Vai al contenuto

Benvenuti su VecchiaSignora.com

Benvenuti su VecchiaSignora.com, il forum sulla Juventus più grande della rete. Per poter partecipare attivamente alla vita del forum è necessario registrarsi

Archiviato

Questa discussione è archiviata e chiusa a future risposte.

ValerioBncnr

Parliamo della Svezia: che cosa è successo a questo paese?

Post in rilievo

Il modello scandinavo e l’integrazione: un sogno mancato

 

Ciao Beppe, a proposito del modello scandinavo e degli esempi di integrazione: chi vive da queste parti, come il sottoscritto da 20 anni, ha avuto modo di vedere che si tratta di sogno mancato. Interi quartieri di Malmoe abitati da stranieri (non solo mussulmani, certo), ma come si puo’ parlare di integrazione se di fatto si sono creati ghetti dove l’unica regola che vale è quella del più violento? Risse e violenze un giorno su due. Autobus per soli uomini e autobus per sole donne: piuttosto che chiamarla integrazione la si chiami con suo vero nome: questa è sottomissione! Alla fine moriremo tutti di democrazia! Si è deciso in qualche illuminato ufficio della capitale che era giusto aprire le porte a tutti ( o quasi) e così si è fatto (salvo poi tardivo ripensamento), senza capire che certe cose, se si fanno, si fanno con gradualità e una pianificazione seria e non solo per fare vedere di essere aperti. Parlando con gli indigeni, non ne conosco nessuno che si dica entusiasta di come stiano andando le cose, e non mi riferisco all’attentato di 2 giorni fa. Coppie miste se ne vedono poche e quelle che ci sono esistono perché le donne locali si sono convertite. Le richieste di antifurto nelle case non sono mai state così alte anche se negli uffici di Stoccolma, Roma, Bruxelles, parlare di muri resta una blasfemia! Che le menti illuminate dei nostri politici decidano pure di non erigere muri, tanto le persone prima o poi li costruiranno da sole, muri mentali e case sprangate, ma sempre di muri si tratta. Due anni fa una mia amica che insegna lingua svedese agli stranieri mi ha detto di aver dato le dimissioni perché non voleva fornire uno strumento a chi poteva servirsene per fare del male ai suoi 4 figli. Davvero non capisco come si possa dire di aver sconfitto la paura a Stoccolma: a questo punto tanto vale credere ancora a Babbo Natale. Basterebbe rileggere la storia di Beirut, una città aperta che da un giorno all’altro si è trovata la guerra in casa! Spero di sbagliarmi.

 

Mario Virgili , [email protected]

 

 

L’integrazione in Scandinavia è riuscita: guarda la nazionale di calcio svedese, se hai dubbi. Purtroppo, non del tutto. I ghetti esistono; ed esistono gli psicopatici violenti, eccitati da un’idea pseudo-religiosa. Non sono molti, ma sono abbastanza da mettere in difficoltà una società.

Quello che accade in Svezia, infatti, accade altrove. In Francia e Inghilterra, per esempio, dove l’immigrazione è più antica le e schizofrenie identitarie più numerose. Ignorarle non si può; eliminarle completamente nemmeno. Si può prevenire, questo sì. Ma per controllare per 24 ore al giorno, ogni giorno, un elemento “radicalizzato” – abitudini, spostamenti, comunicazioni, relazioni – occorrono 25 persone.

 

Un grosso problema, dunque. Al quale nessuno ha ancora trovato una soluzione. Tanto meno la destra che urla e protesta.

 

Beppe Severgnini

 

 

Niente, questo lettore denuncia la mancata integrazione in Svezia e Severgnini replica con la squadra di calcio. Ma com'è possibile che un minchione simile sia diventato vicedirettore del Corriere della Sera?

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Il modello scandinavo e l'integrazione: un sogno mancato

 

