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L’undicesima edizione della Copa Libertadores (la Champions sudamericana) femminile era programmata dall’11 al 27 ottobre a Quito, in Ecuador.

Essendo poche le squadre partecipanti (per ragioni economico/logistiche) la formula di svolgimento è quella di quattro gironi da quattro squadre ospitati da una sola nazione (e fino all’anno scorso le partecipanti erano solo dodici).

Venerdì 11 ottobre si sono giocate le prime due partite del gruppo A e le prime due del gruppo B. Sabato 12 dovevano esordire anche i gruppi C e D. Ma le partite non si sono disputate.

Perché? Torniamo indietro di una settimana…

4 ottobre:

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ecuador-scontri-e-proteste-contro-governo-caro-carburante-1763400.html

“L’Ecuador è nel caos.

Manifestazioni, proteste, violenze e scontri con le forze dell’ordine.

Sono questi gli infausti risultati della decisione unilaterale del governo ecuadoriano, guidato dal presidente Lenín Moreno, di porre fine ai sussidi statali sul carburante.

Quito, la capitale del paese, ha dichiarato lo stato di emergenza, denunciando una situazione insostenibile, al limite di una vera e propria guerra civile, che ha portato migliaia di persone a riversarsi per le vie cittadine a protestare animatamente contro il governo Moreno.

Il bollettino degli scontri di ieri tra polizia e manifestanti ha riportato oltre 35 persone ferite tra poliziotti e cittadini e quasi 300 reati di vandalismo commessi contro negozi, bancomat, e assalti a centri commerciali.

A peggiorare la situazione nel paese è lo sciopero nazionale invocato dai trasportatori, che hanno bloccato città come Guayaquil, Cuenca, Santo Domingo, Machala, oltre alla capitale Quito. I trasportatori hanno dichiarato che continueranno il loro sciopero, per protestare contro l’insostenibile aumento del 123% dei prezzi di diesel e benzina.

Questi forti aumenti pecuniari derivano esclusivamente dai tagli delle sovvenzioni governative al carburante. La decisione di Quito di eliminare i sussidi fa parte di un accordo, negoziato dallo stesso Moreno, con il Fondo monetario internazionale (Fmi), lo scorso marzo, per ottenere in prestito circa 4.209 milioni di dollari (circa 1,3 milioni di dollari l’anno), con l’obiettivo di frenare in ultima istanza l’enorme debito pubblico del paese e la mancanza di liquidità nell’economia ecuadoriana.”

9 ottobre:

https://www.wired.it/attualita/politica/2019/10/09/proteste-ecuador-foto/

“Le grandi manifestazioni di protesta in Ecuador

Nel paese sudamericano la situazione si fa sempre più tesa: il presidente Lenin Moreno ha abbandonato la capitale mentre le proteste in tutto il paese dilagano senza sosta

Lenin Moreno, capo di stato dell’Ecuador, è stato evacuato nelle scorse ore dal palazzo presidenziale e trasferito d’emergenza fuori dalla capitale Quito. L’allerta è scattata a causa di una nuova manifestazione di protesta nel paese sudamericano contro i tagli a sussidi e spese sociali.

Insieme con la compagine di governo, Moreno si è trasferito a Guayaquil, principale città costiera e capitale economica del paese, dove i gruppi animatori della contestazione sarebbero meno radicati. Le proteste, che venerdì avevano spinto il presidente a proclamare lo stato di emergenza, riguardano soprattutto il taglio dei finanziamenti statali che per decenni avevano tenuto bassi i prezzi del carburante.

Dal 3 ottobre, giorno d’inizio delle manifestazioni, le contestazioni si sono fatte sempre più intense, come potete vedere negli scatti raccolti nella nostra gallery qui in alto, portando in poco più di una settimana a 500 arresti e, purtroppo, anche due morti. Moreno ha sostenuto pubblicamente che dietro alle sommosse c’è la mano del suo predecessore Rafael Correa: l’ex presidente socialista avrebbe ordito “un piano di destabilizzazione” in combutta col capo di stato venezuelano Nicolas Maduro, a suo dire.”

