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  1. Fino a questo punto della stagione, Yildiz ha inciso in dieci marcature, la Juve ne ha fatte ventisette. Più di un gol ogni tre arrivano dal destro di Yildiz. E quel che non raccontano i numeri, lo spiega l’osanna dello Stadium nei suoi confronti: non c’è altro appiglio, non adesso, chissà se ci sarà mai.
  2. Grazie al successo contro il Cagliari all’Allianz Stadium, la Juventus ha raggiunto quota 12 vittorie casalinghe nel 2025 in Serie A, agganciando Napoli, Inter e Roma nella speciale classifica. I bianconeri hanno vinto tre volte nelle ultime cinque partite di Serie A (2 pareggi nelle altre), dopo che non avevano mai conquistato i tre punti nelle cinque uscite precedenti (3 pareggi e 2 sconfitte).
  3. CAGLIARI PRIMAVERA (3-5-2): Kehayov; Marini, Cogoni, Franke; Grandu, Malfitano, Sulev, Russo, Goryanov; Mendy, Trepy Allenatore: Pisano JUVENTUS PRIMAVERA (3-4-2-1): Huli; Rizzo, Verde, Van Aarle; Bamballi, Vallana, Keutgen, Grelaud; Tiozzo, Finocchiaro; Lopez. Allenatore: Padoin.
  4. Problema all'adduttore sinistro per Vlahovic, esami ovviamente nei prossimi giorni. Dazn
  5. JUVENTUS (3-4-2-1): Di Gregorio; Kalulu, Kelly, Koopmeiners; Cambiaso, Thuram, Locatelli, Kostic; Yildiz, Conceiçao; Vlahovic. All. Spalletti. CAGLIARI (3-5-2): Caprile; Zappa, Deiola, Luperto; Folorunsho, Prati, Adopo, Felici, Palestra; Se. Esposito, Borrelli. All. Pisacane.
  6. Con quella di oggi saranno 6 partite su 6 da titolare per Koopmeiners. Spalletti si fida ciecamente dell'olandese come difensore, l'idea del passaggio a 4 dietro non è tramontata e l'olandese può tornare a fare la mezzala, ma per ora Koop si trova a suo agio nel nuovo ruolo e quando il gioco non decolla può dare qualità da dietro.
  7. Wojciech Szczęsny non è un tipo banale. Dagli inizi della carriera passando per la vita privata, dal Legia fino al Barcellona, il portiere si è raccontato in una lunghissima - e interessante - intervista rilasciata a GQ Polonia. Al magazine, Szczesny, ha davvero parlato di tanti argomenti. Riportiamo qui però i passaggi più interessanti sull'Italia e sulla Juventus. Per il club bianconero in particolare il portiere polacco ha usato splendide parole. "La Juve mi ha costruito. Mi ha insegnato la disciplina. È una squadra completamente diversa da quelle che conoscevo. L’Arsenal è calcio bello, ma senza la pressione di vincere il campionato. La Roma mi ha fatto assaggiare il successo. Il Barcellona è puro piacere di giocare. La Juventus è lavoro quotidiano sotto pressione massima. Lì conta solo vincere. E io ho imparato a farne parte. Capite? Ho potuto sostituire Buffon! Non c’era sfida più grande per un portiere. Pensavo di giocare due o tre anni e poi avrebbero cercato un giovane. Invece ho continuato a rinnovare il contratto finché sono diventato il giocatore più anziano della Juve, con più presenze, più esperienza, quello da cui si partiva per costruire la squadra". "Un giorno alla Juventus commisi un errore evidente e Chiellini mi urlò contro negli spogliatoi. Questa è la parte che la gente non capisce: tu vuoi bene ai tuoi compagni, ma in campo non gliene frega niente a nessuno. Se sbagli, ti distruggono. E grazie al cielo! Fu una prova d’amore, non di cattiveria". "Tornare nello spogliatoio e salutare tutti quei ragazzi è stato incredibilmente emozionante. Hanno preparato tutto alla perfezione, come sempre. Sapete qual è il più bel complimento che abbia ricevuto in tutta la mia carriera? L’ha detto Gianluigi Buffon. Alla fine della mia permanenza alla Juventus, nel 2021, mi disse che, a suo avviso, ero stato il miglior compagno di squadra della sua carriera. Chiaramente non potevo essere il miglior portiere. Per quello avrebbero dovuto prendere Yashin... Ma il miglior compagno. Questo sì, questo potevo meritarlo. Mi sono sentito il re del mondo. Era un paragone con gente come Pirlo, Vieira, Pjanić, Nedvěd… Ancora oggi mi vengono i brividi quando lo dico". "Tre giorni prima di annunciare il mio ritiro, ho anche detto a Robert Lewandowski che non volevo più giocare per nessun club a meno che non si parlasse del Barcellona. Quando mi hanno chiamato, probabilmente sapevano di potermi convincere. Ho giocato la mia prima stagione al Barcellona gratuitamente. Quello che ho ricevuto dal Barcellona è stato esattamente quello che ho dovuto restituire alla Juve per aver rescisso anticipatamente il mio contratto". Eurosport
