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nedved68

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  • Provenienza
    Trentino

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  1. Dal 2007 al 2011abbiamo ottenuto 2 secondi posti ed in CL abbiamo battuto 2 volte il real anche a casa sua Oggi se ripetiamo 2 settimi posti come allora finanziariamente chi ci risolleva? un nuovo proprietario? Chi garantisce che non arrivi qualcuno che prima ci sfrutta e poi ci butta nel cestino?
  2. nedved68

    No, questi anni non sono come il 1986-1994

    già siamo messi molto peggio di quel periodo, non abbiamo squadra di quel livello (la UEFA a quel tempo era dura come la Champions e aveva 2 partite in più da giocare) le premesse per fare altri 4-5 anni da comprimari ci sono tutte. I soldi la proprietà li ha messi, la dirigenza da Ronaldo in poi ha dilapidato ogni anno tutte le risorse spendendo tanto e male. Negli ultimi 5 anni il tirchio DELA ha fatto 100 volte meglio di noi 🤷🏻‍♂️
  3. purtroppo la dirigenza negli ultimi 5 anni ha buttato 600 milioni nel ces...o 🤬
  4. nedved68

    [Live] Villarreal - Juventus 2-2

    siamo molli.... e quando attacchiamo sottoporta sembriamo ubriachi 🙈🙈
  5. nedved68