10 ottobre:

http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Ecuador-violenti-scontri-a-Quito-la-protesta-degli-indigeni-contro-Moreno-continua-Le-immagini-1ffcfe20-2cf0-4461-aab5-f8d1d2fdaba4.html#foto-1

“Ecuador, violenti scontri a Quito, la protesta degli indigeni contro Moreno continua. Le immagini. A una settimana dall'inizio delle manifestazioni contro la decisione del governo di alzare il prezzo del carburante per assicurarsi un prestito dal Fondo Monetario Internazionale, la violenza è scoppiata ieri durante lo sciopero generale quando migliaia di persone in rappresentanza di gruppi indigeni, agricoltori e sindacati hanno marciato in una piazza nel centro di Quito chiedendo le dimissioni del presidente Lenin Moreno e il ripristino dei sussidi per il carburante. Il quartier generale del governo è stato trasferito a Guayaquil mentre in Amazzonia la pressione sociale ha portato all'interruzione del trasporto di carburante dal principale oleodotto.”

12 ottobre:

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2019-10/ecuador-ancora-proteste-vescovi-nuovo-appello-dialogo.html

Ecuador: ancora proteste. Dai vescovi nuovo appello al dialogo

“Sono continuate per il nono giorno consecutivo ieri a Quito e nel resto del territorio ecuadoriano le proteste della Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie) contro le misure di austerità imposte dal governo del presidente Lenin Moreno, ed in particolare contro il decreto che ha azzerato i sussidi ai carburanti. Il filo del dialogo viene tenuto aperto dalla mediazione di Conferenza episcopale, Onu e quattro Università.

(…)

La testimonianza di un missionario

Don Giuliano Vallotto, missionario fidei donum della diocesi di Treviso, in merito al conflitto sociale che da oltre una settimana paralizza l’Ecuador e in particolare la Capitale afferma all’Agenzia Sir che “Siamo a un punto di svolta e per certi aspetti di non ritorno. Colgo un inasprimento del conflitto, che ha ormai due attori: gli indigeni della Sierra e dell’Oriente amazzonico da una parte e il Governo dall’altra”. “È stata la città ad aprire otto giorni fa il conflitto – prosegue don Vallotto –. È, però la resistenza la sta facendo il mondo indigeno. Da giovedì hanno iniziato ad affluire verso Quito altre migliaia di indigeni, che si spostano con autobus, con camion superaffollati, con camionette e che entrano in città per gruppi. Alcune università hanno aperto le porte a questa massa di gente: la Politecnica Salesiana, la Cattolica, la Centrale, la Andina… il centro operativo e d’incontro resta sempre la Casa della Cultura, con il vicino parco dell’Arbolito”.

Cresce la solidarietà per i manifestanti

“È incredibile - prosegue il sacerdote - la maniera in cui la città sta reagendo. Ieri sono stato alla Casa della cultura e all’Università Centrale per portare viveri, coperte e vestiti… È sorprendente l’organizzazione della solidarietà a cui sto assistendo. Le suore del centro pastorale della Gatazo (uno dei nostri due centri) già da tre giorni stanno raccogliendo di tutto. Un gruppo di persone fa la cernita e nel pomeriggio con due camionette portano il tutto nei centri di raccolta, dove un’organizzazione di giovani e di volontari distribuisce nei diversi luoghi dove le persone vanno a passare la notte di ritorno dalle manifestazioni, durante le quali non sono mancati scontri durissimi con militari e Polizia”.

13 ottobre:

https://www.tio.ch/dal-mondo/cronaca/1397076/il-presidente-decreta-il-coprifuoco-a-quito

“QUITO - Il presidente dell'Ecuador Lenin Moreno ha decretato il coprifuoco nella capitale Quito che è presidiata dai militari a partire dalle 15.00 ora locale (le 22.00 di ieri sera in Svizzera). Lo riportano media internazionali.

La misura, decisa dopo le violente manifestazioni di ieri - undicesimo giorno di proteste contro le misure d'austerità imposte dal governo - fa seguito al coprifuoco parziale notturno che era stato deciso quattro giorni fa nell'ambito dello stato d'emergenza imposto per 30 giorni.

La polizia ha lanciato gas lacrimogeni contro i dimostranti che hanno assaltato mercati e hanno attaccato con bombe molotov l'ufficio dell'Ispettorato generale delle Finanze dove è scoppiato un incendio. La zona è stata evacuata dalle forze dell'ordine.

Intanto, di fronte al vigore delle proteste, entrate in Ecuador nell'11esimo giorno, con gravi scontri a Quito e pesanti riflessi sull'economia del Paese, il presidente Lenin Moreno ha annunciato di aver deciso di rivedere alcune parti del pacchetto di misure di austerità annunciate il 2 ottobre scorso, fra cui l'azzeramento dei sussidi al carburante.”

 

E in mezzo a tutto questo delirio la Conmebol cosa fa? Fa arrivare ugualmente le squadre a Quito, fa disputare le prime partite l’11 ottobre e solo poi si “accorge” che forse sarebbe stato meglio rimandare il tutto?

