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Dalia91

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  1. Dalia91

    Il pre-partita di VecchiaSignora: Juventus-Milan

    Per me si può pareggiare sta partita. Credo prenderemo gol. Molto probabilmente su sviluppi da palla ferma.
  2. Hai perfettamente ragione, e la tua osservazione coglie uno dei punti più critici dell’attuale Juventus. L’impressione, totalmente condivisa, è che negli ultimi mesi non ci sia stata una vera evoluzione tattica, ma piuttosto una gestione di breve periodo, basata su emergenze, adattamenti e soluzioni estemporanee🤔 Sul piano strutturale, la squadra sembra ferma, quasi ibernata in un’idea di calcio che non si è aggiornata né nei principi né nei meccanismi. Non si intravede un percorso di crescita: non c’è un’identità precisa nella fase di costruzione (dove spesso mancano linee di passaggio pulite e un’uscita codificata dal basso), né automatismi chiari nella fase di non possesso, dove il pressing è episodico e la riaggressione disordinata. Anche la fase offensiva risulta discontinua: le catene laterali lavorano in modo meccanico, prevedibile, e manca una gestione del possesso finalizzata a creare superiorità posizionale o situazionale. Tutto appare “a compartimenti stagni”: difesa, centrocampo e attacco si muovono come blocchi separati, senza quella connessione che fa la differenza nelle grandi squadre. Ecco perché la sensazione generale è quella di un vuoto tattico: la Juventus non costruisce, ma reagisce. E questo, in un contesto di alta competizione, è il segnale più allarmante. Oggi il vero tema non è soltanto la qualità dei singoli, ma l’assenza di un principio di gioco riconoscibile, quell’idea che permetta a una squadra di riconoscersi, migliorarsi e crescere, partita dopo partita. Perchè come hai detto giustamente tu, non si sta costruendo nulla, e forse il problema più serio è che non si capisce nemmeno da dove si voglia cominciare a costruire.😔
  3. Buona domenica a tutti e bentrovati. 🫡 Mancano poche ore a una partita per noi fondamentale, che spero i ragazzi affronteranno con la giusta concentrazione, anche se nutro più di qualche dubbio, a cominciare dalla possibile formazione iniziale.🤔 C’è però una certezza, una verità che oggi più che mai accompagna ogni gara della Juventus: la perdita di quella sensazione di impermeabilità difensiva che per anni è stata il suo marchio di fabbrica. Un tempo bastava un gol, spesso sporco, cinico per mettere la partita in cassaforte. Oggi non più. Oggi la certezza è un’altra: prima o poi la Juventus un gol lo subirà. Perché questa Juventus è una squadra ancora in costruzione, ma anche piena di contraddizioni. La solidità difensiva, pilastro delle sue versioni migliori, si è incrinata. Le distanze tra i reparti sono spesso eccessive, la linea difensiva fatica a leggere i movimenti in profondità, e i centrocampisti non riescono a garantire una copertura costante. Il pressing, quando viene attuato, è disordinato e poco coordinato; la transizione difensiva è lenta e macchinosa. E quando il sistema non protegge, anche i singoli, per quanto di buon livello, finiscono per essere esposti. In sostanza, la Juventus di oggi sembra vivere un paradosso tattico: non è abbastanza solida per imporsi come una grande squadra, ma nemmeno abbastanza coraggiosa per essere spregiudicata. Alterna momenti di ordine e compattezza a fasi di smarrimento, dove basta un rimbalzo sfavorevole o una marcatura saltata per mandare in crisi l’intero equilibrio collettivo. Pep Guardiola dice:“Quando hai la palla, devi sapere cosa vuoi farne. Quando non ce l’hai, devi sapere cosa farà l’avversario.” Ed io vedo confusione sia con la palla che senza.
  4. Capisco cosa intendi, ma non basta schierarsi offensivi e con uomini pericolosi per impedire agli avversari di bucarci, perchè lo farebbero comunque in altro modo, proprio perchè il problema è strutturale. Una squadra equilibrata ti concede nulla anche se si abbassa e soffre. Si, è vero che iniziare passivi e rinunciare alla pressione facilita l’avversario, ma anche quando proviamo a essere più propositivi, i gol subiti restano una costante e anche se per qualche motivo non si prende gol, resta l' eccessiva facilità con cui gli avversari chiudono l' azione. Il problema principale non è la mancanza di inserimenti o di esterni proiettati, ma la totale mancanza di equilibrio difensivo e di lettura collettiva. Una squadra può avere esterni aggressivi e inserimenti centrali, ma se la difesa centrale e i mediani non coprono gli spazi in tempo, le transizioni avversarie continueranno a far male. Il problema non è tecnico individuale: è tattico e sistemico. Anche giocatori più offensivi come Conceicao o Zhegrova hanno bisogno di schemi chiari e di compagni che li supportino: senza sincronizzazione, gli inserimenti diventano prevedibili e non creano pericolo reale. Pepè o chiunque altro, se ben inserito in un contesto difensivo organizzato, non metterebbe in difficoltà la squadra. Il fatto che ieri bastasse lui a mandare in affanno la Juve conferma la fragilità collettiva, non l’assenza di qualità individuale. Ma il punto cruciale è: l’essere passivi è il risultato e non la causa della mancanza di identità e struttura tattica. Anche schierando Conceicao e Zhegrova, senza organizzazione difensiva e gestione del gioco a centrocampo, la squadra rischierebbe comunque di subire gol e azioni pericolose. La Juve è come un Boxer con il gancio di Tyson e la guardia di un clochard in terapia intensiva.