Ciao Beppe, a proposito del modello scandinavo e degli esempi di integrazione: chi vive da queste parti, come il sottoscritto da 20 anni, ha avuto modo di vedere che si tratta di sogno mancato. Interi quartieri di Malmoe abitati da stranieri (non solo mussulmani, certo), ma come si puo' parlare di integrazione se di fatto si sono creati ghetti dove l'unica regola che vale è quella del più violento? Risse e violenze un giorno su due. Autobus per soli uomini e autobus per sole donne: piuttosto che chiamarla integrazione la si chiami con suo vero nome: questa è sottomissione! Alla fine moriremo tutti di democrazia! Si è deciso in qualche illuminato ufficio della capitale che era giusto aprire le porte a tutti ( o quasi) e così si è fatto (salvo poi tardivo ripensamento), senza capire che certe cose, se si fanno, si fanno con gradualità e una pianificazione seria e non solo per fare vedere di essere aperti. Parlando con gli indigeni, non ne conosco nessuno che si dica entusiasta di come stiano andando le cose, e non mi riferisco all'attentato di 2 giorni fa. Coppie miste se ne vedono poche e quelle che ci sono esistono perché le donne locali si sono convertite. Le richieste di antifurto nelle case non sono mai state così alte anche se negli uffici di Stoccolma, Roma, Bruxelles, parlare di muri resta una blasfemia! Che le menti illuminate dei nostri politici decidano pure di non erigere muri, tanto le persone prima o poi li costruiranno da sole, muri mentali e case sprangate, ma sempre di muri si tratta. Due anni fa una mia amica che insegna lingua svedese agli stranieri mi ha detto di aver dato le dimissioni perché non voleva fornire uno strumento a chi poteva servirsene per fare del male ai suoi 4 figli. Davvero non capisco come si possa dire di aver sconfitto la paura a Stoccolma: a questo punto tanto vale credere ancora a Babbo Natale. Basterebbe rileggere la storia di Beirut, una città aperta che da un giorno all'altro si è trovata la guerra in casa! Spero di sbagliarmi.

 

Mario Virgili , [email protected]

 

 

L'integrazione in Scandinavia è riuscita: guarda la nazionale di calcio svedese, se hai dubbi. Purtroppo, non del tutto. I ghetti esistono; ed esistono gli psicopatici violenti, eccitati da un'idea pseudo-religiosa. Non sono molti, ma sono abbastanza da mettere in difficoltà una società.

Quello che accade in Svezia, infatti, accade altrove. In Francia e Inghilterra, per esempio, dove l'immigrazione è più antica le e schizofrenie identitarie più numerose. Ignorarle non si può; eliminarle completamente nemmeno. Si può prevenire, questo sì. Ma per controllare per 24 ore al giorno, ogni giorno, un elemento "radicalizzato" – abitudini, spostamenti, comunicazioni, relazioni – occorrono 25 persone.

 

Un grosso problema, dunque. Al quale nessuno ha ancora trovato una soluzione. Tanto meno la destra che urla e protesta.

 

Beppe Severgnini

 

 

Niente, questo lettore denuncia la mancata integrazione in Svezia e Severgnini replica con la squadra di calcio. Ma com'è possibile che un minchione simile sia diventato vicedirettore del Corriere della Sera?

 

Ma dai, ha detto molto di più. Soffermarsi sulla frase della nazionale di calcio significa essere un pò prevenuti nei confronti del personaggio che certamente non capisce nulla di calcio (del resto è interista) ma che è ed è sempre stato un acuto osservatore della realtà ed ha viaggiato e vissuto all'estero per lunghi periodi. Io credo che il discorso della mancata integrazione e dei "ghetti" sia solo una parte del problema terrorismo, le cui cause sono da ricercare altrove.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

il problema è che in svezia si sta bene e gli immigrati lo sanno....... quindi ovvio che la stiano praticamente invadendo e di conseguenza la svezia non vuole diventare come l'italia

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Ma dai, ha detto molto di più. Soffermarsi sulla frase della nazionale di calcio significa essere un pò prevenuti nei confronti del personaggio che certamente non capisce nulla di calcio (del resto è interista) ma che è ed è sempre stato un acuto osservatore della realtà ed ha viaggiato e vissuto all'estero per lunghi periodi. Io credo che il discorso della mancata integrazione e dei "ghetti" sia solo una parte del problema terrorismo, le cui cause sono da ricercare altrove.

 

Ma quale acuto osservatore, Severgnini e' quello che si vantava di conoscere e girare da 40 anni l'Inghilterra e gli Stati Uniti e si diceva sicuro della vittoria del Remain e di Hillary Clinton. Se vuoi ti posto i pezzi relativi che scrisse all'epoca, questo qui magari conosce i salotti di Manhattan e di Londra ma dell'America e dell'Inghilterra profonda non ha mai capito niente.

 

il problema è che in svezia si sta bene e gli immigrati lo sanno....... quindi ovvio che la stiano praticamente invadendo e di conseguenza la svezia non vuole diventare come l'italia

 

La Svezia e' messa molto peggio dell'Italia da questo punto di vista.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Il modello scandinavo e l'integrazione: un sogno mancato

 