  8. Il calendario ora sulla carta si fa più dolce: Pafos e Benfica in casa, poi il match a Monaco. L’algoritmo sicuro: se i bianconeri fanno almeno 4 punti sono tra le prime 24 al 91%. Vincere tutti e tre i confronti, infatti, potrebbe persino aprire al più roseo degli scenari: la qualificazione diretta agli ottavi. Difficile, sì, ma non impossibile: con 9 punti i bianconeri raggiungerebbero quota 15. L’anno scorso ne bastavano 16 per evitare gli spareggi... Nel peggiore dei casi, con 15 punti la Juve si presenterebbe comunque ai playoff da testa di serie, concedendosi da regolamento - almeno sulla carta - uno spareggio “dolce” contro le ultime della classe.
  9. Un solo gol non basta, però è arrivato: il primo con la Juve, dopo un digiuno prolungato che durava in realtà già dalla passata stagione: 228 giorni senza reti, un’eternità per chi da anni si è confermato tra gli attaccanti più completi d’Europa. Un dato per tutti, forse quello che ha convinto l’uomo dei numeri Comolli: Openda è tra i cinque giocatori (sì, solo cinque) capaci di segnare almeno 50 gol e sfornare almeno 15 assist nei principali campionati europei negli ultimi cinque anni: ora tutti si aspettano un nuovo inizio per Openda.
  10. Semaforo verde per Vlahovic, che entra in corsa per una maglia da titolare per la partita contro il Cagliari di domani sera all’Allianz Stadium. Attenzione, però, alla carta Jonathan David: dopo il gol contro il Bodo/Glimt potrebbe avere un’occasione dall’inizio. Ancora incerto, invece, il rientro di Federico Gatti: ieri ha lavorato a parte dopo aver superato una gastroenterite acuta, che non gli ha permesso di prendere il volo per Bodo. In giornata Spalletti capirà se potrà convocarlo.
  11. Il risultato alla fine è stato stretto ma, statistiche alla mano, sono stati 16 i tiri bianconeri in porta contro il Bodo: il dato più alto registrato da una squadra di Champions in trasferta negli ultimi anni. Per trovare una squadra che ha fatto lo stesso risultato in termini statistici bisogna andare al 26 novembre 2019 quando il Bayern Monaco fece lo stesso numero di tiri sul campo della Stella Rossa. A Bodø a guidare l’assalto sono stati Conceição e Yildiz con 3 tiri a testa.
  12. Vive una condizione di precariato, dal punto di vista contrattuale. L'accordo scade a giugno 2026. Per Tudor era un giocatore importante, per Spalletti è essenziale, McKennie non si preoccupa del futuro: «Mi piace la Juve, sto bene qui e voglio aiutare la squadra fino a fine stagione, poi vedremo». Gli interessa solo giocare ma la Juve sa che dovrà incontrarlo presto per pianificare il domani.
  13. Nella notte di Bodo a Miretti è stato chiesto di accendere la luce in fase di impostazione. Una missione compiuta e non solo per le geometrie. Ma perché Miretti ha portato in campo quella quota di juventinità vera, autentica, anche nei momenti di difficoltà. Classe 2003, tra i più giovani di una giovane Juve, ha lottato e alzato la voce se necessario per aiutare i compagni di squadra a cambiare marcia e atteggiamento nel secondo tempo, facendo la differenza insieme a Yildiz. E non è un caso se solo dopo la sua uscita dal campo poi siano di nuovo saltati i riferimenti. Insomma, Miretti è tornato, pronto com’è a sentirsi grande tra i grandi, a confermarsi uno da Juve.
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