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Rhyme

Occhio allo schermo!

Post in rilievo

Causa influenza ieri sera non sono potuto andare a vedere Il settimo sigillo restaurato e domani non potrò andare a vedere il giapponese Zombie contro Zombie e il documentario su Friedkin, tutti a spettacolo unico...mannaggia :(

 

Black Panther l'ho visto anche io ieri sera.

Dalla sua parte ha sicuramente uno sviluppo differente rispetto ai soliti cinecomics. Prende molto soprattutto dall'action movie, con riferimenti a 007, Indiana Jones, Star Wars.

C'è anche un tentativo di sottotrama sociale, a dire il vero assai posticcio.

Nello sviluppo si tenta di fare qualcosa di diverso, con riferimento alla figura dell'antagonista...ma via via rimane comunque abbastanza prevedibile e standardizzato.

L'ho trovato spesso troppo superficiale e lacunoso nello sviluppo narrativo, soprattutto dei dettagli. A partire per esempio dall'introduzione del film e dalla presentazione del Wakanda che è pressochè assente...ma più in generale non convincono pienamente, per me, anche alcune delle varie motivazioni dei personaggi.

Può essere interessante perché tenta qualcosa di nuovo nel filone, ma non mi spiego il clamoroso successo sia di pubblico che di critica che ha avuto.

 

Ho iniziato finalmente l'approfondimento sul cinema italiano che avevo in programma.

Partendo da Sciuscià (1946), L'oro di Napoli (1954) e Il giardino dei Finzi-Contini (1970) di De Sica. Tre suoi film molto noti. Mi limito solamente a dire che la mancanza di Zavattini (quindi ne Il giardino dei Finzi-Contini) nel lavoro desichiano si nota tremendamente. E' lui il deus ex machina.

 

Proseguendo poi con Germania anno zero (1948), India: Matri Bhumi (1959) e Il generale Della Rovere (1959) di Rossellini.

Germania anno zero è il terzo film della "trilogia della guerra" dopo i capolavori di Roma città aperta e Paisà. Un film quasi in sospeso, interrotto come gli scenari della Berlino distrutta...con uno dei finali più intensi e più forti del cinema.

India è un film-documentario sull'India che Rossellini realizzò a metà degli anni '50. In quel periodo intraprese un lungo viaggio nel paese asiatico, un viaggio che lo vide partire con come turista ma come vero e proprio esploratore.

Non è un documentario vero e proprio perché la reale intenzione non è quella di documentare e perché c'è una parvenza di narrazione. Un film diviso in episodi che vedono al loro centro la natura e l'ambiente...è un film dalla forte connotazione ambientalista.

E' lontanissimo dai suoi film precedenti e segna anche un momento di svolta per la sua carriera, ma ha dei momenti di pura e cristallina poesia come l'episodio della scimmia o quello della tigre.

Da quanto ho capito, la sua visione è stata resa possibile grazie ad un restauro nel 2011...prima era praticamente invedibile ed era diventato quasi una leggenda.

India è il film che Rossellini ha maggiormente amato tra i suoi lavori e da quel viaggio in India trasse anche una serie tv in 10 episodi, uscita lo stesso anno del film.

Curioso è il fatto che anche un altro grandissimo regista sentì il bisogno pochi anni prima di andare nell'India da poco indipendente per girare un film..è il caso di Jean Renoir e del film Il fiume, del '51. E sia per Renoir che per Rossellini, si è trattato del primo film a colori.

 

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17 ore fa, Vegliardo ha scritto:

A me è piaciuto solo il personaggio ma sicuramente poteva essere reso meglio, tutto il resto davvero noioso.

Comunque ti puoi consolare stasera su Rai4 col tuo (nonché mio) Marvel preferito.

ma anche il personaggio psicologico e' scontato...il buonista che deve porre rimedio agli errori del padre...avrei preferito un tipo piu' tosto che zen onestly

i guardiani son sempre i guardiani ahah

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Terje Vigen, di Victor Sjostrom, 1917.

 

Ne parlò Rhyme mesi fa del regista e ora ho iniziato a recuperarlo. Questo primo film, che non risparmia nulla allo spettatore in fatto di drammaticità, ha tra l'altro un bellissimo modo di integrare uomo in primo piano e fondo naturale alle sue spalle. Un'ora di film molto bella.

 

Nostra signora dei turchi, Carmelo Bene, 1968.

