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Dario il grande

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Tutti i contenuti di Dario il grande

  1. Moratti insieme ad altri suoi sostenitori e personaggi di alto rilievo presenti nel mondo Inter (ma non solo dal momento che ha avuto notevoli alleati pure dall'altra sponda Milanese) è stato l'ideatore dell'intero raggiro nei nostri confronti. Ci sono stati evidenti presenze di corruzione sia nei confronti di elementi interni al mondo calcistico ma ancora di più a quelli esterni ad esso, intercettazioni fuori legge portate a termine da strutture private in sinergia con quelle pubbliche il tutto ammesso e permesso per ragioni di quiete politica; dal momento che il tutto poi è avvenuto a senso unico, mentre ad esserne direttamente coinvolte sono state le maggiori società del calcio Italiano, ma guarda caso eccetto una; quella che aveva pianificato il tutto, usando a proprio comodo pure la faccia, forse ingenua, di qualche suo primo, al tempo, noto rappresentante. Moggi ha ragione.
  2. Quando l'impostazione tattica della squadra è costruita sul concetto del prima non prenderle, poi diventa più difficile pure provare a darle e di tutto questo non possiamo farne una colpa agli attaccanti, o meglio alle punte. Tra l'altro non siamo manco una squadra mirata a giocare esclusivamente di rimessa (contropiede), ove però il solo Chiesa potrebbe agire in tal senso, dal momento che le altre tre nostre attuali punte non possiedono le caratteristiche tipiche dei contropiedisti e per dirla tutta nemmeno disponiamo di centrocampisti offensivi, ossia capaci di rapide incursioni a sorpresa in area avversaria e trovare spesso il gol; cosa che saltuariamente è riuscita al solo Rabiot e questa a mio avviso, è una evidente lacuna dovuta a una carenza in fase di programmazione e conseguente pianificazione degli acquisti in fase di pre mercato.
  3. Esatto, le mezze ali erano Magrin numero 8 e De Agostini numero 10; centravanti era l'evanescente Ian Rush e da terzino sinistro c'era ancora Cabrini. Fu una annata di transizione del dopo Platini e particolarmente sfortunata.
  4. Dario il grande

    Michel Platini o Zinedine Zidane?

    Altro paragone privo di senso. Platini e Zidane sono stati due fuoriclasse assoluti, due completi uomini squadra capaci di fare tutto, dalla impostazione alla regia fine, alla rifinitura e di andare a rete personalmente. Platini sapeva improvvisarsi pure da punta aggiunta e le numerose reti poste a segno ne sono la testimonianza. Zidane era un tutto campista nel vero senso del termine, ossia capace di muoversi in qualsiasi zona del campo, spesso andava a prendere palla al limite della propria area di rigore ad impostare la manovra offensiva, per poi andare a concluderla presso l'area avversaria tramite precisi assist e/o con vincenti conclusioni a rete. Erano la classe pura portata al massimo livello.
  5. Sondaggio a mio avviso improponibile per mancanza di equilibrio tra alcuni fattori fondamentali. Comunque ho votato Lippi per il fatto che la sua squadra oltre ad essere vincente, esprimeva un buon calcio e piacevole a vedersi; tuttavia Zoff ma pure Trapattoni hanno fatto bene. Una citazione particolare di merito va sicuramente a Conte, dal momento che ricostruire una squadra vincente partendo da zero, è indice di una non indifferente quanto immediata capacità, sia tecnica che mentale.
  6. Gli azzurrabili se li vadano a pescare presso il Duomo, il Colosseo e sulle sponde del Vesuvio.
  7. Probabilmente fanno bene, tanto è chiaro che pur evidenziando delle ragioni a nostro pro, poi alla fine non restituirebbero il mal tolto e nemmeno andrebbero ad approfondire in merito a quella che rimane una autentica associazione a delinquere Milanese e i loro emissari distribuiti tra pubblico e privato, con qualche legame nelle alte sfere. Noi avevamo vinto sul campo e non grazie a carte false e prove inventate per raggiungere il loro scopo.
  8. L'attuale calendario è stato stilato in maniera di agevolare l'inter, ossia fare in modo che riescano a racimolare facilmente più punti possibili prima degli incontri di Champions League, quindi di sostenerli pure nella corsa allo scudetto. Arrivare alle partite di Champions con un ampio margine di vantaggio, permettere poi di rimanere più rilassanti e di stancarsi meno. La FIGC è filo interista da sempre e dal 2006 in poi hanno completa libertà di azione, ora più che mai dopo i nostri nove anni al vertice del campionato, intendono vendicarsi e i fatti concreti accaduti recentemente lo stanno a testimoniare.
  9. Ero alquanto preoccupato per il fatto che da tempo mancava di citare Berardi quale prossimo imminente obbiettivo, per giunta nemmeno adatto all'Allegriano 3-5-1-1.
  10. Rabiot fa il suo ruolo di mediano sinistro, Locatelli invece dovrebbe fare il suo ruolo di mediano destro; ma il "tecnico gestore" se lo è inventato da regista arretrato, ruolo che sa fare da adattato ma non per autentica capacità ne tecnica ne tattica. Locatelli tra l'altro possiede una buona propensione a calciare in porta dalla distanza, ma questo gli viene precluso dal fatto che deve sempre rimanere molto arretrato davanti alla difesa.
  11. Che assurdo paragone, sono due centrocampisti dalle caratteristiche differenti, quindi compatibili e necessari; il Francese istintivamente più portato alla corsa box to box, l'Italiano interpreta meglio le due fasi di interdizione e di impostazione; giocasse nel suo ruolo naturale di mezzala destra potrebbe rendere meglio, dal momento che possiede doti pure da incursore a sorpresa; ma l'attuale tecnico lo vede mediano di regia bassa davanti alla difesa, ruolo che a mio avviso il Loca non sa fare bene e ne limita il rendimento globale. Entrambi sono centrocampisti gregari, ossia faticatori i quali potrebbero diventare più efficienti se posti ai lati di un centrocampista di classe superiore, capace di dettare i tempi e vedere il gioco in profondità in una frazione di secondo. Tuttavia il tutto poi dipende dalle scelte tattiche e dai dettami del tecnico in panchina.
  12. Il calcio estivo offre sempre indicazioni contradditorie, specie alle prime uscite e per motivi già noti, tipo muscolatura imballata, carenza di ritmo partita, ricerca di amalgama specie con i nuovi elementi,ecc. Pertanto ci sarà da pazientare ancora un poco auspicando che qualche ulteriore necessario innesto arrivi in tempi brevissimi.
  13. Bravo il nostro carissimo Allegri, lui ha visto un Alex Sandro tornato ai suoi livelli, io in verita' ho visto un giocatore che arranca per il campo e spesso combina delle mega frittate. Poi ho visto una squadra di grande blasone schierata con un 4-5-1 da provinciale in estrema lotta per la salvezza; infine ho visto giocatori quasi sempre in ritardo in apertura o in chiusura delle diagonali, nessuna idea, nessuna fantasia calcistica eccetto l'assist di petto all'ultimo secondo compiuto da un giocatore ida 6 milioni di stipendio netto a stagione.
  14. Ogni cosa nella vita richiede una sua tempistica di apprendimento e questo vale pure per il calcio, ma se alla Juve attuale qualcuno ha deciso di giocare alle scommesse tra amici, poi non si venga a piagnucolare se le cose non stanno andando per il verso giusto e peggio: si persevera a non voler vedere e rimediare con drastica prontezza.
  15. Mi sarebbe piaciuta una maglia bianco cerchiata con una doppia fascia nera e un grande scudetto tricolore posto centralmente, calzoncini neri e calzettoni bianchi.
  16. Sarri ha ragione, mezza squadra non segue le sue indicazioni, non corrono, sbagliano gli appoggi più semplici, nessuno cerca la profondità; questo significa che di base non tutti sono quei mega professionisti che ci siamo illusi di avere; erano abituati al poggia piano che tanto si vince comunque, mentre la realtà dimostra che non appena trovano una squadra che corre e tiene elevato il ritmo, vanno in grave difficoltà.
  17. Allegri è l'allenatore plurivincitore della attuale Juve. Sto Adani non so chi sia, anche perché calcisticamente sconosciuto.
  18. La società fa benissimo a prolungare i tempi di recupero di Douglas Costa, giocatore che se completamente integro può essere la chiave per raggiungere il grande obbiettivo finale; quindi troppo prezioso per rischiare possibili ricadute.
  19. Una curiosità: Come mai dagli oltre 7700 contatti e dal grado di capitano sono stato retrocesso a  soli 994 con il grado di Primavera? :)

