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SanJuan

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  1. Sport - Calcio Premi: il Mediterraneo '24 a Marotta e Calhanoglu Il riconoscimento sarà consegnato il 21 ottobre Ansa
  2. Lo stato delle cose di Massimo Giletti Segue un viaggio per capire cosa si nasconde dietro alla lotta per il controllo militare delle curve di Milan e Inter, con filmati e testimonianze esclusive per capire come la 'ndrangheta tenti di infiltrarsi nel tifo organizzato. Ne parlano Selvaggia Lucarelli e Federico Ruffo. https://www.raiplay.it/video/2024/10/Lo-stato-delle-cose---Puntata-del-14102024-0f935b28-f790-4987-97c8-346f6f41a214.html Inizio 1:01:30
  3. È presumibile che l'Inter sia sotto controllo da un paio d'anni. Marotta lo sapeva dall'inizio e ha informato i suoi per evitare intercettazioni compromettenti su vari argomenti; 31% di Lyon rock, il latitante presidente zhang, etc .. Sono protetti in nome della lotta alla "cattiva ladra"Juventus, fanno vomitare
  4. Inter, Zanetti dagli inquirenti Zanetti, non indagato, ha risposto per circa un’ora e mezza alle domande degli investigatori della squadra Mobile e avrebbe chiarito le due questioni centrali che emergono dall’ordinanza, ossia il presunto interessamento a far avere più biglietti al tifosi del secondo anello verde per la finale di Champions League giocata a Istanbul e la presunta ‘soffiata’ sull’indagine riguardo alla Curva Nord, in base alla telefonata in cui Marco Materazzi dice a Ferdico di aver saputo dallo stesso Zanetti delle indagini avviate sulle curve dei club milanesi. Inter-Ferdico, le parole di Zanetti “Marco Ferdico mi ha accennato la questione dei biglietti e ne ho parlato con la base della dirigenza”, con nessuno dei vertici del club, “ma io non ho ruoli esecutivi nel board” che era già al corrente della volontà della curva Nord di avere più tagliandi per il match di Istanbul”. E’ quanto ha sostenuto davanti agli uomini della squadra Mobile, Javier Zanetti, il vicepresidente dell’Inter tirato in ballo in alcune intercettazioni dell’inchiesta ‘Doppia curva’ che ha azzerato il direttivo della tifoseria nerazzurra per presunte infiltrazioni criminali. Rapporti “cordiali” con i tifosi I rapporti con la tifoseria sono sempre stati improntati nel segno della cordialità, spiega Zanetti, una delle bandiere nerazzurre da ben trent’anni: “Ogni tanto i capi ultrà mi chiamavano per dei video, mi capitava di parlarci anche perché venivano a sostenere la squadra ad Appiano Gentile durante gli allenamenti” ma nulla in più, quanto ad Antonio Bellocco, ucciso lo scorso 4 settembre, “l’ho visto una sola volta”. Zanetti nega la “soffiata” In un’altra conversazione contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare “è emerso – si legge nel provvedimento – che Ferdico avrebbe saputo da Zanetti (ex capitano dell’Inter) che …’ci sono dei funzionari di polizia che stanno monitorando la curva anche per l’accaduto che è successo al povero Vittorio (Boiocchi, ndr) che è morto tragicamente in strada'”. Una presunta soffiata che Zanetti nega con forza durante la testimonianza durata quasi due ore. Domani, salvo sorprese, non è in calendario nessuna audizione su questa inchiesta. L’intercettazione Materazzi-Ferdico In un’intercettazione del maggio 2023 tra Marco Ferdico e Marco Materazzi, ex difensore nerazzurro, è emerso che il primo, capo ultrà della Nord e ora in carcere, “avrebbe saputo da Zanetti”, così sosteneva, che c’erano “funzionari di Polizia che stanno monitorando la curva…”, dopo l’omicidio dell’ottobre 2022 di Vittorio Boiocchi, storico leader della Nord. Tra l’altro, anche nell’ormai nota telefonata tra l’allenatore Inzaghi e Ferdico di quel periodo veniva citato Zanetti, in relazione alla richiesta degli ultras di avere più biglietti per la finale di Champions dello scorso anno. Inzaghi e i biglietti per Istanbul “Parlo con Ferri, con Zanetti, con Marotta (…) gli dico…che ho parlato con te e che tanto avevi già parlato con Ferri e Zanetti “, rispondeva Inzaghi a Ferdico, il quale chiedeva che il club aumentasse la quota di ticket da assegnare alla curva per la trasferta di Istanbul. Gli ultras ottennero, poi, i 1500 biglietti che volevano. Dopo aver ascoltato le istanze di Ferdico, Inzaghi, come ha messo a verbale nella sua deposizione, disse alla società che “c’era bisogno di qualche biglietto in più” per la finale, perché la squadra aveva bisogno di supporto e non si poteva permettere un altro sciopero del tifo. Inter, Inzaghi smentisce le minacce Nella giornata di ieri era stata la volta di Simone Inzaghi, il quale ha ammesso di aver avuto contatti con i vertici della Curva Nord, in particolare l’ormai ex leader Marco Ferdico, ma che tutto questo rientrerebbe nella sfera delle interlocuzioni e delle richieste. Il tecnico nerazzurro ha precisato agli inquirenti di non aver subito minacce né di essersi sentito intimidito dagli atteggiamenti degli ultras, spiegando inoltre come il dialogo in queste forme sarebbe rientrato nei rapporti tipici tra curva e squadra e che non voleva perdere supporter. Fonte: ANSA
  5. Inter, Zanetti dagli inquirenti Zanetti, non indagato, ha risposto per circa un’ora e mezza alle domande degli investigatori della squadra Mobile e avrebbe chiarito le due questioni centrali che emergono dall’ordinanza, ossia il presunto interessamento a far avere più biglietti al tifosi del secondo anello verde per la finale di Champions League giocata a Istanbul e la presunta ‘soffiata’ sull’indagine riguardo alla Curva Nord, in base alla telefonata in cui Marco Materazzi dice a Ferdico di aver saputo dallo stesso Zanetti delle indagini avviate sulle curve dei club milanesi. Inter-Ferdico, le parole di Zanetti “Marco Ferdico mi ha accennato la questione dei biglietti e ne ho parlato con la base della dirigenza”, con nessuno dei vertici del club, “ma io non ho ruoli esecutivi nel board” che era già al corrente della volontà della curva Nord di avere più tagliandi per il match di Istanbul”. E’ quanto ha sostenuto davanti agli uomini della squadra Mobile, Javier Zanetti, il vicepresidente dell’Inter tirato in ballo in alcune intercettazioni dell’inchiesta ‘Doppia curva’ che ha azzerato il direttivo della tifoseria nerazzurra per presunte infiltrazioni criminali.