 

Per parlare di Bene servirebbero pagine intere. Quindi solo qualche spunto a riguardo del primo film diretto da lui diretto.

Il film, ambientato ad Otranto, in gran parte nel palazzo Moresco, ha una struttura talmente antinarrativa che è solo dannoso provare ad accennarla tra salti temporali e personaggi al limite del reale. Il film, sia appunto a livello di scrittura sia a livello di immagine, è quasi uno sberleffo verso la forma cinematografica, ma nel farlo diventa esso stesso un mirabolante esempio di cinema. E poi monologhi meravigliosi, prove recitative superbe, una fra tutte quando Bene nella stessa scena impersona due frati, da sola varrebbe il biglietto. Tra pellicola graffiata e contestazione verso la contestazione, anche tutto ciò che attornia il film stesso è altrettanto incredibile. 

Non facile ma da vedere senza dubbio.

 

Umano non umano, Mario Schifano, 1969.

 

Girato dal celebre artista, e prodotto dalla casa di produzioni poi subito chiusa di Mick Jagger e Keith Richards, anche attori nel film; è un palese esempio di cinema che vuole essere sperimentale e d'avanguardia. Il film è come composto da piccoli episodi, unico filo comune la contestazione del '68. Dicevo sperimentale, e in effetti lo è anche con la pazienza dello spettatore in qualche momento. Ma vale qualsiasi fatica arrivare alla scena, direi commovente, con protagonista Sandro Penna, amico di Schifano, che recita i suoi versi e racconta le sue giornate in casa, malinconico.

Rimane un film di indubbia importanza, seppur non facile.

 

Il settimo sigillo, I. Bergman, 1957.

 

Chi veglia su di lei: gli angeli, Dio, il diavolo o il nulla? E' la domanda che si porta con sé il cavaliere Antonius Block che non sa più come continuare ad aver fede, ed una domanda che ciascun uomo può porsi a riguardo della propria esistenza di fronte alla Morte. 

 

Non penso serva dire altro per ricordare la grandezza del film. Mi spiace per Rhyme che non ha potuto godersi la versione restaurata al cinema e in lingua originale. Tra l'altro, la possibilità di vederlo per la prima volta in lingua fa cogliere meglio le caratteristiche della coppia di teatranti che veniva un filo sviata nella traduzione italiana.

 

Mentre il restauro dell'immagine non produce un maggior contrasto tra gli scuri e i chiari, come si potrebbe pensare, ma dà al film un grigio più intenso e sfumato.

 

In ultimo quello che non è un film ma ha molto a che fare.

 

Him, di Fanny e Alexander (il fatto che lo scriva dopo Il settimo sigillo è totalmente casuale).

 

E' un lavoro teatrale di una decina di anni fa e ampiamente premiato e recensito, quindi trovate diverso materiale per approfondire.

Lo spettacolo prevede un unico attore che, inginocchiato e vestito come Him, cioè l'Hitler di Cattelan, è al centro della scena. Dietro di lui uno schermo cinematografico, l'attore alza la bacchetta da direttore d'orchestra e parte Il mago di Oz di Victor Fleming. E lo spettacolo consiste nel nostro him che doppia tutti i personaggi, in inglese, facendo persino le colonna sonora vocalmente. Il risultato, volutamente grottesco, è qualcosa strepitoso, con l'attore a dir poco superlativo.

Per l'occasione il film, che non avevo mai visto per intero, veniva proiettato nella versione 3d. 

Se vi capita non perdetevelo.

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Il 8/11/2018 Alle 16:13, perfX ha scritto:

Terje Vigen, di Victor Sjostrom, 1917.

 

Ne parlò Rhyme mesi fa del regista e ora ho iniziato a recuperarlo. Questo primo film, che non risparmia nulla allo spettatore in fatto di drammaticità, ha tra l'altro un bellissimo modo di integrare uomo in primo piano e fondo naturale alle sue spalle. Un'ora di film molto bella.

Tra i 3 che ho visto è il più asciutto sia visivamente che narrativamente.

Ma probabilmente è quello che più mi è piaciuto, forse anche più de Il carretto fantasma, che è ritenuto il suo capolavoro e che sicuramente è molto bello e molto affascinante, visivamente superiore di gran lunga.

Ma per il tormento del personaggio di Terje Vigen, reso così bene anche dalla relazione tra il volto umano e il paesaggio, come dicevi, l'ho trovato veramente straordinario.

