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bidescu

Zlatan Ibrahimović

Post in rilievo

Zlatan Ibrahimović nasce a Malmö, il 3 ottobre 1981 da una famiglia di immigranti, provenienti dai dintorni di Tuzla in Bosnia-Erzegovina; padre bosniaco e madre croata, Zlatan è cresciuto a Rosengård, sobborgo di Malmö, densamente popolato da immigranti.

«Mia madre, Djulka, ha lavorato come donna delle pulizie; tanto e duro, come può fare solo una che ha una personalità molto forte. Mio padre, Sefik, fa il manutentore di uno stabile ed ha un orgoglio smisurato; non puoi aiutarlo in niente, non te lo permette. Deve essere per questo che un sacco di volte, anche da ragazzo, mi sono sentito dire “Zlatan Ibrahimović, tu non ascolti”. È vero; mi piace fare le cose da solo. Ma il tempo mi sta aiutando a capire che a volte si ha bisogno anche degli altri. Anche in campo. Il campo dove sono diventato calciatore è stato quello di un parco di Rosengard, il ghetto di Malmö. Pochi svedesi, molti stranieri: neri, arabi, musulmani, orientali. Ci si conosceva tutti, ci si aiutava tutti e soprattutto si giocava tutti i giorni, ma proprio tutti; i ragazzi arrivavano anche dagli altri parchi lì intorno e ognuno portava una cosa nuova, inventata oppure vista alla televisione. Un colpo, un tiro particolare, una finta. I miei maestri di strada sono stati due: Goran, un macedone, e Gagge, un bulgaro che toccava la palla come un brasiliano, aveva un anno più di me e giocò assieme a me nella Primavera del Malmö. Mi hanno spiegato un sacco di trucchi, mi hanno insegnato il piacere di far fare certe cose al pallone, di toccarlo in un certo modo».

 

Nel 1995, all’età di tredici anni, viene acquistato dalla squadra della sua città, il Malmö FF; nel 1999 fa il suo esordio nella serie A svedese dove, fino al 2001, totalizza complessivamente 40 presenze e 16 goal e suscita l’interesse di grandi club, come l’Arsenal di Arsène Wenger.

 

Nel 2001 viene però acquistato dall’Ajax di Leo Beenhakker, per 7,8 milioni di Euro. L’esplosione di Ibrahimović avviene, però, sotto la guida tecnica di Ronald Koeman. Con la maglia dei “lanceri” disputa 74 partite e realizza 35 goal; vince due campionati olandesi, nel 2002 e nel 2004, una coppa d’Olanda ed una supercoppa olandese nel 2002.

 

«La cosa più bella che ho fatto nella mia carriera in teoria era molto difficile, però in quel momento chi se n’è accorto? Era la mia ultima partita con l’Ajax, contro il Nac Breda; ne scartai sei, anzi sette perché uno lo superai due volte e poi segnai, ma non mi resi conto subito di aver fatto una cosa così speciale. Mi era venuta così e così mi è venuto quel colpo di tacco contro di voi, la cosa più importante della mia carriera. La più incredibile, invece, forse l’ho fatta quando avevo dieci anni; 4-0 per gli avversari, l’allenatore mi fa alzare dalla panchina e mi butta dentro, alla fine vinciamo 8-5. Ne segno otto, sì; ma quella partita non conta, ero troppo giovane».

 

Nonostante porti il 47 di scarpe e la poderosa stazza è capace di giocate di grande agilità e di grande classe, che valgono, da sole, il prezzo del biglietto; in possesso di un ottimo tiro, agisce sovente da punta di movimento per consentire ai compagni di squadra di inserirsi in fase offensiva. Non è fortissimo di testa e, spesso, eccede in intemperanze, dovuto al carattere abbastanza focoso, che gli costano parecchi cartellini gialli; ma, tutto sommato, si rivela uno dei più forti attaccanti del mondo.

