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  1. Gabriele Gravina, oltre a ricoprire la carica di presidente della FIGC, è un membro dell’Esecutivo UEFA dall’aprile 2021 e, grazie alla sua posizione fin dall’inizio contraria alla Superlega presentata poche settimane prima dai club cosiddetti “scissionisti”, è stato scelto come uno dei vicepresidenti due anni dopo. Proprio per la sua posizione nella UEFA, dove è stato eletto con 53 voti favorevoli su 55, in questo momento in cui si trova indagato nel caso dossieraggio dalla Procura di Roma non poteva mancare la vicinanza del presidente del massimo organo del calcio europeo, Aleksander Ceferin. Come riporta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, Ceferin si schiera senza alcun dubbio al fianco di Gravina: «Intanto è abbastanza sorprendente che dossier del genere possano essere realizzati senza un’approvazione legale e con abuso di informazioni personali. In secondo luogo, in ogni sistema democratico la presunzione di innocenza deve essere rispettata, mi sembra». «Credo assolutamente che spiegherà tutto – ha continuato il numero uno della UEFA -. Ha il mio totale supporto. Il problema è che il danno è ormai fatto, ma purtroppo viviamo in tempi davvero terribili. Offro il mio personale supporto a Gabriele. Lo conosco benissimo, lo considero una persona onesta e perbene e un grande dirigente calcistico». Fonte: Tuttojuve
  2. Nel corso della lunga intervista rilasciata agli sloveni di Ekipa Ceferin è poi tornato a parlare di Andrea Agnelli: "Non la definirei soddisfazione, non c'era bisogno che provassi qualcosa del genere. Certo, su molte cose ne so di più rispetto ai normali tifosi. La storia della Juventus doveva finire come è finita. Perché tutto era sbagliato". "Non ho un rapporto affettivo con Agnelli, ma vorrei sottolineare che rispetto ancora la Juventus come club e che ho molto rispetto per tutti e tre i club in generale. Se un club ha un Consiglio che prende decisioni sbagliate, non significa che io sia contro quel club in quanto tale, tanto meno i suoi tifosi o i giocatori" l'affondo del presidente Uefa. Tornando poi sulla Superlega, Ceferin ha lanciato una frecciatina a Juventus e Barcellona, ma indirettamente anche al Real Madrid: "È interessante notare che dei tre club che si dichiarano i salvatori del calcio, per quanto si apprende dai media, uno è impegnato in un procedimento penale per questioni di bilancio, un altro per aver trasferito denaro a uno dei i leader nell'organizzazione arbitrale. Vedremo se anche il terzo ha qualcosa. Interessante vedere come salverebbero il calcio... Ogni mio altro commento sarebbe superfluo" A pochi giorni dalla sentenza sulla Superlega, Ceferin se ne esce con questa intervista volta a screditare i club fondatori con affermazioni gravissime! A me sembra che l'ultima frase che dice sia un ammissione sul fatto che sia lui il mandante...Piu' chiaro di cosi' mi sembra difficile.. Speriamo la giustizia faccia il suo corso
  3. da L'Identità del 26 gennaio 2023 Non si placano le polemiche in seguito alla sentenza della Corte d’Appello che ha sanzionato la Juventus con 15 punti di penalizzazione. Nel dibattito interviene Sergio Santoro, già Presidente della Corte Federale FIGC e del Consiglio di Stato. Presidente, vista la sua esperienza in materia di giustizia sportiva e giustizia amministrativa cosa pensa dell’inchiesta sulle plusvalenze che ha visto protagonista la Juventus ? “Non si conoscono ancora le motivazioni della decisione adottata dalla Corte Federale di Appello, per cui ho difficoltà a fare delle specifiche valutazioni. Posso soltanto fare qualche considerazione sul piano generale. Trovo però singolare che il presidente della CFA della sentenza di condanna del gennaio 2023 sia lo stesso che a maggio 2022 aveva emanato la sentenza di assoluzione nel medesimo processo Una sentenza senza precedenti, una condanna forse eccessivamente severa? “Non sappiamo se la Corte abbia ritenuto di sanzionare la società Juventus ed i suoi dirigenti per la vicenda delle plusvalenze. Se così fosse, si tratterebbe di una decisione in contrasto con i precedenti della giustizia endofederale in materia di plusvalenze. Occorre capire quali siano le ragioni di questo improvviso mutamento della giurisprudenza. Inoltre, se la sanzione inflitta è conseguenza dell’illecito sulle plusvalenze