicizie e organizzazione che bisogna avere per eccellere è complicatissima. I soldi aiutano ad attenuare gli acquisti sbagliati, non a sopperire le competenze tecniche e manageriali. Per dirne un paio visto che è periodo: il PSG spende 3 mld in 10 anni senza vincere nulla a livello internazionale. Resiste lo stesso e va avanti cambiando filosofia e prendendo giocatori apparentemente più rischiosi (perché giovani e poco affermati rispetto ai Neymar e Messi) e ti compra i Barcola a 50, i Vitinha a 40 i Doue a 45ecc... Noi a cifre simili prendiamo i Koop, i Douglas e i Nico Gonzales. Profili poi invendibili senza minusvalenze e ti condizionano le stagioni a venire. Tutti sbagliano gli acquisti. Ma chi ha soldi va avanti comunque finché non si da una svegliata. Chi ne ha pochi sta al fresco ad aspettare di pagare i debiti.