  5. Alzi la mano chi, fin dalle prime battute di ieri sera, non aveva già la certezza che la Juventus avrebbe preso gol. E la rialzi chi non aveva già capito che il 2-2 sarebbe arrivato in qualche modo. E la riporti su chi pensa di non prendere gol a Milano. Ragazzi, possiamo anche mandare in campo Zhegrova, Yildiz, Conceicao, Openda, David, Vlahovic e cambiare modulo dal 4-3-3 al 4-3-1-2 o persino al 5-5-5 di Canà, ma se non troviamo solidità difensiva, è tutto inutile. I gol segnati vanno capitalizzati. E gli unici due clean sheet contro Parma e Genoa non sono stati nemmeno convincenti, considerando le occasioni concesse agli avversari.🤐
  6. Davom23 parla di poca qualità come limite della Juventus, ma questo è un alibi parziale. È vero che mancano giocatori in grado di spostare gli equilibri individualmente, e che magari quelli che ci sono non vengono mandati in campo tutti insieme, ma il calcio non si riduce alla somma delle giocate dei singoli. Una squadra può anche non avere dieci campioni, ma se possiede solidità difensiva, compattezza mentale e capacità di stare dentro la partita per 95 minuti, allora i risultati arrivano lo stesso. La vera differenza la fa la personalità collettiva: saper gestire il ritorno dell’avversario, mantenere il controllo emotivo nei momenti di pressione, ridurre al minimo gli errori banali quando il margine è sottile. Sono aspetti che non dipendono dal numero di trequartisti o attaccanti schierati, ma dalla capacità di leggere le fasi del match e di trasmettere sicurezza: in questo senso sono da interpretare le parole di Locatelli. Oggi la Juventus è fragile proprio in queste aree: subisce costantemente nei finali perché arretra troppo, concede spazi centrali elementari, non sa difendere in avanti e fatica a “respirare” con il possesso. Questo non è un problema di qualità offensiva, ma di struttura e mentalità difensiva. Le grandi squadre vincono non solo perché hanno talento, ma perché sanno controllare i momenti delicati del match, non concedono occasioni facili e riescono a portare a casa il risultato massimo. In sostanza: puoi anche schierare più trequartisti, ma se non sai difendere con ordine, se non hai automatismi consolidati e se non reggi psicologicamente la pressione dell’avversario, finirai per buttare via punti in serie. La Juventus, più che di “fantasia” davanti, ha bisogno di costruire una spina dorsale solida e di acquisire la maturità per chiudere le gare senza suicidarsi nei finali. Si son segnati 6 gol vs Villareal e Borussia, non esiste prenderne 6 e portare a casa 2 punti.
  7. Leggo tanti messaggi, anche in altre sezioni del forum e registro commenti di tifosi che insistono sul fatto che la Juventus di Tudor debba schierare più uomini offensivi, come se il problema principale fosse la fase di attacco. In realtà, i numeri e le partite raccontano un’altra verità: questa squadra non sa difendere. Non parliamo solo di singoli errori, ma di una fragilità strutturale e sistemica. Il difetto più evidente è l’organizzazione difensiva: la Juventus concede spazi enormi tra le linee e soprattutto nei mezzi spazi, dove braccetti e centrali non riescono a coordinarsi. La squadra si allunga facilmente, lasciando varchi enormi che gli avversari sfruttano con giocate basilari. A questo si aggiungono letture sbagliate in marcatura preventiva e una transizione difensiva disastrosa: ogni palla persa diventa occasione da gol per chiunque. Il punto è che nel calcio moderno la solidità non nasce dal numero di difensori schierati, ma dal lavoro collettivo: pressing organizzato, scalate tempestive, coperture preventive, equilibrio tra i reparti. Tutto ciò oggi manca, e il risultato è che la Juventus prende gol con una facilità disarmante, anche da azioni elementari. In questo contesto, parlare solo di mettere più uomini offensivi è un falso problema: se la squadra non ha una base difensiva solida, aumentare il peso offensivo significa soltanto scoprirsi ancora di più. È un’illusione tattica che rischia di peggiorare la situazione. La priorità, invece, dovrebbe essere creare un’identità difensiva chiara, lavorare sulle distanze, sulla compattezza e sulla mentalità. Finché non si risolve questa falla, nessun modulo offensivo o inserimento di uomini in avanti potrà cambiare davvero il volto della Juventus.