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Ho visto anche io First Man di Chazelle.

Il film appunto mostra da una parte la sfera familiare e privata di Armstrong e dall'altra la sfera lavorativa, che vanno anche a mischiarsi...ma il focus principale del film è sul tormento emotivo di Armstrong, sui demoni, sui pensieri, sugli obiettivi e sui dolori che affollano la sua mente.

Inizialmente, nei primi 40 minuti, la mia impressione era che fosse un film ordinato, dritto, controllato ma che non fosse ottimo in niente...poi più avanti ho capito che trova la sua coerenza e il suo valore proprio in questo. Proprio in questa sua struttura controllata, ascetica, a basso profilo, pacata che viene mantenuta anche nei momenti più drammatici come possono essere i lutti o le problematiche durante le missioni...ma proprio per questo questi momenti, che hanno di per sè una carica drammatica, risaltano ma in modo sempre pacato, non caricato, non spettacolarizzato.

Mi sono reso conto che il film è collegabile proprio al suo protagonista, Gosling. Nel senso che la sua struttura, la sua modalità narrativa mi ricorda proprio la linea comunicativa di Ryan Gosling.

E in questa sensazione sempre intima e rigorosa risaltano anche bei momenti e belle scene, anche ben girate, come alcune scene in famiglia nella casa (soprattutto quando i suoi superiori gli dicono che la missione Gemini 8 era stata un successo, una scintilla quasi malickiana), ma anche le scene delle missioni (soprattutto quella finale sulla Luna, molto bella) e ho apprezzato anche gli inserti reali dell'epoca (non ho ben capito se anche la scena della protesta delle persone di colore lo era).

A dispetto della struttura narrativa è girato con una camera a mano molto mobile, quasi frenetica e con una tecnica che rimanda, alle volte, al documentario.

Non posso definirlo un grandissimo film perché secondo me in questo genere è difficile ottenere un gran film...ci sarebbe bisogno di osare molto di più.

Ma comunque mi è piaciuto e lo ritengo ben riuscito.

La La Land non mi era piaciuto, ma con First Man Chazelle torna a convincermi.

In questo film è come se si riavvicinasse a Whiplash, con un protagonista essenzialmente solo, nonostante la presenza di familiari e affetti...solo con il suo obiettivo, obiettivo che necessita di tremendi sforzi.

La sfumatura che ho trovato non molto azzeccata è il personaggio di Buzz Aldrin, che comunque è assai marginale...magari era ed è stronzo anche nella vita reale ma il suo aspetto caratteriale l'ho trovato eccessivamente calcato, quasi come a voler dare comunque al film una minima figura di antagonista, uno slancio emotivo non necessario.

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Ho visto Tutti lo sanno, il nuovo film di Asghar Farhadi.

Questa volta non si è più nel suo Iran ma nella provincia spagnola, dove il rapimento di una ragazza turberà i festeggiamenti di un matrimonio e sconvolgerà gli equilibri familiari. Il film mi è piaciuto, anche se non raggiunge il livello di film come Una separazione. Dopo un inizio introduttivo si entra nel vivo e devo dire che prende abbastanza con la sua trama gialla. Forse non risulterà originalissimo in ogni passaggio, però trovo che complessivamente ne sia uscito fuori un buon film che vale la visione. 

Curioso il fatto che sia stato girato in spagnolo ma Farhadi non conosca la lingua, cosa che in parte crea un ostacolo per il regista, come da lui stesso detto, nel percepire ogni aspetto e sfumatura della recitazione(bene sia Bardem che Penelope Cruz).

Forse il climax perde un po' nella risoluzione del mistero e nello svelamento finale del colpevole/colpevoli, mi aspettavo un impatto maggiore. Anche se sono i complicati legami familiari il vero oggetto di interesse di Farhadi in questo film.

Ora devo recuperare  Il Cliente, mi manca.

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Su netflix è uscito l'ultimo lavoro dei Coen, '"The Ballad of Buster Scruggs", un film a episodi già presentato a Venezia. Io non l'ho ancora visto ma pare che uscirà pure nelle sale statunitensi ma solamente in distribuzione limitata, un pò come capitato da noi per "Sulla mia pelle" e negli USA per altre produzioni.

