Vai al contenuto

Benvenuti su VecchiaSignora.com

Benvenuti su VecchiaSignora.com, il forum sulla Juventus più grande della rete. Per poter partecipare attivamente alla vita del forum è necessario registrarsi

mielemonti

Utenti
  • Numero contenuti

    2.313
  • Iscritto

  • Ultima visita

Tutti i contenuti di mielemonti

  1. Lo potrei accettare con un calciatore con i numeri e la storia di Osimehn e non da un calciatore che ha fatto 16 gol in Francia e viene osannato come un fuoriclasse. Vlahovic con 15 gol in questa stagione è stato giustamente criticato e tra un po’ lo dobbiamo regalare
  2. Penso che una società come la Juve non possa arrivare a fine mondiale per club con un allenatore e nel frattempo prendere contatti eventualmente con un altro tecnico e decidere insieme per la prossima stagione. Contenti loro… Mi dispiacerebbe per Tudor questo si
  3. Abbiamo un altro Factotum a cosa ci serve altra gente capace nel proprio lavoro? Saremo noi strani a chiedere una dirigenza preparata e con figure ognuna al proprio posto e non pieni poteri accentrati in mano ad una sola persona
  4. Siamo al 5 giugno e non c’è una posizione ufficiale della Juve su Tudor altro che pretese o contratti. Al momento è tutta fuffa
  5. Vogliono uno sviluppatore software mica un uomo di calcio
  6. mielemonti