Infatti il 12 ottobre emette questo comunicato (ho usato Google traduttore, scusate):

“Luque, Paraguay - 12 ottobre 2019. CONMEBOL decide di rimandare gli incontri programmati di questo sabato nella Libertadores femminile che si terrà a Quito, in Ecuador. La decisione è stata presa dopo aver valutato la situazione con la polizia ecuadoriana, la federazione calcistica ecuadoriana e diverse autorità locali, che non sono in grado di garantire le condizioni di sicurezza per la celebrazione delle partite.

Saranno riforniti nuovamente dopo una nuova valutazione con le autorità locali, sempre alla ricerca di garantire la massima sicurezza delle squadre partecipanti e dei loro fan.

CONMEBOL è in costante contatto con le autorità locali allo scopo di organizzare il torneo con tutte le garanzie di sicurezza per i partecipanti.”

Sono dei fenomeni… e noi ci lamentiamo dell’Uefa.

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Oggi il governo ecuadoriano ha ritirato l'aumento dei carburanti che aveva innescato le proteste sfociate in guerriglia a Quito.

Da Repubblica.it odierna:

 

Dopo quattro intense ore di trattativa è stato raggiunto questa mattina all’alba un accordo tra la delegazione degli indigeni ecuadoriani (Conaie) e il presidente Lenin Moreno. Dodici giorni di proteste, con un’enorme marcia che ha raggiunto la capitale Quito e una guerriglia che ha messo a ferro e fuoco la capitale del piccolo Paese andino, hanno costretto Moreno a cedere alle pressioni e a revocare il decreto con il quale cancellava il contributo statale per il carburante.

Tutto torna come prima: il prezzo di benzina e diesel scende ai livelli pre-crisi e le associazioni degli indigeni, affiancate dai sindacati dei lavoratori pubblici, cantano vittoria. L’annuncio è stato dato dal rappresentante delle Nazioni Unite in Ecuador, Arnauld Perla, che assieme alla Conferenza episcopale aveva mediato in questa difficilissima e pericolosa situazione. “Si tratta di una soluzione per la pace e per il Paese”, ha aggiunto poco dopo lo stesso presidente Moreno. “Il governo sostituirà il decreto 883 con un nuovo provvedimento con meccanismi a favore di chi ha più bisogno”.

 

E sempre oggi la Conmebol emette questo comunicato (Google traduttore):

 

CONMEBOL decide di continuare con la disputa della Libertadores Femenina  - Ecuador 2019.

“La decisione è stata presa la notte di questa domenica 13 ottobre, dopo un incontro con le autorità locali e il governo ecuadoriano.

La CONMEBOL Copa Libertadores Femenina è il torneo di club più importante del Sud America, ha avuto una preparazione di oltre 5 mesi e coinvolge più di 600 persone tra giocatori, arbitri, funzionari e squadra di lavoro.

CONMEBOL, il Comitato organizzatore e la Federazione calcistica ecuadoriana hanno lavorato in coordinamento con le autorità locali nei giorni scorsi per garantire la sicurezza delle squadre e continuare il torneo, garantendo la sicurezza dei partecipanti.

Allo stesso modo, in quei giorni la comunicazione con le Associazioni Membri, i club e i sindacati del Sud America è stata fluida e costante.

Tenendo conto del fatto che l'incontro tra il governo ecuadoriano e i rappresentanti dei manifestanti è stato in grado di raggiungere un accordo che potesse garantire la fornitura di servizi di base e un'adeguata sicurezza per tali eventi, CONMEBOL ha deciso di continuare il torneo.

Lunedì 14 ottobre si terranno le partite originariamente previste per il 12 ottobre e la versione modificata del calendario verrà notificata a breve.”

 

 

Speriamo che si torni a parlare solo di sport. Chissà con che stato d'animo scenderanno in campo le ragazze?

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Aggiornamento sull'andamento del torneo.

- si sono conclusi i quattro gironi di qualificazione ai quarti

- eliminate: Peñarol (URU), Colo-Colo (CIL), Estudiantes de Caracas (VEN), Mundo Futuro (BOL), Libertad/Limpeño (PAR), Ñañas (ECU), Independiente Medellin/Formas Intimas e Municipalidad de Majes (PER)

- qualificate: Atlético Huila (COL) (le campionesse in carica), Cerro Porteño (PAR), Deportivo Cuenca (ECU), Ferroviária (BRA), Corinthians (BRA), América de Cali (COL), UAI Urquiza (ARG) e Santiago Morning (CIL).