 

«Per me provare un colpo di tacco è una cosa naturale. Dipende dalle situazioni, certo; ma se posso farlo, perché non farlo? Io non gioco per prendere in giro chi mi sta di fronte; semplicemente, a volte è la soluzione più rapida, più comoda. Prendete quel goal che feci all’Italia, nell’Europeo del 2004; se avessi dovuto fermare la palla, girarmi e tirare, Buffon l’avrebbe parata ed anche facilmente. Così, usando il tacco, ho messo tutte quelle cose in un colpo solo e Buffon non l’ha parato. Mi fa ridere chi ancora oggi dice che quel goal mi era venuto così, per caso, che non l’avevo fatto apposta; sapevo cosa facevo, certo che lo sapevo».

 

Nell’estate del 2004 passa alla Juventus per 19 milioni di Euro; la prima stagione è strabiliante. Segna subito, alla prima giornata, contro il Brescia; è un errore clamoroso del portiere bresciano, ma fare goal all’esordio non è da tutti. Realizza anche nella partita successiva, contro il Palermo; si ripete contro il Chievo, la Reggina, l’Inter, la Lazio, il Parma, il Livorno e l’Udinese. Sembra che non riesca a smettere di segnare; realizza una doppietta a Firenze ed una tripletta contro il Lecce di Zeman; purtroppo, il suo pessimo carattere gli gioca, spesso, dei cattivi scherzi. Nella partita casalinga contro l’Inter, viene scoperto dalle telecamere mentre colpisce Cordoba a palla lontana; la “Prova TV” è inflessibile ed “Ibra” viene squalificato per tre giornate, l’ultima delle quali nello scontro scudetto contro il Milan. Termina il vittorioso campionato con una rete di testa, contro il Parma, nella partita che, praticamente, consegna il titolo alla Juventus; incredibilmente, in Champions League non realizza nemmeno una rete, nonostante le dieci presenze. Comunque sia, totalizza 46 presenze e realizza 16 reti.

 

Nel campionato italiano è sempre difficile confermarsi ed “Ibra” non sfugge a questa regola; nella stagione 2005/06, le presenze saranno 40, mentre le reti solamente 10. Ma è tutta la Juventus a non brillare, nonostante arrivi lo scudetto numero ventinove; nella partita casalinga contro l’Arsenal, che costa l’eliminazione dalla Champions League, la squadra viene contestata furiosamente e nemmeno Zlatan viene risparmiato. Anzi, è messo sul banco degli imputati, accusato di scarso impegno; “Ibra” non la prende bene e, nell’ultima partita casalinga contro il Palermo, dopo aver realizzato la rete del 2-0, mostra le orecchie al pubblico, in atto di sfida.

 

Nell’estate del 2006, decide di non seguire la Juventus in serie B e si trasferisce all’Inter, insieme a Patrick Vieira; termina così, in modo poco glorioso, l’avventura di Zlatan con la maglia bianconera.

 

«Per vincere il “Pallone d’Oro”, un giorno, dovrò lavorare ancora tanto. Non dico che non mi piacerebbe, perché un premio così è una prova, vuol dire che sei forte. Dico che non ci penso troppo e, soprattutto, che non ne voglio parlare troppo. Il mio idolo è sempre stato Muhammad Ali, perché era perfetto nel suo saper fare quello che prometteva; se diceva che avrebbe buttato giù un avversario in quattro riprese, dopo quattro riprese quello era per terra. Nessuno ha mai potuto dire che Mohammed Ali era uno che parlava e basta. Ecco, un giorno vorrei che si potesse dire la stessa cosa di Zlatan Ibrahimović. E per questo prometto quello che posso; al massimo, come succedeva a volte con Cannavaro, di fare due tunnel ai difensori avversari ed un goal. E di giocare sempre il mio calcio: perché se non giocassi così, non sarei Ibrahimović».

ibrahimovic.jpg

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Di solito leggo con molto entusiasmo i topic di Stefano...