Ciao Beppe, a proposito del modello scandinavo e degli esempi di integrazione: chi vive da queste parti, come il sottoscritto da 20 anni, ha avuto modo di vedere che si tratta di sogno mancato. Interi quartieri di Malmoe abitati da stranieri (non solo mussulmani, certo), ma come si puo' parlare di integrazione se di fatto si sono creati ghetti dove l'unica regola che vale è quella del più violento? Risse e violenze un giorno su due. Autobus per soli uomini e autobus per sole donne: piuttosto che chiamarla integrazione la si chiami con suo vero nome: questa è sottomissione! Alla fine moriremo tutti di democrazia! Si è deciso in qualche illuminato ufficio della capitale che era giusto aprire le porte a tutti ( o quasi) e così si è fatto (salvo poi tardivo ripensamento), senza capire che certe cose, se si fanno, si fanno con gradualità e una pianificazione seria e non solo per fare vedere di essere aperti. Parlando con gli indigeni, non ne conosco nessuno che si dica entusiasta di come stiano andando le cose, e non mi riferisco all'attentato di 2 giorni fa. Coppie miste se ne vedono poche e quelle che ci sono esistono perché le donne locali si sono convertite. Le richieste di antifurto nelle case non sono mai state così alte anche se negli uffici di Stoccolma, Roma, Bruxelles, parlare di muri resta una blasfemia! Che le menti illuminate dei nostri politici decidano pure di non erigere muri, tanto le persone prima o poi li costruiranno da sole, muri mentali e case sprangate, ma sempre di muri si tratta. Due anni fa una mia amica che insegna lingua svedese agli stranieri mi ha detto di aver dato le dimissioni perché non voleva fornire uno strumento a chi poteva servirsene per fare del male ai suoi 4 figli. Davvero non capisco come si possa dire di aver sconfitto la paura a Stoccolma: a questo punto tanto vale credere ancora a Babbo Natale. Basterebbe rileggere la storia di Beirut, una città aperta che da un giorno all'altro si è trovata la guerra in casa! Spero di sbagliarmi.

 

Mario Virgili , [email protected]

 

 

L'integrazione in Scandinavia è riuscita: guarda la nazionale di calcio svedese, se hai dubbi. Purtroppo, non del tutto. I ghetti esistono; ed esistono gli psicopatici violenti, eccitati da un'idea pseudo-religiosa. Non sono molti, ma sono abbastanza da mettere in difficoltà una società.

Quello che accade in Svezia, infatti, accade altrove. In Francia e Inghilterra, per esempio, dove l'immigrazione è più antica le e schizofrenie identitarie più numerose. Ignorarle non si può; eliminarle completamente nemmeno. Si può prevenire, questo sì. Ma per controllare per 24 ore al giorno, ogni giorno, un elemento "radicalizzato" – abitudini, spostamenti, comunicazioni, relazioni – occorrono 25 persone.

 

Un grosso problema, dunque. Al quale nessuno ha ancora trovato una soluzione. Tanto meno la destra che urla e protesta.

 

Beppe Severgnini

 

 

Niente, questo lettore denuncia la mancata integrazione in Svezia e Severgnini replica con la squadra di calcio. Ma com'è possibile che un minchione simile sia diventato vicedirettore del Corriere della Sera?

 

La verità è che ognuno vede quello che vuole vedere ed esaspera i difetti o i pregi, a seconda delle sue idee.

Non ho mai sentito parlare per esempio di "mancata integrazione" degli ebrei a NY (e nessuno ha scritto a Severgnini per dirglielo) perché dei gruppi di ultra-ortodossi hanno creato un servizio di pullman diviso per sessi, ora a Malmo ci saranno mille bigotti islamici così e ovviamente non si perché in questo caso devono rispecchiare tutti i musulmani del paese! Bisogna sempre vedere quanto sono grandi queste problematiche, quanti immigrati coinvolgono, ecc. Ci sono decine di servizi televisivi, su internet, ecc, di questi "quartieri etnici" dove magari trovi il giornalista che va convinto di sentirsi dire dagli abitanti "bianchi" che è tutto un problema e invece si sente dire, dagli abitanti originali del posto, che si, sono cambiate certe usanze, il tipo di negozi, ecc, ma che si sta bene e che loro non hanno tutti i problemi che raccontano i media. E la dimostrazione, ripeto, ce l'hai che in elezioni DEMOCRATICHE città come Londra e Rotterdam (due posti definiti come città infernali da una certa destra anti-immigrati) hanno votato per sindaci musulmani! Non si spiegherebbe la cosa se i cittadini di Londra e Rotterdam percepissero in modo così forte queste problematiche, che probabilmente sono molto più limitate di quanto non si vuole far credere. E ripeto, il terrorismo è qualcosa di diverso, è da valutare su un altro binario. San Pietroburgo è piena di immigrati? Non mi pare. L'11-9 era opera di immigrati? Non mi pare. Insomma, il terrorismo viaggia su un altro binario e va valutato in altro modo.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Ma quale acuto osservatore, Severgnini e' quello che si vantava di conoscere e girare da 40 anni l'Inghilterra e gli Stati Uniti e si diceva sicuro della vittoria del Remain e di Hillary Clinton. Se vuoi ti posto i pezzi relativi che scrisse all'epoca, questo qui magari conosce i salotti di Manhattan e di Londra ma dell'America e dell'Inghilterra profonda non ha mai capito niente.

