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Mátyás

Dialetti del Bel Paese

Post in rilievo

1 ora fa, Granpasso ha scritto:

che risulta assai lontana dalla "lingua" di Belli e Trilussa (anche perché, ovviamente, sono cambiati profondamente i tempi e di conseguenza il lessico)

È cambiata la società, da agro pastorale a industriale e commerciale e il lessico si è adeguato di conseguenza. Ma si parla in dialetto molto più a Roma che a Milano. I mestieri si cui leggiamo nelle poesie di Trilussa (che usa un dialetto già molto diverso da Belli) non esistono più. Il romanesco conosciuto in Italia è quello televisivo di De Sica, Er cipolla, Proietti etc... ma non è quello che senti nelle osterie di Trastevere o della Gabatella.

 

Un'ultima postilla, nessun dialetto abruzzese viene dal toscano.

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1 ora fa, Kamioka ha scritto:

È cambiata la società, da agro pastorale a industriale e commerciale e il lessico si è adeguato di conseguenza. Ma si parla in dialetto molto più a Roma che a Milano. I mestieri si cui leggiamo nelle poesie di Trilussa (che usa un dialetto già molto diverso da Belli) non esistono più. Il romanesco conosciuto in Italia è quello televisivo di De Sica, Er cipolla, Proietti etc... ma non è quello che senti nelle osterie di Trastevere o della Gabatella.

 

Un'ultima postilla, nessun dialetto abruzzese viene dal toscano.

Riguardo la postilla, mi pare che le parlate delle zone di confine Lazio-Abruzzo siano sostanzialmente reatino-aquilane e quindi tipiche dell'Italia centrale; e credo pure quello di altre zone (Carsoli, Tagliacozzo). L'influenza dei dialetti meridionali è invece forte più a sud e sulla costa adriatica abruzzese. Del resto è facile accorgersene, aquilani e reatini parlano in maniera molto simile (o almeno a me così sembra, avendone conosciuti diversi). Poi è chiaro che ognuno ha le proprie specificità ma il tratto comune a tutti i dialetti dell'Italia centrale compresa la Toscana (eccetto la provincia di Massa-Carrara) è che si capiscono senza eccessive difficoltà perché sono simili all'italiano. Più a Nord e più a Sud cominciano invece le vere e proprie "lingue" con le migliaia di varianti, tutte accomunate dal fatto che il forestiero capisce quasi zero.....:d

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12 minuti fa, Granpasso ha scritto:

pure quello di altre zone (Carsoli, Tagliacozzo)

Io sono di Carsoli, se dovessi parlare un dialetto stretto penso capiresti poco specie in un discorso agricolo rurale :d Sono comunque dialetti mediani, che poco hanno a che fare con il sud (anche se, ovviamente, l'influenza del reg no di Napoli, cui apparteneva il territorio, si è fatta sentire) e nulla con la Toscana.

 

Dialetti_italiani_centrali.jpg

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8 minuti fa, Kamioka ha scritto:

Io sono di Carsoli, se dovessi parlare un dialetto stretto penso capiresti poco specie in un discorso agricolo rurale :d Sono comunque dialetti mediani, che poco hanno a che fare con il sud (anche se, ovviamente, l'influenza del reg no di Napoli, cui apparteneva il territorio, si è fatta sentire) e nulla con la Toscana.

 

Dialetti_italiani_centrali.jpg

Sì d'accordo, sono tutti dialetti mediani ma molti di loro (tra cui il romanesco e l'umbro settentrionale, vd. p.e. il perugino) hanno molto a che fare col toscano; poi è chiaro che nelle zone di confine, le influenze sono diverse e si possono sviluppare varianti particolari. Al di là di questo comunque, volevo soltanto dire che noi italiani centrali abbiamo tutti parlate "simili", con tanti elementi comuni. Cioè se vado nelle Marche e mi parlano in dialetto, non dico che mi sento a casa ma quasi, se vado in una valle bergamasca e mi parlano in dialetto, mi sento in un altro Paese.......:d

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10 minuti fa, Granpasso ha scritto:

Sì d'accordo, sono tutti dialetti mediani ma molti di loro (tra cui il romanesco e l'umbro settentrionale, vd. p.e. il perugino) hanno molto a che fare col toscano; poi è chiaro che nelle zone di confine, le influenze sono diverse e si possono sviluppare varianti particolari. Al di là di questo comunque, volevo soltanto dire che noi italiani centrali abbiamo tutti parlate "simili", con tanti elementi comuni. Cioè se vado nelle Marche e mi parlano in dialetto, non dico che mi sento a casa ma quasi, se vado in una valle bergamasca e mi parlano in dialetto, mi sento in un altro Paese.......:d

Sono d'accordo ma credi che se un abitante delle valli bergamasche venga in Italia centrale capisca molto?  la mia compagna è lombarda .ghgh

 

Se io ti scrivessi "Se on po vatte u puccittu vatti u mmastu" oppure "Ju stordellone compra a curmu e revenne a rasu" forse tu capiresti (non so di dove sei, Roma?) ma di sicuro non un bergamasco o un trevigiano.

 

Il fatto che certi termini oggi si usino poco è, e mi ripeto, perché non esiste più la società agro pastorale di 70 anni fa e morendo i vecchi scompaiono termini non più necessari al dialogo di tutti i giorni e questo un po' in tutta Italia tranne per quei dialetti che sono delle vere e proprie lingue che non derivano dal vulgare e, spesso, neanche dal latino.

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Interessante la questione del dialetto carrarese-massese, che non ha nulla a che vedere con il toscano lucchese o fiorentino.

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Dialetto_carrarese

 

Perciò il carrarese, pur trovandosi oggi in Toscana non ha contatti di parentela con il toscano, da cui ha ricevuto pochissimi influssi e prestiti (ad esempio "il toc" - in toscano il tocco, la granata ecc.), tanto che i locutori del carrarese si sentono non toscani; difatti un lunigianese o un carrarese o un massese, quando si sposta oltre Montignoso dice: "vado in Toscana".

 

Chissà poi perché c'è questa differenza così marcata. 

 

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Ambelessì a-j è pròpe gnun ch'a conòsse o c'a parla ël dialet piemontèis? Bòja can...

 

Mi l'hai amprendulo un pòch a scrivlo mersì a Facebook (https://www.facebook.com/groups/99619783845/?ref=br_rs), ma an mia famija i l'hai squasi sempe parlalo con mé pare. Nopà mia mare a l'è nen bun-a a parlelo bin, as vëdde ch'a l'è nen 'na mesa piemontèisa tanme nojautri. 😀

 

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