Secondo è questa potrebbe esser un'ottima soluzione/compromesso se si allargasse ancor di più questo "metodo" a diversi titoli che potrebbe accontentare un pò tutti e non far storcere il naso ai cinefili puri che prediligono vedersi per la prima visione molti lungometraggi sul grande schermo.

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1 minuto fa, Smartengine ha scritto:

Su netflix è uscito l'ultimo lavoro dei Coen, '"The Ballad of Buster Scruggs", un film a episodi già presentato a Venezia. Io non l'ho ancora visto ma pare che uscirà pure nelle sale statunitensi ma solamente in distribuzione limitata, un pò come capitato da noi per "Sulla mia pelle" e negli USA per altre produzioni.

Secondo è questa potrebbe esser un'ottima soluzione se si allargasse ancor di più questo "metodo" a diversi titoli che potrebbe accontentare un pò tutti e non fa storcere il naso ai cinefili puri che prediligono vedersi per la prima visione molti lungometraggi sul grande schermo.

Credo sia successo spesso che i film Netflix siano usciti negli Stati Uniti per un periodo limitato e in un numero limitato di sale.

Per quanto riguarda Netflix e le sale, la situazione pare che si stia un po' ammorbidendo.

Roma di Cuaron uscirà anche in sala tra America ed Europa (anche in Italia) in alcuni cinema selezionati.

Lo stesso The Ballad of Buster Scruggs, teoricamente, a inizio novembre è uscito in alcune sale tra Stati Uniti e Londra e pare sia prevista un'ulteriore distribuzione a breve, in Europa.

E questo, a quanto pare, vale anche per altri film in uscita prossimamente sulla piattaforma...e fa ben sperare anche per The Irishman di Martin (che tra l'altro compie gli anni oggi).

In Italia, a dire il vero, questo aspetto può essere frenato dal drecreto sulle piattaforme streaming e le sale cinematografiche che il governo vuole firmare...non so ancora bene come interpretarlo.

Ma una soluzione di accordo tra le parti è la più intelligente e sensata...speriamo che ci si arrivi.

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10 minuti fa, Rhyme ha scritto:

Credo sia successo spesso che i film Netflix siano usciti negli Stati Uniti per un periodo limitato e in un numero limitato di sale.

Per quanto riguarda Netflix e le sale, la situazione pare che si stia un po' ammorbidendo.

Roma di Cuaron uscirà anche in sala tra America ed Europa (anche in Italia) in alcuni cinema selezionati.

Lo stesso The Ballad of Buster Scruggs, teoricamente, a inizio novembre è uscito in alcune sale tra Stati Uniti e Londra e pare sia prevista un'ulteriore distribuzione a breve, in Europa.

E questo, a quanto pare, vale anche per altri film in uscita prossimamente sulla piattaforma...e fa ben sperare anche per The Irishman di Martin (che tra l'altro compie gli anni oggi).

In Italia, a dire il vero, questo aspetto può essere frenato dal drecreto sulle piattaforme streaming e le sale cinematografiche che il governo vuole firmare...non so ancora bene come interpretarlo.

Ma una soluzione di accordo tra le parti è la più intelligente e sensata...speriamo che ci si arrivi.

Mah non so granchè ma mi pare una presa di posizione troppo forte e che non mi piace (per quel che letto, poco e quindi poter aver interpretato non benissimo).

Certamente speriamo che si arrivi ad un accordo che soddisfi tutti, c'è modo e modo di far le cose, ma non certo quello di passar da un estremo all'altro..

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1 minuto fa, Smartengine ha scritto:

Mah non so granchè ma mi pare una presa di posizione troppo forte e che non mi piace (per quel che letto, poco e quindi poter aver interpretato non benissimo).

Certamente speriamo che si arrivi ad un accordo che soddisfi tutti, c'è modo e modo di far le cose, ma non certo quello di passar da un estremo all'altro..

Ho letto poco anche io e di certo non ho le competenze per giudicare nel dettaglio.

Ma a me, più che presa di posizione troppo forte, sembra proprio una mossa controproducente.

Nel senso "Devo aspettare mesi prima che un film uscito in sala possa essere messo sulla mia piattaforma? Allora lo faccio uscire direttamente online, senza il passaggio in sala"...e allora non solo il decreto sarebbe inutile, ma sarebbe proprio dannoso.

Perché comunque alcuni giornali hanno messo titoli sbagliati o con fraintendimenti tipo "Bonisoli obbliga i film ad uscire prima in sala e poi su Netflix" ma non è così.