 

 

Se è per quello, quasi tutti i commentatori, i giornalisti, gli osservatori e gli opinion makers, americani, britannici e non davano più probabile la vittoria della Clinton e del Remain. Dovessimo giudicarli tutti per quella previsione, che era la più probabile, dovrebbero tutti cambiare mestiere...

Tornando alla risposta che dà alla persona che gli scrive e all'attentato di Stoccolma, io credo che nel caso specifico, la mancata integrazione c'entri poco. L'attentatore era un tizio richiedente asilo che in Svezia era entrato relativamente da poco e che era già conosciuto dai servizi per le sue simpatie per l'Isis. Insomma non il classico disadattato da banlieu parigina o belga.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Ma quale acuto osservatore, Severgnini e' quello che si vantava di conoscere e girare da 40 anni l'Inghilterra e gli Stati Uniti e si diceva sicuro della vittoria del Remain e di Hillary Clinton. Se vuoi ti posto i pezzi relativi che scrisse all'epoca, questo qui magari conosce i salotti di Manhattan e di Londra ma dell'America e dell'Inghilterra profonda non ha mai capito niente.

 

 

 

La Svezia e' messa molto peggio dell'Italia da questo punto di vista.

 

Severgnini è l'espressione di una pseudoelite culturale che vive al di fuori di ogni realtà: uno di quelli che pensano che l'immigrato tipo siano Rula Jebreal o Micheal Schumacher.Uno che scrive che la Svezia non abbia problemi ad integrare gli immigrati perché basta vedere la nazionale di calcio è da TSO. L'immigrazione non è mai stata un problema così grande in Europa a causa del fatto che i nostri stipendi e le qualità dei servizi che riceviamo dallo stato sociale divengono sempre più bassi, di conseguenza vediamo lo straniero come un attentatore al nostro status. Inoltre ci sono delle barriere di integrazione culturale oggettiva, distanze che richiederanno secoli per essere appianate. L'Inghilterra è stata acclamata per anni come modello di integrazione al quale ambire, oggi è la nazione che si è staccata dalla UE perché la sua popolazione(includendo coloro di origini africane o asiatiche) non volevano più vedere immigrati rumeni o bulgari nei loro quartieri e la più grande fucina di foreign fighters. Il modello di integrazione europea è oggettivamente fallito.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Svezia, stop a segregazione sociale nelle scuole. Il ministro: "Riforma fondamentale"

 

169

 

Lo Stato interverrà nella scelta delle famiglie in modo da non creare disparità. Il sistema attualmente in vigore della lista d'attesa, consente ai ceti più ricchi di individuare gli istituti scolastici di miglior qualità. Famiglie meno abbienti accettano quelli assegnati dalle autorità

di ANDREA TARQUINI

27 Aprile 2017

 

2' di lettura

LA SVEZIA, paese-guida del nord, si prepara alla sua piú importante riforma della scuola da lunghi decenni. Cardine della riforma sarà cercare di ridurre la tendenza alla segregazione di fatto tra classi e scuole formate soprattutto da figli di benestanti, quindi più colti in partenza, e altre dove predominano figli dei ceti meno abbienti.

 

Insomma lo Stato dovrà intervenire nella libertà di scelta delle scuole dove mandare i figli, finora affidata in gran parte alle famiglie. E imporre un mix, al limite decidendo chi va in quale scuola per armonizzare la composizione sociale delle classi.

 

Solo in questo modo potranno essere stimolate al meglio capacità apprenditive e talenti di ogni giovane, ha spiegato Jan-Eric Gustafsson, capo della Commissione nazionale per la scuola. Gruppo di esperti, in parte docenti in parte espertti indipendenti, incaricato dal governo rossoverde di affrontare la situazione. E ha ricevuto il plauso del ministro della Pubblica istruzione dell'secutivo di sinistra, il verde Gustav Fridolin. "Sarà il piú importante pacchetto di riforme scolastiche da decine di anni", ha detto a Radio Sweden.

 

Qual è il problema? Secondo la Commissione di esperti, ha detto il ministro, "il sistema attualmente in vigore in Svezia, cioè il sistema della lista d'attesa che consente ai genitori di candidare i figli all'ingresso nelle scuole che preferiscono, consente di fatto solo ai ceti più abbienti e meglio informati (inclusi molti migranti da generazioni) di individuare le scuole di miglior qualità e ranking. Famiglie meno abbienti e nuovi migranti accettano la scuola assegnata dalle autorità. Secondo Johanna Jaara-Astrand, presidente dell'Associazione degli insegnanti, "l'attuale sistema di scelta della scuola di fatto è libero solo i più abbienti e informati: iscrivono i figli in lista d'attesa già nel periodo di maternità conquistando precedenza assoluta nell'ammissione dei figli alle scuole migliori".