- è stato completato il tabellone che porterà alla finale:

image.png.375b96f6ede3447233b51e428bd497b8.png

Qualche considerazione:

- per quello che ho visto (vari video di riassunto delle partite) il livello della manifestazione è inferiore alla Champions femminile. Ci sono anche ottime individualità, ma a livello di collettivi penso che nessuna squadra sudamericana possa avere qualche chance contro le “top ten” europee. Oltretutto, insieme a vere e proprie atlete si vedono giocatrici che qui sarebbero giudicate sovrappeso e inadeguate. Non parliamo poi dei portieri.

 

- alcune squadre, nella partecipazione alla Coppa, sperimentano la formula della partnership con un’altra squadra. Non conosco bene le ragioni di tale soluzione, ma mi sembra di capire che i motivi siano economico/organizzativi. E’ successo nel 2017 dove la squadra vincitrice, la brasiliana Audax Osasco ha partecipato con un insieme di proprie giocatrici e di giocatrici del Corinthians, nonostante le due squadre abbiano una propria sezione femminile. Chissà quale delle due squadre espone la coppa in bacheca? Comunque da noi una cosa del genere sarebbe impensabile: quali giocatrici utilizzare? E allenate da chi? E quest’anno la cosa si è ripetuta: una delle squadre colombiane (eliminata ai gironi) era l’Independiente Medellin che ha partecipato insieme al Club Deportivo Formas Intimas. E sempre quest’anno (altra squadra eliminata ai gironi) le paraguayane del Libertad hanno giocato con le “colleghe” del Club Limpeño.

 

- le partite, tutte a Quito, vengono ospitate in due stadi: uno da 40.000 posti e l’altro da 41.500. La Conmebol non fornisce dati dell’affluenza, ma giudicare dai filmati il tutto si svolge di fronte a pochissimi spettatori. Capisco che Quito fino a pochi giorni fa era scossa da disordini e che probabilmente la gente aveva e ha altro a cui pensare, ma vedere quei vuoti desolanti è veramente imbarazzante.

 

- triste vedere il declino delle cilene del Colo-Colo: squadra finalista nel 2011, 2015 e 2017, addirittura vincitrice nel 2012 mentre nelle due ultime edizioni non ha brillato particolarmente, anzi. E sempre parlando di Colo-Colo mi chiedo con quale spirito faranno ritorno in patria. Sembra un’ironia della sorte ma fino a pochi giorni fa erano in una città, Quito, dove per le strade c’erano scontri e barricate. E ora tornano a casa, a Santiago del Cile, dove è appena stato dichiarato il coprifuoco e sospesi i diritti civili. Povero Sudamerica…

 

Chicca finale: l’edizione 2020 della Libertadores Femenina è programmata proprio in Cile.

 

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Qualche gol...

Mundo Futuro - Ferroviaria

https://youtu.be/SOlt6PuvMOs

 

Corinthias - Nanas

https://youtu.be/8G9oJc2CWh8

 

Santiago Morning - UAI Urquiza (1)

https://youtu.be/9U1WHKPFd2I

 

Santiago Morning - UAI Urquiza (2)

https://youtu.be/V3lqb8sK4SY

 

Cali - Limpeno

https://youtu.be/NSYtZKhj164

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8 ore fa, cornioletum ha scritto:

- triste vedere il declino delle cilene del Colo-Colo: squadra finalista nel 2011, 2015 e 2017, addirittura vincitrice nel 2012 mentre nelle due ultime edizioni non ha brillato particolarmente, anzi. E sempre parlando di Colo-Colo mi chiedo con quale spirito faranno ritorno in patria. Sembra un’ironia della sorte ma fino a pochi giorni fa erano in una città, Quito, dove per le strade c’erano scontri e barricate. E ora tornano a casa, a Santiago del Cile, dove è appena stato dichiarato il coprifuoco e sospesi i diritti civili. Povero Sudamerica…

Ma in realtà ci sono stati parecchi problemi sulla loro partecipazione.. dico in Cile

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2 ore fa, SuperGobbo94_ ha scritto:

Ma in realtà ci sono stati parecchi problemi sulla loro partecipazione.. dico in Cile 

Intendi dire la designazione del Colo-Colo come seconda squadra cilena al posto del Palestino? In effetti i criteri di partecipazione/qualificazione ai vari campionati e/o coppe in Sudamerica spesso è cervellotica per non dire improbabile 🤔

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1 ora fa, cornioletum ha scritto:

Intendi dire la designazione del Colo-Colo come seconda squadra cilena al posto del Palestino? In effetti i criteri di partecipazione/qualificazione ai vari campionati e/o coppe in Sudamerica spesso è cervellotica per non dire improbabile 🤔

Sì, proprio quella.. seguo abbastanza il calcio femminile sudamericano e mi spiace molto quando ci sono polemiche come questa o su altri argomenti, anche se molto spesso è giusto portarle alla luce.