  20. A Szczesny va dato il grande merito di avere scelto benissimo il tempo dell'uscita, comunque senza togliere alcun merito a questo portiere che già ritengo un grande del prossimo imminente futuro della Juve; il tanto discusso Schick, ha commesso un errore madornale visto che era libero di provare sia il colpo sotto che il dribbling sul portiere; tra l'altro in quel frangente non c'era la pressione del difensore su di lui.
  21. Indubbiamente è un giocatore di qualità, tecnica e classe non gli difettano, è ancora giovane, pertanto con margini di ulteriore maturazione e miglioramento, possiede tuti gli ingredienti per diventare un grande e senza inutili paragoni, ogni grande del calcio ha sempre brillato di luce propria; la 10 gliela darei quale pegno di fiducia e sprone a dare sempre il meglio. Non pretendiamo fin da subito mari e monti, perché giocare nella Juve non è semplice come farlo in una provinciale, ci vuole del tempo per capire i meccanismi di una grande; ma ho la sensazione che non ci deluderà.
  22. Per l'ennesima volta ripeto. Una squadra di calcio, specie se di alto livello, deve saper giocare con più moduli, cioè essendo in grado di modificarli anche più volte a partita in corso di seguito a diverse disposizioni tattiche, motivate da sopraggiunte esigenze proprie o da varianti tattiche derivanti dal modo di giocare degli avversari. Un modulo base o di partenza, viene scelto in base alle caratteristiche tecniche, fisiche ma anche caratteriali degli elementi a disposizione nella rosa di prima squadra, ed essendo tutti professionisti di qualità questi devono sapersi adattare ai dettami tecnici pretesi dall'allenatore. La Juve attualmente pratica un modulo di base reso visibile unicamente dai giornalisti, poiché il 4-2-3-1 è tale solo teoricamente, mentre in pratica stiamo giocando da un bel pezzo con un più contenuto 4-4-1-1.
  23. La scelta del modulo fondamentalmente dipende da due cose. 1) la mentalità psico-caratteriale e conseguentemente tecnico-tattica dell'allenatore. 2) le caratteristiche tecnico-tattiche e agonistiche dei giocatori a disposizione. Di base un calciatore professionista deve saper interpretare qualsiasi modulo e assimilarlo all'istante, nel preciso momento che il tecnico ne impone una variante.
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