 

Risultato, segregazione di fatto o quasi tra le classi delle medie e licei di miglior qualità dove i figli dei ricchi sono messi in lista d'attesa magari prima di nascere, e le altre scuole dove i figli dei meno abbienti restano svantaggiati non contattando il resto della società. Ghettizzazione sui banchi. Paradossale, eppure il problema esiste in uno dei paesi più avanzati e competitivi del mondo. Incoraggiato però dalla Ocse a migliorare il sistema scolastico, ritenuto non allo stesso livello di quello di altri paesi nordici.

 

Dunque, anche controllando il reddito (le autorità tributarie svedesi e di tutta la Scandinavia sono onnipotenti) si potrà limitare una libertà di scelta delle scuole per i figli che secondo esperti e governo di fatto è privilegio nascosto dei più facoltosi e informati.

 

Anche nel veloce mondo globale col suo flusso continuo d'informazioni online, tv e altre, nessuno o quasi lo sapeva, eppure è così. La Svezia che dai decenni gloriosi della trasformazione della socialdemocrazia in forza di governo (coi leggendari premier di statura mondiale Tage Erlander e poi Olof Palme) ha puntato a far coesistere egalitarismo e solidarietà sociale con un'economia di mercato tra le più competitive al mondo, ha mancato l'obiettivo proprio nella scuola, cioè per quanto riguarda i giovani. "Dovete rivedere il sistema", ha raccomandato l'Ocse a Stoccolma.

 

Altri rapporti della Commissione nazionale indicano ulteriori problemi: pochi studenti s'identificano con la scuola, molti vi si sentono soli. Tra l'altro a causa degli insufficienti sforzi pubblici per lottare contro il bullismo.

 

Repubblica

 

 

Ottima questa riforma, andrebbe applicata anche in Italia creando classi miste fino alle medie. Così ci sarebbe più integrazione e anche i radical chic proverebbero sulla loro pelle e su quella dei loro figli le difficoltà che questo comporta. Troppo facile pontificare e vivere in mondi separati

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Svezia, stop a segregazione sociale nelle scuole. Il ministro: "Riforma fondamentale"

 

169

 

Lo Stato interverrà nella scelta delle famiglie in modo da non creare disparità. Il sistema attualmente in vigore della lista d'attesa, consente ai ceti più ricchi di individuare gli istituti scolastici di miglior qualità. Famiglie meno abbienti accettano quelli assegnati dalle autorità

di ANDREA TARQUINI

 

 

 

Ottima questa riforma, andrebbe applicata anche in Italia creando classi miste fino alle medie. Così ci sarebbe più integrazione e anche i radical chic proverebbero sulla loro pelle e su quella dei loro figli le difficoltà che questo comporta. Troppo facile pontificare e vivere in mondi separati

 

 

Scusa, ma mi pare tutto un controsenso...

 

Siamo qui che ce lo rimeniamo in continuazione tra maggiori libertà ai cittadini, stato oppressivo, diritti individuali, potere al popolo, poteri di controllo (c'è chi paventa addirittura innesti di microchip subcutanei), ideologia del pensiero unico... e poi plaudiamo ad una riforma che

 

1) di fatto azzera la libertà di scelta delle famiglie, le quali rischiano di vedersi imporre dallo Stato soluzioni non gradite

 

2) rischia di livellare verso il basso anziché verso l'alto, perché salire è difficile ma scendere è facilissimo, ed una volta perso un certo tipo di status nessuno ha più incentivo a migliorarlo, perché tanto finisce tutto nello stesso calderone

 

3) non credo possa risolvere granché, visto che chi se lo può permettere, davanti all'abbassamento degli standard finirà per mandare o propri figli nelle scuole private se non addirittura all'estero e quindi le élites rimarranno élites come è sempre stato e sempre sarà

 

4) non aiuta in alcun modo la competitività che è il motore più efficace all'integrazione visto che, con la scelta calata dall'alto, nessuna famiglia sarà più incentivata a sbattersi per cercare il meglio per i propri figli, informandosi per proprio conto: in altre parole è una specie di riedizione in salsa svedese di quella perversione ideologica che è stata il "sei politico" sessantottesco

 

5) entra a piedi uniti in un contesto in cui (mi pare di capire) non vi sia mai stato alcun divieto fattuale a nessuno, neanche quindi ai meno abbienti, di iscrivere i propri figli in una scuola di livello, pretendendo invece di correggere "in laboratorio", quindi dall'esterno (con un intervento dello Stato) delle mancanze che sono unicamente interne, cioè delle famiglie che non si informano perché incapaci o troppo pigre per farlo. In altre parole, visto che non pare essere un problema di reddito trattandosi di scuole statali, per quale ragione anche i meno abbienti non iscrivono i propri figli nascituri alle liste d'attesa come fanno gli altri? E se questi non lo fanno, perché diavolo deve farlo lo Stato al posto loro? Troppo comoda la pappa pronta per tutti.