    [Live] Villarreal - Juventus 2-2

    mah...le prime giornate mi facevano sperare un pò meglio... agli ottavi non ci arriviamo questo è certo, mi preoccupa il 4° posto in campionato perché se siamo quelli di stasera....🙈🙈🙈🤷🏻‍♂️🤷🏻‍♂️
  6. meno male che ho smesso di finanziare la società di J.E. fino a quando non tornerà una dirigenza seria. Guardare una partita fa sempre piacere ma pagare sti milionari per aver ridotto uno squadrone a comprimaria, NO Ma vi rendete conto che ci han buttato sopra 700 milioni negli ultimi anni? Per vincere una coppa Italia? 🙈 Almeno avessero conteso scudetto fino ad aprile e CL fino ai quarti!
  7. mah... per me manca più di un uomo solo, ne nmancano 3-4 tra titolari decenti e "riserve"
  8. (da GDS) Juventus, da Motta a Tudor: un punto in più, stessi problemi. Così è cambiata (o no) la Signora in un anno La Juventus targata Igor Tudor ha conquistato un punto in più rispetto alla gestione di Thiago Motta nello stesso periodo della scorsa stagione, ma l’impressione generale è che la sostanza sia cambiata poco. I bianconeri sembrano recitare nuovamente lo stesso copione, con attori conosciuti e problematiche già viste, in una sorta di "seconda stagione" della stessa serie. Dopo cinque partite tra Serie A e Champions League, il bilancio è identico a quello lasciato da Motta: tre vittorie e due pareggi. La differenza la fa la distribuzione tra le competizioni e, soprattutto, i due punti in più in campionato. Ma analizzando le prestazioni al di là dei risultati, emerge un quadro preoccupante. Il pareggio contro il Verona, maturato tra errori arbitrali e disattenzioni, ha ricordato per dinamica quello di Empoli della scorsa stagione. E la rocambolesca sfida con l’Inter ha lasciato un retrogusto di casualità, simile al 4-4 di San Siro dell’ottobre precedente: spettacolare, sì, ma non replicabile con continuità. La rimonta contro il Borussia Dortmund ha riportato alla mente quella di Lipsia sotto Motta: tanta grinta, una reazione da squadra, ma calcio irrazionale, difficile da costruire su basi solide. E anche sotto Tudor, la Juventus fatica ad arrivare in area avversaria: dei 12 gol stagionali, solo due sono nati da azioni manovrate e conclusioni in area. Gli altri provengono da tiri da fuori, palle inattive o transizioni rapide. Tatticamente, qualcosa è cambiato: Tudor ha introdotto una difesa a tre e un gioco più verticale, rispetto al possesso prolungato di Motta. Ma le difficoltà offensive persistono, e in difesa, dopo un buon avvio, le falle sono tornate a galla. Nonostante gli sforzi di Bremer, l’impianto difensivo si è rivelato fragile, anche per colpa di errori individuali. La squadra si abbassa troppo per proteggere l’area, favorendo i tiri da fuori degli avversari e pagando l’assenza di marcature preventive nelle transizioni negative. Il centrocampo, croce dell’era Motta, resta un nodo irrisolto. Thuram, diventato titolare fisso, garantisce fisicità ma ha limiti nella gestione del pallone. Locatelli alterna buone prestazioni a momenti opachi, mentre Koopmeiners, da cui ci si aspettava il salto di qualità, è spesso il peggiore in campo. Il risultato è che McKennie continua a essere il tuttofare della squadra, un jolly che maschera le lacune strutturali ma che non può risolvere tutto da solo. In attacco, Vlahovic resta altalenante, incisivo solo a gara in corso e poco efficace da titolare. La concorrenza è limitata, e David, pur essendo stato un buon colpo di mercato, non ha ancora inciso in termini realizzativi. Si torna così a sperare nei giovani: se prima era Yildiz a rappresentare la speranza, oggi è Adzic a portare quella luce tanto attesa. Il vero problema della Juventus, però, è che non riesce a costruire un’identità stabile. Ogni stagione sembra un nuovo esperimento, un disegno mai completato. Tudor, più vicino al DNA bianconero rispetto a Motta, sta cercando di infondere mentalità e solidità, ma si scontra con un livello tecnico inferiore alle ambizioni del club. Il mercato, condizionato da limiti economici, non ha colmato le lacune né alzato la qualità complessiva. Mentre Milan, Napoli e Inter si sono rafforzate con innesti di spessore come Modric, De Bruyne e Sucic, la Juve non ha nessuno che sappia davvero accendere la luce in mezzo al campo. Il modulo 3-4-2-1 adottato da Tudor esige esterni affidabili, ma Kalulu, adattato al ruolo, e Joao Mario, entrato in rosa per esigenze di bilancio, non garantiscono né qualità né continuità. Cambiaso, sull’altra fascia, è ancora troppo incostante. Una possibile soluzione tattica potrebbe essere il passaggio al 4-2-3-1, ma l’allenatore croato sembra deciso a non abbandonare la difesa a tre, preferendo gestire le criticità a stagione in corso. Risultati migliori non sempre significano prestazioni migliori. E la Juventus di Tudor, come quella di Motta, continua a dare l’impressione di una squadra costruita per galleggiare, non per dominare. Il quarto posto resta l’obiettivo minimo, ma forse è anche il massimo possibile per una squadra che, da tempo, non è più la Juventus di una volta.
  9. A me Tudor piace molto di più di Allegri - Sacchi - Motta.... ma moooolto di più (risultati a parte, che vedremo) sono contento sia rimasto lui al post di un Gasp qualunque
  10. nedved68