Sono d'altronde la storia dei giocatori della Juventus...

Però passare da Sivori al mercenario...

Una caduta di stile... :d

 

PS: E' permesso l'insulto libero?

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è passato da un poveraccio a un riccone snob. Come tutti daltronde. Un esempio da seguire come il nostro amico balotelli fermato dalla polizia inglese con un bel portafogli gonfio dichiarandosi un riccastro.... Purtroppo non sanno da dove vengono... Li incastrerei anche loro là nella miniera in Cile. :8

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Fece una buonissima prima stagione, la seconda tse

 

Devo dire: mi piaceva di più quando giocava da noi, adesso non so se è una sensazione ma mi pare un giocatore diverso (forse anche perchè non è più giovanissimo).

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da appassionato di Eredivisie speravo venisse in Italia ma si parlava quasi sempre della Roma con Capello molto interessato poi Don Fabio è venuto da noi e Ibra pure

giocatore in grado di fare reparto da solo e dotato di doti balistiche uniche ha fatto una prima stagione ottima poi nella seconda ha fatto un buonissimo girone d'andata con pochi gol ma moltissimi assist mentre una pessima seconda parte con Del Piero che spesso ci risolveva le partite infatti

non è mai riuscito a far bene in Champions e questo resta un suo grosso limite

penso sia stato l'ultimo giocatore in grado di vincere il campionato quasi da solo

è perfetto per vincere contro le piccole che si chiudono in 9 in area ed il campionato si vince proprio contro le piccole squadre

personalmente l'ho sempre ammirato e rispettato come giocatore anche se è andato all'Inter e ora al Milan mentre come persona lascia un poco a desiderare

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Uno dei giocatori più sopravvalutati della storia del calcio, almeno a grandi livelli.

Fenomeno nelle partite di campionato contro le squadrette, è sempre sparito nelle partite di Champions che contano.

 

Pur ritenendo il nostro attacco uno dei reparti peggiori della seria A alla Juve non lo rivorrei mai.

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un attaccante straordinario uno dei pochi per cui basta lanciare la palla in avanti e poi ci pensa lui..purtroppo è successo quello che è successo ma se fosse rimasto in serie B sarebbe diventato probabilmente uno dei miei giocatori preferiti nella storia della juventus..così invece lo apprezzo solo ed esclusivamente come giocatore ma come uomo non avrà mai la mia stima..il dio denaro per lui è la cosa principale,lui gioca solo per quello,la maglia conta ben poco praticamente nulla.

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Era il mio giocatore preferito di quella Juve, grandissima prima stagione, secondo anno non esaltante anzi arricchito da tanti errori e pochi gol ma io lo difendevo sempre...la sua cessione alle me**e fu un colpo al cuore.

Lo avrei ripreso comunque al volo in qualsiasi momento.

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Intanto mi sembra doveroso fargli gli auguri.

In secondo luogo che dire,era il mio idolo e vederlo imperare con la maglia bianconera era un'emozione fortissima!

Poi arrivò quella mattina,appena sveglio sentii la televisione urlare:"Zlatan Ibrahimovic è passato all'inter ecc,ecc..."

Ho trattenuto a stento le lacrime,credevo che alla fine restasse e invece arrivò questa notizia come una pugnalata alle spalle,avremmo potuto fare tante e grandi cose insieme.

Non è stato più il mio idolo,ma resta un campione,purtroppo con grandi limiti caratteriali. :sad:

 

Una parte del mio inconscio crede ancora in un ritorno di stile,chissà...

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Uno scarpone sopravvalutato come pochi... buono solo contro le piccole ma la squadra perde molto, disimpara a giocare e quando arriva contro le grandi fallisce sempre, visto che fallisce Ibra.

In spagna se ne sono accorti immediatamente e l'hanno ricacciato in Italia, unico paese con un campionato che almeno di fama è ancora di un buon livello ed è anche talmente stupido da idolatrarlo.

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