 

Ora, ai sostenitori dell'egualitarismo ideologico a tutti i costi, imposto dallo Stato, questa riforma piacerà sicuramente, ma non capisco come possa invece andare a genio a chi continua a parlare di libertà, cittadini e diritti individuali, considerato che qui non vedo in alcun modo l'estensione di diritti, ma solo l'applicazione di nuovi obblighi.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Scusa, ma mi pare tutto un controsenso...

 

Siamo qui che ce lo rimeniamo in continuazione tra maggiori libertà ai cittadini, stato oppressivo, diritti individuali, potere al popolo, poteri di controllo (c'è chi paventa addirittura innesti di microchip subcutanei), ideologia del pensiero unico... e poi plaudiamo ad una riforma che

 

1) di fatto azzera la libertà di scelta delle famiglie, le quali rischiano di vedersi imporre dallo Stato soluzioni non gradite

 

2) rischia di livellare verso il basso anziché verso l'alto, perché salire è difficile ma scendere è facilissimo, ed una volta perso un certo tipo di status nessuno ha più incentivo a migliorarlo, perché tanto finisce tutto nello stesso calderone

 

3) non credo possa risolvere granché, visto che chi se lo può permettere, davanti all'abbassamento degli standard finirà per mandare o propri figli nelle scuole private se non addirittura all'estero e quindi le élites rimarranno élites come è sempre stato e sempre sarà

 

4) non aiuta in alcun modo la competitività che è il motore più efficace all'integrazione visto che, con la scelta calata dall'alto, nessuna famiglia sarà più incentivata a sbattersi per cercare il meglio per i propri figli, informandosi per proprio conto: in altre parole è una specie di riedizione in salsa svedese di quella perversione ideologica che è stata il "sei politico" sessantottesco

 

5) entra a piedi uniti in un contesto in cui (mi pare di capire) non vi sia mai stato alcun divieto fattuale a nessuno, neanche quindi ai meno abbienti, di iscrivere i propri figli in una scuola di livello, pretendendo invece di correggere "in laboratorio", quindi dall'esterno (con un intervento dello Stato) delle mancanze che sono unicamente interne, cioè delle famiglie che non si informano perché incapaci o troppo pigre per farlo. In altre parole, visto che non pare essere un problema di reddito trattandosi di scuole statali, per quale ragione anche i meno abbienti non iscrivono i propri figli nascituri alle liste d'attesa come fanno gli altri? E se questi non lo fanno, perché diavolo deve farlo lo Stato al posto loro? Troppo comoda la pappa pronta per tutti.

 

Ora, ai sostenitori dell'egualitarismo ideologico a tutti i costi, imposto dallo Stato, questa riforma piacerà sicuramente, ma non capisco come possa invece andare a genio a chi continua a parlare di libertà, cittadini e diritti individuali, considerato che qui non vedo in alcun modo l'estensione di diritti, ma solo l'applicazione di nuovi obblighi.

 

Se lo Stato funziona bene può benissimo intervenire in questioni delicate, soprattutto se l'integrazione non sta avvenendo. La libertà individuale è importante, ma anche la costruzione della societa' dove interviene lo Stato. Per quanto riguarda il livellamento verso il basso non credo proprio, anzi si verrà a creare un ambiente più variegato e stimolante, non una sorta di apartheid come avviene ora, e non vedo come questo possa essere considerato un livellamento verso il basso. Poi le famiglie potranno benissimo mandare i loro figli alle scuole private o all'estero, basta non siano sovvenzionate dallo Stato (quindi dai cittadini) e che siano di qualità, non gli ignobili diplomifici che ci sono in Italia. Non vedo come questo possa essere una mancata spinta a migliorarsi, anzi, sarà un incentivo perchè a tutti verranno date le stesse possibilità e quindi le differenze iniziali verranno perlomeno a ridursi. E forse insegnerà a qualche buonista da salotto cosa significa la convivenza, con i vantaggi e gli svantaggi che essa comporta.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

 

 

Beppe Severgnini

 

 

Niente, questo lettore denuncia la mancata integrazione in Svezia e Severgnini replica con la squadra di calcio. Ma com'è possibile che un minchione simile sia diventato vicedirettore del Corriere della Sera?