  8. Assolutamente condivisa la tua frustrazione e molti dei punti che hai sollevato sono centrali. L’errore sul mezzo spazio fra braccetto e centrale è davvero un problema strutturale: quando giochi a tre dietro senza la giusta copertura in mezzo, quella zona diventa la più vulnerabile, e il gol preso oggi lo conferma in pieno. È un difetto tattico ricorrente che richiede o un cambio modulo o un lavoro molto più preciso sulle scalate difensive. Sul tema dei finali, hai assolutamente ragione: difendere basso e rinunciare al pallone non è una strategia, È UN INVITO A MASSACRARCI. Nel calcio moderno, se lasci campo e iniziativa per lunghi tratti, il gol diventa solo questione di tempo. E il fatto che la Juventus continui a cadere sempre nella stessa trappola, da Allegri a Tudor, è sintomo di un problema CULTURALE e non solo tattico. Per quanto riguarda gli errori tecnici, qui emerge un aspetto forse ancora più grave: non è solo questione di qualità individuale, ma di allenamento metodico. Se i giocatori sbagliano costantemente scarichi elementari, tempi di passaggio e finalizzazione, vuol dire che manca un lavoro ossessivo sul dettaglio. Una squadra d’élite deve curare queste cose come ossigeno quotidiano. Ripeto, non funziona nulla. Altro che:"ABBIAMO FATTO QUELLO CHE SI POTEVA FARE"
  9. La gestione di Tudor continua a mostrare limiti evidenti, sia nelle scelte iniziali sia nella lettura delle partite. Dopo mesi di lavoro, il tempo per incidere c’è stato: una squadra allenata ha bisogno di meccanismi chiari, automatismi riconoscibili e una precisa identità di gioco. Al contrario, la Juventus appare ancora confusa, incapace di sviluppare un piano gara credibile e di adattarsi alle diverse situazioni. Il problema non è soltanto di principi, ma di flessibilità: Tudor sembra intestardirsi su idee che non portano risultati, senza correggerle o modellarle in funzione delle caratteristiche dei giocatori. Alcune scelte di formazione risultano poco funzionali, mentre la gestione dei cambi lascia spesso allibiti, lasciando la squadra in balia degli eventi. Dopo un periodo iniziale è comprensibile concedere tempo per assestarsi, ma quando le stesse lacune si ripetono con regolarità diventa evidente che non si tratta di transizione, ma di limiti strutturali. Continuare su questa strada rischia di compromettere ulteriormente la stagione, sia sul piano dei risultati che sul piano della fiducia all’interno del gruppo. Per questo, alla luce del tempo a disposizione e della mancanza di progressi concreti, è legittimo porsi la domanda sull’opportunità di proseguire con Tudor. L’esonero non è mai una scelta da prendere alla leggera, ma se l’allenatore non riesce a dare risposte né immediate né prospettiche, allora valutare un cambio diventa quasi un atto di responsabilità verso la squadra e il progetto. Credo che oggi l’analisi più urgente riguardi proprio le capacità di Tudor. Parliamo di una persona adorabile, di un professionista serio e di un cuore bianconero autentico: qualità che nessuno può mettere in discussione. Tuttavia, il compito che gli è stato affidato sembra superiore alle sue attuali possibilità come allenatore di una squadra con le ambizioni e le pressioni della Juventus.
  10. 😔Sono anni che la Juventus sbaglia nella scelta dell’allenatore e nella pianificazione del mercato: i risultati non sono altro che la naturale conseguenza di una serie di decisioni abominevoli. Il problema, però, va ben oltre il sistema di gioco o i cambi in corsa: riguarda la struttura stessa del club e la sua capacità di programmare. Si continua a discutere di moduli, principi e dettagli tattici, ma il nodo centrale resta l’assenza di una visione tecnica chiara e coerente. Negli ultimi anni la Juventus ha alternato idee contrastanti, acquistando profili scollegati da un progetto di gioco definito, affidandosi a soluzioni tampone e perdendo progressivamente competitività. La squadra oggi spreca l’ennesima occasione perché manca di identità: non c’è un’ossatura solida, non c’è una direzione precisa né un percorso di crescita tecnico-tattica. Senza un progetto di medio-lungo periodo che parta da un’idea chiara di calcio e da scelte coerenti sul mercato e in panchina, ogni analisi tattica rischia di sembrare un esercizio sterile. Tudor non è all' altezza, esattamente come chi lo ha confermato e ha costruito la squadra. Proprio come chi ha scelto i dirigenti che non hanno saputo far nulla. Certo, potremmo esonerarlo ecc, ma è tutta la Juventus ad essere gestita da professionisti mediocri, miopi, incompetenti. Sconfortante la deriva intrapresa.
  11. Dalia91