Comunque non so se lo hanno veramente firmato o se veramente lo firmeranno, non so se ci sono altri accordi, non so se le cose sono realmente così e non so quali possano essere le conseguenze reali.

 

Comunque una legge del genere c'è anche in Francia, da un po' di tempo.

Lì devono passare 3 anni prima che un film è uscito in sala a quando può uscire in streaming.

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57 minuti fa, Rhyme ha scritto:

Ho letto poco anche io e di certo non ho le competenze per giudicare nel dettaglio.

Ma a me, più che presa di posizione troppo forte, sembra proprio una mossa controproducente.

Nel senso "Devo aspettare mesi prima che un film uscito in sala possa essere messo sulla mia piattaforma? Allora lo faccio uscire direttamente online, senza il passaggio in sala"...e allora non solo il decreto sarebbe inutile, ma sarebbe proprio dannoso.

Perché comunque alcuni giornali hanno messo titoli sbagliati o con fraintendimenti tipo "Bonisoli obbliga i film ad uscire prima in sala e poi su Netflix" ma non è così.

Comunque non so se lo hanno veramente firmato o se veramente lo firmeranno, non so se ci sono altri accordi, non so se le cose sono realmente così e non so quali possano essere le conseguenze reali.

 

Comunque una legge del genere c'è anche in Francia, da un po' di tempo.

Lì devono passare 3 anni prima che un film è uscito in sala a quando può uscire in streaming.

Io ho letto questo tra le dichiarazioni di Bonisoli: "Penso sia importante assicurare che chi gestisce una sala sia tranquillo nel poter programmare film senza che questi siano disponibili in contemporanea su altre Piattaforme". Se è così è in contrapposizione con il compromesso di cui parlavamo sopra. Chiaramente parliamo di casi in cui una piattaforma streaming acquisti i diritti di una produzione che invece potrebbe andare in sala, da qui l'idea appunto, nel caso, della pluridustribuzione in concomitanza o quasi 

 

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Ragazzi, devo recuperare un film di cui avevate parlato tempo fa e che mi incuriosisce molto. Forse lo vidi, o meglio intravidi, un po' di anni fa, e quando ne avevate parlato mi avete fatto venire voglia di andarlo a riscoprire.

Caso processuale, tutti i giurati convinti di una posizione e uno solo contrario,  era per caso La parola ai giurati

 

Forse era @Rhyme che ne parlò, se la memoria non mi inganna... 

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3 ore fa, Smartengine ha scritto:

Io ho letto questo tra le dichiarazioni di Bonisoli: "Penso sia importante assicurare che chi gestisce una sala sia tranquillo nel poter programmare film senza che questi siano disponibili in contemporanea su altre Piattaforme". Se è così è in contrapposizione con il compromesso di cui parlavamo sopra. Chiaramente parliamo di casi in cui una piattaforma streaming acquisti i diritti di una produzione che invece potrebbe andare in sala, da qui l'idea appunto, nel caso, della pluridustribuzione in concomitanza o quasi 

 

Sì, infatti.

Sembra che voglia inserire una finestra di tempo tra l'uscita di un film in sala e l'uscita di tale film in streaming...in sostanza, quello che è accaduto con "Sulla mia pelle", che è uscito praticamente in contemporanea al cinema e su Netflix, non sarebbe permesso.

E infatti è in contrapposizione con quello che dicevamo ma pure con l'idea che c'è a monte di questa proposta, se è realmente così.

 

3 ore fa, Alessandro29 ha scritto:

Ragazzi, devo recuperare un film di cui avevate parlato tempo fa e che mi incuriosisce molto. Forse lo vidi, o meglio intravidi, un po' di anni fa, e quando ne avevate parlato mi avete fatto venire voglia di andarlo a riscoprire. 

Caso processuale, tutti i giurati convinti di una posizione e uno solo contrario,  era per caso La parola ai giurati

 

Forse era @Rhyme che ne parlò, se la memoria non mi inganna... 

Sì, era La parola ai giurati...ne avevo parlato.

Film splendido.

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1 ora fa, Rhyme ha scritto:

Sì, infatti.

Sembra che voglia inserire una finestra di tempo tra l'uscita di un film in sala e l'uscita di tale film in streaming...in sostanza, quello che è accaduto con "Sulla mia pelle", che è uscito praticamente in contemporanea al cinema e su Netflix, non sarebbe permesso.

