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BeppeFurino

Il Topic del Jazz

Post in rilievo

Un orecchio abituato al jazz puo' tentare l'ascolto di una musica un po' diversa , ma che ha un non so che in comune, come quella di John Cage. Se volete , vi consiglio di cominciare da Sonatas and Interludes.

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Il trombettista Roy Hargrove è considerato uno dei più autorevoli trombettisti jazz al mondo, un artista che attraverso i suoi progetti si è creato una invidiabile reputazione tra addetti e lavori e pubblico, ritagliandosi così un ruolo di primo piano tra i grandi maestri del jazz contemporaneo.

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Jerry Bergonzi(di origine Italiana) merita un posto nell'Olimpo del jazz solo per la voce robusta del suo sax, e se certamente il sassofonista è riconosciuto dagli esperti come colui che ha meglio assimilato, metabolizzato e, se si vuole, che più di tutti i tenoristi bianchi incarna la lezione coltraneana, riuscendo a suscitare per questo grandi emozioni, la sua resta tuttavia un'espressività molto originale.

https://www.youtube.com/watch?v=SZ0ayybeOm0

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La scioltezza e la piena leggerezza con cui Mathias Eick si avvicina ai suoi progetti musicali, e come li affronta, è la prima chiave di lettura per comprendere la figura di questo musicista. Il trentaseienne trombettista norvegese si attesa tra i più interessanti musicisti del panorama jazzistico europeo. Tre dischi con l’Ecm, in autunno il suo quarto album da leader.

 

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Jim Black appartiene ad nuova generazione di musicisti che hanno portato nel 21° secolo il jazz. Oltre ad essere uno dei batteristi più influenti del nostro tempo, è anche il leader di una delle band più lungimiranti del mondo, AlasNoAxis, con i suoi collaboratori storici Chris Speed, Hilmar Jensson e Skúli Sverrisson.

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Sassofonista e clarinettista, lo statunitense David Murray, è meglio conosciuto come Saxophone Man. Cresciuto sotto l'influenza di artisti come Albert Ayler e Archie Shepp, David ha da sempre ricercato uno stile diverso rispetto agli altri tenori della sua generazione che non si ispirava al celebre John Coltrane ma più ad artisti come Coleman Hawkins, Ben Webster e Paul Gonsalves.

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Irving Sidney Duke Jordan è dai più conosciuto come il pianista del quintetto. E quando, in contesto jazz, si parla di quintetto senza aggiungere nessun aggettivo particolare, nessun anno, specificazione o altro riferimento, si sta ovviamente evocando Charlie Parker. Più specificatamente la band che Bird mise insieme dopo il litigio con Dizzy Gillespie assoldando un giovane trombettista chiamato Miles Davis, un solido e intelligente batterista conosciuto come Max Roach, un certo Carley Russer al basso e il bianco Al Haig al piano. Era il 1945, il bebop era al climax, al massimo della sua forza estetica e poetica. Anche il livello di tossicodipendenza di Bird non era così basso…

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Affermatosi alla fine degli anni Sessanta, Charles Tolliver è stato subito salutato come una voce nuova dell'hard bop. Le sue composizioni sono fortemente caratterizzate ma al tempo stesso lasciano vasti spazi agli improvvisatori, e hanno un respiro evocativo e trascinante a cui contribuisce la sua tromba, infuocata, melodica, irruente e agrodolce al tempo stesso. Tolliver si colloca nel filone Lee Morgan – Freddie Hubbard – Woody Shaw, e ha portato avanti sul piano armonico e ritmico un jazz fortemente radicato nella tradizione più “nera”. Il suo stile è subito riconoscibile, così denso e pastoso, con linee melodiche ardue ma dominate da una ferrea logicità.

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Tadd Dameron Il romantico del Bebop(cit. Dexter Gordon) era un pianista, compositore, arrangiatore, vicino a quel movimento musicale, il bop, che, in tutte le sue infinite forme, correnti e sfaccettature, ha la sua massima espressione nel periodo che va dagli anni ’40 agli anni ’60.

https://www.youtube.com/watch?v=3wJLiKGYrWo

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Una leggenda del sassofono tenore, Stanley Turrentine, riflesso nel suo suono, blues, lussureggiante, malizioso, affascinante e la sua capacità di lavorare in scanalatura con l'anima e l'immaginazione.