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Il punto della situazione: questa notte si giocano la finale 3°/4° posto e a seguire la finalissima della Libertadores Femenina 2019.

 

Questo il tabellone della fase a eliminazione diretta:

image.png.bd48e79539a8fd1b97eef40986a1313a.png

Poche note di cronaca: nei quarti la Ferroviaria ha superato di misura le campionesse uscenti dell'Atletico Huila

 

 

mentre America Cali vs UAI Urquiza si è giocata sotto il diluvio

 

 

Nella prima delle due semifinali la Ferroviaria ha superato le paraguaiane del Cerro Porteño (notevole il secondo gol delle brasiliane)

 

 

mentre nell'altra il portiere dell'America de Cali si è fatto espellere dopo un quarto d'ora e da lì in poi la partita non ha più avuto storia. Da apprezzare il quarto gol del Corinthians

 

 

Mentre scrivo è da poco iniziata la finalina 3°/4° (trasmessa in diretta su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=Qw35TfTSYFM

image.png

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Non ho seguito la finale tra Ferroviaria e Cortinthians perchè:

1) contrariamente a tutte le altre partite del torneo, la finale veniva trasmessa solo su Dazn Brazil e non mi sembra che siti "piratoni" l'avessero in programma

2) non avevo voglia di stare alzato fin dopo le tre di notte :d

A tutt'ora si trova solo qualche immagine e qualche breve filmato su questa pagina Facebook:

https://www.facebook.com/groups/LibertadoresFemenina

Comunque, come da pronostico, ha vinto il Corinthians 2-0 anche se la partita si è sbloccata solo sul finale. A leggere qualche resoconto del match c'è stato un dominio pressoché continuo delle Corinziane che le "Ferroviarie" hanno cercato di contenere più con l'atletismo che con la tecnica.

 

Qualche riflessione.

- il livello medio del torneo (con qualche lodevole eccezione) non mi è sembrato granchè: sia atleticamente (le due squadre brasiliane da questo punto di vista erano certamente superiori a quelle delle altre nazioni) che tatticamente. Per dare un'idea: le nostre J Women viste domenica (palloni sempre gestiti come si deve e mai buttati in avanti a casaccio, schemi assimilati e idea di gioco precisa) ieri notte avrebbero potuto giocare con pieno merito quella finale sudamericana. Poi, chiaramente, il livello delle Top Europee è tutt'altra cosa. Forse di tutte le squadre che ho visto all'opera in questa Libertadores il solo Corinthians potrebbe giocare nel campionato Italiano con buoni risultati.

- sempre riferendomi al Sudamerica noto che alcuni atteggiamenti risulterebbero abbastanza "singolari" qui da noi. Non entro nel merito della fede o della religiosità che sono concetti estremamente personali e sempre rispettabili, ma vedere negli spogliatoi tavolini approntati come altari con maglie, palloni, santini statuette e candele o vedere intere squadre sul campo inginocchiate in cerchio a pregare è una cosa che non si vede tutti i giorni, perlomeno in Europa. Qui non lo fanno neanche le squadre che giocano la Clericus Cup in Vaticano.

- altro aspetto particolare: ogni nazione, e a volte anche ogni squadra, mette sulle maglie i nomi e gli sponsor alla ca**um. Sulle spalle, in mezzo alla schiena, sul fondoschiena e anche oltre... si sono viste partite in cui una squadra aveva i nomi in alto sulla schiena e l'altra li aveva praticamente sul sedere. Possibile che almeno negli incontri internazionali la Conmebol non possa chiedere di uniformare il tutto?

 

Vabbè, comunque anche per quest'anno è andata.

P.S. qualche testata brasiliana, sull'onda dell'entusiasmo per la vittoria rispolvera l''idea del mondiale per Club femminile. Mi sa che l'impatto con altre realtà sarebbe un po' duro: senza prendere in considerazione Lyon, Wolfsburg & Co, solo il confronto con le statunitensi del North Carolina Courage o con le giapponesi dell'Inac Kobe Leonessa sarebbe interessante...

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