E infatti è in contrapposizione con quello che dicevamo ma pure con l'idea che c'è a monte di questa proposta, se è realmente così.

 

Sì, era La parola ai giurati...ne avevo parlato.

Film splendido.

Perfetto Rhyme, grazie. Allora non posso che procedere al recupero

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tutti lo sanno l'ultimo film di fahradhi è ambientato in Spagna dove si celebra il matrimonio della sorella dell' Cruz tornata dalla Argentina con i figli . proprio il rapimento della figlia più grande genera gli eventi. É un film in linea con le tematiche care al regista iraniano e quindi il rapporto in e tra le famiglie (la famiglia si sgretolera) ed il rapporto con il tempo. In questo caso prende il genere thriller e lo trasforma fino a farne un dramma umano.lo dico subito il film è un passo indietro da ciò che avevo visto ne la separazione o il cliente ma soprattutto paga dazio nei confronti del "il passato" secondo me il suo capolavoro finora. Il film è impeccabile nella scenografia e nel mettere insieme un film corale dove tutti gli attori fanno ottima figura, è nella scrittura che pecca un po' di faciloneria tanto che alcuni intrecci della trama sembrano provenire o essere più x lo sceneggiato in TV. Non manca comunque una maestria nel creare tensione,la giusta focalizzazione dei dettagli come faceva  il grande Alfred. In definitiva si vede bene il film ma se vogliamo conoscere il regista meglio rivedere "il passato""una separazione"

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4 ore fa, bradipo74 ha scritto:

tutti lo sanno l'ultimo film di fahradhi è ambientato in Spagna dove si celebra il matrimonio della sorella dell' Cruz tornata dalla Argentina con i figli . proprio il rapimento della figlia più grande genera gli eventi. É un film in linea con le tematiche care al regista iraniano e quindi il rapporto in e tra le famiglie (la famiglia si sgretolera) ed il rapporto con il tempo. In questo caso prende il genere thriller e lo trasforma fino a farne un dramma umano.lo dico subito il film è un passo indietro da ciò che avevo visto ne la separazione o il cliente ma soprattutto paga dazio nei confronti del "il passato" secondo me il suo capolavoro finora. Il film è impeccabile nella scenografia e nel mettere insieme un film corale dove tutti gli attori fanno ottima figura, è nella scrittura che pecca un po' di faciloneria tanto che alcuni intrecci della trama sembrano provenire o essere più x lo sceneggiato in TV. Non manca comunque una maestria nel creare tensione,la giusta focalizzazione dei dettagli come faceva  il grande Alfred. In definitiva si vede bene il film ma se vogliamo conoscere il regista meglio rivedere "il passato""una separazione"

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Concordo abbastanza quanto hai scritto. Io ho trovato un po' così anche la risoluzione finale, non so tu. La colpevole rimane per tutto il film molto sullo sfondo, non so neanche se si senta parlare. Mi ha lasciato un po' così la cosa, pensavo potesse avere un impatto maggiore nello svelamento.

 

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23 minuti fa, Alessandro29 ha scritto:
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Concordo abbastanza quanto hai scritto. Io ho trovato un po' così anche la risoluzione finale, non so tu. La colpevole rimane per tutto il film molto sullo sfondo, non so neanche se si senta parlare. Mi ha lasciato un po' così la cosa, pensavo potesse avere un impatto maggiore nello svelamento.

 

In effetti la vera rivelazione è la paternità, è il livello del dramma familiare che è centrale e forse l aspetto giallo ne rimane assorbito

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33 minuti fa, bradipo74 ha scritto:

In effetti la vera rivelazione è la paternità, è il livello del dramma familiare che è centrale e forse l aspetto giallo ne rimane assorbito

Sì, il vero focus non è il giallo in sè e per sè, ma quello che ne consegue, però qualcosina in più me l'aspettavo nel finale, a livello di sorpresa ed effetto

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33 minuti fa, Alessandro29 ha scritto:

Sì, il vero focus non è il giallo in sè e per sè, ma quello che ne consegue, però qualcosina in più me l'aspettavo nel finale, a livello di sorpresa ed effetto

Bhe il finale è aperto se vuoi. Sicuramente a livello di giallo pecca un po'. Magari se non lo hai ancora visto ti consiglio "il segreto dei suoi occhi" quello originale, Argentino,ecco qui la ricerca di verità e giustizia prevarica perfino l aspetto storico. Un legal thriller elegante e passionale,con un finale di effetto. Un film veramente sorprendente