    Nuovo DS? Comollì dice no

    Se vanno a prendere un Ds con i controc….. gli toglie potere e questo può essere un problema. Aspettiamo e vediamo che succede
  7. Damien Comolli, che a breve sarà ufficializzato come nuovo dirigente della Juventus, si è raccontato ai microfoni dell'Excellent Leadership Podcast condotto da Chad Beagen, ripercorrendo le tappe della sua carriera e spiegando la filosofia che lo guida nel suo lavoro. La filosofia di Damien Comolli L'IMPORTANZA DELLO SCOUTING - "La transizione da allenatore a osservatore è stata quasi nulla. E ho fatto fatica, all'inizio. Ricordo delle conversazioni quando ero all’Arsenal in cui dicevo: “La persona più importante in un club è l’allenatore o l’allenatore delle giovanili, perché è lui a sviluppare i giocatori”. E le persone mi rispondevano: “No, è l’osservatore. Perché se lo scouting non è buono, se il reclutamento non è buono, puoi anche avere il miglior allenatore del mondo… non potrà sviluppare nulla. Se prendi i giocatori sbagliati, prendi i giocatori sbagliati”. Ci ho messo un po’ a capire quanto fosse importante il reclutamento. Quando sono cresciuto, idolatravo Arsène [Wenger] e altri allenatori come Sacchi e altri, e pensavo che fossero le persone più importanti. E lo sono, ma solo se gli fornisci la materia prima giusta all'inizio. Quando sono stato assunto da Saint-Étienne e poi dal Tottenham, quello che apprezzavano molto del mio profilo era proprio l’aspetto del reclutamento. Perché all’epoca ero noto – spero di non sembrare troppo arrogante – per il successo nel reclutamento che avevamo avuto all’Arsenal. E, a torto o a ragione, ero associato a quel successo". IL LAVORO AL TOLOSA - "Abbiamo creato altri gruppi, per dipartimenti: finanza, contabilità, settore giovanile, ecc. Abbiamo chiesto: “Su cosa volete lavorare?”. E loro: “Su questo, quello e quell’altro”. Abbiamo creato 54 progetti immediati, cose da fare in un giorno, in una settimana, al massimo nel breve. Poi abbiamo distinto tra progetti strutturali (a lungo termine) e progetti fisiologici (sulla cultura e l’identità). Tutto il club è stato coinvolto. A febbraio abbiamo completato tutti e 54 i progetti. Tra i progetti strutturali, ad esempio, c’era la costruzione di un nuovo centro di allenamento per la prima squadra: abbiamo iniziato il 4 gennaio e stiamo investendo 20 milioni di euro. Solo per la prima squadra. Tra i progetti fisiologici: “Come costruiamo una cultura vincente?”. E questo, come puoi immaginare, è un lavoro continuo. Durante questo processo, abbiamo detto: “Non vogliamo ancora definire dei valori”. Perché il club non era ancora pronto. Quattro anni fa, quando l’abbiamo acquistato in Ligue 2, non sapevamo nemmeno chi eravamo. Quindi abbiamo rimandato la definizione dei valori". LA SELEZIONE DEI GIOCATORI - "I dati ci danno un’indicazione sul carattere e la personalità del giocatore, ma non tutto. Noi non mandiamo scout a visionare i giocatori, praticamente mai; lasciamo che siano i dati a fare il lavoro. Guardiamo qualche video, ma non usiamo scout come fanno altri club. Il nostro capo del reclutamento passa 3-5 giorni con ogni obiettivo finale: va a casa loro, esce a cena, chiede di essere portato al loro ristorante preferito, al locale notturno se ce l’hanno, chiede di incontrare la mamma, il papà, i fratelli, per capire se la loro cultura si integra con la nostra. Parte della nostra cultura è il nostro stile di gioco: siamo molto rigorosi su come giochiamo perché crediamo che il modo in cui giochiamo ci aiuti a sovraperformare. Per farti capire, quando siamo saliti di categoria eravamo la terza miglior squadra in termini di expected goals, e abbiamo vinto la lega. L’anno scorso siamo arrivati 13esimi, quest’anno 11esimi, abbiamo raggiunto gli ottavi di finale di Europa League per la prima volta nella storia del club. Quindi lo stile di gioco è un pilastro fortissimo della nostra cultura. Una volta che i dati ci dicono che lo stile di gioco del giocatore si adatta al nostro, dobbiamo capire se la sua cultura personale si adatta alla nostra. Per questo facciamo tutta questa ricerca di background e raccolta di informazioni". LA CULTURA DEL CLUB - "Dico sempre al nostro capo dei giocatori che, quando sceglie un giocatore, questo deve capire chi siamo fin dal primo momento, appena arriva in aeroporto. Ogni membro dello staff che ha contatto con i giocatori deve conoscere la nostra cultura, deve essere un “culture builder” o “culture architect”, e cerchiamo giocatori che siano anch’essi “builders” o “architects”. Una cosa bellissima che ho sentito nello spogliatoio negli ultimi quattro anni è stato un giocatore olandese che abbiamo preso dalla seconda divisione, eletto miglior giocatore della lega, che era stato scartato dall’Ajax a 14 anni. È tornato alla porta principale dell’Ajax qualche anno dopo, ma lui è olandese, non parla francese e non sapeva bene cosa lo aspettasse nel club. Ricordo che a metà di una partita l’anno scorso ha detto “ragazzi, questo non è un club di calcio come gli altri”. E ho pensato che avevamo fatto centro, perché lui non era abituato allo stile di gioco, non era contento dell’impegno richiesto. Quando i giocatori sono fattori e comunicatori della cultura e dei valori, vinci, soprattutto se non hanno nessun legame con la città o il club. Questi sono gli “architects” e i “builders” che cerchiamo, anche se a volte sbagliamo. È frustrante quando i dati ti dicono che un giocatore è valido, ma non si adatta culturalmente. Quando succede, rivediamo tutto e approfondiamo ancora di più. Per lo staff, la chiave è capire se quella persona servirà il club o se si serve solo da sé stessa; se è un “giver” o un “taker”. Se è un “giver”, ha ottime possibilità di rimanere; se è un “taker”, molto probabilmente se ne andrà presto. Questo è un aspetto che cerchiamo di valutare molto durante i colloqui, specialmente a livello esecutivo o di consiglio". ANCORA SULLA SCELTA DEI GIOCATORI - "Quando intervistiamo i giocatori, una domanda che faccio è “Che partita hai visto ieri sera?” o “Qual è stata l’ultima partita che hai visto in TV?”. Se il giocatore non ha risposta, so subito che non ama il calcio, ed è un campanello d’allarme per noi. Se non ami il calcio, sarà difficile migliorare, e oggi la parola chiave nel calcio è “allenabilità” (coachability). È molto difficile allenare qualcuno che non vuole essere allenato, che non vuole migliorare, che non è dedicato e impegnato ogni giorno. Se non è allenabile, è molto difficile che abbia successo. Se non è appassionato, è ancora meno probabile. Abbiamo anche un set di domande sviluppate con lo psicologo del club che chiediamo ai giocatori per valutare indirettamente la loro personalità, anche se loro non si rendono conto di essere valutati psicologicamente". DIRIGENTI E MANAGER - "Per i leader senior cerco persone più intelligenti di me, più esperte, che siano umili e vogliano imparare da me e dagli altri. Cerco persone aperte, trasparenti, inclusive, che abbiano un forte senso etico, che amino lavorare in squadra e che non pensino che il lavoro sia solo un modo per guadagnare soldi. Perché se vedi solo il denaro, il successo e la cultura non possono esistere. Sono le persone che sono motivate dall’obiettivo, dal valore, da una visione più grande, che alla fine costruiscono qualcosa di duraturo [...]. Non sopporto la mediocrità. Se intorno a me ci sono persone mediocri, non possono restare. Non capisco come si possa non essere lavoratori, semplicemente non è nel mio DNA, nel mio “software hardware”, scusa, non c’è modo di capirlo" ilbianconero Lunga intervista a quello che sarà un nuovo dirigente della Juve dove parla della sua carriera e di come vede e vive il calcio https://youtu.be/fEdNXPMscLE?si=rRJS__7yAsVbyO-H
  8. mielemonti