non si comprende come questo illecito possa essere stato realizzato da una sola società. La plusvalenza viene realizzata almeno da due soggetti, mentre nel caso in esame non risultano essere state deferite altre società per questo illecito. Infatti, e per questo qualcuno ipotizza che la Corte abbia deciso sulla base dell’art. 4, comma 1, del codice di giustizia sportiva, ossia che abbia inteso sanzionare il comportamento dei dirigenti Juventus in quanto contrario al principio della lealtà sportiva cui ogni società e ciascun tesserato è tenuto. “Questo, però, presuppone una modifica, da parte della Corte Federale, del capo di imputazione avanzato, a quanto è dato sapere dalle cronache, dalla Procura federale. Il Giudice Federale ha ampi poteri in materia di qualificazione giuridica del fatto contestato, ma siffatto potere non deve mai debordare in una ricostruzione alternativa dei fatti accertati e contestati. In ogni caso, la penalizzazione di 15 punti apparirebbe poco comprensibile, se correlata alla violazione del principio di lealtà sportiva. Abnorme”. Lei sostiene che lascia perplessi la dichiarazione di ammissibilità dell’istanza di revocazione proposta dalla Procura Federale. Cosa intende? “La struttura del procedimento di revocazione disegnata dal codice di giustizia sportiva contempla il doppio momento, dell’ammissibilità e quello, ulteriore e successivo, della rescindibilità e possibile sostituibilità della pronuncia della cui rimozione si tratta. Nel procedimento per revocazione occorre, quindi, verificare l’attitudine dimostrativa delle nuove prove, congiuntamente alle prove del precedente giudizio, rispetto al risultato finale della revisione del giudizio. Ma, nel caso di specie, non sappiamo quali siano queste nuove prove sulla base delle quali la Corte ha ritenuto legittima ed ammissibile una rinnovazione del giudizio sportivo e se gli elementi acquisiti dalla Procura di Torino possono essere considerati tali ai fini sportivo-disciplinari”. Quali rimedi giuridici contro la decisione la Juventus può portare? “Sotto il profilo sportivo, del risultato sportivo e, quindi, della sanzione sportiva inflitta, è possibile proporre ricorso dinanzi al Collegio di Garanzia dello Sport, che siede presso il Coni. Non si può che auspicare che il Giudice sportivo esofederale fornisca un indirizzo interpretativo certo, chiarendo definitivamente i confini dell’azione revocatoria in materia di giustizia sportiva, evitando, così, il rischio di un esorbitante pluralismo interpretativo con le intuibili ricadute sul principio della certezza del diritto”. In conclusione, quali valutazioni sul piano generale si sente di dire? “Il giurista sportivo non può che auspicare che questa decisione non mini le fondamenta del sistema di giustizia sportiva, fondate sul principio dell’autonomia dell’Ordinamento sportivo rispetto all’Ordinamento giuridico generale. Principio ribadito dalla legge e riconosciuto più volte dalla stessa Corte Costituzionale. Voglio dire, quale uomo di legge sono poco interessato alla sanzione in sé (pur ritenendo sempre preferibile, per stilare la classifica finale di un campionato, i risultati conseguiti sul campo, che quelli assegnati nelle aule di giustizia), mi preoccupano, appunto, più le ricadute della decisione sul piano dei rapporti tra ordinamento settoriale ed ordinamento dello Stato e, in via mediata, sull’assetto e gli equilibri del sistema della giustizia sportiva. La condotta di un soggetto appartenente all’ordinamento sportivo deve essere diversamente valutata a fini sportivo-disciplinari. La giurisprudenza sportiva ha sempre costantemente affermato che i comportamenti in contrasto con l’Ordinamento sportivo devono essere esaminati e valutati sulla base delle regole e delle forme di tutela previste dell’ordinamento sportivo medesimo. Si tratta di una logica conseguenza del principio dell’autonomia dell’Ordinamento sportivo, ossia della potestà che lo Stato riconosce al mondo dello sport di dotarsi, in via indipendente, di un impianto normativo e di una struttura valutativa che reagisca alla negazione dei valori dello sport”. Persino il già Presidente aggiunto del Consiglio di Stato e Presidente Corte Federale FIGC ai tempi in cui Pecoraro era Procuratore Federale (!!!), si schiera contro questa porcata!
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