 

ma poi la nazionale svedese fa *, e uno dei motivi è che non hanno un'identità comune.

Ma che * di esempio è?

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

ma poi la nazionale svedese fa *, e uno dei motivi è che non hanno un'identità comune.

Ma che * di esempio è?

 

Mah, questa mi pare una forzatura ideologica bella e buona!

La nazionale fa schifo perché il loro calcio attualmente fa schifo, fine. Anzi, l'unico forte che hanno è l'emblema della Svezia multietnica e multiculturale, ovvero Ibrahimovic, che non si sente di certo meno svedese degli altri.

E poi te lo dimostrano i casi di nazionali dove invece questo aspetto di "varietà" è ritenuto un punto di forza del movimento calcistico, vedi la Germania, la Francia, il Belgio.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

 

Beppe Severgnini

 

 

Niente, questo lettore denuncia la mancata integrazione in Svezia e Severgnini replica con la squadra di calcio. Ma com'è possibile che un minchione simile sia diventato vicedirettore del Corriere della Sera?

 

già, ora ci manca solo che usciamo con la Svezia così ha la scusa per riempirci di panzane radical chic per i prossimi due secoli .ghgh .ghgh .ghgh

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Svezia, stop a segregazione sociale nelle scuole. Il ministro: "Riforma fondamentale"

 

169

 

Lo Stato interverrà nella scelta delle famiglie in modo da non creare disparità. Il sistema attualmente in vigore della lista d'attesa, consente ai ceti più ricchi di individuare gli istituti scolastici di miglior qualità. Famiglie meno abbienti accettano quelli assegnati dalle autorità

di ANDREA TARQUINI

27 Aprile 2017

 

2' di lettura

LA SVEZIA, paese-guida del nord, si prepara alla sua piú importante riforma della scuola da lunghi decenni. Cardine della riforma sarà cercare di ridurre la tendenza alla segregazione di fatto tra classi e scuole formate soprattutto da figli di benestanti, quindi più colti in partenza, e altre dove predominano figli dei ceti meno abbienti.

 

Insomma lo Stato dovrà intervenire nella libertà di scelta delle scuole dove mandare i figli, finora affidata in gran parte alle famiglie. E imporre un mix, al limite decidendo chi va in quale scuola per armonizzare la composizione sociale delle classi.

 

Solo in questo modo potranno essere stimolate al meglio capacità apprenditive e talenti di ogni giovane, ha spiegato Jan-Eric Gustafsson, capo della Commissione nazionale per la scuola. Gruppo di esperti, in parte docenti in parte espertti indipendenti, incaricato dal governo rossoverde di affrontare la situazione. E ha ricevuto il plauso del ministro della Pubblica istruzione dell'secutivo di sinistra, il verde Gustav Fridolin. "Sarà il piú importante pacchetto di riforme scolastiche da decine di anni", ha detto a Radio Sweden.

 

Qual è il problema? Secondo la Commissione di esperti, ha detto il ministro, "il sistema attualmente in vigore in Svezia, cioè il sistema della lista d'attesa che consente ai genitori di candidare i figli all'ingresso nelle scuole che preferiscono, consente di fatto solo ai ceti più abbienti e meglio informati (inclusi molti migranti da generazioni) di individuare le scuole di miglior qualità e ranking. Famiglie meno abbienti e nuovi migranti accettano la scuola assegnata dalle autorità. Secondo Johanna Jaara-Astrand, presidente dell'Associazione degli insegnanti, "l'attuale sistema di scelta della scuola di fatto è libero solo i più abbienti e informati: iscrivono i figli in lista d'attesa già nel periodo di maternità conquistando precedenza assoluta nell'ammissione dei figli alle scuole migliori".

 

Risultato, segregazione di fatto o quasi tra le classi delle medie e licei di miglior qualità dove i figli dei ricchi sono messi in lista d'attesa magari prima di nascere, e le altre scuole dove i figli dei meno abbienti restano svantaggiati non contattando il resto della società. Ghettizzazione sui banchi. Paradossale, eppure il problema esiste in uno dei paesi più avanzati e competitivi del mondo. Incoraggiato però dalla Ocse a migliorare il sistema scolastico, ritenuto non allo stesso livello di quello di altri paesi nordici.

 

Dunque, anche controllando il reddito (le autorità tributarie svedesi e di tutta la Scandinavia sono onnipotenti) si potrà limitare una libertà di scelta delle scuole per i figli che secondo esperti e governo di fatto è privilegio nascosto dei più facoltosi e informati.

