Non voglio essere eccessivamente duro, altrimenti poi il mio amico Scriba @Godai ne avrebbe a male e rischierei di essere lasciato solo in telecronaca.
Ho visto la partita sabato sera/notte; NON è vero che è stato sfortunato. Mannarino ha giocato meglio e ha meritato di vincere; soprattutto, ha giocato tutta la partita come voleva lui.
Senza entrare in aspetti tattici che ai più non interessano o potrebbero sembrare frutto di spocchioseria, Musetti ha giocato SENZA testa; non è mai uscito dalla ragnatela in cui l'ha fatto cadere Mannarino, che è un giocatore particolare, che si sa come gioca, e che - guarda caso - ha giocato esattamente in quel modo (in estrema sintesi: è dotato di ottima manualità e di buona mobilità; è leggero ma si appoggia bene sulla palla altrui se poco lavorata; ha uno spiccato senso dell'anticipo, specie di rovescio, gioca il dritto come fanno i mancini) dal primo all'ultimo punto senza che Musetti tentasse minimamente qualcosa di diverso da una canovaccio senza costrutto, così come gli veniva; ha giocato una serie di punti senza giocare una partita.
Soprassiedo sulla scelta scellerata di andare in Sudamerica mentre in Europa si giocava sul rapido indoor, perché avevo scritto QUI dentro quello che pensavo PRIMA che si giocassero quei tornei. Troppo facile parlarne dopo.
Musetti è in confusione mentale; deve trovare il modo di resettare e ripartire; chiamare in causa la sorte avversa, il * o gli dei, mi pare francamente controproducente; denota un atteggiamento mentale sbagliato.
Rimango convinto che a Musetti servirebbe un cambio di coach e di staff; e non perché il suo storico allenatore sia scarso o inadeguato; questo non sono in grado di dirlo; ma lui, che finora ha sempre vissuto di rendita sul suo talento - e credetemi, so cosa dico - a mio avviso avrebbe bisogno come dell'acqua nel deserto di uscire dalla sua comfort zone, di uno che lo scuote e lo bastona (se necessario) e veramente di tirare fuori, oltre al talento, anche i co.glio.ni; e sono SICURO che li ha; altrimenti non si arriva dove lui è già arrivato, per quanto talentuoso possa essere. E per co.glio.ni, non intendo tanto la dedizione al lavoro; ci credo che lui è uno che in allenamento si impegna, non ho mai sentito nessuno sostenere il contrario; mi riferisco, invece, alla capacità di SOFFRIRE, di stringere i denti, di sputare sangue, di portare a casa le partite sporche, mettendo in campo qualcos'altro dal braccio fatato che si ritrova quando dallo stesso non escono le magie che si vorrebbero. La capacità e l'umiltà di incassare i pugni, di stringere il * (e non di lamentarsi di non averlo), e di aspettare il momento per passare al contrattacco. Nel tennis, come nella vita, non ti regala niente nessuno, nemmeno se sei un predestinato, baciato dagli dei dell'Olimpo.
Poi, bisogna anche accettare che un tennista vive di momenti; capita a tutti, anche ai migliori; la cosa importante, è imparare dai momenti negativi; tirare fuori il bene dal male. Per questo mi fa sorridere chi eccede nelle critiche e sembra quasi godere delle disavventure dei nostri, senza rendersi conto di che età dell'oro sta vivendo il tennis italiano.