 

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1 minuto fa, bradipo74 ha scritto:

Bhe il finale è aperto se vuoi. Sicuramente a livello di giallo pecca un po'. Magari se non lo hai ancora visto ti consiglio "il segreto dei suoi occhi" quello originale, Argentino,ecco qui la ricerca di verità e giustizia prevarica perfino l aspetto storico. Un legal thriller elegante e passionale,con un finale di effetto. Un film veramente sorprendente

 

Visto e piaciuto molto. Condivide con questo Ricardo Darìn tra gli interpreti

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Chi non muore si rivede 😂 Avete visto il nuovo dei Coen, ragazzi? Mi rivolgo soprattutto agli amanti dei fratelli. Io finito di vedere da una mezz'oretta e... Non uccidetemi, ma è stata una delusione abbastanza grossa. Per me tra i loro meno riusciti in assoluto. 

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8 ore fa, Juve stile di vita ha scritto:

Chi non muore si rivede 😂 Avete visto il nuovo dei Coen, ragazzi? Mi rivolgo soprattutto agli amanti dei fratelli. Io finito di vedere da una mezz'oretta e... Non uccidetemi, ma è stata una delusione abbastanza grossa. Per me tra i loro meno riusciti in assoluto. 

Vitsto pure io, difficile valutare cmq un film diviso in capitoli in cui l'unica cosa che hanno in comune è l'ambientazione e, dal punto di vista di ciò che possono trasmettere, la crudeltà o la beffardaggine della vita(?), e non in tutti cmq...

Come ovviamente alcuni "episodi" son migliori di altri, certo è un peccato veder alcuni attori di un certo calibro recitar una particina (come minutaggio)..

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10 ore fa, Juve stile di vita ha scritto:

Chi non muore si rivede 😂 Avete visto il nuovo dei Coen, ragazzi? Mi rivolgo soprattutto agli amanti dei fratelli. Io finito di vedere da una mezz'oretta e... Non uccidetemi, ma è stata una delusione abbastanza grossa. Per me tra i loro meno riusciti in assoluto. 

Io non l'ho ancora visto.

Avevo letto di una possibilità di uscita nei cinema anche in Europa e sto aspettando nutrendo ancora qualche speranza.

Altrimenti mi arrenderò e lo guarderò lì...tra l'altro mi interesserebbe anche il film incompiuto di Orson Welles.

 

Comunque è ufficiale l'uscita di "Roma" di Cuaron nei cinema, anche in Italia...il 3,4,5 dicembre.

E questa è una notizia immensamente grande.

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4 ore fa, Smartengine ha scritto:

Vitsto pure io, difficile valutare cmq un film diviso in capitoli in cui l'unica cosa che hanno in comune è l'ambientazione e, dal punto di vista di ciò che possono trasmettere, la crudeltà o la beffardaggine della vita(?), e non in tutti cmq...

Come ovviamente alcuni "episodi" son migliori di altri, certo è un peccato veder alcuni attori di un certo calibro recitar una particina (come minutaggio)..

Beh sì, quello ha fatto un po' storcere il naso anche a me, anche se non è un problema alla base, perché se un attore ha un personaggio forte, anche 5 minuti e lascia il segno. Qui... nì. Quello che mi ha lasciata un po' più freddina del film è stato più che altro la rappresentazione del West, un po' finto, boh. Non lo so, l'ho trovato un film eccessivamente patinato per gli standard dei Coen.

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1 ora fa, Rhyme ha scritto:

Io non l'ho ancora visto.

Avevo letto di una possibilità di uscita nei cinema anche in Europa e sto aspettando nutrendo ancora qualche speranza.

Altrimenti mi arrenderò e lo guarderò lì...tra l'altro mi interesserebbe anche il film incompiuto di Orson Welles.

 

Comunque è ufficiale l'uscita di "Roma" di Cuaron nei cinema, anche in Italia...il 3,4,5 dicembre.

E questa è una notizia immensamente grande.

Mi sa che questo non uscirà in Italia, in altri paesi europei non so. Comunque nonostante non mi abbia entusiasmato, come ho detto, mi sarebbe piaciuto lo stesso vederlo a cinema. Un peccato che ci venga negata questa possibilità, quindi son contenta per il film di Cuaron.

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