 

Anche nel veloce mondo globale col suo flusso continuo d'informazioni online, tv e altre, nessuno o quasi lo sapeva, eppure è così. La Svezia che dai decenni gloriosi della trasformazione della socialdemocrazia in forza di governo (coi leggendari premier di statura mondiale Tage Erlander e poi Olof Palme) ha puntato a far coesistere egalitarismo e solidarietà sociale con un'economia di mercato tra le più competitive al mondo, ha mancato l'obiettivo proprio nella scuola, cioè per quanto riguarda i giovani. "Dovete rivedere il sistema", ha raccomandato l'Ocse a Stoccolma.

 

Altri rapporti della Commissione nazionale indicano ulteriori problemi: pochi studenti s'identificano con la scuola, molti vi si sentono soli. Tra l'altro a causa degli insufficienti sforzi pubblici per lottare contro il bullismo.

 

Repubblica

 

 

Ottima questa riforma, andrebbe applicata anche in Italia creando classi miste fino alle medie. Così ci sarebbe più integrazione e anche i radical chic proverebbero sulla loro pelle e su quella dei loro figli le difficoltà che questo comporta. Troppo facile pontificare e vivere in mondi separati

 

si come idea non male, ma non sarebbe più facile aumentare il livello della qualità della scuola? questa riforma che capisco voglia aiutare i meno abbienti, in pratica a seconda della fortuna, mantiene cmq scuole ottime e mediocri, non sarebbe stato meglio portare le medciori ad essere ottime?

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

ma poi la nazionale svedese fa *, e uno dei motivi è che non hanno un'identità comune.

Ma che * di esempio è?

 

:d Scopriremo molto presto se hai ragione .uah

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

:d Scopriremo molto presto se hai ragione .uah

 

Infatti...

 

Tra l'altro ho scritto sopra... il vero terrore è che poi Severgnini ci riempirà di panzane radical chic... .ghgh

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

La Svezia è anche quel paese così socialmente avanzato in cui l'egualitarismo ideologico sta raggiungendo vette, o meglio toccando abissi, terrificanti ed inauditi, fino ad arrivare addirittura a prefiggersi la destrutturazione dei generi, da maschile e femminile a "neutro": come avviene ad esempio nel ben noto asilo infantile "Egalia" dove sono aboliti tutti i possibili riferimenti di genere (dai giocattoli, agli abiti, ai colori, ai modi di esprimersi) in favore del neutralismo e dell'intercambiabilità più assoluti.

Consiglio di leggere questo pezzo, che non è fantascienza distopica ma realtà agghiacciante. .brr

http://www.ilfoglio.it/magazine/2017/08/07/news/il-sesso-degli-angeli-147746/

 

Una sola considerazione: mi chiedo come faranno un domani, questi ultraprogrediti ideologi del neutro a conciliarsi, senza venire meno ai loro dogmi politicamente corretti, con la marea montante dell'islamismo integralista delle sharialand di Goteborg e Malmoe, che sulle differenze tra uomo e donna ha una veduta un tantinello più ristretta della loro... .ghgh .ghgh :statbuon:

 

Once were (wiking) warriors... .sisi

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

La Svezia è anche quel paese così socialmente avanzato in cui l'egualitarismo ideologico sta raggiungendo vette, o meglio toccando abissi, terrificanti ed inauditi, fino ad arrivare addirittura a prefiggersi la destrutturazione dei generi, da maschile e femminile a "neutro": come avviene ad esempio nel ben noto asilo infantile "Egalia" dove sono aboliti tutti i possibili riferimenti di genere (dai giocattoli, agli abiti, ai colori, ai modi di esprimersi) in favore del neutralismo e dell'intercambiabilità più assoluti.

Consiglio di leggere questo pezzo, che non è fantascienza distopica ma realtà agghiacciante. .brr

http://www.ilfoglio....-angeli-147746/

 

Una sola considerazione: mi chiedo come faranno un domani, questi ultraprogrediti ideologi del neutro a conciliarsi, senza venire meno ai loro dogmi politicamente corretti, con la marea montante dell'islamismo integralista delle sharialand di Goteborg e Malmoe, che sulle differenze tra uomo e donna ha una veduta un tantinello più ristretta della loro... .ghgh .ghgh :statbuon:

 

Once were (wiking) warriors... .sisi

 

Quando ci ho vissuto non erano ancora arrivati a questo livello. Capisco un modello educativo più morbido, che abbia rispetto per tutti, ma arrivare ad annullare tutte le differenze tra generi (o meglio a fare finta di nasconderle) è follia... è qualcosa di palesemente antiscientifico e innaturale. :o

 

Hanno asservito l'educazione all'ideologia, come nelle peggiori tradizioni degli "ismi" novecenteschi... .doh

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

×

Informazione Importante

Utilizziamo i cookie per migliorare questo sito web. Puoi regolare le tue impostazioni cookie o proseguire per confermare il tuo consenso.