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Gerry Mulligan è stato il sax baritono che più di ogni altro ha raggiunto vertici elevati di popolarità, non solo come strumentista, ma anche come leader d'orchestra e di piccoli complessi, come arrangiatore e come compositore.

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Dayna Stephens è uno dei più stimati sassofonisti della nuova generazione. Merito di un bellissimo suono “middleweight” che riecheggia tanto i musicisti pre-bop quanto Hank Mobley, e di uno stile compositivo cerebrale e stimolante che tuttavia non è mai inutilmente complesso o freddo. Anzi, temi, sviluppi e improvvisazioni hanno sempre una vena melodica molto felice e riescono a stimolare la curiosità dell’ascoltatore senza mai intimidirlo o, peggio, annoiarlo.

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Joel Frahm, è uno dei più brillanti sassofonisti tenore da qualche anno sulla scena USA, avendo modo di segnalarsi all'attenzione della critica per la sua ricca sonorità, fluida, inventiva e appassionata. Ha collaborato con diversi tra i nuovi giovani protagonisti del jazz tra cui Bill Charlap, Matt Wilson, David Kikoski, Ben Allison, e si è esibito anche accanto a consolidati maestri come Brad Mehldau, Dewey Redman, Fred Hersch e Betty Carter. Vive a New York, dove si esibisce in molti jazz clubs tra cui Blue Note, Birdland e Jazz Standard.

https://www.youtube.com/watch?v=klD1ioNEOmQ

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Se esistesse un videogioco sul sassofono, James Carter sarebbe probabilmente il boss dell’ultimo livello. Sorta di Illinois Jacquet filtrato da Rashaan Roland Kirk, questo musicista controverso e sui generis è uno dei grandi irregolari del jazz odierno, tanto eclettico quanto di fatto inclassificabile.

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La 'grazia' di Wolfgang Muthspiel, gioiello jazz del 2016. "RISING GRACE, è da qui che bisogna partire per parlare del chitarrista austriaco nel nuovo album Ecm che per diversi critici è uno dei migliori lavori jazz del 2016, per diversi critici un piccolo capolavoro.

Per metterlo a punto Muthspiel ha convocato attorno a sè lo stesso trio di "Driftwood" (Larry Grenadier al contrabbasso e Brian Blade alla batteria) ma facendolo diventare un super-quintetto con l'aggiunta di due maestri del calibro di Brad Mehldau al piano e Ambrose Akinmusire alla tromba.

 

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So Long, Bob Cranshaw!

A quasi 84 primavere nel novembre 2016, ha preso congedo illimitato il veterano Bob Cranshaw, uno dei più grandi bassisti della storia del jazz. Compagno di lunghissima data(50 anni) di Sonny Rollins, certamente, ma soprattutto protagonista di centinaia d'incisioni, sia al basso elettrico che al contrabbasso, frequentatore assiduo dello Studio di Rudy Van Gelder e protagonista attivo del periodo aureo della Blue Note, e poi, soprattutto, in una nutritissima teoria di partnerships con i grandi titani del jazz, da Oscar Peterson a Grant Green, da Ella Fitzgerald a Lee Morgan, da Dexter Gordon a Joe Henderson, da Thelonious Monk a Paul Bley, da Coleman Hawkins a Wayne Shorter, Hank Mobley, Stanley Turrentine, Wes Montgomery, George Benson e chissà ........

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Alphonse Mouzon è morto a Los Angeles il giorno di Santo Stefano(2016). Aveva 68 anni e a settembre gli era stata diagnosticata una rara forma tumorale. Mouzon è stato il primo batterista dei Weather Report, formazione che ha rivoluzionato la storia della musica, dando una forma compiuta a quel genere che oggi chiamiamo “fusion” e che all’epoca si chiamava “jazz-rock”. Prima di approdare alla band fondata da Wayne Shorter e Joe Zawinul, Mouzon aveva suonato con Gil Evans, ma l’elenco dei mostri sacri con cui Mouzon ha collaborato è sterminato: da Miles Davis (con cui suonò nella colonna sonora del film australiano “Dingo” del 1991) a Jaco Pastorius, da Eric Clapton a Santana, da Chick Corea a John McLaughlin, da Stevie Wonder a Herbie Hancock.