  6. Parlando seriamente, le preoccupazioni le riserverei tutte alla FIGC si è già intuita una certa cautela, vedi Veglione e le dichiarazioni sull' Art. 4. Per quanto riguarda Inzaghi vedrete che i toni cordiali si usavano perché la minaccia era talmente in alto che loro erano parte lesa lo stesso. Invece ne hanno approfittato tutti; La squadra per il supporto, e la società per lo spettacolo coinvolgente e i relativi sold out, con record d'incassi.
  7. Pm: «Commissione antimafia sottovalutò problema ultras. Indotta in errore da Inter» «Totale sottovalutazione del fenomeno investigato e completo scollamento dalla realtà dello stadio, non senza considerare alcune omissioni in mala fede». Ci fu «una totale sottovalutazione del fenomeno anche da parte della Commissione comunale antimafia indotta in errore da FC Inter». Lo scrivono i pm della Dda di Milano Paolo Storari e Sara Ombra nella richiesta di custodia cautelare per gli ultrà milanisti e interisti arrestati due giorni fa nel maxi blitz che ha svelato gli affari illeciti, le violenze, il patto tra le due curve e le pressioni sui club da parte dei capi degli ultras. La Procura, infatti, fa riferimento alle audizioni, il 15 marzo scorso, in Commissione antimafia del Comune di Milano di due responsabili del club nerazzurro. Dichiarazioni che, sostengono i pm, attestano «ancora una volta la totale sottovalutazione del fenomeno qui investigato e il completo scollamento dalla realtà dello stadio, non senza considerare alcune omissioni in mala fede». I legali dell’Inter, poi, si legge ancora, il 30 aprile hanno depositato «una memoria» dove si limitavano «a ripetere» ciò che era stato detto «in sede comunale». Memoria, però, da cui emerge, scrive la Procura, «un dato di interesse: il Presidente della commissione comunale antimafia» con una mail del 28 marzo «ha riferito a FC Internazionale che l’audizione ha “mostrato l’azione positiva di FC Inter”», una cosa smentita «dai fatti» e che «comprova ancora una volta una totale sottovalutazione del fenomeno» anche da parte della Commissione comunale. Peraltro, fanno notare i pm, l’Inter ha assunto una «duplicità di atteggiamento (uno rivolto all’interno, dove le regole organizzative vengono pretermesse, e l’altro rivolto all’esterno, dove le medesime regole sono oggetto di formale ossequio)».
  8. Pm: «Commissione antimafia sottovalutò problema ultras. Indotta in errore da Inter» «Totale sottovalutazione del fenomeno investigato e completo scollamento dalla realtà dello stadio, non senza considerare alcune omissioni in mala fede». Ci fu «una totale sottovalutazione del fenomeno anche da parte della Commissione comunale antimafia indotta in errore da FC Inter». Lo scrivono i pm della Dda di Milano Paolo Storari e Sara Ombra nella richiesta di custodia cautelare per gli ultrà milanisti e interisti arrestati due giorni fa nel maxi blitz che ha svelato gli affari illeciti, le violenze, il patto tra le due curve e le pressioni sui club da parte dei capi degli ultras. La Procura, infatti, fa riferimento alle audizioni, il 15 marzo scorso, in Commissione antimafia del Comune di Milano di due responsabili del club nerazzurro. Dichiarazioni che, sostengono i pm, attestano «ancora una volta la totale sottovalutazione del fenomeno qui investigato e il completo scollamento dalla realtà dello stadio, non senza considerare alcune omissioni in mala fede». I legali dell’Inter, poi, si legge ancora, il 30 aprile hanno depositato «una memoria» dove si limitavano «a ripetere» ciò che era stato detto «in sede comunale». Memoria, però, da cui emerge, scrive la Procura, «un dato di interesse: il Presidente della commissione comunale antimafia» con una mail del 28 marzo «ha riferito a FC Internazionale che l’audizione ha “mostrato l’azione positiva di FC Inter”», una cosa smentita «dai fatti» e che «comprova ancora una volta una totale sottovalutazione del fenomeno» anche da parte della Commissione comunale. Peraltro, fanno notare i pm, l’Inter ha assunto una «duplicità di atteggiamento (uno rivolto all’interno, dove le regole organizzative vengono pretermesse, e l’altro rivolto all’esterno, dove le medesime regole sono oggetto di formale ossequio)». CF
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