    Il progetto

    Con Motta ci hanno provato e tutti sappiamo come è andata a finire.
  9. mielemonti

    Ufficiale: Damien Comolli nuovo Direttore Generale della Juventus

    Ho letto da qualche parte che verrà con lui alla Juve anche la moglie che lavorava con lui anche al Tolosa, non so se sia reale questa ipotesi
  10. È un ruolo inventato da Comolli a Tolosa lo dice lui stesso nell’intervista dove parla di sé. Spero non gli tronchino la carriera da dirigente appena iniziata
  11. Anche dietro gli algoritmi esce Mendes che stranezza. Dietro gli algoritmi ci sono sempre persone e i propri interessi, niente di nuovo sotto questo cielo non ci raccontino favole anche se farcite di belle parole, quelle de le porta via il vento. Nel calcio contano i risultati come sempre e quelli ti diranno se si è fatto un buon lavoro. Per quanto riguarda gli allenatori Tudor tutta la vita soprattutto coi nomi che girano
  12. mielemonti

    (Video) Comolli parla del suo modo di vedere il calcio

    Se passano i criteri delle sue interviste ai calciatori e l’ostacolo bigdata….. forse ne vedremo qualcuno
  13. Essere infastidito è il minimo. Più passa il tempo più si vede l’operato di dirigenti non ancora dirigenti della Juve ufficialmente e comincio a capire un po’ di più i rifiuti di Conte e Gasperini
  14. mielemonti

    (Video) Comolli parla del suo modo di vedere il calcio

    Non so se questo sistema può essere riportato pari pari alla Juve, penso che ci voglia sempre una via di mezzo
  15. Dico Tudor ma bisogna vedere se i dati che hanno su di lui sono di gradimento del nuovo factotum Comolli. Ho paura che quest’anno potremmo farci davvero tanto male. Con i freddi numeri e statistiche non si va da nessuna parte altrimenti il Milan avrebbe vinto tutte le competizioni a cui ha partecipato con l’aggravante di aver mandato via i due dirigenti che stavano lavorando benissimo
  16. Ecco alcuni video dove Comolli spiega il suo modo di intendere il calcio
  17. Di Marzio si sta divertendo un mondo e noi gliene stiamo dando occasione
  18. mielemonti

    Sostituire una delle 50 stelle

    Siamo delusi dal rifiuto di Conte ma con una struttura dirigenziale tutta da costruire e con idee fantasiose per quanto si sa, forse un po’ di paura di venire alla Juve te la fanno venire
  19. Non mi sarei mai aspettato che un giorno si sarebbe scelto allenatore e dirigenza con ChatGpt
  20. Ma non c’è proprio nessuno al mondo con qualche soldo che si decida a togliere una volta per tutte il giocattolo dalle mani di Elkann? Rischiamo di fare una brutta fine. Qualsiasi allenatore con un po’ di autostima non si siederà mai sulla nostra panchina con questi presupposti
  21. Cercherei un modo per liberarmi prima. Lo stanno trattando come non si merita
  22. Ufficialmente non abbiamo neanche una dirigenza ma come pensiamo di attirare un allenatore nuovo a Torino. Le nostre scelte sono troppo dilatate nel tempo e con un vuoto in dirigenza in un momento cruciale per il futuro
×

Informazione Importante

Utilizziamo i cookie per migliorare questo sito web. Puoi regolare le tue impostazioni cookie o proseguire per confermare il tuo consenso.