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Alphonse Mouzon è morto a Los Angeles il giorno di Santo Stefano(2016).

 

ecco il brutto di vivere in una nazione dove la musica ormai sta diventando un hobby di nicchia, e che quando ci lascia un artista deve essere famoso per forza altrimenti si vengono a sapere cose su internet e in ritardo.

 

non lo sapevo che se ne fosse andato....mi dispiace.

 

ho ottimi ricordi di lui, delle sue collaborazioni e di certi suoi album blue note "funkettoni" anni 70.

 

 

 

Riposa In Pace.

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Il pianismo di Lyle Mays affonda le sue radici nella lezione di Debussy, Chopin, i compositori contemporanei come Bartok e Stockhausen e per il jazz il pianista Bill Evans e il trombettista Miles Davis. Nel Pat Metheny Group il pianista-tastierista si è sempre occupato degli arrangiamenti orchestrali e delle armonizzazioni. La band di Metheny e Mays è una delle realtà più innovative del jazz degli anni ’80. I due musicisti fondono alla perfezione l’improvvisazione jazzistica, elementi della musica classica e sonorità e armonie della tradizione brasiliana.

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(Viene nel topic, quando puoi, ci ha lasciato 60 giorni fa, uno dei più grandi: Alfphonse Mounzon, per i tuoi studi, l'ho saputo con una ricerca involontaria)

 

Ti rispondo direttamente qui, bro!

 

Ho saputo, ho saputo purtroppo! Un gigante degli anni '70! Ha inciso con Herbie, McCoy, Wayne e ovviamente con gli Weather Report! Penso di avere un LP di Donald Byrd dove lui e' batterista ma potrei sbagliarmi!

E' morto anche Larry Coryell una settimana fa...

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Ti rispondo direttamente qui, bro!

 

Ho saputo, ho saputo purtroppo! Un gigante degli anni '70! Ha inciso con Herbie, McCoy, Wayne e ovviamente con gli Weather Report! Penso di avere un LP di Donald Byrd dove lui e' batterista ma potrei sbagliarmi!

E' morto anche Larry Coryell una settimana fa...

:(

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Grande chitarrista jazz. Una leggenda.

È morto a 73 anni(5 giorni fa) Larry Coryell, tra i più importanti e talentuosi chitarristi jazz di sempre. Il musicista, considerato una vera leggenda del jazz e noto come "il padrino della fusion", il pioniere del jazz rock è morto nel sonno in una camera d’hotel di New York, dove il chitarrista aveva tenuto due concerti nel weekend, all’Iridium Jazz Club. Il suo decesso è stato descritto come "improvviso".

 

R.I.P Larry..

https://www.youtube.com/watch?v=s7E3Q8SmzTE

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Nelle ultime ore si è appresa una notizia davvero sconvolgente per tutti gli amanti di questa musica. Come si legge chiaramente nel sito web di Gary Burton, vibrafonista Statunitense da sempre al centro della musica jazz, sembrebbe che il maestro abbia deciso di ritirarsi dalla scena musicale mondiale. Ha dichiarato infatti:” Era un’idea che ho partorito in questi ultimi due anni, infatti ho ridotto di molto i miei concerti, ma tutto questo solamente per problemi di salute. Credo sia il momento giusto, così potrò iniziare un nuovo capitolo della mia vita”. Gary Burton inizierà il suo ultimo tour il primo Marzo, un Tour che lo vedrà esibirsi con uno dei suoi compagni più fedeli, il pianista Giapponese Makoto Ozone. Le date dei concerti saranno svolte tutte in terra Statunitense, più precisamente nella costa orientale e alcune date nel Midwest. Gli ultimi concerti si svolgeranno in quelle città e in quei posti dove Gary ha avuto i migliori ricordi musicali della sua carriera.

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