    Il contratto di Vlahovic

    mettiamo anche che in una partita avesse segnato 5 goal... il mercato lo faranno le sue prestazioni da qui all'anno prossimo. Perché se dopo 2 mesi di super prestazioni si "spegnesse".... Quindi ad oggi è tutta fuffa. Non dimentichiamoci che da quando è arrivato da noi non ha più avuto la continuità che aveva a Firenze! VEDREMO!
  11. in Italia il calcio è tante chiacchiere settimanali e poi pezzotto o pay, all'estero il calcio è spesso stadio e poi pub... inoltre li han più soldi da spendere nel tempo libero, e gli appassionati fan collezione di t-shirt più che in Italia. Anche se poi, considerando cibo e clima, la qualità della vita è migliora da noi
  12. Che poi tutto è possibile, facesse una stagione clamorosa ed arrivasse al rinnovo potrebbe pure restare. Dipende dai suoi risultati e dal feeling che avrà con la nuova squadra. Vedremo
  13. Non capisco molto di finanza ma uscire dalla borsa ci creerebbe molto meno casini? Il problema è che siamo così svalutati rispetto a quando siamo entrati che uscire sarebbe forse un bagno di sangue? L'ho chiesto a chat GPT, ecco la risposta: L’uscita di una società dalle quotazioni di borsa (il cosiddetto delisting) è un processo complesso, sia dal punto di vista tecnico che normativo. Ecco una panoramica specifica per una società come la Juventus (quotata su Euronext Milan), che oggi ha una capitalizzazione inferiore rispetto agli anni passati. Problemi principali nell’uscire dalla Borsa Acquisizione delle Azioni Residue Per “delistare” la società, l’azionista di maggioranza (nel caso Juventus, Exor) deve arrivare a detenere almeno il 90-95% del capitale sociale tramite un’Offerta Pubblica di Acquisto (OPA). Bisogna quindi fare un’offerta agli azionisti di minoranza per comprare tutte le azioni in circolazione. Costo dell’Operazione Anche se il titolo è svalutato, è comunque necessario offrire un prezzo “equo” stabilito secondo regole precise (media delle ultime quotazioni, fairness opinion di esperti indipendenti, ecc.). L’azionista di maggioranza deve disporre delle risorse finanziarie per acquistare tutte le azioni residue. Opposizione degli Azionisti di Minoranza Gli azionisti di minoranza potrebbero opporsi al prezzo offerto, innescando contenziosi o rendendo più difficile il raggiungimento delle soglie necessarie. Reputazione e Immagine Il delisting viene spesso percepito come un “passo indietro” in termini di trasparenza e appeal internazionale. Regole e Tempistiche Le procedure sono regolamentate da Consob (autorità italiana di vigilanza) e da Borsa Italiana, con tempi e adempimenti piuttosto rigidi. Come sarebbe possibile il delisting? 1. OPA volontaria Exor (o chi detiene la maggioranza) lancia un’Offerta Pubblica di Acquisto totale sulle azioni non possedute. L’offerta deve essere autorizzata dalla Consob e prevedere un prezzo equo. 2. Raggiungimento delle soglie Se Exor arriva ad almeno il 90% delle azioni, può esercitare il diritto di acquisto obbligatorio sulle restanti (“squeeze-out”). Se non si arriva al 90%, la società resta quotata. 3. Revoca delle azioni dalla quotazione A seguito dell’OPA e dopo aver liquidato i restanti azionisti, la società chiede la revoca della quotazione a Borsa Italiana. Perché una società può scegliere il delisting? Riduzione dei costi legati alle regole di trasparenza e alla doppia contabilità. Maggiore flessibilità gestionale. Strategie aziendali che si vogliono realizzare lontano dal mercato pubblico (ristrutturazioni, fusioni, ecc.). Rischi e Svantaggi Perdita di visibilità internazionale. Minore accesso a capitale di rischio. Possibili danni d’immagine. In sintesi Uscire dalla Borsa è possibile, ma serve una OPA totalitaria, la disponibilità di risorse finanziarie, il rispetto di regole Consob e Borsa Italiana, e bisogna gestire con attenzione i rapporti con gli azionisti di minoranza. La svalutazione del titolo può rendere meno costoso il processo, ma non lo rende automaticamente semplice o privo di ostacoli.
  14. purtroppo negli ultimi 5 anni abbiamo smiliardato senza azzeccarne una, normale che gli azionisti si siano un pò rotti le scatole. C'è da dire che dopo le * di Agnelli & C, non era semplicissimo rifare una dirigenza. Finché non si trova la quadra in società, difficile vincere. Se penso a come hanno fatto fuori Marotta che poi è andato a vincere a Milano, mi girano le OO 🤬
  15. ma abbiamo qualcuno che in passato abbia vinto almeno uno scudetto con noi? Nessuno? 🙈🙈
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