    Villarreal - Juventus 2-2, commenti post partita

    La decenza di dimettersi. È proprio scarso.
  12. Dalia91

    [Live] Villarreal - Juventus 2-2

    Vafammocc
  13. Dalia91

    [Live] Villarreal - Juventus 2-2

    David è una pippa
  14. Dalia91

    [Live] Villarreal - Juventus 2-2

    Agostinelli farebbe meno danni
  15. Dalia91

    [Live] Villarreal - Juventus 2-2

    A me il Villareal non sta piacendo, ma noi in rifinitura siamo penosi e in fase difensiva non diamo mai la sensazione di poter far bene. Un ibrido mediocre
  16. Dalia91

    [Live] Villarreal - Juventus 2-2

    A me il Villareal non sta piacendo, ma noi in rifinitura siamo penosi e in fase difensiva non diamo mai la sensazione di poter far bene. Un ibrido mediocre
  17. Dalia91

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    Cambiaso dovrebbe trovarsi un buon impiego. Il calcio non fa per lui
  18. Dalia91

    [Live] Villarreal - Juventus 2-2

    Conati di vomito proprio
  19. Dalia91

    [Live] Villarreal - Juventus 2-2

    Squadra mediocre in ogni fondamentale
  20. "Nessuna squadra al mondo gioca due tempi allo stesso livello. Anche noi abbiamo punti di debolezza, non siamo perfetti. Non abbiamo una rosa che ci permette di dominare 2 o 3-0 contro l'Atalanta". Siamo migliorati molto nelle ehm PREVENTIVE. Peccato che non siano le marcature, ma gli alibi.
  21. 🙏Qui ci divertiamo a ridisegnare la Juventus, immaginando strategie e interpreti capaci di dare coerenza al sistema e valorizzare le caratteristiche dei giocatori. Ma credo sia evidente che Tudor sia su tutt’altra traccia: anche domani, con ogni probabilità, saremo chiamati a metabolizzare scelte, formazione e piano partita discutibili. Il punto è che Igor sembra gestire male il rapporto tra caratteristiche individuali e compiti assegnati. Si affida a compromessi che non funzionano nemmeno sulla carta, eppure insiste, come se volesse dimostrare coerenza forzata. In realtà, trasmette più confusione di quella che intende nascondere. È un approccio che dà l’impressione di avere il controllo, ma che in campo si traduce in una squadra senza equilibrio né identità. Il cuore dice Juve, ma temo possa arrivare la prima sconfitta ufficiale.
  22. L’errore è pensare a marcature fisse e individuali. La Juve lavora per zone e scalate, pertanto la formazione non genera inferiorità numeriche, perché la gestione della seconda punta e delle sovrapposizioni avviene con scalate coordinate e non con compiti individuali. In pratica non viene marcata da un solo uomo in maniera fissa, ma da un sistema di coperture a zona.
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